Gestalt : Was ist das?
•Gestalten: mettere in forma, dare una struttura significativa
•Il nostro campo percettivo si organizza spontaneamente sotto forma di insieme strutturali e
significativi.
•La percezione di una totalità non può ridursi alla semplice somma degli stimoli percepiti in quanto il
tutto è diverso dalla somma delle parti
•Una parte in un tutto è differente dalla stessa parte presa isolatamente o inserita in un tutto diverso
ORIGINI
•L’elaborazione della Gestalt trova i suoi fondamenti soprattutto nelle intuizioni di Fritz Perls,
psicoanalista ebreo di origine tedesca emigrato negli USA a 53 anni
•Battesimo ufficile nel 1951 a New York
•La gestalt si presenta non come una semplice psicoterapia ma un’autentica filosofia esistenziale, una
arte di vivere, una maniera particolare di concepire i rapporti dell’essere vivente nel mondo.
FILOSOFIA
•Pone l’accento sulla presa di coscienza dell’esperienza attuale (il qui ed ora) che ingloba l’eventuale
reinsorgere di un vissuto arcaico
•Restituisce dignità al sentito emozionale e corporeo ancora troppo spesso censurato dalla cultura
occidentale
•Sviluppa una prospettiva unificatrice dell’essere umano, integrando le dimensioni sensoriali, affettive,
intellettuali, sociali e spirituali.
•La Gestalt non mira a spiegare le origini delle nostre difficoltà, bensì a fare sperimentare il percorso
per nuove soluzioni
•Sostituisce alla ricerca del “sapere perché” il “sentire come”, in quanto si mobilita il cambiamento
•In Gestalt ciascuno è responsabile delle proprie scelte e dei propri evitamenti (l’importante non è ciò
che si è fatto di me ma ciò che io stesso faccio di ciò che si è fatto di me)
•La gestalt spinge l’uomo a meglio conoscere e accettare se stesso così com’è senza più sentire il
bisogno di cambiare per conformarsi a un modello di riferimento idealizzato
•Essere ciò che sono prima di essere in qualsiasi altro modo, è questa la “teoria paradossale del
cambiamento” (Beisser, 1970)
LA GESTALT :
PRESA DI COSCIENZA GLOBALE DELLA
MANIERA IN CUI FUNZIONIAMO E DEI
NOSTRI PROCESSI DI:
•ADATTAMENTO CREATIVO ALL’AMBIENTE,
•INTEGRAZIONE DELL’ESPERIENZA PRESENTE
•DEI NOSTRI EVITAMENTI E DEI NOSTRI MECCANISMI DI DIFESA O RESISTENZE
La Teoria del Sé (Perls, Goodman e Hefferline)
•Per la gestalt il Sé non è una entità fissa o una istanza psichica come l’io o Ego, bensì un processo
specifico per ciascuna persona e che ne caratterizza la maniera tipica di reagire, in un momento dato, in
un campo dato, in funzione del proprio stile personale. Non è il suo “essere” ma il suo “essere al
mondo”, variabile a seconda delle situazioni
L’ Es, l’Io e la Personalità
Il Sé dei gestaltisti funziona in tre modi:
•La funzione ES concerne le pulsioni interne, i bisogni vitali e in particolare la loro traduzione
corporea:così l’es mi dice che ho fame, che soffoco o che sono rilassato. Il mio Es mi agisce, a mia
insaputa.
•La funzione Io al contrario è una funzione attiva di scelta o rifiuto deliberati: è la mia responsabilità
personale di limitare o aumentare il contatto, di manipolare l’ambiente in base a una presa di coscienza
dei miei bisogni o desideri. Eventuali disturbi di questa funzione sono meccanismi di evitamento,
resistenze.
•La funzione Personalità è la rappresentazione che il soggetto fa di se stesso, la sua immagine di sé, il
suo senso di identità.
CLICLO DEL CONTATTO – RITIRO
(CICLO DI GRATIFICAZIONE DEI BISOGNI)
L’individuo sano identifica senza sforzo il bisogno dominante del momento, sa operare delle scelte per
soddisfarlo e si trova così disponibile al momento in cui emerge un nuovo bisogno; egli è dunque sotto
l’effetto di un flusso permanente di informazioni e successive dissoluzioni di “Gestalt”
QUATTRO FASI PRINCIPALI (GOODMAN)
PRECONTATTO (SENSAZIONE) è una fase di sensazioni, percezioni, eccitazione solitamente
di fronte ad uno stimolo proveniente dall’ambiente (il mio Sé funziona essenzialmente secondo le
modalità dell’Es: mi succede…)
•IL CONTATTO o la PRESA DI CONTATTO (CONSAPEVOLEZZA E MOBILITAZIONE
DELL’ENERGIA) fase attiva durante la quale l’organismo si prepara ad affrontare l’ambiente Non si
tratta di un contatto stabilito ma è lo stabilimento del contatto, è cioè un processo, non uno stato.
Questa fase di solito è accompagnata da una emozione. Il Sé funziona secondo la modalità dell’IO,
consentendo una scelta o un rifiuto delle diverse possibilità e un’azione responsabile sull’ambiente
•CONTATTO FINALE OVVERO CONTATTO PIENO (AZIONE): è un momento di confluenza
sana, di indifferenziazione tra l’organismo e l’ambiente, tra l’IO e il TU; un momento di apertura o
perfino di abolizione del confine-contatto. Esiste coesione tra percezione, emozione e movimento. Il Sé
funziona ancora secondo la modalità dell’Io.
•POSTCONTATTO O RITIRO: fase di assimilazione che favorisce la crescita. In essa io digerisco la
mia esperienza. Il Sé funziona secondo la modalità “personalità”, integrando l’esperienza nel bagaglio
della persona, ricollocando il qui ed ora nella dimensione storica propria a ciascuno.
•IL
•LA GESTALT E’ CHIUSA E UN CICLO è COMPIUTO
•VUOTO FERTILE DELL’INDIFFERNZA CREATIVA da
cui potrà emergere una nuova esperienza
LE RESISTENZE
Nella realtà sono numerose le Gestalts incompiute, i cicli interrotti da disturbi sia di origine interna che
esterna rispetto al soggetto che non consente un libero dispiegarsi del Sé.
Goodman distingue quattro meccanismi principali di difesa o di evitamento del contatto.
La terapia della Gestalt non tende ad attaccare, vincere, superare le resistenze ma a renderle più
coscienti e più adatte alla situazione del momento. Si cerca di evidenziarle in modo da renderle più
esplicite.
Esse sono una reazione di adattamento. E’ soltanto la loro esacerbazione, la loro irrigidita persistenza
in momenti inappropriati che costituisce un problema.
LA CONFLUENZA
•Si tratta di uno stato di non contatto, di fusione per assenza di confine-contatto.
•Il Sé non può essere identificato
•E’ di regola seguita dal ritiro che consente al soggetto di recuperare la sua identità personale
contrassegnata dalla singolarità e dalla differenza
•Sul piano sociale la confluenza impedisce qualsiasi confronto e contatto autentico che implica invece
la differenziazione
•Una rottura brutale della confluenza comporta un’ansia intensa
•La troviamo in coppie dove l’attività autonoma è vissuta come tradimento, sette, fanatici
•Lavoro sui confini del Sé, sulla specificità, sulla fluidità delle relazioni.
L’INTROIEZIONE
•Questo meccanismo costiutisce la base della crescita: non possiamo crescere se non assimiliamo il
mondo esterno.
•Ma se ci si accontenta di trangugiare senza digerire rimangono in noi come corpi estranei.
•Qualsiasi assimilazione comincia atraverso un processo di distruzione e destrutturazione
•Es. i vri “è necessario”, “devo” incorporati passivamente senza selezione né assimilazione.
•In Gestalt si cerca di sviluppare l’autonomia del cliente, la sua responsabilità ed assertività.
LA PROIEZIONE
•Tendenza ad attribuire all’ambiente la responsabilità di ciò che trae origine dal Sé.
•Laddove nella introiezione si è invasi dal mondo esterno, nella proiezione è il Sé che straripa e invade
il mondo esterno.
•La proiezione sana mi permette il contatto e la comprensione degli altri (empatia)
•Diventa un problema se è sistematica, abituale e stereotipata
•Es. “vedo che siete stanchi…” cercare indizi.
LA RETROFLESSIONE
•Consiste nel rivolgere contro se stessi l’energia mobilitata, nel fare a se stessi ciò che si vorrebbe fare
agli altri (es. mi mordo le labbra o stringo i denti per non aggredire) o ancora nel fare a se stessi ciò che
vorremmo che gli altri ci facessero (es. masturbazione)
•La retroflessione sana è necessaria: segna l’educazione sociale e il controllo
•La retroflessione cronica è all’origine di somatizzazioni diverse
•Incoraggiare qualsiasi espressione delle emozioni, amplificare quest’ultime.
di sé.
Nella confluenza il confine-contatto è abolito “noi ci amiamo alla follia”
•Nell’introiezione il mondo esteriore mi invade “bisogna amare il proprio compagno e solo lui”
•Nella proiezione io invado il mondo esteriore “nessuno mi ama”
•Nella retroflessione io invado il mio stesso mondo interno “io mi amo”.

LA DEFLESSIONE O DEVIAZIONE
•Evitare il contatto diretto, deviando l’energia dal soggetto originario. Atteggiamento di fuga, di
evitamento.
LA PROFLESSIONE
•E’ una combinazione di proiezione e retroflessione: fare ad altri ciò che si vorrebbe che gli altri
facessero a noi.
•EGOTISMO: ipertrofia dell’IO. Interesse verso se stesso e ai propri problemi
PREGHIERA DELLA GESTALT
Io sono la mia via e tu la tua.
Io non sono in questo mondo per rispondere alle tue
aspettative e tu non sei in questo mondo per rispondere
all mie.
Tu sei tu e io sono io…
e se per caso ci incontriamo allora è splendido!
Altrimenti non ci possiamo fare niente!