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Relazione storico-scientifica curata da
PEPE SRL
Panax Ginseng
La Pianta Imperiale
La storia
Ginseng , in cinese “ Jen-Shen “ ha il significato di: “Radice
Uomo. L’ideogramma pronunciato Jen e’associato al
significato di uomo , mentre shen a quello di radice.
Anche il nome botanico Panax Ginseng, riflette la sua fama di
grandezza.
Infatti ,Panax , dal greco pan-axos , significa letteralmente
“che guarisce tutto”.
Un accenno al Ginseng , lo si ritrova persino nella Bibbia, dove
in un passaggio di Ezechiele si legge : Essi commerciavano in
grano di Minnith e Pan-nang e miele e olio e balsamo.
Intorno al primo incontro tra uomo e ginseng, sono fiorite
diverse leggende, ma il tratto che le accomuna tutte, e’
l’origine divina della pianta.
“La radice di ginseng non e’stata trovata dall’uomo, ma e’
stato trovato l’uomo dalla radice”.
Questo antichisimo detto Cinese spiega molto della
reverenza cui gode il ginseng nella storia orientale.
Le prime notizie in merito risalgono al 3500 A.C. periodo
dell’imperatore Shen Nung, chiamato il Coltivatore Celeste,
nei suoi studi sulle erbe chiamati “Pen-tshao kan mu”, cioe’
insegnamenti sulla comprensione delle erbe.
Le scoperte dell’imperatore Shen Nung vennero riprese ed
ampliate da un’altro imperatore Huang Ti ,nel 2600 A.C.
Con il passare dei secoli , la medicina Cinese si evolveva ed il
Ginseng l’accompagnava .
Troviamo infatti citazioni della pianta in diversi documenti.
Nel 200 A.C. l’imperatore Cho-Chi-Clu, in uno dei suoi scritti,
descrive il Ginseng come un rimedio per guarire ogni sorta di
malattie , ristabilendo il normale equilibrio dell’organismo.
Dal settimo al decimo secolo la dinastia T’Ang lo elegge alla
dignita’ di “Pianta imperiale” .
Circa un secolo dopo , intorno all’anno 1000 , la dinastia
Sung stabili’ che il suo valore era pari al suo peso in argento.
Settecento anni dopo l’imperatore K’ang-hsi invio’ 10.000
soldati tartari , a cercare ginseng, ordinando loro che ognuno
gli portasse non meno di due kati ( 1 Kg circa) della migliore
qualita’ed autorizzando la vendita della restante parte per il
suo peso in argento.
Si deve attendere il 1771 perche’ il ginseng si diffonda nei
circoli medici Europei, grazie ad un Gesuita e ad un
imperatore progressista K’Ang-hsi.
Quest’ultimo nutrendo molta stima per l’erudizione dei
Gesuiti, affido’ a Padre Jartroux, l’incarico di procurarsi alcune
carte topografiche della Cina centrale.
Il viaggio a cavallo del povero gesuita ,attraverso impervie
rotte della sconfinata Cina centrale , fu’lungo ed estremament
duro .
Fu’ proprio durante un trasferimento particolarmente arduo,
che padre Jartoux si senti’ esausto e privo di forze tanto da
non reggersi piu’in groppa al suo cavallo.
Ma un fatto “miracoloso “, cosi’da lui descritto, avvenne.
La sua guida gli offri’ un pezzo di una strana radice da
masticare.
Nel giro di un’ora la stanchezza scomparve e pote’ continuare
il viaggio con rinnovata energia.
Di li’ a poco egli stesso scrisse alla Royal Society di Londra ,
descrivendo gli effetti di questa poderosa radice , chiamata
dai tartari “Orhota” cioe’ Capo delle piante.
Dopo qualche anno il ginseng entro’ di diritto per la prima
volta in una farmacopea ufficiale,
Non c’e’stata pianta piu’ preziosa del ginseng in tutto
l’estremo oriente . Sono state combattute vere e proprie
guerre per il possesso delle foreste,in cui cresceva
spontaneamente. Un imperatore Tartaro fece erigere una
enorme palizzata, attorno ad un’intera provincia, a difesa del
suo ginseng.
I bracconieri venivano puniti con la pena di morte per il furto
della pianta imperiale, e cio’ nonostante , considerato l’alto
prezzo pagato per la radice, essi venivano indotti a sfidare la
morte .
Si dovra’ attendere la seconda meta’ del diciottesimo secolo
per iniziare la coltivazione di questa preziosa pianta sino
allora selvatica.
I primi, forse favoriti dal favorevole fattore climatico, furono i
Coreani.
La maggior esperienza acquisita cosi’ nel tempo, ha
permesso loro di diventare oggi, i maggiori coltivatori al
mondo di Ginseng.
La botanica
Il panax Ginseng appartiene alla famiglia delle “ Araliacee”ed
e’ una pianta perenne e decidua , vale a dire che le foglie
muoiono ogni autunno e rinascono in primavera.
Allo stato selvatico le piante crescono a gruppi, propagandosi
dai semi caduti dalla pianta madre.
Quando cresce naturalmente il seme del ginseng germoglia
all’inizio della primavera, dopo essere rimasto sotto terra da
18 a 21 mesi, un tempo di germinazione incredibilmente
lungo.
Ma anche I tempi di crescita non sono brevi. Il primo anno di
germoglio rimane a soli 5 centimetri da terra e porta
solamente tre piccole foglie ovali e dentellate.In autunno lo
stelo e le foglie cadono, lasciando una sorta di cicatrice sul
rizoma della pianta.
Il rizoma e’una specie di fusto sotterraneo , che nel ginseng si
definisce “Collo”.Contando il numero di cicatrici sul collo della
radice si puo’ risalire all’eta’ della pianta .
Al terzo anno di crescita la pianta raggiunge solo circa 20
cm e porta tre gruppi di foglie , ciascuno formato da cinque
foglie ( quinquefolium)
Al quarto anno raggiunge i 40 cm con cinque gruppi di
foglie.
La radice del ginseng ,carnosa e fusiforme , di colore giallo
paglierino, con un caratteristico sapore amarognolo, e’
caratterizzata dall’avere varie forme: drago ,bambino e uomo,
questa e’ considerate la piu’ pregiata.
La radice del panax ginseng e’ commestibile come le carote
o i ravanelli..
Esistono al mondo alcune varieta’ di Ginseng , classificate in
una tabella dal Professor Hara.
In linea generale la specie piu’ preziosa e’ il “ Panax Ginseng
C.A. Meyer (jen-Sheng), proveniente dalla Cina.
Se ne conoscono alter specie come il Panax Ginseng Coreano
o come il Panax pseudoginseng ( a sette foglie) ritrovabile in
Nepal, nell’Himalaia ed in Giappone.
Altre specie esistenti sono il Panax bipinnafitidum in
Thailandia ed in Bimania ed il Panax Americano
quinquefolium in America.
Le Proprieta’
Come detto precedentemente nel breve escursus storico , a
questa radice sono stati attribuiti dei poteri quasi di origine
divina.
Alla luce di accurati studi clinici e tossicologici possiamo
confermare tale voce tramadataci dalla storia, affermando che
il Panax Ginseng racchiude nella sua radice vastissime
potenzialita’ benefiche.
In generale la sua capacita’di ripristinare e regolare il giusto
equilibrio dinamico del nostro organismo, accrescendo
l’adattamento ai cambiamenti ambientali , fa del Ginseng il
piu’ efficace “Adattogeno naturale“ esistente al mondo.
L’uomo , grazie ad un complicatissimo meccanismo di
equilibrio fisiologico, sempre in attivita’, chiamato
“omeostasi”, e’ in grado di mantenere un ambiente costante
all’interno del proprio corpo, che gli permette di adattarsi a
qualsiasi variazioni si verifichi all’esterno.
Per comprendere al meglio il concetto di “omeostasi”, e di
“adattogeno” osserviamo cosa avviene in un corpo umano,
che si trovi in una situazione di pericolo, definita “lotta o
fuggi”,come ad esempio sotto minaccia di un’aggressore.
Diciamo subito che questa e’ una situazione di “stress”, a
seguito della quale si scatenano una serie di meccanismi di
autodifesa fisiologici , con l’obbiettivo di ottimizzare i
processi vitali fondamentali.
Le pulsazioni cardiache accellerano e la pressione sanguigna
aumenta per portare piu’ ossigeno ai muscoli,
L’udito e l’olfatto si fanno piu’acuti e le pupille si dilatano per
raccogliere piu’ informazioni.
Il respire diventa piu’ rapido , alla ricerca di maggior
quantita’ di ossigeno e la pelle piu’ pallida e fredda a causa di
una vasocostrizione per ridurre la percezione al dolore o il
sanguinamento in caso di ferite.
La sudorazione aumenta per mantenere sotto controllo il
calore prodotto da una intenso esercizio muscolare ed il
sangue viene momentaneamente dirottato dallo stomaco e
l’intestino verso il cervello.
E’l’ipotalamo ad occuparsi della gestione ormonale legata
all’equilibrio di questi complessi meccanismi.
Questo avviene mediante la produzione, da parte della
ghiandola pituitaria di un ormone neurotrasmettitore ,
l’ACTH, Questo ormone ordina tutte le variazioni necessarie,
attraverso la stimolazione di altri organi bersaglio deputati
alla produzione di ulteriori ormoni.
Questa autodifesa , terminera’ nel momento in cui la
situazione di pericolo verra’ a mancare e tutti i meccanismi
fisiologici ritorneranno in una situazione di normalita’.
Tale meccanismo di adattabilita’ alle condizion esterne, in
grado di mantenere un ambiente costante all’interno del
nostro organismo e’ definito “omeostasi” .
Un fattore in grado di favorire questo meccanismo ed il suo
fisiologico ritorno alla normalita e’ definito un “adattogeno”
I problemi cominciano quando l’organismo non ha il tempo o
il modo di rilassarsi , ed i meccanismi prima descritti non
solo non cessano, ma continuano ad aumentare.
In tali condizioni si parlera’ non piu’ di stress positivo o
fisiologico, ma di stress negative, in grado di causare: astenia
,affaticamento ,esaustione, che si tradurranno nel medio
lungo termine in seri problemi di salute.
Tutti gli esperimenti svolti per studiarne gli effetti e
l’efficacia, indicano che il ginseng, lungi dall’agire sulla
corteccia cerebrale come un qualsiasi stimolante ma agisce
invece sui centri che controllano l’omeostasi , situati nella
parte inferiore o “viscerale” del cervello, rendendo la risposta
ormonale agli stimuli esterni piu’ efficace, grazie ad i suoi
componenti
attivi : I Ginsenoidi.
Il ginseng rende cosi’ l’organismo piu’ resistente, riducendo i
danni conseguenti ad ogni tipo di battaglia, sia a causa di
agenti patogeni sia di situazioni di stress negativo.
Infatti piu’ che curare malattie specifiche , svolge la sua
attivita’ ripristinando una giusta “omeostasi” normalizzando
eventuali disfunzioni.
In generale le proprieta’del Ginseng possono cosi’ essere
riassunte
1 Accresce la resistenza alle infezioni ed alle malattie
2 Migliora le condizioni fisiche generali e prolunga la vita
3 Migliora la capacita’ di sforzo mentale
4 Riduce l’affaticamento ed accresce il vigore
5 Migliora la capacita’ visiva.
Alcuni test di laboratorio
Molti test sulle proprieta’ benefiche del Ginseng hanno dato
risultati sorprendenti.
Uno dei primi, in particolare,svolto nel 1948 in Russia dal
Dott. Brekman, lascio’ lo sperimentatore letteralmente senza
fiato.
Ad un gruppo di cento militari di leva, venne chiesto di fare
una corsa su di un percorso di tre kilometri.
Qualche ora prima a cinquanta di essi venne somministrato
un cucchiaio di estratto di ginseng, mentre all’altra meta’ un
cucchiaio di acqua e aromi.
Tutti i militari che avevano ingerito l’estratto arrivarono con
un’anticipo medio di un minuto sul gruppo che aveva ricevuto
solo acqua.
Da quel primo esperimento, cosi’ incoraggiante, ne
seguirono numerosi in tutto il mondo.
Un secondo, molto interessante fu’ svolto dal dott. Medvedev
, sempre in Russia, su un campione di 32 radiooperatori tra i
21 ed i 23 anni.
Anche in questo caso il risultato fu’ sorprendente , infatti il
ginseng aveva mostrato di influenzare non il numero di
caratteri trasmessi, ma bensi’ il numero degli errori dovuti
alla stanchezza, notevolmente minori nel gruppo trattato con
Ginseng.
Altri test interessanti , rivolti a dimostrare una efficacia nel
campo dell’ipertenzione e dell’arteriosclerosi, hanno rilevato
risultati confortanti.
Il dott. Popov , ad un paziente di 56 anni, con un tasso di
colesterolo medio di 350 mg/dl e che soffriva da anni di
ipertenzione refrattaria ai farmaci , somministro’ per un mese
l’estratto di ginseng due volte al giorno. Alla fine del mese di
cura il tasso di colesterolo si era normalizzato, la pressione
era rientrata nella norma e con sorpresa anche il precedente
leggero diabete era scomparso.
Un’altro test clinico, svolto in Corea dal Dott K.H.Koo, ha
dimostrato l’efficacia del ginseng nel trattamento dell’epatite
B, e nella prevenzione della sua cronicizzazione , attraverso la
normalizzazione di diversi enzimi epatici.
Anche nel contrastare l’invecchiamento il ginseng ha mostrato
nei test , notevole efficacia .
Molte delle patologie esistenti negli anziani, possono essere
riconducibili ad un deterioramento fisico e mentale che
l’invecchiamento comporta.
Anche se non ancora chiarito, nel meccanismo dell’
invecchiamento sicuramente hanno un ruolo rilevante
l’azione dei “Radicali Liberi” .
Queste sono sostanze prodotte da reazioni biochimiche che
avvengono all’interno del nostro organismo.
Esse hanno un notevole potere ossidante ed a contatto con
le molecole cellulari ne provocano il danneggiamento e la
distruzione .
Nel ginseng sono stati isolati dei componenti con forte potere
antiossidante, (composti fenolici e poliacetilenici ) in grado di
contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi ed in generale
degli ossidanti tissutali.
In ultima analisi ,l’assunzione di ginseng e’ risultata sicura.
Approfonditi test tossicologici, hanno infatti rilevato che
questa radice, ed il suo estratto, non sono in grado di
provocare alcun effetto collaterale , nocivo per l’organismo
umano.
Pepe srl
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