Enrico Arcelli LE VITAMINE Le vitamine sono molecole essenziali: esse, cioè, hanno contemporaneamente due caratteristiche: - sono indispensabili all’organismo, - l’organismo, però, non è in grado di fabbricarle. Per questo motivo devono necessariamente essere assunte già belle e pronte con gli alimenti. Pensiamo alla più conosciuta delle vitamine, la C, quella di cui sono ricchi gli agrumi, il kiwi e le fragole, ma che è contenuta in quantità inferiori – ma non trascurabili – in tutti gli altri tipi di frutta acidula e in tutti i tipi di verdura, gli uni e gli altri quando siano freschi. Il suo nome chimico è acido ascorbico, vale a dire “acido che previene lo scorbuto”, la malattia che fino a poco più di 200 anni fa causava la morte di migliaia di persone l’anno, soprattutto dei marinai che compivano viaggi molto lunghi. I cibi che contengono la vitamina C, quelli che sono stati elencati poco fa, infatti, non essendoci allora dei sistemi di refrigerazione che li potessero mantenere freschi, dopo i primi giorni di viaggio si esaurivano, così come ben presto si esaurivano le scorte di vitamina C che i marinai avevano nel corpo. In tal modo cominciava a manifestarsi la malattia. Si noti che – a differenza dell’uomo - il gatto o il canarino sono in grado di fabbricarsi da soli l’acido ascorbico che, dunque, non è per loro essenziale e, di conseguenza, non è una vitamina. Le vitamine, ad ogni modo, hanno funzioni molto diverse l’una dall’altra. Molte entrano nella molecola di un certo enzima; se l’organismo è carente di quella data vitamina, l’enzima, quindi, non può essere fabbricato. Le vitamine solubili in acqua (“idrosolubili”) sono queste: B1, B2, B6, B12, acido pantotenico, C, acido folico, H e PP. Le vitamine solubili nei grassi (“liposolubili”), invece, sono queste altre: A, D, E e K. La carenza di una sola vitamina, come si è detto, determina inevitabilmente la malattia dell’organismo. Oltre allo scorbuto nell’individuo che non assume vitamina C, si ha il rachitismo (nel bambino) o l’osteomalacia (nell’adulto) se viene a mancare la vitamina D, la pellagra se c’è carenza della vitamina PP e così via. Per avere il pieno benessere, in ogni caso, è necessario fornire all’organismo di chi pratica sport una quantità di alcune vitamine superiore a quella necessaria per evitare la malattia da carenza. Questo vale in particolare per le vitamine con attività antiossidanti (ossia con la capacità di combattere i radicali liberi, molecole che aggrediscono il corpo e che possono essere la causa o la concausa di molte malattie), come la vitamina C, la vitamina E e la vitamina A (o il beta-carotene che della vitamina A è il precursore). Queste vitamine sono contenute, in quantità variabili, nei diversi alimenti. Le verdura e la frutta fresca, i cereali integrali, le carni e il latte sono fra i cibi che apportano buone quantità di vitamine all’organismo. Non può essere vantaggioso assumere le vitamine attraverso l’integrazione, per esempio attraverso uno di quei prodotti che contengono giù una miscela di vitamine? Sembrerebbe una soluzione intelligente e molte pubblicità ce lo fanno credere. Ma ci sono alcune perplessità, in particolare una. Alcune vitamine di sintesi (ossia fabbricate nei laboratori) hanno una struttura nello spazio che può essere un po’ diversa da quella naturale. Non è il caso della vitamina C, ma lo è, per esempio, per la vitamina A. E proprio su questa vitamina oggi esistono molti dubbi: si pensa che non soltanto non faccia bene, ma che addirittura possa essere molto nociva. Tutto questo fa ritenere che sia sbagliato prendere un prodotto che contiene tutte le vitamine, magari pensando “tanto può fare soltanto bene”. Soltanto se davvero ci sono i sintomi di carenza, vale la pena di prendere una certa vitamina, meglio se da sola. In linea generale, quello che conta è di alimentarsi in maniera razionale, non dimenticando mai di consumare i cibi che forniscono le vitamine, a partire dalla frutta e dalla verdura.