“Processi migratori, genere e mercato del lavoro: etnografia delle strategie di inclusione sociale rivolte a donne immigrate e a giovani di origine straniera” PROGETTO DI RICERCA Premessa Dagli anni ’70, la Cattedra di Antropologia Culturale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione è impegnata in un ambito di ricerche e studi dedicati, in particolare, all’etnografia delle pratiche educative, all’analisi delle politiche d’inclusione sociale e all’antropologia dei processi migratori. A questi ambiti d’indagine ha contribuito, da un lato, con numerose ricerche volte ad analizzare i cambiamenti in atto nei contesti educativi, dall’altro, approfondendo la revisione del metodo e delle procedure di osservazione e di scrittura che qualificano la pratica etnografica. La società è attualmente attraversata da processi complessi e fra loro interconnessi: globalizzazione, migrazioni, trasformazioni del mercato del lavoro, crisi economica e crisi del sistema di welfare costituiscono significativi fattori di trasformazione della società contemporanea e sollevano interrogativi importanti nella sfera delle politiche sociali ed educative promosse – a diverso titolo e con differenti priorità – dagli enti pubblici (nazionali e locali), dai servizi educativi (formali ed informali), dall’associazionismo e dal Terzo Settore. Sullo specifico tema delle migrazioni, la ricerca antropologica ha sviluppato numerosi e ampi studi nel contesto italiano ai quali la Cattedra di Antropologia Culturale ha contribuito, in particolare, con la ricerca PRIN sulle “seconde generazioni” (PRIN 2006, Cod. 2006118849 - “Contesti urbani, processi migratori e giovani migranti”; responsabile scientifico: Prof.ssa Matilde Callari Galli) realizzata tra il 2007/2009 (Callari Galli, Scadurra, 2009; Guerzoni Riccio 2009; Pazzagli, Tarabusi 2009). Tale ricerca ha avviato nuovi filoni d’indagine nel campo dell’antropologia delle migrazioni, fra questi: la relazione tra famiglie migranti e servizi educativi alla prima infanzia (Guerzoni 2007); giovani migranti ed associazionismo (Riccio, Russo 2011); politiche del multiculturalismo e rapporti fra adolescenti di seconda generazione e servizi (Antonelli, Guerzoni 2012; Tarabusi 2012a); adolescenti di origine straniera e sessualità (Tarabusi 2010, 2012b); seconde generazioni ed insuccesso scolastico (Progetto Europeo Comenius “SAS - Success at School through Volunteering”; responsabile scientifico: Giovanna Guerzoni). Dal 2009, la Cattedra di Antropologia ha inoltre collaborato attivamente alle attività promosse dal Centro Studi sul Genere e l’Educazione (CSGe): in particolare ha collaborato alle ricerche interdisciplinari “Processi di genere nel percorso scolastico superiore: problematiche e potenzialità educative” (CSGe, 2009-2010; responsabile scientifico: Rossella Ghigi) e “Stereotipi di genere, relazioni educative e infanzie” (Regione Emilia-RomagnaCSGe, 2010-2012; responsabile scientifico: Stefania Lorenzini). Il presente progetto di ricerca si colloca in stretta continuità con gli studi realizzati dalla Cattedra di Antropologia Culturale proponendo uno studio etnografico focalizzato sull’analisi delle politiche locali d’inclusione sociale ed economica volte a promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro delle donne migranti e dei giovani di origine straniera. Quadro teorico di riferimento e breve descrizione del progetto di ricerca Dagli anni Ottanta, le migrazioni transnazionali sono diventate un fenomeno consolidato e strutturale in Italia; in Emilia-Romagna, in particolare, dalla seconda metà degli anni Novanta si è assistito ad un progressiva stabilizzazione dell’immigrazione (grazie anche ai ricongiungimenti familiari) e ad una crescente “femminilizzazione” dei flussi migratori. Numerose ricerche etnografiche sono state prodotte in relazione ad aspetti differenti relativi all’esperienza migratoria: processi d’inclusione/esclusione nel contesto d’approdo, politiche di accoglienza locali e «pratiche di multiculturalismo quotidiano» (Colombo, Semi 2007), esperienze transnazionali avviate da specifiche comunità migranti e – in anni più recenti – i processi di identificazione costruiti e negoziati dalle cosiddette “seconde generazioni”. Se inizialmente gli studi sui processi migratori si sono focalizzati principalmente sulla componente maschile dei flussi, l’accresciuta attenzione verso la categoria analitica del genere ha progressivamente portato ricercatori ed accademici ad approcciarsi allo studio delle migrazioni tenendo maggiormente in considerazione i differenziali di potere che contraddistinguono l’esperienza di donne e uomini che migrano. La prospettiva di genere si è rivelata, in effetti, una lente innovativa per studiare le nuove forme di esclusione sociale delle società multiculturali e – allo stesso tempo – una categoria analitica indispensabile per comprendere le differenti modalità attraverso cui l’esperienza migratoria si articola con ambiti specifici della vita pubblica e privata di uomini e donne migranti, quali le relazioni intrafamiliari e di coppia (tanto nel contesto d’approdo, quanto a livello transnazionale), la costruzione e l’esercizio della genitorialità e delle pratiche di cura, la partecipazione politica, l’inserimento lavorativo dei migranti, il successo/insuccesso scolastico delle “seconde generazioni”. Per quanto riguarda nello specifico il tema del lavoro, l’utilizzo della lente del genere ha permesso, ad esempio, di cogliere la natura profondamente “gendered” del reclutamento dei lavoratori stranieri in specifici settori occupazionali (Mahler, Pessar 2006) e di cogliere alcuni meccanismi di discriminazione nel mercato del lavoro che producono disuguaglianze di genere e che rendono le donne migranti – in particolare quelle prive di una qualificazione e le madri con figli piccoli – particolarmente vulnerabili. Rispetto agli uomini stranieri e alle donne italiane, le donne migranti sembrano vivere un “doppio svantaggio” o – meglio – una “doppia discriminazione” che deriva essenzialmente dall’essere donne e al tempo stesso immigrate; tale discriminazione produce, da un lato una segregazione in specifici ambiti lavorativi – in particolare, quello della cura – e dall’altro un differenziale salariale (Amadio 2006; Piazzalunga 2011; Parente 2012). Le lavoratrici migranti, inoltre, sembrano vivere sul lavoro condizioni di maggiore precarietà, incertezza e ricattabilità rispetto ai loro partner (Pazzagli 2004; Riccio 2004). La recente crisi economica, sembra avere esasperato queste dinamiche: non solo ha ulteriormente accentuato e reso più evidenti le discriminazioni subite nel mercato del lavoro dai lavoratori di origine straniera in generale e dalle donne migranti in particolare, ma ha anche comportato nuove forme di disuguaglianza che si producono lungo linee generazionali e che interessano anche i giovani di “seconda generazione” qualificati. Se la disoccupazione giovanile è un fenomeno diffuso anche fra i giovani italiani, per i figli dei cittadini stranieri l’inserimento nel mercato del lavoro può rivelarsi un processo ulteriormente complicato; le giovani di origine straniera, in questo senso, sono particolarmente esposte al rischio di una triplice discriminazione che si produce nell’intersezione fra appartenenza etnica, di genere e generazionale. L’Unione Europea ha da tempo assunto come priorità l’inclusione e l’integrazione dei migranti e ha avviato differenti programmi con l’obiettivo di promuovere pari opportunità e la valorizzazione della diversità nel mercato del lavoro. Le azioni di questi programmi spaziano dai percorsi di formazione per la qualificazione dei beneficiari a progetti volti a sostenere l’imprenditorialità sociale attraverso il microcredito. Il presente progetto intende investigare – da una prospettiva antropologica – il fenomeno della discriminazione etnica, di genere e generazionale nel mercato del lavoro e gli interventi d’inclusione sociale volti a contrastarla. La ricerca sarà anche focalizzata sugli interventi di formazione e sui programmi di microcredito portati avanti da istituzioni (pubbliche e del privato sociale) e rivolti in particolare a donne migranti e giovani di origine straniera. La prospettiva di genere sarà la lente privilegiata a partire dalla quale decostruire criticamente, sia i pregiudizi che informano le pratiche di discriminazione etnica, di genere e generazionale nel mercato del lavoro, sia gli stereotipi che possono sottendere gli interventi di integrazione volti a contrastare queste stesse discriminazioni e che possono produrre – sul piano delle pratiche – paradossi sulle traiettorie esistenziali dei/lle beneficiari/e. Particolare attenzione sarà, in effetti, dedicata all’analisi dei processi innescati dalle strategie messe in campo dai servizi per contrastare la discriminazione in ambito lavorativo, prendendo specificatamente in considerazione gli effetti che queste generano nella vita dei/lle beneficiari/e. Gli obiettivi del programma di ricerca Sul piano della ricerca e dell’internazionalizzazione, il programma di ricerca si pone in continuità con il progetto europeo “SAS - Success at School through Volunteering” (2012-2014, responsabile per l’unità di Bologna: Dott.ssa Giovanna Guerzoni) i cui esiti in termini di analisi dei processi che favoriscono l’inclusione scolastica e il reinserimento formativo delle “seconde generazioni” costituiranno un punto di partenza imprescindibile. La ricerca connette l’esperienza sedimentata con il progetto “SAS – Success at School through Volunteering” per le strategie inclusive là sperimentate nei contesti della formazione con il progetto europeo “Di&Di” (2013-2015) dedicato all’inclusione sociale e lavorativa attraverso la formazione di donne e giovani migranti costituendone un’ideale prosecuzione; il responsabile dell’unità di Bologna del progetto “Di&di” è il Prof. Stefano Bianchini, all’équipe del progetto partecipa anche la cattedra di Antropologia Culturale (Dott.ssa Giovanna Guerzoni; Dott.ssa Federica Tarabusi); dal progetto “Di&Di”, il presente programma di ricerca riceve un co-finanziamento. Il presente programma di ricerca intende contribuire al progetto europeo “Di&Di” – il cui obiettivo principale consiste nell’implementazione di strategie d’integrazione nel mercato del lavoro rivolte a donne e giovani migranti – fornendo un contributo teorico-empirico mirato all’analisi dei contesti socioculturali e all’esplorazione – dalla prospettiva dell’antropologia del genere – del tema della discriminazione etnica, di genere e generazionale nel mercato del lavoro vissuta nello specifico da donne migranti. Gli obiettivi ed attività del programma di ricerca sono: 1. La ricostruzione della letteratura socio-antropologica nazionale ed internazionale dedicata all’analisi dei meccanismi che producono disuguaglianze etniche, di genere e generazionali nel mercato del lavoro. 2. Analisi di dati quantitativi secondari finalizzata alla ricostruzione dell’ampiezza del fenomeno delle discriminazioni etniche, di genere e generazionali nel mercato del lavoro emiliano-romagnolo. 3. Un’ampia e rigorosa analisi dei contesti istituzionali in cui si svolgerà la ricerca di campo. Tale analisi rappresenta una tappa fondamentale nella costruzione del percorso di ricerca e si svilupperà a diversi livelli, tenendo in particolare considerazione gli effetti prodotti dalla crisi economica nei diversi setting organizzativi: - analisi delle politiche educative e d’inclusione sociale (nazionali e locali) rivolte ai cittadini stranieri; - analisi delle diverse istituzioni (pubbliche e del privato sociale) che erogano specificatamente servizi di formazione per gli adulti e/o servizi di microcredito nel territorio emiliano-romagnolo, dedicando particolare attenzione alla tipologia delle organizzazioni considerate e ai loro approcci organizzativi; - analisi degli specifici interventi implementati a livello locale e volti a contrastare le disuguaglianze etniche, di genere e generazionali che caratterizzano il mercato del lavoro 4. Confronto fra le “buone pratiche” di orientamento al lavoro e di inclusione lavorativa di donne migranti sperimentate nel contesto emiliano-romagnolo e quelle sperimentate nei paesi europei (Francia, Svizzera, Germania, Bulgaria) coinvolti nel progetto “Di&Di”. 5. Raccolta ed analisi delle rappresentazioni di alcuni interlocutori in grado di offrire un punto di vista privilegiato sull’implementazione delle politiche di inclusione sociale e lavorativa, con particolare riferimento agli interventi di formazione degli adulti e ai programmi di microcredito (formatori, educatori, operatori, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e del privato sociale attivamente coinvolti in iniziative di contrasto alla discriminazione etnica, di genere e generazionale nel mercato del lavoro). Le testimonianze saranno raccolte tenendo in considerazione il background professionale degli interlocutori e saranno analizzate per comprendere come gli attori sociali costruiscono i target dei loro programmi d’intervento e per verificare se – ed eventualmente in che misura – le politiche di inclusione sociale sono informate da stereotipi che riproducono essenzialismi culturali e di genere. 6. Raccolta ed analisi delle rappresentazioni di donne migranti e giovani di origine straniera; fra questi verranno privilegiati/e, in particolare, interlocutrici ed interlocutori che partecipano – o che hanno partecipato in passato – ad alcuni programmi volti a promuovere una maggiore integrazione nel mercato del lavoro. Le testimonianze saranno analizzate, da un lato con l’intento di esplorare etnograficamente le discriminazioni etniche, di genere e generazionali nella loro articolazione quotidiana e di osservare come queste impattano sulle molteplici sfere della vita pubblica e privata degli/lle interlocutori/trici (conciliazione curalavoro, scelte riproduttive, ripensamento del proprio progetto migratorio, etc.); dall’altro lato, l’analisi sarà orientata a verificare se – ed eventualmente in che misura – l’accesso da parte degli/lle interlocutori/trici a programmi specificatamente volti a contrastare le disuguaglianze nel mercato del lavoro abbia favorito processi d’inclusione sociale e processi di empowerment nel contesto d’approdo. 7. Contributo innovativo nell’elaborazione di strumenti di analisi dei processi di discriminazione nel mercato del lavoro. Metodologia della ricerca Il programma di ricerca, sul piano teorico-metodologico, si colloca all’intersezione di diversi filoni di studi e di ricerche (dall’etnografia dei contesti educativi e formativi, all’antropologia dei processi migratori; dall’etnografia delle politiche di inclusione sociale, agli studi di genere e sull’empowerment femminile). In questo senso, verranno privilegiati gli strumenti d’indagine qualitativi che caratterizzano la ricerca etnografica. Lo studio sul campo sarà principalmente svolto attraverso la conduzione di interviste semistrutturate in profondità e focus group rivolti ad interlocutori privilegiati: da un lato, formatori, educatori, operatori, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e del privato sociale attivamente coinvolti in iniziative di contrasto alla discriminazione etnica, di genere e generazionale nel mercato del lavoro; dall’altro, donne e giovani con un background di migrazione che partecipano – o che hanno partecipato in passato – a programmi di formazione o microcredito volti a promuovere maggiore equità nel mercato del lavoro. L’osservazione partecipante costituirà uno strumento d’indagine fondamentale per analizzare e comprendere i contesti istituzionali in cui vengono implementati gli interventi di contrasto alle discriminazioni etniche, di genere e generazionali. Tale strumento verrà utilizzato, in particolare, nei momenti di formazione rivolti alle donne immigrate e ai giovani di origine straniera. I dati registrati nel corso delle interviste in profondità saranno dunque integrati – oltre che con i dati quantitativi secondari – con quelli raccolti attraverso l’osservazione partecipante. Prodotti della ricerca 1. Redazione di un report di ricerca in cui saranno dettagliatamente riportate le attività di ricerca svolte, le metodologie d’indagine utilizzate e l’analisi dei dati qualitativi raccolti attraverso le interviste in profondità ed i momenti di osservazione partecipante. 2. Disseminazione degli esiti della ricerca che saranno discussi in occasione di seminari e convegni sia nazionali che internazionali. 3. Organizzazione di momenti di “resa dei dati” che coinvolgano la rete di stakeholder del territorio, in particolare quelle organizzazioni ed istituzioni (pubbliche e private) interessate al tema delle politiche di inclusione sociale e del lavoro (enti pubblici, imprese del territorio, ecc.). 4. Pubblicazione degli esiti dell’indagine in riviste scientifiche che da tempo si occupano delle tematiche indagate dalla ricerca. Piano di formazione dell’assegnista La formazione all’attività di ricerca sarà mirata ad affinare le competenze dell’assegnista nel campo della ricerca etnografica e a guidarlo, da un lato, nella definizione di strumenti di rilevazione e nella costruzione di un approccio metodologico adeguato alla complessità dell’indagine etnografica e, dall’altro lato, nella costruzione di un apparato teorico e concettuale idoneo ad affrontare le problematiche della ricerca con particolare riferimento all’ambito dei Gender Studies. A tale scopo, il ricercatore parteciperà ai seminari e laboratori organizzati dalla Cattedra di Antropologia Culturale nell’ambito dei quali saranno messe in campo competenze scientifiche di tipo antropologico, discusse problematiche metodologiche proprie della pratica etnografica e forniti diversi contributi sui temi dei processi migratori e delle politiche di inclusione sociale rivolte ai migranti. Il ricercatore parteciperà inoltre ai seminari di ricerca e alle iniziative organizzate dal CSGe (Centro Studi sul Genere e l’Educazione) che dalla sua nascita si occupa in modo specifico di temi inerenti al programma di ricerca, nonché alle riunioni dell’équipe coinvolta nel progetto europeo“Di&Di”. Nel corso della ricerca si effettueranno inoltre diversi incontri con il tutor scientifico, finalizzati a discutere gli esiti dell’indagine e a valutare gli strumenti di analisi utilizzati. Nel corso della ricerca, sarà necessario, infatti, costruire relazioni di fiducia con gli informatori privilegiati, condurre osservazioni mirate nei contesti identificati, individuare i fuochi tematici delle interviste in profondità, raccogliere storie di vita e narrazioni sul campo. La ricerca privilegerà un carattere “applicativo”, innanzitutto sostenendo un dialogo costante tra mondo della ricerca e domande di analisi dei processi dalle istituzioni del territorio e dalle figure professionali in essi coinvolti. Operatori, amministratori e policy makers sollevano difficoltà concrete legate alla propria professionalità, mentre molti studi che sono stati svolti su queste tematiche risultano ancora spesso autoreferenziali. In questa direzione, la ricerca si propone sia di dialogare – visto il “taglio” della ricerca – con il CSGe, sia di offrire delle chiavi di lettura utili per chi quotidianamente si confronta con le implicazioni di un mercato del lavoro discriminante e attraversato dalla crisi economica. In questo senso particolare cura verrà dedicata a momenti di “resa dei dati” che coinvolgano gli stessi interlocutori della ricerca in un processo di analisi condiviso a volto a favorire la riflessività. Bibliografia essenziale Amadio C., La doppia esclusione, in M.I. Macioti, G. Vitantonio, P. Persano (a cura di), in Migrazioni al femminile, vol. 1: Identità culturale e prospettiva di genere, Macerata, EUM, 2006, pp. 171-188. Antonelli F., Guerzoni G., La scuola, la strada, i figli dell’immigrazione, in «Educazione Interculturale. Culture, Esperienze, Progetti», 10, 1, 2012, pp. 59-79. Callari Galli M, Scandurra G., Stranieri a casa. Contesti urbani, processi migratori e giovani migranti, Rimini, Guaraldi, 2009. Colombo E., Semi G. (a cura di), Multiculturalismo quotidiano, Milano, Franco Angeli, 2007. Guerzoni G., Dimensioni culturali del benessere del bambino, in M. Contini, M. Manini (a cura di), La cura in educazione. Tra famiglie e servizi, Roma, Carocci, 2007, pp. 176 - 187. Guerzoni G., Riccio B., Giovani in cerca di cittadinanza. I figli dell'immigrazione tra scuola e associazionismo: sguardi antropologici, Rimini, Guaraldi, 2009. Mahler S.J., Pessar R.P., Gender Matters: Ethnographers Bring Gender from the Periphery toward the Core of Migrations Studies, in «The International Migration Review», 40, 1, 2006, pp, 27-63. Castles S., Miller M. J., L’era delle migrazioni. Popoli in movimento nel mondo contemporaneo, Bologna, Odoya, 2009. Parente M., Donne in movimento: la condizione lavorativa delle donne migranti in Italia, in «Osservatorio Isfol», II, 3, 2012, pp. 139-150. Piazzalunga D., Un doppio svantaggio? Differenziali salariali sulla base del genere e dell’etnia, in «Working Paper Dip. di Economia Cognetti de Martiis», No. 06/2011. Pazzagli I.G., Tarabusi F., Un doppio sguardo. Etnografia delle interazioni tra servizi e adolescenti di origine straniera, Rimini, Guaraldi, 2009. Pazzagli I.G., Immigrazione femminile e servizi, in A. Sgrignuoli, Stereotipi e reti sociali tra lavoro e vita quotidiana. Un’analisi multiculturale della complessità di genere, Rimini, Guaraldi, 2004, pp. 57-82. Riccio B., Le esperienze delle donne migranti nell’ambiente di lavoro e il difficile percorso verso un’organizzazione di sostegno reciproco, in A. Sgrignuoli, Stereotipi e reti sociali tra lavoro e vita quotidiana. Un’analisi multiculturale della complessità di genere, Rimini, Guaraldi, 2004, pp. 83111. 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