INTERVENTO PER ESECUZIONE DI ESAME ANGIOGRAFICO Ident. Doc. RECL 06.07 Rev. 00 Data 01.06.16 Sig ____________________________________________________________________________ COS’E’ IL CONSENSO INFORMATO? Il presente modulo viene consegnato al Paziente in previsione dell’intervento chirurgico, a completamento di quanto già espresso verbalmente, per informarLo dei rischi e dei benefici connessi all’operazione prevista, ed ottenere il Suo consenso informato. Tale atto, indispensabile e previsto dalla legge, viene richiesto a tutela del malato, e non al fine di sollevare il medico dalle responsabilità professionali. Si prega di leggere per esteso il documento prima di firmarlo, rivolgendosi al medico dell’Unità Operativa per ogni eventuale chiarimento. SONO STATO INFORMATO DAL Dr _______________________________________________ RIGUARDO ALL’ESAME ANGIOGRAFICO DEL DISTRETTO__________________________ CUI SARO’ SOTTOPOSTO NELL’AMBITO DELL’ITER DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO IN CORSO PERCHE’ VIENE PROPOSTA L’ESECUZIONE DI UN ESAME ANGIOGRAFICO? L’angiografia ha lo scopo di evidenziare le arterie del corpo nella sede di sospetta lesione, visualizzando con precisione l’entità, l’estensione e le caratteristiche morfologiche delle ostruzioni o delle dilatazioni che coinvolgono questi vasi. COME VIENE ESEGUITO UN ESAME ANGIOGRAFICO? La procedura viene eseguita in anestesia locale e prevede la puntura di una arteria dell’arto inferiore (arteria femorale) o superiore (arteria radiale o brachiale) per poter introdurre nel lume del vaso un piccolo tubicino (catetere), che viene spinto all’interno dei vasi sotto monitoraggio radiologico fino alla sede da indagare e poi utilizzato per iniettare un liquido di contrasto (iodato). In questo modo le arterie divengono visualizzabili ai raggi X e possono essere fotografate o filmate. Solo in casi eccezionali è necessario disporre di un accesso chirurgico diretto ad una arteria, ad esempio attraverso una incisione inguinale. QUALI SONO I POSSIBILI INCONVENIENTI? L’esame è in genere ben tollerato e non doloroso. L’iniezione del mezzo di contrasto può determinare raramente effetti secondari, in genere di scarsa entità e breve durata, quali sudorazione, ipotensione arteriosa, nausea e brividi. Reazioni più gravi, di solito dovute ad allergia del mezzo iodato, si presentano raramente, ma possono divenire pericolose per la vita e richiedere cure farmacologiche e rianimatorie d’urgenza. Al termine dell’esame, la chiusura del foro di introduzione del catetere nell’arteria avviene grazie ad una medicazione compressiva, che verrà mantenuta per 18-24 ore in sede mediante una fascia elastica adesiva. Nel punto di introduzione del catetere può comunque verificarsi la fuoriuscita di sangue, con conseguente formazione di un ematoma o di uno pseudo-aneurisma, che in alcuni casi richiede previo esame ecografico, nuova compressiva per 24 ore, e se anche questa risultasse non sufficiente, sarà necessario eseguire un intervento di evacuazione e chiusura chirurgica del vaso. In altri rari casi si verifica la coagulazione MARRELLI HOSPIATAL esame angiografico INTERVENTO PER ESECUZIONE DI ESAME ANGIOGRAFICO Ident. Doc. RECL 06.07 Rev. 00 Data 01.06.16 del sangue nell’arteria incannulata, o lo spostamento di una placca all’interno del vaso, con conseguente trombosi o dissecazione. Anche in simili circostanze è necessario eseguire un intervento chirurgico di disostruzione e riparazione dell’arteria. Sono stati segnalati infine casi di mobilizzazione di piccoli coaguli o frammenti di placca dall’aorta o delle arterioe iliache, con conseguente embolia periferica; questa evenienza può portare a complicazioni anche gravi agli arti inferiori, ai reni e ad altri organi. Queste ultime complicanze si presentano molto raramente e nella maggior parte dei casi possono essere risolte senza comportare gravi conseguenze. QUALI SONO I TRATTAMENTI POSSIBILI IN CORSO DI UN ESAME ANGIOGRAFICO? In alcuni casi, oltre alla visualizzazione delle arterie, è possibile procedere, nella medesima seduta, al trattamento delle lesioni evidenziate, mediante procedure di dilatazione con palloncino dei restringimenti arteriosi (angioplastica percutanea transluminale-PTA) e/o di impianto di protesi metalliche (stent) all’interno dei vasi, con lo scopo di mantenerli aperti o di riparare una dilatazione della parete arteriosa (in tal caso si utilizzano stent rivestiti od endoprotesi). Tali procedure, che possono sostituire gli interventi chirurgici tradizionali, sono dette endovascolari, e vengono eseguite frequentemente in presenza di stenosi (restringimenti) delle arterie che portano il sangue agli arti inferiori (arterie iliache o femorali), responsabili di dolori durante la deambulazione, o in presenza di stenosi delle arterie renali, spesso associate ad elevati valori della pressione. Le stesse metodiche sono comunemente e da lungo tempo utilizzate per le coronarie (arterie del cuore) e possono essere applicate ad altri distretti corporei. Tuttavia non è sempre tecnicamente possibile risolvere per via radiologica le lesioni arteriose (ad esempio in casi di occlusione completa di vecchia data di una arteria; per le caratteristiche morfologiche delle placche; per lesioni plurime estese per lunghi tratti di arteria), e non sempre si può prevedere con esattezza, prima dell’angiografia, quale tipo di trattamento (endovascolare o tradizionale) sia praticabile e indicato, in termini di sicurezza, efficacia e durata nel breve e lungo termine. Tale valutazione viene espressa in accordo dal radiologo e dal chirurgo vascolare al momento dell’esame angiografico. QUALI SONO LE COMPLICANZE IN CASO DI ANGIOPLASTICA PERCUTANEA E POSIZIONAMENTO DI STENT? Le principali complicazioni che possono verificarsi nel corso della procedura sono la dislocazione di uno stent o di una endoprotesi, l’ostruzione o la dissecazione di una arteria, con improvvisa mancanza di sangue nel rispettivo territorio, oppure la rottura del vaso, con conseguente emorragia interna. In simili circostanze, che si verificano molto raramente, è necessario un intervento chirurgico in urgenza, che comporta un rischio operatorio elevato. Rischi particolari legati al caso specifico del paziente: ________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Affermo di avere chiaramente capito quale è la mia malattia ed il tipo di trattamento cui verrò sottoposto/a ed a quali complicazioni posso andare incontro, e ho dato il mio assenso alla programmazione dell’intervento chirurgico. Firma del paziente1 1 Firma del medico O della persona autorizzata ad acconsentire per il paziente se questi è minore o incapace di intendere e volere. MARRELLI HOSPIATAL esame angiografico INTERVENTO PER ESECUZIONE DI ESAME ANGIOGRAFICO Ident. Doc. RECL 06.07 ________________________________ Firma di eventuale interprete ____________________________ MARRELLI HOSPIATAL Rev. 00 Data 01.06.16 ______________________________ Sottoscritto in data ______________________________ esame angiografico