NELLA SPERANZA SIAMO STATI SALVATI Veglia di preghiera per

NELLA SPERANZA SIAMO STATI SALVATI
Veglia di preghiera per Benedetto XVI, per la Chiesa e per il nuovo Papa
Canto iniziale: Veni Creator Spiritus
Veni, creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.
Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.
Tu septifórmis múnere,
déxtræ Dei tu dígitus,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.
Accénde lumen sénsibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.
Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.
Per te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.
Saluto del Presidente
Le parole del Papa (10 febbraio 2013)
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui
avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore
Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua
bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto
mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla
preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
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Preghiera corale
T.
Riempici di te, o Spirito Santo,
come ti compiaci di colmare tutti coloro che si aprono alla tua venuta.
Riempici per compiere in noi una vera conversione
così che diventiamo uomini nuovi.
Riempici di te stesso, del dono di Dio.
Riempici della tua presenza e fa’ del nostro essere il tuo santuario.
Riempici della tua luce così da far sorgere in noi pensieri nuovi, più elevati.
Riempici della tua vita
in modo che possiamo vivere nella nostra esistenza umana la vita divina.
Riempici del tuo amore in modo che tutto il nostro agire
si riduca ad amare nella misura eccessiva con la quale Dio ci ama.
Riempici pienamente, in tutte le nostre facoltà
e secondo tutta la capacità che abbiamo di riceverti.
Riempici incessantemente, aumentando il tuo influsso su di noi,
facendo crescere in noi la santità.
Riempici della tua gioia, del tuo ardore, della tua ebbrezza
e colma tutta la Chiesa della tua unità.
Amen.
(J. Galot)
P.
Preghiamo:
O Dio, che nel disegno della tua sapienza
hai edificato la tua Chiesa sulla roccia di Pietro,
capo del Collegio apostolico,
guarda e sostieni il papa emerito Benedetto XVI:
tu che lo hai scelto come successore di Pietro,
accogli l’umile richiesta del tuo Servo
di continuare a servire la tua Chiesa nascosto al mondo.
Manda il tuo Santo Spirito, perché soffi e gonfi le vele,
sospingendo più al largo la barca fragile della Chiesa.
Ti preghiamo per il nuovo successore di Pietro,
perché sia per il tuo popolo principio e fondamento visibile
dell’unità nella fede e della comunione nella carità.
Te lo chiediamo per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
T.
Amen.
Dal discorso di Benedetto XVI al Convegno di Verona
Ci sosteniamo gli uni gli altri e soprattutto il Signore stesso guida e sostiene la fragile
barca della Chiesa. Ritorniamo così al punto da cui siamo partiti: decisivo è il nostro
essere uniti a Lui, e quindi tra noi, lo stare con Lui per poter andare nel suo nome (cfr
Mc 3,13-15). La nostra vera forza è dunque nutrirci della sua Parola e del suo Corpo,
unirci alla sua offerta per noi... adorarlo presente nell’Eucaristia: prima di ogni attività
e di ogni nostro programma, infatti, deve esserci l’adorazione, che ci rende davvero
liberi e ci dà i criteri per il nostro agire.
Nell’unione a Cristo ci precede e ci guida la Vergine Maria, tanto amata e venerata in
ogni contrada d’Italia. In Lei incontriamo, pura e non deformata, la vera essenza della
Chiesa e così, attraverso di Lei, impariamo a conoscere e ad amare il mistero della
Chiesa che vive nella storia, ci sentiamo fino in fondo parte di essa, diventiamo a
nostra volta “anime ecclesiali”, impariamo a resistere a quella “secolarizzazione
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interna” che insidia la Chiesa nel nostro tempo, in conseguenza dei processi di
secolarizzazione che hanno profondamente segnato la civiltà europea.
Eleviamo insieme al Signore la nostra preghiera, umile ma piena di fiducia, affinché la
comunità cattolica italiana, inserita nella comunione vivente della Chiesa di ogni luogo
e di tutti i tempi, e strettamente unita intorno ai propri Vescovi, porti con rinnovato
slancio a questa amata Nazione, e in ogni angolo della terra, la gioiosa testimonianza
di Gesù risorto, speranza dell’Italia e del mondo.
Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe
la notte è scura, la casa è lontana
conducimi tu, luce gentile.
1L Dal commento di Benedetto XVI alla Via crucis al Colosseo (2005)
Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare
alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva
verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo
debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento
della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte
celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua
Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole
vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel
sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta
autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale
egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione.
Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è
certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci
rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison –
Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).
Tu guida i miei passi, luce gentile
non chiedo di vedere assai lontano
mi basta un passo solo il primo passo
conducimi avanti, luce gentile.
2L Dalla Enciclica “Deus caritas est” (2005)
Dio si è fatto visibile: in Gesù noi possiamo vedere il Padre (cfr Gv 14, 9). Egli ci
viene incontro, cerca di conquistarci - fino all’Ultima Cena, fino al Cuore trafitto sulla
croce, fino alle apparizioni del Risorto e alle grandi opere mediante le quali Egli,
attraverso l’azione degli Apostoli, ha guidato il cammino della Chiesa nascente. Anche
nella successiva storia della Chiesa il Signore non è rimasto assente: sempre di nuovo
ci viene incontro - attraverso uomini nei quali Egli traspare; attraverso la sua Parola,
nei Sacramenti, specialmente nell’Eucaristia. Nella liturgia della Chiesa, nella sua
preghiera, nella comunità viva dei credenti, noi sperimentiamo l’amore di Dio,
percepiamo la sua presenza e impariamo in questo modo anche a riconoscerla nel
nostro quotidiano.
Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe
la notte è scura, la casa è lontana
conducimi tu, luce gentile.
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3L Dalla Enciclica “Spe salvi” (2007)
« SPE SALVI facti sumus » – nella speranza siamo stati salvati, dice san Paolo ai
Romani e anche a noi (Rm 8,24). La « redenzione », la salvezza, secondo la fede
cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è
stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo
affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto
ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri,
se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. Ora, si impone
immediatamente la domanda: ma di che genere è mai questa speranza per poter
giustificare l’affermazione secondo cui a partire da essa, e semplicemente perché essa
c’è, noi siamo redenti? E di quale tipo di certezza si tratta?
Non sempre fu così, te non pregai
perché tu mi guidassi e conducessi
da me la mia strada io volli vedere
adesso tu mi guidi, luce gentile.
4L Dalla Enciclica “Spe salvi” (2007)
Voi non dovete « affliggervi come gli altri che non hanno speranza » (1 Ts 4,13).
Anche qui compare come elemento distintivo dei cristiani il fatto che essi hanno un
futuro: non è che sappiano nei particolari ciò che li attende, ma sanno nell’insieme che
la loro vita non finisce nel vuoto. Solo quando il futuro è certo come realtà positiva,
diventa vivibile anche il presente. Così possiamo ora dire: il cristianesimo non era
soltanto una « buona notizia » – una comunicazione di contenuti fino a quel momento
ignoti. Nel nostro linguaggio si direbbe: il messaggio cristiano non era solo «
informativo », ma « performativo ». Ciò significa: il Vangelo non è soltanto una
comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce
fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha
speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova.
Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe
la notte è scura, la casa è lontana
conducimi tu, luce gentile.
5L Dalla Enciclica “Caritas in veritate” (2009)
La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s’è fatto testimone con la sua vita terrena e,
soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero
sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera. L’amore è una forza straordinaria, che
spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e
della pace. È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta.
Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in
pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che
egli diventa libero (cfr Gv 8,32). Difendere la verità, proporla con umiltà e
convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di
carità. Questa, infatti, « si compiace della verità » (1 Cor 13,6).
Io volli certezze, dimentica quei giorni
purché l'amore tuo non m'abbandoni
finché la notte passi tu mi guiderai
sicuramente a te, luce gentile.
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6L Dalla Enciclica “Caritas in veritate” (2009)
Tutti gli uomini avvertono l’interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e
verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio
nel cuore e nella mente di ogni uomo. Gesù Cristo purifica e libera dalle nostre povertà
umane la ricerca dell’amore e della verità e ci svela in pienezza l’iniziativa di amore e
il progetto di vita vera che Dio ha preparato per noi. In Cristo, la carità nella verità
diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella
verità del suo progetto. Egli stesso, infatti, è la Verità (cfr Gv 14,6).
… Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è
luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e
della fede, attraverso cui l’intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale
della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione. Senza
verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da
riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità.
Acclamazione alla Parola
Lode a Te, o Cristo, Lode a Te, o Cristo, Re di eterna gloria.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa,
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Lode a Te, o Cristo, Lode a Te, o Cristo, Re di eterna gloria.
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Dal Vangelo secondo Matteo (8,23-27)
In quel tempo Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco si sollevò
in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù
dormiva. E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore, salvaci,
siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, o gente di poca fede?»
Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. E quegli uomini si
meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli
ubbidiscono?».
Riflessione del Presidente
Preghiera (alternato tra un solista e l’assemblea)
L. Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli
idoli bruciavano incensi. Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano,
ma essi non compresero che avevo cura di loro ( Os, 11, 1-3). Egli l’aveva vangata e
sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una
torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva
selvatica (Is 5, 2-3).
T. Purificami con issopo e sarò mondato; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi
sentire gioia e letizia; esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai
miei peccati, cancella tutte le mie colpe, Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in
me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo Santo
Spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso ( Sal 50,
7-12).
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L. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro chi solleva un
bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. ( Os 11, 4)
T. Tu sei per me rifugio, torre salda davanti all’avversario. Dimorerò nella tua tenda
per sempre, all’ombra delle tue ali troverò riparo; perché tu, Dio, hai ascoltato i miei
voti, mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome ( Sal 61, 4-6).
L. Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Il mio cuore
si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. (Os 11, 8)
T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali ( Sal
16,8).
L. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete
consolati (Is 66,13).
T. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un
bimbo svezzato è l’anima mia. Speri Israele nel Signore, ora e sempre ( Sal 130, 2-3).
P. Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, e noi ci
figuriamo come pescatori che faticano a vuoto. E anche nel tuo campo di grano
vediamo più zizzania che grano. Donaci la capacità di guardare al nostro peccato,
l’umiltà di chiedere il tuo perdono e l’ottimismo di chi si affida solo a Te, Signore
della storia. Fa’ che come Pietro, torniamo a gettare le reti solo sulla tua Parola.
Perseveranti nella preghiera, con Maria Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli,
eleviamo le nostre umili preghiere a Dio nostro Padre.
Ti preghiamo: Esaudisci la tua Chiesa, Signore.
Per Benedetto XVI, perché il Signore Gesù, Buon Pastore, lo ricompensi per la
ricchezza e la sapienza del suo ministero petrino, ascolti tutte le intenzioni del suo
cuore e gli conceda il dono della serenità e della salute, preghiamo.
Perché il Signore, dopo il grande dono di Benedetto XVI, ci doni di nuovo un pastore
secondo il suo cuore, che sappia guidare tutti alla conoscenza di Cristo, al suo amore e
alla vera gioia, preghiamo.
Perché lo Spirito Santo illumini i Cardinali Elettori che dovranno eleggere il nuovo
Successore di Pietro, principio e fondamento dell’unità nella fede e della comunione
nella santa Chiesa di Dio, preghiamo.
Perché nostro Padre Dio, doni alla sua Chiesa un pontefice santo che sappia illuminare
il suo popolo con la verità del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza della vita,
preghiamo.
Padre nostro
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Orazione finale
P.
O Dio, che sei guida del tuo popolo
pellegrinante verso la patria del cielo,
e nel tempo non fai mancare alla tua Chiesa pastori santi e sapienti,
perché siano infaticabili annunciatori del Vangelo,
ti preghiamo per il papa emerito Benedetto XVI,
che hai donato alla Sposa del tuo Figlio:
benedici la sua vita e ricompensalo con la tua grazia.
Ti preghiamo per il nuovo papa che vorrai donarci,
perché come vicario di Cristo sulla terra
e pastore di tutto il gregge,
confermi i fratelli a lui affidati,
e tutta la Chiesa sia in comunione con lui
nel vincolo dell’unità, dell’amore e della pace,
perché tutti gli uomini ricevano da te,
pastore e vescovo delle anime,
la verità e la vita eterna.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
T.
Amen.
Benedizione finale
Canto finale: CIELO NUOVO
Rit. Cielo nuovo è la tua parola
Nuova terra la tua carità !
Agnello immolato e vittorioso.
Cristo Gesù, Signore che rinnovi l’universo !
1. Destati dal sonno che ti opprime,
apri gli occhi sulla povertà.
Chiesa, a cui lo Spirito ripete:
“Ti ho sposata nella fedeltà”.
2. Volgiti e guarda la mia voce,
nessun uomo dice verità !
Vedi che germoglia proprio adesso
Questa luce nell’oscurità.
3. Apri gli orizzonti del tuo cuore,
al Vangelo della Carità;
sciolti sono i vincoli di morte;
io farò di te la mia città.
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