Questa provincia sta morendo - Sindacato Pensionati CGIL Sicilia

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AGRIGENTO
“QUESTA PROVINCIA STA MORENDO
MA INSIEME POSSIAMO IMPEDIRLO”
Si conclude così la lettera aperta che Raso, Saia e Acquisto hanno inviato ai
sindacati dei datori di lavoro, chiamando loro esplicitamente e implicitamente le
altre rappresentanze istituzionali locali a fare fronte comune.
In sostanza hanno chiesto di dare vita ad un “cartello” di unità sociale, con
l’ambizione di mettere in movimento tutte le forze disponibili a lottare per il diritto
di questa provincia ad uscire dall’eclisse politica, dalla marginalità economica e dal
declino delle più generali condizioni di vita sociale.
Al riguardo è legittimo chiamare in causa le responsabilità dei vari governi regionali
e nazionali per tutto ciò che dovevano, che potevano e che non hanno fatto!
Anzi hanno tagliato le risorse ai comuni siciliani, riducendo del 48% i trasferimenti
dal 2009 al 2015 (nel 2009, infatti, erano 913 milioni, nel 2010 sono scesi a 889
milioni, poi, nel 2011 sono stati ridotti a 742 milioni ed ancora più in basso nel
2012 con 651 milioni, nel 2013 sino a 558 milioni, nel 2014 sono stati di 510
milioni e nel 2015 ancora più giù sino a 472 milioni.
Ma non si sono accontentati perché, contemporaneamente, hanno realizzato una
operazione di sottrazione di finanziamenti destinati al sud e trasferiti al nord!
Tutto questo è vero, ma è altrettanto vero e doveroso ammettere, senza auto
assoluzioni, le colpe della classe dirigente con potere di governo locale, che non ha
saputo o voluto pianificare le risorse, lottando, quando era necessario, contro le
inerzie e le pigrizie della burocrazia.
Ma, questa classe dirigente governante,addirittura,a volte, è stata, essa stessa, inerte
e, persino, perniciosa per la vita della comunità che aveva, come ha bisogno di
fertilizzanti per il rilancio delle sue potenzialità materiali ed immateriali, l’impresa
ed il lavoro, oltre che i diversi servizi sociali .
E’ o non è colpa di questa classe dirigente se tutta la strumentazione europea
(contratti d’area, patti territoriali, contratti di quartiere, piani strategici,contratti di
programma, ecc) e la “barca” di milioni di euro che l’ha sostenuta in questi lunghi
venti anni, non ha trovato in questa provincia utilizzo e sfruttamento, come le tante
altre risorse e finanziamenti disponibili, assegnateci e restituiti al mittente regionale,
nazionale ed europeo?
A questa provincia sono stati assegnati 11milioni e 487 mila euro per i sette piani di
zona relativi alla 328/2000: ebbene, quanta assistenza è stata assicurata alle fasce di
diritto? Quanto lavoro hanno prodotto? Quante risorse non sono state utilizzate e
sterilizzate?
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Via Matteo Cimarra, 29 92100 Agrigento
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tel/fax 0922 604466
Con il PAC (piano di azione e coesione sociale) questa provincia dispone di ben 8
milioni e 350 mila euro tra primo e secondo riparto destinati agli anziani e di 8
milioni 639 mila euro per il primo e secondo riparto infanzia.
Ebbene, non è dei comuni e dei loro rappresentanti, il compito primario di sapere
gestire l’accesso alle singole fonti di finanziamento per il welfare locale: dal fondo
unico delle politiche sociali a quello sulla famiglia, sui servizi socio educativi per la
prima infanzia e adolescenza, sulle pari opportunità a quello sugli anziani, sulla non
auto sufficienza, sulle politiche giovanili, sull’inclusione sociale, sugli immigrati,
sulla disabilità, sulla povertà e sulla violenza alle donne ?
La sfida che i comuni hanno il dovere di vincere è quella di fare funzionare le loro
macchine tecno burocratiche e fare in modo che nessun euro vada perduto e che
venga assicurata la soddisfazione dei bisogni e la massima efficacia degli interventi.
Dove è finito il movimento preelettorale degli “indignados” agrigentini, il
movimento studentesco il reticolato dei movimenti sociali?
Il movimento sindacale unitario, malgrado i suoi limiti, dovuti alla fortissima crisi
dell’occupazione, riflessa da quella economica e della riduzione governativa degli
ammortizzatori sociali, ha una piattaforma e l’ha offerta alle altre forse economiche
e sociali come base emendabile di confronto e di iniziativa mobilitante.
Gli ex lavoratori, che si sono pensionati dal lavoro e non dalla società, sono pronti a
fare la loro parte con le confederazioni CGIL, CISL, UIL, coi sindacati dei datori di
lavoro, con l’associazione dei comuni e con la rete sociale, credendo che nessuno
possa farsi muto e sordo.
ALLA RASSEGNAZIONE ED ALL’UMILIANTE PIANGERSI ADDOSSO
C’E’ L’ALTERNATIVA DELLA CITTADINANZA ATTIVA
E DELLA REATTIVITA’ SOCIALE.
Agrigento, 11 febbraio 2016
Piero Mangione
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