SCISMA DEL 1054 E CONCILI LATERANENSI (XI-XII sec)
Dallo stretto legame col potere imperiale carolingio deriva una degenerazione morale della chiesa.
Simonia e nicolaismo. Corruzione e carrierismo. Protagonisti del rinnovamento sono i monasteri
legati a Cluny (910). Primato della preghiera, ingenti patrimoni, autonomia dal vescovo,
rispondono direttamente al papa. Tra XI e XII sec si fonda a Grenoble la Grande Chartreuse, che
origina i certosini. Altro ordine son i cistercensi, nati a Citeaux. Istanze di rinnovamento ispirate
alla chiesa delle origini. Si vuole l’obbligo del celibato per distinguersi dai laici. Nascono i canonici
regolari (attorno al vescovo, nella cattedrale).
Dopo lo scisma del 1054, il papato diventa protagonista nel rinnovamento della chiesa. Nicolò II
(+1061) decreta che i papi non siano più eletti dal clero e dal popolo romano (con rischio di gravi
intromissioni) ma dai soli cardinali. L’imperatore darà poi il suo consenso, ma come placet formale
e non ostativo. Si rompeva così l’asse papato-impero che aveva indebolito il prestigio morale del
clero.
Nel 1073 diventa papa Ildebrando di Soana come Gregorio VII. Vuol ribadire il primato assoluto
di Roma secondo sistema piramidale e gerarchico guidato dal papa. Rivendica la libertas ecclesiae
vs ingerenze politiche, affermando la supremazia sul potere temporale. Nel 1076 arriva a
scomunicare l’imp. Enrico IV che nomina vescovi nonostante il divieto. Nel 1077 Enrico IV viene
a Canossa dalla contessa Matilde in gesto di penitente e il papa deve rimettere la scomunica. Lo
scontro degenerò fino a nuova scomunica e all’assedio di Roma, col papa costretto a rifugiarsi (o in
esilio) a Salerno fino alla morte nel 1085.
Urbano II cerca una politica di compromesso, puntando più sull’unione della cristianità nell’ideale
della crociata (allocuzione al concilio di Clermont, 1095). Impresa di fede e penitenza collettiva,
prima ancora che di liberazione. Una guerra giusta, come la reconquista iberica. La querelle sulle
investiture si chiude solo con il concordato di Worms del 1122 (compromesso).
SCISMA del 1054 – E’ una tappa del progressivo allontanamento tra a chiesa di Roma e di
Bisanzio come reciproco estraniarsi di due mondi sempre più diversi dal pv politico, culturale,
spirituale. La civiltà latino-germanica è diversa da quella greco-asiatica.
1-nel VII sec l’eresia del monotelismo segna il conflitto teologico tra occ e oriente: in Cristo ci
sono due nature, ma quella divina schiaccia quella umana per cui c’è una sola volontà (l’oriente
esalta la divinità di Gesù, l’occidente la sua umanità). Il patriarca Sergio e l’imperatore orientale
Eraclio sono pro monotelismo e promulgano una legge che impone di credervi. Papa Martino I
ribadisce la posizione cattolica: in Cristo ci sono 2 volontà perché 2 nature. L’imperatore confina il
papa nel Mar Nero, dove muore.
2-Concilio di Costantinopoli, 692 (non riconosciuto dai cattolici), detto “trullano” perché svoltosi
in sala a cupola (trullo) del palazzo imperiale o “quinisesto” (tra il V e il VI), sotto rigido controllo
imperiale: 102 canoni vs Roma. Voleva Costantinopoli come patriarcato più alto, vs celibato dei
preti, vs certi digiuni diffusi in occidente, vs Cristo come Agnello (come un animale: degradante),
cioè un concilio vs occidente.
Papa Sergio ricusa quei decreti ma non scoppia lo scisma, bensì si afferma l’idea che le controversie
non siano componibili e che Roma e Bisanzio vadano ormai per strade diverse.
3-Lotta per le immagini: l’imperatore Leone III Isaurico emana un decreto per togliere da ogni
luogo di culto le immagini (730). Papa Gregorio II gli risponde dicendo che non si rivolgono a esse
“come idoli” bensì perché “ci sono un richiamo e uno stimolo, perché elevano al cielo il nostro
spirito legato alla terra”.
È una attuazione progressiva: vs immagini dei santi, di Maria e infine di Gesù. Si confrontavano
con l’Islam che vietava ogni rappresentazione come idolatrica: forse questo influenza la scelta.
Nasce una violenta opposizione coi monaci decisi a difendere le immagini tra cui san Giovanni
Damasceno. Gli altri patriarcati sono vs iconoclastia, condannata pure dal papa. L’imperatore
orientale di oppone: sud Italia e Illiria (bizantine) vengono sottratte alla giurisdizione della chiesa di
Roma che si vede così sottrarre molti beni in favore del patriarcato di Costantinopoli, di fatto
sottomesso all’imperatore. Un nuovo sinodo convocato dall’imperatore orientale ribadisce
l’iconoclastia. Ma Irene, moglie dell’imp. Costantino V, convoca NICEA II (787) e condanna
l’iconoclastia, affermando che non si venera l’immagine ma quanto in essa rappresentato. Papa e
imperatrice si avvicinano ma l’iconoclastia rimane, strisciante, nella chiesa orientale (anche se il
popolo era legato alle icone).
4-La stretta intesa tra papi e carolingi viene vista dall’oriente come tradimento di Bisanzio.
5-Fozio. Nel IX sec. il patriarca di Costantinopoli FOZIO riesce a far deporre il suo predecessore
Ignazio grazie all’aiuto dell’imperatore. Il papa Nicolò I dichiara invalida questa elezione e
ripristina il predecessore. Fazio convoca un sinodo a Costantinopoli e dichiara decaduto il papa:
SCISMA di fatto. Il nuovo imperatore BASILIO I condanna Fozio e si riavvicina a Roma ma
quando Ignazio muore, l’imperatore rimette Fozio che, in un concilio a Costantinopoli dell’880 (che
annulla quello dell’870), favorevole a Roma, mette nero su bianco che il papa non ha giurisdizione
sulle chiese orientali: i cattolici rifiutano questo concilio che per i bizantini è l’VIII ecumenico.
Cambiato imperatore, Fozio viene nuovamente deposto e morirà in monastero. Vicenda dolorosa:
Fozio per primo dubita del primato di Roma e nei secoli successiva l’idea resta e si sviluppa fino
allo scisma.
Solo al tempo della lotta per le investiture Costantinopoli 870 venne riconosciuto (Costantinopoli
IV, ottavo concilio ecumenico) come ecumenico poiché affermava il principio della non
intromissione del potere nelle vicende spirituali.
Di fatto in questi concili si nota come i patriarcati siano posti sullo stesso piano, mentre Roma
appare come coordinante le diverse realtà. Cosa ribadita dai libri Carolini: sotto Roma, cui spetta il
primato divino, tutte le sedi hanno egual valore.
Visti i motivi del reciproco distacco OCC/OR, trattiamo del primato di Pietro/Roma avverato da
Bisanzio (nuova Roma) i cui patriarchi vogliono (almeno) essere riferimento per tutta la chiesa
orientale. Già in Costantinopoli II (381) il vescovo della città si vede investito di un primato
d’onore (dopo Roma) che ne fonda le aspirazioni di grandezza. Ma la ragione è politica:
Costantinopoli è la capitale d’Oriente, la seconda Roma appunto. Nel 451 Calcedonia conferisce al
vescovo di Costantinopoli dei privilegi = al vescovi di Roma (nomina dei vescovi extradiocesi e
giurisdiz) e i legati del papa protestano. Acquisisce il titolo di patriarca ecumenico, superiore a ogni
altro patriarca. La legittimazione politica del IV-V sec prepara il rifiuto del primato romano da parte
di Fozio.
Solo nel 1054 si consuma la separazione definitiva col patriarca Michele Cerulario (+1058) punto
d riferimento eccles/politico dell’imp. Bizantino. Negli ultimi anni dellla sua vita chiuse le chiese
latine di rito romano di Costantinopoli, accusando la chiesa e il reverendissimo papa di Roma,
imponendo poi il rito greco ai monasteri latini pena la scomunica. Papa Leone IX si oppone con
fermezza, diffondendo la lettera di difesa (1053) cui segue risposta interlocutoria di Matilde di
Canossa. Il papa manda legati tra cui il card. Umberto di Silvacandida, non meno duro e aspro del
patriarca. Così si accende lo scontro e nel 1054 depone sull’altare di Santa Sofia una bolla di
scomunica che aveva sì pieni poteri di redigere, ma che il papa ignorava! Dopo pochi giorni anche
Michele Cerulario lancia la sua scomunica.
“Umberto e i 3 delegati a tutti i figli della chiesa cattolica… inviati come apocrisari (=delegati) per
procurare la pace. La città è cristiana e ortodossa, ma Michele spande zizzania di eresie (poco
diplomatico)”. Se la prende col clero sposato, il pane fermentato dell’ostia e altri errori che però il
patriarca Michele rifiuta di riconoscere; ha inoltre “rifiutato di vedere noi, apocrisari… osando
fregiarsi di fronte alla Santa Sede del titolo di patriarca ecumenico (titolo odierno!)… per l’autorità
di tutta la chiesa cattolica, firmiamo l’anatema contro Michele, anatema già pronunziato (per
lettera) dal reverendissimo papa… e tutti coloro che vanno dietro a essi, cadano tutti sotto
anatema… con il diavolo, a meno che non si ravvedano”
Alcuni papi tenteranno di riunirsi, a seconda della permissività dell’imp bizantino. Concilio di
LIONE (XIII sec) e di FIRENZE (XV sec) detti “di unione” (decreti di riconciliazione coi
greci). Le reciproche scomuniche durano fino al 1965, dopo il CV II. Le due chiese non si
considerano più reciprocamente eretiche pur avendo ormai intrapreso due strade diverse. Lo
SCISMA è atto grave, ma ormai da secoli le chiese erano distanti tra loro. La chiesa cattolica non è
più tale come orizzonte di evangelizzazione poiché gli è precluso l’est. Nel ME la chiesa identifica
il proprio destino con l’Europa occidentale. La chiesa ortodossa si estende fino alla Russia. Sono
confederazione di chiese acefale cioè senza capo comune e con primus inter pares che è il patriarca
di Bisanzio con autorità solo spirituale e ogni chiesa ha il proprio patriarca. Oggi il magistero
spirituale di Costantinopoli si deve confrontare col patriarca russo che governa il > numero di
fedeli. Le chiese ortodosse vorrebbero un sinodo pan-ortodosso nel 2015 per affrontare i problemi
comuni e modernizzarsi ma senza un capo comune è un cammino più lento.
XI SECOLO
Vediamo 4 concili, con sede nel Laterano, che illuminano il rapporto papato/impero. Sono 4 concili
papali (convocati e diretti da) e medievali. Non si occupano solo di vita di chiesa ma anche della
libertà della chiesa (cfr Dictatus Papae di G VII). Il LATERANO è palazzo papale fino ad
Avignone. Al ritorno al curia papale si installa al Laterano, mentre il papa vive tra San Pietro e il
Quirinale. Anche oggi San Giovanni in Laterano è cattedrale di Roma.
Da sempre Roma presiedeva nella carità. Il sinedrio (collegio di sacerdote) presiedeva la comunità
giudaica. A imitazione, sorgono i presbiteri. Poi integrati, secondo il modello paolino, da episcopoi
e diakonoi. Roma (> comunità giudaica fuori dalla Palestina) era gestita da presbiteri fino a papa
Vittore I (II sec) prima del quale c’era una struttura collegiale (e noi diciamo PAPI i presbiteri più
autorevoli). Per gli orientali il rifiuto del primato romano deriva dal fatto che capo era l’imperatore
e dunque i patriarcati sono tutti allo stesso livello. Il brano del primato petrino in oriente si legge
riferito al solo San Pietro, non ai suoi successori.
4 concili papali, dunque, convocati e diretti dal papa, mentre prima era l’imperatore. Sarà così per
tutti i concili del II millennio.
LATERANO I (1123) – convocato per sancire la fine della lotta per le investiture ratificando con
papa Callisto II il concordato di Worms (1122) e ribadendo la lotta vs simonia e nicolaismo.
LATERANO II (1139) – con Innocenzo II, porta avanti la riforma gregoriana e fronteggia
l’antipapa Anacleto, condanna l’eresia di Arnaldo da Brescia, affermando sempre più il ruolo
centrale del papa.
LATERANO III (1179) – con papa Alessandro III che si oppone all’imp Federico Barbarossa a
difesa dell’indipendenza della chiesa. Decide le norme per l’elezione del papa (dopo che nel 1059
Nicolò II aveva stabilito il diritto di voto per i soli cardinali). Vs simonia e concubinato.
LATERANO IV (1215) – convocato da Innocenzo III. Novità: annunciato e preparato con 2 anni
di anticipo. I legati pontifici raccolgono da vescovi e abati idee per il concilio. Vuol dare eco
significativo affinché le decisioni del concilio siano poi accolte da tutta la cristianità. Vuol (1)
liberare la Terra Santa e (2) riformare la chiesa.
Legitur in Veteri Testamento – Si legge nell’AT che Melchisedec fu a un tempo re e sacerdote… e
infatti Abramo gli offrì la decima del bottino… maggiore è colui che benedice di colui che viene
benedetto; maggior dignità e primato anche rispetto al tempo: Aronne, primo sacerdote, precedette
Saul, primo re. Il primo venne istituito da Dio, il secondo concesso dietro pressione degli uomini.
Di alcuni imperatori la memoria è benedetta: Pipino, Carlo, Ludovico e Ottone.
Venerabilem fratrem - i principi devono riconoscere che il diritto e l’autorità di giudicare la
persona eletta come re – e che deve essere innalzata alla dignità di imperatore – spetta a noi (il
papa) che lo ungiamo, lo consacriamo, lo incoroniamo
Sicut universitatis conditor – Dio ha creato due grandi luci nel firmamento, la grande per il giorno e
la piccola per la notte, per dire due dignità: la maggiore presiede alle anime e la minore ai corpi,
l’autorità pontificia e il potere regio, il sole e la luna che dal sole riceve la sua luce. Entrambi questi
poteri hanno avuto sede in Italia.
Nessun concilio aveva messo al centro la liberazione della terra santa come iniziativa della chiesa. Il
papa emerge come massimo rappresentante della chiesa. G VII aveva posto il papa sopra tutti ma
solo nei concili la parola del papa era legge: dunque i concili sono papali in quanto strumento di
legislazione pontificio. E nei canoni la forma “noi” pare semplice plurale majestatis.
È la prima volta che un papa presiede il concilio. Nel ME i concili non sono dogmatici (come
invece nell’antichità) perché mancano le eresie poiché i popoli germanici non hanno teologia
sviluppata. I primi 3 Lateranensi sono disciplinari, mentre nel IV LAT si introduce un pensiero
dogmatico con la formula “firmiter credimus”. Si parla di sacramenti e di risvolti pastorali, non vere
dispute teologiche.
Troviamo canoni dal forte valore civile (proprietà, tasse…): LAT I definisce i territori del
Patrimonium Petri, condanna chi conia monete false; LAT II parla di istruzione religiosa e dovere
di assistenza ai poveri, condanna il commercio coi Saraceni; LAT IV offre regola di condotta per i
medici. Il papa dirige in prima persona il dibattito. Partecipano vescovi, abati, legati del papa o il
papa, nobiltà romana.
Il LATERANENSE IV è immagine, con Innocenzo III, del trionfo del papato sull’impero e di un
continuo intreccio spirituale e temporale. Il papa guida la chiesa ma per la potestà ricevuta da Dio si
prende cura anche del popolo di Dio. I due papi di questo tempo sono Alessandro III e Innocenzo
III. Tenendosi a Roma, i 4 lateranensi danno idea del peso del papa.
LATERANO IV raduna 400 vescovi e 800 prelati. L’oriente non è rappresentato, poiché
Costantinopoli è stata presa dai crociati nel 1204. Gerusalemme era caduta nel 1187 e la voglia di
rivincita (e di guadagno) aveva portato nella IV crociata al saccheggio di Bisanzio che Innocenzo
III aveva condannato, riconoscendo però subito l’impero latino d’Occidente, separando così ancor
più latini e greci.
Si afferma l’unità di giurisdizione, con preminenza a Roma, seguita da Costantinopoli. La
Costituzione Ad Liberandam ribadisce la necessità di liberare la terra Santa e chiede a tutto il clero
di versare 1/10 delle rendite, chiamando l’intera cristianità alla crociata, scomunicando chiunque
favorisca le navi dei pirati saraceni.
Dopo la crociata albigese (1209) il pericolo dell’eresia porta ad allargare alla chiesa universale
l’inquisizione episcopale: crociata vs eresia, con pene severe e confische dei beni per chi protegge
un eretico. Si stabilisce che Saraceni e Giudei siano riconoscibili per gli abiti (antigiudaismo, non
antisemitismo razziale).
Ha una costituzione dogmatica, ribadisce la fede nella Trinità, nell’incarnazione, nella chiesa.
Rifiuta il manicheismo dei catari, ribadendo che fuori dalla Chiesa non ci si salva. Si condanna
Gioachino da Fiore (+1202) e il triteismo. Riconosce l’autorevolezza di Pietro Lombardo e delle sue
Sentenze. Si condannano immoralità e simonia del clero, esortando a vestire in modo consono,
senza portare armi. I vescovi scelgano dei predicatori per annunciare il vangelo vs eresia. Proibisce
di fondare nuovi ordini. Riconosce l’OP, con regola agostiniana, come ausilio nella predicazione.
Meglio avere “pochi ministri buoni che molti cattivi”. Obbligo della confessione dal parroco
(strumento di controllo sociale), penitenza privata e segreto confessionale (chi lo viola è ddepoto e
mandato in monastero a vita). Per la prima volta si parla della “transustanziazione”. Solo il
sacerdote ordinato può consacrare pane e vino. Si evitino festini dei prelati. Ci si comunichi a
Pasqua.