SETE di PAROLA
III Settimana di Avvento
dal 15 al 21 dicembre 2013
VANGELO del GIORNO
COMMENTO PREGHIERA
IMPEGNO
PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA COMUNITÀ FILIPPINA
Ringrazio il mio fratello, il Cardinale Tagle, per la parola piena di fede, piena di
dolore, piena di speranza. In questi giorni, anch’io sono stato molto vicino al
vostro popolo. E ho sentito che la prova era forte, troppo forte! Ma ho sentito
anche che il popolo era forte! Quello che ha detto il Cardinale è vero: la fede
viene su dalle rovine. La solidarietà di tutti nel momento della prova. Perché
succedono queste cose? Non si può spiegare. Ci sono tante cose che noi non
possiamo capire. Quando i bambini incominciano a crescere non capiscono le
cose e incominciano a fare domande al papà o alla mamma: “Papà, perché?
Perché? Perché?”. Gli psicologi la chiamano l’“età del perché”, l’“età dei
perché”. Perché il bambino non capisce… Ma se noi stiamo attenti vedremo che
il bambino non aspetta la risposta del suo papà o della sua mamma: un altro
perché e un altro perché Il bambino ha bisogno, in quell’insicurezza, che il suo
papà e la sua mamma lo guardino. Ha bisogno degli occhi dei suoi genitori, ha
bisogno del cuore dei suoi genitori. In questi momenti di tanta sofferenza non
stancatevi di dire: “Perché?”. Come i bambini… E così attirerete gli occhi del
nostro Padre sul vostro popolo; attirerete la tenerezza del Papà del cielo su di
voi. Come fa il bambino quando chiede: “Perché? Perché?”. In questi momenti
di dolore, questa forza sia la preghiera più utile: la preghiera del “perché?”. Ma
senza chiedere spiegazione, soltanto chiedere che il nostro Padre ci guardi.
Anch’io vi accompagno, con questa preghiera del “perché?”.
Domenica, 15 dicembre 2013
Liturgia della Parola
Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Giovanni che era in carcere, avendo sentito
parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la
vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in
me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare
di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna
sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito
con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei
re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più
che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il
mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i
nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più
piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
…È MEDITATA
La scorsa settimana ci siamo
lasciati con le parole pungenti del
Battista
che
invitava
alla
conversione del cuore. Questa
settimana ascoltiamo ancora la sua
voce, ma le cose sembrano un po'
diverse..."Sei tu quello che deve
venire o ne dobbiamo aspettare un
altro?". Giovanni è in prigione.
Erode ha deciso di fare tacere il
focoso profeta che battezza nel
Giordano e lo rinchiude nella sua
fortezza di Macheronte. I suoi
discepoli gli portano notizie del
cugino Rabbì e il profeta incatenato
manda a chiedere se è Lui l'Atteso,
se
è
il
Lui
il
Veniente.
La domanda di Giovanni mi ha
sempre colpito, perché il suo
interrogativo
non
riguarda
semplicemente la buona riuscita
della sua missione. Giovanni non si
informa perché ha paura d'avere
preso un colpo di sole, ma perché
sa che dalla risposta a quella
domanda dipende la verità sua vita,
della fede di Israele e la verità
stessa di Dio. Questa domanda è la
radice della fede cristiana perché
svela la distanza tra le nostre
attese e la rivelazione di Dio che
Gesù ci mette davanti agli occhi.
Proprio ieri condividevo con suor
Francesca alcune riflessioni su
questo brano di Vangelo in
preparazione ad un ritiro con i
giovani della nostra zona pastorale.
Mi ha colpito un'immagine che ha
usato: "il Dio fotocopia". E' vero,
corriamo il tremendo (e diabolico)
rischio di farci un Dio a nostra
immagine e somiglianza, di adorare
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un Dio fatto a misura delle nostre
attese e pretese, di costruirci un
idolo che ci rassicuri e ci culli nelle
fatiche del vivere. Non so cosa si
aspettasse Giovanni, ma la cosa
che mi affascina è che riesce a
mettere in questione la sua attesa
di Dio, la sua immagine di Messia e
di conseguenza la sua fede. E noi?
Ne siamo capaci? Ci lasciamo
sedurre
dal
Dio-fotocopia
o
dall'annuncio del Dio di Gesù
Cristo? Diamo la possibilità alla
nostra fede di essere attraversata
dal dubbio sano e fecondo che
permette allo Spirito di scavare a
fondo nel nostro cuore. Cerchiamo
uno spazio di preghiera e di
silenzio per ridare limpidezza alla
nostra fede e alla nostra vita.
Davanti al Vangelo interroghiamo le
nostre pretese su Dio, purifichiamo
le immagini strampalate di Lui che
ci portiamo dentro. Con cuore
semplice affidiamo al Veniente le
nostre attese, le domande e i
desideri. Solo così sapremo
riconoscere i segni della Sua
presenza in mezzo a noi. Coraggio
cari amici, se già abbiamo
imboccato
le
strade
della
conversione,
non
lasciamoci
tentare da accomodanti certezze a
buon mercato. Come il profeta
incatenato lasciamo che il dubbio
sano della fede faccia brillare di
verità la nostra attesa del Signore!.
----------------------------------------Il grande rischio del mondo attuale,
con la sua molteplice ed opprimente
offerta di consumo, è una tristezza
individualista che scaturisce dal cuore
comodo e avaro, dalla ricerca malata
di piaceri superficiali, dalla coscienza
isolata. Quando la vita interiore si
chiude nei propri interessi non vi è più
spazio per gli altri, non entrano più i
poveri, non si ascolta più la voce di
Dio, non si gode più della dolce gioia
del suo amore, non palpita
l’entusiasmo di fare il bene. Anche i
credenti corrono questo rischio, certo
e permanente. Molti vi cadono e si
trasformano in persone risentite,
scontente, senza vita. Questa non è la
scelta di una vita degna e piena,
questo non è il desiderio di Dio per
noi, questa non è la vita nello Spirito
che sgorga dal cuore di Cristo risorto.
PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N2
…È PREGATA
Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore il nostro cammino incontro a colui
che viene e fa’ che, perseverando nella pazienza, maturiamo in noi il frutto della
fede e accogliamo con rendimento di grazie il vangelo della gioia.
…MI IMPEGNA
Voglio ridefinire la mia vita in rapporto a Cristo. Voglio scoprire incoerenze nel
mio comportamento e correggermi. Affronterò le circostanze anche impreviste
di questa giornata avendo negli occhi e nel cuore il sentimento vivo della
presenza di Gesù: "Coraggio, non temete, ecco viene il vostro Dio; viene a
salvarvi"
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PER LA FAMIGLIA
“Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti” (Is 35,3).
Signore ci doni questa Parola per noi e per la nostra famiglia. Le mani sono
metafora del nostro agire e le ginocchia del nostro camminare. Spesso il
nostro agire in famiglia è fiacco, stanco, sfiduciato perché non sappiamo uscire
dal nostro Io e andare all’altro e così i nostri passi non vanno nella direzione
dell’incontro ma fuggono dall’altro che è visto come colui che ci disturba.
Signore rincuoraci, donaci cuore e soprattutto coraggio! San Giacomo ci
ricorda gli ingredienti fondamentali per il combattimento spirituale contro la
nostra stessa idolatria dell’Io: “Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri
cuori… non lamentatevi gli uni degli altri…” (Gc 5,8-9). La perseveranza nella
conversione del cuore è la virtù fondamentale per chi combatte nella fatica
delle relazioni umane. Signore, donaci lo Spirito di umiltà di Giovanni Battista
che si è fatto piccolo per far crescere l’altro. Amen.
-------------------------------------------------------------------1) Irrobustire “le mani fiacche” (Is 35,3) significa non farsi derubare la
Speranza. Come trasformare l’esperienza della tribolazione in “speranza che
non delude” (cfr. Rm 5,3-5)?
2) Papa Francesco nel Pellegrinaggio delle famiglie del 27 ottobre ha chiesto di
domandarsi: “come va la gioia nella nostra famiglia”? Provate a raccontare
episodi concreti.
3) Quale itinerario di conversione intraprendere come coppia per essere come
Giovanni il Battista che“esulta di gioia alla voce dello Sposo” che è Gesù
(cfr. Gv 3,29)?
Lunedì, 16 dicembre 2013
Liturgia della Parola
Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i
capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai
queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi
farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità
faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli
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uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: «Dal cielo», ci
risponderà: «Perché allora non gli avete creduto?». Se diciamo: «Dagli
uomini», abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un
profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli
disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
…È MEDITATA
Mentre
Gesù
insegnava
nel
Tempio, dopo l'episodio della
profanazione, i capi dei sacerdoti e
gli
anziani
del
popolo
gli
dissero: "Con quale autorità fai
queste cose? E chi ti ha dato
questa
autorità"? Non
lo
interrogavano perché alla ricerca
della verità ma per imbrogliare
Gesù con i loro ragionamenti
tortuosi. Volevano condurlo ad
opporsi alle tante leggi che
offuscavano
l'autorità
di
Dio.Conoscendo il loro intento,
Gesù sta al gioco e pone anch'Egli
una domanda acuta :"Il battesimo
di Giovanni da dove veniva? Dal
cielo o dagli uomini?". Rispondere
a tali domande era impossibile
senza prendere posizione pro o
contro Giovanni, considerato dal
popolo una profeta di Dio. Implicita,
nella provocazione di Gesù, è la
sfida di pronunciarsi per Lui o
contro di Lui. Gesù coglie ogni
occasione per manifestare la sua
vera identità, ma i capi dei
sacerdoti e molti anziani rimangono
chiusi nel loro individualismo.
Avevano ascoltato giorno dopo
giorno
il suo
insegnamento,
avevano visto i miracoli, avevano
sentito la testimonianza di Giovanni
e conoscevano le scritture, ma non
hanno saputo interpretare l'oggi di
Dio. La cecità più grave è quella
della volontà: non vogliono vedere
perché presumono di sapere più di
Gesù.
-----------------------------------------Invito ogni cristiano, in qualsiasi
luogo e situazione si trovi, a rinnovare
oggi stesso il suo incontro personale
con Gesù Cristo o, almeno, a prendere
la decisione di lasciarsi incontrare da
Lui, di cercarlo ogni giorno senza
sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno
possa pensare che questo invito non è
per lui, perché «nessuno è escluso
dalla gioia portata dal Signore». Chi
rischia, il Signore non lo delude, e
quando qualcuno fa un piccolo passo
verso Gesù, scopre che Lui già
aspettava il suo arrivo a braccia
aperte.
PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N3
…È PREGATA
Signore, tu mi scruti e mi conosci nella profondità del mio essere. Dammi la
luce del tuo Santo Spirito perché cerchi onestamente la verità e mi apra a te,
unica verità che illumina l’esistenza di ogni uomo. Amen.
…MI IMPEGNA
Curerò l’esame di coscienza per scoprire la sincerità del mio pensiero e delle
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mie azioni.
Ferie di Avvento
Martedì, 17 dicembre 2013
O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo,
ti estendi ai confini del mondo,
e tutto disponi con soavità e con forza:
vieni, insegnaci la via della saggezza.
Prima Antifona Maggiore
Liturgia della Parola
Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò
Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda
generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram,
Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò
Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era
stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia,
Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò
Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia
generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò
Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la
deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele,
Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor
generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal
modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino
alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a
Cristo quattordici.
…È MEDITATA
Inizia il conto alla rovescia per
giungere al Natale. Pochi giorni ci
separano dalla celebrazione del
mistero di un Dio che si rende
presente, che viene in mezzo a noi,
che si rende accessibile. Siamo qui
perché abbiamo bisogno che Dio
nasca nei nostri cuori, perché ogni
Natale è un evento che si rinnova
in noi e nella nostra vita: non siamo
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le stesse persone di un anno fa! E,
in questo ultimo tratto di strada, la
liturgia ci invita a fare memoria, ad
andare indietro, nel passato, a
individuare le tracce del progetto
che Dio ha sull'umanità. La
genealogia con cui Matteo inizia il
vangelo, più teologica che storica,
ha un solo obiettivo: fare memoria
della fedeltà di Dio per il suo
popolo. Dal primo cercatore di Dio,
Abramo, fino a Gesù, Dio desidera
intrecciare
un
rapporto
con
l'umanità. Attraverso la genealogia,
Matteo inserisce Gesù nella storia
del suo popolo e delle promesse
che Dio aveva fatto ai patriarchi e a
Davide. La sua è una genealogia
particolare perché contiene nomi di
donne che ci ricordano storie di
peccato come quella di Betsabea,
la moglie di Uria fatto uccidere da
Davide, o straniere come Rut la
moabita.
Gesù
non
è
un
purosangue e non ha una storia
illibata. Ma, attraverso questa storia
risalta la missione che viene a
compiere. Egli viene per la
salvezza di tutti gli uomini, non solo
del popolo eletto. Le storie di
peccato presenti in essa, ci
ricordano il senso dell’incarnazione:
Gesù si fa uomo per redimere gli
uomini dal peccato. Con lui inizia la
nuova storia. La genealogia che
arriva a Giuseppe, discendente del
re Davide, attesta che Egli nasce
da Maria. È il nuovo prodigio che
Dio vuole rivelare all’umanità: una
Vergine che concepisce un figlio.
---------------------------------------------Questo è il momento per dire a Gesù
Cristo: «Signore, mi sono lasciato
ingannare, in mille maniere sono
fuggito dal tuo amore, però sono qui
un’altra volta per rinnovare la mia
alleanza con te. Ho bisogno di te.
Riscattami
di
nuovo
Signore,
accettami ancora una volta fra le tue
braccia redentrici». Ci fa tanto bene
tornare a Lui quando ci siamo
perduti! Insisto ancora una volta: Dio
non si stanca mai di perdonare, siamo
noi che ci stanchiamo di chiedere la
sua misericordia. Colui che ci ha
invitato a perdonare «settanta volte
sette» ci dà l’esempio: Egli perdona
settanta volte sette. Torna a caricarci
sulle sue spalle una volta dopo l’altra.
Nessuno potrà toglierci la dignità che
ci conferisce questo amore infinito e
incrollabile. Egli ci permette di alzare
la testa e ricominciare, con una
tenerezza che mai ci delude e che
sempre può restituirci la gioia. Non
fuggiamo dalla risurrezione di Gesù,
non diamoci mai per vinti, accada
quel che accada. Nulla possa più della
sua vita che ci spinge in avanti!
PAPA FRANCESCO EVANGELII GAUDIUM N3
…È PREGATA
Signore Gesù, la nostra è storia di peccato, di contraddizioni, di menzogna. Tu
entri in essa per far germogliare il nuovo cammino dell’uomo che vieni a
redimere. In Maria tu ci offri il primo frutto dell’umanità redenta. Fa’ che con
lei possiamo diventare costruttori della nuova storia che inizia con la tua
venuta sulla terra. Amen.
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…MI IMPEGNA
Dio è eterno, è nato da una donna e rimane con noi ogni giorno. In questa
fiducia viviamo, in questa fiducia troviamo la strada della nostra vita.
Mercoledì, 18 dicembre 2013
O Signore, guida della casa d’Israele,
che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai:
vieni a liberarci con braccio potente.
Seconda Antifona Maggiore
Liturgia della Parola Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
Ecco come fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa
sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per
opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non
voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però
stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del
Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il
suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò
che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine
concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che
significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli
aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
…È MEDITATA
Per venire sulla terra Gesù ha
bisogno della collaborazione degli
uomini. L’evangelista Matteo mette
in risalto la figura di Giuseppe che
ha il compito di introdurre Gesù
nella dinastia davidica. La storia di
Giuseppe esprime il travaglio
dell’uomo di fronte a situazioni
impreviste ed incrocia l’azione di
Dio che illumina la comprensione
dei
fatti.
Dubbi,
esitazioni,
incertezze, il mettersi da parte di
Giuseppe, si risolvono quando
l’Angelo del Signore gli rivela il
mistero del concepimento verginale
del Messia e il compito che gli
spetta in questa storia: essere il
custode della verginità intemerata
di Maria e introdurre il Figlio
dell’Altissimo nella storia degli
uomini. Giuseppe non parla,
obbedisce coi fatti a quanto gli ha
ordinato l’Angelo del Signore e
prende
Maria
come
sposa.
L’imprevedibile,
l’umanamente
inspiegabile, le sorprese fanno
parte dell’agire di Dio nei confronti
dell’uomo. L’apertura del cuore
consente a Dio di svelargli il
disegno della sua volontà per la
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bambino figlio
del
cielo,
l'Emmanuel... Nessuno a Nazaret o nel
tempio gli ha svelato rituali, parole, gesti,
atteggiamenti... Giuseppe, in timoroso
ascolto, ha
accompagnato
Jahvè
nel suo viaggio in mezzo a noi
salvezza dell’uomo.
-----------------------------------------------
Nessuna
luce
dall'alto. Nessuno
a
spiegargli perché lo avessero chiamato in
questo grande - sì, gioiosamente grande mistero
di
Dio...
Nessuno
ad
indicargli come essere padre di un
…È PREGATA
Dio delle sorprese e della vita, apri i nostri cuori a cogliere le novità della tua
venuta nella nostra storia. Fa’ che come Giuseppe, uomo giusto, restiamo
sempre aperti alla tua volontà che ci indica il giusto sentiero che conduce alla
vita e alla gioia. Amen.
…MI IMPEGNA
Voglio guardare nella mia vita i segni che mi rivelano la volontà di Dio e vivere
con questo spirito:
"Padre mio, mi abbandono a te, di me fa quello che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto.
Purché si compia la tua volontà in me, in tutte le tue creature, non desidero null'altro,
mio Dio..." (Charles De Foucauld)
Giovedì, 19 dicembre 2013
O Germoglio di Iesse,
che ti innalzi come segno per i popoli,
tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano:
vieni a liberarci, non tardare.
Terza Antifona Maggiore
Liturgia della Parola Giud 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della
classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome
Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre
Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno
della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di
entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta
l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un
angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare nell'ora dell’incenso. Quando lo
vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere,
Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un
figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si
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rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non
berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di
sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà
innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri
verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo
ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo?
Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io
sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti
questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno
in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si
meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva
parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei
cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo
quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi
e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è
degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
…È MEDITATA
Un alone di solennità circonda
l'episodio del Vangelo. Il sacerdote
Zaccaria e la moglie Elisabetta
vengono presentati come santi e
giusti
dell'Antico
Testamento,
proseguendo la linea antica dei
poveri di Jahvè che hanno atteso e
preparato la venuta del Messia. La
visione e l'annuncio dell'Angelo
avvengono nell'ambiente solenne
del tempio di Gerusalemme,
nell'ora dell'offerta dell'incenso. Il
tempio viene esaltato e nello stesso
tempo se ne indica il superamento,
poiché il bambino promesso
svolgerà la sua missione ben al di
fuori dal tempio, e annuncerà un
Messia il cui sacrificio supera e
abolisce tutte le offerte del
sacerdozio antico. Questo episodio,
insieme con tutti gli altri che
dettano il clima dei Vangeli
dell'infanzia, ci indica il metodo
dell'azione di Dio. Gli uomini fanno i
loro programmi e spesso si
accaniscono su strade e progetti di
impossibile realizzazione; così la
loro vita si consuma nella
delusione. Dio interviene nella
storia umana non semplicemente
per adempiere un desiderio umano,
ma per realizzare la sua promessa
in modo nuovo e ben superiore ad
ogni misura umana. Infatti Zaccaria
ed Elisabetta avranno un figlio, non
semplicemente secondo la misura
del proprio desiderio, ma secondo
la grandezza del progetto di Dio.
Dio continua ad agire con lo stesso
criterio. La nostra vita non si
realizza in base alle nostre
richieste, ma in base alla volontà di
Dio, che sfida la nostra debolezza,
la nostra diffidenza o le nostre
contestazioni, come avvenne per
Zaccaria. Potremmo anche passare
attraverso un aspro periodo di
prova, come fu per Zaccaria il
forzato mutismo. Ma 'Dio non turba
mai la gioia dei suoi figli, se non per
prepararne una più certa e più
grande', come dice il Manzoni.
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----------------------------------------Anche noi, a volte, ragioniamo
secondo la logica umana e
cancelliamo la speranza. Per questo
non abbiamo più voce per narrare le
meraviglie
del
Signore.
La
misericordia divina si scontra con la
nostra poca fede. Eppure le maternità
impossibili che il Vangelo ci narra
dovrebbero servirci da lezione. Anche
la nostra sterilità nella vita cristiana
può essere vinta da un supplemento di
amore e di fiducia
…È PREGATA
Signore, vinci i miei timori, i miei limiti, il mio peccato con la forza inesauribile
della tua grazia. Fammi confidare solo nella potenza del tuo amore che supera le
mie debolezze. Con te sono forte e sono certo di realizzare il tuo disegno sulla
mia vita. Signore, che i miei desideri giungano a te senza pretesa, disposto a
fare la tua volontà anche quando mi presenti un percorso imprevisto. Rendimi
certo del tuo amore.
…MI IMPEGNA
Pregherò come se tutto dipende da Dio. Mi impegnerò come se tutto dipende
da me. In una contraddizione, in un cambiamento di programma, in una
delusione, voglio abbandonarmi al Signore, e affrontare con fiducia la nuova
situazione.
Venerdì, 20 dicembre 2013
O Chiave di Davide,
scettro della casa d'Israele,
che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire:
vieni, libera l'uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Quarta Antifona Maggiore
Liturgia della Parola Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu
molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed
ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo
padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non
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conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la
potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà
sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella
sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la
serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si
allontanò da lei.
…È MEDITATA
Il Vangelo di Luca sviluppa il
racconto dell'annuncio a Maria
come la zoomata di una cinepresa:
parte dall'immensità dei cieli,
restringe
progressivamente
lo
sguardo fino ad un piccolo villaggio,
poi ad una casa, al primo piano di
una ragazza tra le tante, occupata
nelle sue faccende e nei suoi
pensieri. L'angelo Gabriele entrò da
lei. È bello pensare che Dio ti
sfiora, ti tocca nella tua vita
quotidiana, nella tua casa. Lo fa in
un giorno di festa, nel tempo delle
lacrime oppure quando dici a chi
ami le parole più belle che sai. La
prima parola dell'angelo non è un
semplice saluto, dentro vibra quella
cosa buona e rara che tutti, tutti i
giorni,
cerchiamo:
la
gioia.
«rallegrati, gioisci, sii felice». Non
chiede: prega, inginocchiati, fai
questo
o
quello.
Ma
semplicemente: apriti alla gioia,
come una porta si apre al sole. Dio
si avvicina e ti stringe in un
abbraccio, viene e porta una
promessa di felicità. La seconda
parola dell'angelo svela il perché
della gioia: sei piena di grazia. Un
termine nuovo, mai risuonato prima
nella bibbia o nelle sinagoghe,
letteralmente inaudito, tale da
turbare Maria: sei colmata, riempita
di Dio, che si è chinato su di te, si è
innamorato di te, si è dato a te e tu
ne trabocchi. Il suo nome è: amata
per
sempre.
Teneramente,
liberamente, senza rimpianti amata.
E lo dice a ciascuno di noi: ognuno
pieno di grazia, tutti amati come
siamo, per quello che siamo; buoni
e meno buoni, ognuno amato per
sempre, piccoli o grandi ognuno
riempito di cielo. La prima parola di
Maria non è un sì, ma una
domanda: come è possibile? Sta
davanti a Dio con tutta la sua
dignità umana, con la sua maturità
di donna, con il suo bisogno di
capire. Usa l'intelligenza e poi
pronuncia il suo sì, che allora ha la
potenza di un sì libero e creativo.
Eccomi, come hanno detto profeti e
patriarchi, sono la serva del
Signore. Serva è parola che non ha
niente di passivo: serva del re è la
prima dopo il re, colei che
collabora, che crea insieme con il
creatore. La storia di Maria è anche
la mia e la tua storia. Ancora
l'angelo è inviato nella tua casa e ti
dice: rallegrati, sei pieno di grazia!
Dio è dentro di te e ti colma la vita
di vita.
---------------------------------------------Maria è colei che sa trasformare una
grotta per animali nella casa di Gesù,
con alcune povere fasce e una
montagna di tenerezza. Lei è la
piccola serva del Padre che trasalisce
di gioia nella lode. È l’amica sempre
12
attenta perché non venga a mancare
il vino nella nostra vita. È colei che ha
il cuore trafitto dalla spada, che
comprende tutte le pene. Quale madre
di tutti, è segno di speranza per i
popoli che soffrono i dolori del parto
finché non germogli la giustizia. È la
missionaria che si avvicina a noi per
accompagnarci nella vita, aprendo i
cuori alla fede con il suo affetto
materno. Come una vera madre,
cammina con noi, combatte con noi,
ed effonde incessantemente la
vicinanza
dell’amore
di
Dio.
PAPA
FRANCESCO
EVANGELII
GAUDIUM
.
…È PREGATA
Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle
nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché
mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno.
Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza
della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e
dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini
della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Papa Francesco
…MI IMPEGNA
Signore, aiutami a prendere sul serio il tuo invito ad una vita interiore più
intensa che porta frutto anche per i fratelli. Maria, Madre di Gesù e Madre mia,
fammi conoscere ed amare tuo Figlio con tutto me stesso
Sabato, 21 dicembre 2013
O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Quinta Antifona Maggiore
Liturgia della Parola Ct 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha
creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
…È MEDITATA
13
Maria è innamorata di Dio e ormai
tiene dentro di se il suo segreto.
Sente il desiderio di condividere
tanta gioia e il Signore con
delicatezza le dà l'occasione:
"Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa
un figlio e questo è il sesto mese
per lei, che era detta sterile; nulla è
impossibile a Dio". L'incontro di
queste due donne è commovente:
tutte due beneficate dal Signore,
l'una porta nel grembo il precursore
e l'altra il Salvatore! La loro gioia è
contagiosa! Maria che porta in
grembo Gesù reca la gioia propria
dei tempi messianici, che è
avvertita anche da Giovanni nel
grembo della Madre. Elisabetta
chiama Maria “Madre del Signore”.
È la gioia della nuova storia della
salvezza che comincia.L’amore di
Cristo ci spinge ad andare ai
fratelli. Chi incontra Cristo, deve
portarlo ai fratelli attraverso gesti
concreti di solidarietà e di
condivisione. Cristo porta la gioia
che deriva dall’amore.
----------------------------------------------Maria sa riconoscere le orme dello
Spirito di Dio nei grandi avvenimenti
ed anche in quelli che sembrano
impercettibili. È contemplativa del
mistero di Dio nel mondo, nella storia
e nella vita quotidiana di ciascuno e
di tutti. È la donna orante e
lavoratrice a Nazaret, ed è anche
nostra Signora della premura, colei
che parte dal suo villaggio per aiutare
gli altri «senza indugio». Questa
dinamica di giustizia e di tenerezza,
di contemplazione e di cammino verso
gli altri, è ciò che fa di lei un modello
ecclesiale per l’evangelizzazione. Le
chiediamo che con la sua preghiera
materna ci aiuti affinché la Chiesa
diventi una casa per molti, una madre
per tutti i popoli e renda possibile la
nascita di un mondo nuovo.
PAPA
FRANCESCO
EVANGELII
GAUDIUM
…È PREGATA
Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della
vita nella profondità della tua umile fede, ottienici ora un nuovo ardore di
risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa
audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che
non si spegne.
MI IMPEGNA
In ogni incontro si tratta di scoprire nell'altro il mistero di Cristo: ognuno porta
Cristo in sé... Affinché un tale incontro sia possibile, dobbiamo - come Maria alzarci e metterci in marcia.
PAPA FRANCESCO – UDIENZA del 4 Dicembre 2013
Oggi ritorno ancora sull’affermazione «Credo la risurrezione della carne». Si
tratta di una verità non semplice e tutt’altro che ovvia, perché, vivendo
immersi in questo mondo, non è facile comprendere le realtà future. Ma il
Vangelo ci illumina: la nostra risurrezione è strettamente legata alla
risurrezione di Gesù; il fatto che Egli è risorto è la prova che esiste la
risurrezione dei morti. Vorrei allora presentare alcuni aspetti che riguardano il
rapporto tra la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione. Lui è risorto, e
perché Lui è risorto anche noi risusciteremo.
Anzitutto, la stessa Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede piena
nella risurrezione dei morti. Questa si esprime come fede in Dio creatore di
tutto l’uomo - anima e corpo -, e come fede in Dio liberatore, il Dio fedele
all’alleanza con il suo popolo. Il profeta Ezechiele, in una visione, contempla i
sepolcri dei deportati che vengono riaperti e le ossa aride che tornano a vivere
grazie all’infusione di uno spirito vivificante. Questa visione esprime la
speranza nella futura “risurrezione di Israele”, cioè nella rinascita del popolo
sconfitto e umiliato.
Gesù, nel Nuovo Testamento, porta a compimento questa rivelazione, e lega la
fede nella risurrezione alla sua stessa persona e dice: «Io sono la risurrezione e
la vita. Infatti, sarà Gesù Signore che risusciterà nell’ultimo giorno quanti
avranno creduto in Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in
tutto, eccetto il peccato; in questo modo ci ha presi con sé nel suo cammino di
ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi
discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunione nel suo Regno
glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è la fonte e la ragione della
nostra speranza: una speranza che, se coltivata e custodita, – la nostra
speranza, se noi la coltiviamo e la custodiamo – diventa luce per illuminare la
nostra storia personale e anche la storia comunitaria. Ricordiamolo sempre:
siamo discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se
riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal
quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con
cuore misericordioso sulla via della salvezza.
Un altro aspetto: che cosa significa risuscitare? La risurrezione di tutti noi
avverrà nell’ultimo giorno, alla fine del mondo, ad opera della onnipotenza di
Dio, il quale restituirà la vita al nostro corpo riunendolo all’anima, in forza
della risurrezione di Gesù. Questa è la spiegazione fondamentale: perché Gesù
è risorto noi resusciteremo; noi abbiamo la speranza nella risurrezione perché
Lui ci ha aperto la porta a questa risurrezione. E questa trasformazione, questa
trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dal rapporto
con Gesù, nei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Noi che in
questa vita ci siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue
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risusciteremo come Lui, con Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù è risorto con il
suo proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi
risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Ma
questa non è una bugia! Questo è vero. Noi crediamo che Gesù è risorto, che
Gesù è vivo in questo momento. Ma voi credete che Gesù è vivo? E se Gesù è
vivo, voi pensate che ci lascerà morire e non ci risusciterà? No! Lui ci aspetta, e
perché Lui è risorto, la forza della sua risurrezione risusciterà tutti noi.
Un ultimo elemento: già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione
alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi,
è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita
eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita,
che è orientata verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo
risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e
risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita.
Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di
risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità.
Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va
sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita
di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di
Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale
camminiamo. Questo pensiero ci dà speranza: siamo in
cammino verso la risurrezione. Vedere Gesù, incontrare Gesù: questa è la
nostra gioia! Saremo tutti insieme – non qui in piazza, da un’altra parte – ma
gioiosi con Gesù. Questo è il nostro destino!
Signore, con la tua risurrezione
ci interpelli e ci chiami ad essere persone
contente e riconciliate,
capaci di vivere in pienezza
e di morire con sensatezza,
capaci di dare la nostra testimonianza
davanti a tutti gli uomini, capaci di dire all'umanità:
"Non temere donna, perché piangi?
Ora sai dove conduce il cammino,
ora sai che il Signore è con te".
Donaci di seminare intorno a noi
questa speranza della risurrezione
e di dilatare ovunque la vita secondo la tua parola.
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Fa' che l'annuncio della tua risurrezione
nella nostra vita tocchi la vita di tanti altri.
E attraverso quello squarcio di serenità che tu apri
nelle nostre preoccupazioni quotidiane,
penetri intorno a noi la certezza
della tua vita e della tua speranza. Amen.
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