N. 1 gennaio 2003 LE RUBRICHE IN EVIDENZA Editoria Comitato

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N. 1 gennaio 2003
LE RUBRICHE
Editoria
Pubblicità
Processi e problemi
Miscellanea
IN EVIDENZA
Comitato di Presidenza della Fieg
Incontro con il Sottosegretario Bonaiuti: piu’ attenzione per l’editoria
giornalistica
La Fieg sullo sciopero del 20 dicembre
Intervista di Montezemolo a “Il Messaggero”
Pubblicati gli avvisi per il credito agevolato all’editoria
Pubblicita’ stampa secondo l’Osservatorio FCP-FIEG
Evoluzione investimenti pubblicitari (Ac-Nielsen)
I problemi irrisolti dell’editoria: intervista di Sortino a “puntocom”
Modifica al regolamento per l’organizzazione e la tenuta del Roc
Legge finanziaria 2003
Accesso alle tariffe postali agevolate
Direttiva della Regione Sicilia in materia di rivendita
Cumulo tra pensioni e redditi da lavoro
Rinnovo del contratto poligrafico: trasmessa la piattaforma
Rapporto su “L’industria della comunicazione” della Fondazione
Rosselli
Indagine sulla lettura giovanile promossa dal Wan World Young Reader
Network
Congresso mondiale degli editori di quotidiani a Dublino (8-11 giugno
2003)
Credito : tasso di riferimento a gennaio e febbraio 2003
Nomine
Circolari
Rassegna stampa
LA SCOMPARSA DI GIOVANNI AGNELLI E DI LEONARDO MONDADORI
Fieg Notizie si associa al cordoglio generale per la scomparsa di Giovanni Agnelli e di Leonardo Mondadori,
grandi protagonisti della vita economica del Paese e figure esemplari di editori.
EDITORIA
COMITATO DI PRESIDENZA DELLA FIEG
Il Comitato di presidenza della Fieg si è riunito a Roma il 28 gennaio 2003 presieduto da Luca Cordero di
Montezemolo.
Nutrito l’ordine del giorno della riunione nel corso della quale è stata dedicata particolare attenzione alle gravi
difficoltà che attraversa il settore dell’editoria giornalistica, ai problemi dell’Inpgi ed alla connessa conflittualità
con i giornalisti, al disegno di legge n. 3184 del Ministro Gasparri, con particolare riguardo ai criteri di
determinazione dei livelli di concentrazione nel sistema integrato delle comunicazioni, alle questioni attinenti la
rete di vendita.
Per quanto riguarda il primo punto all’ordine del giorno e, in particolare, la mancata previsione nella legge
finanziaria di efficaci misure a sostegno della carta stampata, le posizioni emerse sono state rappresentate al
Sottosegretario Bonaiuti il successivo 29 gennaio nel corso di un incontro di cui Fieg Notizie riferisce più avanti.
INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO BONAIUTI: LA FIEG CHIEDE PIÙ ATTENZIONE PER L’EDITORIA GIORNALISTICA
La grave situazione dell’editoria giornalistica è stata al centro di un incontro, tenutosi il 29 gennaio scorso, tra il
sottosegretario alla Presidenza Paolo Bonaiuti ed una rappresentanza della Federazione Italiana Editori Giornali
formata dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, dal vicepresidente per i periodici Maurizio Costa, dal
vicepresindente per i quotidiani Carlo Perrone, dal direttore generale Sebastiano Sortino.
Nel corso dell’incontro i rappresentanti della Fieg hanno sottolineato che, a fronte di un andamento delle entrate
pubblicitarie fortemente negativo (-13% nel biennio per i quotidiani e -6 % per i periodici) si sono registrati
aumenti del 7% sul costo del lavoro, dell’11% del costo della carta, del 13% del costo degli altri servizi. Il
risultato è stato un vertiginoso calo di tutti gli indici di redditività del settore che ha ricreato le condizioni di
squilibrio presenti a metà degli anni ’90 faticosamente superate nel triennio 1998-2000.
A fronte di questa situazione, da parte della Federazione è stata constatata la mancata adozione delle misure
suggerite in materia di incremento dei consumi attraverso il sostegno della pubblicità e di alleggerimento dei
costi attraverso l’eliminazione del costo del lavoro giornalistico dall’imponibile dell’IRAP.
L’invito della Fieg al Governo è, quindi, quello di dedicare maggiore attenzione alla situazione di un settore
cruciale quale quello dell’informazione, che pur essendo riuscito a mantenere – malgrado le difficoltà – i suoi
livelli diffusionali, subisce oggi una congiuntura negativa che minaccia di provocare una crisi generalizzata delle
imprese editrici, di cui è difficile valutare le conseguenze.
LA FIEG SULLO SCIOPERO DEL 20 DICEMBRE
Lo sciopero dei giornalisti dei quotidiani, dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, nazionale e locale, e
di tutti i media elettronici, proclamato il 20 dicembre 2002, è stato definito dalla Fieg come una “vertenza
fantasma”. Fantasma innanzitutto perché si è sviluppata al di fuori di ogni scadenza contrattuale. Solo perché un
bel giorno la Federazione della Stampa ha deciso che gli editori dovevano aumentare del 2% il contributo
all’INPGI – il cui bilancio è in notevole attivo e lo sarà per almeno altri 20 anni – e solo perché gli editori hanno
risposto che di ogni aumento del costo del lavoro si sarebbe dovuto parlare nel corso della rinnovazione
contrattuale ormai imminente, i giornalisti hanno già effettuato 3 giorni di sciopero ed altri ne minacciano.
“Vertenza fantasma” – ha affermato la Federazione editori – anche per il disinteresse totale che il Governo
manifesta nei suoi confronti. È veramente singolare che a fronte di queste ricorrenti agitazioni, che impediscono
di informare ed essere informati, il governo si sia astenuto non solo dall’intervenire, ma addirittura dal richiedere
elementi sui motivi dell’agitazione.
Del resto anche il dibattito sulla finanziaria ha confermato questo disinteresse per la situazione della stampa
italiana e le sue difficoltà.
Secondo la Fieg, l’impressione è che sia stia sottovalutando la gravità della crisi della carta stampata e che,
mentre a livello politico non si stia facendo nulla per evitarla, a livello del sindacato dei giornalisti si stia facendo
di tutto per aggravarla.
Prima dell’effettuazione dello sciopero, la Fieg aveva indirizzato al Ministro del lavoro Maroni e ai sottosegretari
alla Presidenza del Consiglio, Bonaiuti e Letta, una nota per sottolineare come l’azione sindacale della
Federazione della Stampa presentasse una caratterizzazione politica attestata dalla partecipazione della stessa
Fnsi allo sciopero generale proclamato il 16 aprile 2002 dalla CGIL e dalla sua adesione alle ulteriori azioni
realizzate nell’ottobre scorso dalla Confederazione in questione. La Fnsi ha tentato di coprire l’obiettivo politico
della protesta adducendo, quale motivazione della propria iniziativa, insussistenti ragioni di natura contrattuale e
previdenziale in aggiunta alle rituali e pretestuose esigenze dell’autonomia, pluralità e qualità dell’informazione.
Nella nota, la Fieg si era detta costretta a registrare, con vivo rammarico, come in presenza di una tale situazione
che ha limitato per numerosi giorni il diritto dei cittadini all’informazione, ha recato danni all’immagine del
Paese per la risonanza che gli scioperi della stampa hanno all’estero e che causa inoltre danni gravissimi
all’economia dei giornali italiani nella presente, difficile, congiuntura del settore, il Governo, come mai accaduto
in passato, si sia astenuto da ogni pur sollecitato intervento a tutela della libertà di informazione e dei diritti delle
aziende e da ogni tentativo di evitare o quanto meno limitare gli effetti delle azioni sindacali.
Ciò appare tanto più singolare in quanto non sussistono motivazioni contrattuali. In effetti, il vigente contratto è
nella fase di piena attuazione e solamente a febbraio del 2003 verrà a scadenza il biennio economico di validità
ed avranno quindi inizio le normali trattative per il rinnovo del biennio successivo.
Né sussistono, sempre secondo la Fieg, motivazioni previdenziali. La Fieg ha più volte dichiarato la sua piena
disponibilità a definire, secondo quanto previsto dall’art. 3 della legge 509/94, gli accordi di attuazione di tutte le
delibere Inpgi relative alle modifiche regolamentari in materia di prestazioni previdenziali proposte alle parti
sociali. In tale contesto si sarebbe dovuto, peraltro, chiudere il contenzioso relativo alla mancata applicazione alle
aziende editoriali della disciplina sanzionatoria e condonale prevista dalla finanziaria del 2001 (legge 23
dicembre 2000, n. 388), che l’Inpgi non intende attuare sulla base di un contenzioso per l’affermazione di una
presunta autonomia decisionale. Gli editori, danneggiati da tale posizione per quanto concerne il maggior onere
nelle sanzioni loro applicate per inadempienza contributiva rispetto a tutti gli altri imprenditori, sono soggetti,
inoltre, in mancanza dell’applicazione del condono, all’inammissibile conclusione di dover pagare, per ottenere
l’estinzione del reato di evasione contributiva, una sanzione superiore di oltre il duecento per cento di quella
applicata dall’Inps a tutte le aziende italiane, con gravi conseguenze, in caso di impossibilità di pagamento, sulla
posizione di libertà personale visto le pesanti pene previste per il relativo reato.
Per ottenere l’applicazione dovuta di una legge dello Stato è stato agli editori richiesto dalla Fnsi e dall’Inpgi di
accettare un incremento del 2% dell’aliquota contributiva per le pensioni, aumento non necessario in quanto il
bilancio dell’Istituto è ampiamente attivo (dal 1998 è stato realizzato un attivo di oltre 120 milioni di Euro ed
altri 45 sono previsti per il 2003) in dipendenza dell’incremento dell’occupazione (9,7 dal 1999), dell’ottimale
rapporto fra attivi e pensionati (2,7) e dell’incremento delle retribuzioni assoggettabili. Va inoltre rilevato che il
gettito contributivo della disoccupazione, mobilità e solidarietà consente di coprire largamente il costo di tale
prestazione e anche di quello della Cassa integrazione, lasciando un ampio margine (10 milioni di Euro) per
fronteggiare anche il costo dei prepensionamenti (14 milioni di Euro nel 2003 per 227 posizioni).
Nella nota si ricordava poi come la Fieg avesse proposto alla Fnsi di rinviare la questione contributiva alla fase di
trattative per il rinnovo della parte economica del contratto, per definire la compatibilità di tale onere nel contesto
del costo complessivo della rinnovazione. Le proposte editoriali non sono state accettate dalla Fnsi che, invece,
pretende l’immediato accoglimento della richiesta contributiva, ponendo una condizione chiaramente
inaccettabile.La lettera concludeva infine chiedendo se il Governo volesse assumere qualche iniziativa diretta ad
evitare che la stampa italiana subisse ulteriori danni per azioni di chiara ed esclusiva matrice politica e che i
cittadini venissero ancora privati del loro diritto di essere informati.
INTERVISTA DI MONTEZEMOLO A “IL MESSAGGERO”
In un’intervista rilasciata ad Alberto Guarnieri e pubblicata su “Il Messaggero” del 31 gennaio scorso, il
Presidente della Fieg, Luca Cordero di Montezemolo, ha affrontato i problemi posti dal disegno di legge Gasparri
sul riassetto dei media.
Montezemolo ha dichiarato, per un verso, di apprezzare lo sforzo di riordino del sistema operato dal Ministro
delle comunicazioni, invitando a non stroncare chi cerca di fissare delle regole, per altro verso, soffermandosi sul
merito del provvedimento, ha affermato che il disegno di legge non scioglie il nodo centrale della raccolta delle
risorse pubblicitarie, finora soggetto a regole permissive e applicate in modo ancor più permissivo. “La partita tra
Tv e giornali – ha aggiunto – se non intervengono aggiustamenti, diventa simile ad un incontro di boxe in cui uno
dei due pugili, la carta stampata, deve combattere con le mani legate”.
Presidente Montezemolo, Mediaset e Rai assomigliano alle sue Ferrari, ma forse dominano il campionato
perché usano benzina truccata.
“È un dato di fatto che oggi in Italia esista un sistema super pluralista nella carta stampata, come ha sottolineato
anche il presidente Ciampi, e nel mondo della tv una concentrazione obiettiva e reale”.
I televisivi obiettano che così va il mondo.
“E non è vero. Come dimostrano le cifre”.
Facciamole parlare.
“Intanto diciamo che in Italia la carta stampata realizza il vero pluralismo. Ci sono ben sette editori diversi con
altrettanti prodotti che controllano solo il 50 per cento del mercato. Negli altri Paesi due testate, al massimo tre,
fanno la parte del leone”.
Invece la Tv…
“Due soli giocatori, di cui uno pubblico, hanno il 60% di tutto il sistema, mentre tutta la stampa insieme non
arriva al 30. Negli altri Paesi europei è invece la stampa ad avere la leadership”.
E i “tetti” massimi di crescita qui in vigore?
“La Fieg ha più volte invitato il garante a sanzionare gli sforamenti specie di Mediaset”.
La Rai come si comporta?
“Qui il discorso è più complesso. Noi non vogliamo che abbia tutti i vantaggi del privato senza condividerne i
rischi. Oggi la tv pubblica interrompe i film e gli eventi sportivi, le telepromozioni con gli stessi divi dei suoi
spettacoli. Non sono cose da servizio pubblico, sia pure sui generis”.
Che fare? Privatizzare?
“È un’ipotesi aleatoria e non realizzabile. Piuttosto la Rai torni ad essere una tv pubblica. Rispetti nuovi tetti,
magari bilanciandoli con adeguamenti automatici del canone, faccia formazione e informazione: insomma la
smetta di essere una Mediaset col canone. Se si fa questo, vedrà, anche i discorsi sulla qualità saranno meno
fumosi e più realizzabili”.
Una grossa riforma, la crede realizzabile?
“Ci batteremo per farla. Faremo iniziative per tutelare non solo i nostri interessi, ma anche quelli dei
telespettatori”
E Mediaset, è immune da critiche?
“È cresciuta facendo bene il proprio mestiere, ma anche sfruttando l’anomala situazione italiana. Noi non
chiediamo affatto, come per nessuno, norme punitive, ma il rispetto delle regole”.
Nel ddl ce ne è una nuova proprio sulle risorse: il tetto massimo diventa una quota dell’intero sistema non più
solo del proprio settore.
“Non sono contrario pregiudizialmente, ma discutiamo su come calcolare il monte complessivo. Per noi editori
vanno esclusi cinema, teatro, libri e pubbliche relazioni. Bisogna limitarsi a tv, carta stampata, radio,
cartellonistica e internet”.
Se no?
“Se no sarebbe come non porre limiti. Una situazione molto peggiore dell’attuale”.
La legge offre comunque agli editori la possibilità di entrare nelle tv.
“In linea di principio abolire il divieto agli incroci è sacrosanto. Però oggi, e mi richiamo alle cifre di cui parlavo
prima, l’abbattimento di queste barriere favorisce solo i proprietari di televisioni. Un nostro ingresso è quindi
ancora in divenire”.
Servono norme asimmetriche? È d’accordo anche Confalonieri.
“Certo. E intanto vediamo di non far diventare realtà quell’ipotesi di federalismo televisivo che consentirebbe a
Rai 3 di dragare anche pubblicità locale. Sarebbe davvero il colmo”.
PUBBLICATI GLI AVVISI PER LA CONCESSIONE DELLE AGEVOLAZIONI CREDITIZIE ALL’EDITORIA
La Gazzetta ufficiale n. 297, del 19/12/2002, ha pubblicato i decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri
del 13 dicembre 2002 con i quali sono stati emanati gli avvisi di cui agli articoli 6, comma 2, e 7, comma 2, della
legge n. 62/2001 relativi all’apertura dei termini, all’ammontare delle risorse ed alle modalità di partecipazione
delle imprese editoriali ai benefici del credito agevolato, concessi secondo le procedure automatica e valutativa di
cui agli articoli 6 e 7 della citata legge n. 62/2001.
Le modalità di presentazione delle domande variano a seconda si tratti di procedura valutativa o automatica.
Il credito agevolato secondo la procedura valutativa (articolo 7 della legge n. 62/2001)
I contributi in conto interessi concessi mediante procedura valutativa riguardano progetti o programmi di
investimento che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche: i finanziamenti devono eccedere
l’importo di euro 516.456,90 e non devono essere superiori a euro 15.493.706,97; la domanda deve contenere la
deliberazione preventiva dell’istituto finanziatore; il progetto deve essere realizzato entro due anni
dall’ammissione al beneficio o deve riguardare spese sostenute nei due anni antecedenti la data di presentazione
della domanda.
Il periodo utile per la presentazione delle domande è quello compreso tra il 19 dicembre 2002 e il 30 giugno
2003.
Le risorse complessive disponibili per la concessione dei contributi in conto interessi con la procedura valutativa
assommano a 50 milioni di euro. Su tale ammontare operano una serie di riserve di legge: il 5% è riservato alle
imprese che, nell’esercizio di bilancio precedente a quello dell’anno di presentazione della domanda hanno fatto
registrare un fatturato non superiore a euro 2.582.284,49 (ossia cinque miliardi di lire); il 5% è riservato alle
imprese impegnate in progetti di particolare rilevanza per la diffusione della lettura in Italia o per la diffusione di
prodotti editoriali in lingua italiana all’estero; il 10%, infine, è destinato ai progetti volti a sostenere le spese di
gestione o di esercizio delle imprese costituite in forma di cooperative di giornalisti o di poligrafici.
Sulle disponibilità finanziarie, l’avviso fissa i seguenti principi:
a) le somme oggetto di riserva eventualmente non utilizzate diventano disponibili per la totalità delle imprese
presentatrici di domanda di accesso al credito agevolato;
b) qualora le risorse finanziarie disponibili non siano sufficienti a soddisfare le richieste, la disponibilità è
ripartita proporzionalmente ai finanziamenti ammissibili;
c) le somme eventualmente non utilizzate incrementano le somme disponibili per il successivo avviso.
La domanda, redatta in conformità agli allegati al D.P.R. n. 142 del 2002 deve essere inviata, mediante
raccomandata con avviso di ricevimento, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato per il credito
agevolato presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria – Servizio per il credito agevolato – via
Boncompagni, n. 15 – 00187 Roma.
La data di presentazione della domanda è determinata dalla data della raccomandata postale contenente il
“Modulo per la richiesta delle agevolazioni finanziarie” ossia l’allegato A) al D.P.R. n. 142 del 2002, in regola
con la normativa sul bollo. È possibile integrare la documentazione prevista (in particolare gli allegati B), C), D)
e/o E) ) successivamente all’invio dell’allegato A), purchè tale integrazione avvenga entro il 30 giugno 2003.
La documentazione va presentata in formato cartaceo anche se è consigliabile che essa sia accompagnata da una
copia in formato elettronico. È possibile presentare da parte dello stesso soggetto più di una domanda a
condizione che gli investimenti siano relativi a programmi distinti e funzionalmente autonomi; è altresì
consentito la contemporanea presentazione della eventuale domanda per ottenere la concessione del contributo in
conto interessi nell’ambito della procedura automatica. Il decreto prevede, per le imprese editrici che avevano già
presentato domanda per ottenere il contributo in conto interessi ai sensi della legge n. 416/1981, la possibilità di
ripresentare la domanda secondo le procedure indicate nel D.P.R. n. 142 /2002 e negli avvisi in oggetto. A tale
riguardo va tenuto presente che possono essere ammessi al contributo gli investimenti già realizzati nei due anni
solari precedenti la data di presentazione della domanda.
Requisiti dell’impresa proponente e dell’iniziativa oggetto della domanda
Il decreto indica in maniera analitica i requisiti dei soggetti proponenti e le iniziative ammesse all’agevolazione.
In particolare possono accedere alle agevolazioni di credito in oggetto:
a) le imprese operanti nel settore editoriale ed in particolare le agenzie di stampa, le imprese che svolgono
attività di edizione, stampa, produzione e distribuzione di quotidiani, periodici e libri pubblicati su supporto
cartaceo o su supporto informatico o elettronico nonché le emittenti radiotelevisive;
b) le imprese che effettuano in modo esclusivo o prevalente la commercializzazione del prodotto editoriale, ivi
comprese le librerie e le edicole di giornali;
c) le imprese editrici di giornali all’estero di cui all’art. 26 della legge 5 agosto 1981, n. 416.
Possono accedere alle agevolazioni imprese che svolgano più attività previste nel ciclo di produzione editoriale.
Qualora svolgano anche altre attività, diverse da quelle editoriali, tali attività devono essere espressamente
indicate nella domanda.
Le suddette imprese devono avere i seguenti requisiti:
a) essere iscritte alla C.C.I.A.A.;
b) non essere in stato di fallimento, concordato preventivo, amministrazione controllata o straordinaria,
liquidazione coatta amministrativa o volontaria;
c) avere svolto da almeno un anno attività editoriale;
d) essere iscritte al R.O.C. (Registro degli operatori di comunicazione), trattandosi di soggetti obbligati, e essere
in regola con i relativi adempimenti previsti dalla legge n. 416 del 1981;
e) essere in regola con i versamenti previdenziali in favore dei dipendenti;
f) essere in regola con la normativa antimafia.
Le iniziative ammissibili alle agevolazioni di credito devono soddisfare i seguenti requisiti:
a) avere ad oggetto progetti o programmi realizzabili con finanziamento superiore ad euro 516.456,89 (pari ad un
miliardo di lire);
b) essere realizzate entro i due anni successivi alla concessione delle agevolazioni di credito di cui al presente
avviso;
c) essere finalizzate alla ristrutturazione tecnico-produttiva; all’ampliamento e modifica degli impianti, con
particolare riferimento all’installazione e potenziamento della rete informatica, anche in connessione
all’utilizzo dei circuiti telematici internazionali e dei satelliti; al miglioramento della distribuzione; alla
formazione professionale.
I criteri di valutazione dei progetti presentati
La valutazione dei progetti presentati è effettuata da parte del Comitato per il credito agevolato sulla base dei
seguenti criteri:
a) tipologia degli investimenti;
b) tempi di realizzazione degli investimenti;
c) coerenza degli strumenti con il perseguimento degli obiettivi produttivi previsti, cosi come emergono dai dati
economico-finanziari, dal bilancio e dal piano finanziario per la copertura degli investimenti;
d) congruità delle spese previste ed eventuale adozione di provvedimenti di limitazione e/o di esclusione;
e) validità degli obiettivi di sviluppo aziendale, delle prospettive di mercato e della redditività indicati
dall’impresa anche nelle proiezioni economico-finanziarie conseguenti alla realizzazione dell’iniziativa.
Il Comitato può, per singole tipologie di investimento, fissare aliquote di ammissione al credito inferiori a quella
massima stabilita dalla legge 62/2001.
Condizione sospensiva
Il decreto sottopone tutte le concessioni del contributo in conto interessi alla condizione sospensiva di efficacia
dell’esito positivo della notifica presso la commissione dell’Unione europea.
Il credito agevolato concesso secondo la procedura automatica (articolo 6 della legge n.62/2001)
La domanda e le risorse disponibili
I contributi in conto interessi concessi mediante procedura automatica riguardano progetti che presentano
cumulativamente le seguenti caratteristiche: il finanziamento complessivo non deve eccedere l’importo di euro
516.456,90; il progetto deve essere realizzato entro due anni dall’ammissione al beneficio o deve riguardare spese
sostenute nell’anno antecedente la data di presentazione della domanda.
Il periodo utile per la presentazione delle domande è quello compreso tra il 19 dicembre 2002 e il 30 giugno
2003. Poiché le domande di concessione del credito agevolato secondo la procedura automatica saranno accolte
sulla base della sola verifica della completezza e regolarità delle domande stesse secondo l’ordine cronologico di
presentazione, appare evidente l’opportunità per le imprese interessate di inoltrare la relativa domanda prima
possibile.
Le risorse complessive disponibili per la concessione dei contributi in conto interessi con la procedura
automatica assommano a 15 milioni di euro. Su tale ammontare operano le stesse riserve di legge previste per la
procedura valutativa (il 5% è riservato alle imprese con un fatturato non superiore a euro 2.582.284,49 (ossia
cinque miliardi di lire); il 5% è riservato alle imprese impegnate in progetti di particolare rilevanza per la
diffusione della lettura in Italia o per la diffusione di prodotti editoriali in lingua italiana all’estero; il 10%,
infine, è destinato alle imprese costituite in forma di cooperative di giornalisti o di poligrafici).
Il decreto stabilisce due principi relativamente alle disponibilità finanziarie non utilizzate:
a) le somme oggetto di riserva eventualmente non utilizzate diventano disponibili per la totalità delle imprese
presentatrici di domanda di accesso al credito agevolato;
b) le somme eventualmente non utilizzate incrementano le somme disponibili per il successivo avviso.
Le modalità e le forme di presentazione della domanda nella procedura automatica sono analoghe a quelle
previste dalla procedura valutativa. Nel rinviare pertanto all’illustrazione fatta sopra, sottolineiamo come l’ordine
cronologico di presentazione della domanda, di particolare importanza nella procedura automatica, sia
determinato dalla data della raccomandata postale contenente il “Modulo per la richiesta delle agevolazioni
finanziarie” ossia l’allegato A, al D.P.R. n. 142 del 2002 e che la produzione in momenti diversi dei rimanenti
allegati (da effettuare comunque entro il 30 giugno 2003) non modifica l’ordine cronologico di presentazione
della domanda individuato dall’allegato A.
Anche nella procedura automatica è ammessa la contemporanea presentazione di più di una domanda per ottenere
la concessione del contributo in conto interessi nell’ambito della procedura valutativa.
Qualora ci si avvalga della possibilità di ripresentare la domanda per ottenere il contributo in conto interessi già
presentata ai sensi della legge 416/1981, possono essere ammessi al contributo gli investimenti già realizzati
nell’anno solare precedente la data di presentazione della domanda.
Condizione sospensiva
Anche le concessioni del contributo in conto interessi per il tramite della procedura automatica sono sottoposte
alla condizione sospensiva di efficacia dell’esito positivo della notifica presso la commissione dell’Unione
europea.
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ STAMPA SECONDO L’OSSERVATORIO
FCP-FIEG
Nel 2002 gli investimenti pubblicitari sui mezzi stampati (quotidiani e periodici) hanno accusato una flessione
del 7,1% rispetto all’anno precedente. Sono infatti passati da 2,694 a 2,503 milioni di euro, vale a dire 191
milioni in meno di introiti pubblicitari. Più accentuata la flessione dei periodici (-7,9%) rispetto a quella dei
quotidiani (-6,6%). Si tratta degli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio FCP-FIEG dai quali si ricava
l’indicazione di un peggioramento della tendenza negativa che già si era manifestata nel 2001 (-2,9%), allora
determinata soprattutto dall’andamento dei quotidiani (-6,1%), in quanto i periodici avevano dimostrato una
maggiore capacità di tenuta riuscendo a realizzare un risultato positivo (+2,6%).
Ad incidere negativamente sull’evoluzione dei quotidiani nel 2002 è stata ancora una volta la pubblicità
nazionale (-12,1%), mentre quella locale è andata decisamente meglio con una performance positiva (+2,1%) che
ha attenuato il regresso non solo della nazionale, ma anche della pubblicità di servizio
(-5,1%) e della nazionale (-2,6%).
Tra i periodici, sono stati soprattutto i settimanali a far registrare il calo più consistente (-10,5%). Avendo poi il
peso relativo più elevato (circa il 58%) sul fatturato pubblicitario del comparto, il loro risultato è stato soltanto
parzialmente attenuato dalla maggiore tenuta dei mensili (-4,1%) e delle altre periodicità (-3,2%)
QUOTIDIANI
EVOLUZIONE INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2001/2002
Spazi (n. moduli)
Commerciale Nazionale (1)
Di servizio (2)
Rubricata (3)
Commerciale locale (4)
Fatturato netto (migliaia di euro) (5)
2001
2002
Variaz. %
2001
2002
Variaz.%
10.616.199
1.221.807
2.506.910
30.650.161
10.092.771
1.251.602
2.636.419
32.252.227
-4,9
+2,4
+5,2
+5,2
862.151
229.438
127.481
440.875
758.244
217.841
124.154
450.173
-12,1
-5,1
-2,6
+2,1
Totale quotidiani
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
44.995.078
46.233.019
+2,8
1.659.945
1.550.411
-6,6
Comprensiva di pubblicità commerciale nazionale, speciali nazionali, supplementi nazionali, elettorale nazionale, inserti e sponsorizzazioni
Comprensiva di finanziaria, legale, ricerche di personale, aste, bilanci, tribunali, assemblee
Comprensiva di piccola pubblicità, necrologi, cinema, immobiliare a parole
Comprensiva di commerciale, echi di cronaca, speciali locali, supplementi locali, elettorale locale, inserti e sponsorizzazioni
Ammontare di tutte le fatture emesse, incluso il valore stimato degli spazi in sospeso di fatturazione e di competenza del periodo. Al netto degli sconti
commerciali e delle commissioni d’agenzia fatturate dalle agenzie stesse.
Fonte: Osservatorio FCP-FIEG
PERIODICI
EVOLUZIONE INVESTIMENTI PUBBLICITARI 2001/2002
Spazi (n. pagine)
Fatturato netto (migliaia di euro)(5)
2001
2002
Variaz. %
2001
2002
Variaz.%
Settimanali
Tabellare
speciale (1)
TOTALE SETTIMANALI
95.747
n.d.
95.747
87.400
n.d.
87.400
-8,7
—
-8,7
579.995
34.494
614.489
518.310
31.533
549.843
-10,6
-8,6
-10,5
Mensili
Tabellare
speciale (1)
TOTALE MENSILI
92.503
n.d.
92.503
88.055
n.d.
88.055
-4,8
—
-4,8
356.441
28.088
384.529
337.321
31.455
368.776
-5,4
+12,0
-4,1
Altre periodicità
Tabellare
speciale (1)
TOTALE ALTRE PERIODICITA’
10.256
n.d.
10.256
10.454
n.d.
10.454
+1,9
—
+1,9
30.500
4.673
35.173
29.910
4.141
34.051
-1,9
-11,4
-3,2
198.505
n.d.
198.505
185.909
n.d.
185.909
-6,3
—
-6,3
966.937
67.254
1.034.191
885.540
67.129
952.670
-8,4
-0,2
-7,9
2.694.135
2.503.080
-7,1
Periodici nel complesso
Tabellare
speciale (1)
TOTALE PERIODICI
FATTURATO TOTALE
QUOTIDIANI E PERIODICI
(1) Inserti, sponsorizzazioni, sampling; compresi costi tecnici
Fonte: Osservatorio FCP-FIEG
EVOLUZIONE INVESTIMENTI PUBBLICITARI (AC NIELSEN)
I dati più recenti sull’evoluzione degli investimenti pubblicitari della Nielsen coprono i primi undici mesi del
2002. L’indicazione che si ricava è quella di un mercato ancora in fase declinante che, nel periodo gennaionovembre 2002, rispetto allo stesso periodo dell’anno precendente, ha accusato una flessione del 3,4%. Il trend
negativo ha fatto registrare una certa attenuazione rispetto ai mesi precedenti e le prime anticipazioni relative al
2003 lasciano sperare in quella che molti commentatori hanno definito una “ripresina”.
Nel periodo in considerazione la stampa ha accusato una flessione del 7,4%, più accentuata nel comparto dei
periodici (-7,9%) rispetto a quello dei quotidiani (-7%). In crescita le televisioni (+0,4%), trainate soprattutto
dalla Rai (+1,6%), il cui fatturato è aumentato grazie al forte incremento degli spot (+6,8%) e dei tempi di
programmazione pubblicitaria (+4,9%). Stazionario il fatturato di Mediaset (+0,1%), nonostante l’incremento
degli spot (+5,2%) e dei secondi destinati alla pubblicità (+5,1%). Particolarmente sostenuta è stata la crescita del
fatturato di MTV (+10.2%) mentre si è accentuato il calo di La7 (-16,0%). In flessione anche le radio (-7,1%) e le
affissioni (-11,8%), mentre il cinema, in rallentamento, mantiene comunque un risultato positivo (+2,5%).
Per quanto riguarda le quote di mercato, quella della stampa è scesa dal 40,7 al 39%, a vantaggio della televisione
che è passata dal 51,7 al 53,7%. Ridimensionate anche le quote della radio (da 4,1 a 3,9%) e delle affissioni (da
2,7 a 2,5%). In lieve miglioramento il cinema (da 0,8 a 0,9%).
INVESTIMENTI NETTI STIMATI
gennaio/novembre 2001-2002
(migliaia di euro)
2001
(gen.-nov.)
% su
totale
2002
(gen.-nov.)
Quotidiani
1.712.929
24,3
1.592.712
23,4
-7,0Periodici
1.157.797
16,4
1.065.952 15,6
Tv Rai
1.133.768
16,1
1.151.672
16,9
+1,6Tv Mediaset
2.397.909
34,0
2.399.700 35,2
89.238
1,3
78.145
1,1
199.276
2,8
189.945 2,8
190.909
58.432
7.053.790
2,7
0,8
100,00
RadioRai
Affissioni
Cinema
Totale pubblicità
% su Variaz.
totale
%
168.340
2,5
59.917
0,9
6.813.930 100,00
-12,4Radio commerciali
-11,8
+2,5
-3,4
Fonte: AcNielsen-Nasa
INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN VOLUME
NUMERO DI ANNUNCI
Gennaio-novembre 2001-2002
2001
2002
Variaz.
Quotidiani
689.302
466.170
669.347
460.869
-2,9
-1,1
Periodici 223.132
208.478
-6,6
Tv Rai
101.029
+8,1
168.536
129.659
179.968
+27,2
+6,8
Tv MTV
Tv Mediaset
115.887 124.839
576.466
+7,7
606.155 +5,2
Totale TV 962.818
Tv
La7
1.040.621
RadioRai
radio
97.601
896.794
94.645
910.004
-3,0
+1,5
Radio commerciali
799.193
815.359
Totale
1.548.359
184.953
4.097.273
1.371.918
246.341
3.891.890
-17,9
+33,1
-5,0
Affissioni (impianti)
Cinema (schermi)
Totale pubblicità (1)
(1) Non comprende il numero degli schermi per il cinema.
Fonte: AcNielsen-Nasa
INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN VOLUME
Moduli – pagine – secondi 2001/2002
Gennaio-novembre 2001-2002
Totale
+2,0
stampa
2001
Quotidiani (moduli)
(secondi)
12.810.320
Totale TV
RadioRai (secondi)
21.221.987
2002
Variaz.
43.420.508
54.307.195
3.574.561
3.749.211
+5,1 Tv La7 (secondi)
20.479.134
21.959.578
+4,3
+4,9
2.286.056
+7,2
2.430.210
+5,0
2.428.045
-0,1
Totale radio 22.634.958
Periodici (pagine)
238.376 222.504 -6,7
Tv
Tv Mediaset (secondi)
12.190.989
2.776.710 +21,5
Tv MTV 2.427.529 2.623.337 +8,1
Radio commerciali (secondi)
23.650.032
+4,5
Rai
20.204.748
Fonte: AcNielsen-Nasa
PROCESSI E PROBLEMI
I PROBLEMI IRRISOLTI DELL’EDITORIA: INTERVISTA DI SEBASTIANO SORTINO A “PUNTOCOM”
In un’intervista rilasciata a Paolo Pozzi e pubblicata su “puntocom” del 31 dicembre scorso, il direttore generale
della Fieg, Sebastiano Sortino, si è soffermato sui problemi che incontra il settore dell’editoria giornalistica sul
terreno della diffusione e della pubblicità. Fieg Notizie riporta il testo integrale dell’intervista.
Un 2002 sofferto per la diffusione. Che non ha preso la via del decollo. Cosa si può fare per invertire la
tendenza?
“Innanzitutto bisogna mettere mano alla razionalizzazione della filiera. È il capitolo della distribuzione
extraedicola senza esser alternativi all’edicola. Perché noi vogliamo incrementare la diffusione e non toglierla a
chi già ce l’ha. L’edicola rimane il canale fondamentale della distribuzione, ma bisogna aumentare il numero dei
punti vendita al di fuori delle edicole. Visto che è ormai assodato che questi punti vendita nulla tolgono alle
edicole, anzi funzionano bene per i cosiddetti “acquisti d’impulso” e quindi aggiungono senza togliere nulla. E
poi bisogna regolamentare meglio la distribuzione. Noi siamo convinti che un punto vendita extraedicola non
debba essere costretto a scegliere se vendere un quotidiano o un periodico. Vorremmo evitare, insomma, il
paradosso creato dalla Regione Lombardia”.
Solo i canali distributivi tra le cause del mancato decollo della diffusione?
“C’è anche lo zampino dell’euro, certo. Che non ha agevolato. L’aumento del prezzo dei giornali in edicola ha
contribuito a determinare il calo di diffusione”.
Irap, il tentativo di ottenere dal Governo la deduzione del costo del lavoro giornalistico è naufragata poco prima
di Natale. E c’è possibilità di riproporre il tema l’anno prossimo?
“Il dato di fatto, per ora è chiaro: la proposta è stata bocciata. Il risparmio sarebbe stato poco più del 4% ovvero
circa 60 miliardi di vecchie lire. Non sono una cifra sconvolgente, certo.. Ma serviva. E insieme ad altri interventi
avrebbe certamente aiutato l’editoria. Cosa succederà nel 2003? Vedremo”.
Tariffe postali. Anche in questo caso non ci sono buone notizie per gli editori.
“Beh, le tariffe postali sono aumentate, Proroga o non proroga, sono aumentate. Un piccolo aggravio che si
aggiunge agli altri costi. Costo del lavoro e carta in testa, per chi è editore di carta stampata. Per le agenzie il
discorso è diverso. Per loro il costo del lavoro è quasi tutto”.
C’è in Europa un modello di riferimento per l’editoria?
“Guardi, è inutile girarci intorno. Il problema dei problemi è che in Italia si legge poco. Perché a ben vedere nel
resto d’Europa la diffusione dei giornali cala, in percentuale, più che da noi. In alcuni Paesi europei siano intorno
al 10% in meno. In Italia il calo è meno consistente. Anche perché il dato di partenza è inferiore, certo, e più di
tanto non si può scendere. In ogni caso non credo ci siano modelli europei. Ognuno ha il suo mercato e le sue
caratteristiche. Il calo della diffusione, comunque, è generalizzato. E la stessa Germania e la Francia, comunque,
non stanno così bene. Anzi”.
Legge di sistema e Ddl Gasparri. La Fieg non ha mai nascosto critiche pesanti. Non solo perché la televisione è
destinata ad assorbire ancora gran parte degli investimenti pubblicitari.
“Certo, perché così com’è non va bene. Sotto nessun profilo. Per la stessa Rai non si capisce se è una
privatizzazione che poi non è una privatizzazione. Noi abbiamo detto chiaro subito una cosa: o la Rai si
privatizza o la Rai si “pubblicizza”. Mantenere la Rai, come fa il Ddl Gasparri, in una specie di limbo per cui è
pubblica perché ha il canone e contemporaneamente anche privata perché è più famelica delle private, non va
bene. Noi abbiamo detto: se non riuscite a privatizzare la Rai e se ritenete che debba continuare ad essere un
servizio pubblico ineliminabile, allora dovete enfatizzare il servizio pubblico della Rai anche aumentando il
canone. Perché è impensabile essere competitivi con un canone del genere. E però, nel momento in cui si
aumenta il canone, è necessario svincolarla almeno parzialmente dal ricatto dell’audience collegato all’esigenza
pubblicitaria”.
Nota dolente quella della pubblicità. Al di là delle previsioni che danno una leggera ripresa nell’autunnoinverno del 2003, la vera inversione di tendenza non ci sarà prima del 2004-2005. Anche i vostri indicatori
dicono la stessa cosa?
“Il problema della pubblicità è grosso come una casa. Ed è dovuto al fatto che le aziende non investono. Questi
sono gli indicatori generali. La verità è che è difficile immaginare una ripresa della pubblicità prima di quella
data. E se così sarà, vuol dire che anche per effetto della polarizzazione del mercato pubblicitario sulla
televisione, evidentemente la crisi agirà in modo diseguale sui diversi mezzi. Non credo che ci possa essere un
calo generalizzato per tutti con la stessa percentuale. Ci possono essere mezzi con una diminuzione del 20% ed
altri con una diminuzione del 2%. Comunque problemi per tutti”.
MODIFICA AL REGOLAMENTO PER L’ORGANIZZAZIONE E LA TENUTA DEL ROC
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in data 18 dicembre 2002 ha approvato la delibera n. 404 con la
quale ha modificato il “Regolamento per l’organizzazione e la tenuta del Registro degli operatori di
comunicazione”, approvato con precedente delibera n. 236/2001 (v. Fieg Notizie n. 6, giugno 2001)
Con la nuova delibera l’Autorità ha inteso soddisfare l’esigenza di una maggiore tempestività nella
comunicazione delle informazioni concernenti la pubblicazione di nuove testate da parte di tutti gli editori, anche
di quelli che finora erano esentati da tale obbligo (in particolare le imprese editrici di periodici e riviste che
abbiano alle loro dipendenze meno di cinque giornalisti a tempo pieno o che pubblichino non più di dodici
numeri all’anno e per le imprese editrici di testate in forma elettronica dalle analoghe caratteristiche), nonché di
rendere più agevole e trasparente la comunicazione degli assetti proprietari delle società quotate in borsa iscritte
o “iscrivende” al Registro.
Le modifiche dell’articolato del Regolamento sono accompagnate dalla sostituzione di due modelli di
comunicazione allegati allo stesso Regolamento (in particolare il Mod.1/Reg – riguardante la Domanda di
iscrizione allo stesso Registro – e il Mod. 8/Reg riguardante le imprese di produzione e distribuzione di
programmi radiotelevisivi) e dall’aggiunta di quattro nuovi modelli:
1) i modello 5.5/Reg e 5.5/Reg/Est riguardante le partecipazioni di controllo di società quotate in borsa;
2) il modello 12.1/Reg. contenente la comunicazione di acquisizione di controllo;
3) il modello 12.2/Reg con l’assetto proprietario del soggetto controllante;
4) il modello 9/1/Reg con l’elenco delle testate edite.
Il Regolamento del Registro viene modificato in materia di comunicazione delle società quotate in borsa (artt. 11,
12, 14 e 17), di trasferimenti di proprietà e sottoscrizioni di società iscritte al registro quotate in borsa (art. 22), di
dichiarazioni dei soggetti controllanti (art. 21), di comunicazione di variazioni (art. 23) e di comunicazione
annuale (art. 24).
Comunicazioni delle società quotate in borsa (articolo 2)
Le imprese editrici di giornali quotidiani, periodici o riviste quotate in borsa non devono più limitarsi a
comunicare le sole partecipazioni con diritto di voto superiori al 2% del capitale sociale ma devono indicare per
ciascuna di tali partecipazioni – utilizzando i nuovi modelli Mod. 5.5/Reg e Mod. 5.5/Reg/Est – le rispettive
partecipazioni di controllo. Il comma 2 dell’articolo 2 della delibera in oggetto precisa il concetto di
partecipazione di controllo: “sono considerate partecipazioni di controllo sia le azioni delle quali un soggetto è
titolare, anche se il diritto di voto spetta o è attribuito a terzi, sia quelle in relazione alle quali spetta o è
attribuito il diritto di voto. Ai medesimi fini devono essere anche computate sia le azioni di cui sono titolari
interposte persone, fiduciari, società controllate, sia quelle in relazione alle quali il diritto di voto spetta o è
attribuito a tali soggetti.”
Tali ulteriori indicazioni fanno venir meno per le società quotate in borsa gli obblighi di comunicazione previsti
dalle lettere b) e c) del comma 1 dell’articolo 14 del Regolamento (elenco dei soci di secondo e terzo livello)
mentre permane per le società quotate in borsa l’obbligo previsto dalla lettera d), ossia l’indicazione delle società
che dispongono, a mezzo di controllate, di almeno il 20, o il 10% nel caso di società quotate in borsa, dei voti
esercitabili nell’assemblea della società da iscrivere.
Analoghe modifiche riguardano le concessionarie di pubblicità costituite in forma di società quotate in borsa che
raccolgono pubblicità di giornali quotidiani, periodici o riviste che da più di un anno abbiano alle loro
dipendenze almeno cinque giornalisti all’anno e che pubblichino più di 12 numeri all’anno e di testate in formato
elettronico con le medesime caratteristiche. Anche in questo caso tali società non devono più limitarsi a
comunicare le sole partecipazioni con diritto di voto superiori al 2% del capitale sociale (ai sensi del comma 2
dell’articolo 12 del Regolamento) ma devono indicare per ciascuna di tali partecipazioni – utilizzando il nuovo
Mod. 5.5/Reg – le rispettive partecipazioni di controllo.
Trasferimenti di proprietà e sottoscrizioni di società iscritte al Registro quotate in borsa (comma 6 dell’articolo
2)
Il comma 6 dell’articolo 2 della delibera in oggetto chiarisce meglio gli obblighi sui trasferimenti di proprietà e
sottoscrizioni di società iscritte al registro quotate in borsa. Tali società hanno l’obbligo di comunicare ogni
trasferimento o ogni sottoscrizione che interessi più del 2% del proprio capitale ma non sono tenute a comunicare
i trasferimenti o le sottoscrizioni delle società intestatarie di proprie azioni a meno che ciò comporti una
variazione del soggetto controllante. Qualora si verificasse invece tale condizione, ossia la variazione del
soggetto controllante, la comunicazione del trasferimento o della sottoscrizione deve essere data dall’acquirente o
dal sottoscrittore entro trenta giorni dalla data in cui il trasferimento o la sottoscrizione acquistano efficacia.
Dichiarazione del controllante (articolo 3)
La modifica apportata all’articolo 21 del Regolamento riguarda esclusivamente il modello da utilizzare per la
comunicazione di acquisizione di controllo. La comunicazione, da trasmettere antro 30 giorni da parte del
soggetto controllante di uno o più soggetti iscritti al Registro, va redatta non più sul modello 12/Reg bensì sui
modelli 12.1/Reg e 12.2/Reg. In pratica alla comunicazione di acquisizione di controllo si affianca un modello, il
12.2./Reg, contenente l’assetto proprietario del soggetto controllante.
Comunicazioni di variazione (articolo 4)
Finora le imprese editrici di periodici e riviste con alle loro dipendenze meno di cinque giornalisti a tempo pieno
o che pubblichino non più di dodici numeri all’anno e le imprese editrici di testate in forma elettronica dalle
analoghe caratteristiche erano esentate, ai sensi del comma 3 dell’articolo 23 del Regolamento, dall’obbligo di
comunicare, entro trenta giorni dal verificarsi della circostanza, ogni variazione a quanto dichiarato all’atto di
iscrizione e nella comunicazione annuale. L’articolo 4 della delibera riconferma tale esenzione ad esclusione
delle variazioni concernenti la pubblicazione di nuove testate che ora, invece, vanno comunicate utilizzando il
modello 15/Reg.
Comunicazione annuale (articolo 5)
Un’ultima modifica riguarda la comunicazione annuale che i soggetti iscritti al Registro sono tenuti ad inviare
all’Autorità ai sensi dell’articolo 24.
In particolare viene precisato:
a) che gli assetti societari comunicati dai soggetti iscritti in forma di società di capitali o cooperative vanno
riferiti alla data dell’assemblea di approvazione dei bilanci. Le società quotate in borsa devono effettuare tale
comunicazione con una dichiarazione redatta secondo i modelli 5.1/Reg e 5.5/Reg;
b) che i soggetti iscritti in forma di società di persone devono inviare, entro il 30 giugno di ciascun anno, una
dichiarazione contenente l’aggiornamento dei dati anagrafici e degli elenchi dei soci nonché le eventuali
relative intestazioni fiduciarie, interposizioni di persone e di altri limiti gravanti sulle azioni o quote facendo
riferimento ad una stessa data.
Inoltre viene introdotto l’obbligo per le imprese editrici di giornali, quotidiani, periodici o riviste e per i soggetti
esercenti l’editoria elettronica e digitale di aggiungere alla comunicazione annuale degli assetti societari, una
dichiarazione contenente l’aggiornamento alla stessa data dei nominativi degli amministratori (utilizzando il
Mod. 4/Reg) nonché l’elenco delle testate edite (utilizzando il Mod. 9/1/Reg.).
LEGGE FINANZIARIA 2003
La legge n. 289 del 27/12/2002 (finanziaria 2003) contiene due disposizioni di diretto interesse per il settore
dell’editoria giornalistica. La prima (art. 61, comma 13) prevede agevolazioni sugli investimenti pubblicitari
effettuati da imprese operanti nelle aree depresse; la seconda (art. 80, comma 46) modifica l’art. 490 del codice di
procedura civile, estendendo ad altre tipologie di testate la pubblicità degli avvisi di aste giudiziarie.
Per quanto concerne il primo aspetto, nell’ambito delle disposizioni relative ai finanziamenti degli investimenti
per lo sviluppo, l’art. 61, commi 1, 2 e 3 della finanziaria, ha disposto l’istituzione di un Fondo per le aree
sottoutilizzate (regioni meridionali e zone di declino industriale) nel quale vanno a confluire le risorse disponibili
autorizzate da una serie di disposizioni legislative elencate nell’allegato 1 alla stessa finanziaria 2003 (legge 1
marzo 1986, n. 64, sulla disciplina organica dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno; legge 30 giugno 1998,
n. 208, sull’istituzione di un Fondo rotativo per il finanziamento dei programmi di promozione imprenditoriale
nelle aree depresse; l’art. 27, comma 11, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, sulla razionalizzazione degli
interventi per l’imprenditoria giovanile; l’art. 8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, sul credito d’ imposta per
gli investimenti nelle aree svantaggiate, integrato dall’art. 10 del D.L. 8 luglio 2002, n. 138, convertito in legge 3
agosto 2002, n. 178; l’art. 7 della legge n. 388/2000, sul credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione).
Il comma 13 dell’art. 61 della legge prevede la possibilità che le agevolazioni contenute nell’insieme delle
disposizioni richiamate, le cui risorse sono confluite nel Fondo di cui al comma 3, possano essere concesse in
favore delle imprese aventi sede nelle aree sottoutilizzate che investano, nell’ambito di programmi di
penetrazione commerciale, in “campagne pubblicitarie localizzate in specifiche aree territoriali del Paese”. La
dizione sembra far riferimento alla pubblicità locale. Appare evidente che le campagne pubblicitarie potranno
essere effettuate in qualunque area del Paese.
L’ammontare dell’investimento pubblicitario rilevante ai fini delle agevolazioni è dato dalla differenza tra il
totale delle spese pubblicitarie documentate effettuate nell’esercizio di riferimento e il totale delle spese
pubblicitarie effettuate nell’esercizio precedente. In altri termini, gli aiuti sono riconosciuti, nelle misure massime
previste dalla Carta italiana per gli aiuti a finalità regionale per il periodo 2000-2006, alle imprese che
effettueranno maggiori investimenti rispetto all’anno precedente, ma soltanto per la parte eccedentaria. Inoltre
deve essere rispettata la cosiddetta regola “de minimis”, vale a dire che non vi è obbligo di previa notifica alla
Commissione europea soltanto se gli aiuti sono di importo così esiguo da non produrre ripercussioni apprezzabili
sulla regolarità degli scambi e sul naturale evolversi della concorrenza tra gli Stati membri.
Con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), saranno stabilite le risorse
necessarie e saranno indicate la data da cui decorre la facoltà di presentazione della domanda per la concessione
dell’agevolazione e le relative modalità di presentazione. La domanda dovrà essere presentata all’Agenzia delle
Entrate che provvederà a comunicare entro trenta giorni l’accoglimento secondo l’ordine cronologico delle
domande pervenute. In caso di mancata utilizzazione dell’agevolazione nell’esercizio di imposta cui si riferisce la
domanda, il soggetto interessato decade dal beneficio e non può presentare una nuova domanda nei dodici mesi
successivi alla conclusione dell’esercizio fiscale.
Il dispositivo dell’art. 61, comma 13, della legge sarà reso operativo da un regolamento di attuazione di prossima
emanazione. Nel regolamento saranno in particolare definite le modalità di corresponsione delle agevolazioni
che, in base alle prime anticipazioni, saranno, soprattutto, quelle del credito d’imposta.
Per quanto concerne la pubblicità degli avvisi di aste giudiziarie, l’art. 80, comma 46, della finanziaria 2003, ha
aggiunto al terzo comma dell’art. 490 del codice di procedura civile il seguente periodo: “Sono equiparati ai
quotidiani, i giornali di informazione locale, multisettimanali o settimanali editi da soggetti iscritti al Registro
operatori della comunicazione (Roc) e aventi caratteristiche editoriali analoghe a quelle dei quotidiani che
garantiscono la maggiore diffusione nella zona interessata”.
Si ricorda (v. Fieg Notizie n. 1, gennaio 2002) che il comma 3 dell’art. 490 c.p.c. era stato modificato dalla legge
n. 448/2001 (legge finanziaria 2002) come segue: “Il giudice dispone inoltre che l’avviso sia inserito una o più
volte sui quotidiani di informazione locali aventi maggiore diffusione nella zona interessata o, quando opportuno,
sui quotidiani di informazione nazionale e, quando occorre, che sia divulgato con le forme della pubblicità
commerciale. La divulgazione degli avvisi con altri mezzi diversi dai quotidiani di informazione deve intendersi
complementare e non alternativa”.
Con il dispositivo adottato dalla finanziaria 2002 era stata sottratta al giudice ogni discrezionalità sulla
pubblicazione rendendola comunque obbligatoria sui quotidiani di informazione locali a maggiore diffusione.
Inoltre la divulgazione con altri mezzi, diversi dai quotidiani di informazione, veniva considerata comunque
complementare e non alternativa.
Il nuovo dispositivo previsto dalla finanziaria 2003 viene ad aggiungersi alla formulazione precedente,
estendendo la tipologia di testate sulle quali gli avvisi devono essere pubblicati. Tuttavia deve pur sempre
trattarsi di testate iscritte al Roc e aventi contenuti redazionali (le c.d. “catteristiche redazionali”) analoghi ai
quotidiani di informazione locale a maggior diffusione nell’area.
ACCESSO ALLE TARIFFE POSTALI AGEVOLATE
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 novembre 2002, n. 294, (G.U. n. 1 del 2 gennaio
2003) è stato completato il quadro normativo che disciplina il sistema delle tariffe postali per la stampa. Il
provvedimento fa infatti seguito ai decreti tariffari (decreti del Ministro delle comunicazioni 13 novembre 2002)
ed alla decisione di proroga delle tariffe agevolate (legge 27 dicembre 2002, n. 284).
Il decreto n. 294/2002 fissa l’insieme di requisiti e condizioni al quale è subordinato l’accesso alle agevolazioni
tariffarie e realizza la previsione stabilita dall’art. 4, comma 1 del decreto legge 23 novembre 2001, n. 411,
convertito, con modificazioni, dalla legge 31 dicembre 2001, n. 463.
Va sottolineato come per l’avvio del regime di contribuzione diretta, il provvedimento contenga una decorrenza
errata, in quanto viene indicata la data del 1° gennaio 2003, mentre la proroga è al 1° gennaio 2004.
Questi i principali contenuti del decreto in esame
Art. 1. Destinatari delle agevolazioni.
Per la stampa di informazione condizione necessaria per l’accesso alle tariffe agevolate è che l’impresa editrice
sia iscritta al Registro nazionale della stampa ovvero al Registro degli operatori di comunicazione. Alle
agevolazioni accedono anche le imprese editrici di libri che la normativa successiva alla legge 662/96, art. 2,
comma 20, nelle autorizzazioni di spesa, accomuna ai giornali e periodici, senza peraltro che nulla sia indicato
riguardo all’individuazione delle stesse.
Avendo invece un’autorizzazione di spesa loro propria, possono accedere alle agevolazioni: le associazioni ed
organizzazioni senza fini di lucro ovvero le organizzazioni non lucrative di utilità sociale individuate dall’art. 10
del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460; le organizzazioni del volontariato attive nei modi indicati dalla
legge quadro 11 agosto 1991, n. 266; le organizzazioni non governative di cui l’art. 28, legge 26 febbraio 1987, n.
49, riconosce l’idoneità; gli enti ecclesiastici e le fondazioni ed associazioni senza fini di lucro aventi scopi
religiosi.
Sono infine ammesse alle agevolazioni le associazioni di categoria limitatamente ai bollettini degli organi
direttivi nazionali.
Art. 2. Caratteristiche dei prodotti esclusi dalla tariffa agevolata.
La stampa di informazione deve rispettare due limiti massimi: il 45% per gli spazi pubblicitari su base annua ed il
40% per la quota di abbonamenti non stipulati a titolo oneroso dai destinatari, sul totale degli abbonamenti.
Questi parametri sono stati quindi confermati. Il secondo in una formulazione marginalmente meno severa di
quella già conosciuta.
Sono esclusi dalle tariffe agevolate: i giornali di pubblicità che sono quelli che pubblicizzano prodotti o servizi
(con nome o altro elemento distintivo) con il fine prevalente di incentivarne le vendite; le pubblicazioni
promozionali, assimilabili ai precedenti per analoga finalità; le stampe delle vendite per corrispondenza; i
cataloghi (ossia elencazioni di prodotti o servizi anche quando contengano indicazioni al riguardo degli stessi); i
giornali gratuiti che vengono indicati per esclusione riconoscendo come posti in vendita quelli distribuiti con
prezzo (non precisato) effettivo per copia o per abbonamento (anche se non poste in vendita, accedono alle
agevolazioni le pubblicazioni informative di fondazioni e associazioni senza fini di lucro); i giornali a carattere
postulatorio che sono da considerare le pubblicazioni finalizzate alla raccolta di denaro sotto forma di contributi,
offerte, elargizioni (possono invece usufruire del beneficio, le pubblicazioni utilizzate dalle organizzazioni senza
fini di lucro e dalle fondazioni religiose esclusivamente per le proprie finalità di autofinanziamento); i giornali
editi da enti pubblici (a tal fine, si intendono tutti gli organismi, comprese le società, riconducibili allo Stato o ad
altri enti territoriali ovvero organismi che svolgano una funzione pubblica); i giornali contenenti supporti
integrativi o altri beni diversi da quelli ammessi al regime Iva speciale (art. 74, primo comma, lettera c), Dpr n.
633/1972); i giornali pornografici.
In ordine ad alcuni punti del regolamento, la Società Poste Italiane ha fornito chiarimenti anche a seguito
dell’interessamento della Fieg.
Fieg Notizie riporta di seguito i chiarimenti della Società Poste.
Art. 1; punto 2. Associazioni di categoria ammesse alle agevolazioni tariffarie limitatamente alla spedizione dei
bollettini degli organi direttivi nazionali.
Per associazioni di categoria si devono intendere gli ordini professionali (ordine dei farmacisti, architetti,
eccetera), le confederazioni (artigiani, commercianti, eccetera), le federazioni sportive, le associazioni sindacali.
Per poter usufruire del beneficio l’associazione di categoria interessata deve risultare editrice del proprio
bollettino, come previsto dall’art. 77 del DPR 29 maggio 1982, n. 655 (Regolamento di esecuzione del codice
postale tuttora vigente). Quando non si tratti di un soggetto no profit e qualora l’associazione di categoria sia
iscritta al Registro degli operatori di comunicazione, il bollettino dovrà contare almeno il 60% di abbonamenti a
titolo oneroso e contenere non più del 45% di spazi pubblicitari rispetto l’intero stampato calcolato su base
annua.
Art. 2. Giornali esclusi dall’agevolazione tariffaria.
Punto 1; lett. a). Giornali (ovvero pubblicazioni di qualsiasi periodicità) che contengono inserzioni pubblicitarie
per un’area calcolata su base annua (come disposto dal comma 20, art. 2 della Legge n. 662/1996) superiore al
45% dell’intero stampato e quelli per i quali i relativi abbonamenti sono stati stipulati a titolo oneroso dai
destinatari per una percentuale inferiore al 60% del totale degli abbonamenti.
Gli abbonamenti a titolo oneroso possono essere sottoscritti sia direttamente dai destinatari che indirettamente da
terzi. Per il raggiungimento del predetto limite del 60% di abbonamenti a titolo oneroso, non sono considerate
computabili le quote associative corrisposte dagli associati. A meno che la quota relativa all’abbonamento non sia
esplicitamente scorporata dalla quota di associazione. Queste condizioni dovranno essere verificabili attraverso
controlli da effettuare a campione.
Art. 2; punto 1; lett. b). Giornali di pubblicità.
L’esclusione dalle agevolazioni riguarda anche quei giornali che, pur non superando il 45% di pubblicità
tabellare, descrivono e promuovono prodotti posti in vendita anche nella parte redazionale.
Art. 2; punto 1; lett. c). Giornali di promozione delle vendite di beni o servizi.
Sono da ritenere tali, oltre i giornali costituiti unicamente da inserzioni pubblicitarie, anche quelli che vendono
beni e servizi dell’azienda editrice.
Art. 2; punto 1; lett. f). Giornali non posti in vendita, ovvero distribuiti senza un prezzo effettivo per copia o per
abbonamento, ivi compresi quelli a carattere postulatorio.
Si deve considerare “prezzo effettivo”, il prezzo corrisposto dai destinatari per singola copia o per singolo
abbonamento indipendentemente dall’importo.
Art. 2; punto 1; lett. g). Giornali di enti pubblici e di altri organismi, comprese le società riconducibili allo Stato
o ad altri enti territoriali o che svolgano una pubblica funzione.
Sono interessate tutte le aministrazioni pubbliche, centrali (ministeri), locali (comuni, provincie, regioni).
Pertanto sono escluse dalle agevolazioni pubblicazioni quali la Gazzetta ufficiale, i bollettini ufficiali delle
regioni, eccetera.
La Società Poste precisa che i periodici esclusi dalle agevolazioni ma che siano iscritti al Registro degli operatori
di comunicazione, se hanno una percentuale di pubblicità, calcolata su base annua, non superiore al limite del
45% già ricordato, potranno usufruire limitatamente ai soli valori di base delle tariffe previste per giornali
quotidiani e riviste con qualsiasi periodicità editi da soggetti iscritti, appunto, al Registro stesso.
I restanti periodici esclusi potranno usufruire delle tariffe del cosiddetto regime libero, sempre che presentino le
caratteristiche previste (pubblicità non superiore al 70% dell’intero stampato per singolo numero, non più del
30% a favore di un unico inserzionista). Si tratta della serie unica di prezzi stabiliti con Decreto 13.11.02 del
Ministero delle comunicazioni. Diversamente queste ultime pubblicazioni potranno essere spedite ai prezzi del
nuovo prodotto posta target.
Le precisazioni finora fornite non esauriscono i problemi interpretativi posti dalla nuova regolamentazione,
comunque rappresentano un notevole progresso per l’attuazione delle disposizioni.
Di seguito si riporta anche un chiarimento fornito dalla Divisione corrispondenza in ordine all’art. 2, punto 1,
lett. h, relativo ai giornali contenenti supporti integrativi o altri beni. Secondo l’interpretazione della Divisione
corrispondenza possono essere sempre ammessi alle agevolazioni i supporti (esempio: floppy disk, cd rom,
eccetera) che, integrando il contenuto dei giornali, quotidiani o periodici, sono ad essi funzionalmente connessi
(inserti redazionali).
DIRETTIVE DELLA REGIONE SICILIA IN MATERIA DI PIANI COMUNALI DI LOCALIZZAZIONE DEI PUNTI OTTIMALI DI
VENDITA DEI GIORNALI
La Regione Sicilia ha emanato il decreto 13 novembre 2002 recante le nuove direttive per la predisposizione dei
piani comunali di localizzazione dei punti ottimali di vendita di giornali quotidiani e periodici, che costituisce
l’atto di indirizzo regionale in applicazione di quanto disposto dall’art. 6 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n.
170.
L’atto di indirizzo, composto da 15 articoli, si caratterizza per l’accoglimento dei chiarimenti più rilevanti sulla
corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 170/01, formulati dal Ministero delle
attività produttive nella circolare esplicativa 3538/C del 28 dicembre 2001, differenziandosi rispetto al
provvedimento emanato in materia dalla Regione Emilia-Romagna e agli indirizzi deliberati dalla Regione
Lombardia.
L’atto regionale della Sicilia definisce come punti vendita esclusivi quelli che, previsti nel piano, sono tenuti alla
vendita generale di quotidiani e periodici e come punti vendita non esclusivi gli esercizi, appartenenti alle
tipologie previste nel decreto corrispondenti a quelle ammesse a partecipare alla fase sperimentale, che in
aggiunta ad altre merci sono autorizzati alla vendita di quotidiani o periodici, ovvero di quotidiani e periodici,
con ciò riconoscendo ai punti vendita non esclusivi anche di nuova attivazione la possibilità di porre in vendita
ambedue le tipologie editoriali.
I punti vendita promiscui autorizzati alla vendita della stampa prima dell’entrata in vigore della legge 108/99 e
del decreto legislativo 170/01 sono, invece, considerati dalla Regione Sicilia come punti vendita esclusivi qualora
autorizzati alla vendita di quotidiani e periodici o come punti vendita non esclusivi se autorizzati alla vendita di
una sola tipologia editoriale.
Per quanto attiene all’aspetto relativo all’autorizzazione di diritto prevista all’articolo 2, comma quarto, del
decreto 170/01, l’atto di indirizzo regionale dispone che per gli esercizi che hanno effettuato la sperimentazione
ai sensi dell’articolo 1 della legge 108/99, l’autorizzazione è rilasciata di diritto per la medesima tipologia di
prodotto editoriale per la quale è stata effettuata la sperimentazione. Tale formulazione consente ai comuni di
rinvenire il relativo riferimento interpretativo nella circolare esplicativa del Ministero delle attività produttive
secondo il quale, per essere considerato come esercizio che abbia effettuato la sperimentazione, è sufficiente
avere inviato al comune competente per territorio la comunicazione di adesione alla sperimentazione, senza che
sia intervenuto un atto di esclusione dalla stessa, ove era altresì indicata la tipologia prescelta per la vendita tra
quotidiani, periodici o quotidiani e periodici.
Le nuove direttive regionali disciplinano anche i casi di esenzione dall’autorizzazione riportando le previsioni
contenute nell’art. 3 del decreto legislativo 170/01, con l’unica specificazione relativa alla vendita effettuata
all’interno di strutture pubbliche o private rivolta unicamente al pubblico che ha accesso a tali strutture per la
quale è richiesto il rispetto della condizione dell’esistenza di una forma di controllo all’accesso. Sono state altresì
riportate le disposizioni del decreto 170/01 relative alla parità di trattamento delle testate e alle modalità di
vendita che prevedono il divieto di variazione del prezzo di vendita della stampa quotidiana e periodica stabilito
dal produttore, le identiche condizioni economiche e modalità commerciali di cessione delle pubblicazioni tra
esercizi esclusivi e non esclusivi, l’adeguato spazio espositivo per le testate poste in vendita ed il divieto di
esposizione al pubblico di giornali, riviste e materiale pornografico. È, inoltre, disposto che le norme contenute in
tali direttive regionali siano applicabili anche alla stampa estera in vendita nel territorio nazionale.
Il decreto regionale si sofferma poi a dettare i criteri per la predisposizione dei “piani comunali di localizzazione
dei punti ottimali di vendita di giornali quotidiani e periodici”, formulazione che risente dell’influsso
dell’articolo 14 della legge 416/81, ora abrogato.
La Regione Sicilia dispone l’obbligo per i comuni di dotarsi dei piani previsti dal decreto legislativo 170/01 entro
un anno dalla data di pubblicazione del decreto regionale in oggetto e la loro durata non è soggetta a scadenza; i
piani devono essere adottati con atto deliberativo del consiglio comunale, sentiti i rappresentanti delle
organizzazioni più rappresentative delle categorie interessate ed esistenti a livello provinciale ed, in mancanza, a
livello regionale.
Desta alcune perplessità la scelta di includere nella pianificazione comunale anche la rete di vendita costituita dai
punti vendita non esclusivi; difatti, il decreto regionale indica ai comuni che i piani comunali devono definire la
rete dei punti ottimali di vendita esclusivi e non esclusivi ed i relativi ambiti di localizzazione, contrariamente a
quanto disposto dal decreto legislativo 170/01 il quale prevede che le regioni siano tenute ad emanare gli atti di
indirizzo per la predisposizione da parte dei comuni dei piani di localizzazione relativi alla sola rete di vendita
esclusiva.
I comuni sono altresì tenuti, in sede di definizione dei citati piani di localizzazione dei punti di vendita, a
rispettare un rapporto minimo tra famiglie residenti e punti di vendita esclusivi non inferiore a 1.000 ed una
distanza minima tra singoli punti di vendita, sia esclusivi che non esclusivi, non inferiore a 350 m., calcolati per il
percorso più breve. Analoga disposizione, sia per quanto attiene al rapporto tra famiglie residenti e punto di
vendita sia per quanto riguarda il rispetto del criterio distanziometrico tra rivendite, è dettata per i punti vendita
non esclusivi.
Qualora nel territorio comunale o nella singola zona risulti residente un numero di famiglie inferiore a 1.000 è,
comunque, consentita l’apertura di un punto vendita esclusivo e di un punto vendita non esclusivo e, nell’ipotesi
in cui dalla programmazione dovesse risultare un numero residuo di famiglie uguale o superiore a 600, è altresì
consentita la previsione di un ulteriore punto vendita esclusivo o di un ulteriore punto vendita non esclusivo.
Sono escluse dall’ambito della pianificazione comunale le rivendite ubicate nelle stazioni marittime, nelle
stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nelle autostrade o raccordi autostradali, nelle strade di grande
comunicazione, nelle strade statali al di fuori del centro abitato e le rivendite negli esercizi a prevalente
specializzazione di vendita, con esclusivo riferimento alla vendita delle riviste di identica specializzazione.
Tra gli altri criteri forniti dalla Regione Sicilia per la predisposizione dei piani comunali di localizzazione, è
opportuno segnalare la possibilità riconosciuta ai comuni di rilasciare autorizzazioni temporanee, sia per punti
vendita esclusivi che non esclusivi, per periodi non superiori a quattro mesi nel corso dell’anno nelle zone
turistiche del territorio comunale. Ai Comuni è altresì attribuito il potere di definire i criteri che devono essere
osservati per la vendita in alberghi, pensioni ed altri complessi turistico-ricettivi quando essa costituisce un
servizio ai clienti e per la quale, come disposto dall’articolo 3, comma primo, lettera f), del decreto 170/01, non è
necessaria l’autorizzazione amministrativa, nonché i criteri in base ai quali è consentita la vendita di giornali,
quotidiani e periodici, all’interno di strutture pubbliche o private, purché rivolta unicamente al pubblico che ha
accesso a tali strutture, tra i quali quello rivolto ad assicurare prioritariamente accordi con il titolare della
rivendita più prossima.
Per le violazioni delle disposizioni contenute nell’atto di indirizzo regionale, il decreto rinvia all’applicazione
delle sanzioni amministrative previste dall’articolo 22 della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, le quali
prevedono il pagamento di una somma che, in base a tale legge regionale, può variare da lire un milione fino ad
un massimo di lire cinque milioni, salva la facoltà del sindaco di disporre la sospensione dell’attività di vendita
per un periodo non superiore a 20 giorni in caso di particolare gravità o di recidiva.
CUMULO TRA PENSIONI E REDDITI DA LAVORO
In una nota del 19 gennaio scorso, la Fieg ha ribadito al Ministero del lavoro e delle politiche sociali le proprie
perplessità sulla legittimità della delibera n. 106 assunta dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi in data 28
giugno 2001 ed attinente, tra l’altro, al cumulo fra trattamenti pensionistici e redditi da lavoro.
Già in sede di approvazione della delibera, i rappresentanti della Fieg avevano manifestato la propria astensione,
in quanto con la stessa si introducevano, in materia di cumulo, deroghe all’art. 72 della legge 23 dicembre 2000,
n. 388 (Finanziaria 2001), non compatibili con il contenuto impositivo della norma stessa.
Per la Federazione gli enti sostitutivi dell’assicurazione generale obbligatoria, pur se privatizzati, come appunto
l’Inpgi, sono tenuti all’applicazione dei principi generali che regolano l’ordinamento previdenziale, ivi compresa
la disciplina del cumulo fra redditi da lavoro e pensione, risultando inoltre sottratta alle parti sociali la possibilità
di modificare i contenuti di tali principi nell’esercizio dei poteri previsti dall’art. 3, comma 2, lettera b) del Dlgs.
N. 509/1994.
Indipendentemente da tali considerazioni, la Fieg osserva come, in ogni caso, la delibera in questione, trasmessa
dall’Inpgi al Ministero del lavoro per la relativa approvazione, sia stata adottata in violazione dei disposti di cui
all’art. 3, comma 2, lettera b), non essendo state infatti assunte dalle organizzazioni sindacali di settore le
determinazioni ivi previste su una materia che appartiene ad una loro esclusiva competenza.
La Fieg ha infine ricordato che la materia del cumulo fra redditi da lavoro – pensione, così come quella connessa
ad altre questioni previdenziali pendenti con l’Inpgi, costituiranno oggetto di esame nel corso di specifici incontri
che le organizzazioni sindacali di settore attiveranno nel breve termine in sede di trattative per il rinnovo del
biennio di validità economica del contratto di lavoro.
RINNOVO DEL CONTRATTO POLIGRAFICO: TRASMESSA LA PIATTAFORMA
Il 31 dicembre 2002 è venuto a scadenza il contratto nazionale per i dipendenti di aziende editrici e stampatrici di
giornali quotidiani e di agenzie di stampa.
La scadenza riguarda sia la parte normativa della disciplina collettiva dei poligrafici, di validità quadriennale, sia
la parte economica, di validità biennale.
Le organizzazioni sindacali dei poligrafici hanno trasmesso il 7 gennaio scorso la piattaforma per il rinnovo
articolata in quattro punti riguardanti il sistema informativo, il sistema consultivo, la classificazione professionale
e le retribuzioni.
MISCELLANEA
RAPPORTO SU “L’INDUSTRIA DELLA COMUNICAZIONE IN ITALIA” DELLA FONDAZIONE ROSSELLI
A dieci anni dalla sua creazione, l’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli ha realizzato il suo
Sesto Rapporto su “L’industria della comunicazione in Italia” nell’intenzione di ricomporre in un unico quadro,
al contempo analitico e sintetico, gli andamenti dei mercati della comunicazione fra il 1990 e il 2000.
Nel Sesto Rapporto sono raccolti, seguendo una formula già sperimentata negli scorsi anni, contributi di analisi e
di “scenaristica” settoriale sui principali mercati della comunicazione: dalla televisione alla telematica,
dall’editoria a stampa alla produzione cinematografica. Dati e indicatori di ciascun ambito economico corredano
le analisi proposte dagli autori.
In particolare il capitolo curato da Paolo Fabbri e Franco Mosconi si sofferma sull’industria dei quotidiani e dei
periodici sostenendo come la marginalità di tale settore negli anni dell’esplosione di Internet e degli sviluppi
lungo la frontiere televisione-telefono-computer sia più apparente che reale.
Fieg notizie riporta le parti più significative di tale capitolo dedicate alle prospettive del settore e alle politiche
della concorrenza.
La carta stampata non è una industria del passato ma un’industria che viene da lontano
Lo studio della Fondazione Rosselli mette in rilievo come la marginalità della stampa sia più apparente che reale
evidenziando alcune tendenze di fondo.
È importante richiamare alla memoria, in primis, l’elenco dei principali editori su scala europea e mondiale, le
“graduatorie” europee e internazionali dei principali gruppi editoriali e multimediali, nonché il connesso
fenomeno di fusioni e acquisizioni (M&A). Ebbene, alcuni dei principali editori di quotidiani rappresentano
dinastie imprenditoriali di grande tradizioni e blasone: si pensi ai Graham del Washington Post e ai Sulzberger
del New York Times, vere e proprie “aristocrazie editoriali”. Ancora: è assai frequente che i principali gruppi
multimediali detengano nei loro portafogli società editrici di quotidiani e periodici, sovente assai importanti: si
pensi, in questo caso al gruppo Bertelsmann, a Murdoch, a Kirch, a Conrad Black, ai gruppi Thomson, Pearson
(l’editore del Financial Times e dell’Economist) e, per venire in casa nostra, alla Mondadori, alla Rcs, al Gruppo
Editoriale L’Espresso. Questo può accadere sia per ragioni di ordine storico (è da un originario nucleo editoriale
che il gruppo si è sviluppato sino a diversificarsi), sia proprio in conseguenza delle ondate di fusioni e
acquisizioni che si sono succedute dagli anni Ottanta ai nostri giorni.
In secondo luogo, i quotidiani e i periodici sono tutt’altro che estranei a quella che è – al di là degli alti e basi del
Nasdaq americano e dei nuovi mercati europei – una nuova rivoluzione tecnologica e industriale: l’esplosione di
Internet e delle tecnologie dell’informazione. Questo non solo nel senso, si badi bene, della crescente diffusione
delle testate on line e della creazione di “portali” di varia natura. Quintessenza dei quotidiani (ma lo stesso può
dirsi dei periodici, di una rete televisiva e così via) è il loro essere vere e proprie “fabbriche di informazioni”,
impegnate nella produzione di “contenuti”. Ebbene, tutte le più recenti fusioni e acquisizioni nel mondo dei
media e di Internet – dalla megacquisizione di Time Warner da parte di AOL alla risposta europea con
l’acquisizione di Seagram da parte di Vivendi, passando per la novità italiana data dall’ingresso di Telecom nel
settore televisivo – hanno come filo conduttore il fatto di mettere assieme vecchi e nuovi media, o, per essere più
accurati, infrastrutture di comunicazione e produzione di contenuti. Questi ultimi restano una risorsa critica di
successo, e il quotidiano (o il periodico) in quanto produttori di contenuti (informazione politica ed economica,
cultura, sport e via dicendo) è tutt’altro che démodé.
La storia non finisce qui, e si giunge così ad una terza tendenza. È certamente l’economia, ma sono anche le
tradizioni civiche e culturali, nonché le “regole del gioco” (si pensi alla competition policy) che – tutte –
concorrono a determinare le dinamiche dell’industria della carta stampata.
L’editoria ai tempi di Internet
Dopo alcuni paragrafi dedicati alle performance e ai risultati economico-finanziari del decennio appena trascorso,
con uno sguardo particolare al triennio 1997-2000 utilizzando soprattutto i dati contenuti nei tradizionali studi
della Fieg, ci si sofferma sull’orizzonte aperto dall’editoria on line.
L’evoluzione della fase produttiva centrale e caratteristica di quotidiani e riviste porta a considerare gli inevitabili
aspetti problematici che l’industria editoriale si trova davanti oggigiorno. I problemi in oggetto sono rappresentati
proprio dall’evoluzione in corso, determinata dalle tecnologie comprese sotto il nome di information technology.
Questa è la faccia più recente dell’evoluzione multimediale dell’editoria, che ha preso corpo nella seconda metà
del decennio.
La rivoluzione in atto comporta – secondo l’analisi dell’Istituto di economia dei media – trasformazioni e
adattamenti sotto più aspetti: dalle modalità di “raccolta e produzione” delle notizie agli investimenti e ai costi di
pubblicazione, alle modalità e alla velocità di diffusione del prodotto editoriale. Fondamentalmente tutti i
maggiori gruppi editoriali hanno effettuato sostanziosi investimenti nel settore on line, che sempre più tende a
caratterizzarsi come vero e proprio prodotto, e non più solo come versione on line del prodotto cartaceo. Il
giornale di carta non è più l’unico modo di produrre il giornale, e nel contempo il giornale “quotidiano” non è più
solo quotidiano, ma si integra con l’altro tradizionale settore dei periodici.
Sembra insomma, che si debba ancora una volta ricorrere alla storica sentenza di Marshall McLuhan: “Il mezzo è
il messaggio”. In termini più moderni si potrebbe dire “Although content is not all, all is nothing without
content”. Bisogna allora domandarsi: Qual è il «contenuto informativo. della rete? Qual è lo specifico
dell’informazione in rete? Si possono indicare solo alcuni degli elementi con cui gli editori si trovano a fare i
conti, a fronte degli investimenti effettuati non si hanno infatti ancora dati sistematici confrontabili con quelli del
settore editoriale tradizionale:
- in primo luogo l’organizzazione delle notizie passa da un sistema push a un sistema pull;
- le tradizionali coordinate secondo cui classifichiamo i prodotti editoriali, cioè la differenziazione verticale e la
differenziazione orizzontale, vengono a cadere;
- si amplia la diffusione della indistinct jam, con i portali «che offrono una molteplicità eterogenea e indistinta
di contenuti informativi e non”;
- la raccolta pubblicitaria, sebbene racconti di mirabolanti performance in termini relativi (+300% nel biennio
1997-1999, +100% nel primo semestre 2000), rimane ancora un mercato di nicchia in termini assoluti (20,4
miliardi, a fronte di 14 mila miliardi complessivi tra giornali, TV e radio nell’intero 2000);
- la possibilità che la versione on line possa costituire non un concorrente ma un traino della versione cartacea
(l’esperienza di Die Welt, che ha conseguito un incremento di vendite delle copie stampate come non mai
nella sua storia precedente);
- la sostanziale differenza nella struttura dei costi e della gestione industriale. In assenza di un «prezzo di
copertina” e forse della stessa possibilità di ottenerlo, è evidente che l’unica fonte di entrata può essere solo la
pubblicità;
- dal lato della domanda, va sottolineata con maggiore forza l’assenza delle tradizionali forme di
differenziazione che contribuiscono ad azzerare la «disponibilità a pagare” da parte del consumatore rispetto a
un prodotto il cui costo opportunità è prossimo allo zero.
Gli editori, di fronte all’evoluzione sulle linee telematiche dei prodotti giornalistici, si trovano quindi ad
affrontare almeno due sfide:
- innanzitutto non ripetere l’errore che i grandi gruppi editoriali fecero all’avvento del mezzo televisivo, quando
esso non venne considerato di interesse, e per quasi 30 anni vide la sola presenza dell’editore più anomalo che
si possa pensare, l’editore pubblico. Ecco allora l’impegno anche rilevante con investimenti la cui redditività
ancora non appare garantita, in un’area innovativa e dalle potenzialità ancora inesplorate;
- in secondo luogo l’integrazione in atto tra diverse linee editoriali, tra settori tradizionalmente non integrati,
che possono positivamente influire sul miglioramento della gestione industriale del settore, sfruttando le
potenziali sinergie del multimediale.
La competition policy
Alla luce dell’alta concentrazione che, in tutto il mondo occidentale, si verifica nell’industria dei quotidiani, è
necessario discuterne le questioni attinenti la politica della concorrenza. Ciò in un’industria che da sempre -a
partire delle prime “gazzette” a oggi – è elemento fondamentale nella costruzione del tessuto democratico di un
Paese.
Oggi i giornali sono soltanto una «parte di un tutto “costituito dall’industria dell’informazione o della
comunicazione, che dir si voglia. Di questo più ampio universo i “giganti multimediali”, affermatisi a partire
dagli anni Ottanta, sono soltanto l’aspetto più visibile, e colgono il “lato dell’offerta”. Il crescente bisogno di
informazioni in tutte le forme -a stampa, audiovisiva, interattiva, e altro -dei cittadini delle nostre società
avanzate fotografa invece l’industria della comunicazione dal “lato della domanda”.
Allorché l’autorità di governo, nazionale e/o sovranazionale che sia, si accinge a disegnare nuove regole per
quest’industria, è proprio il suo essere – parte di un tutto – l’elemento che va posto in primo piano.
Ma come disegnare, nel concreto, le regole per un’industria così diversa da ogni altra industria manifatturiera?
Diversa, vuoi per i principi da tutelare, vuoi per la dimensione del mercato rilevante (le barriere linguistiche
limitano, ancor oggi, la maggioranza dei media tradizionali entro i confini nazionali). Tutte le democrazie liberali
del mondo hanno istituito per i quotidiani, la radio e la televisione norme antitrust ad hoc, rispetto a quelle valide
per la generalità dei settori manifatturieri e dei servizi. E questo tradizionalmente si spiega con il fatto che, nel
caso dei media, siamo in presenza di un settore in cui i princìpi da tutelare non sono soltanto quelli della libertà di
iniziativa economica, ma anche quelli della libertà di manifestazione del pensiero e di circolazione delle idee.
Da alcuni anni questa non è più l’unica corrente di pensiero: The Economist di Londra si è fatto il più convinto
sostenitore di un diverso approccio. È una linea di pensiero che parte dai mutamenti indotti dalla nuova
rivoluzione tecnologica. Il cambiamento si concretizza, prima di tutto, nelle sempre maggiori possibilità di
“integrazione” fra i diversi media; nella sempre crescente disponibilità di fonti di offerta per i cittadiniconsumatori: un buon esempio è l’esplosione del numero dei canali televisivi. In tempi di sola broadcast
television essi erano assai limitati: l’etere era una risorsa scarsa, tant’è che la sua allocazione era compito
dell’autorità di governo. Le nuove tecnologie di (tele)comunicazione, quali il cavo e il satellite, hanno ampliato
enormemente le possibilità tecniche di trasmissione; ne è seguita l’esplosione del numero dei canali.
Gli esempi sull’aumento delle fonti di offerta potrebbero continuare; fra questi va certamente inserita la
possibilità del cosiddetto giornale elettronico. Sono già moltissimi, in tutto il mondo, i quotidiani che trasmettono
on line i loro contenuti – il cuore del giornale -sulla rete Internet; senza dimenticare l’ingresso dei nuovi giganti
dell’industria informatica e di Internet – si pensi per tutti ad America On Line (AOL) che acquisisce Time
Warner – nei media più o meno tradizionali, fatto che conferisce loro una straordinaria disponibilità di –
contenuti.
In breve, la rivoluzione tecnologica introduce dunque la fondamentale conseguenza del cambiamento continuo
dei confini dell’industria.
Ebbene, un approccio come quello tradizionale che si compendia in “arbitrari limiti” sia nella proprietà dei
singoli mezzi sia, soprattutto, nella proprietà incrociata fra i diversi mezzi (limiti, tra l’altro, che variano da Paese
a Paese), non tiene nel debito conto che i confini dell’industria stanno continuamente cambiando, e che la
tecnologia tende ad amalgamare le diverse entità dell’industria dei media. Se queste sono le nuove dinamiche, la
ricetta – per il settimanale londinese -deve essere quella di rendere “più facile l’accesso al mercato” per i nuovi
entranti (ivi compresi quelli di origine straniera) e di “stimolare la concorrenza”: obiettivi, entrambi, a cui è
espressamente dedicata la normale competition policy di ogni Paese.
Rimane in verità da chiarire quanto distante sia questo approccio da quello, ora in atto in più di un Paese, che
tende a concentrare nell’Autorità Antitrust tutte le competenze in materia di tutela della concorrenza, comprese
quelle afferenti al mercato delle comunicazioni (in precedenza attribuite a organismi speciali). Il dibattito in atto
non mancherà, nel prossimo futuro, di offrire indicazioni al riguardo.
INDAGINE SULLA LETTURA GIOVANILE PROMOSSA DAL WAN WORLD YOUNG READER NETWORK
Il World Young Reader Network, la struttura che nell’ambito dell’Associazione mondiale degli editori di
quotidiani (Wan) si occupa dei problemi relativi alla lettura giovanile, si propone di avviare un’indagine
comparata sul seguito che i quotidiani hanno presso il pubblico dei giovani.
I quotidiani sono invitati a verificare, in collaborazione con due classi scolastiche della loro area di diffusione, il
livello di attenzione che gli studenti di età compresa tra gli 11 e i 12 anni hanno per i temi di interesse dei ragazzi
trattati dai quotidiani nel periodo compreso tra lunedì 31 marzo e venerdì 4 aprile 2003. Gli studenti dovranno
ritagliare gli articoli che riguardano i giovani pubblicati nel corso della settimana in questione e classificarli
secondo uno schema articolato in sette categorie. Ogni classe dovrà preparare una relazione di tre pagine sui
risultati del lavoro svolto e contenente anche suggerimenti per i quotidiani.
I risultati confluiranno in un rapporto mondiale che sarà presentato in occasione della 5° Conferenza mondiale
sulla lettura giovanile che si terrà a Helsinki dal 7 al 10 settembre 2003.
La gestione della ricerca è affidata ad un team di esperti, composto dal Dr. Magne Raundalen, professore di
psicologia infantile dell’Università di Bergen, e da Jan Vincens Steen responsabile del settore Newspaper in
Education (Nie) in Norvegia, con la collaborazione della sezione norvegese dell’Unicef e della struttura World
Young Reader Network della Wan.
I quotidiani che desiderano partecipare all’indagine possono farlo comunicando la loro adesione al Wan World
Young Reader Network ([email protected]) ovvero contattando Jan Vincens Steen all’indirizzo di posta
elettronica [email protected] ovvero via fax 004722422611.
CONGRESSO MONDIALE DEGLI EDITORI DI QUOTIDIANI A DUBLINO (8-11 GIUGNO 2003)
Il 56° Congresso mondiale degli editori di giornali quotidiani organizzato dalla World Association of
Newspapers (WAN), si terrà a Dublino dall’8 all’11 giugno 2003.
In presenza di mercati ovunque declinanti, il tema di fondo attorno al quale ruoteranno i lavori del Congresso sarà
appunto la ricerca di “strategie vincenti” in grado cioè di delineare nuove opportunità di sviluppo e di garantire
un effettivo ritorno economico alle risorse investite.
Contemporaneamente, sempre organizzato dalla WAN, si terrà il 10° Forum mondiale dei direttori di quotidiani,
al cui interno sarà dibattuto il tema della qualità redazionale da coniugare con l’esigenza di una maggiore
efficienza.
Sede del Congresso e del Forum dei direttori sarà la Royal Dublin Society (RDS) in Ballsbridge, Dublin 4.
Il programma è articolato in cinque sessioni di lavoro, da lunedì 9 a mercoledì 11 giugno, precedute, domenica 8
giugno, dalle ore 9,30 alle ore 12,30, da una tavola rotonda sulle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione e sulla libertà di stampa presso il Berkekey Court Hotel. L’8 giugno, dalle ore 19,30 alle ore
21,30, verrà offerto un ricevimento di benvenuto al National Concert Hall, al quale interverrà anche la
Presidentessa della Repubblica d’Irlanda Mary McAleese che rivolgerà un indirizzo di saluto ai partecipanti.
I lavori avranno il seguente svolgimento .
Lunedì 9 giugno
Ore 10,00-12,00 – Cerimonia d’apertura con interventi del Primo Ministro irlandese, Bertie Ahern, del Presidente
dell’Associazione irlandese degli editori, Gavin O’Reilly, del Presidente della Wan, Seok Hyun Hong.
Conferimento della Penna d’Oro per la libertà
Intervento, come guest speaker, di Bono, del gruppo musicale degli “U2”.
Ore 12,00 – Cerimonia di apertura di Info Services Expo 2003.
Colazione.
Ore 14,00 – Presentazione dello studio World Press Trends da parte di Timothy Balding, direttore Wan
Ore 14.15 – Prima sessione
Intervento di Dean Singleton, Vice Presidente e CEO di Media News Group (USA).
Presentazione del Rapporto globale 2003 sulle innovazioni nei quotidiani da parte dell’Innovation
International Media Consulting Group.
Altri interventi da definire.
Ore 20.00 – Serata culturale, con pranzo ed intrattenimenti presso la Guiness Storehause, offerta
dall’Associazione irlandese editori di quotidiani
Martedì 10 giugno
Ore 9,00-12,30 – Seconda sessione
Interventi di:
–
Martin Sorrell di WPP, gruppo di consulenza pubblicitaria e di marketing.
–
Kjell Aamot, presidente del gruppo editoriale norvegese Schibsted.
–
Altri interventi da definire.
Ore 12,30 – Colazione di lavoro.
Ore 14,00-18,00 – Terza sessione
–
Presentazione dei principali risultati emersi dall’ultima indagine curata dalla WAN sul futuro dei quotidiani
(Shaping the future of the newspapers).
–
Altri interventi da definire.
Serata libera.
Mercoledì 11 giugno
Ore 9,00-12,15 – Quarta sessione
Interventi di:
–
Mathias Döpfner, presidente e CEO del gruppo tedesco Axel Sprinter Verlag G.
–
Sue Clark-Johnson, presidente del gruppo statunitense Gannett Pacific Newspaper.
–
Altri interventi da definire.
Ore 12,15-13,00 – Assemblea generale WAN.
Ore 13,00 – Colazione di lavoro.
Ore 14,00-16,00 – Quinta sessione
Interventi da definire.
Ore 17,30 – Partenza dagli alberghi per la serata e il pranzo di chiusura presso Leopardstown Racecourse.
La quota di registrazione al Congresso è di 1.900 euro, ridotta a 1.550 euro per le imprese associate alla Fieg e a
1.300 euro per i componenti il Consiglio direttivo della WAN.
In caso di partecipazioni plurime, per il secondo e il terzo iscritto le quote sono rispettivamente di 1.500 e di
1.300 euro. Nel caso in cui i partecipanti siano quattro, la quota è ridotta a 1.150 euro a persona, per un totale di
4,600 euro. Per gli accompagnatori la quota è di 650 euro.
Per le modalità di pagamento e per le iscrizioni ai post-congress tour, gli interesssati possono consultare il sito
web www.wancongress.org/dublin2003.
In caso di cancellazione delle registrazioni prima del 30 aprile 2003, le quote saranno rimborsate per intero; dal
30 aprile al 12 maggio, sarà rimborsato il 50%. Dopo il 12 maggio non sarà effettuato alcun rimborso, salvo in
caso di malattia comprovata da certificato medico e sempre che la lettera di cancellazione giunga prima
dell’avvio del Congresso.
Anche per quanto riguarda l’elenco degli alberghi e le relative prenotazioni si possono avere dettagliate ed
esaurienti informazioni consultando il sito www.wancongress.org/dublin2003.
Informazioni possono anche essere richieste alla WAN, 25, Rue d’Astorg – 75008 Paris; telef. 00331-47428500;
fax 00331-47424948; e-mail: [email protected].
CREDITO : IN CALO IL TASSO DI RIFERIMENTO A GENNAIO E FEBBRAIO
Dopo il rialzo, peraltro molto contenuto dello scorso dicembre (da 5,05 a 5,10%), il tasso di riferimento per il
credito agevolato a industria, commercio, artigianato ed editoria è tornato a scendere con due consecutivi ribassi
a gennaio (5,05) e a febbraio (4,90%), con una discesa in quest’ultimo mese piuttosto pronunciata (0,15 punti).
Ad incidere su tale andamento sono stati un po’ tutti i principali parametri ai quali è ancorato l’andamento del
tasso di riferimento, a cominciare dal tasso di sconto, ridotto dello 0,50% dalla Banca centrale europea con
decisione del 5 dicembre scorso (dal 3,25 al 2,75%). Se è restato stabile il prime rate Abi, sono scesi sia i
rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici (rendistato), sia i rendimenti semplici medi delle obbligazioni
(rendiob), sia il tasso di riferimento per il mercato interbancario (euribor).
IN EDICOLA FINANZA & MERCATI
Dal 14 gennaio è in edicola, dal martedì al sabato, Finanza & Mercati, il nuovo quotidiano finanziario pubblicato
da Editori per la Finanza e diretto da Osvaldo De Paolini.
TORNA AVANTI E CESSA LE PUBBLICAZIONI IL POPOLO
Dal 16 gennaio viene pubblicato un nuovo quotidiano politico. Si tratta de ”L’Avanti”, quotidiano
liberalsocialista diretto da Valter Lavatola. Il 18 gennaio ha, invece, sospeso le pubblicazioni “Il Popolo”,
quotidiano del gruppo parlamentare della Margherita.
NUOVI QUOTIDIANI IN SARDEGNA
Dalla metà di gennaio è apparso nelle edicole della Sardegna un nuovo quotidiano: “Sardigna.com”. Il nuovo
giornale, edito dalla Società editrice Edi.Cre., è diretto da Antonangelo Liori.
Dall’8 gennaio nella provincia di Cagliari è diffuso “Il Corsivo”, quotidiano diretto da Giancarlo Zanoli.
NUOVI MENSILI
Dal 3 dicembre è in edicola un nuovo mensile edito dalla Piscopo editore dedicato all’accessorio moda e rivolto
alle ragazze di età compresa tra i 16 e i 20 anni. Il nuovo mensile, “Young -18”, è diretto da Roberta Damiata.
Da dicembre è in edicola anche “All music”, il nuovo mensile della Peruzzo editore interamente dedicato alla
musica. Il direttore responsabile è Roberto Peruzzo. Il giornale viene stampato presso le Officine grafiche De
Agostani di Novara.
Dal 16 gennaio ha iniziato le pubblicazioni un nuovo mensile della Mondatori. Si tratta di “Flair”, mensile per le
donne di oggi, diretto da Valeria Corbetta.
ACQUISTATA LA TESTATA DE “L’UNITA’”
La “Nuova Iniziativa Editoriale” è la nuova proprietaria della testata quotidiana “L’Unità” diretta da Furio
Colombo.
JOINT VENTURE TRA CLASS EDITORI E DOW JONES
Dow Jones and company e la Class editori hanno raggiunto un accordo esclusivo per costituire una joint venture
al 50%, che si chiamerà MF-Down Jones news. La nuova società produrrà, distribuirà e venderà informazioni
economiche e finanziarie in lingua italiana, in tempo reale, e venderà ai clienti in Italia anche l’insieme dei
servizi prodotti in lingua inglese da Dow Jones newswires.
NUOVI QUOTIDIANI GRATUITI A NAPOLI E A TRIESTE
Dal 4 dicembre viene distribuito nelle strade di Napoli un nuovo quotidiano gratuito “Sera-città”. Il nuovo
giornale, distribuito nel pomeriggio, è diretto da Costantino Federico, editore delle emittenti Telecapri, Tcn, Tcs
e Radiocapri.
A Trieste il 3 febbraio ha debuttato “In Città”, il free press già distribuito a Verona, Brescia e Padova, edito da
una società creata dagli editori de L’Arena e del Gazzettino e diretto da Paolo Magliaro.
SU INTERNET LE DIFFUSIONI DEI QUOTIDIANI E PERIODICI
Da gennaio è ondine il nuovo sito web dell’Ads (accertamento diffusione stampa). Sul sito, consultabile
all’indirizzo www.adsnotizie.it, sono disponibili tutti i dati relativi alle ultime certificazione delle tirature e delle
vendite dei quotidiani e dei periodici che aderiscono all’istituto.
NOMINE
Enrico Romagna Manoja è il nuovo direttore di “MF/Milano Finanza”.
Raffaele Laurenti è il nuovo condirettore del mensile “Quattroruote”.
Giuseppe Di Piazza è il nuovo direttore di “Max”, mensile della Rcs.
Gianpaolo Sala è stato nominato amministratore delegato della nuova società di distribuzione costituita fra De
Agostini, Hachette e Rizzoli. Al suo posto, come direttore generale Rcs periodici, è stato nominato Fabio
Piombini.
Giuseppe Cerbone è stato nominato direttore generale del Sole 24 Ore Spa.
Gaetano Mele, dal 1 gennaio 2003, ricopre l’incarico di direttore generale di Hdp. Successivamente lo stesso
Mele, è stato nominato anche amministratore delegato di Rcs editori e cooptato nel consiglio di amministrazione
del gruppo.
Dal primo febbraio Alessandro Cederle è il nuovo direttore generale di Metro Italia, la società editrice della
catena di quotidiani gratuiti Metro.
CIRCOLARI FIEG
RIVENDITA – 10 dicembre n. 74 (MI). Settimo incontro di trattativa sul rinnovo dell’Accordo nazionale sulla
vendita dei giornali quotidiani e periodici.
TARIFFE POSTALI – 13 dicembre n. 75 (MI). Nuove tariffe postali per la stampa con decorrenza 16 dicembre
2002.
RIVENDITA – 18 dicembre n. 76 (MI). Risoluzioni della Commissione nazionale istituita ai sensi dell’art.5
dell’Accordo nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e periodici.
AGEVOLAZIONI CREDITIZIE – 20 dicembre n. 64 (RM). Pubblicati gli avvisi per la concessione delle
agevolazioni creditizie di cui agli articoli 6 e 7 della legge n. 62/2001. Gazzetta ufficiale n. 297 del 19/12/2002.
DISTRIBUZIONE – 31 dicembre n. 77 (MI).Convenzione F.I.E.G. – A.NA.DI.S. sulla distribuzione: utilizzo del
codice a barre sulle pubblicazioni.
TRASPORTI – 31 dicembre n. 78 (MI). Esclusione degli automezzi adibiti al trasporto di pubblicazioni dai divieti
di circolazione previsti per i giorni festivi e particolari giorni feriali del 2003.
TARIFFE POSTALI – 8 gennaio n. 1 (MI). Proroga al 31 dicembre 2003 del sistema di tariffe postali agevolate per
la stampa (Legge 27 dicembre 2002, n. 284).
AGEVOLAZIONI CREDITIZIE – 8 gennaio n. 1 (RM). Avvisi circa l’apertura dei termini, l’ammontare delle
risorse e le modalità di partecipazione delle imprese editoriali alle agevolazioni creditizie di cui all’articolo 6 e 7
della legge n. 62/2001. (Gazzetta ufficiale n. 297 del 19 dicembre 2002).
CONTRATTO POLIGRAFICI – 8 gennaio n. 2 (RM). Piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale per i
dipendenti di aziende editrici e stampatrici di giornali quotidiani ed agenzie di stampa.
INDAGINE SULLA LETTURA GIOVANILE PROMOSSA DAL WAN WORLD YOUNG READER NETWORK – 8
gennaio n. 3 (RM).
RIVENDITA – 9 gennaio n. 2 (MI). Sottoscrizione dell’accordo per l’utilizzo del sistema INFORIV presso le
rivendite localizzate nelle piccole e medie stazioni ferroviarie.
TARIFFE POSTALI – 9 gennaio n. 3 (MI). Nuove tariffe postali per la stampa: regolamentazione dell’accesso al
trattamento agevolato (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri 27 novembre 2002, n. 294).
LEGGE FINANZIARIA 2003 – 9 gennaio n. 4 (RM). Agevolazioni sugli investimenti pubblicitari effettuati da
imprese operanti nelle aree depresse (art. 61, comma 13).
AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI – 14 gennaio n. 5 (RM). Trasmissione all’Autorità per
le garanzie nelle comunicazioni dei dati di tiratura dei quotidiani.
RIVENDITA – 15 gennaio n. 4 (MI). Variazioni della rete di vendita della carta stampata negli anni 2001 e 2002.
ROC – 15 gennaio n. 6 (RM). Modifica al Regolamento per l’organizzazione e la tenuta del registro degli
operatori di comunicazione e ad alcuni modelli ad esso allegati. (Delibera n. 404 del 18 dicembre 2002
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 5 dell8 gennaio 2003).
FONDO PREVIDENZA DIRIGENTI GIORNALI QUOTIDIANI – 15 gennaio n. 7 (RM). Trasformazione del Fondo
previdenza dirigenti giornali quotidiani da sistema a ripartizione a quello a capitalizzazione.
RIVENDITA – 21 gennaio n. 5 (MI). Comunicazione alle Organizzazioni Sindacali dei rivenditori delle quote
liquidate a titolo di sovrasconto ai sensi dell’art. 9, comma 4, dell’Accordo nazionale sulla vendita dei giornali
quotidiani e periodici.
RIVENDITA – 21 gennaio n. 6 (MI). Ottavo incontro per la trattativa sul rinnovo dell’Accordo nazionale sulla
vendita dei giornali quotidiani e periodici.
TARIFFE POSTALI – 23 gennaio n. 7 (MI). Tariffe postali per la stampa: precisazioni riguardo il Regolamento di
accesso al trattamento agevolato.
RIVENDITA – 23 gennaio n. 8 (MI) . Nuove direttive per la predisposizione dei piani comunali di localizzazione
dei punti ottimali di vendita di giornali quotidiani e periodici emanate dalla Regione Sicilia.
FINANZIARIA 2003 – 28 gennaio n. 8 (RM). Confluenza dell’Inpdai nell’Inps (art. 42). Circolare Inpdai per il
versamento dei contributi all’Inps.
CONGRESSO MONDIALE DEGLI EDITORI DI QUOTIDIANI. Dublino 8-11 giugno 2003. 31 gennaio n. 9 (RM).
DISTRIBUZIONE – 5 febbraio n. 9 (MI). Remunerazione Attività Standard di Distribuzione Affinamenti modello
di calcolo Testate con soglia critica negativa.
SERVIZI BANCOPOSTA – 5 febbraio n. 10 (MI). Convenzione Società Poste Italiane / Fieg.
PREMI PER L’ESPORTAZIONE DEL LIBRO ITALIANO 2003 – 6 febbraio n. 10 (RM).
RASSEGNA STAMPA
Editoria confinata in Italia, di Lello Naso. Il Sole 24 Ore, 3 dicembre 2002.
Piccole, poco diversificate e soprattutto scarsamente presenti sui mercati internazionali. È l’identikit delle
imprese editoriali italiane che emerge dallo studio della società di consulenza milanese e-media. E il confronto
con le imprese europee del settore risulta impietoso, con le società straniere capaci di sviluppare una notevole
massa critica, di differenziare il fatturato su diverse aree di business e di operare sui mercati internazionali molto
più che nei Paesi di provenienza.
Le dimensioni dei gruppi editoriali che guidano la classifica italiana dei ricavi nel 2001, sedici hanno un fatturato
superiore ai 100 milioni di euro, mentre sono solo sei le società con un fatturato superiore a 1 miliardo di euro;
nove imprese hanno un fatturato inferiore ai 500 milioni di ricavi. Il giro d’affari complessivo dei sedici
principali gruppi italiani è di circa 15 miliardi di euro, un valore simile a quello del gruppo tedesco Bertelsmann
e pari al 25% del fatturato delle sole attività editoriali di Vivendi Universal.
I giornali del 4 dicembre hanno riportato le posizioni espresse dalla Fieg sul disegno di legge Gasparri di
riassetto televisivo nel corso di una audizione parlamentare. Ecco alcuni titoli:
PuntoCom: “Stampa in pasto alla tv – Il piano Gasparri aiuta solo le tv”;
Il Secolo XIX: Giornali, gli editori a Gasparri: rivedere il capitolo pubblicità;
Italia Oggi: Fieg, più risorse per la stampa.
Pubblicità, 305 utenti in più nei primi nove mesi del 2002, di M.C. PuntoCom, 5 dicembre 2002.
Piccole medie imprese alla riscossa del mercato pubblicitario. Questo lo scenario emerso dalla ricerca presentata
ieri a Milano e realizzata da Nielsen Media Research per Unicom, l’associazione guidata da Lorenzo Strona.
Nei primi nove mesi di quest’anno infatti, ci sono stati ben 305 utenti in più con un totale di 14.093 investitori.
Ovviamente, visto il quadro generale del settore, a un maggior numero di attori non ha seguito un maggior
volume di investimenti. A controbilanciare i nuovi ingressi si è verificata in media una situazione di
rallentamento degli investimenti, per cui il valore medio degli sforzi pubblicitari è calato del 6,4%, attestandosi
su 339.000 euro.
Giornali in classe con le Fondazioni, di C. Pers. Il Sole 24 Ore, 11 dicembre 2002.
L’obiettivo è ambizioso: consolidare la leadership nelle scuole superiori, entrare nel mondo universitario,
allargare il numero dei soci sostenitori e stringere un’alleanza con le Fondazioni ex bancarie. Il piano triennale
2003-2005 dell’Osservatorio giovani-editori guidato da Andrea Ceccherini punta ad un ulteriore sviluppo
dell’esperienza “Il Quotidiano in classe” che quest’anno coinvolge più di 420 mila studenti.
Pubblicità verso una ripresa, di L.N. Il Sole 24 Ore, 11 dicembre 2002.
Il futuro della pubblicità è meno nero del previsto e nel 2003 la raccolta dovrebbe tornare positiva. Almeno a dar
retta alla tradizionale indagine condotta da Icon Intermatrix/Astra per conto dell’Upa, l’Associazione degli utenti
pubblicitari.
Secondo l’Upa, nel 2002 la raccolta pubblicitaria sui mezzi classici chiuderà con un calo del 3,3% rispetto al
2001. Un risultato frutto del calo del 6,8% della stampa, del 5,7% della radio e del 6,3% delle affissioni. La
televisione tiene, archiviando un incremento dello 0,2%, mentre solo il cinema ha fatto segnare una crescita
significativa (ma su volumi bassi): +5,8%.
L’andamento nel 2003 dipenderà oltre che da fattori strutturali da alcuni elementi congiunturali e di fiducia.
Secondo l’Upa, nel 2003 la raccolta crescerà dell’1,4% grazie all’inversione di tendenza della stampa (+0,8%) e
all’aumento della televisione (+1,2%). Positive anche la radio (+2,6%), il cinema (+4,1%) e le affissioni (+3,2%).
Nel 2004 la crescita dovrebbe così attestarsi al 3,1% e nel 2005 l’aumento della raccolta potrebbe salire a un non
più consistente 5,6%. Niente fuochi d’artificio, ma un ritorno alla normalità.
Periodici, l’Italia rimane in Europa, di Barbara Battaglini. Italia Oggi, 13 dicembre 2002.
Meno copie, meno pubblicità, meno lettori. Il mercato dei periodici in Italia è poco sviluppato rispetto a quello
degli altri paesi europei. Eppure il peso della raccolta pubblicitaria della stampa periodica nazionale sul totale
degli investimenti in advertising (16,4%) è in linea con il resto d’Europa: inferiore a Germania (24,7%) e Francia
(25,8%) ma superiore all’Inghilterra (15,2%) e uguale alla Spagna (16,2%).
Il dato emerge dalla ricerca “Il mercato dei periodici: confronto tra Italia e alcuni paesi europei”, realizzata da
Simmaco management consulting e presentata ieri a Milano.
Studenti giornalisti, la scuola fa notizia, di Anna Cinzia Tieni. Il Tempo, 13 dicembre 2002.
L’informazione entra nelle scuole e lo fa non con il passo pigro della fruizione passiva, ma con il dono della
scoperta, rendendo gli studenti protagonisti e coinvolgendoli nella realizzazione delle pagine dei quotidiani.
Come? Con NewspaperGame, progetto presentato ieri per il secondo anno consecutivo nella Sala Angiolillo di
Palazzo Wedekind, sede de “Il Tempo”, con grande plauso da parte di tutti i relatori intervenuti ad illustrare
l’iniziativa.
Per questa seconda edizione, alla quale saranno coinvolte la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Basilicata, il Lazio,
l’Abruzzo e il Molise è previsto un coinvolgimento di oltre 1000 scuole e circa 500.000 studenti tra gli otto e i
dieci anni per il 30%, tra gli undici e i quattordici per il 35% tra i quindici e i diciannove anni per un ulteriore
35%. Da gennaio fino a giugno, data di fine anno scolastico, le pagine create dai vari gruppi di lavoro coordinati
da un docente e assistiti da un tutor assegnato da NG, saranno pubblicate dai quotidiani che aderiscono
all’iniziativa, che sono, oltre a “Il Tempo”, anche “La Sicilia”, la “Gazzetta del Sud” e la “Gazzetta del
Mezzogiorno”, e sul sito web dedicato al progetto www.newspapergame.com.
“Il Ministro deve ritirare il suo testo”, intervista a Carlo Rognoni di Natalia Lombardo. L’Unità, 19 dicembre
2002.
Come si fa a calcolare una percentuale su mercati diversi, fra tv-editoria, nuove forme di comunicazione? E
anche il limite del 20% indicato solo sui programmi e non sulla proprietà delle reti di fatto mantiene il duopolio.
Altro fatto grave è l’assenza di limite per la raccolta pubblicitaria. Insomma, nulla garantisce nel disegno di legge
sul sistema radiotelevisivo il principio del pluralismo.
Per quanto riguarda il pluralismo lo stesso Ciampi trova la carta stampa più pluralista. Ed è giusto che editori di
giornali entrino nelle reti tv. Non lo è il contrario, in questa situazione.
Carta, arrivano gli aumenti, di Marco Morino. Il Sole 24 Ore, 27 dicembre 2002.
Il 2003 porterà, quasi certamente, il rincaro dei prezzi di carta e cartone. Dopo un 2002 caratterizzato da ribassi
continui dei listini, che hanno contribuito a deprimere ulteriormente i profitti di numerose cartiere già alle prese
con i maxi-rincari delle carte da macero (materie prime), i produttori nazionali annunciano che “qualche aumento
ci sarà”. I rincari saranno differenziati, a seconda cioè delle diverse tipologie produttive del settore, ma
“inevitabili”, perché le cartiere hanno necessità di recuperare, almeno in parte, l’erosione dei margini subita nel
corso del 2002.
Qualche modesta variazione in aumento dei listini, precisa Assocarta, si è evidenziata già nel terzo trimestre del
2002 (luglio-settembre) sia in termini congiunturali (la seconda dopo sei trimestri di continue revisioni al ribasso)
sia tendenziali (la prima dopo cinque trimestri consecutivi di ribassi).
In base alle stime preliminari, il 2002, si chiuderà, per l’industria della carta e del cartone, con una produzione in
volume in crescita del 2,5% sull’anno precedente (a quota 9,1 milioni di tonnellate), ma con un fatturato in calo
del 2% (a quota 7,44 miliardi di euro).
Partite in tv piene di pubblicità “Basta mini spot, sono illegittimi”, di Aldo Fontanarosa. La Repubblica, 3
gennaio 2003.
I mini-spot sono permessi, “anche nelle pause” della trasmissione “al cambio di un atleta o dopo il fallo di
gioco”: l’unica condizione è che “l’inserimento non interrompa l’azione sportiva”. È scritto nel contestato
articolo 4 del regolamento sulla pubblicità televisiva che l’Autorità italiana delle Comunicazioni ha varato a
luglio 2001. Ma questa formulazione potrebbe contrastare con quanto la Commissione europea stabilisce in una
sua “legge” cioè nella direttiva “Televisione senza frontiere” (votata nell’89 e aggiornata nel ’97). La direttiva
dice che nei programmi sportivi, la pubblicità e gli spot di televendita “possono essere inseriti soltanto tra le parti
autonome o negli intervalli”.
Gasparri: Tesauro va oltre i suoi poteri, intervista a Maurizio Gasparri di Marco Mele. Il Sole 24 Ore, 5
gennaio 2003.
Diverse osservazioni di Giuseppe Tesauro sono al di fuori delle sue competenze.
Vi è anche schizofrenia nelle prese di posizione dell’Antitrust: da una parte si contesta la norma asimmetrica che
limita al 10% le risorse di Telecom Italia nel sistema della comunicazione. Poi, in un parere reso all’Autorità per
le comunicazioni, si indicano addirittura le tariffe per le telefonate fisso-mobile, di competenza dell’Autorità
presieduta da Cheli.
Vi sono obiezioni anche sull’abolizione delle barriere editoria-tv.
Trovo singolare che l’Antistrust abbia trovato discutibile anche questo punto, su cui c’è larghissima convergenza:
gli atti parlamentari parlano chiaro, tranne conversioni dell’ultima ora.
Meno quotidiani, più news, di Claudia Cassino. PuntoCom, 6 gennaio 2003.
Se il web con i suoi vent’anni è poco più che maggiorenne, l’informazione online si è appena seduta sui banchi di
scuola. Almeno in Italia.
Via via le testate si moltiplicano. Il 2002, per la prima volta, segna un’inversione di tendenza. Secondo
l’Osservatorio informazione ondine di ipse.com, a dicembre i siti di giornali italiani erano 102, tre in meno
rispetto al dicembre del 2001. Se si guarda ai contenuti, il risultato però cambia. I quotidiani che offrono nei
propri siti tutti i contenuti delle edizioni su carta sono infatti cresciuti, passando da 71 nel 2001 a 74 del 2002;
sono diminuiti invece quelli che propongono una semplice presentazione della testata o addirittura solo un’home
page: nel 2001 erano 12, oggi sono nove.
Ma la vera novità del 2002 è il rapido affermarsi dei contenuti a pagamento. Nel corso dell’anno appena passato
le testate che hanno scelto questa strada sono più che triplicate: nel dicembre 2001 erano quattro, un anno dopo
sono diventate 14.
Raccolta pubblicitaria, Rai e Rti sfondano il tetto, di Andrea Bassi. MF, 8 gennaio 2003.
Tra il 1998 e il 2000, Rai e Mediaset hanno sfondato il tetto della raccolta delle risorse televisive (pubblicità,
canone, sponsorizzazioni ecc.) fissato per la legge.
Il garante per le comunicazioni, Enzo Cheli, nella riunione del consiglio convocata per domani mattina a Roma
deciderà l’apertura di una formale istruttoria nei confronti dei due gruppi televisivi. Secondo gli elementi raccolti
dalle strutture dell’Authority, Rai e Mediaset nei tre anni per i quali è stata condotta l’indagine sono andate ben
al di là di quel 30% di risorse complessive previste dalla Meccanico. La tv pubblica, soprattutto grazie al canone,
ha sforato addirittura il tetto del 40%, mentre le tre reti del Biscione si sono attestate su livelli leggermente
inferiori.
Dal conflitto d’interessi alla dittatura mediatica, di Giovanni Valentini. La Repubblica, 11 gennaio 2003.
L’Autorità sulle comunicazioni presieduta dal professor Cheli ha concluso finalmente la sua istruttoria sulle
posizioni dominanti per il triennio 1998-2000; ha cominciato a discutere una “bozza di decisione” e, dopo aver
aperto un’altra indagine sul 2001, emetterà “una pronuncia di accertamento dell’eventuale sforamento del tetto
del 30%” fissato a suo tempo dalla legge Maccanico. Campa cavallo, insomma, che l’erba cresce.
Il rigore e lo scrupolo dell’Authority sono senz’altro apprezzabili. Non vorremmo però che la decisione arrivasse
a chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi; cioè dopo l’approvazione della riforma “Berlusconi pro
Berlusconi” con cui il ministro Gasparri sopprime i criteri anti-trust, svuota la legge precedente e di fatto rimuove
il problema. A quel punto, l’Autorità non avrebbe più il potere di sanzionare la concentrazione televisiva e
sarebbe tutto lavoro e tempo sprecato.
Ministro pro trust, di Massimo Riva. L’Espresso, 16 gennaio 2003.
Un punto critico del ddl Gasparri riguarda un’altra innovazione che il ministro vorrebbe spacciare come riforma
liberale: la cancellazione di ogni vincolo alle partecipazioni incrociate fra carta stampata e televisione.
Attenzione – segnala l’Antitrust – oggi nell’editoria di quotidiani e periodici il tasso di concentrazione dei primi
quattro operatori non raggiunge il 45 per cento, ovvero è del tutto incomparabile con quello del settore televisivo.
In questo scenario la caduta di ogni limite agli incroci proprietari sarebbe di fatto praticata soltanto a senso unico:
dalla tv ai giornali e non viceversa. Cosicché, alla ricca rendita da monopolio televisivo si offrirebbe come
ulteriore privilegio la libertà di caccia nel mondo della carta stampata.
Cellulosa, listini europei verso la rampa di lancio, Roberto Capezzoli. Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2003.
Il prezzo indicatore della pasta da conifera (Nbsk) è in leggero aumento rispetto ai bassi livelli precedenti ed è
passato da 439,78 a 441,47 dollari per tonnellata, ma la cellulosa da latifoglia mostra un cedimento dei prezzi in
euro, mentre la patinata leggera e la carta da giornale non danno ancora gli attesi segnali di recupero.
La legge Gasparri serve a salvare Rete 4, intervista a Salvatore Cardinale di Alberto Guarnieri. Il Messaggero,
27 gennaio.
Gli editori della carta stampata, e Confalonieri ammette che non hanno tutti i torti, dicono: coi “tetti” previsti da
Gasparri le tv possono comprarsi qualche giornale, non certo il contrario.
Ed è vero. Io infatti rimango dell’idea che la Rai deve avere una rete che vive solo del canone, senza pubblicità e
che Mediaset deve spedire Rete4 sul satellite.
I quotidiani del 30 gennaio hanno riportato la notizia dell’incontro della delegazione della Fieg con il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti svoltosi il giorno precedente:
La Stampa: Gli editori al governo: “Serve più attenzione”;
Italia Oggi: Fieg, appello al governo;
Il Sole 24 Ore: Gli editori: subito misure contro la crisi;
Corriere della Sera: Montezemolo al governo: più attenzione all’editoria;
Il Secolo XIX: “Sos” degli editori al governo;
Il Messaggero: Gli editori al governo: stampa in difficoltà, ora ci vogliono sostegni;
Il Resto del Carlino: Fieg: “più attenzione per l’editoria”.
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