I gruppi sanguigni
Il gruppo sanguigno è una delle numerose caratteristiche di un individuo e viene classificato tramite
la presenza o l'assenza di antigeni (sostanze che, introdotte nell’organismo, provocano la
formazione di anticorpi) sulla superficie dei globuli rossi. I gruppi sanguigni sono determinati
geneticamente e sono classificabili con numerosi sistemi, il più noto è il sistema AB0
accompagnato dal fattore Rh.
Il sistema AB0
Questo sistema formulato nel 1901 Karl Landsteiner (biologo e fisiologo austriaco che per questo suo
elaborato vinse il premio Nobel nel 1930) Individua 4 tipi diversi di gruppo sanguigno: A, B, AB, 0.
Questi "gruppi" sono formati dalle persone il cui sangue è compatibile e che quindi lo possono
scambiare tra di loro senza reazioni avverse.
- Soggetti del tipo 0 (da leggere "zero", come la cifra 0) non hanno antigeni e possiedono anticorpi
diretti contro gli antigeni del gruppo A e B.
- Soggetti del tipo A hanno l'antigene A e anticorpi anti-B, quindi non possono ricevere sangue del
gruppo B.
- Soggetti del tipo B hanno l'antigene B e anticorpi anti-A, quindi non possono ricevere sangue di
gruppo A.
- Soggetti del tipo AB hanno gli antigeni A e B, mentre non possiedono anticorpi anti-A e anti-B,
quindi possono ricevere il sangue dagli altri gruppi, ma non possono donare il sangue se non a
soggetti dello stesso gruppo.
La determinazione del gruppo sanguigno di appartenenza è fondamentale per evitare che le
trasfusioni siano incompatibili. La trasfusione tra gruppi sanguigni incompatibili comporta dei
fenomeni di agglutinazione che possono portare a morte.
La frequenza dei 4 gruppi sanguigni appare diversa nelle popolazioni dei vari continenti. In Europa
la percentuale media di soggetti appartenenti ai diversi gruppi è la seguente:
40% del gruppo 0,
40% del gruppo A,
15% del gruppo B
5% del gruppo AB.
Rigetto
Organi: Il rigetto rappresenta una reazione dell’organismo contro qualcosa che non riconosce come
proprio. L’organo trapiantato viene riconosciuto come un “corpo estraneo” dal sistema immunitario
e pertanto viene attaccato per essere distrutto: da qui l’importanza dell’assunzione dei farmaci
immunosoppressori (Gli immunosoppressori vengono impiegati per controllare la reazione di
rigetto e sono i principali responsabili del buon esito del trapianto. Tuttavia, questi farmaci
sopprimono tutte le reazioni immunologiche, rendendo così le infezioni a decorso la principale
causa di morte nei riceventi di trapianto), che bloccano l’attacco del sistema immunitario all’organo
trapiantato.
Sangue: Il sangue trasfuso da una persona ad un’altra agisce sul sistema immunitario stimolando
diverse reazioni di difesa dell’organismo. Dalla complessità del sangue, può derivare il rigetto del
liquido ematico trasfuso. Infatti anche il sangue viene avvertito, dal sistema immunitario del
paziente ricevente, come un corpo estraneo. Cosicché, il sangue può compromettere gravemente il
sistema immunitario del paziente trasfuso Ne consegue che alla riduzione funzionale del sistema
immunitario corrisponde un’inevitabile aumento delle probabilità di contrarre malattie. Inoltre, un
sistema immunitario compromesso da trasfusione di sangue è incapace di difendere l’organismo
dalle infezioni ciò significa che i pazienti trasfusi hanno più probabilità di contrarre infezioni.
Il fattore Rh
Sebbene chiamato “fattore”, la terminologia più corretta prevede che si parli anche in questo caso di
“sistema”. Anche in questo caso si parla di una proteina presente o meno sulla superficie delle
emazia. Se la proteina è presente si parla di Rh positivo (Rh+), se è assente si parla di Rh negativo
(Rh-). Il nome di questa proteina deriva dal tipo di scimmia in cui fu individuato per la prima volta
nel 1941 da Landsteiner e Wiener. Questi studiosi nel corso di ricerche comparative sul sangue
dell'uomo e di alcune scimmie constatarono, dopo aver effettuato ripetutamente iniezioni di sangue
di Macaco Rhesus (da qui il nome Rh) nel sistema circolatorio di coniglio, che il siero di
quest'ultimo, messo a contatto con il sangue umano, agglutinava i globuli rossi dell'85% degli
individui di razza bianca. Questo agglutinogeno fu detto fattore Rhesus e l'85% di individui bianchi
le cui emazie vengono agglutinate da tale fattore sono detti Rh+ mentre l’altro 15%, Rh-. Quando si
effettua in laboratorio la determinazione del gruppo sanguigno, nel fenotipo questa proteina viene
indicata con la lettera D (maiuscola se presente, minuscola se assente). A differenza del sistema
AB0, le persone Rh-negativo (che non hanno cioè tale proteina sulla superficie dei propri globili
rossi) sviluppano un anticorpo diretto contro questo antigene solo in seguito a contatto con
l'antigene D. La presenza o meno di questo antigene è fondamentale in gravidanza quando la madre
sia Rh negativo e il feto Rh positivo. La trasfusione di sangue, oltre al gruppo, deve considerare
anche il sistema Rh, come segue:
può donare a
Rh positivo
Rh positivo e Rh negativo
Rh positivo
Rh negativo
può ricevere da
Rh positivo e Rh negativo
Rh negativo
Alla luce di quanto sopra è facile capire che un donatore 0 negativo può donare sangue qualsiasi
gruppo sia positivo che negativo, mentre può ricevere sangue solo da un donatore 0 negativo,
mentre un donatore 0 positivo può donare a qualsiasi soggetto, purchè Rh+, ma può ricevere da
qualsiasi donatore 0. Il soggetto AB+ può donare solo ai soggetti AB+ ma può ricevere sangue da
qualsiasi gruppo sia positivo che negativo.
Distribuzione dei gruppi nel mondo
La distribuzione nella popolazione varia a seconda delle diverse zone del mondo. Ad esempio nei
nativi sudamericani si riscontra il 100% di sangue di gruppo O. Per quanto riguarda l'Europa e Nord
America dominano rispettivamente i gruppi A e O, mentre nell'Asia centrale è molto abbondante il
gruppo B. Per quanto riguarda l'Italia troviamo che nelle regioni centrali e settentrionali domina il
gruppo A, riscontrabile nel 45% circa della popolazione, mentre nell'Italia meridionale troviamo più
varietà di gruppi (circa O 40%, A 20% B 30% AB 10%). La media nazionale si attesta attorno al
40% di persone di gruppo O, 36% di gruppo A, 17% di gruppo B e 7% di gruppo AB. In Europa è
relativamente facile trovare individui con Rh negativo, ragion per cui tale tendenza si è poi nel
corso dei secoli diffusa in altri continenti come America e Africa.