25.01 scilla - Gruppo counseling 2009

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VERBALE INCONTRO FORMATIVO DEL 25/ 01/2009
Il programma della lezione della mattina tenuta dalla Dott.ssa Valentina Sarchi è stato il seguente:
- introduzione alla psicologia umanistica
- modelli pluralistici integrati e fattori comuni transteorici
con Giusti, Montanari, Montanarella “ Manuale di psicoterapia integrata”, ed.Franco Angeli utilizzato come
libro di riferimento.
Dopo essersi presentata ed avere assistito ad una breve presentazione di ogni allievo, la dott.ssa ha iniziato
la lezione vera e propria. Ogni allievo ha poi ricevuto le dispense che qui provo a riassumere
Filoni storici:
- modello psicodinamico – psicoanalitico
- modello cognitivo – comportamentale
- modello umanistico – esistenziale
- modello sistemico – relazionale
- modello biofunzionale - corporeo
MODELLO PSICODINAMICO
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Freud
Fine XIX secolo
Nasce in Europa
Retroterra culturale medico
Il costrutto teorico di riferimento può essere usato sia come modello di sviluppo della personalità, sia come
filosofia della natura umana sia come metodo di psicoterapia basato sull’ “ interpretazione “.
I capisaldi della teoria freudiana :
- Inconscio
- Struttura della personalità
- Meccanismi di difesa
- Istinti e pulsioni
- Sessualità e stadi dello sviluppo infantile
Sviluppi successivi:
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Psicologia dell’Io (Hartmann; basata sull’idea di autonomia dell’Io dall’Es e di centralità dell’Io
nell’adattamento della psiche all’ambiente).
Psicologia delle relazioni oggettuali ( Klein; basata sul superamento della centralità delle pulsioni
nella strutturazione della psiche in favore di un maggior rilievo dato alle relazioni oggettuali, ovvero
alle rappresentazioni psichiche, interne all’Io, delle relazioni con “oggetti” – persone – costituitisi
come fondamentali nella primissima infanzia ).
Psicologia del sé ( kohut; la dinamica Es-Io viene sostituita dalla dinamica del Sé, istanza superiore
che determina lo sviluppo sia delle pulsioni che dell’Io ).
Psicoanalisi lacaniana ( Lacan; fondatore di una scuola autonoma che ha messo in discussione le
fondamenta della struttura stessa della teoria psicoanalitica, ricorrendo a concezioni e metodi
estranei alla psicoanalisi tradizionale ).
Tecniche usate nel processo terapeutico al fine di far riemergere dall’inconscio il materiale rimosso:
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libere associazioni
interpretazione
analisi dei sogni
analisi del transfert ( fenomeno per il quale il paziente ravvisa nell’analista un ritorno di una persona
importante della sua infanzia, del suo passato, e trasferisce perciò su di lui sentimenti e reazioni
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destinati a quel modello) e controtransfert ( insieme di sentimenti, emozioni che il transfert del
paziente o egli stesso suscitano nell’analista)
analisi ed interpretazione delle resistenze
MODELLO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
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il comportamentismo nasce in America nei primi anni del ‘900
arriva in Europa negli anni ‘50
maggiori esponenti Watson e Skinner
ambito positivista (riflessologia russa Pavlov)
nasce in risposta alla crisi della psicologia intorno al 1910
negli anni ’70 l’approccio comportamentale ( secondo il quale ogni riflessione sulla mente e la
personalità di un individuo è basata sull’osservazione e l’analisi di caratteristiche e tratti esteriori che
sono misurabili, in sostanza sul comportamento manifesto, senza fare riferimento a processi interni
della mente; questo rifiuto dei processi interni rende la psiche soggetta alle influenze dell’ambiente
esterno, “stimoli”, e produttrice di relative reazioni, “risposte”. Per il comportamentismo, quindi, il
comportamento può essere studiato semplicemente attraverso la relazione fra stimoli e risposte, non
considerando quanto accade dentro la mente: ciò rende l’individuo in grado di essere condizionato
attraverso gli stimoli) si fonde con quello cognitivo ( attenzione ai processi cognitivi – percezione,
memoria, attenzione, linguaggio, pensiero, creatività – che sottostanno ai comportamenti manifesti).
Sviluppi successivi:
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teoria dell’apprendimento sociale ( Bandura; il comportamento viene appreso attraverso
l’osservazione e l’imitazione e mediante le ricompense e le punizioni ricevute)
terapia razionale – emotiva RET ( basata sull’assunto che gran parte del comportamento
disfunzionale è dovuta alle richieste assolutistiche che le persone fanno a se stesse; la terapia mira
a modificare gli obiettivi irrealistici che gli individui si danno)
Beck ( ha proposto una teoria della depressione in cui la tesi centrale è che le persone diventano
depresse perché il loro modo di pensare è viziato da una generale propensione a interpretare gli
eventi in maniera negativa: triade negativa, cioè visione negativa di sé, del mondo e del futuro)
Tecniche usate nel versante comportamentale al fine di eliminare i sintomi disfunzionali:
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desensibilizzazione sistematica
training asserivo
condizionamento operante
Tecniche usate nel versante cognitivo al fine di riorganizzare gli schemi semantici disadattivi;
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automonitoraggio
biblioterapia
compiti a casa
discussioni credenze irrazionali
stress inoculation
MODELLO UMANISTICO – ESISTENZIALE
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nasce come terzo polo
Maslow (1954)
Ricolloca l’ “uomo” al centro del processo terapeutico
Accento sulla relazione paziente (cliente) – terapeuta
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Attenzione verso le esperienze soggettive interne dell’individuo
Modello di riferimento utilizzato dall’ASPIC che ne condivide gli elementi comuni: esperienze che non sono
ridotte a pulsioni o difese; la prospettiva interna e l’esperienza consapevole determinano la realtà
individuale; interesse per il ‘qui e ora’; esseri umani intesi come individui unici che hanno motivazione
all’autorealizzazione; fiducia nella libertà e autonomia degli individui; accettazione del fatto che la natura
umana non può mai essere pienamente definita.
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Terapia esistenziale : nasce non come modello di intervento psicologico, ma come approccio
all’essere umano; mette il focus sull’esperienza immediata; il compito del terapeuta è quello di
comprendere pienamente la realtà del cliente, come sperimenta il suo sé, il significato da lui
attribuito alla vita per giungere a scoprire i suoi significati esistenziali e per aiutarlo a raggiungere
una maggiore capacità di agire e di scegliere; punta sull’attivazione di una relazione autentica in cui
il clima della terapia diventa lo strumento per il cambiamento. I maggiori esponenti sono:
Maslow: ipotizza lo sviluppo della persona attraverso il superamento di una scala di bisogni (
fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di stima, di realizzazione di sé ), che se vengono frustrati
conducono all’angoscia
Laing : rintraccia nella famiglia e nella società l’eziopatogenesi di molti disturbi psichici.
May : enfasi sui processi del divenire
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Terapia umanistica : nasce negli anni ’40 in contrapposizione alla direttività dei modelli psicoanalitico
e comportamentale; il maggior esponente è Rogers con la sua “ terapia centrata sul cliente “; ha una
visione ottimistica della natura umana e riconosce all’uomo una tendenza attualizzante che si muove
in direzione dell’autorealizzazione; il terapeuta non interviene, ma ha fiducia in questa tendenza e la
deve agevolare avvalendosi di tre condizioni attitudinali necessarie e sufficienti per il cambiamento
terapeutico : congruenza, rispetto positivo incondizionato, comprensione empatica. Le tecniche
usate sono prevalentemente verbali :
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ascolto attivo
riformulazioni
reiterazioni
delucidazioni
riflesso del sentimento
l’obiettivo è quello di incoraggiare il cliente ad autoesplorarsi meglio attraverso il dialogo e il compito del
terapeuta è quello di creare una relazione calda, empatica, congruente e non direttiva, sostenere il
cliente nel suo processo di crescita, focalizzarsi sulla persona e non sul problema.
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Terapia della Gestalt : nasce alla fine degli anni ’40 e affonda le sue radici nella Psicologia della
Forma ( Germania, anni ’30 ); il maggior esponente è Pearls; il terapeuta aiuta il cliente a vivere nel ‘
qui e ora ‘, a sperimentare il reale, ad esprimere in maniera diretta,ad espandere la consapevolezza,
a prendersi la piena responsabilità, ad accettare sé stesso per quello che è con l’obiettivo di fornire
al cliente un maggior grado di autoconsapevolezza e responsabilità, sbloccare le sue potenzialità in
modo da fargli sperimentare e vivere pienamente il presente. Il focus è posto sul fatto che nel suo
processo di interazione con il mondo la persona attraversa cicli di contatto e di ritiro dal contatto :
quando il ciclo si chiude ed è terminato, la persona è pronta per una azione ( esperienza )
successiva, ma se qualche ciclo si interrompe e rimane aperto, può insorgere il disagio, il disturbo, il
comportamento disfunzionale. Le fasi del ciclo di contatto sono:
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fase del pre-contatto
fase dell’avvio-contatto
fase del contatto pieno
fase del ritiro dal contatto
mentre i meccanismi di interruzione dei cicli di contatto in cui rintracciare l’eziopatogenesi sono:
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confluenza ( l’individuo è incapace di demarcare un sufficiente confine tra sé e l’ambiente, per cui si
confondono)
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introiezione ( meccanismo per cui elementi dell’ambiente non vengono assimilati diventando parte
dell’individuo, ma sono inglobati come corpi estranei e come tali rimangono generando conflitti)
proiezione ( tendenza a rendere l’ambiente o gli altri responsabili di elementi che invece
appartengono all’individuo)
retroflessione ( l’individuo traccia una linea di confine fra sé e l’ambiente e la traccia nettamente
dirigendo le sue energie per soddisfare i propri bisogni non più all’esterno per manipolare
l’ambiente, ma verso sé stesso)
egotismo ( posizione opposta alla confluenza, caratterizzata da una abituale mancanza di recettività
e apertura all’ambiente, da un atteggiamento difensivo e di opposizione a ogni condivisione con
l’altro)
Le tecniche usate comprendono sia tecniche verbali che non verbali.
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Analisi transazionale : nasce negli anni ’60;è una teoria che permette l’analisi completa della
personalità dei cambiamenti interpersonali; il maggior esponente è Berne, il quale la usa come
terapia di gruppo, ambito di maggior utilizzo ancora oggi. Gli elementi chiave sono:
stati dell’Io: intesi non come ruoli, ma come realtà psicologiche (Genitore, Adulto, Bambino)
transazioni
giochi relazionali
copioni di vita
Okness
MODELLO SISTEMICO – RELAZIONALE
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nasce negli anni’50
il sintomo riportato dall’individuo ha un significato che va rintracciato nel sistema familiare
il terapeuta lavora attivamente e direttivamente per modificare i processi comunicativi patologici e le
strutture dei rapporti nell’ambito familiare
Scuole aventi questo indirizzo:
- scuola strutturale ( Minuchin) : considera la famiglia un sistema aperto, capace di autogovernarsi, in
cui i confini interni garantiscono l’individuazione di sottosistemi con funzioni diverse e specifiche,
come il sottosistema genitoriale e quello dei figli; il compito del terapeuta è quello di attivare le
potenzialità del sistema familiare perché possa diventare artefice del cambiamento
- scuola strategica ( Bateson, Watzlawick) :
- scuola trigenerazionale ( Bowen, Whitaker) :affida un ruolo importante alla storia della famiglia, al
rapporto con le figura significative del passato, con la famiglia d’origine
- scuola sistemica ( Selvini Palazzoni) : ha come oggetto di analisi e d’intervento la famiglia come
sistema di interazioni, definendola come un sistema governato da regole, la cui stabilità è mantenuta
da meccanismi interni che limitano il comportamento entro confini stabiliti
Le principali tecniche usate in questo modello sono le prescrizioni, l’assegnazione di compiti, la
ridefinizione, il genogramma.
MODELLO BIOFUNZIONALE CORPOREO
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organismo umano come realtà psico-corporea integrata, interazione profonda tra i suoi aspetti
psichici e corporei
ogni evento psichico si manifesta a livello corporeo attraverso tensioni muscolari e somatiche,
insorte come difese da ansie e da emozioni che possono fuoriuscire in modo incontrollato
tecniche: grounding e respirazione diaframmatici
principali modelli:
- vegetoterapia
- bioenergetica
- rolfing
- integrazione posturale
- psicoterapia sessuale
- primal therapy
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La domanda che ci siamo fatti a questo punto è stata quale fosse il futuro della psicologia e la risposta più
immediata è andata verso un panorama pluralista fatto di eclettismo, integrazione teorica, fattori comuni.
Questi possono essere specifici ( tipici di ciascun approccio) oppure aspecifici ( caratterizzano la relazione
terapeutica e contribuiscono all’efficacia del trattamento). I fattori comuni aspecifici sono:
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la relazione cliente/professionista
schema concettuale di riferimento
sperimentazione diretta
apprendimento cognitivo
fattori legati al professionista
fattori legati al cliente
apertura e trasparenza
effetto placebo
il cambiamento
la gestione delle resistenze
il concetto curativo
I modelli basati sui fattori comuni sono il modello transteorico ( Prochaska e Norcross 1994; fornisce un
sistema organico ed integrato che propone cambiamento terapeutico sulla base di tre dimensioni: processi,
stadi e livelli), la psicoterapia integrativa sistemica ( Clarkson 1993; prevede 7 livelli in cui può collocarsi
l’intervento: fisiologico, emozionale, nominativo, normativo, razionale, teorico, transpersonale) e il modello
pluralistico gestaltico al quale l’ASPIC fa riferimento nella formazione di psicoterapeuti con attitudine
pluralistica accomunando gli elementi di ciascun modello presentato; tale modello rivolge l’attenzione a tre
aree ( relazione terapeutica, ambiente esterno, tempo ) e prevede come tappe evolutive del percorso
ristrutturante quelle del “ ciclo del contatto” gestaltico.
Nel pomeriggio, con la dott.ssa Foschetti, abbiamo affrontato il tema della COMUNICAZIONE
introducendone i principali modelli teorici. Nel definire la comunicazione l’accento è stato posto sul suo
essere essenziale all’uomo in quanto essa è centrale nell’esistenza quotidiana, è presente in ogni ambiente
della vita umana ed è l’elemento costitutivo della trama dei rapporti fra le persone. Le sue funzione possono
essere molteplici:
- informativo-referenziale o denotativa
- emotiva o espressiva
- persuasiva o conativa
- fatica o di contatto
- metalinguistica
- poetica o connotativi
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Modello tradizionale lineare : prevede un emittente, un destinatario o ricevente, un referente, un
messaggio, un codice, un canale intendendo la comunicazione come un condotto
Modello interattivo : la comunicazione è intesa come una ‘ partita a tennis ‘ verbale e non verbale,
dove i messaggi vanno avanti e indietro tra le parti interagenti ed è un continuo gioco di azione e
reazione
Modello di interazione comunicativa circolare (sistemico) : viene messo in atto il principio di
circolarità per cui la comunicazione è intesa come scambio di informazioni tra due o più entità la cui
proprietà è di emettere e di ricevere segnali all’interno di un processo interattivo caratterizzato dal
meccanismo del feedback o retroazione, segnale di ritorno senza il quale la comunicazione non può
considerarsi effettuata; comunicare significa rendere comune con un’operazione di trasmissione
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La comunicazione interpersonale è basata sulla interdipendenza di due modalità comunicative : la
comunicazione verbale e la comunicazione non verbale; ricerche in questo campo hanno evidenziato
che il linguaggio non verbale determina per oltre il 90% la comunicazione: esso comunica anche al di
fuori della nostra consapevolezza e della nostra intenzionalià ed infatti, in caso di incongruenza, gli indici
verbali non hanno efficacia e l’informazione viene recepita dai segnali non verbali. E’ perciò evidente
l’importanza del “ saper essere “ del counselor, in quanto il suo interiore ( vissuti, emozioni, conflitti ) con
il non verbale passa ed arriva al cliente; avere quindi la consapevolezza che, comunque, ‘ sempre ‘
comunichiamo qualcosa.
Le funzioni della comunicazione non verbale sono estremamente importanti, in quanto essa
- comunica atteggiamenti interpersonali e consente di cogliere la relazione fra gli interlocutori
- esprime le emozioni più chiaramente
- rivela atteggiamenti del soggetto verso immagine di sé, del proprio corpo, di autovalutazione
- integra la comunicazione verbale ( attenzione alla congruenza!)
- regola l’interazione
- è più credibile perché meno soggetta a controllo
La comunicazione non verbale è costituita da elementi a cui si deve prestare attenzione, che vanno
tenuti in considerazione senza però interpretarli :
- espressione mimica del volto
- comportamento spaziale
- gestualità delle varie parti del corpo
- aspetti non verbali del parlato
- aspetto esteriore
A proposito degli atteggiamenti e comportamenti del cliente nei confronti del counselor, esiste un limite
oltre il quale il counselor può non accettarli e questo è rappresentato dal grado di disturbo, disagio,
incapacità a lavorare che tali elementi fanno emergere.
Il comportamento non verbale dell’operatore può facilitare il rapporto mediante la sensibilità, la
congruenza, la sincronia intesa come capacità di stare sulla stessa lunghezza d’onda.
A questo punto abbiamo iniziato a fare degli esercizi per meglio comprendere ed assimilare tali concetti
basilari per una comunicazione efficace nella relazione di aiuto.
1. esercizio sulla individuazione della differenza fra dati e deduzioni : dati = elementi oggettivi,
visibili a tutti, appartenenti al cliente; deduzioni = elementi soggettivi, non visibili a tutti nello
stesso modo, che il counselor formula dalle proprie osservazioni del cliente
2. esercizio di presentazione : una allieva ( Donatella) ne presenta un altro ( Marco ) come se
fosse un amico che conosce bene; per fare ciò lei, più che inventare, deve parlare di ciò che le
arriva da quella persona, cercare di percepire il suo essere, il suo modo di rapportarsi con gli
altri, descrivere in maniera fenomenologia la sua postura corporea, la mimica facciale, dai dati
fare delle deduzioni; si comprende bene che le deduzioni possono essere molte, che la nostra
capacità immaginativa nei confronti delle persone è tanta e sempre presente, l’importante è
tenerla sempre ben correlata ai dati che possediamo. L’osservato riferisce gli effetti di ciò che
l’osservatore esprime, dice di aver posto attenzione soprattutto al come e perché siano venute
fuori certe deduzioni da tali dati e che la sensazione più forte che ha avuto è stata di imbarazzo
( che però l’osservatore non ha visto).
3. esercizio di attribuzione di significato di varie posture : emerge l’importanza della postura
corporea di una persona, in quanto da essa si possono fare delle deduzioni sul suo stato
d’animo del momento, su alcuni tratti di personalità, sul suo modo di presentarsi agli altri, sulla
percezione di sé…
4. esercizio sulla congruenza e incongruenza : la congruenza o meno è intesa fra ciò che si dice e
ciò che in realtà si pensa e quindi può trasparire senza che ne abbiamo consapevolezza;
ognuno di noi, lavorando in coppia, deve dare tre tipi di risposte in due modi diversi, prima
incongruenti, poi congruenti, che vengono valutate dall’altro nella loro adeguatezza. Emergono
in alcuni di noi consapevolezze nuove e in altri conferme del proprio modo di essere ed agire nei
confronti degli altri.
5. esercizio in rilassamento : si tratta di chiudere gli occhi, trovare posizione comoda, immaginare
sé stessi in una determinata situazione, posizione, da soli o in compagnia; quindi disegnare tale
immagine su un foglio dopo aver preso pennarelli o matite da una scatola posta al centro della
stanza, mettendo poi il disegno in un contenitore. La mossa successiva è quella di prendere
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ognuno a caso un disegno da tale contenitore e osservarlo cercando di arrivare a delle
deduzioni ( attenzione a dati e deduzioni! ). Una di noi riferisce ciò che fenomenologicamente
osserva nel disegno e le proprie deduzioni come se parlasse ad un cliente; l’autore del disegno
si rivela per sua scelta e racconta come si è sentito quando il disegno girava fra noi perché lo
vedessimo ( sensazione di disagio, giudicato ), quando è stato analizzato nei dati ( il timore del
giudizio è passato ), quando sono state fatte le deduzioni ( tranquilla, compresa, riconosciuta ).
Infine ognuno ha scelto se riprendere il proprio disegno o lasciarlo in sede, motivando la scelta
fatta.
L’ incontro si è concluso dopo che ciascuno ha espresso in UNA parola l’emozione, la sensazione
lasciata dalla giornata.
Scilla Barni
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