Scuola Media Statale "DON BOSCO" Distretto Scolastico n. 30 89066 - PELLARO (Reggio Calabria) via Nazionale - Trav. G - Tel. e Fax. 0965 359370 email: [email protected] Dirigente Scolastico Giovanni Marcianò Tel 0965/359370 e-mail [email protected] Referente : prof.ssa Elisabetta Chinnì Tel 0965/675118 e-mail [email protected] Laboratorio teatrale “Impariamo con i burattini” Analisi storico sociologica del territorio di riferimento e contestualizzazione. La Scuola Media “Don Bosco “ di Pellaro opera in forza di un bacino d’utenza che si sviluppa a Sud della città di Reggio Calabria dove è la frazione di Pellaro già dal 1834 al 1928 Comune a sé e successivamente incluso nel Comune di Reggio Calabria. Sorge in splendida posizione geografica, su di un ampio pianoro lievemente inclinato verso il vicinissimo mare, protetto ad oriente dalle propaggini meridionali dell’Aspromonte e ad occidente dall’omonima baia. Il bacino d’utenza va da S.Gregorio a Bocale II° e nell’entroterra abbraccia frazioni sparse quali Trapezi, Macellari.Oggi assume i connotati di città satellite con circa 20.000 abitanti; da area prevalentemente agricola quale fu fino agli anni 70 con produzione di vino pregiato, bergamotto, baco da seta e gelsomino si è trasformata in area in cui l’attività dominante è il settore terziario ,vi è qualche modesto insediamento industriale. La presenza di associazioni culturali e società sportive rafforza il livello culturale della cittadina . Contestualizzazione e motivazione Il laboratorio teatrale dei burattini ripropone e arricchisce un’esperienza già re alizzata positivamente nella scuola e, nel contempo, in linea con il POF d’Istituto e nello spirito dell’autonomia già sperimentata e consolidata , costruisce procedurali e percorsi formativi flessibili , attenti alle competenze alla consapevolezza dei processi di apprendimento. quindi, come elemento Il laboratorio teatrale pone, fondativo “l’imparare facendo” , che favorisce l’acquisizione delle competenze.. Il modello didattico di riferimento è quello della bottega artigiana e dall'atelier dell'artista dove la figura del docente assume il ruolo di guida, di compagno di viaggio esperto, di punto di riferimento. Si tratta di una modalità che più di altre aiuta a trovare i nodi che ci permettono di vedere la teoria nella pratica e la pratica nella teoria . Fare Teatro a scuola significa realizzare una concreta "metodologia" interdisciplinare che attiva i processi simbolici del discente e potenzia e sviluppa la molteplicità interattiva delle competenze e delle abilità connesse sia con la comunicazione "globale" sia con il pensiero . Il laboratorio teatrale dei burattini è un’occasione per imparare con il piacere, la naturalezza, il coinvolgimento di gruppo, con i mezzi espressivi della recitazione. Oltre a promuovere la socializzazione, questa attività soll ecita la fantasia, la creatività e l’operatività, qualità che risultano spesso soffocate in una società prevalentemente tecnologica.. Il laboratorio dei burattini offre: 1) Una metodologia di apprendimento, del “ fare in lingua straniera” totalmente rispondente all’età e ai bisogni di un’utenza che vive la stagione della preadolescenza . Con il “fare teatro” anche in lingua straniera, vengono soddisfatte le esigenze della componente “prescrittività” della lingua e quella della componente “comunicazione” per ché la prima si lega alla presenza di un testo/copione già confezionato o da confezionare, e la seconda alla messa in scena dello spettacolo , che vuole una comunicazione spontanea circa le note di regia, l’esecuzione delle coreografie, la confezione dei costumi e la realizzazione delle scenografie. 2) Una opportunità di apprendimento e di conoscenza del linguaggio dei burattini ,un percorso di formazione, una risorsa di sostegno per coinvolgere gli studenti in una serie di giochi di interazione, creatività, comunicazione e improvvisazione in un clima di non -giudizio.. Lo studente durante la costruzione del burattino esercita un controllo sulla realtà, e, impersonandolo, riesce a far emergere anche attitudini e conflitti nascosti . Il teatro dei burattini , come forma interattiva di linguaggi diversi e come approccio ermeneutico ai significati testuali , si configura,quindi, come prezioso strumento formativo, multidisciplinare , interdisciplinare, e di attivazione simbolico -semiotica, emotiva, dinamico relazionale, del discente e diventa altresì strumento significativo dell’affinamento della lingua italiana e dell’apprendimento delle lingue . Il teatro educativo non ha una storia recente. La storia della pedagogia registra, fin da tempi molto remoti, la presen za del teatro come attività educativa.. Esattamente il “fare teatro”, con le espressioni del volto, con gli oggetti, con il contesto appropriato e ben strutturato, rappresenta anche un apprendistato dei modelli culturali stranieri in cui i giovani attori si coinvolgono moltissimo. Inoltre la “ritestualizzazione” intesa sia come decodifica personale sia come produzione individuale di significati scenici, favorisce il processo analogico -rielaborativo, tipico del pensiero divergente. Il gioco d’esercizio, il gioco simbolico, il gioco di costruzione ,il gioco linguistico costituiscono le attività dominanti del laboratorio .Il primo soddisfa il bisogni di apprendimento e orientamento delle emozioni (i perché); il secondo mette in campo la modificazione degli s chemi già posseduti ed esercita le funzioni evocativo -immaginative con processi di rappresentazione del reale, basati sui simboli ,il terzo svolge funzioni di rappresentazione imitativa del reale,l’ultimo favorisce la comprensione e la produzione e la rela tiva traduzione in lingua straniera costituisce la dimensione ideale in cui si alternano espressione e comunicazione. Il laboratorio è un forte veicolo di apprendimento, infatti i vari linguaggi che esso propone e utilizza ( la parola, il gesto, il ritmo, il suono, l'immagine, le arti e pittoriche, la costruzione di oggetti ) consentono di sviluppare capacità creative e gusto estetico; stimolando la sensibilità a sentirsi corresponsabili della qualità del prodotto finale. L'obiettivo principale è quindi l 'educazione alla coralità. L'azione scenica collettiva è un importante strumento per la realizzazione di un rapporto di collaborazione tra elementi con capacità non omogenee teso ad ottenere un risultato comune riducendo i conflitti interpersonali. L'esper ienza teatrale può essere utilizzata quindi anche per creare situazioni nuove di comunicazione, di riflessione, come mezzo di conoscenza di sé, di relazione con gli altri. Ambiti disciplinari MATERIA I Anno II Anno III Anno LETTERE 1 1 1 LINGUE STRANIERE 1 1 1 TECNOLOGIA 1 1 1 MUSICA - ARTISTICA 1 1 1 Condizioni di fattibilità : presenza di spazi laboratoriali adeguati, dotazione di strumenti per la videoregistrazione. Risorse umane impiegate Nr 4. docenti interni Beneficiari dell’azione : alunni che scelgono di frequentare le attività F/O Obiettivi generali per il triennio Gli obiettivi di un’esperienza di laboratorio possono coincidere con le grandi finalità di tutta l’educazione poiché essi si definiscono in termini di: - apertura alla comunicazione a tutti i livelli e non solo verbale; - apertura alla creazione a livello verbale, plastico -tecnico-artistico. Obiettivi relativi alla socializzazione 1. Sperimentare il senso e il valore di attiv ità educativo-animative in grado di sollecitare potenziali latenti nella persona e di promuovere relazioni umane significative. 2. Acquisire la capacità di organizzazione e di intervento e il rispetto delle regole e dei tempi. 3. Riacquistare identità, coscienza del proprio ruolo nel gruppo. 4. Superare blocchi emotivi, incertezze e paure. 5. Accrescere la fiducia in se stessi. 5. Acquisire autonomia e presa di coscienza delle proprie potenzialità. 6. Invitare alla tolleranza e alla disponibilità. 7. Stimolare lo spirito c ritico.- Maturare il senso di responsabilità . 8. Suscitare il bisogno di valere. Obiettivi relativi all’espressività 1. Conoscere i potenziali espressivi e comunicativi dei linguaggi: tecnico-artistico artistico. verbale, gestuale, musicale, 2. Prendere coscienza di uno spazio scenico . 3. Utilizzare il linguaggio verbale,corporeo,espressivo - manipolativo - Acquisire coscienza dell’importanza dell’uso della voce. Obiettivi relativi alla manipolazione 1. Apprendere le esigenze tecniche e creative necessarie per una messa in scena teatrale: saper costruire costumi, apparati scenografici,maschere di burattini,saper utilizzare musica e luci. Obiettivi relativi allo sviluppo della competenza linguistica 1. Saper adattare , ridurre ,creare un testo . 2. teatrale anche in lingua straniera. 3. Saper analizzare e caratterizzare i personaggi. Contenuti Informazione storico -sociale sul teatro dei burattini Costruzione dei burattini e del teatrino (scenografie, oggetti, luci etc.) Animazione dei burattini Nascita del burattino “personaggio”. Stesura della storia e individuazione dei personaggi Canovaccio Drammatizzazione della storia Prove dello spettacolo - Spettacolo con il pubblico. Obiettivi Conoscere l’etimologia e la differenza strutturale delle parol e-oggetti: maschera, burattino, marionetta Sviluppare il linguaggio tecnico attraverso la progettazione e la realizzazione. Saper manipolare materiali per costruire oggetti. - Acquisire un linguaggio gestuale. - Proiezione di sé, finzione, scoperta del r uolo.Saper leggere e ridurre una favola e riscoprirne il valore educativo. Saper tradurre in lingua straniera una favola in riduzione teatrale. Acquisire la capacità di lettura (reading), di ascolto (listening), di produzione scritta (Writing) e di produ zione orale (speaking). - Saper scomporre in scene la storia scritta. - Avviare all’utilizzazione delle tecniche del linguaggio teatrale . - Saper lavorare in gruppo. Superare barriere psicologiche. Sviluppare la fluidità orale e l’autocontrollo. - Verifica del lavoro svolto ed autovalutazione delle competenze acquisite durante l’attività del teatro dei burattini. Metodi L’attività laboratoriale è organizzata e strutturata secondo il principio della concretezza , dell’operatività e dell’attivismo ; in essa i docenti coinvolti cercano di ridurre la loro centralità nel processo insegnamento/apprendimento assumendo sia il ruolo di animatore /facilitatore della comunicazione , che quello di tutor/istruttore. Il metodo problematico operativo è fondamen tale per stimolare fortemente sia la manualità che l’operatività produttiva. In esso si contraddistingue una strategia forte e riconoscibile, la ricerca , il progetto, la soluzione dei problemi, ma anche l’applicazione della Jisgaw , modalità che educa alla creatività , alla capacità di risolvere in modo costruttivo i conflitti, alla capacità di ascolto , alla riflessione. Criticità consuntivo e ricaduta : l’esperienza sin qui debolezza legati alla eterogeneità condotta , ha evidenziato punti di del gruppo laboratoriale, ma all’analisi finale gli stessi punti di debolezza sono diventati punto di forza con ricaduta positiva sulla didattica generale , identificando nella programmazione disciplinare il luogo deputato per creare omogeneità e concordando all’interno delle unità di apprendimento , conoscenze, obiettivi e tempi di attuazione . Le foto illustra una sequenza della rappresentazione del Pinocchio collodiano di fine anno.