1. ------IND- 2007 0706 F-- IT- ------ 20080110 --- --- PROJET
REPUBBLICA FRANCESE
Ministero
NOR : […]
ORDINANZA del
Relativa al rendimento energetico degli edifici esistenti di superficie superiore a 1000 m2, che
sono oggetto di importanti lavori di ristrutturazione.
Il ministro
Vista la direttiva 89/106/CE del 21 dicembre 1988 relativa al ravvicinamento delle
disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti
i prodotti da costruzione;
Vista la direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 giugno
1998 che prevede una procedura di informazione nel settore delle norme e delle
regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società
dell’informazione, in particolare la notifica n.……………… ;
Visto il codice della costruzione e dell’abitazione, e in particolare l’articolo R. 131 –
26.
DECRETA
TITOLO I - Generalità
Capitolo I
Campo d’applicazione
Articolo 1
13/12/07
-1-
La presente ordinanza mira a determinare le modalità di applicazione dell’articolo R. 131-26
del Codice della costruzione e dell’abitazione.
Le disposizioni della presente ordinanza si applicano agli edifici o parti di edifici esistenti
fatte salve le seguenti tipologie di edifici:
a) gli edifici o parti di edifici che, in ragione di vincoli particolari legati a uso diverso da
quello residenziale, devono garantire condizioni particolari di temperatura, di
igrometria o di qualità dell’aria.
b) gli edifici o parti di edifici adibiti a uso agricolo, artigianale o industriale, diverso da
quello residenziale, nei quali il sistema di riscaldamento o di condizionamento d’aria o
di produzione d’acqua calda per uso umano produce una quantità scarsa di energia
rispetto a quella necessaria alle attività economiche;
c) gli edifici o parti di edifici non riscaldati o per i quali gli unici dispositivi fissi di
riscaldamento sono camini a camera di combustione aperta e che non dispongono di
dispositivi di condizionamento d’aria dei locali;
d) gli edifici destinati a restare aperti durante il funzionamento abituale;
e) gli edifici situati nei dipartimenti d’oltremare.
Articolo 2
Le disposizioni applicabili agli edifici o parti di edifici la cui costruzione è stata ultimata
prima del 1 gennaio 1948 sono riportate negli articoli da 2 a 44 dell’ordinanza del 3 maggio
2007 relativa alle caratteristiche termiche e al rendimento energetico degli edifici esistenti.
Le disposizioni applicabili agli edifici o parti di edifici la cui costruzione è stata ultimata dopo
il 1 gennaio 1948 sono riportate nell’articolo 3 e successivi della presente ordinanza.
Articolo 3
Nel calcolo del preventivo del costo dei lavori di cui all'articolo R. 131-26, bisogna prendere
in considerazione il costo dei lavori seguenti:
- costruzione o sostituzione di una parete opaca che separi l’ambiente riscaldato
dall’esterno, dal suolo o da un locale non riscaldato,
- lavori di isolamento delle pareti opache, compresi i lavori di tinteggiatura,
intonacatura, piastrellatura, successivi ai lavori di isolamento.
- lavori di ristrutturazione dell’impermeabilizzazione dei tetti piani, compresi i lavori
condotti sugli acroteri e le attrezzature tecniche indissociabili dall’edificio e situati sul
tetto;
- lavori di ristrutturazione o di copertura dei tetti ;
- lavori di installazione o di sostituzione di pareti vetrate o di porte che si affacciano
verso l’esterno, compresi i lavori di tinteggiatura e intonacatura successivi;
- lavori di installazione o di sostituzione di chiusure o protezioni solari;
- lavori di installazione o di sostituzione di elementi del sistema di riscaldamento o di
produzione d’acqua calda sanitaria, compresi i lavori di muratura o di terrazzamento
esterni all’edificio, i lavori sulle reti, i lavori sul sistema di evacuazione dei prodotti di
combustione e i successivi lavori di riparazione della tinteggiatura e dell’intonacatura;
- lavori di eliminazione o di installazione di camini,
- lavori di installazione o di sostituzione di elementi del sistema di ventilazione,
- lavori di installazione o di sostituzione di elementi del sistema di condizionamento,
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-2-
- lavori di installazione o di sostituzione di elementi del sistema di illuminazione negli
edifici a uso diverso da quello residenziale,
- lavori di installazione o di sostituzione di elementi di regolazione.
Questo costo comprende l’insieme delle spese relative alla rimozione e al conferimento in
discarica delle attrezzature e delle opere sostituite, la fornitura e la posa delle opere e delle
attrezzature nuove, oltre all’insieme degli eventuali lavori indotti, in particolare l’insieme
delle installazioni del cantiere e degli obblighi legati all'esecuzione di tali lavori.
Articolo 4
Per l’applicazione della presente ordinanza, prima della deposizione della richiesta di licenza
edilizia o della dichiarazione preliminare o, se i lavori non sono soggetti a tale licenza né a
tale dichiarazione, prima dell’accettazione dei preventivi o della stipulazione di contratti
relativi a tali lavori, il committente determina la data in cui l'edificio è stato ultimato; per gli
edifici che sono stati ultimati dopo l’1 gennaio 1948, esegue una stima del costo dei lavori di
cui all’articolo 3.
In assenza di una valutazione dettagliata del costo di ognuno dei lavori di cui all’articolo 3, e
se le prestazioni del contratto relativo a tali lavori sono oggetto di lotti separati, questa stima
può essere realizzata in base alla stima dei lotti che contengono tali lavori.
Capitolo II
Principio dei requisiti
Articolo 5
Per l’applicazione della presente ordinanza, con il termine edificio in progetto si intende
l’edificio così come è stato concepito, modificato dai lavori di ristrutturazione previsti dal
committente.
1 - Ogni edificio in progetto per il quale il committente sia in grado di dimostrare che sono
contemporaneamente rispettate le seguenti condizioni, è ritenuto soddisfare al presente
regolamento termico:
1° il consumo energetico standard dell’edificio per il riscaldamento, la ventilazione, il
condizionamento d’aria, la produzione di acqua calda sanitaria e per l’illuminazione
prima dei lavori di ristrutturazione, è oggetto di stima conformemente alle modalità
precisate nel titolo II della presente ordinanza;
2° il consumo energetico standard dell’edificio in progetto per il riscaldamento, la
ventilazione, il condizionamento d’aria, la produzione di acqua calda sanitaria e, nel caso
di locali terziari, per l’illuminazione, è inferiore o uguale al consumo di riferimento di
tale edificio in progetto, calcolato secondo il metodo TH-C-E ex in base alle
caratteristiche termiche di riferimento fornite nel titolo III della presente ordinanza;
3° le caratteristiche minime definite nel titolo IV della presente ordinanza sono rispettate;
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-3-
4° per le zone o le parti di zone di categoria CE1 e per ciascuna delle zone dell'edificio in
progetto definite per il suo utilizzo, la temperatura interna convenzionale della zona è
inferiore o uguale alla temperatura interna convenzionale di riferimento della zona
definita "Ticrif" e determinata sulla base delle caratteristiche termiche di riferimento
contenute nel titolo III della presente ordinanza. Questo requisito può anche essere
soddisfatto considerando ciascuna delle parti delle varie zone dell'edificio per le quali
sono calcolate successivamente Tic e Ticrif. Se il calcolo conduce a un valore di Ticrif
inferiore a 26oC, Ticrif è uguale a 26oC.
Inoltre:
per gli edifici in progetto a uso residenziale per i quali più del 90% della superficie è
riscaldato mediante una fonte energetica diversa dalla legna, il consumo energetico
convenzionale per il riscaldamento, il condizionamento d’aria e la produzione d’acqua calda
sanitaria, espresso in kWh/m2 di energia primaria dell’edificio in progetto, è inferiore o
uguale a un coefficiente massimo Cepmax, determinato secondo le modalità precisate nel
titolo II della presente ordinanza;
per gli edifici in progetto a uso diverso da quello residenziale, il consumo energetico
convenzionale dell’edificio in progetto per il riscaldamento, la ventilazione, il
condizionamento d’aria, la produzione di acqua calda sanitaria e per l’illuminazione è
inferiore del 30% rispetto al consumo precedente i lavori sull'edificio, stimato secondo il
paragrafo 1 del presente articolo.
2 - Sono considerati come ottemperanti al regolamento gli edifici i cui prodotti da costruzione
e relative applicazioni sono conformi ai procedimenti e alle soluzioni tecniche, approvati alle
condizioni descritte al titolo VI della presente ordinanza.
Capitolo III
DEFINIZIONI
Articolo 6
Nell'allegato I della presente ordinanza sono definite otto zone climatiche H1a, H1b, H1c,
H2a, H2b, H2c, H2d, H3.
Secondo le modalità dell'allegato II della presente ordinanza sono definite e determinate tre
classi di esposizione degli edifici al rumore prodotto dalle infrastrutture per i trasporti BR 1,
BR2 e BR3.
Articolo 7
I termini necessari per comprendere la presente ordinanza sono definiti all'allegato III.
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-4-
Articolo 8
Il consumo energetico convenzionale di un edificio per il riscaldamento, la ventilazione, il
condizionamento d’aria, la produzione di acqua calda sanitaria e l'illuminazione dei locali è
rappresentato sotto forma di un coefficiente espresso in kWh/m2 di energia primaria,
abbreviato in Cep. La superficie presa in considerazione è uguale alla superficie di solaio
complessiva netta a norma dell'articolo R 112-2 del Codice urbanistico.
Questi coefficienti sono calcolati annualmente utilizzando dati climatici convenzionali per
ciascuna zona climatica, secondo le modalità di calcolo definite nel metodo di calcolo Th-C-E
ex approvato dall'ordinanza del ministro incaricato della costruzione e dell'abitazione.
Articolo 9
La temperatura interna convenzionale raggiunta in estate, indicata con Tic, è il valore massimo
orario nel periodo di occupazione della temperatura operativa; per l'edilizia residenziale, il
periodo di occupazione considerato è l'intera giornata. È calcolata utilizzando dei dati
climatici convenzionali per ciascuna zona climatica.
Le modalità di calcolo della Tic sono definite nel metodo di calcolo Th-C-E ex approvato da
un'ordinanza del ministro incaricato della costruzione e dell'abitazione.
Articolo 10
Il committente deve poter giustificare ogni singolo valore utilizzato come dato da immettere
per il calcolo di Cep, o di Tic quale definito nel metodo di calcolo Th-C-E.
La giustificazione del valore delle caratteristiche termiche dei prodotti può essere apportata in
riferimento alle norme armonizzate o agli accordi tecnici europei, se i prodotti sono sottoposti
all’applicazione del decreto n. 647 dell'8 luglio 1992 modificato, relativo all’idoneità
dell’impiego dei prodotti da costruzione, essendo i prodotti stati identificati in questo caso
grazie all’apposizione della marcatura CE.
Nell’impossibilità di giustificare un valore della caratteristica termica di un prodotto, il valore
da utilizzare è precisato con il metodo di calcolo Th-C-E ex.
Articolo 11
Se le norme europee o gli accordi tecnici europei non sono ancora stati pubblicati, le
caratteristiche dei prodotti possono essere giustificate facendo riferimento alle norme
nazionali di uno degli Stati membri dell’Unione europea.
Per i prodotti provenienti dalla Comunità europea e dai paesi EFTA firmatari dell’accordo
sullo Spazio economico europeo (SEE), la giustificazione delle caratteristiche dei prodotti può
essere riferita a:
 una norma internazionale la cui applicazione sia autorizzata in uno di detti paesi;
 una norma o un codice di buona pratica emanati da un organismo di normalizzazione
nazionale o da un ente equivalente di una delle parti contraenti l’accordo SEE, legalmente
riconosciuto in detto paese;
 una regola tecnica di applicazione obbligatoria per la fabbricazione, la
commercializzazione o l’utilizzo in uno di detti paesi;
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-5-
 un procedimento di fabbricazione tradizionale, innovativo o legalmente riconosciuto in
uno dei paesi firmatari dell’accordo SEE, che è stato oggetto di una documentazione
tecnica sufficientemente dettagliata affinché il prodotto possa essere valutato per
l’applicazione indicata.
Articolo 12
Si distinguono due categorie di locali relativamente al comfort estivo e al condizionamento
d’aria:
 i locali, definiti di categoria CE1, per i quali i consumi di riferimento connessi al
condizionamento sono nulli e che devono rispettare i requisiti previsti all'articolo 5,
paragrafi 1-4,
 gli altri locali, definiti di categoria CE2, per i quali i consumi di riferimento connessi
al condizionamento sono calcolati secondo i valori di riferimento del titolo III. Questi
locali non sono sottoposti ai requisiti di comfort estivo.
Le categorie CE1 e CE2 sono definite nell'allegato III.
Articolo 13
Il committente di un edificio sottoposto all'articolo L. 111-10. del Codice della costruzione e
dell'abitazione fa stabilire, al più tardi al completamento dei lavori, una sintesi dello studio
termico secondo le modalità precisate all'allegato VI.
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-6-
TITOLO III – Edificio prima della ristrutturazione – Edificio in progetto
Articolo 14
Per l’applicazione dell’articolo 5, i valori del coefficiente massimo Cepmax sono forniti nella
tabella seguente:
Zona
climatica
H1
H2
H3
Cepmax (riscaldamento,
condizionamento e produzione
d’acqua calda sanitaria)
in kWh energia primaria/m2/anno
130
110
80
Articolo 15
Per l’applicazione dell’articolo 5, si considera l’edificio così com’è, prima dei lavori di
ristrutturazione.
Il suo consumo standard di energia per il riscaldamento, la ventilazione, il condizionamento
d’aria, la produzione di acqua calda sanitaria e, nei locali terziari, per l’illuminazione,
denominato Cepiniziale, è oggetto di stima secondo il metodo TH-C-Ex.
Nei casi seguenti, non si applicano i requisiti 1-1 e 1-6 dell’articolo 5:

I lavori di ristrutturazione sono accompagnati da un cambiamento d’uso ai sensi del
metodo TH-C-Ex;

o l’insieme dell’edificio prima della ristrutturazione non era utilizzato o non era né
riscaldato né raffreddato.
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-7-
TITOLO III – Edificio di riferimento
Capitolo I
Caratteristiche termiche dell'edificio
Inerzia
Articolo 16
L’inerzia quotidiana di riferimento è determinata secondo l’inerzia prima dei lavori di
ristrutturazione. Essa è leggera se l’inerzia prima dei lavori è molto leggera, è pesante se
l’inerzia prima dei lavori è molto pesante ed è media se l’inerzia prima dei lavori è leggera,
media o pesante ai fini del metodo di calcolo Th-C-Ex.
Superfici e orientamento delle pareti
Articolo 17
Per il calcolo di Ticrif, le superfici delle aperture di riferimento sono quelle del progetto. Per il
calcolo di Ceprif, le superfici delle aperture di riferimento sono le seguenti:
1- Per gli edifici residenziali o le parti di edifici a uso residenziale, la superficie delle aperture
prese come riferimento è uguale alla superficie totale delle aperture dell’edificio in progetto.
2- Per gli edifici o parti di edifici a uso diverso da quello residenziale, la superficie totale delle
aperture verticali presa come riferimento è uguale alla superficie totale delle aperture verticali
dell’edificio in progetto.
Tuttavia, se i lavori di ristrutturazione prevedono l’installazione o la sostituzione di una
facciata cortina tale che la superficie dell’apertura sia superiore al 50% della superficie della
facciata, la si considera pari al 50% di quest’ultima per il calcolo dell’edificio di riferimento.
La superficie della facciata considerata è uguale alla somma delle superfici delle pareti
verticali a contatto con l'esterno o con un locale non riscaldato.
Le superfici che superano i limiti massimi sono considerate pareti opache e si aggiungono a
queste ultime.
Articolo 18
Per il calcolo di Ticrif e di Cep
dell’edificio in progetto.
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rif,
l’orientamento delle aperture di riferimento è quello
-8-
Capitolo II
Isolamento termico
Articolo 19
Le dispersioni termiche di un edificio mediante trasmissione attraverso le pareti e le aperture
sono caratterizzate da un coefficiente medio di dispersione dalle pareti e dalle aperture
dell'edificio denominato Uedif, espresso in W/(m2K), e determinato con il metodo di calcolo
Th-C-E ex.
Articolo 20
Il valore del coefficiente Uedif preso come riferimento, denominato «coefficiente medio di
riferimento di dispersione dalle pareti e dalle aperture dell'edificio», ossia «U edif-rif», si
esprime con la seguente forma:
a1.A1+a2.A2+a3.A3+a4.A4+a5.A5+a6.A6+a7.A7+a8.L8+ a9.L9+a10.L10
___________________________________________________________________
A1+A2+A3+A4+A5+A6+A7
dove:
A1: superficie delle pareti verticali opache, comprese le pareti verticali dei sottotetti utilizzati
e le superfici progettate dei cassonetti degli avvolgibili non integrate nell'apertura, ad
eccezione delle superfici opache prese in considerazione in A5, A6 e A7;
A2: superficie delle solette superiori e delle coperture diverse da quelle prese in
considerazione in A3;
A3: superficie delle solette superiori che si affacciano verso l'esterno in calcestruzzo o in
muratura in tutto l'edificio, e superficie delle solette superiori realizzate con lamiera metallica
nervata degli edifici non residenziali;
A4: superficie delle solette inferiori;
A5: superficie delle porte, ad eccezione delle porte interamente vetrate;
A6: superficie delle finestre, delle porte interamente vetrate, delle portefinestre e delle pareti
trasparenti o traslucide degli edifici non residenziali;
A7: superficie delle finestre, delle porte interamente vetrate, delle portefinestre o delle pareti
trasparenti e traslucide degli edifici residenziali;
L8: misurazione lineare del collegamento periferico delle solette inferiori con un muro;
L9: misurazione lineare del collegamento periferico con un muro delle solette intermedie o
dei sottotetti utilizzabili;
L10: misurazione lineare del collegamento periferico con un muro delle solette superiori in
calcestruzzo, muratura o a base di lamiere metalliche nervate.
Le superfici tengono conto delle specifiche di cui all'articolo 17.
Le superfici da A1 ad A7 sono le superfici interne delle pareti e le misurazioni lineari da L8 a
L10 sono determinate a partire dalle dimensioni interne dei locali. Per la determinazione di
queste superfici e di queste misurazioni lineari sono presi unicamente in considerazione le
pareti o i collegamenti che danno su un locale riscaldato, da una parte e, dall'altra parte, verso
l'esterno, verso un locale non riscaldato, il terreno o un vespaio.
La superficie da tenere in considerazione per le porte, le finestre e le portefinestre è quella
riportata nella tabella.
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Nel caso in cui il collegamento periferico di una soletta si situi nel punto di giunzione di una
soletta intermedia con una soletta inferiore o una soletta superiore, la misurazione lineare da
prendere in considerazione è rispettivamente L8 o L10.
I valori dei coefficienti da a1 ad a10 sono elencati nella tabella riportata qui di seguito:
COEFFICIENTE
ai
a1 (W/m²K)
a2(W/m²K)
a3(W/m²K)
a4(W/m²K)
a5(W/m²K)
a6(W/m²K)
a7(W/m²K)
a8(W/mK)
a9(W/mK)
a10(W/mK)
ZONE H1, H2
e H3 > 800m
0,36
0,20
0,27
0,27
1,50
2,10
1,80
0,50
ZONA H3 00m
0,7 per le case
indipendenti
0,9 per gli altri edifici
0,7 per le case
indipendenti
0,9 per gli altri edifici
0,7 per le case
indipendenti
0,9 per gli altri edifici
0,7 per le case
indipendenti
0,9 per gli altri edifici
0,40
0,25
0,27
0,36
1,50
2,30
2,10
0,50
Per gli edifici residenziali, il valore di a7 corrisponde ad aperture con chiusura.
Per le vetrine e le porte d'ingresso che servono per l'accesso del pubblico negli edifici
destinati a un uso non residenziale, i lucernari, gli sfoghi naturali del fumo e le porte
antipanico, il coefficiente a6 è considerato uguale a 5,8 W/(m.K).
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Capitolo III
Apporti solari e luminosi
Articolo 21
Per il calcolo del coefficiente Ceprif, le aperture sono dotate di protezioni mobili in modo che
il fattore solare e il tasso di trasmissione luminosa siano pari a 0,40 in posizione aperta e a
0,15 in posizione chiusa.
Articolo 22
Per il calcolo di Ticrif il fattore solare di riferimento delle aperture è definito nella seguente
tabella, in funzione della loro esposizione al rumore, dell'orientamento e dell'inclinazione,
nonché della zona climatica e dell'altitudine. Il fattore di trasmissione luminosa di riferimento
è considerato uguale al fattore solare di riferimento.
zona H1a e Qualsiasi
H2a
altitudine
zone H1b e Altitudine
Altitudine
H2b
>400 m
< o = 400 m
zone H1c e Altitudine
Altitudine
H2c
>800 m
< o = 800 m
Zone H2d e
Altitudine
Altitudine
H3
>400 m
< o = 400 m
1- aperture esposte BR1 tranne i locali a occupazione temporanea:
apertura
0,65
0,45
0,25
verticale nord
apertura
0,45
0,25
0,15
verticale
diversa da nord
apertura
0,25
0,15
0,10
orizzontale
2- aperture esposte BR2 o BR3 tranne i locali a occupazione temporanea
apertura
0,45
0,25
0,25
verticale nord
apertura
0,25
0,15
0,15
verticale
diversa da nord
apertura
0,15
0,10
0,10
orizzontale
3- aperture di locali a occupazione temporanea
apertura
0,65
0,65
0,45
verticale
apertura
0,45
0,45
0,45
orizzontale
Per i locali a uso residenziale di categoria CE1 situati in zona di rumore BR3, il riferimento è
un alloggio con aperture su più lati, definito nell'allegato III.
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- 11 -
Articolo 23
Il fattore solare di riferimento per le pareti opache e i collegamenti periferici è di 0,01 per il
calcolo di Ceprif e di 0,02 per il calcolo di Ticrif.
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Capitolo IV
Permeabilità all'aria
Articolo 24
La permeabilità all'aria al di sotto di 4 Pa dell'involucro esterno di un edificio preso come
riferimento e rapportata alla superficie dell'involucro è stabilita nel seguente modo:
1,3 m3/(h.m2) per le case indipendenti;
1,7 m3/(h.m2) per gli altri edifici residenziali o destinati a uffici, alberghi, ristoranti, scuole,
nonché gli istituti sanitari;
3 m3/(h.m2) per tutte le alte destinazioni d'uso.
Per gli edifici che presentano zone destinate a usi diversi, il valore di riferimento è calcolato
come media pesata a partire dalle superfici utili delle zone definite secondo il metodo di
calcolo Th-C-E ex.
La superficie dell'involucro considerata nel presente articolo è la somma delle superfici
prese in considerazione per il calcolo di Uedif-rif', escludendo le superfici delle solette inferiori
(A4).
Capitolo V
Ventilazione
Articolo 25
Il sistema di ventilazione di riferimento è tale per cui la stessa aria esterna serve a ventilare
successivamente i locali contigui o separati unicamente mediante circolazioni, nei limiti delle
regolamentazioni in vigore.
Articolo 26
Per i locali a uso residenziale, il sistema di riferimento è un sistema mediante estrazione
dell'aria in cui la somma dei moduli di entrata dell'aria è uguale al 90 % del valore della
portata massima dedotta dai regolamenti in materia d'igiene.
Le portate da riprendere sono uguali alle portate minime dedotte dai regolamenti in materia
d'igiene aumentate dei coefficienti di superamento che tengono in considerazione le
incertezze connesse alla caratterizzazione delle bocchette e alle perdite della rete aeraulica Cd
uguale a 1,1 e Cfres uguale a 1,05.
Le bocchette di estrazione situate in cucina sono a due portate e dotate di dispositivo
manuale di regolazione della portata. Le altre bocchette sono a portata fissa.
Le potenze di riferimento dei ventilatori Pventrif sono di 0,25 watt per metro cubo e per ogni
ora di portata di aria. Questo valore è portato a 0,40 se il sistema installato è dotato di un filtro
a insufflaggio di classe da F5 a F9. Le potenze sono calcolate per le portate igieniche
aumentate del 10 %.
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Articolo 28
Per i locali a uso residenziale riscaldati per effetto Joule, il sistema di ventilazione di
riferimento è un sistema di modulazione delle portate di ventilazione che consente di ridurre
del 25% le dispersioni energetiche dovute alla ventilazione specifica, calcolate sulla base
degli articoli 25 e 26.
Per gli altri locali destinati a uso residenziale, il sistema di ventilazione di riferimento è un
sistema di modulazione delle portate di ventilazione o di recupero del calore che consente di
ridurre del 10% le dispersioni energetiche dovute alla ventilazione specifica, calcolate sulla
base degli articoli 25 e 26.
Per tutti questi locali, nel calcolo si prende in considerazione l'impatto della riduzione delle
portate estratte rispetto alla portata passante dovuta alla mancanza di impermeabilità.
Articolo 29
Per i locali a uso non residenziale, il sistema di riferimento è un sistema per insufflaggio ed
estrazione dell'aria senza scambiatore di calore e senza preriscaldamento di aria nuova e le cui
portate in entrata e in uscita sono uguali. Le portate da riprendere sono uguali alle portate
minime dedotte dai regolamenti in materia d'igiene aumentate dei coefficienti di superamento
che tengono in considerazione le incertezze connesse alla caratterizzazione delle bocchette e
alle perdite della rete aeraulica Cd uguale a 1,25 e Cfres uguale a 1,05.
Per i locali destinati ad accogliere persone saltuariamente, secondo la definizione di cui
all'allegato III, il coefficiente di riduzione delle portate Crdnr di riferimento è uguale a 0,5.
Le potenze di riferimento dei ventilatori di insufflaggio e dei ventilatori di estrazione P ventrif
sono di 0,30 watt per metro cubo e per ora di portata d'aria per ogni tipo di ventilatore. Questo
valore è portato a 0,45 per i ventilatori di insufflaggio se il sistema installato è dotato di un
filtro a insufflazione di classe da F5 a F9. Le potenze sono calcolate per le portate igieniche
aumentate del 10 %.
Capitolo VI
Riscaldamento
Articolo 29
Il consumo di riferimento per un sistema di riscaldamento a effetto Joule è calcolato con i
seguenti dati:
1. il sistema non presenta perdite per quanto riguarda la generazione, lo stoccaggio e la
distribuzione del riscaldamento;
2. la programmazione delle intermittenze del riscaldamento è garantita da un dispositivo di
programmazione che tiene in considerazione la temperatura interna, direttamente o
mediante una variazione dei punti di consegna delle regolazioni terminali, ma che non
dispone della funzione di ottimizzazione;
3. la coppia formata dall'emettitore e dalla relativa regolazione ha una variazione spaziale di
classe B e una variazione temporale di 0,9 K a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex;
4. le perdite a carico degli emettitori sono nulle;
5. per i locali di categoria CE1, gli emettitori non sono dotati di ventilatori. Per i locali di
categoria CE2, gli emettitori sono dotati di ventilatori di riferimento la cui potenza è di
2W/m2.
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Articolo 30
Per i sistemi di riscaldamento diversi da quelli di cui all'articolo 29, il consumo di
riferimento per il riscaldamento è calcolato secondo le ipotesi riportate qui di seguito.
1. Generazione
Per i generatori a combustibile liquido o gassoso, il sistema di riferimento presenta le seguenti
caratteristiche:
le potenze nominali di riscaldamento Pn, espresse in kW, sono quelle utilizzate
per il calcolo del Cep;
la temperatura minima di funzionamento è quella di una caldaia a bassa
temperatura a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex;
i rendimenti sono riportati di seguito.
Rendimento PCI a pieno
carico, in percentuale, per
una temperatura media
dell'acqua nella caldaia di
70°C
Rendimento PCI al 30% del
carico, in percentuale, per
una temperatura media
dell'acqua nella caldaia di
40°C
Perdite a carico nullo, in
percentuale di Pn, per uno
scarto di temperatura tra la
temperatura media
dell'acqua nella caldaia e la
temperatura ambiente
uguale a 30°C
Pn400kW
88,5+1,5.logPn
Pn400kW
92,4
88,5+1,5.logPn
92,4
1,75-0,55.logPn
0,32
Se la caldaia presenta più generatori, i generatori inutilizzati devono essere isolati
idraulicamente.
La temperatura di funzionamento dei generatori è in funzione della temperatura esterna, se la
superficie servita dal generatore è superiore a 400 m2. Altrimenti è in funzione della
temperatura interna.
Per i generatori a combustibile solido che utilizzano legna come fonte di energia, il sistema di
riferimento è costituito da un generatore di rendimento PCI a pieno carico in percentuale, per
una temperatura media dell'acqua nel generatore di 70°C, di 47+6.logPn per una potenza
nominale Pn inferiore o uguale a 400 kW e di 62,6 per una potenza nominale superiore.
Per i generatori termodinamici che utilizzano elettricità, il coefficiente di rendimento corretto
definito a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex (COP corretto) è di 2,45. Le altre
caratteristiche sono quelle predefinite nel metodo di calcolo Th-C-E ex.
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Per un sistema di riscaldamento collegato a una rete di teleriscaldamento urbano, i
componenti della sottostazione di riferimento sono isolati con un prodotto di categoria 2 per la
rete secondaria e 3 per la rete primaria, a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex.
Per gli altri sistemi, a esclusione di quelli definiti all'articolo 29, il generatore di riferimento è
una caldaia a combustibile liquido o gassoso.
Nelle case indipendenti, i generatori sono considerati come riferimento al di fuori del volume
riscaldato. Per gli altri casi, la posizione di riferimento è quella del progetto.
2. Distribuzione
Il sistema di distribuzione di riferimento è di tipo interamente a tubo doppio per volume
riscaldato se il generatore è posto in un volume riscaldato, altrimenti con una parte al di fuori
del volume riscaldato. La parte situata al di fuori del volume riscaldato ha un isolamento di
riferimento di classe 2. Le altre caratteristiche del sistema di distribuzione sono quelle definite
con valori predefiniti secondo il metodo di calcolo Th-C-E ex.
La temperatura dell’acqua è media, a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex. Essa è
regolata in funzione della temperatura esterna se la superficie servita dal generatore è
superiore a 400 m2. Altrimenti è funzione della temperatura interna.
Le pompe di distribuzione di riferimento sono a velocità costante e sono asservite all'arresto
del riscaldamento durante i periodi in cui la temperatura viene mantenuta ridotta, a norma del
metodo di calcolo Th-C-E ex.
3. Programmazione delle intermittenze
La distribuzione del calore è programmata da un dispositivo automatico che non dispone di
una funzione di ottimizzazione e che tiene in considerazione la temperatura interna,
direttamente o mediante una variazione dei punti di consegna delle regolazioni terminali.
Non è tuttavia richiesto prendere in considerazione quanto sopra nei locali a occupazione
continua, per i quali il medesimo dispositivo di programmazione comanda più di 400 m2.
4. Emissione e regolazione
La coppia formata dall'emettitore e dalla relativa regolazione ha una variazione spaziale di
classe B e una variazione temporale di 1,2 K a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex.
Gli emettitori sono alimentati ad acqua a temperatura media a norma del metodo di calcolo
Th-C-E ex.
Le perdite a carico degli emettitori sono nulle.
Per i locali di categoria CE1, gli emettitori non sono dotati di ventilatori. Per i locali di
categoria CE2, gli emettitori sono dotati di ventilatori di riferimento la cui potenza è di 2
W/m2.
Articolo 31
Nel caso di un sistema di riscaldamento che utilizza diversi tipi di emissione, di
distribuzione o di generazione, si applicano i riferimenti propri a ciascuno dei sistemi.
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Capitolo VII
Acqua calda sanitaria
Articolo 32
1. Produzione mediante un sistema che utilizza elettricità
La produzione è assicurata come riferimento per effetto Joule.
Le perdite da stoccaggio del sistema di riferimento sono calcolate assumendo una costante di
raffreddamento Cr degli scaldacqua, espressa in (W.h)/(litro.K.giorno), collegata alla loro
capacità V, espressa in litri, uguale a:
- Cr = 1,25.V-0,33, se V è inferiore o uguale a 500
- Cr = 2.V-0,4, se V è superiore a 500
2. Produzione mediante un altro sistema
Per i sistemi di produzione di acqua calda sanitaria diversi da quelli di cui all'articolo 32-1, le
perdite di generazione del sistema di riferimento sono calcolate supponendo che la produzione
sia garantita da uno o più generatori identici a quelli descritti nell'articolo 30-1.
Le perdite da stoccaggio di riferimento sono calcolate considerando un serbatoio di
stoccaggio dell'acqua calda sanitaria con una costante di raffreddamento Cr, espressa in
(W.h)/(litro.K.giorno), connessa al suo volume di stoccaggio V, espresso in litri, uguale a Cr =
3,3.V-0,45.
3. Sistema di acqua calda sanitaria che utilizza diversi tipi di generatori
Nel caso di un sistema di produzione di acqua calda sanitaria che utilizzi diversi tipi di
generatori, si applicano i riferimenti propri a ciascun generatore.
4. Distribuzione
La rete di distribuzione di acqua calda sanitaria corrisponde alla posizione del sistema di
produzione di riferimento. Se la produzione è collettiva, la rete è di tipo ad anello a norma del
metodo Th-C-E ex.
5. Posizione dei serbatoi di stoccaggio
Per le case indipendenti, i serbatoi di stoccaggio si riferiscono al volume scaldato se la
produzione è elettrica. Negli altri casi, la posizione di riferimento è all’esterno del volume
scaldato nelle case indipendenti ed è quella del progetto negli altri casi.
Articolo 33
Per le case indipendenti scaldate per effetto Joule o mediante combustibile fossile, i consumi
connessi alla produzione di acqua calda sanitaria sono quelli di riferimento ridotti del 20 %.
Per gli alloggi in condominio scaldati per effetto Joule, i consumi connessi alla produzione di
acqua calda sanitaria sono quelli di riferimento ridotti del 10 %.
Il calcolo della riduzione si effettua all'ingresso del sistema di generazione a norma del
metodo di calcolo Th-C-E ex.
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Capitolo VIII
Condizionamento d’aria
Articolo 34
1. - Generazione
Per i generatori di tipo termodinamico elettrico, l’efficacia corretta definita a norma del
metodo di calcolo Th-C-E ex (EER corretto) è di 2,45. Le altre caratteristiche sono quelle
predefinite nel metodo di calcolo Th-C-E ex.
Per gli apparecchi di raffreddamento a gas, l’efficacia corretta definita a norma del metodo di
calcolo Th-c-E ex è pari a 0,95 kW/kWep.
2. - Scambio
Nel caso di un sistema di condizionamento d’aria collegato alla rete di teleraffreddamento
urbana, le componenti della sottostazione di riferimento hanno le medesime caratteristiche del
progetto.
3. - Distribuzione
Il sistema di distribuzione di riferimento è di tipo a doppio tubo a norma del metodo di
calcolo Th-C-E ex. Il suo isolamento è di classe 3 a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex.
Il valore della lunghezza della rete è quella predefinita secondo il metodo di calcolo Th-C-E
ex.
La temperatura del fluido distribuito è bassa, a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex.
Le pompe di distribuzione di riferimento sono a velocità costante e sono asservite all'arresto
del condizionamento.
4. - Programmazione delle intermittenze
Per i locali a occupazione saltuaria e per le reti che servono una superficie superiore a 400
m2, la distribuzione di aria fredda di riferimento è programmata mediante un dispositivo
automatico comandato da un orologio e che prende in considerazione la temperatura interna
direttamente o mediante una variazione dei punti di consegna delle regolazioni terminali.
5. - Emissione e regolazione
La coppia formata dall'emettitore e dalla relativa regolazione ha una variazione spaziale di
classe B e una variazione temporale di -1,8 K a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex.
Gli emettitori sono alimentati con acqua a bassa temperatura a norma del metodo di calcolo
Th-C-E ex.
Le perdite a carico degli emettitori sono nulle.
Gli emettitori sono dotati di ventilatori asserviti la cui potenza è di 2 W/m2.
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Capitolo IX
Illuminazione dei locali
Articolo 35
Il presente capitolo si applica agli edifici di cui all'articolo R. 131-26 del Codice della
costruzione e dell'abitazione ad eccezione degli edifici di cui all'articolo R. 111-1.
Articolo 36
La potenza d'illuminazione di riferimento, indicata con "Pillrif", dipende dalla destinazione
della zona o del locale. Questa è fornita nelle tabelle seguenti in watt per metro quadrato di
superficie utile dei locali o in watt per metro quadrato di superficie utile per 100 lux
d'illuminazione mantenuta.
.
DESTINAZIONE DELLA ZONA
Pillref
Esercizi commerciali e uffici
12 W/m²
Istituti sanitari con ricovero
Alberghi e ristoranti
Edifici scolastici
Istituti sanitari che non prevedono
ricovero
Sale destinate a ospitare spettacoli o
conferenze - Fabbriche
Locali non menzionati in un'altra
categoria
Impianti sportivi
10 W/m²
Magazzini
Trasporti
Locale che richiede un'illuminazione da 2,5 W/m2 per 100 lux con
mantenere di più di 600 lux
un limite superiore di
25W/m2
Articolo 37
L'accesso all'illuminazione naturale preso come riferimento è:
effettivo, a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex, nelle parti dell'edificio che hanno un
accesso effettivo o nullo all'illuminazione naturale a norma del metodo di calcolo Th-C-E
ex;
- impossibile a norma del metodo di calcolo Th-C-E ex, nelle parti dell'edificio che non
hanno accesso all'illuminazione naturale.
-
Articolo 38
La regolazione di riferimento dell'illuminazione è garantita da dispositivi a comando
manuale.
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Capitolo X
Trasformazione in energia primaria
per il calcolo del Ceprif
Articolo 39
I coefficienti di trasformazione in energia primaria sono considerati per convenzione uguali
a:
 2,58 per i consumi e le produzioni di elettricità;
 0,6 per i consumi di legna;
 1 per gli altri consumi.
Capitolo XI
Altre caratteristiche
Articolo 40
Se una caratteristica necessaria al calcolo di Ceprif o di Ticrif non è definita negli articoli
precedenti, si conviene che il suo valore sia uguale a quello utilizzato rispettivamente nel
calcolo di Cep o di Tic del progetto.
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TITOLO IV – Requisiti minimi
Capitolo I
Isolamento termico
Articolo 41
Le disposizioni del presente articolo si riferiscono a tutte le pareti di un locale riscaldato o
considerato tale, la cui superficie è superiore o uguale a 0,5 m2, che si affacciano verso
l’esterno, verso uno spazio non riscaldato o a contatto con il suolo, qualora i lavori di
ristrutturazione di cui all’articolo 3 portino a isolare termicamente tale parete. Le nuove pareti
costruite devono anche rispettare i seguenti requisiti:
per le finestre, portefinestre, facciate cortina e cassonetti degli avvolgibili, le disposizioni del
presente articolo si applicano al momento della loro installazione o della loro sostituzione.
Essa deve avere un coefficiente di trasmissione termica U, espresso in W/(m2.K), inferiore o
uguale al valore massimo fornito nella tabella seguente.
Sono esclusi da questi requisiti:
- le vetrate,
- le vetrine e le aperture vetrate con una funzione particolare (anti-esplosione, antieffrazione, eliminazione dei fumi),
- le porte di entrata interamente vetrate e che danno accesso a locali destinati ad accogliere il
pubblico,
- i lucernari, gli sfoghi naturali del fumo e le porte antipanico,
- le pareti traslucide in vetrocemento
- le coperture su cui è prevista la circolazione dei veicoli.
PARETI
Muri a contatto con l'esterno o
con il terreno
Muri a contatto con un volume
non riscaldato
Solette inferiori che si affacciano
sull'esterno o su di un'area
parcheggio,
Solette inferiori che insistono su
un vespaio o su un volume non
riscaldato
Solette superiori in calcestruzzo
o in muratura, e coperture in
lamiere metalliche stagne,
COEFFICIENTE U massimo
0,45
0,45 / b (*)
0,36
0,40
0,34
Solette superiori con copertura
in lamiere metalliche,
0,41
Altre solette superiori
0,28
Finestre e porte finestre
considerate singolarmente che si
2,60
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affacciano sull'esterno
Facciate cortina
2,60
Cassonetti degli avvolgibili
3,0
(*) essendo b il coefficiente di riduzione delle dispersioni di calore verso i volumi non
riscaldati, definito nel metodo di calcolo di Uedif.
Nelle case indipendenti, il coefficiente massimo per ogni tipo di parete della tabella
precedente, può essere aumentato di:
0,1 W/(m².K) per una superficie massima del 5 % delle pareti opache del medesimo
tipo che si affacciano verso l'esterno,
0,1 W/(m².K) per una superficie massima del 10 % dell'insieme delle finestre e delle
porte finestre.
Il coefficiente U massimo preso in considerazione per le finestre e le porte finestre è quello
corrispondente alla posizione verticale.
Le solette nuove sui terrapieni di locali riscaldati o considerati come tali, devono essere
isolate almeno su tutto il loro perimetro mediante un isolante di resistenza termica superiore o
uguale a 1,7 m2.K/W:
- per i pavimenti lastricati di superficie superiore o uguale a 500 m2 e i pavimenti
lastricati degli edifici industriali, se l'isolamento è posto lungo il perimetro, esso
può essere posto verticalmente per un'altezza minima di 0,5 m,
- per gli altri pavimenti lastricati, se l'isolamento è orizzontale o verticale, la sua
lunghezza o altezza minima è di 1,20 m.
Articolo 42
Il coefficiente di dispersione attraverso le pareti e le aperture dell'edificio (Uedif) non può
superare il coefficiente massimo di dispersione di base attraverso le pareti e le aperture
dell'edificio, denominato «Uedif-max» determinato a seconda dell'uso dell'edificio, e il
coefficiente di dispersione di base attraverso le pareti e le aperture dell'edificio, denominato
«Uedif-base»:
- edifici residenziali: Uedif-max = Uedif-base x 1,25
- altri edifici: Uedif-max = Uedif-base x 1,5
Il coefficiente Uedif-base è calcolato secondo la formula dell'articolo 20, ma senza prendere in
considerazione i valori di riferimento delle superfici delle aperture definite all'articolo 17. Le
superfici delle aperture, delle pareti opache e le misurazioni lineari di collegamento sono
quindi quelle del progetto.
Articolo 43
Le opere di isolamento delle pareti non devono determinare modifiche dell’aspetto della
costruzione in contraddizione con le protezioni previste per i settori salvaguardati, le zone di
protezione del patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico, gli accessi ai monumenti
storici, i siti iscritti e classificati, i siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità
dell'UNESCO o qualunque altra forma di conservazione decretata dalle collettività territoriali,
come anche per gli edifici che beneficiano del marchio «patrimonio del XX secolo» e gli
edifici designati dal capoverso 7 dell'articolo L123-1 del Codice urbanistico.
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Capitolo II
Comfort estivo
Articolo 44
In tutti i locali adibiti a zona notte e di categoria CE1, il fattore solare delle aperture deve
essere inferiore o uguale al fattore solare di riferimento definito nella tabella dell'articolo 22.
Articolo 45
Tranne nel caso in cui le regole in materia d'igiene o di sicurezza lo vietino, le nuove
aperture di un medesimo locale che non sia a occupazione temporanea e di categoria CE1
devono potersi aprire almeno sul 30 % della loro superficie totale.
Questo limite è ricondotto al 10 % nel caso di locali per i quali la differenza di altezza tra il
punto basso dell'apertura più bassa e il punto alto dell'apertura più alta sia uguale o superiore a
4 m.
Capitolo III
Ventilazione
Articolo 46
Le disposizioni del presente capitolo si applicano in caso di installazione o di sostituzione
completa di un sistema di ventilazione.
Articolo 47
Se nel periodo di riscaldamento è prevista l'umidificazione dell'aria insufflata, un dispositivo
automatico deve poter regolare l'umidificazione a un livello che corrisponde a un'umidità
assoluta dell'aria insufflata inferiore o uguale a 5 grammi per chilogrammo d'aria secca.
Articolo 48
Nel caso di un edificio a uso diverso da quello residenziale, la ventilazione dei locali o
gruppi di locali che hanno occupazioni, utilizzi o emissioni di inquinanti nettamente differenti
deve essere garantita da sistemi indipendenti.
Articolo 49
Nel caso di una zona a uso diverso da quello residenziale, i sistemi meccanizzati specifici di
ventilazione devono essere muniti di dispositivi che consentano, nel periodo di riscaldamento
e di condizionamento, di limitare le portate ai valori minimi risultanti dai regolamenti in
materia d'igiene per i periodi in cui la zona non è occupata.
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Articolo 50
Nel caso di un edificio a uso diverso da quello residenziale dotato di sistemi meccanizzati
specifici di ventilazione, qualsiasi dispositivo di modifica manuale delle portate d'aria di un
locale deve essere temporizzato.
Articolo 51
I sistemi di condizionamento d’aria dei locali mediante aumento delle portate oltre quelle
richieste per le necessità in termini d'igiene devono essere muniti di dispositivi che blocchino
tale aumento quando il riscaldamento è in funzione.
Articolo 52
Le reti di ventilazione sono isolate nei seguenti casi:
per le reti d'aria insufflata riscaldata o raffreddata, nelle parti situate tra il dispositivo di
riscaldamento o di condizionamento d’aria e il limite del locale in cui ha luogo
l'insufflaggio, ad eccezione della parte situata tra il locale e il dispositivo di regolazione
per le reti di aria fredda;
- per le reti di aria insufflata unicamente riscaldata, l'isolamento è imposto unicamente se
l'aria insufflata è riscaldata a una temperatura superiore alla temperatura di consegna;
- per le reti di aria insufflata o ripresa mediante un dispositivo di recupero o di riciclo, nelle
parti situate all'esterno del volume riscaldato e tra il dispositivo di recupero o di riciclo e il
limite delle zone riscaldate dell'edificio.
Per le parti delle condutture poste all'interno dei locali riscaldati e che devono essere
isolate, la resistenza termica è superiore o uguale a 0,6 m2K/W.
Per le parti delle condutture poste all'esterno dei locali riscaldati e che devono essere
isolate, la resistenza termica è superiore o uguale ai due valori seguenti: 1,2 m2K/W e il
rapporto Acondest / (0,025.Ap) dove:
- Acondest è la superficie in m2 delle condutture esterne che devono essere isolate;
- Ap è la somma delle superfici delle pareti esterne prese in considerazione per il calcolo di
Uedif-rif.
-
Articolo 53
Le apparecchiature di preriscaldamento di aria nuova devono essere dotate di un dispositivo
che arresti il funzionamento al di fuori del periodo di riscaldamento.
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Capitolo IV
Riscaldamento
Articolo 54
I nuovi generatori alimentati da combustibile gassoso che garantiscono il riscaldamento non
devono essere dotati di fiamma pilota permanente.
Articolo 55
1. Caso generale.
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 57, un nuovo impianto di riscaldamento deve
disporre, per ogni locale riscaldato, di uno o più dispositivi di arresto manuale e di
regolazione automatica in funzione della temperatura interna del locale.
Ciononostante quando il riscaldamento è garantito da un impianto a pavimento ad acqua
calda che funziona a bassa temperatura, questo dispositivo può essere comune a più locali con
una superficie massima totale di 150 m2.
2. Disposizioni complementari nel caso di emettitori a effetto Joule
Il dispositivo di regolazione dei nuovi emettitori di riscaldamento a effetto Joule deve
condurre a un'ampiezza di regolazione massima pari a 0,5 K e a una deviazione in carico
massimo di 1,5 K. Questi valori sono aumentati a 1 K e 2,5 K per gli emettitori integrati alle
pareti, per gli apparecchi di riscaldamento ad accumulazione e per i «ventilconvettori a due
fili».
Salvo nel caso in cui l'emettitore assicuri, oltre alla funzione di riscaldamento, anche una
funzione di condizionamento, il dispositivo di regolazione deve inoltre consentire la ricezione
degli ordini inviati dal telecomando per garantire il funzionamento in modalità comfort,
ridotto, antigelo e arresto.
Articolo 56
Le disposizioni del presente articolo si applicano se i lavori prevedono la sostituzione o
l'installazione di emettitori a effetto Joule, o la sostituzione o l'installazione di generatori di
calore per gli altri sistemi di riscaldamento.
1. Caso degli emettitori a effetto Joule
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 57, se il riscaldamento è garantito da apparecchi
elettrici indipendenti e se la superficie riscaldata a partire da un solo punto di consegna
dell'energia di riscaldamento dell'impianto è superiore a 400 m2 e comprende diversi locali,
l'alimentazione elettrica di questi apparecchi deve essere regolata automaticamente in
funzione della temperatura esterna.
Uno stesso dispositivo può essere utilizzato al massimo per una superficie pari a 5000 m2.
Tuttavia questo tipo di dispositivo non è obbligatorio se il riscaldamento si arresta
automaticamente in caso di apertura di uno dei portelloni antipanico.
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2. Caso degli altri sistemi
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 57, se il riscaldamento è garantito da emettitori
collegati a una centrale di generazione del calore che serve una superficie di oltre 400 m 2 che
comprende diversi locali, esso deve prevedere, oltre ai dispositivi previsti di cui sopra, uno o
più dispositivi centrali di regolazione automatica della fornitura di calore, che siano funzione
almeno della temperatura esterna. Uno stesso dispositivo può essere utilizzato al massimo per
una superficie pari a 5000 m2.
Questo requisito non si applica agli edifici residenziali se la rete di distribuzione serve sia
per il riscaldamento sia per la produzione di acqua calda sanitaria decentralizzata.
Articolo 57
Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento misto, gli articoli 55 e 56 non si applicano
al riscaldamento di base che deve prevedere, qualunque sia la superficie riscaldata, uno o più
dispositivi di regolazione automatica in funzione almeno della temperatura esterna.
Nel caso in cui, a partire da una centrale di generazione, si alimenti un dispositivo utilizzato
contemporaneamente per il riscaldamento e per l'acqua calda sanitaria, l'obbligo di cui
all'articolo 56-2 si applica unicamente se la superficie servita da questo dispositivo è superiore
a 400 m2 e comprende diversi locali.
Articolo 58
Tutti gli impianti di riscaldamento nuovi che servono locali occupati solo saltuariamente
dovranno disporre di un dispositivo di comando manuale e di programmazione automatica
perlomeno mediante un orologio per consentire:
- una fornitura di calore secondo i quattro funzionamenti riportati qui di seguito: comfort,
ridotto, antigelo e arresto;
- una commutazione automatica tra questi funzionamenti.
Quando si passa da un tipo di funzionamento a un altro, la potenza di riscaldamento deve
essere nulla o al massimo tale da ridurre al minimo i tempi di durata delle fasi di transizione.
Un dispositivo di questo tipo può essere comune solo a locali che sono occupati in orari
simili. Uno stesso dispositivo può essere utilizzato al massimo per una superficie pari a 5000
m2 .
Articolo 59
Le reti di distribuzione di acqua di riscaldamento poste all'esterno o in locali non riscaldati
sono dotate di un isolamento che corrisponde a un coefficiente di dispersione, espresso in
W/(m.K), inferiore o uguale a 2,6.d + 0,2 dove d è il diametro esterno del tubo privo di
isolante, espresso in metri.
Le reti di distribuzione dell'acqua devono essere dotate di un dispositivo di equilibratura che
misuri la portata posto ai piedi di ogni colonna.
Le reti di distribuzione dell’acqua dei sistemi di riscaldamento collettivo devono essere
equilibrate secondo le nuove caratteristiche termiche delle zone servite.
Articolo 60
Le pompe dei nuovi impianti di riscaldamento devono essere dotate di dispositivi che ne
consentano l'arresto terminata la stagione in cui viene acceso il riscaldamento.
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Capitolo V
Acqua calda sanitaria
Articolo 61
Per i nuovi scaldacqua elettrici ad accumulazione, le dispersioni massime Qpr espresse in
kWh per 24 ore ai sensi delle norme NF-EN 60 335-1 e NF EN 60 335-2-21 sono le seguenti
Scaldacqua di V inferiore a 75 litri:
0,1474 +0,0719 V 2/3
Scaldacqua orizzontale di V superiore o uguale a 75 litri:
0,939 +0,0104 V
Scaldacqua verticale di V superiore o uguale a 75 litri:
0,224 +0,0663 V 2/3
Dove V è la capacità di stoccaggio del boiler in litri.
Articolo 62
I nuovi accumulatori a gas e gli scaldabagno devono avere rendimenti termici almeno uguali
a quanto indicato nelle norme europee: EN 89 per quanto riguarda gli accumulatori a gas e
EN 26 per quanto riguarda gli scaldabagno a produzione istantanea.
Articolo 63
I serbatoi di stoccaggio degli scaldacqua solari prefabbricati devono avere un coefficiente di
dispersione termica UA espresso in W/K inferiore a 0,16 V1/2, dove V è il volume di
stoccaggio nominale dello scaldacqua espresso in litri.
Articolo 64
Le parti mantenute in temperatura dalla distribuzione di acqua calda sanitaria sono
coibentate mediante un isolante il cui coefficiente di dispersione, espresso in W/m.K, è al
massimo uguale a 3,3.d + 0,22, dove d corrisponde al diametro esterno del tubo privo di
isolante, espresso in metri.
Capitolo VI
Illuminazione dei locali
Articolo 65
Il presente capitolo si applica ai locali degli edifici di cui all'articolo R. 131-26 del Codice
della costruzione e dell'abitazione ad eccezione degli edifici di cui all'articolo R. 111-1, il cui
sistema di illuminazione è oggetto di lavori di ristrutturazione o di sostituzione.
Articolo 66
Ogni locale in cui l'occupante o gli occupanti possono intervenire sulla regolazione
dell'illuminazione deve possedere almeno uno dei seguenti dispositivi:
- un dispositivo di spegnimento a ogni uscita del locale;
- un dispositivo, eventualmente a tempo, per lo spegnimento automatico dell'illuminazione
se il locale è vuoto;
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un telecomando manuale che consenta lo spegnimento da ogni postazione di lavoro.
Articolo 67
Ogni locale in cui la regolazione dell'illuminazione è di competenza del personale incaricato,
anche durante i periodi in cui è occupato, deve possedere un dispositivo che consenta
l'accensione e lo spegnimento dell'illuminazione. Se questo dispositivo non è posto nel locale
in questione, dovrà allora consentire di visualizzare lo stato dell'illuminazione in detto locale
dal luogo di regolazione.
Articolo 68
Nei locali impiegati per vari usi che richiedano livelli di illuminazione molto differenti per
almeno due usi come in particolare il caso dei locali sportivi e delle sale polivalenti, un
dispositivo dovrà permettere unicamente alle persone autorizzate di mettere in funzione
l'impianto di illuminazione a un livello superiore a quello di base.
Articolo 69
In uno stesso locale, i punti illuminati artificialmente, che sono posti a meno di 5 m da
un'apertura, devono essere regolati separatamente rispetto agli altri punti di illuminazione dal
momento che la potenza totale installata in ognuna di queste posizioni è superiore a 200 W.
Articolo 70
Quando l'illuminazione naturale è sufficiente, l'illuminazione artificiale non deve essere
messa in funzione automaticamente, in particolare mediante un orologio o un dispositivo di
rilevazione di presenza.
Capitolo VII
Condizionamento d’aria
Articolo 71
Nel caso di edifici a uso diverso da quello residenziale, i locali raffreddati il cui sistema di
condizionamento d’aria è oggetto di un’installazione o di una sostituzione nell’ambito di
lavori di cui all’articolo 3, devono essere provvisti di dispositivi specifici di ventilazione.
Articolo 72
Le porte di accesso a una zona raffreddata a uso diverso da quello residenziale devono
essere dotate di un dispositivo che ne assicuri la chiusura dopo il passaggio.
Articolo 73
Le pompe dei nuovi impianti di condizionamento d’aria devono essere dotate di dispositivi
che ne consentano l'arresto.
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Articolo 74
Nel caso di installazione o di sostituzione del sistema di condizionamento d’aria, la nuova
installazione deve prevedere, per ogni locale servito, la presenza di uno o più dispositivi di
arresto manuale e di regolazione automatica della fornitura di fresco in base alla temperatura
interna.
Tuttavia,
- se il fresco è fornito mediante un sistema a portata d'aria variabile, questo
dispositivo può essere comune a locali con una superficie totale massima pari a 100
m2 a condizione che la regolazione della portata d'aria insufflata totale avvenga
senza alcun aumento della perdita di pressione;
- se il fresco è fornito da un pavimento raffreddante, questo dispositivo può essere
comune a locali con una superficie totale massima pari a 150 m2;
- per i sistemi di «ventilconvettori a due tubi solo condizionamento», l'obbligo di cui
al primo capoverso è ritenuto soddisfatto se ogni ventilatore dipende direttamente
dalla temperatura interna e se la produzione e la distribuzione di acqua fredda sono
dotate di un dispositivo che ne permette la programmazione;
- per gli edifici a uso residenziale e a uso alloggio raffreddati mediante
condizionamento di aria nuova senza aumento delle portate trattate oltre il doppio
dei bisogni igienici, l'obbligo di cui al primo capoverso è ritenuto soddisfatto se la
fornitura di fresco è, da un lato, regolata almeno in funzione della temperatura di
ripresa dell'aria e della temperatura esterna e, dall'altro, è vietata nel periodo in cui
funziona il riscaldamento.
Articolo 75
Prima dell'emissione finale nel locale, tranne nel caso in cui il riscaldamento sia ottenuto
mediante recupero sulla produzione di fresco, l'aria non può essere scaldata e poi raffreddata,
o raffreddata e poi riscaldata, con dispositivi che utilizzano energia e destinati per loro stessa
natura al riscaldamento o raffreddamento dell'aria.
Capitolo VIII
Verifica dei consumi
Articolo 76
Per gli edifici a uso residenziale, dotati di un sistema collettivo di riscaldamento o di
produzione d’acqua calda sanitaria che serve gli alloggi con una distribuzione orizzontale, uno
o più dispositivi devono permettere di seguire i consumi di riscaldamento e di acqua calda
sanitaria, eventualmente riuniti, di ogni alloggio.
Articolo 77
Per gli edifici a uso diverso da quello residenziale, se la superficie riscaldata supera i 400
m2, uno o più dispositivi devono consentire di verificare la durata di funzionamento di ogni
centrale di ventilazione dell'impianto.
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- 29 -
Articolo 78
Per gli edifici a uso diverso da quello residenziale, se la superficie riscaldata supera i 400
m2, uno o più dispositivi devono consentire di verificare i consumi di riscaldamento,
eventualmente insieme a quelli dell'acqua calda sanitaria, e di misurare la temperatura interna
di almeno un locale per parte di rete di distribuzione del caldo.
Articolo 79
Se un edificio è costituito da locali o da un insieme di locali destinati ad accogliere più di 40
letti o destinati a servire più di 200 pasti al giorno, uno o più dispositivi devono consentire di
verificare i consumi volumici o calorifici di acqua calda sanitaria dei dispositivi centralizzati.
Articolo 80
Per gli edifici a uso diverso da quello residenziale, se la superficie illuminata supera i 1000
m2, uno o più dispositivi devono consentire di verificare i consumi di illuminazione.
Articolo 81
Per gli edifici a uso diverso da quello residenziale, se la superficie raffreddata supera i 400
m2, uno o più dispositivi devono consentire di verificare i consumi di condizionamento d’aria
e di misurare la temperatura interna di almeno un locale per parte di rete di distribuzione del
fresco.
13/12/07
- 30 -
TITOLO V
CASI PARTICOLARI
Articolo 82
Nel caso in cui il metodo di calcolo Th-C-E ex non sia applicabile a un edificio esistente, a
un sistema o a un progetto di ristrutturazione, al ministro incaricato della costruzione e
dell'abitazione deve essere indirizzata una domanda di approvazione del progetto o del
metodo di giustificazione di utilizzo del sistema. Tale domanda è accompagnata da un
fascicolo di studi contenente quanto indicato nell'allegato V che stabilisce in particolare in
cosa il metodo di calcolo Th-C-E ex non è applicabile al sistema o al progetto di costruzione.
Articolo 83
Il ministro incaricato della costruzione e dell'abitazione approva la proposta sentito il parere
di una commissione di esperti composta a tale scopo.
La commissione formula un parere messo per iscritto in un verbale dopo aver esaminato i
consumi di energia dell'edificio in progetto, le garanzie fornite in termini di comfort estivo e
la considerazione delle caratteristiche minime definite all'articolo 5-3 (caratteristiche minime).
TITOLO VI
APPROVAZIONE DI SOLUZIONI TECNICHE
Articolo 84
Per soluzione tecnica s'intende una combinazione di lavori di ristrutturazione collegati a una
tipologia di edifici definita dalla relativa destinazione e dai relativi principi costruttivi e
architettonici, approvata dal ministro incaricato della costruzione e ritenuta in grado di
assicurare il rispetto delle disposizioni dei titoli da I a IV della presente ordinanza per tutti gli
edifici di detta tipologia.
Il ricorso a una soluzione tecnica è possibile unicamente utilizzando la soluzione nella sua
forma integrale.
Le soluzioni tecniche possono riguardare il calcolo dei consumi di energia, il comfort estivo,
oppure entrambi questi due ambiti.
Articolo 85
La domanda di approvazione della soluzione tecnica è rivolta al ministro incaricato della
costruzione e dell'abitazione, accompagnata da un fascicolo di studi contenente quanto
indicato all'allegato IV.
Nel caso di una domanda di approvazione che faccia riferimento a tutta o a una parte di una
soluzione già esistente sarà necessario l'accordo preliminare del primo richiedente.
Articolo 86
Il ministro incaricato della costruzione e dell'abitazione approva la soluzione tecnica per una
durata determinata, sentito il parere di una commissione di esperti composta a tale scopo.
13/12/07
- 31 -
La commissione formula un parere messo per iscritto in un verbale dopo aver esaminato la
soluzione tecnica proposta e tenendo conto in particolare dei seguenti elementi:
- definizione della tipologia prevista;
- definizione e pertinenza del campione sul quale si effettua la verifica del rendimento della
soluzione tecnica;
- definizione della soluzione tecnica;
- modalità di diffusione della soluzione tecnica presso i professionisti;
- rispetto delle caratteristiche indicate al titolo IV;
- variazione del valore del rapporto tra Cep, Ceprif e Cepmax sul campione rappresentativo
della tipologia degli edifici;
- variazione del valore della differenza tra Tic e Ticrif, sul campione rappresentativo della
tipologia degli edifici.
13/12/07
- 32 -
TITOLO VII
DISPOSIZIONI VARIE
Articolo 87
Gli edifici la cui superficie delle aperture è inferiore al 2 % della superficie del solaio creato
non devono soddisfare ai requisiti citati all'articolo 9-1, paragrafo 3, né alle disposizioni del
capitolo II del titolo III.
Articolo 88
Se un edificio o una parte di edificio, occupato da persone, la cui temperatura normale di
occupazione è superiore a 12oC, non è provvisto di dispositivo di riscaldamento, esso deve
rispettare le caratteristiche minime definite nei capitoli I, II, III, V, e VI del titolo IV, e
presentare un coefficiente Uedif inferiore o uguale a Uedif-rif .
Articolo 89
Le disposizioni della presente ordinanza non possono compromettere le misure legislative e
regolamentari adottate in materia di salute, di salubrità, di igiene e di sicurezza in vigore.
Articolo 90
Il direttore generale dell’urbanistica, dell’abitazione e della costruzione e il direttore
generale dell'energia e delle materie prime sono incaricati, ognuno nell’ambito delle proprie
competenze, dell’esecuzione della presente ordinanza, che sarà pubblicata nella Gazzetta
ufficiale della Repubblica francese.
Parigi, il
13/12/07
- 33 -
ALLEGATO I
DIPARTIMENTO
01 - Ain
02 - Aisne
03 - Allier
04 – Alpes-de-Haute-Provence (Alpi
dell'Alta Provenza)
05 – Hautes-Alpes (Alpi settentrionali)
06 – Alpes-Maritimes (Alpi marittime)
07 - Ardèche
08 – Ardennes (Ardenne)
09 - Ariège
10 - Aube
11 – Aude
12 - Aveyron
13 – Bouches-du-Rhône (Bocche del
Rodano)
14 - Calvados
15 - Cantal
16 - Charente
17 – Charente-Maritime
18 - Cher
19 - Corrèze
2A – Corse-du-Sud (Corsica del Sud)
2B – Haute-Corse (Corsica
settentrionale)
21 – Côtes-d’Or
22 – Côtes-d’Armor
23 - Creuse
24 – Dordogne (Dordogna)
25 - Doubs
26 - Drôme
27 - Eure
28 – Eure-et-Loire
29 - Finistère
30 - Gard
31 – Haute-Garonne (Alta Garonna)
32 - Gers
33 – Gironde (Gironda)
34 - Hérault
35 – Ille-et-Vilaine
36 - Indre
37 – Eure-et-Loire
38 - Isère
39 – Jura (Giura)
40 - Landes
41 – Loir-et-Cher
42 – Loire (Loira)
43 – Haute-Loire (Alta Loira)
13/12/07
H1 -c
H1 a
H1 -c
H2 -d
H1
H3
H2
H1
H2
H1
H3
H2
H3
-c
-d
-d
-b
-c
-b
H1
H1
H2
H2
H2
H1
H3
H3
-a
-c
-b
-b
-b
-c
H1
H2
H1
H2
H1
H2
H1
H1
H2
H3
H2
H2
H2
H3
H2
H2
H2
H1
H1
H2
H2
H1
H1
-c
-a
-c
-c
-c
-d
-a
-a
-a
-c
-c
-c
-c
-a
-b
-b
-c
-c
-c
-b
-c
-c
- 34 -
44 – Loire-Atlantique (Loira atlantica)
45 - Loiret
46 - Lot
47 – Lot-et-Garonne
48 - Lozère
49 – Maine-et-Loire
50 – Manche (Manica)
51 – Marne (Marna)
52 – Haute-Marne (Alta Marna)
53 - Mayenne
54 – Meurthe-et-Moselle
55 – Meuse (Mosa)
56 - Morbihan
57 – Moselle (Mosella)
58 - Nièvre
59 - Nord
60 - Oise
61 - Orne
62 – Pas-de-Calais (Passo di Calais)
63 – Puy-de Dôme
64 – Pyrénées-Atlantiques (Pirenei
atlantici)
65 – Hautes-Pyrénées (Pirenei
settentrionali)
66 – Pyrénées-Orientales (Pirenei
orientali)
67 – Bas-Rhin (Basso Reno)
68 – Haut-Rhin (Alto Reno)
69 – Rhône (Rodano)
70 – Haute-Saône
71 – Saône-et-Loire
72 - Sarthe
H2
H1
H2
H2
H2
H2
H2
H1
H1
H2
H1
H1
H2
H1
H1
H1
H1
H1
H1
H1
H2
H1
H1
H1
H1
H1
H2
-b
-b
-c
-b
-c
-b
73 – Savoie (Savoia)
74 – Haute-Savoie (Alta Savoia)
75 – Paris (Parigi)
76 – Seine-Maritime (Senna marittima)
77 – Seine-et-Marne (Senna e Marna)
78 - Yvelines
79 – Deux-Sèvres
80 - Somme
81 - Tarn
82 – Tarn-et-Garonne
83 - Var
84 - Vaucluse
85 – Vendée (Vandea)
86 - Vienne
87 – Haute-Vienne
88 – Vosges (Vosgi)
89 - Yonne
90 – Territoire de Belfort (Territorio di
Belfort)
H1
H1
H1
H1
H1
H1
H2
H1
H2
H2
H3
H2
H2
H2
H1
H1
H1
H1
-c
-c
-a
-a
-a
-a
-b
-a
-c
-c
-b
-b
-c
-c
-d
-b
-a
-b
-b
-b
-b
-b
-a
-b
-b
-a
-a
-a
-a
-c
-c
H2 -c
H3
-d
-b
-b
-c
-b
-b
-b
91 - Essonne
92 – Hauts-de-Seine
93 – Seine-Saint-Denis
94 – Val-de-Marne (Valle della Marna)
95 – Val-d’Oise
13/12/07
H1
H1
H1
H1
H1
-a
-a
-a
-a
-a
- 35 -
ALLEGATO II
DEFINIZIONE E DETERMINAZIONE DELLE CLASSI DI ESPOSIZIONE DELLE APERTURE
AL RUMORE DELLE INFRASTRUTTURE PER IL TRASPORTO
La classe di esposizione di un'apertura al rumore di un'infrastruttura dipende:
- dalla classificazione in categoria dell'infrastruttura per i trasporti terrestri nei pressi della
costruzione, definita da un'ordinanza del prefetto adottata in applicazione del decreto n.
95-21 del 9 gennaio 1995 relativo alla classificazione delle infrastrutture per i trasporti
terrestri e recante modifica del codice urbanistico e del codice della costruzione e
dell'ordinanza del 30 maggio 1996 relativa alle modalità di classificazione delle
infrastrutture per i trasporti terrestri e all'isolamento acustico degli edifici residenziali nei
settori interessati dal rumore;
- dalla posizione dell'apertura rispetto a queste infrastrutture;
- dalla posizione dell'edificio rispetto alle zone A, B, C o D del piano di esposizione al
rumore (PEB) dell’aeroporto approvato da un'ordinanza del prefetto adottata in
applicazione degli articoli da R 147-5 a R 147-11 del Codice urbanistico,
in base alle modalità e convenzioni riportate qui di seguito.
Definizione di ostacolo all'esposizione
Un ostacolo all'esposizione è una schermatura alla propagazione del rumore (edificio, schermo,
collinetta di terra...) con un'altezza superiore o uguale a quella del piano considerato.
Se l'ostacolo si trova a più di 250 metri dall'apertura considerata e per tenere in considerazione
l'effetto di curvatura della propagazione del rumore (inversione termica notturna), si aggiungono 10
metri all'altezza minima necessaria per tener conto dell'ostacolo per i locali residenziali.
Definizione di vista di un'infrastruttura da un'apertura
La vista dell'infrastruttura da un'apertura è definita come segue:
Si parla di vista diretta nel caso di una vista in pianta dell'infrastruttura di oltre 30°, dopo aver
dedotto gli ostacoli all'esposizione. È il caso delle facce laterali di un edificio senza schermatura.
Si parla di vista parziale nel caso di una vista orizzontale dell'infrastruttura inferiore a 30°, dopo
aver dedotto gli ostacoli all'esposizione.
Esiste una vista schermata dell'infrastruttura quando l'infrastruttura non può essere vista
dall'apertura, tenendo conto degli ostacoli all'esposizione. Se gli ostacoli a questa vista sono di
altezza insufficiente secondo la definizione data di "ostacolo all'esposizione" per costituire una
"vista schermata", ma se consentono di impedire la visione diretta dell'infrastruttura, in questo caso
la vista è considerata parziale.
Si parla di vista posteriore nel caso della facciata posteriore dell'edificio.
Si parla di vista posteriore protetta nel caso di un'apertura posta nella facciata posteriore lontana
dall'edificio e da tutte le facciate dirimpetto che sarebbero direttamente esposte al rumore
dell'infrastruttura.
Si parla di vista su cortile chiuso nel caso di un cortile chiuso su quattro lati, senza porticato o
passaggio aperto esposto al rumore.
13/12/07
- 36 -
Determinazione della classe di esposizione al rumore di un'apertura di un edificio
1.
In base alla categoria dell'infrastruttura vicino a cui è costruito l'edificio o la parte di
edificio, e nella misura in cui questo edificio è posto a una distanza superiore alla distanza massima
per tenere conto delle infrastrutture per il trasporto indicata qui di seguito, tutte le aperture sono
quindi di classe BR1 di esposizione al rumore.
Categoria
1
dell'infrastruttura per i 2
trasporti terrestri
3
4
5
Aerodromo
Posizione
dell'edificio
che
comporta
una
classificazione di queste aperture come BR1
distanza superiore a 700 m
distanza superiore a 500 m
distanza superiore a 250 m
distanza superiore a 100 m
distanza superiore a 30 m
al di fuori della zona del piano di esposizione al
rumore
2.
Negli altri casi, la classe di esposizione dell'apertura è determinata nelle tabelle riportate qui
di seguito a partire, da una parte, dalle zone definite nel piano di esposizione al rumore
dell'aerodromo per i rumori relativi ai trasporti aerei, e dall'altra, dalla categoria dell'infrastruttura,
dalla distanza dall'infrastruttura alla facciata e dall'angolo dal quale l'infrastruttura è visibile
attraverso l'apertura per quanto riguarda le infrastrutture per il trasporto terrestre.
Nel caso di diverse infrastrutture, la classe di esposizione al rumore sarà quella ritenuta meno
favorevole.
3.
In mancanza di una determinazione dettagliata, la classe BR di un'apertura di una facciata è
la classe più elevata delle aperture di detta facciata.
Categoria dell'infrastruttura:
categoria 1
categoria 2
categoria 3
categoria 4
categoria 5
Vista
dell'infrastruttura
dall'apertura:
vista diretta
vista parziale
vista schermata o vista
posteriore
vista posteriore protetta
vista su cortile chiuso
13/12/07
Distanza dall'apertura all'infrastruttura per il
terrestre
15-50 m 50-160 160-300 300-460 460-700
m
m
m
m
0-25 m
25-80 80-250 250-370 370-500
m
m
m
m
0-30 m 30-100 100-160 160-250
m
m
m
0-10 m 10-30
30-60 m 60-100
m
m
0-10 m 10-20 m 20-30 m
trasporto
>700 m
>500 m
>250 m
>100 m
>30 m
BR3
BR3
BR3
BR3
BR3
BR2
BR3
BR2
BR2
BR2
BR2
BR1
BR2
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
BR2
BR2
BR2
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
BR1
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Tutte le viste
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Ubicazione dell'edificio nel piano di esposizione al
rumore dell'aerodromo
Zona A
Zona B
Zona C
Zona D
Al
di
fuori
della
zona
BR3
BR3
BR3
BR2
BR1
- 38 -
ALLEGATO III
DEFINIZIONI
Altezza
L'altezza di un edificio è quella della sua porta di accesso principale
Apertura
Per apertura s'intende un'apertura effettuata in una parete esterna che serve per l'illuminazione, il
passaggio o l'aerazione. Una parete trasparente o traslucida è considerata un'apertura.
Edifici accostati
Due edifici si dicono accostati se sono collegati da pareti in comune, ovvero le cui due facce
danno su locali riscaldati di almeno 15 metri quadrati per le case indipendenti e 50 metri quadrati
per gli altri edifici.
Categorie CE1 e CE2
Un locale è di categoria CE2 se è dotato di un sistema di condizionamento d’aria e se è rispettata
una delle seguenti condizioni:
 contemporaneamente, il locale è situato in una zona destinata a uso residenziale o a uso
alloggio, le aperture sono esposte al rumore BR2 o BR3, e l'edificio è costruito in zona
climatica H2d o H3 a un'altitudine inferiore a 400m;
 contemporaneamente, il locale è situato in una zona destinata a ospitare istituti scolastici, le
aperture sono esposte al rumore BR2 o BR3, e l'edificio è costruito in zona climatica H2d o
H3 a un'altitudine inferiore a 400 m;
 il locale è situato in una zona destinata a ospitare uffici, e le aperture sono esposte al rumore
BR2 o BR3 o non possono essere aperte in applicazione di altre regolamentazioni;
 il locale è situato in una zona destinata a ospitare uffici, e l'edificio è costruito in zone
climatiche H1c o H2c a un'altitudine inferiore a 400m, oppure in zone climatiche H2d o H3
a un'altitudine inferiore ad 800 m;
 il locale è situato in una zona a uso commerciale;
 il locale è situato in una zona destinata a ospitare spettacoli o conferenze o sale polivalenti;
 il locale è situato in una zona destinata a ospitare istituti sanitari.
Gli altri locali sono di categoria CE1.
Una zona o una parte di zona è di categoria CE2 se tutti i locali, diversi dai locali destinati a essere
occupati temporaneamente, che essa contiene, sono di categoria CE2. È di categoria CE1 negli altri
casi.
13/12/07
- 39 -
Illuminazione generale
L'illuminazione generale è un'illuminazione uniforme di uno spazio senza tener conto delle
necessità particolari in alcuni determinati luoghi.
Chiusura
Ad esclusione dei dispositivi che non riducono le dispersioni come le griglie, le sbarre, le tende
dei negozi, tutti i dispositivi mobili, comunemente chiamati imposte, persiane, gelosie, che servono
a impedire dall'esterno l'accesso a una finestra, una porta-finestra o una porta, sono una chiusura.
Inerzia giornaliera
L'inerzia giornaliera è l'inerzia utilizzata per calcolare l'attenuarsi delle temperature interne su di
un periodo di ventiquattro ore.
Inerzia sequenziale
L'inerzia sequenziale è l'inerzia utilizzata in comfort estivo per calcolare l'attenuarsi delle
temperature interne su di un periodo di dodici giorni.
Locale
Un locale è un volume totalmente separato dall'esterno o da altri volumi da pareti orizzontali e
verticali, fisse o mobili.
Locale riscaldato
Un locale si considera riscaldato se la sua temperatura normale nei periodi in cui è occupato è
superiore a 12oC.
Locali destinati ad accogliere persone saltuariamente
Un locale è definito come locale destinato ad accogliere persone saltuariamente, se le modalità di
utilizzo del locale sono aleatorie in termini di occupazione o di non occupazione e in termini di
numero di occupanti. Le sale per riunioni degli edifici a uso ufficio, le sale per riunioni pubbliche
sono considerate locali appartenenti a questa categoria. Le sale destinate a ospitare spettacoli, le sale
panoramiche, le sale ristorante non sono considerate locali appartenenti a questa categoria.
Alloggio con aperture su più lati
Un alloggio si definisce alloggio con aperture su più lati se, per ogni orientamento (verticale nord,
verticale est, verticale sud, verticale ovest, orizzontale) la superficie delle aperture è inferiore al 75
% della superficie totale delle aperture.
Casa indipendente
Una casa indipendente è un edificio a uso residenziale costituito da un solo alloggio.
13/12/07
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Schermatura vicina
Una schermatura vicina è un ostacolo architettonico all'irraggiamento solare, collegata all'edificio
preso in esame, come i pannelli delle aperture, gli aggetti o le sporgenze laterali.
Occupazione saltuaria, occupazione continua
Un edificio, o una parte di edificio, è detto a occupazione saltuaria se contemporaneamente
soddisfa alle seguenti condizioni:
- non è destinato a uso alloggio;
- ogni giorno, la temperatura normale di occupazione può non essere mantenuta per un periodo
continuo di almeno dieci ore.
Le parti di edificio o gli edifici che non soddisfano a queste due condizioni sono detti a
occupazione continua.
Occupazione temporanea di un locale
Un locale a occupazione temporanea è un locale che, per la sua destinazione d'uso, non prevede
una durata di soggiorno per un occupante superiore a mezz'ora.
È il caso per esempio delle circolazioni e dei servizi igienici. Invece, una cucina o una sala che
prevedono una postazione di lavoro non sono considerate come un locale a occupazione
temporanea.
Orientamento
Per orientamento nord s'intende qualsiasi orientamento compreso tra il nord-est e il nord-ovest
passando per il nord, compresi gli orientamenti nord-est e nord-ovest.
Per orientamento est s'intende qualsiasi orientamento compreso tra il nord-est e il sud-est passando
per l’est, compresi gli orientamenti nord-est e sud-est.
Per orientamento sud s'intende qualsiasi orientamento compreso tra il sud-est e il sud-ovest
passando per il sud, compresi gli orientamenti sud-est e sud-ovest.
Per orientamento ovest s'intende qualsiasi orientamento compreso tra il sud-ovest e il nord-ovest
passando per l’ovest, compresi gli orientamenti sud-ovest e nord-ovest.
Parete verticale o orizzontale
Una parete viene considerata verticale se l'angolo di detta parete con il piano orizzontale è uguale
o superiore a 60 gradi, è considerata orizzontale se quest'angolo è inferiore a 60 gradi.
Parete opaca isolata termicamente
Una parete opaca è detta isolata termicamente se il suo coefficiente di trasmissione termica U non
è superiore a 0,50 W/m2.K.
Parete trasparente o traslucida
Una parete si considera trasparente o traslucida se il suo fattore di trasmissione luminosa (senza
eventuale protezione mobile) è uguale o superiore a 0,05. In caso contrario, la parete è detta opaca.
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Soletta inferiore
Una soletta inferiore è una parete orizzontale di cui solo la faccia superiore dà su un locale
riscaldato.
Soletta superiore
Una soletta superiore è una parete orizzontale di cui solo la faccia inferiore dà su un locale
riscaldato.
Un solaio sottotetto non sfruttato o un tetto-terrazza sono per esempio solette superiori.
Soletta intermedia
Una soletta intermedia è una parete orizzontale di cui la faccia inferiore e quella superiore danno
su un locale riscaldato.
Sistema di condizionamento d’aria
Un «sistema di condizionamento d’aria» è un dispositivo di produzione del fresco mediante una
macchina termodinamica associata a emettitori di aria fresca, destinato a garantire il comfort delle
persone.
Temperatura interna
La temperatura interna per il calcolo del coefficiente C è la temperatura interna considerata come
uniforme nelle zone prese in esame e uguale alla temperatura radiante media.
La temperatura radiante media è la media, ponderata dalle superfici di parete, delle temperature
della superficie interna delle pareti a contatto con l'aria della zona presa in esame.
Temperatura operativa
La temperatura, ai sensi dell'articolo R. 111-6 del Codice della costruzione e dell'abitazione, è la
temperatura operativa definita come segue:
la media tra la temperatura radiante media e la temperatura dell'aria della zona presa in esame
considerata come uniforme.
Vetrina
Per vetrina s'intende una parete vetrata riservata unicamente all'esposizione di oggetti, di prodotti
o di prestazioni destinati alla vendita.
Volume riscaldato
Il volume riscaldato è il volume delimitato dalle superfici delle pareti prese in considerazione nel
calcolo del coefficiente Uedif.
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- 42 -
ALLEGATO IV
FASCICOLO DI STUDI PER LA PROPOSTA
DI SOLUZIONI TECNICHE
1. Oggetto
Il presente allegato descrive il contenuto del fascicolo di studio da redigere a sostegno di una
proposta di soluzione tecnica soggetta all'approvazione del ministro incaricato della costruzione e
dell'abitazione.
2. Elementi che il richiedente deve fornire
Il richiedente fornisce:
- la descrizione delle soluzioni tecniche nella forma prevista per la divulgazione;
- il campo di applicazione previsto dalla soluzione tecnica: in particolare possono essere precisati
l'utilizzo degli edifici, i limiti della loro volumetria, la percentuale di parti vetrate, le zone
climatiche invernale ed estiva, le condizioni di esposizione al rumore, nonché i sistemi
energetici per il riscaldamento, la ventilazione e l'acqua calda sanitaria;
- gli elementi che consentono di garantire che colui che utilizza una soluzione tecnica potrà con
facilità e senza rischio di errore applicare questa soluzione tecnica;
- gli elementi che consentono di garantire che l'applicazione di ogni soluzione tecnica permetta
effettivamente di rispettare le caratteristiche termiche minime descritte al titolo III;
- un fascicolo di calcolo che giustifica i livelli di rendimento richiesti per la soluzione tecnica per
quanto concerne sia il consumo di energia, sia il comfort estivo, sia entrambi questi ambiti, in
base al campo di applicazione previsto.
3. Variante rispetto a una soluzione già approvata
Nel caso in cui una soluzione tecnica sia una variante di una soluzione tecnica già approvata, il
richiedente farà riferimento a questa e potrà fornire solo gli elementi complementari a quelli
presentati al momento della domanda di approvazione precedente.
La forma della variante (impaginazione, veste tipografica...) e la sua struttura dovranno essere
coerenti con quelle della soluzione tecnica già approvata per evitare rischi di confusione al
momento dell'utilizzo della variante.
Nel caso in cui l'autore della variante sia diverso da quello della soluzione tecnica iniziale, dovrà
essere allegato il consenso scritto di quest'ultimo.
4. Composizione del fascicolo di calcolo concernente i consumi di energia
Il fascicolo di calcolo dei rendimenti energetici comprende per ogni soluzione tecnica proposta:
I. - Le caratteristiche termiche richieste per i diversi componenti che costituiscono la soluzione
tecnica così come descritta. Al punto 6 è citato un elenco indicativo dei parametri per i quali il
richiedente deve indicare le caratteristiche richieste eventualmente adattate in funzione del campo di
applicazione previsto dalla soluzione tecnica.
II. - I valori predefiniti utilizzati per i calcoli.
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III. - Il calcolo del coefficiente Cep e del coefficiente Ceprif per una serie di edifici rappresentativi
dei campi di applicazione previsti dalla soluzione tecnica.
IV. - Il calcolo per ogni edificio di questa serie di rendimenti energetici, Rendrif e Rendmax, ottenuti
dalle seguenti formule:
Rendrif = 100*(Ceprif-Cep)/Ceprif
Refmax = 100*(Cepmax-Cepriscaldamento, condizionamento,produzione di acqua calda sanitaria)/Cepmax
V. – I valori medi minimi e massimi dei rendimenti in termini energetici e di involucro.
VI. - Un istogramma che presenta sull'asse delle ascisse i rendimenti in termini energetici e di
involucro e sull'asse delle ordinate il numero di edifici tipo con questo livello di rendimento.
5. Composizione del fascicolo di calcolo concernente il comfort estivo
Il fascicolo giustificativo della termologia estiva deve comprendere per ogni soluzione tecnica gli
elementi descritti qui di seguito. Ciononostante il calcolo delle temperature non è richiesto se le
caratteristiche di trasmissione solare delle aperture e di inerzia termica sono almeno uguali a quelle
adottate come riferimento per il calcolo delle temperature.
I. Le caratteristiche termiche richieste per i diversi componenti che costituiscono la soluzione
tecnica come descritta.
II. Il calcolo delle temperature interne Tic e delle temperature interne di riferimento Ticrif per la
stessa serie di edifici a geometria varia utilizzata per i consumi di energia e che concernono
il settore previsto dalla soluzione tecnica. I calcoli si eseguono per l'insieme delle zone
climatiche estive e delle combinazioni di esposizione al rumore delle aperture, previste dalla
soluzione tecnica.
6. Caratteristiche richieste
Il richiedente deve fornire, per ogni dato da immettere per il calcolo del Cep, Cep rif, Tic e Ticrif, il o
i valori utilizzati.
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ALLEGATO V
FASCICOLO DI STUDI PER I CASI PARTICOLARI
1. Oggetto
Il presente allegato descrive il contenuto del fascicolo di studio dei sistemi o progetti di
costruzione ai quali non sono applicabili i metodi di calcolo Th-C o Th-E, forniti a sostegno della
domanda di approvazione presentata al ministro incaricato della costruzione e dell'abitazione.
2. Elementi che il richiedente deve fornire
La domanda può essere presentata sia per un progetto edilizio particolare, sia per un sistema
particolare che può essere utilizzato in diversi progetti edilizi.
2.1.Domanda per un progetto edilizio particolare
Dopo aver indicato il metodo di calcolo che non può essere applicato, il richiedente fornisce
obbligatoriamente:
- la descrizione del progetto di costruzione in questione;
- l'elenco dei dati da immettere per le parti del metodo di calcolo applicabili;
- una descrizione dettagliata delle ragioni che rendono il metodo di calcolo inapplicabile per le
altre parti;
- un elenco di motivazioni che spiegano in cosa il sistema o il progetto rispettano i principi che
sono alla base della presente regolamentazione.
2.2.Domanda per un sistema particolare utilizzabile in diversi progetti edilizi
Dopo aver indicato il metodo di calcolo che non può essere applicato, il richiedente fornisce
obbligatoriamente:
- una descrizione del sistema considerato accompagnata dagli elementi che consentono di
valutare i rendimenti termici (rapporti di prova, campagne di misurazione...) in particolare in vista
dell'integrazione ulteriore di questo sistema nei metodi di calcolo;
- una descrizione del campo di applicazione di questo sistema;
- l'elenco dei dati da immettere per le parti del metodo di calcolo applicabili;
- una descrizione dettagliata delle ragioni che rendono il metodo di calcolo inapplicabile per le
altre parti;
Il richiedente può anche presentare una proposta di adeguamento del metodo di calcolo che
permetta di trattare il metodo considerato, accompagnata da un esempio di applicazione numerica.
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ALLEGATO VI
SINTESI DI STUDIO TERMICO STANDARDIZZATA
1) Per ogni edifico oggetto di una giustificazione secondo le modalità del capoverso 1
dell’articolo 9, la sintesi di studio termico deve comprendere:
-
i valori di Cep , Ceprif, e Cepmax dell'edificio espressi in kWh di energia primaria per
metro quadrato di SHON (superficie complessiva netta);
-
il valore della SHON dell'edificio utilizzato nel calcolo;
-
i valori espressi in kWh di energia finale e in kWh di energia primaria dei consumi
convenzionali di energia dell'edificio che corrispondono al riscaldamento senza
sistemi ausiliari, al condizionamento senza sistemi ausiliari, alla produzione di acqua
calda sanitaria senza sistemi ausiliari, all'illuminazione, ai ventilatori, ai sistemi
ausiliari di distribuzione e di generazione e per ognuno di questi il tipo di energia
utilizzata, nonché gli eventuali apporti di energia dei dispositivi fotovoltaici;
-
le portate medie annue in termini di occupazione e non occupazione per i seguenti
punti
- assenza di impermeabilità,
- prese d’aria,
- apertura delle finestre,
- sistema di ventilazione;
-
se è stato effettuato il calcolo, i valori di Tic e Ticrif di ogni zona di tipo CE1;
-
i valori di Uedif e di Uedifrif, dell'edificio espressi in W/m2.K, nonché le dispersioni totali
espresse in W/K dell'edificio e del riferimento;
-
La scomposizione del calcolo di Uedif che fa comparire per ogni categoria di parete e di
misurazione lineare , il coefficiente ai preso come riferimento per il calcolo di Uedifrif
secondo gli articoli 12 e 15, la superficie o la misurazione lineare totale e il valore
medio di trasmissione superficiale o lineare;
-
Per ogni progetto edificio, zona e gruppo, l'insieme dei dati caratteristici quali definiti
nella regola di calcolo Th-C-E;
-
la sensibilità del coefficiente Cep dell'edificio alle variazioni tipo dei seguenti
parametri:
 Uedif diminuito del 10%;
 permeabilità all'aria diminuita di 0,5 m3/(h/.m2) (Q4Pa in virtù dei Th C) se il
valore iniziale è superiore a 0,5 m3/(h/.m2);
 orientamento delle aperture di riferimento;
 apporti solari e luminosi dalle aperture diminuiti del 20 %;
 potenza illuminazione installata diminuita del 10%;
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 potenza totale dei ventilatori diminuita del 20%;
 classe di variazione spazio-temporale degli emettitori di calore aumentata di
1 K;
 classe di variazione spazio-temporale degli emettitori di fresco aumentata di
1 K.
2) Per ogni edificio oggetto di una giustificazione tramite una soluzione tecnica secondo le
modalità del capoverso 2 dell’articolo 9, la sintesi di studio termico deve precisare tutti i dati
utilizzati, nonché i risultati ottenuti che consentono di dimostrare il rispetto della soluzione
tecnica tanto dal punto di vista del campo di applicazione che da quello delle disposizioni
tecniche e architettoniche da attuare.
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