Arcidiocesi di Monreale
Veglia Eucaristica – Giovedì Santo 2011
«Signore da chi andremo? L'Eucaristia per la vita quotidiana»
CANTO INIZIALE
(Si suggerisce il canto “Pane di Vita nuova” o un altro
dal repertorio della Comunità)
P. A Colui che ci ama e ci lava dal peccato
nel suo sangue; a lui che ha fatto di noi un
regno e sacerdoti per il Padre suo. A lui la
potenza e la gloria nei secoli.
Tutti Amen.
P. Grazia e pace in abbondanza a tutti voi.
Tutti E con il tuo Spirito.
Seduti
«II Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito» (1
Cor 11, 23), istituì il Sacrificio eucaristico del suo corpo
e del suo sangue, Le parole dell'apostolo Paolo ci
riportano alla circostanza drammatica in cui nacque
l'Eucaristia. Essa porta indelebilmente inscritto l'evento
della passione e della morte del Signore. Non ne è solo
l'evocazione, ma la ripresentazione sacramentale. È il
sacrificio della Croce che si perpetua nei secoli. Bene
esprimono questa verità le parole con cui il popolo, nel
rito latino, risponde alla proclamazione del "mistero
della fede" fatta dal sacerdote: «Annunziamo la tua
morte, Signore!». La Chiesa ha ricevuto l'Eucaristia da
Cristo suo Signore non come un dono, pur prezioso fra
tanti altri, ma come il dono per eccellenza, perché dono
di se stesso, della sua persona nella sua santa
umanità, nonché della sua opera di salvezza. Questa
non rimane confinata nel passato, giacché «tutto ciò
che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per
tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò
abbraccia tutti i tempi» (CCC 1085).
Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia, memoriale della
morte e risurrezione del suo Signore, questo evento
centrale di salvezza è reso realmente presente e si
«effettua l'opera della nostra redenzione» (LG 3).
Questo sacrificio è talmente decisivo per la salvezza
del genere umano che Gesù Cristo l'ha compiuto ed è
tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo
per parteciparvi come se vi fossimo stati presenti. Ogni
fedele può cosi prendervi parte e attingerne i frutti
inesauribilmente.
Questa è la fede, di cui le generazioni cristiane hanno
vissuto lungo i secoli. Questa fede il Magistero della
Chiesa ha continuamente ribadito con gioiosa
gratitudine per l'inestimabile dono.
Desideriamo ancora una volta richiamare questa verità,
carissimi fratelli e sorelle, in adorazione davanti a
questo Mistero: Mistero grande, Mistero di misericordia.
Che cosa Gesù poteva fare di più per noi? Davvero,
nell'Eucaristia, ci mostra un amore che va fino
"all'estremo" (cf. Gv 13, 1), un amore che non conosce
misura. (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia n. 11)
PREGHIERA
CORALE
Signore Gesù, di fronte a Te, Parola di verità
e Amore che si dona, come Pietro ti diciamo:
“Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna”.
Signore Gesù, noi ti ringraziamo
perché la Parola del tuo Amore
si è fatta corpo donato sulla Croce,
ed è viva per noi nel sacramento
della Santa Eucaristia.
Fa’ che l’incontro con Te
nel Mistero silenzioso della Tua presenza,
entri nella profondità dei nostri cuori
e brilli nei nostri occhi
perché siano trasparenza della Tua carità.
Fà, o Signore, che la forza dell’Eucaristia
continui ad ardere nella nostra vita
e diventi per noi santità, onestà, generosità,
attenzione premurosa ai più deboli.
Rendici amabili con tutti,
capaci di amicizia vera e sincera
perché molti siano attratti a camminare verso di Te.
Venga il Tuo Regno, e il mondo si trasformi in
una Eucaristia vivente. Amen.
ACCLAMAZIONE AL VANGELO:
Gloria e lode, gloria e lode a te o Cristo!
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Ascoltiamo la Parola del Signore dal
Vangelo di Giovanni (6, 48-69)
48Io
sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è
il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia
non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se
uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che
io darò è la mia carne per la vita del mondo". 52Allora i
Giudei si misero a discutere aspramente fra loro:
1
"Come può costui darci la sua carne da mangiare?". 53
Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il
suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è
vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia
la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in
lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io
vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà
per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è
come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi
mangia questo pane vivrà in eterno". 59 Molti dei suoi
discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola
è dura! Chi può ascoltarla?". 61Gesù, sapendo dentro di
sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo,
disse loro: "Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il
Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63 È lo Spirito
che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che
io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi
sono alcuni che non credono". Gesù infatti sapeva fin
da principio chi erano quelli che non credevano e chi
era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: "Per questo
vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è
concesso dal Padre".66Da quel momento molti dei suoi
discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
67Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche
voi?". 68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi
andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo
creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
costante, perché continuano a esistere nella nostra
società relazioni ingiuste di ogni tipo, molteplici divisioni
dovute all'orgoglio umano, a interessi materiali e a
politiche di potenza, e soprattutto l'ostinazione di
opposizioni confessionali ingiustificabili all'interno del
corpo di Cristo. La solidarietà nella comunione
eucaristica del Corpo di Cristo e la responsabilità dei
cristiani gli uni verso gli altri e nei confronti del mondo,
trovano un'espressione particolare nelle liturgie: nel
perdono reciproco dei peccati, nel segno della pace,
nell'intercessione per tutti, nel mangiare e bere insieme,
nel portare gli elementi eucaristici ai malati e ai
prigionieri o nel celebrare l'Eucaristia con loro. Tutte
queste manifestazioni di amore fraterno nell'Eucaristia
sono direttamente legate alla testimonianza specifica di
Cristo come servo: i cristiani partecipano, essi pure, a
questo servizio. In Cristo, Dio è entrato nella condizione
umana; cosi la liturgia eucaristica è vicina alle situazioni
concrete e particolari degli uomini e delle donne.
CANONE: OH, OH, OH, ADORAMUS TE DOMINE!
OH, OH, OH, ADORAMUS TE DOMINE!
L
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se
uno mangia di questo pane vivrà in
eterno e il pane che io darò è la mia carne
per la vita del mondo. (Gv 6,51)
Canone
L
Come il Padre ha amato me,
così anch’io ho amato voi,
rimanete nel mio amore. (Gv 15,9)
Canone
L
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio
non può far frutto da se stesso se non
rimane nella vite, così anche voi se non
rimanete in me. (Gv 15,4)
Canone
L
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e
il Padre mio lo amerà,
e noi verremo a lui e prenderemo dimora
presso di lui. (Gv 14,23)
Canone
L
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in
me e io in lui, fa molto frutto perché senza
di me non potete far nulla. (Gv 15,5)
Canone
L
Vi do un comandamento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri; come io vi ho
amato, così amatevi anche voi gli uni agli
altri. Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli se avrete amore gli uni per
gli altri. (Gv 13,34-35)
Canone
Silenzio
RIFLESSIONE
L'Eucaristia abbraccia tutti gli aspetti della vita. Essa è
un atto rappresentativo di ringraziamento e di offerta in
nome del mondo intero. La celebrazione eucaristica
richiede la riconciliazione e la condivisione con tutti
coloro che sono considerati fratelli e sorelle nell'unica
famiglia di Dio; essa è una costante sfida a cercare,
nell'ambito della vita sociale, economica e politica,
relazioni consone con la comunione eucaristica (Mt 5,
23s; 1 Cor 10, 16s; 1 Cor 11, 20-22; Gal 3, 28).
Tutte le forme di ingiustizia, razzismo, separazione e
privazione di libertà sono radicalmente messe sotto
accusa quando condividiamo il corpo e il sangue di
Cristo. Attraverso l'Eucaristia, la grazia di Dio che tutto
rinnova, penetra e reintegra la personalità umana e la
sua dignità. L'Eucaristia coinvolge il credente
nell'avvenimento centrale della storia del mondo.
Perciò, quali partecipanti all'Eucaristia ci mostriamo
incoerenti se non partecipiamo attivamente a
quest'opera continua di ricostruzione della situazione
del mondo e della condizione umana.
L'Eucaristia ci mostra che il nostro comportamento è
incoerente rispetto alla presenza riconciliatrice di Dio
nella storia umana: siamo posti sotto un giudizio
2
FARSI "PANE SPEZZATO PER GLI ALTRI"
Nell'Eucaristia, Gesù ci fa testimoni della compassione
di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al
Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti
del prossimo, che «consiste appunto nel fatto che io
amo, in Dio e con Dio, anche la persona che non
gradisco o neanche conosco. Questo può realizzarsi
solo a partire dall'intimo incontro con Dio, un incontro
che è diventato comunione di volontà arrivando fino a
toccare il sentimento. Allora imparo a guardare
quest'altra persona non più soltanto con i miei occhi e
con i miei sentimenti, ma secondo la prospettiva di
Gesù Cristo». In tal modo riconosco, nelle persone che
avvicino, fratelli e sorelle per i quali il Signore ha dato la
sua vita amandoli «fino alla fine» (Gv 13, 1). Di
conseguenza, le nostre comunità, quando celebrano
l'Eucaristia, devono prendere sempre più coscienza
che il sacrificio di Cristo è per tutti e pertanto
l'Eucaristia spinge ogni credente in Lui a farsi «pane
spezzato» per gli altri, e dunque ad impegnarsi per un
mondo più giusto e fraterno.
Pensando alla moltiplicazione dei pani e dei pesci,
dobbiamo riconoscere che Cristo ancora oggi continua
a esortare i suoi discepoli a impegnarsi in prima
persona: «Date loro voi stessi da mangiare» (Mt 14,
16). Davvero la vocazione di ciascuno di noi è quella di
essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del
mondo.
Canto
L’INSEGNAMENTO DEI TESTIMONI
L'Eucaristia è il sacramento dell'amore. La morte
di Gesù che in Paolo è la rivelazione suprema
dell'amore di Dio, diviene nel culto eucaristico l'atto
onde egli si dona personalmente a ciascuno. Si
presenta il mistero della sua Morte nel dono che Egli fa
del suo corpo e del suo sangue a ogni credente. La
morte non ha certo compimento nel mistero eucaristico
e tuttavia è nel mistero eucaristico che la morte di
Cristo manifesta pienamente di essere la rivelazione
dell'amore di Dio, di un Dio che si dona totalmente e
consuma l'unità... Tutta la vita cristiana, tutta la storia
della Chiesa non è nella vita del culto che la rivelazione
piena dell'amore di Dio, il compimento del mistero onde
Dio effettivamente si dona agli uomini e vive in loro e
compie la loro unità La rivelazione dell'amore di Dio ha
cosi nel mistero del culto il suo compimento supremo:
non insegnamento di dottrina, non promulgazione di
legge, ma Mistero di unità. Dio nel Cristo si dona a
ciascuno... e tutti gli uomini, per il Mistero eucaristico
non sono che Uno, il Mistico Corpo di Cristo.
L'unità della Chiesa è opera di un amore divinamente
efficace. Precede il tuo atto di amore e lo crea. Non è il
pane eucaristico, come dirà poi sant'Agostino, che è
trasformato in colui che lo mangi; sono invece coloro
che ne mangiano che sono assimilati e trasformati in
quel pane che è il Corpo di Cristo. L'amore del
prossimo è per questo la legge suprema, è tutta la
legge... : appartenere a Cristo vuoi dire essere inseriti,
vivere sempre più questa divina, universale Unità.
(Divo Barsotti)
ACCLAMAZIONI
S: Signore, tu sei il Pane disceso dal cielo
T: Questa è la nostra fede
S: Signore Gesù, tu dai la vita per il mondo
T: Noi lo crediamo
S: Signore dalla Tua Pasqua ci viene la vita
T: Lo crediamo. Amen
S: Tu ci hai riconciliato con la tua morte
T: Questa è la nostra fede
S: Tu sei il luogo della rivelazione del Padre
T: Noi lo crediamo
S: Signore, tu sei vita e risurrezione nostra.
T: Lo crediamo. Amen
La Chiesa del grembiule
Io amo parlare della Chiesa del grembiule che è l'unico
paramento sacro che ci viene ricordato nel Vangelo.
«Gesù si alzò da tavola, depose le vesti si cinse un
asciugatoio», un grembiule l'unico dei paramenti sacri.
Nelle nostre sacrestie non c'è e quando uno viene
ordinato sacerdote gli regalano tante altre belle cose,
però il grembiule nessuno glielo manda. È il grembiule
che ci dobbiamo mettere come Chiesa, dobbiamo
cingerci veramente il grembiule. Sapete che significa
"Si alzò da tavola»? Significa che se noi non partiamo
da qui, dall'altare, da una vita di preghiera è inutile che
andiamo a chiacchierare di pace.
Chi ci crede? Non siamo credibili, se non siamo
credenti. E credere significa abbandonarsi a Cristo, non
significa soltanto accettare le Sue parole, le Sue verità.
Quindi, anche noi, se vogliamo parlare di pace e di
carità dobbiamo alzarci da tavola; se no, saremmo dei
bravi cristiani, saremmo anche delle persone capaci di
dare tutto alla gente, ma la pace che noi daremmo non
è quella che ci dà il Signore. Ma "si alzò da tavola"
significa anche che non basta stare in chiesa, bisogna
uscire fuori. Dalla messa della domenica dovrebbe
sprigionarsi una forza centrifuga così forte che noi
siamo scaraventati fuori sulle strade del mondo per
andare a portare Gesù Cristo. Sembra che quasi il
Signore ci dica: «Non bastano i vostri bei canti liturgici, i
vostri abbracci di pace, i vostri amen, i vostri
percuotimenti di petto: che aspettate? Alzatevi da
tavola; restate troppo tempo seduti. È un cristianesimo
troppo sedentario il vostro, troppo assopito, un tantino
sonnolento».
La pace parte da qui; se vogliamo parlare di pace,
dobbiamo venire a sedere a questa tavola e poi alzarci
3
senza rimanerci troppo, perché la chiesa è fatta per
sbatterci fuori. «Si alzò da tavola, depose le vesti»,
depose le vesti del linguaggio difficile. Dobbiamo
spogliarci dei nostri paramenti, quelli che ci mettiamo
addosso noi, il linguaggio difficile, le parole difficili, la
mentalità difficile, la mentalità della scomunica;
dobbiamo diventare compagni di viaggio del mondo,
della gente che sta fuori.
Noi come Chiesa siamo fatti per gli altri, per il mondo
cosi come Gesù Cristo «morì per noi uomini e per la
nostra salvezza». Amici miei, guardate che il Signore
un giorno ci chiederà non solo se abbiamo voluto bene
al mondo, ma anche se abbiamo voluto bene a questa
terra, a questo cielo. «Si alzò da tavola, depose le vesti
e si cinse un asciugatoio»: ecco la Chiesa del
grembiule. Chi vuole disegnare la Chiesa come il cuore
di Gesù sente, la dovrebbe disegnare con l'asciugatoio
ai fianchi. Qualcuno potrebbe obiettare che è
un'immagine troppo da serva, troppo banale, una
fotografia da non presentare ai parenti quando vengono
a prendere il tè in casa. Ma la Chiesa del grembiule è la
Chiesa che Gesù predilige perché Lui ha fatto così.
Diventare servi del mondo, cadere a terra come ha fatto
Gesù che è ruzzolato a terra come un cane che va a
raspare e con l'asciugatoio ai fianchi si è messo a
lavare i piedi alla gente, i piedi al mondo. Questa è la
Chiesa.
(Don Tonino Bello)
RIFLESSIONE DI CHI PRESIEDE
Silenzio
PREGHIERA
P.
Fratelli carissimi, riuniti in questa
notte
a
contemplare
il
mistero
dell’Eucaristia, rivolgiamo al Signore la
nostra fiduciosa preghiera, perché ci ispiri
intenzioni e propositi degni della sua
santità:
Tutti : Signore, Pane di vita, ascoltaci.
Per la Chiesa pellegrina nel mondo, ogni giorno
sottoposta alla prova, perché il tuo Corpo spezzato e il
tuo Sangue versato la rendano forte e gioiosa nella
testimonianza. Preghiamo.
Per il Santo Padre Benedetto, per il nostro vescovo
Salvatore e per tutti i Vescovi, perché la luce della tua
Parola li illumini nel guidare il popolo di Dio alla
bellezza dell’Eucaristia celebrata nel Giorno del Signore
e vissuta nella quotidiana testimonianza della carità.
Preghiamo.
Per il mondo assetato di amore e speranza, perché il
tuo Vangelo sia l’annuncio credibile per ritrovare la
pace e la responsabilità del vivere civile. Preghiamo.
Per i malati, i poveri, i sofferenti, perché il tuo amore,
che sgorga dall’Eucaristia, renda feconda la loro
quotidianità e ci mostri in essi il tuo volto. Preghiamo.
Per i giovani, ai quali tu, o Signore, rivolgi l’invito a
seguirti più da vicino, perché la potenza del tuo amore li
attragga e vedano la bellezza e la grandezza della vita
sacerdotale, religiosa e missionaria. Preghiamo.
(seguono intenzioni libere dei presenti)
P.
Il Signore ci ha donato il suo Spirito
con la fiducia e la gioia dei figli preghiamo
insieme:
Tutti : PADRE NOSTRO
Preghiera corale
Noi ti seguiamo, Signore Gesù, ma tu chiamaci,
perché ti possiamo seguire.
Nessuno potrà salire senza di te.
Tu sei la via, la verità, la vita,
la possibilità, la fede, il premio.
Aprici il cuore a quello che è veramente il bene,
il tuo bene divino.
Mostraci il bene, inalterabile, unico, immutabile,
nel quale possiamo essere eterni e conoscere ogni bene:
in quel bene si trova la pace serena, la luce immortale,
la grazia perenne, la santa eredità delle anime,
la tranquillità senza turbamento,
non destinata a perire ma sottratta alla morte:
là dove non vi sono lacrime, e non dimora il pianto,
dove i tuoi santi sono liberati dagli errori e dalle
inquietudini, dal timore e dall'ansia,
dalle cupidigie, da tutte le sozzure,
e da ogni affanno corporale,
dove si estende la terra dei viventi.
(Sant'Ambrogio)
P.: Assisti e proteggi sempre, Padre buono
questa tua famiglia che ha posto in te ogni
speranza, perché liberata dalla corruzione
del peccato e della morte, con la forza
dell'Eucaristia, resti fedele all'impegno del
Battesimo e ottenga in premio l'eredità
promessa. Per Cristo nostro Signore. Amen
CANTO FINALE
(Il file può essere scaricato dal sito diocesano
www.ufficioliturgicomonreale.it )
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