E’ costato sangue, sudore, lacrime, un paio di amicizie e una crisi di identità musicale, ma il 12 settembre Pocket Revolution, il lungamente atteso nuovo cd dei dEUS arriva nei negozi. Intanto un assai rilassato Tom Barman, senza Craig Ward e Danny Mommens ma con Mauro Pawlowski nel gruppo, partirà presto per una lunghissima tourneè che si concluderà alla fine del 2006. Ma non senza aver dato l’addio tramite un intervista con Deng. La confessione di Barman di Danny Ilegems e Jonas Boel La serata precedente al lancio di Pocket Revolution Tom Barman si sente soddisfatto, o ha i nervi tesi per la paura di fallire ? Tutti i miei nervi sono rilassati. Non puoi credere quanto sono tranquillo. L’anno scorso sono stato nella merda fino al collo, ma ci penso ancora solo se me lo chiedono durante le interviste. Mi sento molto bene. Ed è stato cosí catastrofico. Quando If you don’t get what you want è uscito come singolo l’estate scorsa, lo hai presentato come anteprima di un cd grezzo, che avrebbe puzzato di Velvet Underground. Pocket Revolution non è diventato per niente cosí. Beh, parlo un po’ troppo. The Ideal Crash, il nostro cd precedente, l’ho annunciato a suo tempo come un cd estivo up-tempo. Alla fine è diventato più o meno il contrario: un pesante disco pieno di mid-tempo. Su Pocket Revolution ho detto: sarà più grezzo, con canzoni più up-tempo, e in buona parte registrato live. E soprattutto: un disco che sia bello suonare dal vivo. Penso che ho potuto più o meno mantenere questa promessa. Tuttavia tutti sanno che le ballate sono il mio biotopo naturale, ma per quanto belle e melodiose sono, non è piacevole andarci in tour per più di un anno. Durante la tourneè di The Ideal Crash a un certo punto tiravo fuori trucchi tecnici per avere tre pezzi rock uno dopo l’altro. Con canzoni come Stop Start Nature, Sun Ra, Bad Timing, Nightshopping, Cold Sun of Circumstance en If you don’t get what you want, adesso abbiamo l’allegria in casa. Sono convinto che con questo materiale, e con i brani migliori dei dischi precedenti, potremo mettere insieme un live molto eccitante. Non vedo l’ora. In quale misura ti consideri un rocker? Mm. [ci pensa sopra]. Che cos’è davvero un rocker ? Mauro Pawlowski è un rocker. Tim Vanhamel è un rocker. [ride]. Suonano tutti e due con me, e Mauro ora fa parte del gruppo. Cos’altro devo aggiungere? Intanto penso che ho imparato a usare meglio la mia voce. A volte ho scritto canzoni che la mia voce non poteva cantare. Al programma televisivo olandese Zomergasten, ho fatto l’esempio di Sister Dew, una buona canzone che non canto bene. Fatela cantare a Kurt Cobain, un rocker, o a Nick Cave, e secondo me sarà un successo. Penso di aver capito il rock, ma di sicuro non sono uno che suona riff. Mi sono convinto che il momento in cui attacchi lo strumento rivela che tipo di musicista sei. Quando attacco il jack della mia chitarra, non comincio a schitarrare ma ad arpeggiare. Sei un folkie. Un bardo. Bardman. [ride] Sono un songwriter, il mio heimat è la ballad, ma non mi sento un Fremdkörper del rock. Ho scritto Roses, non è un pezzo rock ? Ma hai scritto anche ogni singolo pop che i dEUS hanno mai pubblicato. Perció sarei un pop folkie o cosa? Andiamo. Quando Mick Jagger ha iniziato ad essere annoiato da questo tipo di caratterizzazione – conosci il cliché: Jagger è il contabile degli Stones, Keith Richard il vintage rocker – lui diceva, sicuramente Keith è l’incarnazione del rock’n’roll, fino al momento in cui deve essere pagato. Perció la mia risposta è: si certo, sono un folkie fino al momento in cui deve diventare rock. [ci pensa ancora un po’] Solo da poco sono a mio agio con l’etichetta di « musicista ». Nel passato lo trovavo abbastanza imbarazzante, sicuramente in confronto a musicisti jazz o di musica classica che prendono i loro strumenti e fanno cose stupefacenti. Ora dico: scrivere canzoni è il mio mestiere. Craig Ward ha detto una volta su di me « He’s a born tune smith ». Forse questa è l’unica cosa positiva che lui abbia mai detto su di me in vita sua, ma mi ci posso rassegnare. Io costruisco canzoni, spesso con l’aiuto delle idee degli altri. Se è rock, folk, dance shit con CJ Bolland non importa. Io mi occupo della redazione finale. Tu hai spesso descritto la realizzazione di The Ideal Crash come una sorta di parto podalico. Pocket Revolution è nato in circostanze ancora più difficili, ma nella musica non si sente. Sono molto contento che le persone lo dicono. Questo perchè nella fase finale ce ne occupavamo 25 ore al giorno, per il fatto che la roba alla fine l’ho prodotta da solo, per il fatto che Stéphane Misseghers, il batterista, è stato molto attento durante il mixaggio, e per il fatto che la sostituzione di Danny Mommens con Allan Gevaert e soprattutto quella di Craig Ward con Mauro era cosi’ giusta e subito cosí naturalmente sensata. Questo non è il solito discorso promozionale : era l’inferno fino a martedí, e il paradiso da mercoledí, quando Allan e Mauro hanno detto di si. Naturalmente volevo che tutto questo non lo potessi sentire. Il testone che è in me ha detto: Danny e Craig gli hanno dato il calcio d’inizio, mi preoccupero’ che il disco diventi ancora migliore di quando fossero rimasti. Ma questo mi ha svuotato a tal punto che non puoi immaginare. I dEUS non sono mai stati un pic-nic, ma questo è stato un vero e proprio mindfuck.. In Zomergasten hai detto : stavo per smettere. Avevi mezzo disco e niente gruppo. E una crisi di identità musicale! Non abbiamo fatto dischi per sei anni, stavamo per fare –per la prima volta nella storia dei dEUS- un nuovo disco con la stessa formazione e all’improvviso metà del gruppo è andata via. Davvero, non sapevo più dove mi trovavo. Ho provato a sopravvivere in studio, ma non riuscivo più a cantare, non riuscivo più a scrivere, ero duro come il cemento. Le persone intorno a me non mi avevano mai visto cosi’. Dicevano : « Barman is losing it » E I was losing it ! Credo che a proposito di quel periodo di 1 o 2 anni potrei scrivere dei testi molto opprimenti. Pocket Revolution, la canzone che intitola il disco, sembra rivolta a te. Si, è l’unica. Ascolta, io sono abbastanza disposto al confronto come persona. Questo ha lo svantaggio che a volte le persone mi dicono: Barman, chiudi la bocca. Ha come vantaggio che le persone sanno cosa aspettarsi da me. Ma un’amicizia che finisce cosi’, questa non l’avevo mai sperimentata. Stai parlando di Craig Ward. Craig è il mio opposto. E’ un uomo che si tiene tutto dentro e dopo restituisce tutto con gli interessi : per me è una ferita scoperta dalla quale esce molto pus. Mauro Pawlowski è un’altro sidekick rispetto a Craig. Inizialmente Mauro avrebbe dovuto sostituire Craig soltanto per le audizioni che abbiamo fatto per trovare un nuovo bassista. Dopo che avevamo suonato un paio di pezzi, mi ha detto « Barman, hai sentito qualcosa ? Era buono, vero ? ». Anch’io avevo sentito la stessa cosa, ma non osavo chiedere nulla, perchè conosci Mauro: ha sempre l’agenda piena con un sacco di gruppi, persone, progetti. Non volevo prendere un braccio e ottenere un dito. C’era qualcuno da prendere che entro breve tempo sarebbe stato perso di nuovo, ma adesso era Mauro che ci faceva la corte. Sono andato a prendere una birra nel frigo, sono rimasto lí un secondo calmo, e ho pensato: in verità questo tipo ora sta chiedendo: “Chiedimelo, chiedimelo!” Proprio come una ragazza e un ragazzo seduti al bar, la ragazza manda qualche segnale, il ragazzo all’inizio non lo capisce, fino al momento in cui lo coglie e si rende conto. Quando l’ho afferrato, ho detto: “Mauro, fucking hell, non ti va di rimanere?” Lui ha risposto: “Lo sapevo che me l’avresti chiesto! Lo sapevo! “. [ride] Bello. Il giorno dopo eravamo di nuovo in carreggiata. Mauro mi ha salvato. Ora hai per la prima volta un gruppo senza conflitti? Si, ma non con meno talento. Questo è il bello, Stéphane, Allen e Mauro sono fantastici. La presenza di elementi di disturbo non rendeva alla fine migliore la musica dei dEUS? Ma ho bisogno dei disturbatori! Questo è un mito che vive di vita propria: nel momento in cui i dEUS facevano cose buone e suonavano concerti incredibili non c’erano elementi di disturbo. Rudy Trouvè o Stef Lamil Carlens a suo tempo non sono andati via perchè all’interno dei dEUS non potevano fare più i disturbatori, eh. Si parla sempre del mio ego, ma mai di quello loro : anche loro hanno un ego gigantesco e volevano a tutti i costi fare la loro cosa, tutto qui. Per esempio, Rudy Trouvè viene fuori dal punk. La sua etica è: non faccio mai due volte la stessa cosa, se tende ad essere commerciale, alla popolarità e al culto dell’ego, mi tolgo dai piedi, se funziona bene, smetto. Rudy preferisce realizzare un cd in 3000 copie piuttosto che in 5000. Io lo trovo comico, ma lui è davvero un semidio per me, Mauro e Klaas. Un eroe. Non butto via nessuna precedente versione dei dEUS. Sono orgoglioso che Rudy, Craig, Stef Kamil, Danny Mommens e Jules De Borgher hanno suonato con i dEUS. Non ci sono fra di loro persone noiose. E non lo dico per fare il figo, perchè nonostante tutto alcuni di loro mi hanno messo da parte. Beh, lo facciano pure. Del resto, in confronto a queste persone, io sono quello che ha fatto poco, eh. Io ho solo due cose, la musica e i film. Quando sono al lavoro con i dEUS, non c’è spazio per i film, quando lavoro ad un film i dEUS non esistono. Non partecipero’ mai a delle audizioni per una compagnia di teatro, non suono con un gruppo jazz, non scrivero’ mai un libro, non scrivero’ mai per il teatro, non faccio musiche per un cortometraggio, non faccio nemmeno musica per un lungometraggio –a meno che non lo chieda David Lynch- non disegnero’ mai una linea di moda. Non riesco a fare tutto. Non puoi dimenticare una cosa : i dEUS sono per me il mezzo attraverso il quale posso vedere il mondo. Con i film è molto di meno. Al tempo di Any way the wind blows facevo la vita più sedentaria che tu possa immaginare: stavo a casa a scrivere al mio laptop, andavo due case più in lá a ripetere, tre case avanti a incidere, cinque case avanti a montare il tutto. In quel periodo ho scoperto che sono un vero animale da palcoscenico. A un certo punto ho pensato che potevo stare senza gruppo e senza concerti. Finchè sono rimasto senza. Per disperazione ho cominciato a fare il dj. Successivamente sono andato in tour con Guy Van Nueten : spettacoli acustici, a fare il folkie [ride]. I need it ! Se non lo faccio sto affacciato la sera alle otto alla mia finestra a gridare a tutti quelli che passano buonasera [ride]. E’ Klaas Janzoons, insieme a te l’unico membro fondatore superstite dei dEUS, la forza sottovalutata ? Io non lo sottovaluto in nessun caso. A volte mi fa diventare un po’ nervoso, perchè è un pigrone patentato. Anzi : perchè è un pigrone patentato e maledettamente talentuoso. Ma quando Klaas fa un osservazione, tutti lo ascoltano. Ha quella sobrietà del Kempen della quale hai bisogno in un gruppo. E’ successo che stavamo sgobbando da 4 giorni su una parte di chitarra, e che Klaas è entrato improvvisamente e ha detto : « è un po’ troppo forte, eh ». In quel momento sembrava proprio l’osservazione che serviva per mettere le cose a posto. Klaas ha anche la natura del mediatore. Anche se questa volta non ha potuto usarla [ride]. Pero’ devo correggerti a proposito della formazione originale dei dEUS: io sono l’unico superstite. Prima che si formasse il gruppo con Rudy, Jules, Stef Kamil, e Klaas, il gruppo con il quale abbiamo registrato il nostro primo disco, avevo già consumato tre chitarristi, tre batteristi, e due violinisti. Il primo concerto dei dEUS c’è stato il 20 novembre 1989 al Paradoks ad Anversa. Allora c’erano delle altre persone, abbiamo suonato un paio di pezzi nostri, ma soprattutto cover dei Ramones, Violent Femmes, Pixies, Leonard Cohen, Joy Division, Wire… e naturalmente Velvet Underground . I Velvet per me sono il massimo in musica. L’ape regina che depone milioni di uova. Se ascolto solo per una volta il disco con la banana di Andy Warhol in copertina, sono in grado di fare tre film e incidere due dischi. [pensa per un po’] Ti evolvi. Quando hai 22 anni ti va di fare il contrario di tutto quello che conosci e ascolti. Questo è quello che abbiamo fatto con i dEUS, credo. Abbiamo messo insieme cose che allora non erano fatte, questo credito ci deve essere riconosciuto. Ma ad un certo punto butti tutto fuoribordo. Ora sono il tipo di persona che dice: let a song be a song. Questo non ha nulla a che vedere con il non poter sopportare nessuna critica o il voler restare / essere controcorrente. Questo ha solo a che vedere con il crescere, diventare più vecchi e col voler fare altre cose. Far esplodere un amplificatore è una cosa, scrivere una canzone pop di tre minuti suona ancora interessante, è tutta un’altra cosa. In questo senso devi ascoltare cose come The Real Sugar o If You Don’t Get What You Want. Anche questi sono esperimenti. Non per la grande arte, ma per me stesso. Sarebbe ? Adesso a volte voglio solo…essere semplice. I want to conform. Scrivere come è scritto nella Bibbia della Musica Pop, per capire se è qualcosa che fa per me e quanto lontano posso andare. If you don’t get what you want è un pezzo rock lineare e diretto, ma non ha il ritornello, vero? Trovo che Pocket Revolution non sia un disco convenzionale. Anche se sarà dipinto in questo modo da alcuni giornalisti, non importa. Anche con The Ideal Crash è stata la stessa cosa. Esattamente le stesse persone che ora lo considerano un disco strano. Il ritornello di Pocket Revolution è inaudito per i dEUS. Il modo col quale cambi da un parlato alla dr. John a un puro gospel fa pensare a Damon Albarn e ai Blur. Sono un grande fan dei Blur. Siamo stati in tour un paio di volte con loro e siamo andati abbastanza d’accordo Albarn ed io. I Blur hanno guadagnato milioni con un riff di Craig. Metti a confronto l’intro di Fell on the floor man con il riff di Song 2, il loro più grande successo. Sei sicuro che l’abbiano preso consapevolmente? Albarn stesso l’ha ammesso! E non ha preso qualcosa anche da Manu Chao, sull’ultimo disco dei Gorillaz? Una volta mi ha confessato che gli piace molto Manu Chao. E naturalmente Albarn è un brillante ladro, lui dice: so scrivere canzoni, mi piace la musica soul, perció scriveró un pezzo soul. Oppure: so scrivere canzoni, voglio scrivere un semplice pezzo rock, cosí prendo un riff dai dEUS. Mi riconosco in questo ragionamento, con la differenza che fino ad oggi non ho mai preso nulla dai Blur. Trovo anche molto chic il modo in cui hanno risolto la perdita del loro chitarrista su Think Tank, il loro ultimo cd : Albarn stesso che suona la chitarra. Io stesso non ho mai suonato cosí tanto la chitarra come su quest’ultimo disco. C’è stato un intero periodo, immediatamente dopo la partenza di Craig e prima dell’arrivo definitivo di Mauro, che Craig –per modo di dire- si è come impossessato del mio corpo, e io improvvisamente suonavo parti di chitarra alla maniera di Craig. Non cosi’ bene come Craig, ma molto meglio di quanto avevo mai fatto in precedenza. Anche quando ti senti abbandonato, questo puo’ portare qualcosa di positivo. Quante canzoni su Pocket Revolution parlano di donne ? Tranne tre, tutte in una maniera o nell’altra. Un paio di canzoni riguardano relazioni complicate con donne complicate. Sei il tipo di persona che ogni tanto fa un gran casino con la sua vita sentimentale in modo da ricavarne immagini e suoni interessanti? Non lo voglio, ma forse lo faccio inconsapevolmente. Evidentemente chiudo sempre una relazione quando sono al lavoro su un disco. [ci pensa sopra] Mauro una volta ha detto : cerco di essere un gentiluomo nella vita reale, esorcizzo i miei demoni nelle mie canzoni e nei miei testi. Ho la sensazione che con me sia il contrario : io sono molto poco diplomatico nella vita reale e diplomatico nei miei testi. A volte creo un mondo ideale nei miei testi, mentre nella mia vita reale spesso è molto lontano dall’essere ideale. Nothing Really Ends è un buon esempio : non mi va mai cosí bene, purtroppo. L’artista Sergio De Beukelaer, che mi conosce da quando ero bambino, di recente mi ha detto:Tom, tu menti nei tuoi testi. Era a proposito di Pocket Revolution, dove canto « I’m such a lonely boy ». Gli ho detto: « Sergio, io non sono come te, quando tu hai un problema vai da qualcuno e gliene parli. Io non sono bravo a farlo » . Voglio sempre risolvere tutto da solo, sono un orgogliosa testa dura. Perció quando canto « I’m such a lonely boy » lo penso davvero, ma nessuno sa che mi sento cosí. Per questo Pocket Revolution per me è davvero una mini rivoluzione, non ho mai scritto un testo che è cosi’ sincero e allo stesso tempo cosí cattivo, anche contro me stesso. Ti sei autoprodotto il disco. Come è stato ? Un incubo. Ci sono riuscito, ma non lo volevo fare. All’inizio avrebbe dovuto farlo Craig, ma è rimasto soddisfatto molto rapidamente dalle mie scelte. Allora ho pensato: ok, lo faro’ da solo, ancora una volta per una sorta di testardaggine. L’ho fatto con Magnus e mi sono divertito un sacco; con i dEUS è stato un inferno. Un produttore deve essere un perfezionista che in realtá sta fuori. L’uomo che è stato al posto mio ha fatto il rompipalle, anche con gli altri del gruppo: no, questo puó essere fatto meglio, questo è cantato male, questa chitarra è uno schifo, questo testo non parla di nulla…. lo so, molti gruppi rock storcono il naso e pensano che possono farlo meglio da soli. Penso questo per esperienza personale. Il prossimo disco sarà di nuovo con un produttore,dovevo ricoprire di continuo due ruoli, eh. Perchè nel frattempo dovevo scrivere i testi, inventare parti di chitarra, ogni tanto rilassarmi, prendere le distanze, e questo non potrei farlo ora. Per fortuna Stephane era presente di continuo, Mauro ha fatto utili e valide osservazioni, e Klaas altrettanto. Percio’: prodotto dai dEUS. Ma in realtà sono io che ci ho speso più tempo. Presto inizierai un tour mondiale che nelle previsioni terminerà alla fine del 2006, e che vi porterà in Europa, America, forse anche in Australia e in Giappone. Cosa deve aspettarsi il mondo? Suoneremo concerti più lunghi, in precedenza ero molto contrario. Dicevo: posso sopportare i miei gruppi preferiti al massimo per un’ora e un quarto. Questo portava a discussioni all’interno del gruppo. Adesso abbiamo provato 25 pezzi, cosi’ questo puo’ portare a concerti di dimensioni springsteeniane. Ma non lo faremo tutte le volte; ci orienteremo verso uno show di un’oretta e mezzo. Ma con la giusta atmosfera… Da quello che sembra ora, suoneremo tutti i pezzi da Pocket Revolution, con l’aggiunta dei classici dai precedenti cd. Ma riprenderemo anche qualcosa da Worst Case Scenario che non ho ancora mai suonato dal vivo, con qualsiasi formazione dei dEUS. E probabilmente faremo un pezzo dei Magnus o due: Assault on Magnus, perchè tutti dicono che è un pezzo alla dEUS – cosí l’abbiamo ribattezzata Assault on dEUS - e Jump Needle, perchè sul disco ci ha suonato Mauro. E per la prima volta da molto tempo abbiamo incluso una cover nel set : Oh Well, un vecchio, strambo blues dei Fleetwood Mac. Hai la sensazione che sarà o tutto o niente con questo disco? Se entro dicembre suoneremo tre concerti che non saranno esauriti, in quel caso lo prendero’ come un brutto segno. Deve essere tutto esaurito. E sarà tutto esaurito. Suoneremo in posti più grandi rispetto a sei anni fa.L’Ancienne Belgique è esaurito per tutte e tre le date, l’Olanda anche, Parigi e Londra sarà dura. In America non abbiamo mai avuto molto successo ma le persone con le quali a suo tempo abbiamo lavorato ora sono diventate pesci grossi, percio’ promette bene. Ho la sensazione che per quello che riguarda l’interesse del pubblico, non hanno messo la retromarcia. Non mi aspetto che venderemo 6 milioni di dischi, ma abiamo sofferto, abbiamo fatto un buon disco e per questo dobbiamo ricevere qualcosa indietro. Questa tourneè si concluderà con la festa anti Vlaams Belang1 che vuoi organizzare la sera prima delle prossime elezioni comunali ad Anversa? [annoiato] L’unica cosa che voglio dire a proposito è che non diventerà una manifestazione, nessuna dimostrazione con sventolio di bandiere e discorsi demagogici, ma solo una festa con un paio di buoni gruppi e spero tanta gente. Tutto qua. Non sono un musicista impegnato e non lo diventero’ mai, ma ci sono persone che da dieci, quindici anni votano questo partito per manifestare il proprio malcontento. Perchè non potrei manifestare il mio malcontento nella mia città? La politica è di tutti, sento sempre dire. Ancora una cosa: non ne so molto, non andro’ in dibattito in tv con Philip Dewinter2, perchè quell’uomo parla un’altra lingua e soprattutto parla di un’altra città, ma io so bene quello che è ok e quello che non lo è. Beh, quel partito non è ok. Voglio fare qualcosa contro di esso che abbia molta attenzione. Punto. Il sindaco Patrick Janssens pensa che sia una pessima idea. Lo so, e ha tutto il diritto di pensarla cosi’. Solo: non sono per niente d’accordo. Janssens mi ha ditto: “Tom, fai già abbastanza ad essere nei dEUS e a suonare con i dEUS “. Questo è nonsense. Vedi che da tutte la parti succedono queste rivoluzioni tascabili piccole e da poco, e io voglio un aiuto serio per provocarle. Precisamente perchè non siamo il classico gruppo impegnato, e percio’ non è evidente quello che facciamo, e possiamo farlo in maniera credibile, insospettabile e magari apartitica. I critici champagne dicono: farai solo una predica di fronte alla tua chiesa. Fuck it: non faro’ una predica, e nemmeno di fronte ad una chiesa! Organizzero’ una festa per più o meno 10000 persone. La novità è che dEUS suoneranno dopo molti anni di nuovo ad Anversa. Io bado soprattutto a questo. Perchè questo concerto deve essere contro il venti, trenta per cento degli abitanti di Anversa, sento anche dire. Be, queste persone si oppongono a me da quindici anni votando un partito razzista. E non sono obbligati a venire. E poi un nuovo film? No, se questa tourneè va per il verso giusto voglio fare alla svelta un disco nuovo. Con chi, come da buona abitudine, non lo so ancora. E poi : smettere. Un animale con 5 dischi, e smettere nel momento migliore: sarebbe il massimo. (tradotta da boredom con l’indispensabile aiuto di S.) Il Vlaams Belang (Interesse Fiammingo) è la versione fiamminga della nostra Lega Nord. In precedenza si chiamava Vlaams Blok (Blocco Fiammingo), ma in base ad una sentenza dell’Alta Corte di Giustizia belga del 2003, al partito è stato imposto lo scioglimento a causa delle sue posizioni xenofobe e razziste. Di conseguenza il cambio del nome. Solo ad Anversa il Vlaams Belang raccoglie percentuali che raggiungono il 30% dei voti. 2 Segretario del Vlaams Belang. 1