Pontificie Opere Missionarie
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FRANCESCO SAVERIO
E PAOLO DI TARSO
UOMINI DELLA PAROLA
Veglia di Preghiera Missionaria per Sacerdoti, Religiosi,
Seminaristi e candidati, alla vita religiosa e missionaria
nella Festa di S. Francesco Saverio, Patrono delle Missioni
3 Dicembre 2008
Amici e confratelli amati da Dio,
l’appuntamento del 3 Dicembre ci invita a sostare insieme davanti a Colui che ci
ha chiamati e inviati come suoi messaggeri, per verificare, nella preghiera, il
nostro impegno nell’annuncio del Vangelo che è ricchezza della nostra mente,
dolcezza sulle nostre labbra e amore nel nostro cuore.
Veniamo aiutati quest’anno oltre che dall’esempio di S. Francesco Saverio da
quello del missionario per eccellenza, che si fece tutto a tutti: Paolo di Tarso.
Noi siamo stati chiamati ad essere servi e apostoli di Gesù Cristo, a continuare la
sua missione liberante nel proclamare la Verità, ad annunciare la Parola che
offre speranza, a compiere azioni di giustizia e a fare dono della pace
Come Francesco Saverio e Paolo di Tarso dobbiamo essere protesi verso gli
estremi confini della terra, verso i lontani che non conoscono ancora Cristo e il
suo amore, verso quelli che attendono e chiedono la libertà dei figli di Dio .
Il diritto che tutti hanno di incontrare Cristo deve farci responsabili del dovere di
evangelizzare. Le parole di Paolo: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo”
(1Cor 9,16), devono essere lo pungolo al nostro impegno quotidiano.
Questo nostro tempo ci sta chiedendo sempre di più di dare testimonianza della
nostra fede in Cristo fino all’effusione del sangue.
La missio ad gentes deve diventare il principio unificante di ogni attività
pastorale e caritativa delle Comunità a cui siamo stati donati, esse devono
diventare agenti dinamici dell’evangelizzazione per amorizzare il mondo.
Non possiamo dimenticare che "il mandato di evangelizzare tutti gli uomini
costituisce la vita e la missione essenziale della Chiesa” (EN 14) e a noi è affidato
il compito di completare nella sofferenza la missione del Figlio di Dio con la
forza del suo Spirito.
Guardando all’esperienza di Paolo e Francesco Saverio, comprendiamo che
l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama, è la
concretizzazione dell’Amore che lo Spirito ha riversato nei nostri cuori e che ci
sospinge verso le frontiere dell’umanità che attende di conoscere la Verità che
rende liberi.
Vi auguriamo che questa festività vi porti sempre a cooperare per la diffusione
della Buona Novella e a donarvi a Colui che ha dato se stesso per tutti perché il
regno di Dio diventi l’eredità di ogni persona..
p. Ciro Biondi, pime
Segretario Nazionale PUM
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VEGLIA DI PREGHIERA MISSIONARIA
DURANTE L’ADORAZIONE EUCARISTICA
Canto iniziale durante l’Esposizione della SS. Eucaristia:
Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.
Ci ha riuniti tutti insieme Cristo, Amore:
godiamo esultanti nel Signore!
Temiamo ed amiamo il Dio vivente
e amiamoci tra noi con cuore sincero.
Noi formiamo qui riuniti un solo corpo,
evitiamo di dividerci tra noi.
Via le lotte maligne, via le liti!
E regni in mezzo a noi Cristo Dio.
Chi non ama resta sempre nella notte
e dall'ombra della morte non risorge:
ma se noi camminiamo nell'Amore,
noi saremo veri figli della Luce.
Nell'amore di Colui che ci ha salvato,
rinnovati dallo Spirito del Padre,
tutti insieme sentiamoci Fratelli
e la Gioia diffondiamo sulla terra.
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SALUTO
E INTRODUZIONE
Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen
Guida: Preghiamo. O Dio, che hai stabilito la tua Chiesa sacramento universale di
salvezza per continuare l’opera del Cristo, nella forza dello Spirito, sino alla fine dei
secoli, risveglia il cuore di coloro che hai chiamato e mandato a continuare la
missione del Figlio tuo, perché avvertano l’urgenza della chiamata missionaria e
osano l’annuncio del Vangelo affinché sorga un’umanità nuova in Cristo nostro
Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Guida: Iniziamo questa veglia dinnanzi alla SS. Eucaristia con i sentimenti che
furono di Paolo di Tarso e Francesco Saverio, uomini liberati dalla Parola per essere
fatti servi per amore di tutta l’umanità. Il servizio che loro resero al mondo fu un
servizio d’amore, un servizio espresso nella sequela del loro Signore che si fece servo
di tutti. Anche noi siamo chiamati a rendere lo stesso servizio ad ogni persona,
particolarmente a quelli che sono stati respinti ai margini del mondo. Paolo ci guiderà
a percorrere i sentieri dell’amore, ci insegnerà a spingerci dove Dio ci vuole, ad osare
di amare dove il mondo si arrende, a darci per amore come “Cristo che vi ha amato e
ha dato se stesso per noi” (Ef 5,2).
Nella lettera ai Tessalonicesi Paolo ci offre dei modelli da imitare, ci invita ad amare
alla maniera di Dio, ad amare come lui amò coloro a cui il Signore lo donò.
Ascoltiamo le sue parole.
Lettore I: “Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e
ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi
non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte
e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di
Dio. Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato santo, giusto,
irreprensibile il nostro comportamento verso di voi credenti; e sapete anche che,
come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi,
incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio
che vi chiama al suo regno e alla sua gloria” (Dalla 1a lettera di Paolo ai
Tessalonicesi 2,7-12).
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Guida: Si è appena conclusa la XII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi in
cui si è pregato e riflettuto su: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della
Chiesa”.
Paolo è stato un umile servitore della Parola, ascoltiamo mentre dichiara il suo
impegno per il Vangelo:
I Lettore: “Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per
me: guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho
diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi
è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare
gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. Mi sono
fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per
salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne
partecipe con loro (Dalla Prima lettera di Paolo ai Corinti, 9,16-18.22-23).
II Lettore: Quanti doni il Signore ci ha elargito, quanti talenti ci ha consegnato perché
li spendiamo per il bene comune. Ma spesso questi doni, pure condivisi con tanto
impegno ed entusiasmo, non riescono ad ottenerci la gioia degli altri e la loro apertura
verso Cristo perché il nostro “dovere” di buoni cristiani manca dell’elemento
essenziale: l’amore.
III Lettore: Aiutaci a capire, Signore, che senza amore niente frutta nella tua messe,
nessun sacrificio sale verso di Te come profumo d’incenso ma si perde nell’aria come
fumo. Donaci, Signore, un cuore ardente di amore per Te che si irradia verso i nostri
fratelli e sorelle.
Silenzio
Canone: Ubi caritas et amor…
Guida: Il Signore Gesù ci ha detto: “Non vi chiamo più servi, ma amici”. A noi suoi
amici ha chiesto di andare e predicare dappertutto, di andare come il Padre mandò
Lui, carichi della sofferenza del mondo per essere con lui causa e principio di vita
nuova.
I Lettore: “Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore;
quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. Però noi abbiamo questo
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tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da
Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo
sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non
uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché
anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo
vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia
manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in
voi la vita”. (Dalla seconda lettera di Paolo ai Corinti 4,5.7-12)
II Lettore: Mio Dio, quanta fretta oggi, quanta insofferenza verso tutti, quante
cattiverie e maldicenze! Con quanta facilità si distrugge una vita umana, anche solo
moralmente e spesso solo per gelosia! Donaci, Signore, la pazienza di aspettare ogni
cosa a suo tempo, con calma. Donaci la benevolenza che è carità attiva, come Gesù
che passò gran parte della sua vita facendo semplicemente del bene al prossimo.
III Lettore: “Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche
parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo
abbracciati. A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore, che anche Tu
abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non
vuoi volare senza me. Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di
volo”. (d. Tonino Bello)
Silenzio
Canone: Ubi caritas et amor…
Guida: Tutti sono stati chiamati a cooperare per l’annunciare del Vangelo. La nostra
carità pastorale verso tutti i fedeli deve farsi carico della responsabilità di rendere tutti
idonei a rendere questo servizio all’umanità. Ascoltiamo Paolo che ci indica i modi
per assolvere ai nostri doveri.
I Lettore: “Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi, pregando
sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra
cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, e sono
persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a
compimento fino al giorno di Cristo Gesù (Dalla lettera di Paolo ai Filippesi 1,3-6).
II Lettore: Umiltà, Rispetto, Altruismo. Oggi queste qualità sono considerate fuori
moda o addirittura un impedimento a rimanere a galla nel mare tempestoso della
società attuale. Fa’, o Signore, che abbiamo il coraggio di andare controcorrente, di
desiderare ciò che sminuisce agli occhi degli uomini per essere pieni di Te.
III Lettore: “Spirito di Dio, fa’ della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli
ultimi. Alimentane il fuoco con il tuo olio, perché l'olio brucia anche. Dà alla tua
chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi.
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Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero. Disperdi la cenere dei
suoi peccati. Fa’ un rogo delle sue cupidigie. E quando, delusa dei suoi amanti,
tornerà stanca e pentita a te, coperta di fango e di polvere dopo tanto camminare,
credile se ti chiede perdono. Non la rimproverare. Ma ungi teneramente le membra di
questa sposa di Cristo con le fragranze del tuo profumo e con l'olio di letizia. E poi
introducila, divenuta bellissima senza macchie senza rughe, all'incontro con lui
perché possa guardarlo negli occhi senza arrossire, e possa dirgli finalmente: sposo
mio.” (d. Tonino Bello)
Silenzio
Canone: Ubi caritas et amor…
I Lettore: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la
carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il
dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la
pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non
sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per
esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova (1Cor 13,1-3).
II Lettore: Trasforma, Signore, il nostro cuore amareggiato colmandolo con lo
spirito di Gesù, uno spirito di dolcezza e gentilezza. Fa’ che noi, che crediamo di
possederti nel nostro intimo, non siamo causa di scandalo per i fratelli con il nostro
cattivo carattere, perché chi possiede l’amore di Dio non può avvilire il prossimo ma
deve farsi dispensatore di gioia.
III Lettore: Forse a qualcuno può sembrare un'espressione irriverente, e
l'accostamento della stola col grembiule può suggerire il sospetto di un piccolo
sacrilegio. Si, perchè di solito la stola richiama l'armadio della sacrestia, dove con
tutti gli altri paramenti sacri, profumata d'incenso, fa bella mostra di sè, con la sua
seta ed i suoi colori, con i suoi simboli ed i suoi ricami. Non c'è novello sacerdote che
non abbia in dono dalle buone suore del suo paese, per la prima messa solenne, una
stola preziosa. Il grembiule, invece, ben che vada, se non proprio gli accessori di un
lavatoio, richiama la credenza della cucina, dove, intriso di intingoli e chiazzato di
macchie, è sempre a portata di mano della buona massaia. Ordinariamente non è
articolo da regalo: tanto meno da parte delle suore, per un giovane prete. Eppure è
l'unico paramento sacerdotale registrato dal vangelo. Il quale vangelo, per la messa
solenne celebrata da Gesù nella notte del Giovedì Santo, non parla nè di casule, nè di
amitti, nè di stole, nè di piviali. Parla solo di questo panno rozzo che il Maestro si
cinse ai fianchi con un gesto squisitamente sacerdotale. Chi sa che non sia il caso di
completare il guardaroba delle nostre sacrestie con l'aggiunta di un grembiule tra le
dalmatiche di raso e le pianete di lamine d'oro, tra i veli omerali di broccato e le stole
a lamine d'argento! La cosa più importante, comunque, non è introdurre il
"grembiule" nell'armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola ed il
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grembiule sono quasi il diritto ed il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi,
meglio ancora, sono come l'altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il
servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo. La stola senza il grembiule resterebbe
semplicemente calligrafica. Il grembiule senza la stola sarebbe fatalmente sterile. (d.
Tonino Bello)
Silenzio
Canone: Ubi caritas et amor…
Guida: Carissimi, l’Apostolo Paolo esorta i cristiani a diffondere nel mondo il “buon
profumo di Cristo”. E’ l’invito ad essere testimoni con la coerenza della vita.
Rivolgiamo, quindi, il nostro rendimento di grazie , per rinnovare il ricordo di quanto
Dio, Padre onnipotente ha realizzato e continua a realizzare in ciascuno di noi
attraverso questo segno sacramentale.Il gesto che conclude questa nostra preghiera ci
richiami alla responsabilità che l’Apostolo Paolo ha saputo vivere fino al martirio.
I Lettore: Signore, Dio fedele e giusto, hai cercato Saulo sulla via di Damasco,
mentre combatteva contro di te, saldo nelle sue certezze.
Tutti: Prepara anche per noi un evento di grazia, mentre corriamo sulle nostre strade,
inseguendo le nostre sicurezze; dirigi le nostre vie secondo i tuoi benevoli disegni.
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II Lettore: Hai folgorato Saulo con la tua luce e hai rivelato a lui il nome di Gesù;
con una chiamata personale ed unica hai sconvolto il corso della sua vita.
Tutti: Concedi a quanti ti cercano con cuore retto e sincero di essere conquistati dal
Signore Gesù Cristo e di vivere in lui e per lui.
III Lettore: Quella stessa luce che ha privato Paolo della vista, gli ha anche
permesso di vedere il tuo Cristo crocifisso, vivo e glorificato.
Tutti: La via di Damasco sia per la tua Chiesa il cammino verso i popoli che
aspettano di rialzarsi nella luce del tuo vangelo.
Orazione (composta da S. Francesco Saverio):
Preghiamo: O Dio, creatore e Signore dell’universo, tu hai creato l’uomo a tua
immagine e somiglianza e lo hai redento con il sangue prezioso del tuo figlio. Guarda
quanti ancora non ti conoscono e, per intercessione dei santi e della Chiesa, non
permettere che rimangano più a lungo lontani da Gesù, nostro Signore. Tu sei
misericordioso: perdona ogni idolatria e infedeltà, e fa che tutti conoscano colui che
hai inviato, Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore. Egli è nostra vita, salvezza e
risurrezione; da lui siamo stati liberarti e redenti; a lui sia gloria per tutti i secoli.
Tutti: Amen.
Preghiera da recitarsi insieme: “Dammi qualcuno da amare”
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda;
quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare;
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro;
quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona.
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
BENEDIZIONE
Terminata la Benedizione, si può congedare l’assemblea con queste parole:
Siate nel mondo il profumo di Cristo. Andate in pace.
CANTO FINALE
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La Pontificia Unione Missionaria
delle Pontificie Opere Missionarie
è nata da una intuizione fondamentale del Beato P. Paolo Manna,
missionario del PIME: restituire i sacerdoti al loro compito primario di
animatori dello spirito missionario e, attraverso loro, diffondere l’idea
missionaria in tutta la chiesa.
Una seconda intuizione di P. Manna riguarda la vita consacrata: egli
riteneva infatti che consacrazione e missione fossero intimamente
collegate. All’Unione Missionaria dei Sacerdoti, nata nel 1916, furono
così aggregate nel 1949 anche le religiose, i religiosi e i seminaristi.
Oggi essa si identifica come Unione di sacerdoti, seminaristi,
Religiosi/e, che vogliono vivere fino in fondo l’impegno missionario legato
alla loro consacrazione; nell’ universalità: per tutte le missioni; e nella
quotidianità: in nessuna situazione di vita, si è impediti di vivere la
missione.
Nelle sue diverse iniziative si indirizza ancora ai sacerdoti, ai
consacrati e alle consacrate per invitarli a far parte di un organismo
della Chiesa che orienta e forma a mettere dentro l’ansia missionaria,
incoraggiando la loro volontà e impegno di consacrare se stessi alla
missione, di assumerne e viverne la spiritualità, di essere disposti alla
cooperazione con tutte le forze missionarie del mondo, e di dare una
mano, o tutta la vita, alla stessa causa delle missioni.
Attività PUM 2008-2009
• Animazione Missionaria nei Seminari e Monasteri
(attraverso l’équipe degli animatori PUM degli Istituti Missionari Italiani)
• Convegno per presbiteri, religiosi e diaconi
(nell’Anno Paolino – 2009)
• Convegno Nazionale Missionario per le Consacrate
(Marzo 2009 – Roma)
• Convegno Missionario Nazionale Seminaristi/Religiosi
(21-24 Aprile 2009 – Roma)
• Animazione Giornata per la Santificazione Sacerdotale
(nella solennità del Cuore di Gesù – 19 Giugno 2009)
• Giornata missionaria per le Consacrate (Veglia)
(1° Ottobre - Festa di S. Teresina del Bambino Gesù, patrona delle missioni)
• Giornata Missionaria Sacerdotale (sussidio di preghiera)
(3 Dicembre – Festa di S. Francesco Saverio, patrono delle missioni)
• Itinerari Missionari
(Esperienza missionaria in una giovane Chiesa)
• Ritiri/esercizi spirituali per il Clero, Seminaristi, Religiose/i
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Pontificie Opere Missionarie
LA
Fondata dal Beato P. Paolo Manna, missionario del PIME, nel 1916,
s'impegna nell'animazione missionaria dei pastori e animatori del
Popolo di Dio: vescovi, presbiteri e diaconi, religiose e religiosi,
membri di Istituti secolari, seminaristi e candidati alla vita religiosa.
Compie la stessa funzione nei riguardi delle altre Pontificie Opere,
che si studia di promuovere nelle Chiese locali.
La P.U.M. è stata voluta per:
1. promuovere la consapevolezza missionaria tra i seminaristi e
i candidati alla vita religiosa, i ministri ordinati e le religiose/i;
2. formare e animare tutti gli animatori del Popolo di Dio per la
Missione (RMi 84), diffondendo e promovendo le altre
P.O.M.;
3. favorire l’unione dei Cristiani perché «siano perfetti nell’unità,
e il mondo riconosca che tu mi hai mandato…» (Gv 17, 23);
4. mettere la tutte le Chiese «in stato di missione» per tutto il
mondo.
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