SETE di PAROLA III Settimana di Avvento dal 15 al 21 dicembre 2013 VANGELO del GIORNO COMMENTO PREGHIERA IMPEGNO PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA COMUNITÀ FILIPPINA Ringrazio il mio fratello, il Cardinale Tagle, per la parola piena di fede, piena di dolore, piena di speranza. In questi giorni, anch’io sono stato molto vicino al vostro popolo. E ho sentito che la prova era forte, troppo forte! Ma ho sentito anche che il popolo era forte! Quello che ha detto il Cardinale è vero: la fede viene su dalle rovine. La solidarietà di tutti nel momento della prova. Perché succedono queste cose? Non si può spiegare. Ci sono tante cose che noi non possiamo capire. Quando i bambini incominciano a crescere non capiscono le cose e incominciano a fare domande al papà o alla mamma: “Papà, perché? Perché? Perché?”. Gli psicologi la chiamano l’“età del perché”, l’“età dei perché”. Perché il bambino non capisce… Ma se noi stiamo attenti vedremo che il bambino non aspetta la risposta del suo papà o della sua mamma: un altro perché e un altro perché Il bambino ha bisogno, in quell’insicurezza, che il suo papà e la sua mamma lo guardino. Ha bisogno degli occhi dei suoi genitori, ha bisogno del cuore dei suoi genitori. In questi momenti di tanta sofferenza non stancatevi di dire: “Perché?”. Come i bambini… E così attirerete gli occhi del nostro Padre sul vostro popolo; attirerete la tenerezza del Papà del cielo su di voi. Come fa il bambino quando chiede: “Perché? Perché?”. In questi momenti di dolore, questa forza sia la preghiera più utile: la preghiera del “perché?”. Ma senza chiedere spiegazione, soltanto chiedere che il nostro Padre ci guardi. Anch’io vi accompagno, con questa preghiera del “perché?”. Domenica, 15 dicembre 2013 Liturgia della Parola Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quel tempo, Giovanni che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». …È MEDITATA La scorsa settimana ci siamo lasciati con le parole pungenti del Battista che invitava alla conversione del cuore. Questa settimana ascoltiamo ancora la sua voce, ma le cose sembrano un po' diverse..."Sei tu quello che deve venire o ne dobbiamo aspettare un altro?". Giovanni è in prigione. Erode ha deciso di fare tacere il focoso profeta che battezza nel Giordano e lo rinchiude nella sua fortezza di Macheronte. I suoi discepoli gli portano notizie del cugino Rabbì e il profeta incatenato manda a chiedere se è Lui l'Atteso, se è il Lui il Veniente. La domanda di Giovanni mi ha sempre colpito, perché il suo interrogativo non riguarda semplicemente la buona riuscita della sua missione. Giovanni non si informa perché ha paura d'avere preso un colpo di sole, ma perché sa che dalla risposta a quella domanda dipende la verità sua vita, della fede di Israele e la verità stessa di Dio. Questa domanda è la radice della fede cristiana perché svela la distanza tra le nostre attese e la rivelazione di Dio che Gesù ci mette davanti agli occhi. Proprio ieri condividevo con suor Francesca alcune riflessioni su questo brano di Vangelo in preparazione ad un ritiro con i giovani della nostra zona pastorale. Mi ha colpito un'immagine che ha usato: "il Dio fotocopia". E' vero, corriamo il tremendo (e diabolico) rischio di farci un Dio a nostra immagine e somiglianza, di adorare 2 un Dio fatto a misura delle nostre attese e pretese, di costruirci un idolo che ci rassicuri e ci culli nelle fatiche del vivere. Non so cosa si aspettasse Giovanni, ma la cosa che mi affascina è che riesce a mettere in questione la sua attesa di Dio, la sua immagine di Messia e di conseguenza la sua fede. E noi? Ne siamo capaci? Ci lasciamo sedurre dal Dio-fotocopia o dall'annuncio del Dio di Gesù Cristo? Diamo la possibilità alla nostra fede di essere attraversata dal dubbio sano e fecondo che permette allo Spirito di scavare a fondo nel nostro cuore. Cerchiamo uno spazio di preghiera e di silenzio per ridare limpidezza alla nostra fede e alla nostra vita. Davanti al Vangelo interroghiamo le nostre pretese su Dio, purifichiamo le immagini strampalate di Lui che ci portiamo dentro. Con cuore semplice affidiamo al Veniente le nostre attese, le domande e i desideri. Solo così sapremo riconoscere i segni della Sua presenza in mezzo a noi. Coraggio cari amici, se già abbiamo imboccato le strade della conversione, non lasciamoci tentare da accomodanti certezze a buon mercato. Come il profeta incatenato lasciamo che il dubbio sano della fede faccia brillare di verità la nostra attesa del Signore!. ----------------------------------------Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto. PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N2 …È PREGATA Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore il nostro cammino incontro a colui che viene e fa’ che, perseverando nella pazienza, maturiamo in noi il frutto della fede e accogliamo con rendimento di grazie il vangelo della gioia. …MI IMPEGNA Voglio ridefinire la mia vita in rapporto a Cristo. Voglio scoprire incoerenze nel mio comportamento e correggermi. Affronterò le circostanze anche impreviste di questa giornata avendo negli occhi e nel cuore il sentimento vivo della presenza di Gesù: "Coraggio, non temete, ecco viene il vostro Dio; viene a salvarvi" 3 PER LA FAMIGLIA “Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti” (Is 35,3). Signore ci doni questa Parola per noi e per la nostra famiglia. Le mani sono metafora del nostro agire e le ginocchia del nostro camminare. Spesso il nostro agire in famiglia è fiacco, stanco, sfiduciato perché non sappiamo uscire dal nostro Io e andare all’altro e così i nostri passi non vanno nella direzione dell’incontro ma fuggono dall’altro che è visto come colui che ci disturba. Signore rincuoraci, donaci cuore e soprattutto coraggio! San Giacomo ci ricorda gli ingredienti fondamentali per il combattimento spirituale contro la nostra stessa idolatria dell’Io: “Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori… non lamentatevi gli uni degli altri…” (Gc 5,8-9). La perseveranza nella conversione del cuore è la virtù fondamentale per chi combatte nella fatica delle relazioni umane. Signore, donaci lo Spirito di umiltà di Giovanni Battista che si è fatto piccolo per far crescere l’altro. Amen. -------------------------------------------------------------------1) Irrobustire “le mani fiacche” (Is 35,3) significa non farsi derubare la Speranza. Come trasformare l’esperienza della tribolazione in “speranza che non delude” (cfr. Rm 5,3-5)? 2) Papa Francesco nel Pellegrinaggio delle famiglie del 27 ottobre ha chiesto di domandarsi: “come va la gioia nella nostra famiglia”? Provate a raccontare episodi concreti. 3) Quale itinerario di conversione intraprendere come coppia per essere come Giovanni il Battista che“esulta di gioia alla voce dello Sposo” che è Gesù (cfr. Gv 3,29)? Lunedì, 16 dicembre 2013 Liturgia della Parola Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli 4 uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: «Dal cielo», ci risponderà: «Perché allora non gli avete creduto?». Se diciamo: «Dagli uomini», abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». …È MEDITATA Mentre Gesù insegnava nel Tempio, dopo l'episodio della profanazione, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo gli dissero: "Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità"? Non lo interrogavano perché alla ricerca della verità ma per imbrogliare Gesù con i loro ragionamenti tortuosi. Volevano condurlo ad opporsi alle tante leggi che offuscavano l'autorità di Dio.Conoscendo il loro intento, Gesù sta al gioco e pone anch'Egli una domanda acuta :"Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?". Rispondere a tali domande era impossibile senza prendere posizione pro o contro Giovanni, considerato dal popolo una profeta di Dio. Implicita, nella provocazione di Gesù, è la sfida di pronunciarsi per Lui o contro di Lui. Gesù coglie ogni occasione per manifestare la sua vera identità, ma i capi dei sacerdoti e molti anziani rimangono chiusi nel loro individualismo. Avevano ascoltato giorno dopo giorno il suo insegnamento, avevano visto i miracoli, avevano sentito la testimonianza di Giovanni e conoscevano le scritture, ma non hanno saputo interpretare l'oggi di Dio. La cecità più grave è quella della volontà: non vogliono vedere perché presumono di sapere più di Gesù. -----------------------------------------Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N3 …È PREGATA Signore, tu mi scruti e mi conosci nella profondità del mio essere. Dammi la luce del tuo Santo Spirito perché cerchi onestamente la verità e mi apra a te, unica verità che illumina l’esistenza di ogni uomo. Amen. …MI IMPEGNA Curerò l’esame di coscienza per scoprire la sincerità del mio pensiero e delle 5 mie azioni. Ferie di Avvento Martedì, 17 dicembre 2013 O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza. Prima Antifona Maggiore Liturgia della Parola Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. …È MEDITATA Inizia il conto alla rovescia per giungere al Natale. Pochi giorni ci separano dalla celebrazione del mistero di un Dio che si rende presente, che viene in mezzo a noi, che si rende accessibile. Siamo qui perché abbiamo bisogno che Dio nasca nei nostri cuori, perché ogni Natale è un evento che si rinnova in noi e nella nostra vita: non siamo 6 le stesse persone di un anno fa! E, in questo ultimo tratto di strada, la liturgia ci invita a fare memoria, ad andare indietro, nel passato, a individuare le tracce del progetto che Dio ha sull'umanità. La genealogia con cui Matteo inizia il vangelo, più teologica che storica, ha un solo obiettivo: fare memoria della fedeltà di Dio per il suo popolo. Dal primo cercatore di Dio, Abramo, fino a Gesù, Dio desidera intrecciare un rapporto con l'umanità. Attraverso la genealogia, Matteo inserisce Gesù nella storia del suo popolo e delle promesse che Dio aveva fatto ai patriarchi e a Davide. La sua è una genealogia particolare perché contiene nomi di donne che ci ricordano storie di peccato come quella di Betsabea, la moglie di Uria fatto uccidere da Davide, o straniere come Rut la moabita. Gesù non è un purosangue e non ha una storia illibata. Ma, attraverso questa storia risalta la missione che viene a compiere. Egli viene per la salvezza di tutti gli uomini, non solo del popolo eletto. Le storie di peccato presenti in essa, ci ricordano il senso dell’incarnazione: Gesù si fa uomo per redimere gli uomini dal peccato. Con lui inizia la nuova storia. La genealogia che arriva a Giuseppe, discendente del re Davide, attesta che Egli nasce da Maria. È il nuovo prodigio che Dio vuole rivelare all’umanità: una Vergine che concepisce un figlio. ---------------------------------------------Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare «settanta volte sette» ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti! PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N3 …È PREGATA Signore Gesù, la nostra è storia di peccato, di contraddizioni, di menzogna. Tu entri in essa per far germogliare il nuovo cammino dell’uomo che vieni a redimere. In Maria tu ci offri il primo frutto dell’umanità redenta. Fa’ che con lei possiamo diventare costruttori della nuova storia che inizia con la tua venuta sulla terra. Amen. 7 …MI IMPEGNA Dio è eterno, è nato da una donna e rimane con noi ogni giorno. In questa fiducia viviamo, in questa fiducia troviamo la strada della nostra vita. Mercoledì, 18 dicembre 2013 O Signore, guida della casa d’Israele, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: vieni a liberarci con braccio potente. Seconda Antifona Maggiore Liturgia della Parola Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA Ecco come fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. …È MEDITATA Per venire sulla terra Gesù ha bisogno della collaborazione degli uomini. L’evangelista Matteo mette in risalto la figura di Giuseppe che ha il compito di introdurre Gesù nella dinastia davidica. La storia di Giuseppe esprime il travaglio dell’uomo di fronte a situazioni impreviste ed incrocia l’azione di Dio che illumina la comprensione dei fatti. Dubbi, esitazioni, incertezze, il mettersi da parte di Giuseppe, si risolvono quando l’Angelo del Signore gli rivela il mistero del concepimento verginale del Messia e il compito che gli spetta in questa storia: essere il custode della verginità intemerata di Maria e introdurre il Figlio dell’Altissimo nella storia degli uomini. Giuseppe non parla, obbedisce coi fatti a quanto gli ha ordinato l’Angelo del Signore e prende Maria come sposa. L’imprevedibile, l’umanamente inspiegabile, le sorprese fanno parte dell’agire di Dio nei confronti dell’uomo. L’apertura del cuore consente a Dio di svelargli il disegno della sua volontà per la 8 bambino figlio del cielo, l'Emmanuel... Nessuno a Nazaret o nel tempio gli ha svelato rituali, parole, gesti, atteggiamenti... Giuseppe, in timoroso ascolto, ha accompagnato Jahvè nel suo viaggio in mezzo a noi salvezza dell’uomo. ----------------------------------------------- Nessuna luce dall'alto. Nessuno a spiegargli perché lo avessero chiamato in questo grande - sì, gioiosamente grande mistero di Dio... Nessuno ad indicargli come essere padre di un …È PREGATA Dio delle sorprese e della vita, apri i nostri cuori a cogliere le novità della tua venuta nella nostra storia. Fa’ che come Giuseppe, uomo giusto, restiamo sempre aperti alla tua volontà che ci indica il giusto sentiero che conduce alla vita e alla gioia. Amen. …MI IMPEGNA Voglio guardare nella mia vita i segni che mi rivelano la volontà di Dio e vivere con questo spirito: "Padre mio, mi abbandono a te, di me fa quello che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. Purché si compia la tua volontà in me, in tutte le tue creature, non desidero null'altro, mio Dio..." (Charles De Foucauld) Giovedì, 19 dicembre 2013 O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli, tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano: vieni a liberarci, non tardare. Terza Antifona Maggiore Liturgia della Parola Giud 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare nell'ora dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si 9 rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». …È MEDITATA Un alone di solennità circonda l'episodio del Vangelo. Il sacerdote Zaccaria e la moglie Elisabetta vengono presentati come santi e giusti dell'Antico Testamento, proseguendo la linea antica dei poveri di Jahvè che hanno atteso e preparato la venuta del Messia. La visione e l'annuncio dell'Angelo avvengono nell'ambiente solenne del tempio di Gerusalemme, nell'ora dell'offerta dell'incenso. Il tempio viene esaltato e nello stesso tempo se ne indica il superamento, poiché il bambino promesso svolgerà la sua missione ben al di fuori dal tempio, e annuncerà un Messia il cui sacrificio supera e abolisce tutte le offerte del sacerdozio antico. Questo episodio, insieme con tutti gli altri che dettano il clima dei Vangeli dell'infanzia, ci indica il metodo dell'azione di Dio. Gli uomini fanno i loro programmi e spesso si accaniscono su strade e progetti di impossibile realizzazione; così la loro vita si consuma nella delusione. Dio interviene nella storia umana non semplicemente per adempiere un desiderio umano, ma per realizzare la sua promessa in modo nuovo e ben superiore ad ogni misura umana. Infatti Zaccaria ed Elisabetta avranno un figlio, non semplicemente secondo la misura del proprio desiderio, ma secondo la grandezza del progetto di Dio. Dio continua ad agire con lo stesso criterio. La nostra vita non si realizza in base alle nostre richieste, ma in base alla volontà di Dio, che sfida la nostra debolezza, la nostra diffidenza o le nostre contestazioni, come avvenne per Zaccaria. Potremmo anche passare attraverso un aspro periodo di prova, come fu per Zaccaria il forzato mutismo. Ma 'Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande', come dice il Manzoni. 10 ----------------------------------------Anche noi, a volte, ragioniamo secondo la logica umana e cancelliamo la speranza. Per questo non abbiamo più voce per narrare le meraviglie del Signore. La misericordia divina si scontra con la nostra poca fede. Eppure le maternità impossibili che il Vangelo ci narra dovrebbero servirci da lezione. Anche la nostra sterilità nella vita cristiana può essere vinta da un supplemento di amore e di fiducia …È PREGATA Signore, vinci i miei timori, i miei limiti, il mio peccato con la forza inesauribile della tua grazia. Fammi confidare solo nella potenza del tuo amore che supera le mie debolezze. Con te sono forte e sono certo di realizzare il tuo disegno sulla mia vita. Signore, che i miei desideri giungano a te senza pretesa, disposto a fare la tua volontà anche quando mi presenti un percorso imprevisto. Rendimi certo del tuo amore. …MI IMPEGNA Pregherò come se tutto dipende da Dio. Mi impegnerò come se tutto dipende da me. In una contraddizione, in un cambiamento di programma, in una delusione, voglio abbandonarmi al Signore, e affrontare con fiducia la nuova situazione. Venerdì, 20 dicembre 2013 O Chiave di Davide, scettro della casa d'Israele, che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire: vieni, libera l'uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell'ombra di morte. Quarta Antifona Maggiore Liturgia della Parola Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non 11 conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. …È MEDITATA Il Vangelo di Luca sviluppa il racconto dell'annuncio a Maria come la zoomata di una cinepresa: parte dall'immensità dei cieli, restringe progressivamente lo sguardo fino ad un piccolo villaggio, poi ad una casa, al primo piano di una ragazza tra le tante, occupata nelle sue faccende e nei suoi pensieri. L'angelo Gabriele entrò da lei. È bello pensare che Dio ti sfiora, ti tocca nella tua vita quotidiana, nella tua casa. Lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime oppure quando dici a chi ami le parole più belle che sai. La prima parola dell'angelo non è un semplice saluto, dentro vibra quella cosa buona e rara che tutti, tutti i giorni, cerchiamo: la gioia. «rallegrati, gioisci, sii felice». Non chiede: prega, inginocchiati, fai questo o quello. Ma semplicemente: apriti alla gioia, come una porta si apre al sole. Dio si avvicina e ti stringe in un abbraccio, viene e porta una promessa di felicità. La seconda parola dell'angelo svela il perché della gioia: sei piena di grazia. Un termine nuovo, mai risuonato prima nella bibbia o nelle sinagoghe, letteralmente inaudito, tale da turbare Maria: sei colmata, riempita di Dio, che si è chinato su di te, si è innamorato di te, si è dato a te e tu ne trabocchi. Il suo nome è: amata per sempre. Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata. E lo dice a ciascuno di noi: ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo; buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre, piccoli o grandi ognuno riempito di cielo. La prima parola di Maria non è un sì, ma una domanda: come è possibile? Sta davanti a Dio con tutta la sua dignità umana, con la sua maturità di donna, con il suo bisogno di capire. Usa l'intelligenza e poi pronuncia il suo sì, che allora ha la potenza di un sì libero e creativo. Eccomi, come hanno detto profeti e patriarchi, sono la serva del Signore. Serva è parola che non ha niente di passivo: serva del re è la prima dopo il re, colei che collabora, che crea insieme con il creatore. La storia di Maria è anche la mia e la tua storia. Ancora l'angelo è inviato nella tua casa e ti dice: rallegrati, sei pieno di grazia! Dio è dentro di te e ti colma la vita di vita. ---------------------------------------------Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza. Lei è la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode. È l’amica sempre 12 attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita. È colei che ha il cuore trafitto dalla spada, che comprende tutte le pene. Quale madre di tutti, è segno di speranza per i popoli che soffrono i dolori del parto finché non germogli la giustizia. È la missionaria che si avvicina a noi per accompagnarci nella vita, aprendo i cuori alla fede con il suo affetto materno. Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio. PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM . …È PREGATA Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno. Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Papa Francesco …MI IMPEGNA Signore, aiutami a prendere sul serio il tuo invito ad una vita interiore più intensa che porta frutto anche per i fratelli. Maria, Madre di Gesù e Madre mia, fammi conoscere ed amare tuo Figlio con tutto me stesso Sabato, 21 dicembre 2013 O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte. Quinta Antifona Maggiore Liturgia della Parola Ct 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». …È MEDITATA 13 Maria è innamorata di Dio e ormai tiene dentro di se il suo segreto. Sente il desiderio di condividere tanta gioia e il Signore con delicatezza le dà l'occasione: "Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile; nulla è impossibile a Dio". L'incontro di queste due donne è commovente: tutte due beneficate dal Signore, l'una porta nel grembo il precursore e l'altra il Salvatore! La loro gioia è contagiosa! Maria che porta in grembo Gesù reca la gioia propria dei tempi messianici, che è avvertita anche da Giovanni nel grembo della Madre. Elisabetta chiama Maria “Madre del Signore”. È la gioia della nuova storia della salvezza che comincia.L’amore di Cristo ci spinge ad andare ai fratelli. Chi incontra Cristo, deve portarlo ai fratelli attraverso gesti concreti di solidarietà e di condivisione. Cristo porta la gioia che deriva dall’amore. ----------------------------------------------Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio». Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. Le chiediamo che con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo. PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM …È PREGATA Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne. MI IMPEGNA In ogni incontro si tratta di scoprire nell'altro il mistero di Cristo: ognuno porta Cristo in sé... Affinché un tale incontro sia possibile, dobbiamo - come Maria alzarci e metterci in marcia. PAPA FRANCESCO – UDIENZA del 4 Dicembre 2013 Oggi ritorno ancora sull’affermazione «Credo la risurrezione della carne». Si tratta di una verità non semplice e tutt’altro che ovvia, perché, vivendo immersi in questo mondo, non è facile comprendere le realtà future. Ma il Vangelo ci illumina: la nostra risurrezione è strettamente legata alla risurrezione di Gesù; il fatto che Egli è risorto è la prova che esiste la risurrezione dei morti. Vorrei allora presentare alcuni aspetti che riguardano il rapporto tra la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione. Lui è risorto, e perché Lui è risorto anche noi risusciteremo. Anzitutto, la stessa Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede piena nella risurrezione dei morti. Questa si esprime come fede in Dio creatore di tutto l’uomo - anima e corpo -, e come fede in Dio liberatore, il Dio fedele all’alleanza con il suo popolo. Il profeta Ezechiele, in una visione, contempla i sepolcri dei deportati che vengono riaperti e le ossa aride che tornano a vivere grazie all’infusione di uno spirito vivificante. Questa visione esprime la speranza nella futura “risurrezione di Israele”, cioè nella rinascita del popolo sconfitto e umiliato. Gesù, nel Nuovo Testamento, porta a compimento questa rivelazione, e lega la fede nella risurrezione alla sua stessa persona e dice: «Io sono la risurrezione e la vita. Infatti, sarà Gesù Signore che risusciterà nell’ultimo giorno quanti avranno creduto in Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in tutto, eccetto il peccato; in questo modo ci ha presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunione nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è la fonte e la ragione della nostra speranza: una speranza che, se coltivata e custodita, – la nostra speranza, se noi la coltiviamo e la custodiamo – diventa luce per illuminare la nostra storia personale e anche la storia comunitaria. Ricordiamolo sempre: siamo discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza. Un altro aspetto: che cosa significa risuscitare? La risurrezione di tutti noi avverrà nell’ultimo giorno, alla fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà la vita al nostro corpo riunendolo all’anima, in forza della risurrezione di Gesù. Questa è la spiegazione fondamentale: perché Gesù è risorto noi resusciteremo; noi abbiamo la speranza nella risurrezione perché Lui ci ha aperto la porta a questa risurrezione. E questa trasformazione, questa trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dal rapporto con Gesù, nei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Noi che in questa vita ci siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue 15 risusciteremo come Lui, con Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù è risorto con il suo proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Ma questa non è una bugia! Questo è vero. Noi crediamo che Gesù è risorto, che Gesù è vivo in questo momento. Ma voi credete che Gesù è vivo? E se Gesù è vivo, voi pensate che ci lascerà morire e non ci risusciterà? No! Lui ci aspetta, e perché Lui è risorto, la forza della sua risurrezione risusciterà tutti noi. Un ultimo elemento: già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita, che è orientata verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo pensiero ci dà speranza: siamo in cammino verso la risurrezione. Vedere Gesù, incontrare Gesù: questa è la nostra gioia! Saremo tutti insieme – non qui in piazza, da un’altra parte – ma gioiosi con Gesù. Questo è il nostro destino! Signore, con la tua risurrezione ci interpelli e ci chiami ad essere persone contente e riconciliate, capaci di vivere in pienezza e di morire con sensatezza, capaci di dare la nostra testimonianza davanti a tutti gli uomini, capaci di dire all'umanità: "Non temere donna, perché piangi? Ora sai dove conduce il cammino, ora sai che il Signore è con te". Donaci di seminare intorno a noi questa speranza della risurrezione e di dilatare ovunque la vita secondo la tua parola. 16 Fa' che l'annuncio della tua risurrezione nella nostra vita tocchi la vita di tanti altri. E attraverso quello squarcio di serenità che tu apri nelle nostre preoccupazioni quotidiane, penetri intorno a noi la certezza della tua vita e della tua speranza. Amen. 17