13 - “I molteplici volti della solitudine: un progetto di intervento in

annuncio pubblicitario
I tratti metodologici
di alcune tesi – sk 12 - 20
12 - “La policy practice e l’assistente sociale: storia
e ricerca sulla policy practice in Italia”
Maria Gabriella Panzarella a.a. 2013-2014
INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1 - L’evoluzione del social work
CAPITOLO 2 – Le Policy Practices
2.1 Definizioni e principi
2.2 Policy practice e Advocacy
2.3 Le policy practices in Italia e in Israele
CAPITOLO 3 – La ricerca sul campo
3.1 Presentazione della ricerca
3.2 Le interviste e i risultati
3.3 I confronti con alcune ricerche
CONCLUSIONI
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
APPENDICE
Obiettivo della tesi è chiarire e illustrare il concetto di pratica politica e
descrivere il ruolo degli assistenti sociali nella formulazione e
nell’attuazione delle politiche e degli interventi sociali in Italia, al fine di
confrontare la realtà italiana con quella di altri paesi.
INTERROGATIVO DI RICERCA:
Gli assistenti sociali conoscono le pratiche politiche ? le mettono in atto ?
Quanto ritengono di influenzare le politiche sociali ? e in che modo ?
DISEGNO DI RICERCA
Indagine attraverso un questionario strutturato ad assistenti sociali in
servizio in comuni con almeno 30mila abitanti, in Lombardia e in Sicilia
(70)
N.B. si utilizza il questionario utilizzato in una recente ricerca in Israele,
tradotto in italiano
Dati / esperienze per ARRICCHIRE / CONTESTUALIZZARE /
COMPARARE
- l’ impossibilità di acquisire la matrice dei dati israeliana consente un
confronto limitato sulla base di un breve articolo che presentava i primi
risultati
- confronto con ricerche italiane su assistenti sociali,in cui non compariva
il tema della policy practice ma l’argomento veniva sfiorato attraverso
qualche domanda
LA RILEVAZIONE
Sulla base dei dati degli Albi professionali, dei dati demografici dei
comuni, della tipologia dei servizi comunali/aziende consortili ecc. si
definiscono le caratteristiche degli assistenti sociali da intervistare. Il
reperimento viene attuato attraverso contatti diretti con responsabili dei
servizi, segnalazioni di assistenti sociali. Interviste telefoniche o invio del
questionario via mail
- ELABORAZIONE E ANALISI DEI DATI:
distribuzione di frequenza, incroci
- RISULTATI
Scarsa conoscenza, competenza e svolgimento di pratica politica nel
lavoro nella gran parte degli assistenti sociali. Esercizio e coinvolgimento
maggiore nella pratica politica col crescere dell’età e dell’esperienza
lavorativa. Carenza di input sulla pratica politica nella formazione di base
e continua specie per gli assistenti sociali più giovani
Ricerca difficile:
- documentazione sulla ricerca originale in Israele scarsa e
incompleta --) impossibilità di confronto pieno
- difficoltà di “traduzione” e di adattamento in genere del
questionario alla realtà italiana - anche e soprattutto in
sostanziale assenza di dibattito, ricerche e letteratura sul
tema in Italia (sarebbe stata più adeguata una ricerca
esplorativa qualitativa) ---) molte non risposte
- difficoltà di reperimento di assistenti disponibili a
rispondere --) riduzione del numero di casi previsto
MA i motivi del rifiuto/non risposta sono stati registrati e
divenuti un buon materiale da analizzare
Alla fine risultati comunque interessanti
e buon lavoro di tesi 
13 - “I molteplici volti della solitudine: un progetto di
intervento in provincia di Piacenza”
Mara Gregori a.a. 2013-2014
INDICE
INTRODUZIONE
PARTE I – SOLITUDINE E CONTESTO
CAPITOLO 1 - La solitudine in teoria ….. e in pratica ?
1.1 Il concetto
1.2 Vivere, essere, sentirsi soli
1.3 Quando la solitudine diviene un fardello
CAPITOLO 2 – Il contesto di riferimento
2.1 Trasformazioni recenti nei paesi europei
2.2 La situazione italiana
2.3 La provincia di Piacenza e il Distretto socio-sanitario di Levante
CAPITOLO 3 – Il progetto “La solidarietà vince la solitudine”
PARTE II – LA RICERCA SUL CAMPO
CAPITOLO 4 – Il punto di vista dei servizi sociali
4.1 Impostazione del lavoro e scelte metodologiche
La domanda emergente- I bisogni connessi alla solitudine- Le
prestazioni fornite e gli interventi attivati- Le lacune esistenti- I
suggerimenti degli operatori- La solitudine degli operatori
CAPITOLO 5 – Il punto di vista delle persone sole
5.1 Impostazione del lavoro e scelte metodologiche
Isolamento sociale e/o solitudine “oggettiva”- Vissuto personale o
solitudine soggettiva- Opinioni e aspettative circa il progetto avviatoSuggerimenti
CONCLUSIONI
ALLEGATI
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Obiettivo della tesi è approfondire la conoscenza del tema solitudine nella
vita di oggi sia nelle sue dimensioni teoriche che nelle caratteristiche con
cui si presenta in specifici contesti territoriali come contributo al progetto
promosso dalle associazioni di volontariato del Distretto sociosanitario del
Levante della provincia di Piacenza
INTERROGATIVO DI RICERCA:
Come viene messo a fuoco il fenomeno solitudine dalla prospettiva dei
servizi sociali? e dalla prospettiva delle persone sole ?
Il contesto territoriale in cui si vive (ampiezza del comune, vicinanza ai
centri principali, reti di servizi ecc.) influisce sulle forme della solitudine ?
DISEGNO DI RICERCA
a)Interviste qualitative agli assistenti sociali dei 24 comuni del Distretto
b)Interviste qualitative ad un campione qualitativo di persone sole di tre
comuni, uno di montagna, uno di collina, uno di città
Dati / esperienze per ARRICCHIRE / CONTESTUALIZZARE /
COMPARARE
La contestualizzazione e la comparazione si avvale dell’analisi di dati
sociodemografici e di indagini a livello europeo, italiano, provinciale e
subprovinciale. In questo caso riguarda innanzitutto le tre zone in cui
vengono raggruppati i comuni del distretto: montagna, collina e città.
LA RILEVAZIONE
a) interviste faccia a faccia su traccia semistrutturata agli assistenti
sociali dei Servizi sociali dei comuni del Distretto
b) interviste faccia a faccia su traccia semistrutturata a 12 persone sole,
due uomini e due donne di età diversa, seguiti dai servizi sociali e no, per
ciascuno dei comuni scelti a rappresentare le zone di montagna, collina e
città
ANALISI DEI DATI:
analisi delle trascrizioni integrali delle interviste. La chiave di lettura
principale è il contesto di vita
- RISULTATI
Non esiste un legame univoco tra situazione anagrafica, isolamento
sociale e percezione soggettiva della solitudine: le combinazioni sono
molte e talvolta differenti da quello che è il senso comune/le opinioni
prevalenti. La durata nella condizione di solitudine e le condizioni di
salute appaiono gli aspetti più rilevanti nella percezione soggettiva. Le
caratteristiche del contesto influiscono meno di quanto ci si aspettava.
Ricerca interessante in quanto intrecciata al progetto di
intervento sulla solitudine: temi e risultati delle interviste
sono stati presentati e discussi in fasi diverse ai tavoli dei
partecipanti al progetto.
14 - “NEET (Not in Education Employment or
Training): evoluzione del concetto e applicazioni nelle
politiche di inserimento e reinserimento lavorativo e
scolastico a livello locale”
Andrea Preda a.a. 2013-2014
INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1 - Concetto di NEET
CAPITOLO 2 – I NEET in Europa
Quantificazione- Per fascia di età- Per genere- Tipologie comuni e
differenti nei Paesi Europei- Le ricerche sui Neet- Le conseguenze
dell’essere Neet
CAPITOLO 3 – I NEET in Italia
CAPITOLO 4 – I costi sociali ed economici dei NEET
CAPITOLO 5 – Politiche di reiserimento dei giovani nel mercato del
lavoro e nell’istruzione
Misure di prevenzione della dispersione scolastica- Misure di
reinserimento scolastico- politiche di transizione scuola-lavoroMisure per favorire l’occupabilità dei giovani
CAPITOLO 6 – Mercato del lavoro giovanile e offerta formativa in
provincia di Bergamo
Occupazione- Disoccupazione- Mancata partecipazione al lavoroL’abbandono scolastico- Chi sono i NEET in provincia di Bergamo
CAPITOLO 7 – Le misure di prevenzione, inserimento, reinserimento
scolastico e lavorativo in Regione Lombardia e in provincia di
Bergamo
Garanzia Giovani in Lombardia- Garanzia Giovani in provincia di
Bergamo- Il progetto Job In- il progetto Tempo Lavoro
CONCLUSIONI
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Obiettivo della tesi è approfondire la conoscenza del tema NEET, tema
divenuto centrale per chi si occupa di politiche giovanili anche a livello
locale: chi sono, quanti sono, che costi sociali comportano; quali sono le
politiche dirette a ridurre il loro numero.
INTERROGATIVO DI RICERCA:
Come si definiscono e si misurano i NEET nelle statistiche ufficiali ai
diversi livelli territoriali ?
A quali gruppi/sottogruppi si rivolgono le politiche giovanili dirette ai
NEET?
Quali le politiche/gli interventi a livello locale ?
DISEGNO DI RICERCA
a)analisi delle statistiche ufficiali a livello europeo, italiano, regionale,
locale
b)analisi della documentazione relativa alle misure di fronteggiamento del
fenomeno
c)analisi dei progetti in atto nella regione Lombardia e di alcune
esperienze in provincia di Bergamo
Dati / esperienze per ARRICCHIRE / CONTESTUALIZZARE /
COMPARARE
La contestualizzazione e la comparazione si avvale principalmente
dell’analisi delle statistiche ufficiali di rapporti e documentazione
disponibili a livello europeo, nazionale e locale. Ma anche di dati
sociodemografici e monografie di ricerca sul tema NEET
LA RILEVAZIONE SUL WEB
a) ricognizione delle fonti di dati statistici a livello europeo, nazionale,
regionale e provinciale
b) ricognizione della documentazione relativa a normativa, politiche,
progetti, rapporti
LA RILEVAZIONE SUL CAMPO
a) ricognizione/ricostruzione dei progetti e degli interventi in ambito
giovanile che possono intercettare o che si orientano esplicitamente ai
NEET in provincia di Bergamo
b)analisi di due progetti/esperienze individuate come più significative, un
progetto “grande” per finanziamenti e per la governance istituzionale
multiforme, l’altro micro e nato dal basso
ANALISI DEI DATI:
a) analisi secondaria e rielaborazione di statistiche disponibili. Richiesta,
in parte infruttuosa, di elaborazioni statistiche ad hoc all’Istat
b)analisi di normativa e documentazione
c)analisi di caso per le esperienze sul territorio (interviste,
documentazione,
- RISULTATI
Non esiste una definizione univoca e condivisa di NEET, benchè questo
termine sia usato sempre più come indicatore di disagio, di vulnerabilità.
Le politiche e gli interventi rischiano di disperdere le risorse se non
identificano le sotto-tipologie sottostanti alla definizione comune.
Lavoro estremamente accurato/ostinato nella ricerca delle
fonti, dei dati statistici più dettagliati a livello territoriale.
Tendenza ad ampliare continuamente i campi di
osservazione, fatica a “chiudere”, e a ridurre a sintesi i
molteplici e interessanti risultati ottenuti nelle diverse
direzioni di ricerca..
15 - Maria Pia LEONELLO
aa. 2010 -2011
ALLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO
TRA FAMIGLIA E LAVORO
Differenze territoriali e generazionali
INTERROGATIVO DI RICERCA:
verificare se davvero la conciliazione oggi si presenta come una
pratica di condivisione tra uomini e donne oppure se continua a
persistere come un problema che riguarda unicamente l’universo
femminile: confronto tra generazioni
DISEGNO DI RICERCA
a- ricognizione sul web e analisi secondaria di dati statistici e di
ricerche sull’occupazione femminile, andamento demografico,
welfare regionali, bilanci tempo, utilizzo delle misure a favore
della conciliazione ecc.
b- approfondimento qualitativo attraverso interviste semistrutturate a donne giovani madri con figli piccoli e a donne
adulte sul periodo in cui i figli erano piccoli in un comune del
palermitano. Obiettivo era di indagare se e in che modo gli
atteggiamenti e le aspettative delle coppie con figli sono cambiati
nel confronto tra ieri e oggi
Dati / esperienze per ARRICCHIRE / CONTESTUALIZZARE /
COMPARARE
- confronto a livello regionale su dati statistici demografici,
occupazionali, di uso dei servizi per l’infanzia ecc
-confronto, a livello europeo, sulle misure di conciliazione e
sull’utilizzo delle stesse
LA RILEVAZIONE
Costruzione traccia semistrutturata per intervista alle donne
madri
Scelta dei casi da intervistare (16), in modo da rappresentare due
generazioni di madri lavoratrici, con titolo di studio medio-alto e
diverse attività
- ELABORAZIONE:
analisi del contenuto
- RISULTATI:
anche se nel corso degli anni il ruolo della donna è cambiato e
oggi si assiste ad una maggiore collaborazione dei mariti il
modello culturale tradizionale continua ad avere un ruolo molto
forte nella gestione della vita lavorativa e familiare
INDICE
Introduzione
Capitolo 1- La conciliazione famiglia-lavoro nel contesto europeo
1. La nuova presenza femminile nel mondo del lavoro e l’importanza della conciliazione in
Europa.
1.1. Riflessioni critiche sulla normativa comunitaria relativa alla conciliazione.
1.2. I sistemi di conciliazione in Europa tra convergenza e diversificazione.
1.3. Le principali tipologie di congedo in Europa.
1.4. Il part-time.
1.5. I servizi per l’infanzia.
Capitolo 2 -La conciliazione famiglia-lavoro nel contesto italiano
2. Un percorso ancora in salita per le donne italiane.
2.1. La maternità: un ostacolo per le donne che vogliono realizzarsi professionalmente.
2.2. La persistente asimmetria dei ruoli all’interno della coppia.
2.3. Le perenni delle famiglie italiane: un breve confronto tra ieri e oggi.
2.4. Politiche e legislazione italiana in tema di conciliazione famiglia-lavoro.
2.5. La crisi italiana del 2011.
Capitolo 3 -Dispositivi che permettono di conciliare i tempi di vita con quelli di
lavoro
Capitolo 4 -L’analisi regionale della conciliazione famiglia-lavoro con
particolare riguardo alla Sicilia
3. I Quattro mondi del welfare nelle regioni italiane.
Capitolo 5 -La ricerca qualitativa sulle strategie di conciliazione condotta in un
comune della provincia di Palermo
Conclusioni
Allegati
Bibliografia
Figura 1.1. Modelli di occupazione tra le coppie con figli di 0-14 anni - Paesi OCSE, 2007
Fonte: OECD Family Database, 2011
I primi risultati della Quinta Indagine Europea sulle Condizioni di Lavoro di Eurofound (la
fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) ci offrono una
panoramica concreta dei cambiamenti che si sono verificati negli ultimi anni.
Quinta Indagine Europea sulle Condizioni di Lavoro scaricabile dal sito
http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2010/74/it/1/EF1074IT.pdf, consultato nel mese di ottobre 2011.
Se è vero che oggi sono sempre di più le ragazze che si inseriscono in ambiti per tradizione
maschili, tale inserimento risulta essere ancora non del tutto completo e soddisfacente. A dare
conferma di ciò sono i dati del Rapporto della Commissione Europea sulla salute delle donne nei 27
paesi membri e in Norvegia, Islanda e Liechtenstein1. Nello specifico, le donne rappresentano infatti
solo il 37% degli studenti di matematica, scienze e informatica e il 24% di ingegneria, materie che
continuano ad essere quindi considerate tipicamente maschili (Eurostat, 2009).
Rapporto 2010 della Commissione Europea sulla salute delle donne nei 27 paesi membri e in Norvegia, Islanda e
Liechtenstein scaricabile dal sito
http://ec.europa.eu/health/population_groups/docs/women_report_en.pdf, consultato nel mese di
ottobre 2011.
++++++++++++++
Figura 1.2. Impatto della presenza di figli sotto i 12 anni su donne e uomini nei paesi Ue, 2007
(differenza percentuale tra i tassi di occupazione in presenza di un figlio sotto i 12 anni e senza
alcun figlio)
Nota: Dati per la Svezia non disponibili.
Fonte: EUROSTAT, Labour Force Survey (LFS), medie annuali e Commission of the European Communities 2009
1
Rapporto 2010 della Commissione Europea sulla salute delle donne nei 27 paesi membri e in Norvegia, Islanda e
Liechtenstein scaricabile dal sito
http://ec.europa.eu/health/population_groups/docs/women_report_en.pdf, consultato nel mese di ottobre 2011.
. Questo è quanto emerso dall’indagine multiscopo “Uso del Tempo” dove nel 2008-2009 circa 800
mila madri hanno dichiarato di essere state licenziate o messe nelle condizioni di dover dare le
dimissioni a seguito di una gravidanza. Nella fattispecie, si tratta dell’8,7% delle madri che
lavorano o hanno lavorato in passato (Figura 2.8.).
Figura 2.8. Madri che hanno interrotto l’attività lavorativa in occasione di una gravidanza per
generazione di nascita della madre e modalità di interruzione – Anni 2008-2009 (per 100 madri di 16-64
anni che lavorano o hanno lavorato in passato con le stesse caratteristiche)
Fonte: Istat, Indagini multiscopo “Uso del tempo”, anno 2008-2009 (dati provvisori) e “Famiglie e soggetti sociali”,
anno 2009 (dati provvisori)
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
Figura 4.4. I giovani che non lavorano e non studiano (1) (valori percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Cfr. la sezione: Note metodologiche.
(1) Incidenza dei giovani che non studiano e non lavorano sulla popolazione tra 15 e 34 anni.
Tabella 4.11. Andamento obiettivo di servizio S.04 – Comuni siciliani che hanno attivato
servizi per l’infanzia
Elaborazione su Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 17
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
16 - LE AZIONI DELL’ATTESA
Uno studio etnografico nei servizi per la grave
emarginazione
Luigi Grigis - Tesi di Laurea in Servizio sociale a.a 2010-2011
INDICE
CAP 1 RASSEGNA DELLA LETTERATURA (HOMELESSNESS)
- Studi statunitensi
- Studi italiani
o Studi pionieristici
o Studi a livello nazionale
o Ricerche locali
CAP 2 LE AZIONI DELL’ATTESA
- La teoria di riferimento e gli interrogativi di ricerca
- Il disegno della ricerca
CAP 3 UNO SGUARDO ESTERNO SUI SERVIZI
- La quotidianità del dormitorio e dei servizi doccia, mensa, guardaroba e
ambulatorio
- Il servizio ambulatorio -I servizi doccia e guardaroba
- La fenomenologia delle attività quotidiane degli ospiti del dormitorio
- Gli anziani italiani -Il gruppo dei rumeni -I marocchini senza permesso
di soggiorno -Gli ex minori non accompagnati -I solitari -I lavoratori
- Adrian –Domenico -Mario
- I colloqui informali: come gli ospiti vivono il rapporto con la struttura, con
gli operatori e con la realtà esterna
CAP 4 LE INTERVISTE CON I TESTIMONI PRIVILEGIATI
- Il volontario
- L’ausiliario
- Il professionista
CAP 5 OSSERVAZIONI E PROSPETTIVE FUTURE
- proposte di intervento
CAP 6 CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
APPENDICI
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 18
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
DOMANDA:
come le caratteristiche strutturali e organizzative dei servizi
influiscono sulla “carriera” degli homeless
FINALITÀ:
contribuire a conoscere realtà e dinamiche nei
servizi per la grave emarginazione (homelesness)
OBIETTIVI CONOSCITIVI:
- delineare la realtà del dormitorio e degli altri servizi osservati
- ricostruire le attività quotidiane degli ospiti del dormitorio
- osservare come gli ospiti vivono il rapporto con la struttura, con
gli operatori e con la realtà esterna
- osservare l’approccio degli operatori “ausiliari”, “volontari” e
“professionisti” e indagare sulla loro rappresentazione dei
servizi che offrono
Ricercatore:
Luigi Grigis, studente Progest (e volontario)
AMBITO TERRITORIALE:
- Dormitorio maschile dell’ associazione S.Francesco d’Assisi di
via Saponaro, Milano
- Vita di strada dalle 8 alle 20 (senza mai rientrare a casa)
ANNO RILEVAZIONE:
2011 Marzo – una settimana
STUDIO DI CASO:
- servizio dormitorio,
- ospiti (chi fa vita di strada usufruendo dei servizi dormitorio,
mensa, doccia)
- operatori
(città come contesto)
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 19
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
STRUMENTI E TECNICHE DI RILEVAZIONE:
- OSSERVAZIONE PARTECIPANTE dissimulata
- COLLOQUI INFORMALI con ospiti riportati con appunti su DIARIO
QUOTIDIANO
- INTERVISTE a testimoni qualificati, a operatori registrati e
sbobinati integralmente
AREE INDAGATE/OSSERVATE:
- la vita quotidiana nei servizi dormitorio, mensa, doccia,
guardaroba, ambulatorio:
ambiente, attività, relazioni durante tutto l’arco di apertura del/dei
servizi
- le attività di “copertura” delle ore in cui i servizi sono chiusi (come
gli ospiti passano il
resto della giornata)
- chi sono gli ospiti e come “vedono” la loro situazione e i rapporti
col servizio
- come gli operatori “vedono” il servizio e le sue prestazioni, punti di
forza e debolezza
ELABORAZIONE/ANALISI DATI:
ANALISI DEGLI APPUNTI SUL DIARIO
ANALISI DELLE TRASCRIZIONI D’INTERVISTA
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 20
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
RISULTATI */CONCLUSIONI :
 il dormitorio/il servizio è reso involontariamente un “luogo
neutro” dove prevale l’attesa rispetto alle azioni (dove è più
facile pensare a come “riempire” la giornata piuttosto che a
come “riempire” il futuro).
 Il servizio nella sua organizzazione (orari, prestazioni,
operatori) presuppone che durante la giornata gli ospiti
lavorino, ma così non è, e per lo più vagano tutta la giornata
tornando poi distrutti dall’inattività.
 Le risorse e le caratteristiche identitarie e relazionali prodotte
dagli ospiti restano così “seppellite” .
* limiti di generalizzabilità – valgono per i casi e i luoghi osservati
DA QUI : PROPOSTE DI INTERVENTO
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 21
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
18 IL SERVIZIO SOCIALE DI BASE DI FRONTE ALLA
CRISI DEL WELFARE.
Condivisione di esperienze tra gli assistenti sociali
in provincia di Lecco
Cinzia Accardo 2012
OBIETTIVO DELLA TESI
Cogliere le strategie che utilizzano gli assistenti sociali di base nel
contesto di una crisi che riduce le risorse e allo stesso tempo aumenta i
bisogni cui rispondere
INTERROGATIVO DELLA RICERCA
Come la crisi economica cambia il lavoro e il ruolo dell’assistente sociale
secondo gli stessi assistenti sociali? Quali sono le risorse che possono
mettere in campo, le criticità, i nuovi bisogni che la crisi fa emergere ?
DISEGNO DI RICERCA
Focus group agli assistenti sociali della provincia di Lecco impegnati
nella formazione continua.
La priorità è a rilevare vissuti e percezioni
AREE DI RICERCA
- qualità professionali percepite ed agite,
- gli ostacoli alla loro piena espressione,
- riconoscimento del ruolo professionale da parte dei soggetti con cui si è
in relazione, aspettative e desideri per il futuro
STRUMENTO DI RILEVAZIONE
- 3 focus group (10 persone per gruppo) ciascuno dei quali
Omogeneo al suo interno per anzianità lavorativa come as: da 0 a 4 anni,
da 5 a 10 anni, da più di 10 anni in modo da favorire uno scambio alla pari
ma anche poter dare risalto alle differenti fasi evolutive dei servizi sociali
Eterogeneo per contesto lavorativo: pubblico vs terzo settore, servizi di
base vs servizi specialistici, enti differenti (Comune, Asl, Azienda
Ospedaliera ecc.)
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 22
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
ALCUNI RISULTATI
-In sintesi: si parla molto delle criticità identificate soprattutto nella
riduzione delle risorse a disposizione. Ma la complessità della situazione
è colta come necessaria e qualificante per la professione
La comparazione:
- L’anzianità di servizio incide nel senso che tra le più giovani
motivazione e passione fanno i conti con la precarietà che condiziona
l’investimento professionale, il gruppo di mezzo esprime maggior
necessità di confronto a sostegno della propria identità professionale, le
più anziane esprimono maggior consapevolezza delle criticità ma nello
stesso tempo maggior capacità nel fronteggiarle.
- a seconda del contesto di lavoro: nei comuni la maggior fatica a
sostenere il ruolo sotto la pressione di spinte contrastanti
(amministratori, utenti) spesso vissute in solitudine professionale; il
privato sociale è ambito dove convivono precarietà e però maggior
autonomia, progettualità, riconoscimento; nei servizi specialistici
soprattutto la fatica dell’interazione con la componente sanitaria
INDICE
Premessa
1) Scenario socio-economico attuale: il welfare di fronte alla crisi
1.1. Contesto normativo Lombardo e gli effetti della crisi socio-economica
1.2.Le trasformazioni del welfare e del lavoro sociale: emergenza di nuovi bisogni
1.3. Nuove Forme Di Povertà Sociale
1.4Aziendalizzazione ed esternalizzazione dei servizi: nuovo scenario di welfare locale
1.5 La programmazione sociale : i piani di zona e valutazione della spesa sociale
2)Analisi e ricostruzione del profilo professionale dell’assistente sociale di base
2.1 La crisi interroga il profilo: ridefinizione/riconoscimento del ruolo professionale
2.2 Ruolo di Polis-practice: l’Assistente Sociale protagonista nel suggerire le politiche sociali
2.3 La formazione continua degli assistenti sociali
3) Assistenti sociali della Provincia di Lecco: Analisi del territorio
3.1 Focus Group tra gli operatori sociali in Provincia di Lecco
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 23
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
3.2 Riflessioni e nuove prospettive
4) Conclusioni
Bibliografia
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 24
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
19 IL SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO:
Il caso della Regione Lombardia dagli anni
Novanta ad oggi.
Giada Petra Zanichelli 2013
OBIETTIVO DELLA TESI
Indagare la dimensione organizzativa del servizio sociale ospedaliero alla
luce dei cambiamenti che hanno interessato il sistema dei servizi sanitari e
sociali negli ultimi vent’anni
INTERROGATIVO DI RICERCA
come sono cambiati nel tempo ruolo e funzioni dell’assistente sociale in
relazione alle trasformazioni a livello istituzionale e organizzativo
DISEGNO DI RICERCA
Studio di caso di quattro servizi sociali in ambito ospedaliero
Interviste qualitative alle assistenti sociali che da tempo vi lavorano
Dati / esperienze per ARRICCHIRE / CONTESTUALIZZARE /
COMPARARE
- aggiornamento e arricchimento dell’indagine dei Servizi sociali
ospedalieri attuato dall’Ordine professionale della Regione Lombardia
nel 2006
LA SCELTA DEI CASI
- attraverso l’ identificazione e l’analisi di alcuni aspetti rilevanti per la
ricerca tratti dal quadro regionale dei Servizi sociali ospedalieri
- sono individuati quattro ospedali dell’area milanese e monzese
La ricerca come strumento della tesi
Pag. 25
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
LA RILEVAZIONE
Profilo di ciascun ospedale, con particolare attenzione al Servizio sociale
(storia, evoluzione dell’assetto istituzionale, organizzazione
dipartimentale, collaborazione con Terz settore e Università)attraverso i
siti internet, raccolta di documentazione aziendale
Traccia di intervista semistrutturata rivolta a quattro assistenti sociali
con almeno vent’anni di attività nel servizio sociale ospedaliero
ALCUNI RISULTATI
- l’organizzazione sanitaria e i suoi amministratori danno maggior
attenzione ai servizi e alle strutture sanitarie, lasciando in secondo piano
la “parte” sociale; inoltre le politiche sanitarie e sociali, dettate da
logiche di riduzione dei costi e contenimento della spesa pubblica,
rischiano di far ritenere la presenza del Servizio Sociale Ospedaliero “un
lusso, un accessorio”.
- Le quattro esperienze di “servizio” sono molto etereogenee e poco
confrontabili tra loro. a fronte di stessi modelli istituzionali (in questo
caso Aziende Ospedaliere) si sviluppano realtà organizzative
completamente differenti e difficilmente paragonabili.
- Con l’aziendalizzazione ogni realtà ha sviluppato un modello differente
di collocazione del servizio sociale e ogni assistente sociale intervistata
costruisce, dunque, la sua storia professionale in uno specifico contesto
organizzativo, di storia del servizio e del territorio dove l’ospedale è
collocato.
INDICE
Introduzione
3
PARTE PRIMA
Capitolo 1 - Il servizio sociale ospedaliero. Cenni storici.
1.1 Le origini del servizio sociale ospedaliero
1.2 La nascita del servizio sociale in Italia. Una breve
cronistoria
Capitolo 2 – La tridimensionalità del servizio sociale
2.1 L’approccio trifocale dell’intervento sociale professionale
2.2 La dimensione organizzativa dell’agire professionale
La ricerca come strumento della tesi
8
21
Pag. 26
PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
2.3 Organizzazioni e istituzioni
PARTE SECONDA
Capitolo 3 - Il servizio sociale ospedaliero dal 1968 ad oggi
in Regione Lombardia.
3.1 Introduzione
3.2 Dal 1968 al 1997
3.3 Dal 1998 ad oggi
3.4 Il servizio sociale professionale nelle Aziende Ospedaliere:
mission e funzioni
3.5 La “Rete” dei Servizi Sociali Professionali Ospedalieri –
Re.SSPO in Regione Lombardia
50
Capitolo 4 – Ruolo, aspetti critici e prospettive del servizio
sociale ospedaliero: interviste a testimoni privilegiati.
4.1 Introduzione metodologica
4.2 Gli esiti dell'indagine qualitativa
4.3 Riflessioni finali
81
Conclusioni
121
Allegati
124
Bibliografia
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PROGEST 2014-15 – Laboratorio di metodologia della ricerca II anno - M. Cacioppo e M. P. May
20 LA CURA PSICHIATRICA ODIERNA:
TSO E SERVIZI LOMBARDI E FRIUANI A CONFRONTO
Francesca Bulla 2011
OBIETTIVO DELLA TESI
Cogliere come è oggi la cura psichiatrica attraverso i diversi modi di
concepire il malato, di gestire le risorse e i servizi.
Premessa: studi epidemiologici condotti in alcune realtà italiane, negli
anni successivi all’emanazione della legge di riforma (180/1978), hanno
messo in evidenza la progressiva diminuzione del ricorso al trattamento
sanitario obbligatorio (TSO) e la graduale implementazione di un modello
che, discostandosi sempre più dal ricovero, era fortemente incentrato
sull’assistenza territoriale.
INTERROGATIVO DELLA RICERCA
a crisi economica cambia il lavoro e il ruolo dell’assistente sociale
secondo gli stessi assistenti sociali? Quali sono le risorse che possono
mettere in campo, le criticità, i nuovi bisogni che la crisi fa emergere ?
DISEGNO DI RICERCA
Analisi di due esperienze territoriali: Friuli e Lombardia, scelte per la
differente situazione rispetto all’uso dei TSO:
a) le politiche sanitarie regionali
b) due Dipartimenti di Salute mentale considerati all’avanguardia nelle
rispettive realtà
AREE DI RICERCA
- uso e significato del TSO
- i servizi e il territorio
- ruolo del soggetto curante e lavoro di èquipe
- la concezione della cura
STRUMENTO DI RILEVAZIONE
- interviste in profondità a 9 operatori (medici psichiatri, infermieri,
assistenti sociali,
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ALCUNI RISULTATI
-In sintesi: in entrambe le realtà si è impegnati a migliorare.
Alcune differenze tra i due modelli di cura:
- il centro di cura della salute mentale è il territorio in Friuli, l’ospedale
in Lombardia
- attività formativa esperenziale e aperta ai cittadini per gli operatori in
Friuli, tecnica ed esperta in Lombardia
- accompagnamento della persona in tutte le aree del percorso di vita
(malattia, abitazione, lavoro, territorio) nella realtà friulana, mentre in
Lombardia se si è lavorato molto sull’integrazione territoriale, resta
aperta l’area della casa e del lavoro
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