riunione di gruppo - Cursillos di Mantova

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Scuola Responsabili
MCC Mantova
3° incontro - 19 marzo 2012
“RIUNIONE DI GRUPPO”
Con questa relazione parlo dei Gruppi che dovremmo iniziare a formare all’esterno del MCC nei
nostri ambienti in cui normalmente viviamo. Lo chiamerò semplicemente Gruppo.
Nel MCC un qualsiasi gruppo è un gruppo cristiano (vedi Giorgio), perché deriva da Cristo:
«Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, “Io sono” in mezzo», con tutto quanto ne consegue, la
presenza dell’Amore e della Comunione Trinitaria.
Facciamo mente locale a quanto fatto negli ultimi 5 anni: …….
Con questo voglio dire che senza l’amicizia e la Comunione all’interno di un gruppo di cursillisti,
non può rendersi presente Cristo, presenza indispensabile perché il gruppo sia cristiano e quindi
efficace nelle sue azioni di apostolato nella Chiesa. Era così il gruppo degli apostoli, prima, quando
Gesù era con loro, e dopo la risurrezione, quando presente il suo Spirito, condividevano insieme
un’esperienza per un’unica finalità.
Vi dico subito qual è lo Scopo e la finalità del Gruppo. “The Mission”.
La relazione presenta le spiegazioni che motivano la necessità di creare questi Gruppi, il loro
senso e in ultima analisi il loro scopo.
Noi cursillisti stiamo vivendo in diocesi una concomitanza di eventi straordinari che ci aiutano a
comprendere meglio il Carisma del MCC. Tre anni fa abbiamo incominciato a capire la necessità di
creare i Gruppi, senza però capire bene il loro scopo, non avendo avuto occasione in passato di
farne esperienza. L’anno scorso con la Settimana Pastorale ci è stato detto che noi laici dobbiamo
diventare più responsabili e corresponsabili della “pastorale” insieme ai preti, dobbiamo cioè
iniziare a comunicare e annunciare, ma non ci è stato detto cosa. Il 20 gennaio il vescovo Roberto ci
ha detto cosa dobbiamo annunciare: la Buona Notizia di Dio che ci ama e ci salva per la fede in
Gesù1, questa è una certezza e in quanto Verità, l’ha detto sempre il vescovo l’11 novembre
scorso2, non è più un mistero. Quindi non dobbiamo solo testimoniare come disse mons. Fisichella
il 15 ott. 2011: “Molti sbagliando hanno pensato che l’annuncio esplicito non fosse necessario e
che la semplice testimonianza di vita fosse una forma di evangelizzazione. Mentre invece la
testimonianza comporta l’annuncio esplicito”. Perché “I giovani oggi vivono in una società in
continua evoluzione dove i valori e le istituzioni non sono più pienamente credibili e stabili (come
la testimonianza), anzi si afferma che il bene e il male non esistono, tutto è relativo, tutto è frutto di
civili convinzioni”3.
Come dicevo prima, nessuno di noi ha esperienza di Gruppo, sarebbe bello se stasera insieme
riuscissimo a tirar fuori quello che serve per comprendere come fare. Certo è impegnativo! Ma se
come credo ci siamo posti delle domande, allora abbiamo bisogno di essere confermati nel nostro
parere, in ciò che già pensiamo. Io stesso cosa vi posso dire? Solo qualche idea, pensiero, tenendo
presente che ne abbiamo già parlato anche l’anno scorso…Cercherò di darvi risposte che forse sono
già nate dentro di voi, emerse nella vostra mente o dal vostro cuore. Perché se la Verità abita già al
vostro interno, non serve che qualcuno ve la dica. Servono solo degli spunti, che vi aiutino a
mettervi di fronte a ciò che cercate. Quindi, o parte da una vostra convinzione, altrimenti quello che
facciamo e diciamo stasera non serve a niente. Non voglio persuadervi, ma vi chiedo di seguire il
ragionamento e di ragionare voi stessi, quali persone pensanti e diventare corresponsabili. Teniamo
presente che 60 anni fa era normale tornare dal Corso e trovarsi in Gruppo, adesso sembra
un’imposizione del Nazionale o peggio dal Carisma del MCC.
A questo punto è necessario vi ponga la prima domanda per focalizzare… dovreste scrivere…
Ognuno di noi si sarà domandato: perché devo fare il Gruppo? Per quale scopo?
1
Ascolta il vescovo: http://www.radiolaghi.it/video.asp?id=98
Ascolta il vescovo: http://www.radiolaghi.it/video.asp?id=89
3
“Solo l’amore salva” di Simone Giusti
2
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Servire, servizio, ma come? Stiamo bene insieme, diamo lode a Dio, prendiamo esempio:
 Una coppia sta bene insieme e così genera e serve facendo crescere donando…
 L’equipe sta bene insieme, ma poi va al Corso a donare annunciando…
 Gli apostoli stavano bene con Gesù, e annunciano fino a noi…
 Con Remo, Piero e Gilberto, amici cursillisti, un gruppo, eravamo andati a Lonato a
servire…
È stato scritto da don Fulvio che come ogni cristiano, perché profeta, così noi componenti il
Gruppo4, abbiamo delle responsabilità verso l’Evangelizzazione, cioè nell’annuncio della Buona
Notizia. Perché il miglior servizio caritativo che si possa rendere ad un amico è proprio annunciargli
la Buona Notizia, la Salvezza operata da Dio in Gesù.
Mi è venuto spontaneo coniugare le indicazioni della Settimana Pastorale con il nostro Carisma
che è per l’Evangelizzazione degli ambienti e mi sono accorto che il Gruppo è proprio in grado di
attualizzare le indicazioni della diocesi attraverso due semplici finalità, che formano uno scopo non
solo umano ma divino, ma sono due novità mai fatte prima, che dobbiamo fare nostre:
1. annunciare la Buona Notizia che salva… e suscitare curiosità in chi ascolta…
2. far incontrare chi ha ascoltato e accolto, con colui che opera la salvezza: Cristo al Corso
…
Se le attualizziamo ci conformiamo al progetto/volontà di Dio (Carisma).
Il Papa ha scritto: “Con il cuore… si crede…e con la bocca si fa la professione di fede.
Professare con la bocca, annunciando, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno
pubblici [Il Gruppo nell’ambiente] ed è una responsabilità sociale… La stessa professione della
fede è un atto personale e insieme comunitario” 5 in gruppo.
La Scuola dovrebbe aiutarci ad acquisire le consapevolezze necessarie per arrivare ad una
corresponsabilità, come ci è stato detto dal vescovo il 27 nov. scorso6 aiutando i componenti il
Gruppo a diventare annunciatori e così pescatori, sollecitando gli amici a partecipare al Corso.
Lasciando a tutti il tempo necessario per maturare, tenendo presente che non tutti siamo chiamati a
fare le stesse cose, dando le stesse risposte.
Cosa serve per creare un Gruppo di cristiani? Qual è la materia prima indispensabile?
Le persone
Cosa unisce le persone perché il Gruppo funzioni?
Desiderio, amicizia, aver capito lo scopo…
E perché un gruppo sia cristiano cosa serve?
Cristo
E come si genera Cristo? O come ci uniamo a Lui?
Nell’Amore e nella comunione…
In conclusione per fare un Gruppo servono: Le persone che siano amiche e generino Cristo
nell’amore e nella comunione…
Parliamo ora delle persone.
1) PERSONE e non Individui (approfondirà meglio don Lino nel 4° incontro)
Perché parlare di persone e chiarire chi sono le persone?
Perché abbiamo bisogno di capire meglio noi stessi come cursillisti e il perché dei nostri
comportamenti e dei nostri bisogni.
4
Leggi don Fulvio:
http://www.lacittadellamantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4971&Itemid=92
5
Benedetto XVI in “La porta della fede”.
6
Leggi: http://www.cercatetravoi.it/mat_avvento.php?id=28
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Nel dizionario si legge che persona è “l’essere umano in quanto tale”. In altre parole, l’ “essere”
è la “sostanza personale” che sta a fondamento dell’uomo caratterizzato dal fatto di essere unico,
specifico e irrepetibile nella storia dell’umanità (da 3 milioni di anni, da quando ha incominciato ad
essere presente sulla terra).
Nell’ambito della fede, sappiamo di essere stati creati dall’amore di Dio Trinità (che è la
Persona Somma in tre Persone) a sua immagine, quindi persone. Il cristiano, allora si realizza
come persona solo se conosce se stesso come figlio di Dio e riconosce l'Amore del Padre e poi si
lascia inserire nel suo amore che lo ama. Per questo al Corso ci viene detto diverse volte che Dio ci
ama, ma dovremmo esserne veramente convinti. È il primo passo per fare tutto il resto.
Oggi però, il pensiero filosofico della cultura laica, non riconosce l'uomo come “persona umana”
costruita dal principio personalizzante divino. Così per tante persone non è “naturale” e dà persino
fastidio pensare che l'uomo si lasci spiritualizzare dal “principio personalizzante” del Padre, cioè
dallo Spirito Santo. Tante persone comuni poi non hanno idee chiare in merito e forse neppure se ne
preoccupano. Compito di noi cursillisti è renderci conto che in quanto credenti in Dio e in Gesù
incontrato al Corso, abbiamo consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che possiamo donare agli
altri.
Gesù al Corso, ci ha dato una prima indicazione: ama i tuoi fratelli, gli amici come te stesso. È
quello che ha fatto Lui, che si amava tanto nella Trinità, che è venuto qui per salvarci. Allora, solo
se siamo in pace con noi stessi, riusciamo ad amare gli altri, altrimenti non è possibile.
Qual’è allora la prima cosa da fare?
Conoscere meglio se stessi………e noi abbiamo iniziato a farlo al Corso…
Il Papa disse: “L’uomo deve svilupparsi da se stesso, senza imposizioni di altri. In realtà è però
essenziale il fatto che divenga se stesso solo dall’altro, l’io diventa se stesso dal tu e dal noi, è creato per il
dialogo”7. Quindi ognuno diventa più se stesso in Gruppo!
«… Eduardo … disse che la persona non è posta al centro del mondo, ma al centro
dell’azione dello Spirito e quindi al centro dell’azione apostolica. … [La] persona [è]
vista come “l’uomo concreto, normale, quotidiano” nella sua concreta attuazione spaziotemporale che ne determina e condiziona lo sviluppo e la realizzazione... continuamente e
progressivamente.
In questa ricerca la prima tappa dell’uomo “libero” divenuto persona è l’incontro con se
stesso…[come persona che] desidera… scoprire la sua struttura di identità. Senza l’incontro
con se stesso, attraverso “conosci te stesso”, la tua vocazione, i tuoi carismi, non ci potranno
essere altri incontri; né con Dio né con gli altri uomini…[come spesso viene detto al Corso, vedi
anche Notiziario 6/11 pag. 8 e ascolta p. Ronchi8 commento alla 2° dom. T.O.] …[Sono consapevole che…]
• “Dio mi ama così come sono e il Padre mi cerca dall’eternità”: è questa la notizia più
bella da fare conoscere a tutti! [E come cursillisti siamo chiamati a dirla, come abbiamo già letto da
Don Fulvio]
• Tutti gli uomini sono amati da Dio così come sono, perché Lui li crea così, e se sono
così preziosi agli occhi di Dio, anch’io li posso amare e condividere con loro questo amore:
l’amicizia diventa così lo strumento efficace di santità perché intesa come “condivisione
dell’Amore di Dio verso l’uomo”.
In sintesi, per Eduardo, la persona… è il perno intorno a cui gira l’azione di salvezza nella
storia dell’uomo, lui è nelle mani di Dio, ed è strumento libero e cosciente
dell’Evangelizzazione.»9
Riprendo quanto appena detto. Al Corso ci viene detto diverse volte che Dio ci ama, poi ci viene
presentato il Kerigma, ma non la Buona Notizia completa. Oggi però non è più sufficiente dire a
chi ci ascolta che Dio ci ama, perché non capisce cosa significhi, né come questo avvenga. Bisogna
andare oltre e far capire il “perché” ci ama e “come” ci ama. Come ha chiesto Maria all’angelo.
7
Benedetto XVI alla CEI il 27 marzo 2010.
www.parrocchiasangiorgio.org/fckeditor/files/media/Ronchi_B2ord.wma
9
Dal libro MCC: “CURSILLOS, STORIA E CARISMA”, II edizione, pagina 170.
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Allora noi dovremo comprendere bene questo e dopo farlo comprendere agli altri: Dio ci ama e ci
salva per la Vita Eterna per la nostra fede in Lui e in suo Figlio morto e risorto, così la Buona
Notizia è l’unione del Kerigma seguito dall’annuncio di salvezza.
Abbiamo detto prima che l’amicizia unisce le persone, l’amicizia che c’è tra di noi dov’è nata?
Al Corso…
Perché, cos’è avvenuto là?
C’è una comunità in comunione che ha reso presente l’Amore di Cristo col suo Spirito…
Allora cosa deve avvenire nel Gruppo?
Lo stesso…
Ecco perché cerchiamo ora di parlare di ciò che ci unisce tra di noi e poi con Cristo:
2) RELAZIONI: Amicizia, Comunione, Amore/Carità (Giorgio ha scritto: Dio Trinità è
relazione nella com-unione di Amore)
Noi cursillisti, da sempre diciamo che il primo presupposto della vita in gruppo, è l’amicizia. Ma
quale amicizia? L’amicizia è presente anche in altri gruppi di persone che si incontrano per altri
scopi. Oggi si è amici anche su Twitter (Social Network) senza conoscersi di persona…Ma non
preoccupiamoci, un esperto ha detto che gli amici veri sono quei pochi che si conoscono di persona!
Cosa ci distingue tra noi e loro? Giorgio, la volta scorsa, ha detto che nell’ambito civile, le
persone si trovano in gruppo per interessi e opportunità varie, o semplicemente perché stanno bene
insieme essendo cresciuti fin da piccoli in amicizia, ma niente più.
Vi chiedo quindi un piccolo sforzo per capire le differenze tra amicizia, Amore/Carità, e
Comunione.
Per questo suggerisco di tener conto della distinzione tra noi credenti e cursillisti e gli altri.
Nel linguaggio corrente, per parlare di amicizia, usiamo molte espressioni del tipo: “sono
contento che tu esista”, “chi trova un amico trova un tesoro”, “l’amicizia cambia la vita”,
“l’amicizia è un’anima sola che vive in due corpi”, ecc…
Nel dizionario alla voce amicizia, leggiamo: “Reciproco affetto vivo, puro, disinteressato e
costante fra due o più persone, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri e
caratteri e da una prolungata consuetudine”.
Al Corso però, in così breve tempo e senza ci sia conformità di caratteri, né consuetudine, nasce
l’amicizia. Come è possibile? Deve essere successo qualcosa… Vediamo di capire quello che
succede, per poi capire come dovrebbe cercare di vivere il Gruppo.
Dall’Amore di Dio Trinità nasce la Comunione, una relazione tra le tre Persone e con noi creati a
Sua immagine. Al Corso si fa presente questo Amore che rende possibile la Comunione, prima
ancora di rendercene conto (per i nuovi serve tempo) che l’Amore è là presente come Grazia che
trasforma e converte, è una Persona: Gesù. Lui è entrato in comunione personale con me e con
ognuno di noi singolarmente.
Per Lui è stato possibile relazionarsi con noi e lo fa continuamente. Per noi sarebbe stato
impossibile.
Così volendo sintetizzare, prima è presente l’amicizia tra le persone che accettano di andare al
Corso, poi al Corso, nell’amicizia e nella comunione dell’equipe, si rende presente la Comunione
nell’Amore divino attraverso l’esperienza comune e condivisa nei 3 giorni, così tutti ne possano
godere: equipe e nuovi. Quindi dall’amicizia “Io posso diventare amico di Cristo, perché Lui mi
ama e si fa mio prossimo fino a consentire, se lo voglio, questo divenire suo amico”, incomincio ad
assaporare un sentimento nuovo che nasce e cresce tra di noi: l’amore tra persone. Nel cammino di
tre giorni passiamo dalla comprensione del significato: ama l’altro come te stesso, fino ad
assomigliare poi all’Amore di Dio: amatevi come io vi ho amato. Non dobbiamo avere però avere
la pretesa di arrivare subito ad amare come Lui, perché Lui è Dio e noi solo uomini, sempre
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incapaci di fare il bene. Per questo è bene rispettare i tempi di ognuno, non bisogna parlare ai
Nuovi, né di amore né di comunione, non comprenderebbero, ma solo di amicizia. Allora al Corso
si scopre di star bene insieme, è bello, si vorrebbe restare, come sul monte della trasfigurazione. Noi
possiamo continuare a stare bene insieme in Gruppo, ma non è solo per noi, abbiamo anche un
compito: dirlo agli altri.
Noi qui stasera, abbiamo già fatto un buon cammino e dovremmo aver già compreso che c’è
qualcosa in più dell’amicizia tra noi: c’è Amore e Comunione (Lui è qui e li rende presenti). C’è
quindi una progressione da fare e serve tempo, come ha fatto Gesù con i suoi discepoli.
Così nei Gruppi andrà ricercato qualcosa in più dell’amicizia che c’è già tra di noi. Questo
qualcosa è ciò che ci unisce tra noi persone con Cristo là presente. È appunto la Comunione
nell’Amore. A questo punto, non dobbiamo aver timore ad usare questa parola, forse ingombrante e
poco usata anche da Bonnin stesso. Eduardo, nei suoi discorsi, ha sempre richiamato l’importanza
dell’amicizia10 con Cristo, con i fratelli, credo non abbia mai parlato di amore e comunione. Forse
perché sessanta anni fa non c’era la giusta comprensione della Comunione nella Trinità, né il senso
di comunione nella Chiesa, divisa in varie confessioni, all’epoca la Chiesa cattolica si riteneva
migliore delle altre. Poi noi non possiamo sapere che senso avesse a quel tempo a Moiorca, la
parola Comunione, troppo lontana da noi, qui oggi! Forse però sessanta anni fa c’era più amicizia
vera.
Dal Concilio in poi, però è stato capito di più e dovremmo tenerne conto. Noi nel nostro piccolo
dovremo sforzarci per comprendere meglio il senso della parola Comunione e così ricercarla e
usarla.
Il Papa nell’udienza del 18 gennaio scorso per l’unità dei cristiani, disse: “Il compito ecumenico è
dunque una responsabilità dell’intera Chiesa e di tutti i battezzati, che devono far crescere la comunione
parziale già esistente tra i cristiani fino alla piena comunione nella verità e nella carità. Come possiamo
dare una testimonianza convincente se siamo divisi? In questo senso, dobbiamo ricordare le parole del
beato Giovanni Paolo II, che nella sua Enciclica “Ut unum sint” parla del danno causato alla testimonianza
cristiana e all’annuncio del Vangelo dalla mancanza di unità. E’ una grande sfida questa per la nuova
evangelizzazione, che può essere più fruttuosa se tutti i cristiani annunciano insieme la verità del Vangelo di
Gesù Cristo….”
Quindi se c’è Comunione di pensieri, sentimenti e volontà, il nostro volere, lo scopo del Gruppo,
coincide con la volontà di Dio.
In ogni gruppo cristiano, può essere in parrocchia o nel MCC, oltre all’amicizia, ci dovrebbe
essere anche la Comunione, quasi a dire che se non c’è amicizia non ci può essere neppure la
comunione. Come la Trinità è formata da tre Persone, in perfetta Comunione, Relazione e Amore
tra di loro11 per una sola finalità: la nostra salvezza, così la comunione nel Gruppo dovrà avere una
comune finalità. Penso ad esempio, all’equipe di un Corso, c’è una comunione di intenti per una
finalità tra i componenti e con Cristo. Se ci fosse solo l’amicizia, non si raggiungerebbe lo scopo
finale. Estendendo il concetto, il MCC e l’Associazione, si formano attraverso gruppi, comunità,
che in Comunione sul Carisma e non su altro, hanno una finalità condivisa e un’unità di intenti che
si concretizza nel Gruppo d’ambiente per annunciare e invitare al Corso le persone sensibili. Il
Gruppo, in fin dei conti, è una piccola Comunità che rappresenta la Comunità Trinitaria.
Eduardo, a ragione, sosteneva che l’amicizia fosse il mezzo più efficace per comunicare agli
altri negli ambienti l’amore di Dio.
Allora per concludere, si può stare in Gruppo solo se c’è l’amicizia ed essendo cristiani la
Comunione.
Ora dopo amicizia e comunione, cosa dire sull’amore. Io credo fermamente nell’Amore perchè
Dio è la fonte dell’Amore, di ogni amore umano, l’uomo è capace di amare solo perché è stato
creato a immagine di Dio. Dio infatti ci ama, né più né meno, come se stesso: Trinità, per cui è
10
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Dal libro MCC: “CURSILLOS, STORIA E CARISMA”, II edizione, pagina 180.
Consiglio la lettura del libro di Paul Young: “Il rifugio”
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fedele per sempre al suo Amore. Se avrete occasione di leggere “Il rifugio” lo comprenderete bene.
Interessante quanto scrive Enzo Bianchi in “Ama il prossimo tuo” a pag. 10: fidarsi e credere in
Dio, significa fidarsi del suo Amore, quindi chi crede ama e chi ama crede! È sconcertante!
Questo Amore è Gesù, a conferma che Dio ci ama per primo e ci salva senza mai chiederci nessun
contraccambio. Lui ha sempre fatto così fin dal primo Testamento.
A questo proposito è bello ricordare la progressione che ancora si dà all’amore: “amo perché mi
sento amato…, amo per la gioia di amare…, amo e basta”.
Però solo Dio è in grado di “Amare e basta”, Lui in Gesù è andato in croce per salvarci! Noi
possiamo tendere a questo, come fanno i santi e mi viene in mente san padre Kolbe, ma non è di
tutti. Per l’uomo è facile amare quando ne riceve il contraccambio nella coppia, per quella scintilla
che è scattata a suo tempo quale Suo dono.
Ho provato a domandarmi: cosa significa per me amare Dio? Per la mia esperienza, l’amore
umano di coppia è di desiderio ed è totalitario, chiuso, non ammette altri amori. Mentre il mio
amore per Dio non è così, è aperto, consente di poter amare oltre a mia moglie e i figli, anche gli
altri, tutti, diventa quindi un Amore di adesione e di donazione nella carità, è il modo di vivere
ecclesiale in Gruppo nelle relazioni vicendevoli.
In definitiva, dall’amicizia si passa all’amore umano e piano piano, conoscendo Gesù, si arriva
all’Amore divino. Come tra due persone amiche può nascere l’amore di coppia e con l’amore, la
comunione di intenti nella famiglia, così dall’amicizia in Gruppo si passa all’amare/carità, come Lui
ci ha amati nella comunione/agape, che consente di generare nuovi fratelli a Cristo invitandoli al
Corso.
Per questo l’amicizia ha la stessa radice del verbo amare. In Gruppo si può vivere di “un cuor
solo e un’anima sola” come i discepoli 2000 anni fa.
Concludo questo capitoletto dicendo che l’amicizia è il primo sentimento necessario, perché si
possano manifestare gli altri due: amore e comunione.
3) CRISTO (ne ha parlato don Francesco nel 2° incontro: Gesù sposo della Chiesa e
dell’Umanità)
Vi sarete accorti a questo punto, che parlare di Cristo è ora naturale perché è la conclusione di
tutto. in Lui possiamo ricapitolare quanto detto. E posso parlare di Cristo anche se sono un laico, ne
ho il diritto/dovere per quanto profeta, come ha confermato la Settimana Pastorale scorsa.
Noi abbiamo incontrato Cristo al Corso. Abbiamo capito che Lui vuole che viviamo in amicizia
tra noi persone non solo durante il Corso, ma anche nel quarto giorno. Per questa amicizia ci
riconosciamo come persone, non più sole, perché inserite in comunione nella Comunità di Cristo,
che è la Chiesa.
E Lui continua a farci se stesso donandosi nell’Eucaristia, perché Lui è più forte di noi e desidera
che noi diventiamo come Lui nell’amore verso gli altri. Egli unisce il Gruppo in una storia di
amicizia, di amore e comunione: da persona a persona in Lui. Cristo è tu ed io insieme (Mt
25,31-46). Non più io da solo, non più solo tu, ma noi in Cristo. Un “noi”, comunione di amore che
affonda le sue radici in una realtà relazionale, la Santissima Trinità che ci trasfigura e ingloba fin
da ora per la Vita Eterna.
Il Gruppo si dovrà realizzare nell’unica fede in Cristo che ci ha già salvati 2000 anni fa,
morendo e risorgendo. Il gruppo dovrà approfondire questa fede per testimoniarla con le parole e
l’esempio. Se riuscirà a comprendere questo dono di amore, sentirà il bisogno di aprirsi alle opere
e all’annuncio del contenuto della Buona Notizia, in quanto “Verità”, e “Potenza” di Dio. La
maggioranza delle persone infatti, vivono come se Dio non ci fosse, perché, forse, nessuno si è mai
preoccupato di annunciare loro questa Buona Notizia: Dio in Gesù le salva per la loro fede perché
le ama! È per la fede che io ho in Cristo Gesù, che sono salvato e giustificato per la Vita Eterna
(reso giusto-perdonato dal sacrificio di Cristo). L’annuncio è efficace di per sé, non ha bisogno di
persuadere e presto o tardi si espliciterà per quello che è. S. Paolo dice in Rm 1,16: “Io non mi
vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”.
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È questo il Fondamentale cristiano. La Grazia che ci è stata donata! Dalla salvezza ottenuta per
fede, deriva il nostro fare comunitario in Gruppo: amare gli altri nella carità, cioè far conoscere ciò
che noi abbiamo conosciuto. “Quando il cristiano incontra un altro uomo, ha il debito verso di lui
dell’amore, il debito di narrare con la propria vita l’amore: a chiunque, sempre, senza alcun limite”12.
Lo Spirito di Cristo (Spirito Creatore) costituisce ed aggrega il Gruppo, lo sostiene e lo nutre
continuamente con i suoi doni e lo manda perché la vicenda storica vissuta da Gesù di 2000 anni fa,
si intrecci con la nostra e continui a portare frutto anche oggi nella Verità (Spirito di Verità).
Come possiamo diventare annunciatori?
La Scuola dovrà farsi carico delle necessarie indicazioni.
Se qualcuno fosse già interessato a capire può visitare:
http://www.parrocchiasangiorgio.org/evangelizziamo/content/96/27/come-diventare-annunciatori-dellabuona-e-bella-notizia.htm
Concludendo, la nostra fede è comunitaria e mai intimistica, quindi da vivere con gli altri. Se in
Gruppo ci si vuol bene, in quanto amici in comunione, si è per forza aperti alla carità verso gli altri
negli ambienti, per donare l’annuncio di salvezza testimoniandolo nella carità, così ci facciamo
prossimo agli altri che si aspettano qualcosa da noi, e diventiamo: Amore misericordioso, senza
limiti né distinzioni, secondo l’inno alla carità di S. Paolo in 1Cor 13.
DECOLORES
Tiziano Manzoli
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“Ama il prossimo tuo” di Enzo Bianchi e Massimo Cacciari.
7
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