paradiso 14 - In piccioletta barca

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IL CANTO 14 DEL PARADISO1
Dante e Beatrice sono ancora nel cielo del Sole
Salomone uno, degli spiriti sapienti (così sapiente che non surse un secondo, come spiega
Tommaso nel canto 13) parla dello splendore dei beati dopo la resurrezione della carne (alla fine dei
tempi).
Poi Dante e Beatrice salgono al 5° cielo, quello di Marte dove in una croce luminosa si manifestano
le anime combattenti per la fede.
In quali parti può essere suddiviso il canto?
- domanda di Beatrice (per conto di Dante) e letizia degli spiriti sapienti (vv. 1-33)
- Fulgore dei beati dopo la resurrezione dei corpi (vv. 34-66)
- La terza corona dei beati (vv. 67-81)
- La croce del cielo di Marte (vv. 82-139)
Quale valutazione complessiva si può dare del canto?
È considerato uno dei canti più “paradisiaci”: musica, luce, danza, beatitudine, affetti umani,
contemplazione del divino si compongono in unità di ritmo, immagini, linguaggio. Nucleo centrale
è la celebrazione della “carne gloriosa e santa” cioè la resurrezione dei corpi.
Quale è oggi il magistero della Chiesa cattolica relativamente alla resurrezione della carne?
Quello che Dante esprime in modo poetico, la chiesa lo professa nella sua teologia: alla fine dei
tempi i corpi risorgeranno in Cristo, proprio come risorse il corpo di Gesù. Allora la felicità sarà
piena perché ogni uomo sarà pienamente felice in anima e corpo.
Perché Dante sceglie proprio Salomone per esporre la questione della resurrezione della carne? Non
sarebbe stato più adatto Tommaso con la sua filosofia aristotelica?
Salomone era per Dante l’autore del Cantico dei Cantici, un libro della Bibbia presumibilmente nato
per celebrare l’amore coniugale (veniva cantato durante i matrimoni).
L’interpretazione della Chiesa riferisce questo libro biblico sia all’amore di Cristo (sposo) per la sua
chiesa (la sposa del Cantico) sia all’unione (propriamente detta ipostatica, cioè reale, personale) fra
la natura umana e quella divina nell’unica persona di Gesù Cristo (Gesù Cristo ha una sola persona
con due nature). Per questo motivo Dante sceglie questo sapiente (Salomone) per parlare della
resurrezione della carne, dato che aveva cantato in modo così sublime la natura umana.
Qual è il senso della risposta di Salomone?
La luce che si irradia dall’anima dei beati durerà eternamente e si accrescerà quando, con la
resurrezione della carne, la loro persona sarà più perfetta. Il fulgore dei corpi risorti supererà quello
delle loro anime. Gli occhi avranno la necessaria perfezione per sostenere un così grande splendore.
La questione relativa alla luce delle anime e alle capacità visive potenziate dopo la resurrezione dei
corpi, è un’invenzione puramente dantesca?
No, Dante la deduce da due opere di Tommaso d’Aquino (Commento alle Sentenze di Pietro
Lombardo e Summa Teologica) e da testi della patristica.
Possiamo ritenere come un a stranezza l’espressione Elios riferita a Dio? (v. 96)
No, più volte nella Commedia Dante ricorre alla cultura classica per esprimere concetti della
religione cristiana. Ricordiamo nel Purgatorio l’espressione “Sommo Giove” riferita a Gesù Cristo
(Purg. VI 118-119 O Sommo Giove / che fosti in terra per noi crucifisso). Il Medioevo attinge con
Tratto da “Il Poema di Dante”. Questionario espositivo, interpretativo e critico per le scuole superiori. Vol. IIIParadiso, ed. R. Sandron, Firenze.
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disinvoltura dalla cultura e dalla mitologia classica. Il mondo classico è “parabola”, “Immagine”
“profezia” della salvezza portata da Cristo. In questo caso chiamare “Sole” Dio equivale e dire
“Sapienza Infinita” (siamo ancora nel cielo del Sole dove stanno gli spiriti sapienti). Anche nel
canto I del Paradiso oltre all’invocazione ad Apollo troviamo la similitudine di Glauco. Nel canto
III c’è un riferimento al mito di Narciso. Infine nel canto 33 del Paradiso Dante si serve di
immagini mitologiche per esprimere come si sente davanti a Dio.
Quali considerazioni si possono fare relativamente al verso 106?
Dante aderisce fondamentalmente alla filosofia aristotelico-tomista, ma a tratti notiamo che aderisce
anche al filone platonico-agostiniano o ancor più – come in questo caso – al filone mistico. Secondo
questa filosofia (tipica della Scuola di San Vittore e della Mistica Renana) la conoscenza di Dio (e
non solo) non avviene attraverso i ragionamenti, ma per una grazia di illuminazione divina
(preghiera contemplativa). In questo caso Dante afferma che non riesce a spiegarsi: non esiste un
esempio adeguato per farci capire: può capire solo aderisce per fede al messaggio evangelico di
Cristo.
Quali collegamenti si possono fare fra il canto 1, 14 e 33?
Il canto riprende le principali tematiche del canto I che appunto sono anche in 14 e 33:
- l’inadeguatezza del linguaggio umano per esprimere l’esperienza vissuta da Dante
- la luce e la musica come caratteristiche del Paradiso
- la ripresa del tema mitologico per spiegare tematiche religiose
- Dante non si accorge di salire
- Beatrice è una mediazione
In più il canto 14 contiene delle novità che preludono direttamente alla seconda parte della cantica
(dal 14 al 33) e che nel canto 33 arrivano alla loro conclusione:
- Per la prima volta Dante dice di vedere Cristo (nella croce) “che quella croce lampeggiava
Cristo”
- La lode diretta a Dio “quell’uno e due e tre che sempre vive / e sempre regna in tre in due in
uno” parallela a “O etterna luce che sola in te sidi / e sola t’intendi e da te intelletta /e
intendente te ami a arridi”
- Il tema della verità “il piacer…si fa…più sincero” (canto 14) e “chè la mia vista venendo
sincera… l’alta luce che da sé è vera”
- Il riferimento a Maria
Quali sono le principali similitudini del canto 14?
SIMILITUDINI IMPORTANTI:
1) “Dal centro al cerchio…” (vv. 1-9) Le parole di Tommaso dalla prima corona a Dante sono
paragonate al moto dell’acqua dalla parete del vaso al centro; le parole di Beatrice alle
anime sono paragonate al moto dell’acqua dal centro alla parete del vaso. Si tratta di una
similitudine scientifica che contiene “forse un’intuizione del principio della diffusione del
suono per onde sonore” (U. Bosco). “L’immagine, nel suo tono pacato, e quasi discorsivo e
familiare, suggerisce l’impressione di un ordine calmo e sereno, di un preciso ritmo rituale”
(N. Sapegno).
2) “Come da più letizia pinti e tratti…” (vv. 19-24). Alcuni commentatori richiamano le
figurazione di beati danzanti presenti nelle pitture del Medio Evo fino al Beato Angelico (
vedi immagine dopo)
3) “Ma sì come carbon che fiamma rende…” (vv. 52-57). “Lo splendore del corpo risorto
vincerà la luminosità dell’anima, come il bianco fulgore del carbone acceso supera la luce
della fiamma che lo circonda. La similitudine bellissima realizza con stupenda immediatezza
il prodigio del corpo splendente di luce soprannaturale: uno dei tanti esempi della
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straordinaria visività di Dante. Si tenga presente che il corpo risorto è paragonato al carbone
acceso già da San Bonaventua” (Vincenzo Courir)
“E sì come al salir di prima sera…” (vv. 70-75) ricorda l’abitudine che Dante aveva di
osservare il cielo. È una similitudine astronomica
“Come distinta da minore e maggi lumi…” (vv. 97-102): le stelle che si distinguono nella
Galassia danno l’idea degli spiriti combattenti che splendono nella croce luminosa di Marte.
La similitudine è grandiosa, eppure nata da un’esperienza comune “Non c’è poeta italiano,
nemmeno Leopardi, che abbia fissato gli occhi al cielo come Dante: particolarmente al cielo
della notte, che è il vero cielo” (A. Momigliano)
“Così si veggion qui dritte e torte…” (vv. 112-117) il movimento incessante degli spiriti è
paragonato a quello dei corpuscoli di una striscia di luce che attraversa un luogo buio. Si
tratta di una similitudine di scienza ottica che può richiamare l’esperimento degli specchi
proposto da Beatrice nel canto II per spiegare le macchie lunari
“E come giga e arpa in tempra tesa…” (vv. 118-123): il suono armonioso degli strumenti è
dolce anche all’orecchio di un profano che non se ne intende, così Dante viene rapoto senza
intendere l’inno. È una similitudine tratta dall’arte musicale.
L’immagine è nell’altra pagina
Beato angelico (1395 circa- 1455): danza degli angeli e dei santi.
Appena possibile inserirò immagini più belle
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