LEZIONE 4 PRIMA DECLINAZIONE Particolarità Genitivo singolare: accanto alla terminazione –AE resta traccia di un’antica forma -AS in espressioni come: pater familias = padre di famiglia filius familias = figlio di famiglia filia familias = figlia di famiglia Dativo e ablativo plurale in –abus in alcuni nomi femminili come filia, dea, liberta, ecc. in determinate espressioni in cui verrebbero a confondersi con i corrispondenti maschili della seconda declinazione: es. filiis et filiabus = ai figli e alle figlie. Pluralia tantum: Alcuni nomi della prima declinazione hanno solo il plurale Ad esempio: divitiae, -arum = ricchezza insidiae, -arum = insidia, agguato nuptiae, -arum = nozze reliquiae, - arum = reliquie Tra i nomi di città: Athenae, -arum = Atene Syracusae, -arum = Siracusa Il verbo sarà al plurale, ma la traduzione va al singolare Athenae in Graecia sunt Atene è in Grecia Anche la lingua italiana registra nomi che hanno solo il plurale, ad esempio: nozze, forbici, mutande, redini, congratulazioni, condoglianze, pantaloni, occhiali. Alcuni nomi hanno al plurale un significato diverso dal singolare: SINGOLARE PLURALE copia, -ae = abbondanza copiae, arum = truppe littera, -ae = lettera dell’alfabeto litterae, -arum = lettera missiva, letteratura vigilia, -ae = veglia vigiliae, -arum = sentinelle opera, -ae = opera operae, -arum = operai ESERCIZI Traduciamo in tutti i modi possibili le seguenti parole, indicando i relativi casi: agricolam (ACC. SING., L’AGRICOLTORE), casae, terris, feminas, Athenarum, Roma, dominas, aquis, Syracusis, amicam, familia, columbae, servam, Romam, aqua, dominarum, copiam. Completa con la terminazione mancante: 1. Puell___ carpunt ros__(Le fanciulle raccolgono le rose) 2. Odor viol _____gratus est (L’odore delle viole è gradevole) 3. Aquil___non captant musc___ (Le aquile non catturano le mosche) 4. Orae insul___sunt arenosae (Le coste dell’isola sono sabbiose) 5. Poeta athlet ___ glori ___ magnificat (Il poeta magnifica la gloria dell’atleta) 6. Puell__ de___ ros___coronas donant (Le fanciulle donano corone di rose alla dea ) Analizza e traduci: Italia magna et clara paeninsula est. Sicilia et Sardinia Italiae insulae sunt. Sicilia et Sardinia non insulae parvae sed insulae magnae sunt. Siciliae incolae agricolae, nautae et poetae sunt. Syracusarum incolae Graeci sunt. Sed Syracusae in Graecia non sunt. Syracusae sunt in Sicilia. IL VERBO Il verbo ESSERE è un verbo irregolare, con una coniugazione propria che alterna al presente i temi ES – e S Singolare 1. SUM → Ego in schola sum 2. ES → Tu discipulus es 3. EST → Iulia puella Romana est Plurale 1. SUMUS → Nos in schola sumus 2. ESTIS → Vos in Sicilia estis 3. SUNT → Iulia et Tulliae puellae Romanae sunt LE CONIUGAZIONI LATINE I verbi regolari sono raggruppati in 4 CONIUGAZIONI che si distinguono in relazione alla vocale tematica propria di ciascuna. Cos’è la vocale tematica? Osserva: PUGN + Ā + RE ↓ radice + vocale tematica + desinenza I_______________I terminazione o uscita I tema I Nel verbo (come nel nome) distinguiamo: 1. RADICE = parte invariabile 2. VOCALE TEMATICA = vocale che unisce radice e desinenza. 3. DESINENZA = parte finale, variabile. La forma base della coniugazione di un verbo si chiama TEMA ed è costituita da RADICE + VOCALE TEMATICA CONIUGAZIONE RADICE VOCALE TEMATICA TEMA 1ᵃ am - - a- ama - 2ᵃ mon - - ē- monē - 3ᵃ leg - - ĕ- legĕ - 4ᵃ aud - - ī- audī - Al TEMA si aggiungono le DESINENZE. Ad esempio, per formare l’infinito si aggiunge la desinenza -RE. Quindi avremo: CONIUGAZIONE TEMA DESINENZA INFINITO 1ᵃ amā - - re amāre 2ᵃ monē - - re monēre 3ᵃ legĕ - - re legĕre 4ᵃ audī - - re audīre La parte sottolineata è la terminazione (o uscita) formata da vocale tematica + desinenza. Quindi distinguiamo le 4 coniugazioni dalle terminazioni dell’infinito: 1ᵃ coniugazione infinito in - āre 2ᵃ coniugazione infinito in - ēre 3ᵃ coniugazione infinito in - ĕre 4ᵃ coniugazione infinito in - īre Indicativo presente AMO (= Io amo) Indicativo presente MONEO (=Io ammonisco) Indicativo presente LEGO (= Io leggo) Indicativo presente AUDIO (= Io sento / ascolto) Esercizio Leggi ad alta voce i seguenti verbi riportati nella forma dell’infinito presente e indica per ciascuno la coniugazione di appartenenza e la prima persona singolare dell’indicativo presente. INFINITO Timēre dare vincĕre habēre cadĕre finire solvĕre dicĕre CONIUGAZIONE PRESENTE 1ᵃ PERS. SINGOLARE INDICATIVO PRESENTE DELLE QUATTRO CONIUGAZIONI SING. PLUR. 1ᵃ coniugazione 2ᵃ coniugazione 3ᵃ coniugazione 4ᵃ coniugazione 1ᵃ amo moneo lego audio 2ᵃ amas mones legis audis 3ᵃ amat monet legit audit 1ᵃ amāmus monēmus legĭmus audīmus 2ᵃ amātis monētis legĭtis audītis 3ᵃ amant monent legunt audiunt Come vedi, le desinenze sono comuni alle quattro coniugazioni. Cambia la vocale tematica! Le desinenze sono: SING. PLUR. 1ᵃ - o 2ᵃ - s 3ᵃ - t 1ᵃ - mus 2ᵃ - tis 3ᵃ - nt ESERCIZI Coniuga i verbi indicati seguendo il modello a sinistra. Poi traduci. 1. Completa (aggiungendo al tema le desinenze) la coniugazione del presente di laudo – laudas – laudare = lodare 2. Scrivi tu il presente indicativo del verbo ambŭlo - ambulas – ambulare = camminare PRIMA CONIUGAZIONE SING. 1ᵃ amo io amo laudo 2ᵃ amas tu ami lauda__ 3ᵃ amat egli ama lauda__ amāmus noi amiamo lauda___ 2ᵃ amātis voi amate lauda___ 3ᵃ amant essi amano lauda__ PLUR. 1ᵃ io lodo ambulo io cammino 1. Completa (aggiungendo al tema le desinenze) la coniugazione del presente di doceo – doces – docēre = insegnare 2. Scrivi tu il presente indicativo del verbo habeo - habes – habēre = avere SECONDA CONIUGAZIONE SING. 1ᵃ moneo io ammonisco doceo 2ᵃ mones tu ammonisci doce__ 3ᵃ monet egli ammonisce doce__ PLUR. 1ᵃ monēmu s noi ammoniamo doce___ 2ᵃ monētis voi ammonite doce___ 3ᵃ monent essi ammoniscono doce__ io insegno habeo io ho 1. Completa (aggiungendo al tema le desinenze) la coniugazione del presente di disco – discis – discĕre = imparare 2. Scrivi tu il presente indicativo del verbo duco - is - ducĕre= condurre TERZA CONIUGAZIONE SING. 1ᵃ lego io leggo disco 2ᵃ legis tu leggi disci__ 3ᵃ legit egli legge disci__ legĭmus noi leggiamo disci___ 2ᵃ legĭtis voi leggete disci___ 3ᵃ legunt essi leggono discu__ PLUR. 1ᵃ io imparo duco io conduco 1. Completa (aggiungendo al tema le desinenze) la coniugazione del presente di invenio – invenis – invenire = trovare 2. Scrivi tu il presente indicativo del verbo scio - is - scire= sapere QUARTA CONIUGAZIONE SING. 1ᵃ audio io sento invenio 2ᵃ audis tu senti inveni__ 3ᵃ audit egli sente inveni__ audīmus noi sentiamo inveni___ 2ᵃ audītis voi sentite inveni___ 3ᵃ audiunt essi sentono PLUR. 1ᵃ inveniu__ io trovo scio io so Analizza e traduci le seguenti voci verbali. Segui l’esempio Persona e numero Dat terza singolare Deriva da Do – das (dare) legĭmus (leggere) pares (obbedire) vinciunt (legare) vincunt (vincere) timetis (temere) monent (ammonire) putas (valutare/pensare) Coniugazione 1ᵃ Traduzione egli dà LA COSTRUZIONE DELLA FRASE LATINA In italiano l’ordine delle parole determina la funzione logica e, di conseguenza, il significato della frase. Esempio: Maria ama Giulio Giulio ama Maria In questi casi è la posizione a determinare il soggetto In latino, invece, lo spostamento delle parole nella frase non provoca nessun mutamento di significato: Esempio: Domină laudat ancillam Domină ancillam laudat Ancillam domină laudat Le tre frasi hanno lo stesso significato: “La padrona loda l’ancella” Questo perché la funzione logica della parola è indicata dalla sua desinenza e non dalla sua posizione. Il latino, quindi, c’è una maggiore libertà nella disposizione delle parole. Tuttavia, anche se non c’è una regola ferrea, l’ordine preferenziale delle parole è il seguente: ll soggetto si trova di preferenza all’inizio della frase Il verbo si trova alla fine Il complemento oggetto si trova prima del verbo da cui dipende Esempio: Ancilla aram ornat (Nom.) (Acc.) (VERBO) L’ancella orna l’altare Il complemento di specificazione si trova di solito prima del sostantivo che specifica Ancilla deae aram ornat L’ancella orna l’altare della dea Il nome del predicato precede il verbo essere Fortuna caeca est BENE VERTERE Prima di tradurre è indispensabile “dare un nome” ad ogni elemento della frase, cioè individuarne la funzione logica. 1. Il motore della frase è il VERBO 2. Al verbo si legano degli elementi che sono fondamentali per formare una frase di senso compiuto, gli argomenti del verbo. 3. Il VERBO e i suoi ARGOMENTI costituiscono il NUCLEO della frase. Esempio: LA MAESTRA NARRA SOGGETTO UNA FAVOLA COMPLEMENTO OGGETTO MAGISTRA FABULAM NARRAT 1. Nell’analisi bisogna sempre partire dal VERBO 2. Poi si individua il SOGGETTO (= NOMINATIVO) 3. Se il verbo è transitivo dobbiamo tradurre il complemento OGGETTO. 4. In ogni caso dobbiamo tradurre gli elementi indispensabili perché la frase abbia senso compiuto. Proviamo a tradurre dopo aver individuato la funzione logica di ogni elemento della frase. 1. Luna terram illustrat. 2. Fortunae iniurias non timemus. 3. Magistra ac discipulae philosophĭam amant. 4. Discipulae poetarum fabulas legunt. 5. Piratae Italiae oras infestant. 6. Poeta Romae historiam celebrat 7. Insularum incolae procellas timent 8. Agricolarum filiae gallinis escam dant. 9. Magistra discipularum sapientiam et constantiam laudat. 10. Copiae Romanae audaciā Africae incolis pugnant et victoriam compărant. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. (Italo Calvino) Oggi conosceremo un “classico” della letteratura latina, il poeta Gaio Valerio Catullo Prima una curiosità: perché 3 nomi? Non ne bastava uno? I Romani (maschi) avevano tria nomina, tre nomi: 1. PRAENOMEN → il nome proprio 2. NOMEN → il nome della gens di appartenenza (ogni familia appartiene ad una gens, “stirpe”, “clan”= la gens è formata dalle famiglie che discendono da un antenato comune e che praticano culti comuni) 3. COGNOMEN → “soprannome” inizialmente individuale, designava un individuo che si distingueva all’interno della gens (per una sua peculiarità fisica, caratteriale etc.); dall’età repubblicana assume carattere ereditario e designa una specifica familia all’interno della gens. Ad esempio, da caratteristiche fisiche derivano: Publio Ovidio Nasone→ “dal naso grande” Gaio Giulio Cesare → “dalla folta capigliatura” Marco Tullio Cicerone → da escrescenze simili a “ceci” (lt. cicer) sul naso Da peculiarità legate al carattere derivano: Marco Porcio Catone→ catus = “sagace” Gneo Pompeo Magno → magnus = “grande” Da animali: Quinto Lutazio Catulo→ “cucciolo” Da oggetti: Publio Cornelio Scipione→ “bastone”. Un ulteriore nome è l’AGNOMEN, un secondo soprannome conquistato in età adulta ex virtute, ad esempio Publio Cornelio Scipione l’Africano. Le donne non avevano i tria nomina: venivano indicate con il nome della gens al femminile: Iulia, Cornelia etc. GAIO VALERIO CATULLO praenomen nomen cognomen Verona, 87 a.C. A Roma conosce Clodia, una matrona, cioè una donna sposata, moglie del console Q. Cecilio Metello. Nei suoi versi canta l’amore per Clodia, indicata con lo pseudonimo Lesbia: l’amore è vissuto e cantato come esperienza totalizzante, come l’unico valore in grado di risarcire l’uomo dalla fugacità della vita Vivamus, mea Lesbia, atque amemus... Da mi basia mille, deinde centum, dein mille alterna, dein secunda centum, deinde usque alterna mille, deinde centum... Il rapporto, nato come adulterio, è rappresentato come un “patto” d’amore violato ripetutamente dalla donna. Di qui il conflitto interiore che tormenta il poeta, sospeso tra una passione travolgente e un odio alimentato dai tradimenti della donna. Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento. (S. Quasimodo) Io odio e amo. Ma come, dirai. Non lo so, sento che avviene ed è la mia tortura (trad. E. Mandruzzato)