LE CROCIATE (XI-XIII sec) Tra 1000 e 1100 i monasteri si moltiplicano, come pure le forme di vita eremitiche e cenobitiche. Tanti modelli, tante regole. Tutte accomunate dal desiderio di un ritorno alle origini sul modello benedettino. L’eremitismo in particolare si collega al monachesimo d’Egitto del III secolo e promuove il rinnovamento della chiesa. Romualdo di nobile famiglia ravennate si ritira a Camaldoli, diocesi di Arezzo, e nel 1012 fonda un piccolo eremo e una rete di nuovi nuclei per assicurare continuità. Gli eremiti sono isolati e protetti, i cenobiti svolgono funzioni amministrative. Tra i monasteri più famosi dei camaldolesi ricordiamo Fonte Avellana, di cui fu priore Pier Damiani: vasta cultura retorica, divenne cardinale, cercando di riformare la chiesa sul modello dei padri del deserto. Presso Grenoble si fonda la Grande Certosa, a opera di Bruno di Colonia nel 1084, intellettuale di fama internazionale, fautore di un eremitismo fortemente elitario causa la durezza della vita. Ogni monaco vive in singole cellette e solo la domenica si pranza nel refettorio comune max 12 eremiti. L’amministrazione è affidata ai conversi. Lenta diffusione dei certosini. Nel 1098 sorge invece Citeaux e da lì l’ordine cistercense che si espanderà assai più dei certosini che mantennero il rigore eremitico anche quando conobbero un certo sviluppo (nel ‘300 sono oltre 100 certose, tra cui Pavia). Il monachesimo offre un modello anche al clero: nascono infatti i canonici regolari, ispirati alla regola di Agostino, per reagire alla decadenza morale del clero. Ascetismo e vita comune, con castità e obbedienza, rimedio ai vizi, simonia e concubinato. Giovanni Gualberto, di nobile famiglia fiorentina, si ritira a Camaldoli, poi a Vallombrosa (1035), dove fonda una comunità eremitica rigorosamente benedettina ma non come fuga dal mondo bensì come impegno nella riforma della chiesa e a sostegno dell’episcopato. Citeaux è il caso di maggior successo. Fondata nel 1098 dall’abate Roberto di Molesme che voleva ricreare il deserto dei primi monaci, nella foresta, con povertà e lavoro agricolo. Col successore Stefano Harding si consolida e nascono le prime 4 abbazie figlie, tutte però alla pari, a differenza delle rigide gerarchie cluniacensi. A differenza di Cluny, rifiutano le proprietà. Riconosciuti dal papa nel 1119, i cistercensi arrivano ad avere a metà XII sec oltre 300 case affiliate, attirando laici, poveri e ricchi. Quando arrivò a Citeaux Bernardo, poi fondatore di Chiaravalle, lo stile cistercense subì una rapida diffusione al servizio della chiesa. Accolsero moti laici, con voti perpetui, per amministrare le grange (aziende fondiarie). Ora et labora: ma il lavoro manuale era assai limitato, dedicandosi soprattutto i monaci al lavoro intellettuale e lasciando nei campi braccianti e laici. Principio di stabilità: il possesso della terra (compattamento e conduzione diretta). Anche a costo di accorpare a dismisura, scardinando gli equilibri locali. Però rifiutano le rendite, a differenza di Cluny. Ben diverso l’approccio dei mendicanti, il cui chiostro sarà il mondo intero. Altre fondazioni furono gli ordini cavallereschi, a tutela dei pellegrini diretti nei luoghi santi: si giustificava così l’uso della guerra (Bernardo e la Lode della nuova milizia). I Templari sono monaci cenobiti guidati da un Gran Maestro, secondo la regola di Bernardo. Ricevono grandi donazioni e beni fondiari, collaborando coi sovrani europei, soprattutto Filippo Augusto di Francia (+1223), custodendo fino al 1307 il tesoro della corona francese. Con la fine degli stati latini d’oriente nel 1291 cessano di esser indispensabili e Filippo IV il Bello porta sul rogo Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro templare, nel 1314. A imitazione dei templari, erano nati altri ordini: dell’Ospedale di san Giovanni a Gerusalemme (ritornato assistenziale dopo il 1291); di Santa Maria dei Cavalieri Teutonici (che avevano creato un vero e proprio stato teocratico a est del regno di Germania alla fine del XIII sec) LE CROCIATE Con Carlo Magno i rapporti tra cristiani e arabi musulmani in terra Santa sono amichevoli ma nell’XI sec subentrano i Turchi, da poco islamizzati. Dopo il concilio di Troyes (1128), Bernardo di Chiaravalle compone De laude novae militiae: “Disciplina, obbedienza, indossano ciò che viene dato loro, si accontentano del necessario nel cibo, povertà personale e beni in comune, mai nell’ozio, aborriscono vanità e canzoni oscene, mai leziosi e di rado lavati… Quando scocca l’ora della battaglia si armano interiormente con la fede e all’esterno non di oro ma di ferro, affrontano tranquilli il combattimento, sperando nella potenza del Signore degli eserciti perché la forza non sta nel numero dei soldati ma nella forza che discende dal cielo. Più miti degli agnelli, più feroci dei leoni, sono i custodi del Santo Sepolcro. Si vive il clima del Dictatus Papae di G VII: lotta per la libertas ecclesiae vs ingerenze laiche, vs eresie, vs vizi. Lo sfondo che origina il movimento crociato è quello dei pellegrinaggi ai luoghi santi, quindi la ragione di fondo è religiosa. Le crociate sono azioni militari per rendere possibili e accompagnare i pellegrinaggi dei cristiani. Dopo gli arabi, nell’XI sec arrivano i Turchi: occorre una scorta armata x contrastare le vessazioni turche. In occidente giungono le testimonianze dei cristiani perseguitati e si accende grande fervore per la difesa dei pellegrini. Siamo nell’era gregoriana: l’opposizione imp/papato porta il papa a farsi carico della liberazione della terra santa. URBANO II al concilio (locale) di Clermont (1095) esorta a difendere pellegrini e cristiani di Terra Santa e dice “ciascuno si carichi la sua croce”, da cui il termine di CROCIATA e il simbolo della croce rossa sul mantello. Il papa si sente legittimato a guidare una spedizione militare come unica forza che sull’onda lunga della riforma gregoriana possa guidare/proteggere la chiesa e l’intera cristianità. Nascono gli ORDINI CAVALLERESCHI. Veri ordini religiosi che uniscono monaci e cavalieri con regola, voti, vita comune. Il più antico è quello del SANTO SEPOLCRO, fondato da Baldovino, fratello di Goffredo di Buglione, eroe della I crociata; poi i TEMPLARI, detti così perché vivono a Gerusalemme presso il tempio di Salomone, e in molte case del su della Francia, loro zona di origine; poi i GIOVANNITI, progenitori dell’Ordine Sovrano di Malta, che si occupano dei malati e dei poveri (detti perciò anche Ospedalieri). Poi ancora i TEUTONICI che nascono dai tedeschi che partecipano alla III crociata. Dopo la spiritualità monastica, nasce quella del laico che si impegna per la chiesa come uomo d’azione (anche se non sempre si fa crociato), soprattutto grazie a san Bernardo che predica la II crociata. La fede dà grande slancio all’ideale dei crociati, grazie a validi predicatori che risvegliano nei laici il desiderio di servire attivamente la chiesa. Anche san Francesco farà sua la spiritualità crociata (per servire il Signore dei signori!). È anche opera spirituale di penitenza per sé, i propri cari, i defunti. La crociata unisce l’intera cristianità più di quanto non avesse fatto la spiritualità monastica. La crociata non viene subita ma volontariamente assunta da una cristianità profondamente unita. Già G VII aveva sognato la crociata, ma solo Urbano II lancia un appello concreto nel 1095 che viene poi riecheggiato da zelanti predicatori in tutta l’Europa. L’appello di Urbano II coglie ogni ceto sociale. <<Popolo dei Franchi, eletto e amato da Dio. Giunge la dolorosa notizia: i Persiani hanno invaso le terre dei cristiani… sangue, frecce, violenza alle donne. Vi muovano le gesta degli antenati e la grandezza del re Carlo Magno… per il Santo Sepolcro del Signore e i luoghi santi… non trattenga il pensiero di proprietà o cose domestiche, cessino gli odi intestini… Gerusalemme è l’ombelico del mondo. Andrete all’assalto, soldati di Dio, col grido “Dio lo vuole!”. Chiunque voglia compiere questo santo pellegrinaggio porti sul petto il segno della croce del Signore>> I Crociata (1097-1099): l’esercito si raccoglie a Lione e poi a Costantinopoli. Goffredo di Buglione è l’unico principe tedesco che risponde e viaggia coi suoi. L’esercito conta 60/300mila crociati. Nel 1097 confluiscono a Costantinopoli e occupano territori conquistati dai Turchi. 15 mesi di assedio ad Antiochia, che va poi difesa dal ritorno dei Turchi. Molti muoiono, molti si fermano costituendo i regni latini e solo circa 10.000 arrivano a conquistare Gerusalemme il 15/07/1099 ma G di Buglione per umiltà rinuncia al titolo di re (che invece avranno i suoi successori). Se si fosse coordinata la crociata con Bisanzio, magari si sarebbe ricomposto lo scisma del 1054… invece nella IV crociata ci sarà il terribile saccheggio della ortodossa Costantinopoli. II crociata – 1150: protagonista è San Bernardo che convince il re di Francia e l’imperatore a partecipare, ma visto l’esito fallimentare delle prime spedizioni, i sovrani abbandonano l’impresa. Lo smacco subito ebbe rilievo in tutto l’Occidente: non era detto che le gloriose imprese delle crociate andassero a buon fine, anzi, poiché appena 50 anni dopo la conquista di Gerusalemme si vedono le difficoltà della conquista dei luoghi santi. Gerusalemme resta isolata e priva di aiuto. III crociata (1189-1192). Saladino nel 1187 riconquista Gerusalemme che cade in mano turca dopo neppure un secolo dalla conquista cristiana del 1099. L’imperatore Federico Barbarossa, Filippo Augusto di Francia e Riccardo I “Cuor di Leone” di Inghilterra partono alla volta della Terra Santa. Il Barbarossa muore affogato nel fango di un fiume a causa della pesante armatura mentre è in viaggio verso Gerusalemme. I due sovrani inglese e francese non trovano una intesa tra loro e faticano. Recuperano San Giovanni d’Acri e Cipro, ma non Gerusalemme. IV crociata (1202-1204) - Nel 1192 muore Saladino, grande condottiero saraceno, e questo ridà sicurezza ai crociati che nel 1202-1204 si muovono per una IV crociata promossa da papa Innocenzo III. È quella del saccheggio di Costantinopoli: qui convergevano i diversi eserciti che, divisi tra loro, depredano la città, compiendo orrendi misfatti, violando le chiese ortodosse come se fossero templi pagani, accecati poi dalla fama di bottino. Soprattutto si tratta di veneziani che, sprovvisti di beni personali, saccheggiano la città con la scusa di procurarsi i beni necessari all’impresa… Questo lascerà grande amarezza nella cristianità intera, dividendo ancor più occidente e oriente. Nel 1212 avviene una pseudocrociata: quella dei “bambini”. Diversi regni d’Europa inviarono bambini e fanciulli, per lo più francesi, confidando che potessero giungere in Terra Santa. Le navi salpate da Marsiglia naufragano oppure giungono in Africa dove i fanciulli sono venduti come schiavi. Grande fallimento, certo, ma animato da un profondo spirito religioso che mai, neppure per gli orrori della IV crociata, è del tutto assente dalle crociate. V crociata: 1217-1221. Dopo fallimenti in Palestina, i crociati piegano in Egitto e conquistano Damietta (di nessun peso). È la crociata di San Francesco che nel 1219 cerca di convertire il Sultano. VI crociata: 1228-1229. È l’unica, dopo la prima, ad avere qualche successo benché effimero. Guidata da Federico II che col Sultano tratta per ottenere Gerusalemme, Nazareth e Betlemme, oltre a una tregua di 10 anni lasciando libero l’Egitto. Fino al 1244 Gerusalemme rimane in mano ai cristiani. L’Europa vede però Federico II come un traditore che aveva patteggiato col demonio. VII crociata: 1249-1254. Re Luigi IX di Francia nel 1248 si assume il compito di riconquistare Gerusalemme. Si impatanano in Egitto, ma Luigi IX viene fatto prigioniero e pagare un fortissimo riscatto, perdendo 4 anni di tempo e ottenendo nulla. VIII crociata: 1270. I Saraceni hanno avuto campo libero dopo la disfatta francese e riconquistano gli stati latini. Preso da scrupolo di coscienza per adempiere al voto fatto, Luigi IX riparte con l’esercito e sbarca a Tunisi, dove vengono decimati dal colera e il 25 agosto 1270 muore lo stesso Luigi IX. Morto il capo carismatico, i diversi signorotti si osteggiano e la madrepatria rinuncia a mandare rinforzi. Nel 1291 viene così occupata San Giovanni d’Acri e i cristiani perdono l’ultimo avamposto cristiano. Anche se nel ‘300 e ‘400 si parlerà ancora delle crociate, tuttavia è ormai venuto meno lo spirito religioso di fondo e non si riproporranno poi spedizioni militari di liberazione. Effetti delle crociate: 1. Unione tra Occidente e Oriente 2. Grande risveglio di fede, con accentuazione della appartenenza alla cristianità universale, nel momento in cui va affermandosi la civiltà comunale del basso Medioevo, soprattutto in Italia. La grandezza di Venezia nasce dalle crociate, che aprono le vie di esplorazione e commercio con l’oriente. 3. A livello culturale si guadagna tramite gli arabi il recupero di Aristotele che favorirà il culmine della Scolastica, oltre al contatto con matematici, scienziati e filosofi arabi. Conseguenze negative: 1. Il rischio delle degenerazioni per brama di guadagno e volontà di emanciparsi dalle maglie del sistema feudale 2. Contrapposizione tra chiesa occidentale e orientale. Il giudizio degli storici non è concorde sul fenomeno delle crociate. Lo spirito bellico era tipico dell’epoca, e aldilà di questo le crociate sono un fenomeno significativo per la Chiesa e la società. Oggi lo spirito violento non ci appartiene più, ma resta da valorizzare la profonda unità religiosa che animò il fenomeno. Dal pv militare ci sono stati molti insuccessi. E di fatto non hanno raggiunto la liberazione dei Luoghi Santi né tutelato i pellegrinaggi. Tuttavia per due secoli si moltiplicano i contatti tra occidente e oriente (cfr cartina stati latini), il commercio si dilata attorno al Mediterraneo (Venezia edifica un impero commerciale e diplomatico). GERUSALEMME E LE CROCIATE (di Jean Flori) Gerusalemme è una citta importante per Ebrei, Xani, Islam. Nel 70 dC i Romani hanno distrutto il tempio e le fondamenta sono il “Muro del pianto” in cui si attendono i tempi messianici. Per i cristiani è città di Davide, figura della Gerusalemme celeste, città di Gesù e dei suoi luoghi (tempio, Giordano, Golgota, sepolcro) meta di pellegrini. Per l’Islam prima ci sono la Mecca e Medina, poi Gerusalemme. Fin dalla conversione di Costantino e dalle reliquie della croce portate dalla madre Elena, si sviluppano i pellegrinaggi in Terra Santa. Più in Occidente (Cristo morto) che in Oriente (Cristo risorto). Con l’Islam i pellegrini pagano una tassa. Con l’VIII secolo il pellegrinaggio è una delle penitenze tariffate. Con la conversione di Stefano re d’Ungheria i pellegrinaggi divengono ancor più facili (passaggio a est). Se militia fa rima con malitia, è vero che la Chiesa sente nell’XI sec il bisogno di difesa armata per i pellegrini. I Cavalieri possono sperare nel regno di Dio, purché rispettino gli interdetti della chiesa ed evitino le guerre private. Pellegrinaggio prescritto per adulteri e omicidi. Cavalieri, principi, ma anche laici e monaci vanno a Gerusalemme. Iniziano quindi i primi gruppi armati di difesa, spontanei. L’avvio della reconquista spagnola prepara il terreno per rivendicare i luoghi santi. Si concedono indulgenze a chi combatte gli infedeli. Già G VII pensa a liberare Gerusalemme ma non riesce a causa della lotta per le investiture. Urbano II lancia un appello partendo anzitutto dalle persecuzioni anticristiane e poi rivendicando Gerusalemme e il santo Sepolcro: una guerra sacralizzata, anzi un pellegrinaggio di liberazione. La croce dice già la destinazione. Gerusalemme è conquistata nel 1099 come la terra promessa a Israele. Tutte le crociate successive hanno come obiettivo Gerusalemme (persa definitivamente nel 1244). L’Italia torna a esser al centro della scena internazionale grazie ai papi e alle nascenti signorie. Gli eserciti si concentravano a Costantinopoli, dove i cristiani d’occidente entrano in contatto con la cristianità bizantina. Dal pv religioso le crociate mettono in contatto la devozione cristiana con i fondamenti biblici della fede cristiana: i luoghi di Gesù, il culto delle reliquie, la nascita dei sacri monti (fenomeno piemontese: si riproducono in loco le piccole Gerusalemme e il calvario, soprattutto nel ‘400 e ‘500, fino alla pratica della Via Crucis). Accanto a queste, vi erano le crociate personali, di singoli avventurieri con propri eserciti o uomini avidi di guadagno; o ancora le crociate in Spagna per la reconquista. Si vogliono riprendere i territori cristiani in terra iberico. In parallelo alle crociate, la stessa motivazione di difesa della libertas ecclesiae anima la riconquista di città spagnole dalle mani islamiche (Granada verrà liberata, ultima, solo nel 1492), abbinata all’indulgenza per i “crociati”. Oltre che contro i Mori, si sviluppano le crociate contro gli Albigesi / Catari (Francia Meridionale) cioè contro gli eretici. La crociata rischiava di diventare uno strumento di legittimazione del proprio potere contro il diverso. Anche se si era giustificata come difesa seguente a un attacco. Per cui la guerra appariva punizione per gli infedeli che avevano attaccato. Ma anche se era giusta, la guerra comportava una necessaria penitenza (poiché uccidere è male) e questa si assolveva nell’atto stesso della partecipazione alla crociata. La teologia dell’intenzione risolverà il problema concentrandosi non sull’atto (l’uccisione) ma sull’intenzione: per difendere i cristiani, uccidere è addirittura un atto meritorio. Alle crociate si accompagna la nascita degli ordini cavallereschi: l’ideale monastico si fonde con il compito di guerra del miles Christi. Questo autorizza il sacerdozio a occuparsi del fare guerre per la libertà della Chiesa. Fulcherio di Chartres: “è Cristo che lo vuole… la morte ottiene la immediata remissione dei peccati, si affrettino alla battaglia di cavalieri di Cristo” Raimondo d’Aguilers: “(vs Musulmani) cose orribili, testa troncata, crivellati dalle frecce, bruciavano tra le fiamme, nel tempio e ne portico di Salomone si cavalca col sangue alle ginocchia e fu per giusto giudizio divino” Ibn Al-Athìr: “strage dei musulmani nella conquista di Gerusalemme… i franchi ammazzarono più di 70mila persone, uomini, donne e bambini, depredandone poi gli averi”