COMMISSIONE EPISCOPALE PER L`EDUCAZIONE CATTOLICA

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, LA SCUOLA E
L’UNIVERSITA’
Ufficio Nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università
Servizio Nazionale per il Progetto Culturale
in collaborazione con
CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE (C.C.E.E.)
COMMISSIONE DEGLI EPISCOPATI DELLA COMUNITA’ EUROPEA (COM.E.C.E.)
SIMPOSIO EUROPEO
LE SFIDE DELL’EDUCAZIONE
Recuperi, Promesse, Impegni
Roma, 1-4 luglio 2004
STRUMENTO DI LAVORO
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LE MOTIVAZIONI DEL SIMPOSIO
1.
Urgenza di affrontare il tema dell’educazione
La necessità di considerare come prioritario il tema dell’educazione oggi è crescente ed
è diventata un compito impellente.
Nei paesi europei stanno cambiando notevolmente “gli scenari” in cui si svolge
l’esistenza singola e comunitaria. Tutti i rapporti internazionali sia a livello mondiale
(L'UNESCO) sia sul piano europeo (l'UE) sottolineano che rispetto alle sue tradizionali
funzioni il sistema dell’istruzione e della formazione si trova oggi nei paesi industrializzati di
fronte ad uno scenario radicalmente diverso, quello cioè della società della conoscenza 1, ma
anche quello della società complessa, della società pluralistica e multiculturale, della
mondializzazione e della globalizzazione.
Ma occorre guardare in profondità e al di là dei programmi e dei compiti dei sistemi
scolastici e formativi e interrogarsi sull’educazione stessa.
Le manifestazioni quotidiane della vita di oggi denunciano con grande chiarezza
l’esistenza di una drammatica situazione di carenza di regole pedagogiche intorno ad una serie
di quadri costitutivi della qualità morale ed educativa della nostra civiltà. Inoltre Investigare
l’educazione oggi, in riferimento alle sfide e alle prospettive poste dalla modernità e dal
trapasso culturale in atto,
E’ indispensabile, oggi, investire in educazione, anche sotto il profilo pastorale, secondo linee
progettuali chiare relativamente ai fini da perseguire, ai valori da promuovere e ai protagonisti
da sostenere.
2.
Non solo scuola, ma una rete educativa tra scuola, territorio, Chiesa locale,
famiglia
Anche se l’aspetto più eclatante e visibile è quello scolastico o del sistema di istruzione
e formazione, è evidente che occorre guardare in orizzonti anche più vasti, che toccano la
qualità stessa della vita umana come fatto originario insieme ‘naturale’ e ‘redento’, in modo
da evitare le ripetizioni cognitivistiche e tecnologistiche con le quali si procede continuamente
ma che dimostrano di avere una presa sempre meno efficace sul sentire, il pensare e l’agire
delle persone e dei gruppi.
Si tratta, allora, di provare ad andare alle radici dei problemi per (ri)scoprire tracciati ed
impegni forti per quanto attiene all’azione di educazione.
Allargare lo sguardo dalla realtà scolastica al bisogno di educazione consente di
guadagnare un orizzonte più ampio, arricchente per la stessa esperienza scolastica
istituzionale:
- è necessario saper intercettare i tanti segnali di disagio che la realtà giovanile rimanda,
cogliendoli nei diversi ambienti nei quali si manifestano;
- occorre poter ripensare modalità di presenza adulta significativa, nella scuola come nella
più ampia realtà sociale; i giovani hanno bisogno di una ‘rete’ di accompagnamento, che
1
E. CRESSON - P. FLYNN, Insegnare e apprendere. Verso la società conoscitiva, Bruxelles, Commissione
Europea, 1995; COMMISSIONE EUROPEA, Crescita, competitività e occupazione: le sfide e le vie da
percorrere per entrare nel XXI secolo. Libro Bianco, Lussemburgo, Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali della
Comunità Europea, 1994; J. DELORS et alii, L'éducation. Un trésor est caché dedans, Paris, Editions
Unesco/Editions Odile Jacob, 1996.
3
veda dialogare e interagire le istituzioni e le persone (i vari ‘mondi’: famiglia,
associazionismo, parrocchia, ente locale…).
Il Simposio intende approfondire l’idea di educazione in grado di mettere “in rete”
l’intero sistema educativo:
- formale (i percorsi dell’istruzione e della formazione),
- non formale (la famiglia,le associazioni, la Parrocchia …),
- informale (mass media).
3.
Incontro europeo centrato su alcuni temi dell’educazione, aperto al dialogo e alla
collaborazione di studiosi e operatori
Si ritiene molto opportuno che, nella cornice delle politiche dell’educazione avviate
negli ultimi cinque anni dalla Commissione Europea, si avvii un confronto tra studiosi e
operatori nel campo dell’educazione.
L’iniziativa promossa dalla Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la
Scuola e l’Università della Conferenza Episcopale Italiana intende essere un’occasione e un
incoraggiamento per focalizzare l’attenzione su alcuni temi urgenti e cruciali dell’educazione
con lo scopo di confrontarsi e di verificare insieme con studiosi e operatori europei se ad essi
si può assegnare il valore di priorità strategica.
4.
La sfida dell’educazione alla luce dell’antropologia cristiana. Il contributo delle
Chiese europee all’educazione
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali
Europee (C.C.E.E.) e con la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea
(COM.E.C.E.) vuol essere anche un’occasione per confrontarsi sui temi dell’educazione con
gli operatori pastorali, nel quadro delle politiche europee per l’educazione.
Si tratta di un’occasione per proseguire nel cammino comune già intrapreso dalle
Conferenze Episcopali del continente europeo e per raccogliere le sfide dell’educazione
considerandole alla luce dell’antropologia cristiana e nella prospettiva di una più organica
azione pastorale di dialogo e di presenza nel mondo dell’educazione.
CONTENUTI E OBIETTIVI GENERALI DEL SIMPOSIO
Si propone di approfondire quattro contenuti tematici cioè quattro priorità educative in
cui si ritiene che siano contenute sfide molto significative per la persona, l’educazione e la
riflessione pedagogica:
a) “Manipolazione e artificializzazione,educazione”
b) “La costruzione dell’identità e l’educazione”
c) “Economia, lavoro e educazione”
d) “Interculturalità e educazione”.
Ciascun tema viene introdotto da una breve relazione intesa come un contributo e uno
stimolo iniziale per favorire e orientare i lavori del Simposio.
Gli obiettivi generali del Simposio sono i seguenti:
- individuare le nuove istanze educative e pedagogiche (le sfide all’educazione);
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- mettere a fuoco i riferimenti ideali e antropologici di fondo (dalle sfide all’educazione alla
sfida dell’educazione) anche alla luce dell’antropologia cristiana;
- delineare i fondamenti umanistici su cui dovrebbero basarsi le strategie formative europee
riguardanti in particolare il rapporto tra scuola, famiglia e società.
- scambiare esperienze su come combinare la dimensione formale, quella non formale e
quella informale dell’educazione con particolare riferimento al rapporto tra scuola,
famiglia, Chiesa locale;
- a discernere, riformulandoli, principi e criteri dell’azione educativa delle Chiese
Cattoliche Europee (quale nuova evangelizzazione e inculturazione della fede a servizio di
una nuova prospettiva umanistica).
PEDAGOGIA DEL SIMPOSIO
1.
Presentazione del tema
A. Ciascun tema sarà introdotto da una breve presentazione soprattutto per porre degli
interrogativi e dei problemi aperti e per orientare su alcune questioni rilevanti il dibattito
B. Ciascun tema viene considerato:
- come “sfida-appello per una nuova umanizzazione” di fronte anche alle prospettive delle
politiche dell’educazione aperte dalla Comunità Europea;
- come “luogo di inculturazione della fede” che impegna anche le comunità Ecclesiali a
rinnovare il proprio annuncio per contribuire a dare speranza e sostegno agli operatori non
solo della scuola, ma anche di ogni altra agenzia educativa.
2.
1.
2.
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Principali quesiti
Per ciascuno dei temi, il compito è di rispondere a queste domande:
Quali nuove sfide (minacce e risorse) emergono per la persona e per l’educazione?
Quali riflessioni e istanze emergono dal punto di vista dell’antropologia e dell’antropologia
cristiana?
Di fronte ai quesiti/problemi/possibilità di cui al punto 1 quali risvolti per la riflessione
pedagogica e quindi anche per la teologia dell’educazione ?
Quali riflessioni per l’impegno della famiglia, della scuola e dei media?
Come combinare i percorsi dell’apprendimento formale, non formale e informale ?
Quali impegni e prospettive pastorali per le Chiese in Europa?
Il dibattito
Sarà un confronto tra:
studiosi/esperti delle scienze umane e dell'educazione,
uomini di cultura singolarmente considerati oppure anche in rappresentanza di Fondazioni
o centri di ricerca e rappresentanti istituzionali del mondo dell’educazione, della scuola
cattolici e laici;
docenti del ciclo secondario dell’istruzione e della formazione professionale;
genitori singoli o in rappresentanza di associazioni di genitori;
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- responsabili e operatori di pastorale dell’educazione, dell’istruzione, della catechesi, della
scuola delle Conferenze Episcopali con propria rappresentanza nel C.C.E.E.
4.
Raccolta degli interventi
Gli interventi saranno raccolti e contribuiranno alla elaborazione di una “Sintesi del
Simposio” contenente “Interrogativi e strategie per un comune impegno delle Chiese in
Europa nel campo dell’educazione”. Questa “Sintesi del Convegno” potrà costituire una
riflessione utile verso un migliore e più efficace cammino comune delle Chiese Europee
anche nel campo dell’educazione.
LE DOMANDE
I tema: Manipolazione, artificializzazione, educazione
L’ambito preso in considerazione riguardagli sviluppi e gli esiti della ricerca scientifica
e delle applicazioni tecnologiche in due settori di centrale rilievo, come l’ingegneria genetica
e le biotecnologie da un lato e, dall’altro, le tecnologie informatiche avanzate e l’intelligenza
artificiale. Il dato che le accomuna consiste nel difficile e contrastato rapporto fra ‘natura’ e
‘tecnica’ e, quindi, fra originalità ed artificialità.
In che modo, quindi, l’educazione si pone come elemento di valorizzazione e di
equilibrio in un corretta visione scientifica ed umanistica che possa costituire la base di una
salda prospettiva pedagogica?
Non è nuova la posizione di chi afferma che la scienza non è, in sé, né buona né cattiva,
ma buono o cattivo ne è il suo uso: la questione delle nuove tecnologie ripropone e rafforza
tale posizione. Una delle grandi derive della mentalità moderna e post-moderna, infatti,
consiste nell’intendere in termini nettamente separati competenza professionale e sapere etico,
con il risultato che la prima viene sottratta alla responsabilità umana ed il secondo viene
relegato in un astratto mondo dei valori che non incide significativamente nella vita reale.
D’altra parte, si capisce bene come non può essere legittimata una posizione che vede l’etica
come un freno ai progressi scientifici e tecnologici e la morale come ostacolo al progresso.
La scuola, i contesti extrascolastici (a partire dalla famiglia) ed i media sono oggi
sottoposti a tensioni e polarizzazioni di indicazioni, di interpretazioni e di valutazioni che
rendono oltremodo difficile costruire itinerari che siano nello stesso tempo rispettosi degli
avanzamenti delle conquiste della conoscenza e della tecnica e capaci di conservare e
‘salvare’ i messaggi della saggezza ed il rispetto per i caratteri profondi della natura
cristianamente intesa.
Quali implicanze interpellano l’antropologia cristiana, così da focalizzare il tema nei
suoi aspetti di “luogo di inculturazione della fede” e di “sfida-appello per una nuova
umanizzazione”?
II tema: La costruzione dell’identità
Considerando l’età dell’adolescenza sono ravvisabili alcuni fenomeni:
- la diffusione di manifestazioni violente del corpo finalizzate a costruire una “corporeità
inventata” a scapito della corporeità naturale;
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- la difficoltà di sperare nelle possibilità di realizzare un progetto di realizzazione personale e
insieme la paura di darsi un progetto a causa del conseguente precludersi delle possibilità di
libera autorealizzazione;
- il prevalere di un diffuso disorientamento valoriale che nell’adolescenza si evidenzia con
l’espressione non tanto di valori etici, quanto di valori affettivi e relazionali;
- l’ambivalenza del rifiuto e della nostalgia dell’autorità.
Di fronte a queste manifestazioni attorno al tema dell’identità e della sua costruzione ci si
chiede:
- quali sono gli aspetti che una corretta preoccupazione pedagogica deve considerare e rendere
presenti nei diversi contesti educativi, in primo luogo in quello della famiglia e della scuola?
- quali sono i ‘doni’ e gli appelli che il manifestarsi di questi fenomeni può portare
all’educazione?
- la scuola, i contesti extrascolastici (a partire dalla famiglia) ed i media sono oggi sottoposti a
tensioni e polarizzazioni di indicazioni, di interpretazioni e di valutazioni che rendono
oltremodo difficile costruire itinerari e reti collaborative che siano nello stesso tempo
rispettosi della libertà personale e capaci di contribuire all’edificazione di un progetto di vita
e anche di una prospettiva vocazionale.
III Tema: Economia, lavoro, educazione
Nei paesi industrializzati stanno cambiando notevolmente “gli scenari” in cui si svolge
l’esistenza singola e comunitaria (internazionalizzazione della imprenditoria, globalizzazione
del mercato; forte incremento dello sviluppo scientifico e tecnologico, caratterizzato
dall’informatica e dalla telematica; nuova ed acuta coscienza dei diritti umani, soggettivi,
comunitari, ecologici; pluralismo e multiculturalismo dei modi di vita e della cultura;
secolarizzazione diffusa e nuove forme di religiosità (new age, next age, sette, esoterismo),
più appaganti le aspirazioni e i bisogni soggettivi rispetto alle grandi confessioni religiose
istituzionalizzate tradizionali). Si afferma che la competitività dell'economia come
l'occupazione, ma anche la realizzazione personale dei cittadini europei, non poggiano e non
poggeranno più principalmente sulla produzione dei beni materiali. La vera ricchezza è ormai
legata alla produzione e alla diffusione della conoscenza e dipende soprattutto dai risultati che
otterremo in materia di ricerca, istruzione e formazione, oltre che dalla nostra capacità di
promuovere l'informazione.
Le trasformazioni in atto comportano forti riflessi sulla istruzione e sulla formazione di
cui, pertanto, richiedono una incisiva riforma.
Il Libro Bianco propone cinque finalità irrinunciabili per la scuola e la formazione
europea:
- incoraggiare l’acquisizione di nuove conoscenze;
- avvicinare la scuola all’impresa;
- lottare contro l’esclusione;
- promuovere la conoscenza di tre lingue comunitarie;
- porre sul piano di parità investimenti materiali e quelli formativi (Cresson e Flynn, 1996).
Tale documento incrementa quelle che sono, in fondo, le linee di tendenza a livello
europeo:
- la politica dell’alternanza scuola-lavoro, andando oltre un modello puramente
“scuolacentrico”;
- l’introduzione di sistemi integrati tra scuola, formazione, aziende, territorio, agenzie
educative delle comunità locali, politica formativa nazionale e internazionale;
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- lo sviluppo della formazione continua, dopo ed insieme con la prima istruzione di base,
con le possibilità di qualificazione nella e in parallelo alla scuola secondaria, e con le
opportunità di specializzazione post-secondaria;
- il raccordo della formazione con le politiche di sviluppo locale, nazionale e internazionale.
Come si può andare oltre il semplice livello dell’avviamento al lavoro, di
specializzazione o di riqualificazione professionale?
Come elevarsi al di sopra di una prospettiva preponderantemente cognitiva e
tecnologica, forse un po’ troppo delimitante le affermazioni del Libro Bianco?
Come rispettare i fondamenti dell’azione educativa, la quale mira a coltivare ambizioni
che vanno al di là di una prospettiva utilitaristica?
Come consentire la possibilità di realizzarsi come persona, di raggiungere i più alti
livelli di istruzione richiesti dal nuovo scenario competitivo e offrire a tutti i mezzi per
inserirsi nella società?
IV Tema: Inteculturalità ed educazione
La problematica legata alla multiculturalità non é certo caratteristico appannaggio della
sola società contemporanea; nel nostro tempo, tuttavia, il fenomeno presenta caratteri senza
dubbio peculiari e problematici (maggiore diffusione, più marcata articolazione di intreccio
etnico, più accentuata sottolineatura della identità) e si pone in un contesto per molti versi
inedito (mobilità, globalizzazione, omogeneizzazione).
La società moderna, già scossa nell’ultimo scorcio del Novecento dalla declinazione
introversa e debole della cosiddetta postmodernità, viene messi rapidamente in questione da
un fenomeno migratorio di proporzioni crescenti. I confini nazionali mostrano ormai la loro
radicale insufficienza di fronte all’incremento esponenziale dei fenomeni migratori. D’altro
canto, nello stesso tempo in cui si dilata, il confine simmetricamente si ritrae in risposta alla
esigenza di un determinato gruppo etnico (glocalizzazione).
Ciò mentre si registra un cambiamento profondo dentro la stessa civiltà occidentale.
Incertezza personale (vuoto metafisico); omogeneizzazione culturale (prometeismo
tecnopratico), frammentazione etica; (afasia veritativa), mescolanza dei costumi (incertezza
socioculturale. Ben presto il disagio esistenziale profondo legato a questo camminare sulle
sabbie mobili rimbalza pericolosamente: o implode nel dissidio interiore, o esplode nella
protesta sociale. Dove è ormai il vuoto (e non l’ideale o l’ideologia) a fare da catalizzatore,
con gli esiti che sono nelle cronache di ogni giorno: appartenenza ‘forte’, identificazione
cieca, identità contro (negativa, come non-essere, o, più aspramente e rozzamente, come
essere-contro)
Ne consegue una situazione di smarrimento (‘uguali’ che si riconoscono, ma non si
conoscono) di spaesamento (universo popolato di insegne e segnali, ma anche vuoto di
simboli) di svuotamento (universo ricco di mezzi, ma povero di fini). E una crescente
omogeneizzazione culturale, con i suoi caratteri di mono-tipia e a-topia: la vita frammentata
tende ad essere vissuta episodicamente, in una serie di eventi privi di connessione.
L’insicurezza è un punto in cui l’essere si divide in frammenti e la vita in episodi.
Questo intreccio di problemi, qui solo rapsodicamente evocato, interroga la coscienza
credente: che cosa comporta la fede in Gesù unico Redentore di fronte a una presenza
culturale e religiosa molteplice; come conciliare il comandamento dell’amore senza misure e
senza esclusioni con l’esigenza di salvaguardare ed esprimere compiutamente la propria
convinzione di fede cristiana?
Lo stesso può dirsi anche in relazione a molte problematiche oggi discusse all’interno
delle nostre comunità ecclesiali. Si pensi ad esempio alla riflessione in atto sul rinnovamento
della parrocchia. Si tratta in particolare, di trovare il filo che possa garantire la continuità del
processo della tradizione della fede all’interno del mutamento culturale che caratterizza il
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nostro tempo. Non quindi una resa alla frammentazione anche nell’ambito dell’esperienza
religiosa, ma la consapevolezza che questa è pienamente umana se è anche esperienza
socialmente condivisa, storicamente rilevante, inserita nella vicenda dei popoli.
Certamente la tematica della interculturalità richiederebbe la condivisione di alcune
nozioni o contenuti preliminari:
1. Come - attraverso la cultura - l'uomo vive la sua universalità, (l'uomo assomiglia a tutti gli
uomini), le sue particolarità (l'uomo assomiglia solo ad alcuni), l'uomo non assomiglia a
nessuno (la sua unicità irrepetibile)?
2. Dove l'uomo si "incultura" (famiglia, gruppi umani con i quali entra in relazione, territorio
in cui vive, percorsi educativi, influenze ambientali)?
3. Come si deve intendere la relazione e il dialogo tra le culture (il significato della
preposizione "inter") tra le culture: relazione unicamente mediata dall'uomo?
4. Quali sono gli ostacoli, i limiti, le condizioni del dialogo (soggettivi e oggettivi)?
5. Perché oggi risulta indispensabile l'educazione formale all'approccio interculturale, anche
sul piano dell'insegnamento religioso?
6. Come si pratica l'educazione interculturale, (attraverso quali saperi da trasmettere e
attraverso quali capacità e attitudini da far acquisire)?