Dott.ssa Claudia Braun, Ricerca sul coinvolgimento dei Cittadini in Sanità, Dipartimento di Oncologia
Dott. Maurizio D'Incalci, Responsabile Laboratorio di Famacologia Antitumorale
Istituto Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano
Trascrizione dell’intervento al 2° Incontro Nazionale A.I.G.
“I GIST: parlandone con i pazienti.”
Milano, 21 febbraio 2009
Interazione tra farmaci
Partiamo cercando di capire cosa succede ad un farmaco quando entra in un organismo: una
compressa quando viene inghiottita arriva nello stomaco e nell’intestino, in parte viene eliminata
subito ed in parte viene assorbita, tramite la vena-porta arriva al fegato dove viene metabolizzata;
una parte viene eliminata attraverso la bile, invece gran parte arriva al circolo sistemico e da qui
arriva ai tessuti dove svolge il proprio effetto; dai tessuti, il farmaco torna al sangue e può essere
eliminato per via renale oppure può tornare al fegato per essere di nuovo trasformato e tramite la
bile eliminato; parte del farmaco, comunque può tornare in circolo attivo.
Quando ci sono due farmaci che vengono introdotti nell’ organismo possiamo avere un’interazione
che ha come effetto un aumento o una riduzione dell’attività di uno o entrambi farmaci; queste
interazioni possono avvenire
 a livello dell’assorbimento,
 a livello del metabolismo
 a livello dell’eliminazione.
Alcuni esempi d’interazione farmacologia:
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durante l’assorbimento, la presenza di cibo può interferire con l’assorbimento dei farmaci;
questo può portare anche ad un giovamento (per esempio nel caso dell’ Aspirina: la presenza
di cibo può evitare che si formino dei buchi nel tessuto gastrico);
ci sono poi dei casi in cui alcuni farmaci possono interferire con l’eliminazione degli altri
farmaci (come ad esempio, l’uso di alcuni diuretici);
la maggior parte delle interazioni farmacologiche però, avviene a livello del metabolismo:
ci sono alcune sostanze che possono inibire o indurre gli enzimi che sono responsabili del
metabolismo di un farmaco.
Quando un farmaco deve essere metabolizzato, si lega all’enzima che lo trasforma e lo può
mantenere attivo oppure lo può rendere inattivo. Ci sono molti farmaci che interagiscono con lo
stesso enzima, portando a un effetto di inibizione (cioè aumenta la quantità attiva di farmaco
nell’organismo) o induzione (cioè si riduce la quantità attiva del farmaco, che può essere meno
efficace).
Quali farmaci possono interagire con Glivec o con Sutent
Nel caso dell’influenza, la maggior parte dei medici prescriverà il Paracetamolo e questo farmaco
interferirà sia con Glivec, sia con Sutent; il problema non è legato al dosaggio di questi due farmaci
ma è legato al dosaggio della Tachipirina (Paracetamolo). Infatti, sia Glivec che Sutent, bloccano
un enzima che è responsabile della trasformazione in un composto più facilmente eliminabile del
Paracetamolo e quindi la quantità di Paracetamolo eliminato è ridotto: questo può portare a
problemi di accumulo di questo farmaco. Sarebbe necessario, se proprio non si può usare altro,
ridurre le dosi di Paracetamolo oppure aumentare il tempo tra l’assunzione di una compressa e
quella successiva.
Un altro caso è quello dell’utilizzo degli antibiotici per faringiti, laringiti, bronchiti ed alcune
infezioni cutanee. Anche in questo caso, questi antibiotici interferiscono con Glivec e Sutent, in
particolare inibiscono un enzima e determinano un aumento della quantità di Glivec e Sutent
nell’organismo. In questi casi sarebbe meglio ridurre il dosaggio di Glivec e Sutent, d’accordo con
l’oncologo curante.
Un altro caso è quando viene prescritto il farmaco Desametazone, che è un cortisonico: anche
questo farmaco interferisce con Glivec e Sutent, induce un enzima e riduce la quantità attiva
nell’organismo di questi due farmaci. Anche in questo caso sarebbe necessario aumentare le dosi di
Glivec e Sutent, d’accordo con l’oncologo curante.
Nel caso in cui alcune persone abbiano una micosi, i medici tenderanno a prescrivere degli
antimicotici come Itraconazolo e Ketoconazolo i quali inibiscono un enzima e fanno aumentare
l’esposizione a Glivec e a Sutent. In questo caso sarebbe necessario ridurre le dosi di questi ultimi.
Alcune persone soffrono di ipercolesterolemia e a queste possono essere prescritte le statine.
Tutte le statine inibiscono un enzima ed aumentano la quantità di farmaco attivo nell’organismo, in
questo caso sarebbe necessario ridurre le dosi di Glivec.
Altro caso è quello dell’ipotiroidismo, dove solitamente viene prescritta Levotiroxina che
interferisce con Glivec: in questo caso Glivec può far diminuire l’efficacia della Levotiroxina e
quindi peggiorare la sintomatologia dell’ipotiroidismo. In questa situazione sarebbe meglio
aumentare il dosaggio di Levotiroxina. (La Levotiroxina si trova anche nel Somatoline che è una
crema molto utilizzata, soprattutto dalle donne, per ridurre la cellulite: anche in questo caso,
l’azione della Levotiroxina potrebbe essere molto diminuito).
Altre interazioni farmacologiche, ad esempio per inibizione enzimatiche, avvengono ad opera di
farmaci che vengono utilizzati nel trattamento del HIV e quelli del trattamento per l’epilessia: in
queste situazioni, andrebbero diminuite le dosi di Glivec; altro caso d’induzione enzimatica è dato
dai farmaci che vengono impiegati nel trattamento della tubercolosi. Ci sono poi dei casi nei quali è
il Glivec che interagisce farmacologicamente con altri farmaci; in particolare, possiamo avere
un’inibizione enzimatica nel metabolismo del Pimozide, utilizzato nel trattamento della Psicosi e
della Schizofrenia. Una inibizione enzimatica avviene con l’uso del farmaco Coumadin
(anticoagulante orale) utilizzato nel trattamento e nella prevenzione delle trombosi: in questo caso
sarebbe meglio non utilizzare il Coumadin, ma ricorrere ad altri farmaci che hanno lo stesso
effetto.
Molti farmaci utilizzati per il trattamento dell’ipertensione possono subire interazione
farmacologica da parte di Glivec. Elitriptan, che viene utilizzato nel trattamento preventivo
dell’emicrania, può subire un’inibizione enzimatica. Infine nel caso di nausea e vomito
postoperatorio, può essere prescritto Emend, che può subire un interazione da parte di Glivec e
quindi si può accumulare nel paziente. L’ultimo caso è quello del trattamento con Ciclosporina,
utilizzato nel rigetto del organo trapiantato.
Glivec può interagire con le erbe della medicina alternativa. La più comune e nota interazione è
quella con l’iperico che è contenuto, oltre che in composti fitoterapici, anche in un prodotto da
banco: il Melasinup. L’iperico interagisce con Glivec e con Sutent e, in particolare, induce
l’enzima e riduce la quantità di farmaco attivo nell’organismo, quindi è meglio non utilizzare
derivati dell’iperico o usarli con cautela.
Ci sono cibi particolari che interagiscono con Glivec e Sutent come il succo di pompelmo che
inibisce un enzima e determina un aumento della quantità attiva del farmaco nell’organismo quindi
è meglio evitare di mangiare pompelmo durante la terapia cronica. Riguardo al caffè, invece, non
sono state segnalate interazioni con nessuno dei due farmaci. Naturalmente consigliamo di
consumarlo con moderazione.
Concludendo: usate altri farmaci con cautela oltre a quelli della terapia. Consultatevi sempre col
vostro medico curante o con l’oncologo, soprattutto quando si assumono farmaci da banco o altri
composti a base di erbe; se si assumono altri farmaci, controllare se succede qualcosa di anomalo o
inaspettato e, nel caso, avvertire il medico o il farmacista che provvederà a compilare la scheda di
segnalazione che arriverà al Ministero della Salute. Se i casi saranno numerosi andranno a far parte
del foglietto illustrativo. Grazie
Domande dal pubblico:
Domanda: La caffeina o la teina interferiscono con l’azione dei farmaci?
Risposta: Il consiglio è stato sempre quello di essere cauti con la caffeina, soprattutto in pazienti
GIST, che di solito prendono il caffè decaffeinato o il caffè d’orzo. La caffeina fa aumentare il
metabolismo dei farmaci, però se assunta in modica quantità (uno o due caffè al giorno) non è
dannosa.
Domanda: Mi è stato vietato di bere caffè prima che siano trascorse 4 ore dall’assunzione del
farmaco.
Risposta: E’ un criterio prudenziale nato sulla base teorica che gli stessi enzimi metabolizzano sia
la caffeina, sia Glivec. Tuttavia sarebbe necessario arrivare a quantità elevate di caffeina per avere
quella che noi chiamiamo “saturazione” (cioè l’enzima non è più disponibile per metabolizzare il
farmaco, perché sta metabolizzando la caffeina).
Domanda: Il problema dell’interazione che provoca il pompelmo può riguardare gli altri agrumi?
Risposta: No, solo il pompelmo. Bere succo di pompelmo una volta ogni tanto non è dannoso, ma
un uso quotidiano del pompelmo può dare problemi.
Domanda: E gli alcolici ? Non sono stati nominati …
Risposta: Un minimo va bene: come per il caffè, è necessario farne uso moderato.
Dr. D’Incalci
Vorrei aggiungere un concetto sulla medicina alternativa.
Spesso non si sa cosa contengano esattamente questi preparati, per cui ci possono essere delle
sostanze naturali che inducono il metabolismo e che possono alterare la distribuzione dei farmaci
come Glivec e Sutent. Gli effetti possono essere molteplici e potrebbero danneggiare l’uso di
farmaci attivi come quelli che prendete voi. In linea di massima è bene essere molto prudenti con
l’uso contemporaneo delle terapie oncologiche e dei preparati a base di erbe. Sicuramente non
dovete pensate che i prodotti naturali e i fitofarmaci che si prendono in erboristeria siano delle
sostanze innocue. In molti casi possono non arrecare alcun danno, ma in altri possono produrre
alterazioni ed è quindi molto importante evitare queste interazioni.
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