Parte 3 v2.0 - Safeport Project

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6.3 Metodologie omogenee di
raccolta, codifica e analisi dei
dati infortunistici / Homogena
metodologija
zbiranja,
kodifikacije in analize podatkov
nesreče
Nel campo della prevenzione ai porti del Nord
Adriatico risulta più opportuna la dimensione della
cooperazione anziché della concorrenza
Partner responsabile del deliverable:
Versione: 2.0
Luogo: Trieste
Autore: APT
Approvato dal partenariato:
Per spuntare la checkbox da file:
1. Fare clic sul pulsante Microsoft Office ,
quindi su Opzioni di Word.
2. Fare clic su Impostazioni generali.
3. Selezionare la casella di controllo
Mostra scheda Sviluppo sulla barra
multifunzione.
4. Aprire la scheda Sviluppo
5. Selezionare Proteggi Modulo
6. Apporre il flag sulla checkbox
NB quando il modulo è protetto non è
possibile modificare il testo del
documento.
Progetto finanziato nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013,
dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.
Ministero
dell'Economia
e
Finanze
delle
Rapporto
Tipo di documento
Vrsta dokumenta
Poročilo
Numero documento
Številka dokumenta
1
Componente
Komponenta
WP6
Attività
Aktivnost
6.3
Responsabile
Odgovornost
Autorità Portuale di Trieste
Livello di disseminazione
Obseg diseminacije rezultatov
Partner SAFEPORT
Circolazione
Pregled
Consorzio SAFEPORT
Data di scadenza dell’attività
Datum zaključka aktivnosti
Versione
Verzija
2.0
Informazioni sul documento
Podatki o dokumentu
Autori
Izdelovalci
Cristiano Guida (SQS)
Giovanni Guidolin (SQS)
Sergio Nardini (APT)
Rivisitazioni del documento
Revizije dokumenta
Versione
Data
Verzija
datum
Breve
Dettagli sulle
descrizione
modifiche
Status
Opis sprememb
1.0
30/11/2012
Prima bozza
Prva verzija
-
2.0
5/06/2013
Prima revisione
Modifiche ai sensi
delle iterazioni di p.to
2
2
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Indice
Premessa
4
6.3.1 Finalità dell’azione
5
6.3.2 Omogeneizzazione dei dati infortunistici in termini di raccolta, codifica
e analisi
8
6.3.3 Linee Guida per il ravvicinamento delle metodologie di raccolta,
codifica e analisi dei dati
14
6.3.4. Prime risultanze dell’analisi comparativa tra le schede infortunio già in
uso e la scheda - obiettivo
17
6.3.5. Considerazioni finali
21
3
3
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Premessa
La presente relazione è redatta nell’ambito del progetto finanziato dalla Comunità
Europea, all’interno del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera ItaliaSlovenia 2007-2013, denominato “Safeport - il porto e la gestione dei rischi
industriali ed ambientali”.
I porti partner del progetto sono Ravenna, Chioggia, Venezia (lead partner), San
Giorgio di Nogaro, Monfalcone, Trieste e Capodistria (Luka Koper) rappresentati da:
tre soggetti di diritto italiano costituitisi ai sensi della legge n. 84/1994 s.m.i. (legge di
riforma della legislazione in materia portuale) - le Autorità Portuali di Ravenna,
Venezia e Trieste, conferite di poteri di regolamentazione e di ordinanza ai sensi della
succitata legge; da due Aziende Speciali nei porti di Chioggia e Monfalcone; da un
Consorzio per lo Sviluppo Industriale nella Zona dell’Aussa – Corno e, indice della
trans nazionalità del progetto, dall’Ente gestore del porto di Koper e dell’Università
del Litorale Sloveno, in Repubblica di Slovenia.
Come previsto dalla Application Form, prendono attivamente parte ai lavori di questo
work package “Proposte di azioni preventive” i porti di Chioggia, di Venezia, di San
Giorgio di Nogaro, di Monfalcone, di Trieste e di Koper.
Il porto di Ravenna ricopre il ruolo di osservatore, mentre l’Università del Litorale
Sloveno non prende parte all’azione n.6 del Safeport.
4
4
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
6.3.1 Finalità dell’azione
Per poter effettuare un’adeguata opera di prevenzione degli infortuni sul luogo di
lavoro è necessario dapprima conoscere a fondo la situazione dell’ambiente
lavorativo in cui si opera, individuandone i fattori di rischio più frequenti e pericolosi
anche ricorrendo a sistemi di rilevazione, archiviazione ed elaborazione statistica
delle informazioni riguardanti l’infortunio e/o l’incidente (il mancato infortunio).
Data la complessità del problema1 e considerata la quantità e qualità dei dati sugli
infortuni resisi disponibili all’interno del partenariato Safeport (triennio 2009 –
2011) si è concordato di ricorrere ad alcuni indicatori sulla qualità della sicurezza
che riassumessero in maniera sintetica e omogenea la dinamica del fenomeno
infortunistico nel tempo considerato2.
Ci si è così riferiti alla Norma UNI 7429:2007 che propone, tra gli altri: durata media,
indice di frequenza, indice di incidenza (INAIL) e indice di gravità.
Quindi, reperiti per ciascun porto i dati consuntivi concernenti il numero dei
lavoratori, il numero degli infortuni, il monte ore lavorate e i giorni di prognosi
relativi all’infortunato, è stato possibile costruire i succitati indici per ciascun
sistema portuale, indici per loro natura omogenei e confrontati3, con un certo grado
di approssimazione.
1
Per un migliore inquadramento della complessità – qui in termini di safety – che s’incontra nel mondo dei
porti, si rimanda al Preambolo del documento Safeport 6.1, versione 4.0.
2
Cfr. op. cit.
3
Cfr. op. cit.
5
5
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
I dati così raccolti nella c.d. base dati storica di partenariato sono stati quindi oggetto
di “normalizzazione”, con particolare riferimento alle variabili maggiormente
significative/esplicative4 delle cause (e dinamiche) dell’infortunio e, attraverso un
fitto confronto tra i partner, si son definite le “giuste” codifiche5 da dare alle variabili
tenuto conto sia delle specificità/scelte fatte in ciascun porto sia degli standard
ESAW6.
Con la presente azione 6.3 si è inteso di rappresentare le informazioni relative alle
metodologie esistenti di raccolta e codifica dei dati infortunistici in uso presso i
membri del partenariato dotati di sistemi di rilevazione, al fine di realizzare un nuova
base dati on-line per la registrazione infortuni, composta di due moduli in input: una
scheda per la comunicazione dell’infortunio (o del mancato infortunio, l’incidente) e
di una scheda di riepilogo annuale (a consuntivo dell’anno solare), da proporre
all’utilizzatore finale7.
Nella fase di costruzione della scheda sono stati seguiti dei criteri che innanzitutto
garantissero la maggiore accuratezza possibile nella descrizione dell’infortunio, con il
dovuto riguardo alle normative vigenti in ambito Nazionale ed Europeo, e che
secondariamente permettessero di seguire le linee guida già esistenti, tracciate da
ciascun membro del Partenariato con apposita Ordinanza, Regolamento, ecc.
4
Attività fisica specifica, deviazione, contatto.
5
Ci si riferisce alle azioni 6.3 e 6.4 e ai correlati documenti, cui si rinvia, e che meglio permetteranno di
lanciare la base dati - obiettivo Safeport (azione 6.5 di messa in linea dello strumento che, in futuro,
dovrebbe permettere di “parlare una stessa lingua” tra porti del Nord Adtriatico).
6
European Statistics of Accidents at Work.
7
Per l’Italia: il RSPP, l’ASPP. Per la Repubblica di Slovenia: i manager HS&E delle varie business unit portuali
e i loro collaboratori.
6
6
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Così facendo si è cercato di raggiungere l’obiettivo di mettere a disposizione uno
strumento armonizzato per chi si occuperà della futura analisi infortunistica,
arricchita almeno di un raffronto tra indici per la qualità nella sicurezza e di una
metodologia statistica di ricerca operativa, senza stravolgere eccessivamente le
metodologie di rilievo degli infortuni già vigenti presso i singoli Porti.
Per far questo ci si è inizialmente ispirati allo schema proposto dall’INAIL, con la
Scheda per gli Infortuni proposta dal modello “Sbagliando s’impara”, a cura della
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, dell’INAIL, del
Centro nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie e del Dipartimento
Processi Organizzativi ex ISPESL.
Trattando questo modello il tema della buona prevenzione in un ambito generale
(inter-settoriale), sono state eseguite delle modifiche per adeguarlo, laddove
necessario, alle necessità dei vari ambienti portuali, concordando con i partner sul
numero e sulla tipologia delle variabili da considerare – anche e soprattutto tenendo
a riferimento il modello ESAW, come precedentemente richiamato.
In questo modo, sono state gettate le basi per raggiungere il risultato principale delle
attività svolte da tutti i partner all’interno del work package n. 6, ovvero la
realizzazione di uno strumento per la prevenzione degli infortuni in ambito
portuale di maggior respiro che riunisca - per la prima volta in ambito Alto Adriatico le azioni finalizzate alla difesa dell’integrità dei lavoratori.
7
7
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
6.3.2 Omogeneizzazione dei dati infortunistici in
termini di raccolta, codifica e analisi
Facendo riferimento all’analisi effettuata nell’attività 6.1, viene riportata di seguito
una sintesi delle analogie e differenze tra le variabili utilizzate negli esistenti moduli
di segnalazione per la descrizione degli eventi infortunistici.
Grazie a questa analisi delle differenze nelle metodologie di classificazione delle
variabili, si potrà in seguito passare ad un’efficiente omogeneizzazione delle stesse,
presentando una versione preliminare di quella che sarà la scheda unica, da adottare
presso i Porti del Partenariato, che il meno possibile si discosti dalle metodologie già
utilizzate presso ogni porto.
Riportiamo di seguito una sintesi dei sistemi di classificazione delle variabili
infortunistiche utilizzate nei Porti di Venezia, Trieste, Capodistria, San Giorgio,
Chioggia e Monfalcone.
E’ doveroso ricordare come nei Porti di San Giorgio, Chioggia e Monfalcone i dati
infortunistici sono stati ricavati dal registro infortuni delle imprese portuali, mentre
si ricorda che il Porto di Ravenna nel nostro progetto svolge il ruolo di osservatore.
Classificazioni delle variabili utilizzate dal Porto di Venezia
Di seguito sono state elencate le singole variabili utilizzate dall’Autorità Portuale di
Venezia per la descrizione dell’evento infortunistico, con tra parentesi indicate le
rispettive modalità di classificazione.
8
8
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Una dettagliata descrizione dei campi e dei rispettivi codici di classificazione utilizzati
in questa scheda è presente nel documento 6.1 “Raccolta dei dati statistici relativi agli
infortuni”.
Dove non specificato, i campi sono da intendersi privi di una classificazione, e da
compilare liberamente per esteso.
Le variabili sono state raggruppate in gruppi per dati relativi all’infortunato,
all’impresa, all’infortunio ed alla descrizione dell’evento.
Dati relativi all'infortunato:

Nome infortunato (cognome e nome per esteso);

Nazionalità (specifica se Italiana o di un altro paese);

Luogo e data di nascita;

Mansione.
Dati relativi all'impresa:

Datore di lavoro;

Società;

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Dati relativi all'infortunio:

Data dell’infortunio (giorno/mese/anno);

Ora dell’infortunio;

Luogo dell’infortunio;

Tipologia lesione;

Natura della lesione (codice a due cifre, specifico del Porto di Venezia);

Sede anatomica (codice a due cifre, specifico del Porto di Venezia);

Inabilità temporanea, nr giorni.
9
9
Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Descrizione dell'evento:

Attività/operazione;

Operazioni sospese;

Tipo di evento;

Aree interessate;

Presso aree terminal;

Operazione/i in corso;

Attività specifica svolta al momento dell'infortunio;

Dinamica dell'infortunio (spazio vuoto per inserire una descrizione articolata dell’evento);

Dispositivi di protezione indossati (specifica con vari fattori);

E' intervenuto il medico dell'infermeria portuale? (specifica: sì o no);

Specifica se l’infortunio è avvenuto in banchina, in stiva o in un altro luogo;

Causa dell'infortunio/deviazione (codice a due cifre, specifico del Porto di Venezia).
Classificazioni delle variabili utilizzate dal Porto di Trieste
Di seguito sono state elencate le singole variabili utilizzate dall’Autorità Portuale di
Trieste per la descrizione dell’evento infortunistico, con le rispettive modalità di
classificazione indicate tra parentesi.

data dell’infortunio (giorno/mese/anno);

data del rientro al lavoro (giorno/mese/anno);

giornate di ricaduta;

mansione (impiegato amministrativo, impiegato operativo o operaio);

luogo (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste);

attività svolta (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste);

per conto di (campo riservato alle cooperative i cui soci/dipendenti svolgono attività presso e per
conto di un’impresa portuale di cui è obbligatorio riportare la denominazione in caso di evento
infortunistico);
10
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi

modalità dell’infortunio (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste);

agente dell’infortunio (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste);

natura della lesione (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste);

sede della lesione (variabile a due cifre, specifica del Porto di Trieste).
Una dettagliata descrizione dei campi e dei rispettivi codici di classificazione utilizzati
in questa scheda è presente nel documento 6.1 “Raccolta dei dati statistici relativi agli
infortuni”.
Classificazioni delle variabili utilizzate dal Porto di Capodistria
Per la classificazione delle variabili utilizzate nella descrizione degli infortuni, il porto
di Capodistria segue piuttosto fedelmente le normative europee dettate dall’ESAW.
Le variabili vengono classificate nel seguente modo:

Informazioni sul datore di lavoro;

Informazioni sull’infortunato;

Informazioni sull’infortunio;

Informazioni su chi ha segnalato l’infortunio.
Informazioni sul datore di lavoro:

Nome;

Indirizzo;

Due numeri di registrazione (due codici da 10 cifre);

Tipo di attività economica del datore di lavoro (in base alla classificazione NACE, Rev.1. a 5 cifre);

Numero di dipendenti (partizione più fine, con ampiezza dimezzata, della classificazione ESAW,
composta da 2 cifre).
Informazioni sull’infortunato:

Nome e cognome;
11
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi

Sesso;

Nazionalità della vittima (secondo la classificazione ESAW);

Codice fiscale (13 cifre);

Condizione lavorativa (secondo un codice proprio ad una cifra);

Tipo di contratto (a tempo determinato/indeterminato);

Tipo di orario di lavoro (a tempo pieno/part time);

Professione della vittima (secondo la classificazione ESAW a 2 cifre);

Da quante ore lavorava prima dell’infortunio.
Informazioni sull’evento infortunistico:

Data in cui è stato avvisato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione;

Data e l’ora in cui è avvenuto l’infortunio;

Posto di lavoro (secondo una versione più dettagliata della classificazione ESAW, secondo la
risoluzione ILO, a una cifra);

Gravità dell’infortunio (classificato in: leggero/grave/mortale/collettivo);

Luogo (indirizzo).
Di seguito sono riportati dei campi classificati precisamente come richiesto dalla normativa ESAW:

tipo di lesione (3 cifre);

parte del corpo lesa (2 cifre);

tipo di luogo (3 cifre);

tipo di lavoro (2 cifre);

attività fisica specifica (2 cifre);

deviazione (2 cifre);

contatto – modalità della lesione (2 cifre);

agente materiale (4 cifre).
Viene quindi proposta una breve descrizione dell’infortunio, e viene specificato se
sono stati usati degli strumenti di pronto soccorso.
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
E’ quindi presente un campo in cui va indicato il numero di giorni lavorativi perduti a
causa di un infortunio (fino a 3 giorni, o da 4 giorni in più), e viene specificato il nome
del responsabile dell’indagine interna.
L’ultima parte del modulo serve ad indicare nome e cognome di chi ha segnalato
l’infortunio e la sua mansione.
Una dettagliata descrizione dei campi e dei rispettivi codici di classificazione utilizzati
in questa scheda è presente nel documento 6.1 “Raccolta dei dati statistici relativi agli
infortuni”.
Classificazioni delle variabili utilizzate dal Porto di San Giorgio, Chioggia e
Monfalcone
Le informazioni relative agli infortuni avvenuti nei Porti di San Giorgio, Chioggia e
Monfalcone sono state opportunamente estrapolate dal registro infortuni delle
imprese ivi operanti, a seguito di una nostra richiesta mediata dalle rispettive
ASPO/Consorzio.
Per questo motivo, i dati raccolti permettono un’adeguata sintesi degli eventi
descritti, ma risultano essere registrati senza un’opportuna codifica o classificazione.
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
6.3.3 Linee Guida per il ravvicinamento delle
metodologie di raccolta, codifica e analisi dei
dati
In seguito ad un'analisi delle metodologie utilizzate dai vari membri del partenariato,
in concomitanza con le nuove normative europee vigenti, abbiamo congiuntamente
redatto le schede “uniformi” di cui si potranno avvalere in futuro i vari membri di
partenariato.
L’attività comparativa delle schede infortunio utilizzate nei vari porti e le schede
“uniformi”, ha permesso di raggruppare i dati sostanzialmente con la seguente
classificazione:
1) Dati utili alla registrazione;
2) Dati relativi all'infortunato;
3) Dati relativi all'impresa;
4) Dati relativi all'infortunio;
5) Ricostruzione della dinamica infortunistica (o del mancato infortunio,
l’incidente).
Va osservato che le informazioni di natura standard8 e gran parte dei campi
hanno una compilazione codificata, alleviando così l’onere in capo all’utente e la
possibilità di commettere errori di imputazione.
8
Anagrafica delle imprese/delle business unit e di denominazione dei luoghi portuali rimandano alle basi
dati esistenti presso ciascun porto e che vanno collegati alle tabelle della base dati – obiettivo.
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
6.3.4. Prime risultanze dell’analisi comparativa tra
le schede infortunio già in uso e la scheda obiettivo
In seguito ad un'analisi delle metodologie utilizzate dai vari membri del partenariato,
abbiamo effettuato un’attività comparativa delle schede infortunio utilizzate nei vari
porti con la bozza della scheda “uniforme” che intendiamo proporre.
Riportiamo di seguito i gap presenti nel set di dati, così raggruppati:
 Dati relativi al compilatore
 Dati relativi all'infortunato
 Dati relativi all'impresa
 Dati relativi all'infortunio/mancato infortunio (incidente)
Dati relativi al compilatore
Si è potuto notare come tutti i membri del partenariato seguano l’impostazione
suggerita dal modello “Sbagliando s’impara” per registrare i dati relativi al
compilatore della scheda.
Dati relativi all'infortunato
Dall'analisi dei dati in nostro possesso, nei porti di Capodistria e Trieste appare che
non si registrino la data di nascita dell'infortunato, mentre nei porti di Venezia e
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Trieste sembra mancare un apposito riferimento relativo al sesso della vittima
(tuttavia desumibile dal nome dell'infortunato).
Nelle schede infortunio mancano completamente le aree relative ad un eventuale
decesso sul lavoro, benché quest’ultimo non entri usualmente nel computo della
statistica, in quanto inciderebbe in maniera esageratamente marcata sugli indici.
Nei registri infortuni delle imprese operanti nei Porti di Monfalcone e Chioggia viene
inserito solo il nome e il reparto o qualifica professionale del lavoratore infortunato.
Dati relativi all'impresa
Abbiamo riscontrato che solo il porto di San Giorgio precisa nella propria scheda di
valutazione le dimensioni della ditta di appartenenza.
Dati generali relativi all'infortunio
Nei porti di Venezia, Koper, Trieste e San Giorgio sono registrate: data, ora solare e
luogo dell'infortunio. Nei porti di Venezia, Trieste e San Giorgio sembrerebbero
mancare le notazioni riguardanti: l'ora ordinale, se l'infortunio è avvenuto in itinere e
informazioni sul numero di lavoratori al momento dell'infortunio.
Dai dati a disposizione sembrerebbe che nessun partner registri il giorno della
settimana.
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
Al porto di Venezia è presente un campo per il nome del Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione; è inoltre specificato se l'infortunio è avvenuto presso le
aree terminal e se è intervenuto il medico dell'infermeria portuale.
Al porto di Koper sono presenti alcune informazioni sulla posizione contrattuale
dell'infortunato, ed è inoltre specificata la gravità dell'incidente.
Nei registri infortuni delle imprese operanti nei Porti di Monfalcone e Chioggia viene
inserita una descrizione delle cause e delle circostanze dell’infortunio, assieme alla
natura e sede della lesione.
Descrizione dell'evento
Nei porti di Koper e di San Giorgio sono seguite piuttosto scrupolosamente le
metodologie di descrizione dell'evento dettate da ESAW.
In quello di Trieste viene registrata una descrizione piuttosto dettagliata dell’evento,
ma mancano degli espliciti riferimenti alle metodologie ESAW, che tuttavia possono
essere facilmente estrapolati dal testo.
Nel porto di Venezia vengono seguite indicazioni non esattamente fedeli alle direttive
Europee, ma comunque piuttosto esaustive.
Al porto di Koper è inoltre richiesta una descrizione dei dispositivi di protezione
individuale, una specificazione circa il nome del responsabile delle indagini sul lavoro,
oltre alla data in cui è stato avvertito il responsabile della sicurezza.
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Al porto di Venezia vengono indicati i dispositivi di protezione individuale indossati
dal lavoratore al momento dell’infortunio e viene segnalato l’intervento del medico
dell’infermeria portuale.
Al porto di Trieste sono presenti informazioni sulle procedure e sui piani di sicurezza
coinvolti nell’evento, sugli interventi di emergenza effettuati, sui servizi di emergenza
pubblici intervenuti, sulla misure intraprese e sulle motivazioni dell’eventuale
mancata comunicazione dell’evento nei tempi previsti.
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
6.3.5. Considerazioni finali
Con questo documento è stata effettuata un’analisi delle metodologie di raccolta e
codifica dei dati infortunistici, descrivendo in maniera approfondita i sistemi di
classificazione delle variabili infortunistiche adottate presso ogni singolo porto.
Così facendo si è potuto procedere con la costruzione di un modello che riassumesse
in un’unica scheda le informazioni necessarie dei dati relativi agli infortuni portuali (e
dei mancati infortuni).
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Metodologie omogenee di raccolta, codifica e analisi
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