ROMANTICISMO Con il termine romanticismo si indica il movimento

ROMANTICISMO
Con il termine romanticismo si indica il movimento culturale nato in Germania alla fine del ‘700, diffusosi poi, fino a metà
‘800. Il romanticismo si configura come una situazione mentale che trova la sua peculiarità nell’esaltazione del sentimento. Il
romanticismo tedesco ha come luogo di formazione la città di Jena dove filosofi ed intellettuali fondano un primo circolo
romantico. Successivamente Schegel fonda la rivista Athenaeum, un primo strumento di diffusione delle nuove idee. Poco
dopo nascono altri circoli romantici in numerose città tedesche (Berlino, Monaco, Dresda, Heidelberg).
Le vie per il raggiungimento dell’assoluto:
I romantici (ognuno a suo modo) respingono la ragione illuministica, ritenuta incapace di comprendere la realtà
profonda dell’uomo, dell’universo e di Dio. Di conseguenza essi cercano altre vie d’accesso all’infinito.
1. Per i poeti e gli artisti il mezzo più funzionale per raggiungere l’assoluto è quello del sentimento. Questo è
definito come un’ebbrezza di piacevoli emozioni, in grado di aprire nuove dimensioni della psiche e di far
raggiungere l’indefinito.
2. Un’altra via d’accesso all’assoluto è quella del culto dell’arte, vista come mezzo di conoscenza del mondo.
Questa estetica romantica si basava sulla consapevolezza di poter creare qualcosa di nuovo, che si
allontanasse dal passato, così da poter dimostrare la libertà dell’artista dai limiti terreni. Per questo, a
coloro che scelgono una vita da artista,come i poeti, si conferiscono delle doti sovrumane e profetiche.
Inoltre alle arti solite se ne aggiunge una di grande importanza, soprattutto per la propria capacità di
suscitare emozioni e di allontanare il dolore del reale: la musica.
3. L’ultima via è occupata dalla fede, che poteva configurarsi in varie esperienze mistiche, ma soprattutto
nelle storiche religioni rivelate, considerate capaci di far apprendere subitaneamente il sapere che porta al
raggiungimento dell’infinito.
Il senso dell’infinito:
I romantici cercano ovunque l’ebbrezza dell’infinito, che si ritrova in tutte le loro esperienze. Questo fa si che essi
tendano a percepire la presenza dell’infinito nel finito. Ogni personalità romantica si distingue per il diverso modo
di intendere l’infinito ed i rapporti di questo con il finito. Principalmente vi è la tendenza di creare: un panteismo,
dove il non limitato corrisponde alla natura, oppure all’intera umanità intesa come spirito; o un teismo, che vede
l’assoluto come un’entità esterna al mondo, ( solitamente intesa come il Dio delle religioni storiche) ma con la
capacità di manifestarsi in esso.
La Sehnsucht, l’ironia e il titanismo
Un carattere fondamentale di ogni romantico è la consapevolezza della Sehnsucht, cioè di quel desiderio, di quella
aspirazione struggente e naturale dell’uomo a protendersi verso l’infinito, che provoca un senso di vuoto,
d’irrequietezza e d’incompletezza. Alla Sehnsucht si accompagnano i due atteggiamenti di ironia e titanismo.
L’ironia nasce dalla consapevolezza che le cose finite siano tutt’altro d’inferiore rispetto all’infinito e che perciò
possano essere non prese sul serio, in quanto rappresentazioni particolari dell’infinito. Il titanismo invece consiste
nell’assumere una posizione di sfida contro l’impossibilità di superare definitivamente le barriere del limite finito.
Parallelamente al titanismo o prometeismo vi è l’atteggiamento del vittimismo dovuto al sentirsi inerme di fronte a
forze superiori (quali la natura, il tempo, il destino, la società…).
L’evasione e La ricerca dell’armonia perduta
L’anelito verso l’infinito genera la tendenza all’evasione e l’amore per l’eccezionale. Da questi concetti proviene la
predilezione romantica per tutto ciò che può offrire sensazioni diverse e sconosciute. Questa ricerca porta i
romantici in mondi diversi , remoti nel tempo e nello spazio, e capaci di stimolare la fantasia e di garantire la fuga
dal presente. Ma l’evasione più significativa è sicuramente quella compiuta nei mondi del sogno e dell’arte, ossia
nello spazio senza limite dell’immaginazione. Collegata a questo bisogno d’evasione è la figura romantica del
viandante, che vaga inquieto verso un qualcosa di irraggiungibile ed illusorio. Altro tema romantico è quello
dell’armonia perduta, secondo cui la civiltà e l’intelletto avrebbero allontanato l’uomo dalla spontaneità primitiva
che lo univa alla natura, rendendolo schiavo della civiltà e delle sue convenzioni.
Infinità e creatività dell’uomo
Dall’idealismo post-kantiano scaturisce la nozione dell’uomo come spirito. Gli idealisti intendono l’uomo come
attività infinita ed inesauribile e come soggetto in funzione di cui esiste l’oggetto, cioè la natura. L’idea di uomo
come centro originario di ogni cosa si trova espressa per la prima volta in Fichte. Tuttavia l’io infinito fichtiano,
basato sulla moralità, presuppone un limite che deve continuamente ed eternamente essere superato; invece la
scuola romantica, trasferendo l’origine dell’attività infinita dell’io dal piano etico a quello estetico, fa sparire ogni
restrizione. Dirà Novalis: “la vita non deve essere un romanzo impostoci, bensì un romanzo fatto da noi”, per gli
idealisti dunque, l’Io è l’origine d’ogni cosa. L’infinita creatività dell’io e dello spirito umano porterà alla
concezione d’individualismo romantico; infatti mai come nel romanticismo si è parlato tanto d’io, di soggetto, di
persona; tutto ciò porterà ad evidenziare ed onorare le personalità eccezionali.
L’amore come tendenza all’infinito
L’amore costituisce uno dei temi prediletti dai romantici, poiché appare ad essi come il sentimento più forte e,
quindi, come l’estasi suprema. Le caratteristiche dell’amore romantico sono tre:
1. La globalità, ovvero la ricerca di una sintesi tra anima e corpo.
2. L’unità, ossia la completa fusione tra anima e corpo.
3. La carica simbolica, che fa dell’amore il mistero stesso della vita attraverso la congiunzione dell’uomo e
della natura.
Tutto ciò significa che nell’amore risiede, almeno in parte, l’Assoluto.
Con l’amore è rivalutata anche la donna, considerata ora nuova e superiore, capace di donare la pienezza del
proprio essere senza alcun freno. In questo senso il Romanticismo si configura come una tappa fondamentale della
moderna dignità femminile che stava nascendo.
La nuova concezione della storia
Fin dalle sue origini la cultura romantica provvede alla teorizzazione di una nuova filosofia generale della storia.
Mentre per l’illuminismo il soggetto della storia è l’uomo, per il romanticismo risulta essere la provvidenza. Per cui
la storia appariva, in ogni caso, come il prodotto di una provvidenza assoluta, che tende a realizzarsi nella
molteplicità degli eventi. Da questo punto di vista la storia è sempre globalmente positiva, e tutto ciò spiega perché
lo storicismo romantico elogia il passato, ritenendolo espressione del corso di Dio nella storia, necessario per gli
eventi del presente e del futuro.
La filosofia politica romantica
Strettamente connessa allo storicismo è la filosofia politica romantica tedesca. Inizialmente gli autori del
romanticismo tedesco vennero attratti da idee filo-rivoluzionarie che si esprimevano non solo nel radicalismo
repubblicano, ma anche nel ribellismo anarchico. Tuttavia, in una seconda fase, gli intellettuali, in virtù del loro
storicismo provvidenzialistico e tradizionalistico, vennero attirati sempre più da idee nazionalistiche e
conservatrici, convinti che l’individuo sia tale soltanto all’interno di una comunità storica (nazione). Per cui, se da
un lato, romantico ha potuto essere sinonimo di conservatore, dall’altro, poteva indicare il termine liberale e
patriota. Questo doppio significato politico è evidente anche nel nuovo ed originale concetto di nazione. Mentre
l’idea settecentesca di popolo era definita in termini di volontà e di interessi comuni e veniva concepita come
risultato di un libero contratto, il concetto romantico di nazione risulta definito in termini tradizionalistici come
razza, lingua, costume, religione … . Per cui se il popolo è la coesistenza di individui che vogliono vivere insieme,
la nazione è la coesistenza di individui che devono vivere insieme, nel senso che non possono non farlo senza
rinnegare le proprie origini e tradire se stessi. In tal modo al cosmopolitismo dell’illuminismo, che proclamava
diritti naturali comuni e un pacifismo mondiale, viene contrapposto un nazionalismo politico, esaltante il diritto
storico e la politica specifica degli stati. Tuttavia il culto della nazione assume negli altri paesi europei un
significato prevalentemente liberal-democratico. Soprattutto in Italia questo culto fa tutt’uno con il liberalismo (= la
salvaguardia dei diritti individuali), con la democrazia (= la teoria del popolo come detentore di sovranità), con il
patriottismo (= la battaglia affinché lo stato coincida con la nazione) e con il principio dell’autodeterminazione
nazionale (= ogni nazione deve essere padrona del proprio destino politico).
La nuova concezione della natura
Un altro dei grandi temi del romanticismo è la natura. Infatti l’amore per essa, che affonda le radici nello sturm und
drang e si alimenta nella riscoperta di Spinoza, costituisce uno dei dati più caratteristici del movimento. Come si è
visto da Galileo in poi, la natura è stata prevalentemente considerata come un’insieme di relazioni legate fra loro da
cause efficienti (meccanicismo della natura), mentre la scienza è stata interpretata come un’indagine matematica
sui fenomeni osservabili. I romantici pervengono ad una concezione della natura organicistica, finalistica e
spiritualistica. Essi sostengono che l’uomo e la natura posseggano una medesima struttura spirituale, poiché vedono
nell’essere umano l’esemplare sintetico e il compendio vivente del tutto; si pensa cioè, che conoscere equivalga a
discendere in noi stessi, per trovarvi, per analogia, la chiave di lettura dei fenomeni.
L’ottimismo al di là del pessimismo
Il romanticismo sembra segnare il trionfo del pessimismo più esasperato, ma in accordo con la sua concezione
storica, vede nel presente decaduto la continuità della provvidenza che sfocerà in un qualcosa di complessivamente
positivo. Così il romanticismo al di là del pessimismo tende sempre a sfociare nell’ottimismo e infatti i romantici
finiscono per approdare in una forma di ottimismo cosmico che nel dolore, nell’infelicità e nel male scorge delle
manifestazioni parziali e necessarie di un tutto che è sempre, nella sua globalità, pacificato e felice.