“IL SIGNORE È CON TE!” (Solennità dell’Immacolata Concezione) Il volo dell'angelo sul cielo della Galilea si conclude a Nazareth… quello che i profeti avevano annunciato e il popolo attendeva con ansia, trova il suoi “Si” nella voce trepidante di una fanciulla. Il racconto di Luca sembra immergerci in quel castello interiore di cui parla Teresa d’Avila, per condurci passo passo a quella stanza più intima e nascosta… la stanza, ancora chiusa: il cuore e il grembo di Maria. Non possiamo non vedere in questo brano evangelico lo sguardo attento, carico di affetto, e di trepidazione di Dio che guarda la sua creatura che nella piena libertà si è fatta serva e madre del creatore. “Ecco la serva del Signore”… é la scelta libera che rende capaci di diventare servi. Maria si fida di quanto le viene detto dallo sconosciuto Angelo che gli si fa davanti; il suo cuore si pone domande… chiede risposte: “come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”... ma alla fine si fida e accoglie! Al timore di Maria l'angelo contrappone la “Grazia”, il dono gratuito di Dio. Accogliere il dono di Dio ci libera dalle paure e ci rende accoglienti. “Rallegrati, piena di grazia”… ecco il primo annuncio, la Buona Notizia, la chiave che apre il meccanismo di tutte le chiusure, il Vangelo che ci fa entrare nel mistero stesso di Dio, che “riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (EG 1). È il primo frutto dell’incontro con l'angelo. L’immaginazione degli artisti ha riempito, nei secoli, di fantasia e di simboli la rappresentazione: figure alate, colombe, gigli, raggi di luce, stanze austere, atteggiamenti devoti, forse troppo seriosi per un incontro che si apre con un annuncio di gioia. Luca non entra nei particolari descrittivi ci lascia liberi ad ogni immaginazione, ma comunica quello che serve per la nostra fede: l’incontro e la gioia che quell’incontro esprime. Ce lo ricorda papa Francesco: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta” (EG 1). Siamo in cammino verso Betlemme. Come i personaggi del presepe presenti che cominciamo a mettere il giorno dell'Immacolata. Siamo in cammino verso la capanna dunque… e non siamo soli, incontriamo amici che ci guidano alla gioia e nemici che ci suggeriscono di tornarcene indietro, o semplicemente di stare lì fermi dove ci troviamo ora! Ma oggi incontriamo la nostra stella cometa: Maria. Sì, Maria è come la stella che ci conduce a Gesù, è lei che ci fa sognare pur mantenendo i piedi per terra! Lungo i secoli di fede a Maria abbiamo fatto dire un po’ tutto… e su di lei noi stessi ci siamo sbizzarriti... eppure ogni volta che ritorniamo al vangelo ed ascoltiamo quello che lei ha detto di sé e il poco che gli evangelisti ci raccontano…. scopriamo che tutto è così bello, sobrio, unico… delicato. In questo nostro cammino verso la capanna, con l’obiettivo di arrivare al Natale ed accorgerci di Gesù, invece di continuare a mangiare e a bere come ai tempi di Noè, Maria ci suggerisce anzitutto questo: il Signore è con te! Sì, il Signore è con te, ti è vicino qualsiasi burrasca tu stia attraversando, oltre ogni notte. Io lo so per esperienza, continua Maria. Anch’io sono rimasta turbata… anch’io pensavo fosse tutto impossibile, anch’io pensavo di non essere capace di tanto... E poi mi sono lasciata sedurre da quella vicinanza... e la storia d’amore con Dio non è finita più! La grandezza di Maria non ci schiaccia, non ci fa sentire dei vermi… perché la 1 questa grandezza risiede nella sua normalità: ha creduto… ha avuto il coraggio di dire ci sto… “eccomi sono la serva del Signore”. Guardiamo a Maria in questo giorno, attingiamo da questa sua fiducia. Siamo così spesso nel vortice dell’indifferenza e dello scoraggiamento, che non siamo più capaci di sognare… di desiderare! Sapremo anche noi avere uno scatto di coraggio? Sapremo, ora, dire il nostro eccomi? Papa Francesco in questi giorni, incontrando gli universitari di Roma per i primi vespri della I domenica di avvento ha detto loro… e oggi a noi: “Basta sopravvivere… dobbiamo imparare a vivere!”. Questo vuol dire, che alla capanna ci dobbiamo arrivare con le nostre gambe e non portati dalla campagna pubblicitaria o dalle luci sfavillanti e artificiali delle nostre città che ci conducono ai nuovi santuari del consumo... Ce la faremo? Non sarà anche quest'anno come tutti gli altri? Pranzi, regali, sorrisi di circostanza, auguri, panettone, struffoli, roccocò, cioccolato... Ce la faremo? Ne saremo capaci? “No Maria… non ne sei capace. Ma hai trovato grazia presso Dio. Il Signore è con te. Non temere, lo Spirito del Signore scenderà su di te...”. Eccomi Signore, ci sto! 2