Versione MS Word - Repubblica e Cantone Ticino

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4 marzo 2008
SANITÀ E SOCIALITÀ
Concessione all’Associazione Istituto Socioterapeutico La Motta,
Brissago, di un sussidio a fondo perso di 1'600'000.-- fr. per la
costruzione di un nuovo edificio (in sostituzione dell’attuale Casa
Borghese) quale ampliamento dell’Istituto Socioterapeutico La Motta a
Brissago
Signora Presidente,
signore e signori deputati,
con il presente messaggio si motiva la concessione di un sussidio a fondo perso
all’Associazione Istituto Socioterapeutico La Motta, Brissago, per la demolizione e la
ricostruzione di Casa Borghese, che unitamente agli edifici Casa Cedro, Casa Novalis,
Casa Maria, Casa Raffael, Casa Calicanto, costituiscono l’Istituto Socioterapeutico La
Motta di Brissago.
I.
INTRODUZIONE
Con messaggio n. 5205 del 19 febbraio 2002, il Parlamento ha concesso all’Associazione
Istituti terapeutici e di cura pedagogica, Ascona un contributo unico a fondo perso di un
milione di franchi, per la ristrutturazione di buona parte degli edifici sopra menzionati.
L’entità dell’importo cantonale è proporzionale al numero di ospiti residenti nell’istituto,
domiciliati nel nostro Cantone. L’investimento complessivo ha raggiunto un costo di quasi
10 milioni di franchi, di cui la metà finanziata con un contributo federale, ai sensi dell’art.
73 della Legge sull’Assicurazione invalidità, la rimanenza è stata coperta dall’ente
proprietario.
L’impegnativa ristrutturazione/ampliamento, completata lo scorso anno, offre un luogo
residenziale e un’attività occupazionale a 43 invalidi adulti.
Nel messaggio sopra-citato si illustrava l’istoriato dell’Associazione Istituti terapeutici,
Ascona nei seguenti termini:
[…] l’Associazione istituti terapeutici fu costituita nel 1938, nello stesso anno la signora Ita
Wegman (collaboratrice per molti anni di Rudolf Steiner), rifacendosi agli orientamenti
antroposofici, realizzò l’istituto La Motta a Brissago.
L’Istituto La Motta si trova nella parte alta del comune di Brissago all’interno di una
proprietà che si estende su una superficie di quasi 3 ettari, parzialmente sistemata e usata
all’inizio come terreno agricolo, distribuito su sette terrazzi. Su parte di questi vennero poi
edificati quattro edifici, preposti ad accogliere giovani invalidi…
….Fino alla fine degli anni Ottanta la struttura, dotata di 40 posti, accoglieva persone
adulte fisicamente e psichicamente disabili, provenienti per lo più da altri Cantoni. Ciò ha
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reso molto sporadica la presenza nell’istituto di disabili domiciliati nel nostro Cantone.
Allora la quasi totalità del personale e degli ospiti proveniva dall’area dei Cantoni svizzero
tedeschi e pertanto la lingua usata nell’istituto precludeva l’accesso agli italofoni sprovvisti
della conoscenza della lingua tedesca.
Un altro motivo che limitava la presenza di Ticinesi alla Motta era dato dal tipo di
formazione richiesta agli operatori, improntata ai principi antroposofici. Requisito
quest’ultimo raramente assolto dagli operatori che vengono formati nelle scuole di
educatore specializzato.
Nell’ultimo decennio questo requisito è diventato meno vincolante, venendo meno la
disponibilità di personale educativo formato secondo gli orientamenti antroposofici. Da
allora, e per ovviare a tale carenza, la Direzione ammette l’assunzione di operatori con
diploma di educatore specializzato, disposti a condividere e/o a seguire dei corsi
rispondenti agli indirizzi adottati dall’istituto.
Con questa decisione, e con il maggior sforzo profuso dalla Direzione dell’istituto
nell’usare la nostra lingua, è salito il numero di operatori di lingua italiana e degli ospiti
ticinesi, aumentati progressivamente fino ad attestarsi ad una dozzina.
Infine, con l’introduzione nel 1996 della pianificazione dei posti esistenti nel settore dei
disabili, voluta dall’autorità federale al fine di disporre per le tre regioni (Svizzera orientale,
Svizzera occidentale e Ticino) dello stato di copertura del fabbisogno, è stato stabilito di
riservare una quindicina di posti dell’istituto La Motta per accogliere adulti invalidi ticinesi.
L’istituto è riconosciuto e sussidiato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali ai sensi
della LAI e beneficia di un contributo federale per tutti i residenti che usufruiscono di una
rendita di invalidità, indipendentemente dal loro Cantone di domicilio.
Dai Cantoni riceve un contributo annuale che corrisponde al disavanzo di esercizio (costi
dedotte tutte le altre entrate: sussidio assicurazione invalidità, rette degli ospiti, altri ricavi)
ripartito su tutti i Cantoni in modo proporzionale alle giornate di presenza e al numero
effettivo dei loro domiciliati accolti a Brissago […].
Dal 2008 spetterà al Cantone finanziare le strutture stazionarie per invalidi, a seguito della
nuova ripartizione di compiti e competenze tra Cantone e Confederazione. In previsione di
questa modifica la Direzione dell’istituto ha accettato di aumentare progressivamente i
posti riservati alle richieste provenienti direttamente dal nostro Cantone. L’aumento
proseguirà anche nei prossimi anni e sarà attuato in modo graduale, usufruendo dei posti
lasciati vacanti da disabili provenienti da altre regioni.
II.
INDIRIZZO TERAPEUTICO EDUCATIVO
L’Associazione Istituto Socioterapeutico La Motta, Brissago, con l’Associazione la Stella di
Bedano (foyer diurno/scuola speciale per minorenni disabili) e l’Istituto San Nicolao a
Treggia, operano sulla base dei principi di cura e sviluppo di tutti i campi della medicina,
della pedagogia curativa e della terapia sociale sulla base della scienza dello spirito
antroposofica di Rudolf Steiner.
In questa ottica, per la presa a carico di invalidi (altamente debilitati) l’istituto La Motta si
avvale, stando ad una sua definizione, di metodi socioterapeutici, con i quali gli assistiti
vengono accompagnati secondo la loro situazione individuale e dove l’intento principale
consiste nel cercare di sviluppare nella maggiore misura possibile le predisposizioni
esistenti.
A partire dalla molteplicità dei destini e dei quadri clinici degli ospiti, si prospetta la sfida
per i collaboratori di intraprendere nuovi cammini pedagogici e terapeutici, potendosi in tal
modo aprire prospettive di sviluppo per tutti.
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A livello nazionale, l’Associazione ”mantello” degli istituti terapeutici e di cura pedagogica
organizza una formazione specifica per la pedagogia curativa antroposofica e per la
socioterapia, presso l’Ecole supérieure en éducation sociale, Lausanne (riconosciuta
dall’UFFT, Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia) della durata
di tre anni.
Coerentemente con il concetto pedagogico sopra riportato, l’organizzazione dell’istituto è
improntata alla vita collettiva in gruppi composti al massimo da 8 persone, così ripartiti:
 due gruppi con 8 andicappati nella Casa Calicanto;
 tre gruppi con 8 andicappati in ciascuno dei tre edifici: Casa Maria, Casa Raffael e
Casa Cedro.
All’interno del gruppo ognuno partecipa, compatibilmente con le proprie capacità,
all’organizzazione ed allo svolgimento delle normali attività che si presentano sull’arco di
una giornata. Coadiuvati dal personale educativo i residenti iniziano la giornata con la cura
della propria persona, la preparazione della colazione, il riassetto della camera e della
cucina, per poi proseguire con le altre occupazioni diurne.
La presa a carico diurna della persona andicappata segue un programma preciso che
inizia per gli uni con le terapie, per gli altri con le attività occupazionali. Le terapie, in
sintonia con l’impostazione dell’istituto, privilegiano la dimensione artistica. Esse spaziano
dall’espressione vocale (dal canto al linguaggio verbale), alla pittura, alla musica, al teatro.
Queste forme di espressione sono finalizzate a far emergere le potenzialità personali, a
favorire la comunicazione ed i rapporti con altre persone, a creare un’intesa ed un vissuto
comune all’interno del gruppo, all’instaurarsi di rapporti di coesione e senso di
appartenenza.
I ritmi quotidiani sono marcati da avvenimenti che permettono al residente di essere attore
dell’evento: un compleanno, il susseguirsi delle stagioni (con i colori, l’intensità della luce,
la diversa temperatura), e che danno lo spunto al personale educativo per proporre
contenuti da sfruttare ai fini terapeutici, tesi a migliorare ed assicurare condizioni dignitose
di vita alla persona diversamente dotata.
Anche la ritualità data dalle attività/incombenze di economia domestica e di tipo
alberghiero rientrano nel medesimo percorso di apprendimento di vita che avviene
all’interno di un quadro istituzionale protetto.
Questo intenso lavoro si trasforma in un sentiero di crescita e di maturazione personale
nella ricerca di un equilibrio tra l’individuo e la disabilità.
L’istituto è stato certificato conformemente alle norme di qualità UFAS-AI 2000.
III.
L’INIZIATIVA
Al termine dei lavori di ristrutturazione/riedificazione di 4 dei 6 edifici che compongono
l’Istituto (Casa Novalis, Casa Maria, Casa Raffael, Casa Calicanto), nel gennaio del 2006
l’Associazione informava il Dipartimento dell’intenzione di completare il riassetto delle
proprie strutture con un intervento su Casa Borghese.
Il progetto permetterebbe di migliorare l’attuale sistemazione del gruppo collocato a Casa
Cedro, toccata dalla ristrutturazione generale unicamente con l’installazione
dell’ascensore esterno, unitamente alla possibilità di effettuare un ampliamento di 8 posti
per l’accoglienza di giovani ospiti al termine del ciclo di scuola speciale.
Una trasformazione della stessa Casa al Cedro a tale scopo, sarebbe risultata troppo
onerosa poiché essa è composta da due edifici con piani posti a quote diverse
difficilmente accessibile autonomamente alle persone in carrozzella.
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Dopo sopralluogo per verificare la sostenibilità della ristrutturazione, prese forma l’ipotesi
di abbinarla ad un ampliamento dell’edificio, onde sopperire al fabbisogno settoriale
scoperto.
Sulla scorta di queste indicazioni, la Direzione dell’istituto La Motta sottoponeva al
Dipartimento la proposta di ristrutturazione e ampliamento 12 maggio 2006, con copia da
trasmettere all’Ufficio Federale delle Assicurazione sociali (UFAS).
L’iniziativa è così motivata:

nonostante il progetto di ri-costruzione di Casa Borghese (che oggi ospita il laboratorio
di tessitura) non fosse previsto nel progetto compiuto nel 2002/2006, lo stabile è parte
integrante del piano di quartiere n° 20'770 del 25 settembre 2000;

la posizione di Casa Borghese, posta sul penultimo terrazzo del sedime, facilita il
collegamento con il nuovo edificio (Casa Calicanto) e gli altri edifici;

l’edificio è raggiungibile dal basso (versante Sud), per il tramite del percorso pedonale
che sale a lato di Casa Raffael e da monte scendendo dall’ultimo terrazzo con il
parcheggio, situato a Ovest. Il progettato piano interrato è connesso con il piano
terreno della Casa Calicanto, il piano superiore con il parcheggio Ovest;

la nuova edificazione permette di aumentare i posti abitativi da 40 a 48 (in seguito
divenuti 43 / 51), come previsto dalla pianificazione del fabbisogno cantonale, e di
migliorare la situazione logistica degli ospiti oggi a Casa al Cedro.
Con preavviso favorevole 9 giugno 2006, l’Ufficio invalidi ha trasmesso all’UFAS la
richiesta di ampliamento di Casa Borghese, dotata di 16 posti con occupazione. In quanto
ai costi di costruzione si indicava una spesa approssimativa di 3.3 milioni di franchi.
Quest’ultimo, con risposta 8 settembre 2006, sulla base della perizia tecnica 31 agosto
2006 allestita dall’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica, informava la Direzione
della Motta di aver preso atto del progetto di massima e consentiva a procedere
all’allestimento del progetto definitivo.
Il 14 novembre 2006, la Direzione dell’istituto informava il Dipartimento che il numero di
ospiti ticinesi presenti a Brissago, era salito nel frattempo a 17 e che gli 8 posti
supplementari sarebbero stati riservati alle necessità per far fronte al fabbisogno scoperto
cantonale, con particolare riferimento ai giovani che terminano le scuole speciali cantonali.
Con lettera 26 febbraio 2007, il Dipartimento conferma l’intenzione di sottoporre al Gran
Consiglio la richiesta di concessione all’Associazione Istituto Socioterapeutico La Motta,
Brissago, di un contributo cantonale a fondo perso, quale partecipazione al costo di
realizzazione dell’ampliamento proposto.
In data 26 marzo 2007, l’Associazione inoltra al Dipartimento il progetto ed il preventivo
definitivo, con copia da trasmettere all’autorità federale (UFAS), per l’ottenimento del
contributo di loro competenza. Il costo aggiornato ammonta a 3.9 milioni di franchi.
Con decisione 27 giugno 2007, l’UFAS comunica il suo accordo sul progetto definitivo per
la costruzione e le attrezzature di una nuova struttura, Casa Borghese, con una capienza
di 16 posti con occupazione e fissa l’importo ritenuto sussidiabile a 3.55 milioni di franchi.
IV.
COMPATIBILITÀ CON LA PIANIFICAZIONE SETTORIALE
L’istituto è parte integrante della pianificazione settoriale per il periodo 2006/2008, ai sensi
dell’art. 73 cpv. 2 della lettera b e c LAI. L’istituto La Motta è inserito nella pianificazione
cantonale, ritenendo quale criterio la sua collocazione, indipendentemente dal fatto che al
momento solo 25 interni e 3 esterni dei 43 posti sono occupati da ospiti ticinesi.
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Nell’apposita direttiva dell’UFAS viene specificato che, in questi casi, il Cantone sede
dell’istituto non costituisce domicilio per i collocamenti provenienti da fuori Cantone e che
la copertura del disavanzo di esercizio a suo carico è limitata ai propri domiciliati.
La "Pianificazione annuale 2007 delle strutture per invalidi adulti sussidiate
dall’assicurazione invalidità nel Canton Ticino", DSS, novembre 2006 è stata approvata
dall’UFAS, e nel caso specifico della Motta gli 8 posti supplementari concessi sono stati
vincolati nella decisione federale del 27 giugno 2007 di concessione del contributo
all’Istituto Socioterapeutico La Motta, Brissago.
V.
PROGETTO
Il progetto definitivo di nuova costruzione di Casa Borghese è stato facilitato grazie
all’esperienza acquisita nella fase di ristrutturazione precedente, realizzata sulla base del
progetto di massima che risale al 14 luglio 1998.
La relazione tecnica che accompagna il progetto definitivo 20 marzo 2007 allestito dallo
studio d’architettura E. + G. Cueni/ ARC 80, Tegna, congiuntamente allo studio
H. Schwarzenbach, Uznach, motiva e descrive la nuova costruzione, in luogo
dell’esistente che verrà demolita, come segue.
La nuova costruzione, Casa Borghese, risponde a due esigenze:

offrire migliori condizioni di alloggio e di lavoro al gruppo attualmente residente nella
Casa Cedro, un edificio che presenta grosse lacune architettoniche (8 posti);

creare 8 nuovi posti occupazionali ed abitativi, prevalentemente rivolti a giovani ticinesi
che terminano le scuole speciali.
Sulle lacune architettoniche di Casa Cedro, il progettista informa che sono determinate da
un fabbricato composto da due edifici costruiti in epoca diversa, con il collegamento ai
piani posti a quote diverse, che impedisce l’accesso autonomo all’invalido in carrozzella.
La superficie utilizzabile, riservata al gruppo abitativo, è insufficiente e inferiore ai requisiti
richiesti dall’UFAS nel “programma quadro dei locali per persone invalide”, imponendo di
distribuire su due piani l’organizzazione e le attività del gruppo.
Per contro i percorsi verticali per assicurare il collegamento tra i diversi edifici costruiti su
terrazzi (con il primo edificio posto a 239 metri sopra il livello del mare, ed il quarto situato
a quota 269, corrispondente al terrazzo sul quale viene costruita Casa Borghese) sono
stati risolti installando all’esterno di ogni fabbricato un ascensore che consente di passare
nel singolo edificio da un piano all’altro ma pure tra gli stabili, posti su quote diverse.
Questo dà modo ai motulesi di spostarsi senza l’ausilio di terzi.
Il progetto di nuova edificazione è stato elaborato considerando le esigenze di 16 invalidi,
e comprende spazi residenziali e spazi diurni occupazionali (in base al programma quadro
dei locali). Esso prevede una superficie di 316 metri quadrati, rispetto ai 129 metri quadrati
dell’edificio esistente.
La nuova costruzione consta di tre piani:

il seminterrato (metà piano) più ridotto sul retro, a monte, per effetto delle terreno a
terrazza, sul davanti i tre spazi occupazionali e all’opposto i locali guardaroba, servizi
igienici, i locali di deposito;

il piano terreno (parzialmente interrato sul retro dove trovano posto i locali di servizio)
con l’unità abitativa dotata di 6 camere singole e una doppia; la camera per il
vegliatore, il soggiorno, la cucina con annessa la dispensa, il locale di deposito. I
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servizi igienici sono centralizzati e ripartiti in due locali (bagno assistito/doccia/WC;
bagno normale/WC). Tutte le camere sono dotate di lavello;

il primo piano ricalca quello inferiore con la differenza di essere totalmente fuori terra.
Nella parte centrale del sottotetto, a falde, trova posto un locale di 30 metri quadrati che
potrà essere utilizzato quale deposito o per altre necessità.
I collegamenti verticali sono garantiti da una scala interna e facilitati dall’ascensore che dà
accesso ai piani superiori, al posteggio esterno, ma serve pure da collegamento con gli
altri edifici.
Per la nuova edificazione saranno utilizzati materiali conformi alle prescrizioni di sicurezza
antincendio. Essa sarà dotata da un sistema di rilevazione del fumo e disporrà
dell’apposita segnaletica per indicare le vie di fuga nel caso di emergenza.
VI.
COSTI
Il preventivo dei costi del 20 marzo 2007 che accompagna il progetto definitivo presenta
una spesa complessiva di fr. 3'900'000.-. La spesa è suddivisa seguendo la sistematica
dei capitoli stabiliti dal preventivo-tipo del costo svizzero della costruzione, CCC. Nel primo
capitolo troviamo i costi per i lavori preparatori, nel secondo il costo dell’edificio, nel terzo
quello delle attrezzature fisse, nel quarto quello per i lavori esterni, nel quinto i costi
secondari (interessi di costruzione) e nel nono il costo per l’arredamento.
Essi sono così riassunti:
totale
310'000.2'980'000.60'000.270'000.150'000.130'000.3'900’000.-
1 lavori preparatori
2 edificio
3 attrezzature d’esercizio
4 lavori esterni
5 costi secondari
9 arredamento
Totale/Iva inclusa
L’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica con perizia 29 giugno 2007 stabilisce
l’importo sussidiabile in franchi 3'549’600.-. Sulla scorta di questa perizia l’Ufficio federale
assicurazione invalidità con decisione del 27 giugno 2007 ha stabilito di attribuire un
contributo del 33% dell’importo ritenuto sussidiabile, pari a franchi 1'183'000.-.
Progetto e preventivo di spesa sono stati sottoposti per esame e preavviso all’Ufficio lavori
sussidiati e appalti.
Esso con rapporto 25 settembre 2007, così si esprime: "[…] A seguito dell’incontro con i
progettisti… e sulla scorta della perizia dell’UFAS 29 giugno 2007 si evince quanto segue:
costo preventivato:
costo computabile:
franchi 3'900'000.franchi 3'549'600.-
Per il dettaglio in merito alle parti non computabili vi rimandiamo alla perizia stessa. Inoltre
sono state vagliate le modalità di procedura in ossequio alla LCPubb […]."
Ai fini del sussidio cantonale a fondo perso, in analogia alla perizia federale, si considera il
costo ritenuto sussidiabile pari a franchi 3'549'600.-
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VII. FINANZIAMENTO
La Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi del 14 marzo 1979 (LISPI),
consente di finanziare la costruzione, la ricostruzione, l’ampliamento, l’ammodernamento
di case per invalidi nel limite massimo del 50% della spesa preventivata, ritenuta la
capacità finanziaria del beneficiario, eventuali sussidi concessi da altri enti e le esigenze
del programma cantonale (art. 12 cpv. 1 e 3).
Il piano di finanziamento proposto il 31.10.2007 dall’Associazione prevede un ammontare
di sussidi cantonali e federali pari a franchi 2'783’000.-. L’importo si basa su delle quote
pari al 45% ca. (fr. 1'600’000.- quota cantonale) e rispettivamente 33% ca. (fr. 1'183’000.quota federale) dei costi di investimento riconosciuti con la perizia allestita dai servizi
federali centrali.
I valori di riferimento utilizzati per l’allestimento del piano di finanziamento proposto
scaturiscono dalla perizia federale basata sul programma indicativo dei locali per le
costruzioni dell’assicurazione invalidità. Si propone pertanto di confermare il medesimo
parametro di valutazione per il sussidio cantonale.
L’analisi del capitale proprio al 31.12.2006 (ultima chiusura disponibile), permette di
ratificare l’importo richiesto dall’Associazione e di accettarne il piano di finanziamento.
Questo in considerazione della compatibilità con i limiti stabiliti dalla Legge, con i valori
della perizia federale e con il piano finanziario cantonale degli investimenti.
Si osserva tuttavia che il piano finanziario settoriale non consente di adeguare il contributo
cantonale alle variazioni dell’indice medio dei costi di costruzione, pertanto si propone la
formula del contributo unico a fondo perso.
L’Associazione è così chiamata a monitorare il rispetto dei costi d’intervento preventivati e,
in linea con quanto previsto dalla legislazione vigente, ad assumere una quota parte del
costo non coperto dai sussidi federali e cantonali.
Per le ragioni precedentemente esposte si propone il riconoscimento di un sussidio unico
a fondo perso di franchi 1'600’000.--, non soggetto al rincaro.
Con queste indicazioni il finanziamento dell'opera avverrà nel modo seguente:
Costo totale dell’opera
fr. 3'900’000.-
Contributo federale ai sensi
dell’art. 73 LAI (1/3 di 3'549’600.-)
Contributo cantonale in base
alla LISPI (45% di 3'549'600.-)
Totale
fr. 1'183'000.fr. 1'600'000.fr. 3'900’000.-
Differenza a carico
dell’Associazione
fr. 2'783'000.fr. 1'117’000.-
All’Associazione rimane a carico una quota-parte per un ammontare di franchi 1'117’000.che prevede di coprire attraverso un sostegno speciale da parte dell’Associazione di
Sostegno dell’istituto (fr. 500'000.-) e attraverso un credito ipotecario (fr. 617'000.-),
L’investimento chiama dunque in causa l’Associazione attraverso un’importante
partecipazione con mezzi propri e di terzi, che, secondo la Legge non potranno essere
riconosciuti attraverso il finanziamento di ammortamenti ipotecari con il sussidio di
gestione.
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L’eventuale onere non coperto da mezzi propri, dal sostegno speciale indicato, da ulteriori
donazioni e da sussidi cantonali e federali, potrà essere riconosciuto nei costi di gestione
corrente, limitatamente al computo degli interessi ipotecari, nei limiti applicati dalla Banca
dello Stato per le ipoteche di primo grado.
L’entità dell’eventuale credito ipotecario sarà riconosciuta nella misura massima indicata
dall’Associazione (617'000.-), dedotte eventuali altre forme di partecipazione non previste
al momento dell’allestimento del piano di finanziamento.
VIII. PROPOSTA DI SUSSIDIO
Per i lavori di costruzione e ampliamento di Casa Borghese dell’istituto La Motta, Brissago,
oggetto del presente messaggio sulla base degli artt. 7 lettera a) e 12 lettera a) della
Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi del 14 marzo 1979, si
propone la concessione di un sussidio unico, non soggetto al rincaro (indice del costo di
costruzione), di franchi 1’600'000.-, pari al 45% del costo d’investimento ritenuto
sussidiabile.
All’Associazione non saranno riconosciuti gli ammortamenti generati dall’eventuale ricorso
a capitale di terzi. Eventuali interessi ipotecari potranno essere sussidiati in base alle
indicazioni del capitolo precedente.
IX.
RELAZIONE CON LE LINEE DIRETTIVE E IL PIANO FINANZIARIO
Questa proposta corrisponde agli intendimenti settoriali cantonali indicati nella scheda 3
pag. 56 delle linee direttive 2004/2007 (edizione novembre 2005).
Essa è iscritta a piano finanziario 2008/2011, settore 32 istituti reintegrazione per invalidi
adulti, CRB 233 WBS 233.51.3063 Brissago: ampliamento istituto La Motta.
Le conseguenze di natura finanziaria sono le seguenti:
- spese di investimento (PF 233. 51.3063): fr. 1'600'000.-;
- spese correnti:
l’istituto è già sussidiato dal Cantone e sono
previsti, in aggiunta ai costi di gestione, quelli
determinati dall’aumento di 8 posti, stimati a
ca. fr. 993'000.- all’anno (8 posti su 365 giorni
a fr. 340.- al giorno). L’impatto della maggior
spesa
sarà
assunto
gradualmente,
compatibilmente con l’ammissione dei nuovi
ospiti.
È possibile che l’istituto faccia capo ad un
credito ipotecario per coprire la quota
dell’onere d’investimento non sussidiato. In tal
caso potrebbero essere riconosciuti degli
interessi ipotecari per un importo massimo di
23'000.- franchi annui.
- enti subalterni e Comuni:
nessun onere;
- effettivo del personale:
invariato.
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Con l’ampliamento proposto l’Istituto La Motta dispone di una capacità ricettiva di 48 posti
per persone invalide colpite da invalidità di grado elevato. Esso darà modo al Cantone di
far fronte alle emergenze future di quella fascia di popolazione invalida che abbisogna di
una struttura residenziale e un luogo di lavoro protetto, senza dover ricorrere a strutture
situate fuori Cantone.
Vogliate gradire, signora Presidente, signore e signori deputati, l'espressione della nostra
massima stima.
Per il Consiglio di Stato:
Il Presidente, P. Pesenti
Il Cancelliere, G. Gianella
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Disegno di
DECRETO LEGISLATIVO
concernente la concessione all’Associazione Istituto Socioterapeutico La Motta,
Brissago, di un sussidio a fondo perso di 1'600'000.- fr. per la costruzione di un
nuovo edificio (in sostituzione dell’attuale Casa Borghese) quale ampliamento
dell’Istituto Socioterapeutico La Motta a Brissago
Il Gran Consiglio
della Repubblica e Cantone Ticino
- richiamata la Legge 14 marzo 1979 sull’integrazione sociale e professionale degli
invalidi;
- visto il messaggio 4 marzo 2008 n. 6036 del Consiglio di Stato,
decreta:
Articolo 1
1All’Associazione
Istituto Socioterapeutico La Motta, Brissago, è accordato un contributo
unico a fondo perso di fr. 1’600'000.- per la demolizione e ricostruzione di Casa Borghese
presso l’istituto La Motta a Brissago in base alla Legge sull’integrazione sociale e
professionale degli invalidi, del 14 marzo 1979.
2Il
contributo non sarà adeguato all’evoluzione dell’indice medio dei costi di costruzione.
Articolo 2
La spesa in base alla Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi è a
carico del Dipartimento della sanità e della socialità, conto “contributi per investimenti".
Articolo 3
Le modalità di versamento del contributo sono stabilite dalla Sezione del sostegno a enti e
attività sociali.
Articolo 4
Trascorsi i termini per l’esercizio del diritto di referendum, il presente decreto è pubblicato
nel Bollettino ufficiale delle leggi e degli atti esecutivi ed entra immediatamente in vigore.
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