Celebriamo oggi la festa di Tutti i Santi

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Omelia per l’Epifania del Signore 2007
“Cammineranno i Popoli alla tua Luce, Signore”
(Is 60,3)
Cari Fratelli e Sorelle,
La liturgia di oggi ci svela, con la bellezza dei
suoi simboli, con la ricchezza della sua spiritualità il
mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio in tutta la
sua ricchezza, che si esprime come manifestazione
di comunione e di pace, abbracciando tutti i popoli
e l’universo intero. Il Figlio di Dio anche oggi, come
dice la parola Epifania, si manifesta al mondo,
viene incontro all’uomo nel tempo, entra nella
storia, “discende” nella fragilità della nostra carne,
condivide le ansie dell’umanità, illumina il cammino
di tutti i popoli.
Nella figura misteriosa dei santi magi, che vengono
dall’Oriente, guidati dalla luce della stella, il mistero
dell’universalità della salvezza si esprime nel
motivo del “pellegrinaggio” dei popoli verso Cristo,
luce del mondo e principe della pace.
Nel racconto dei magi, l’evangelista Matteo
riprende la suggestiva visione di Gerusalemme
invasa da una moltitudine di genti con le loro
ricchezze (Is 60,1-6), e la traduce in una bellissima
catechesi sulla chiamata di tutti i popoli alla
salvezza.
È lo stesso tema che l’apostolo Paolo, come
abbiamo ascoltato nella seconda lettura, annuncia
alla comunità di Efeso, città allora crocevia di
culture e di religioni, tra Oriente e Occidente: in
Cristo tutte le genti sono chiamate a partecipare
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alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, a
essere partecipi della promessa per mezzo del
Vangelo (Ef 3,5-6).
L’Epifania ci invita, dunque, a celebrare la festa
dei popoli, a sentire il respiro universale della
nostra fede, che si esprime in tutti i linguaggi e le
culture del mondo, a vivere la nostra speranza
come speranza di tutta l’umanità. Ciò significa che
dobbiamo superare gli angusti orizzonti del nostro
benessere o delle nostre paure, che spesso ci
impediscono di guardare con simpatia a uomini e
donne di altre culture e religioni, di accogliergli con
gioia, di riconoscere i loro doni e le loro ricchezze.
I doni dei magi rappresentano, infatti, i beni dei
popoli, le ricchezze spirituali delle religioni del
mondo, che dilatano il cuore della chiesa. La chiesa,
come afferma il Concilio, «accoglie tutte le
ricchezze, le risorse e le forme di vita dei popoli in
ciò che esse hanno di buono e, accogliendole, le
purifica, le consolida ed eleva» (LG 13). E, inoltre,
«nulla rigetta di quanto è vero e santo» nelle
religioni dell’umanità, ma «considera con sincero
rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti
e quelle dottrine», che «non raramente riflettono
un raggio di quella verità che illumina tutti gli
uomini» (NA 2).
La festività dell’Epifania ci manifesta anche il
volto della chiesa ecumenica e missionaria, di una
chiesa che abita la terra, accoglie in sé tutti i popoli
del mondo, ed entra nel cammino dell’umanità. I
magi rappresentano, così, le primizie dei popoli che
entrano nella chiesa, per formare – come ci ha
detto Paolo – il suo “corpo”. È questo il significato
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più profondo della “cattolicità” della chiesa, che
confessiamo nel credo. Essa non vuol dire
semplicemente chiesa “universale”, ma esprime un
valore di “totalità” e di “pienezza”: è la chiesa
“tutt’intera”, che vive della ricchezza e varietà dei
suoi doni, della bellezza suo corpo formato dai
popoli del mondo. E così chi sta a Roma (o a
Napoli) sa che gli Indi sono sue membra (Giovanni
Crisostomo).
È questa l’unità di cui hanno bisogno oggi i popoli
del mondo, i quali non riescono ancora a vivere le
loro diversità culturali e religiose come ricchezza e
dono, che può fa risplendere di armonia e bellezza
il volto dell’umanità. Ma, al contrario, adesso le
avvertono come minaccia, che genera nel mondo
paura, odio e violenza. L’unità che la chiesa può
donare al mondo – come dice il Concilio – è
un’unità che «prefigura e promuove la pace
universale» (LG 13). E’ questa la vocazione della
Chiesa e del popolo di Napoli, come è rappresentata
in certi presepi napoletani del ’700, nei quali, con la
carovana dei magi, una folla innumerevole di genti
dai mille colori invade le strade della città in un
clima festoso di fratellanza e di pace.
Nello spirito dell’Epifania, auguro che possano
risuonare anche per Napoli in quest’anno le parole
dell’antico profeta che, volgendo il suo sguardo su
Gerusalemme ancora devastata da distruzione e
morte, dopo il lungo esilio, non cede alla tristezza e
alla disperazione, ma intravede un’aurora di luce e
di trasfigurazione, ed esorta la sua città: «Alzati,
rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria
del Signore brilla sopra di te… Alza gli occhi intorno
e guarda… Palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
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perché le ricchezze del mare si riverseranno su di
te, verranno a te i beni dei popoli…» (Is 60,1-6).
Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima,
Madre di Dio, Regina di tutti i Popoli e Regina di
Napoli
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