Nel Silenzio… i passi del Dio vivente e il sibilo del serpente Nel cuore dell’uomo, come nell’Eden delle origini (cfr Gen 1-3), nel silenzio profondo si ode una voce: Dove sei? E’ la voce del Signore che promuove un esame di coscienza attento e approfondito, che tende ad un discernimento sincero, a riconoscere la propria personale posizione rispetto al Bene e al Male, a prendere atto del proprio atteggiamento interiore: Dove sei? La nostra storia personale e la storia dell’umanità dice con chiarezza l’alternanza di momenti di fedeltà e di infedeltà, a volte percepiti con chiarezza e a volte non percepiti o percepiti debolmente e confusamente, dice la comunione con Dio e i tradimenti più o meno radicali, dice l’amicizia con l’unico Signore e la pseudo amicizia con il nemico di Dio e del genere umano. A volte si assiste all’illusione di essere in amicizia con Dio sottovalutando come questa sia profondamente connessa con l’accoglienza delle Sue mediazioni, in primis la gerarchia ecclesiastica (il Papa, i Vescovi, i Presbiteri, i Diaconi). Il risultato, nel peggiore dei casi, è una ferita profonda nel cuore di Dio e dei fratelli. Un salmo torna con forza e amarezza alla mente dei saggi: “Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa” (Sal 55,13-15). Nonostante ciò, il Signore, onnipotente nell’amore, offre il Suo misericordioso perdono al peccatore pentito, a colui che, affrontando con serietà la domanda primigenia (Dove sei?), risponde sinceramente: “Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni” (Lc 15,18-19). E, concretamente, parte e si incammina verso suo padre (cfr Lc 15,20a). Naturalmente, a partire da ciò, il cuore del Padre, e di ogni padre, si riempie di gioia e finalmente ha di nuovo la possibilità di avvolgere con il suo calore il figlio perduto e ritrovato, morto e tornato a vita nuova, alla vita nello Spirito che è Amore e Verità. Solo allora si recupera dignità, la dignità dei figli di Dio, peccatori sinceramente convertiti, in comunione con il Padre e i fratelli, per una banchetto e una festa senza fine. A noi, dediti alla Riconciliazione, la gioia di favorire nei fratelli lontani una profonda adesione al Dio dell’Amore per un’autentica Pace del cuore! Fr. Cristoforo A.