la-formazione-delle-monarchie-nazionali

Durante tutto il 1200 il declino dell'Impero e del papato (che aspiravano all'egemonia
universale) si era manifestato parallelamente al rafforzamento delle monarchie
accentrate e assolutistiche in Francia, Inghilterra e Spagna, mentre la situazione
politica in Italia, Germania, Europa settentrionale e orientale, continuava a presentare
i caratteri di una marcata frammentazione del potere. Nel XIV sec. si rafforzò la
Confederazione elvetica, affermandosi come potenza militare di tutto rispetto.
Il consolidarsi delle grandi monarchie si manifestò attraverso
 il ridimensionamento del potere della grande nobiltà;
 l'ascesa di nuovi ceti (borghesia e piccola nobiltà);
 l'ampliamento della base territoriale della corona;
 la centralizzazione amministrativa;
 il potenziamento dell'organizzazione fiscale; la formazione di eserciti
permanenti (non mercenari né dipendenti dalle disponibilità dei feudatari) e
l'aumento delle spese militari dovuto all'impiego massiccio dell'artiglieria;
 la formazione infine di una lingua nazionale.
Le monarchie ottennero il controllo esclusivo del diritto di battere moneta, poterono
riscuotere imposte indirette (dazi doganali, tasse sui prodotti di prima necessità),
introdussero anche forme d'imposizione diretta (pratica sconosciuta nel Medioevo. Si
ricordi che secondo la tradizione medievale il re poteva trarre i propri mezzi
finanziari solo dalle terre di sua diretta proprietà).
FRANCIA Dopo la deposizione di Carlo il Grosso (887) e la fine della dinastia
carolingia, i maggiori signori feudali elessero re di Francia Ugo Capeto (987), il quale
iniziò la nuova dinastia dei capetingi. Ma con la fine della dinastia carolingia si fa
iniziare il processo europeo di formazione dei regni nazionali, in quanto i feudatari
francesi e tedeschi che deposero Carlo il Grosso, stabilirono che ogni regione avrebbe
dovuto provvedere a sé con governanti propri. L'ideale del Sacro Romano Impero si
spostò dalla Francia alla Germania, coinvolgendo in parte anche l'Italia.
1. La Francia si costituì in grande monarchia nazionale in seguito alla guerra dei
Cento anni (1337-1453), con cui scacciò gli inglesi dal suo territorio. I re
inglesi, in virtù di una politica matrimoniale, possedevano vasti territori nella
Francia occidentale. La guerra scoppiò appunto perché il re inglese Edoardo III
rivendicava una successione al trono francese, in seguito all'estinzione del
ramo diretto della dinastia dei Capetingi (Edoardo era nipote dell'ultimo re
capetingio). La guerra sarà vinta dalla monarchia francese, ma solo dopo che
questa riuscì a convincere il partito borgognone di Carlo il Temerario (che
mirava a costituire uno Stato indipendente nella Francia nord-orientale) a
rompere l'alleanza con gli inglesi. Eroina nazionale fu Giovanna d'Arco.
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2. Dopo la sottomissione alla monarchia dei territori del sud, del ducato di
Borgogna e della Bretagna, la Francia aspira a dominare l'intera Europa. Di qui
la lotta contro gli Asburgo spagnoli (imparentati con quelli austriaci), l'alleanza
coi turchi e il tentativo di consolidare la frantumazione politica della Germania.
3. Carlo VII, per abbattere il potere della nobiltà (Carlo il Temerario era il più
potente feudatario di Francia), aveva ripreso l'alleanza col Terzo Stato
(borghesia), e rafforzato l'esercito e la burocrazia. La monarchia francese era in
grado di riscuotere una serie di imposte senza l'autorizzazione degli Stati
Generali, disponeva di funzionari statali addetti alle amministrazioni
finanziarie e giudiziarie, poteva imporre una coerenza più stretta fra politica
ecclesiastica e interessi francesi, aveva costituito l'esercito più numeroso
d'Europa. Con Carlo VIII scese in Italia nel 1494 e cercò di contenere la
potenza asburgica (pace di Cateau-Cambresis nel 1559, con cui la Francia, pur
uscendo sostanzialmente sconfitta, ottenne che l'impero di Carlo V fosse diviso
tra il figlio Filippo II e il fratello Ferdinando).
4. Dopo la Riforma protestante, il 20% dei francesi divenne calvinista (specie nel
Sud rurale). Dal 1562 al 1592 il Paese conobbe otto guerre di religione. Il
momento più tragico fu la strage di migliaia di ugonotti (calvinisti) a Parigi nel
1572. Dopo questa strage cominciò a farsi strada l'idea che alla base della
legittimità del potere regio doveva esserci non solo il diritto divino ma anche il
consenso popolare, per cui non si escludeva il regicidio. Tuttavia, Enrico IV di
Borbone garantì agli ugonotti coll'Editto di Nantes (1598) la libertà di culto, la
possibilità di svolgere funzioni pubbliche, ecc.
INGHILTERRA. La storia dell'Inghilterra si può dividere in 3 periodi: 1) normanno
(1066-1135), iniziato con Guglielmo il Conquistatore; 2) Plantageneti (1154-1399),
che combatterono contro la nobiltà feudale, ma senza successo. Anzi, con la Magna
Charta Libertatum (1215), la nobiltà riesce ad ottenere il regime monarchico
costituzionale e con le Provvisioni di Oxford (1258) ottiene il Parlamento, che si
divide in Camera Alta (LORD = nobili e alto clero) e Camera Bassa (COMUNI =
borghesia e piccola nobiltà); 3) Lancaster (1399-1461), che cercarono di trasformare
l'Inghilterra da Stato agricolo a Stato commerciale-industriale, ma la nobiltà vi si
oppose con successo.
1. L'Inghilterra si costituì in grande monarchia nazionale dopo la guerra delle Due
Rose (BIANCA = YORK e ROSSA = LANCASTER) che rifletteva la lotta tra
Corona e Parlamento (1455-85). La guerra fu causata da contese dinastiche, ma
la motivazione economica principale dipese dalla rivalità tra borghesia (che
appoggiava la Corona) e la nobiltà (che, rovinata dalla guerra dei Cento Anni,
cercava di ottenere dalla monarchia privilegi maggiori. Il Parlamento serviva
appunto alla nobiltà per controllare il re, il quale, per questa ragione, cercava di
convocarlo il meno possibile).
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2. La guerra si concluse con la vittoria dei Lancaster, che posero sul trono Enrico
VII (1485-1509), fondatore della dinastia dei TUDOR. L'anno dopo, in segno
di pacificazione, Enrico VII sposò Elisabetta, della casata di York. Il re tolse al
Parlamento molte funzioni, confiscò alla grande nobiltà molte proprietà
(vendendole alla piccola e media borghesia), fece alcune riforme
amministrative appoggiandosi alla piccola nobiltà. L'Inghilterra cominciò a
diventare una nazione commerciale e industriale.
3. Con Enrico VIII (1509-1547) la corona inglese si allontana dalla chiesa di
Roma e istituisce una chiesa di stato (anglicana) con a capo lo stesso re (senza
toccare i dogmi cattolici). Buona parte dei redditi degli ecclesiastici passò alla
corona con la riscossione delle decime e la secolarizzazione dei latifondi.
L'Inghilterra, soprattutto con Elisabetta I (1558-1603), cercherà di essere molto
accorta in materia di politica religiosa, al fine di evitare inutili guerre intestine:
da un lato appoggerà apertamente i protestanti, dall'altro eviterà di perseguitare
i cattolici.
4. L'Inghilterra inizia per prima lo sviluppo capitalistico industriale sulla base
dell'unificazione nazionale. La conseguenza principale di questo fu la guerra
contro Spagna e Olanda per avere il controllo delle rotte commerciali verso i
paesi meno sviluppati e per il dominio dei mari.
SPAGNA E PORTOGALLO. La storia della Spagna si può dividere in due periodi:
1) dominazione araba (711-1212), che dopo il 1212 riuscì a conservare solo il regno
di Granata: il resto venne riconquistato dai cristiani di Spagna; 2) dominazione
cristiana (1212-1494), in cui la Spagna presenta 4 regni: Navarra, Portogallo,
Castiglia e Aragona.
1. Dei 4 regni, il Portogallo sarà impegnato in imprese marinare sull'Atlantico: il
suo obiettivo era quello di raggiungere le Indie navigando lungo le coste
africane; la Castiglia-Navarra rimasero aristocratico-militari, soggette
all'anarchia nobiliare; l'Aragona diventerà più borghese, interessata al
Mediterraneo (voleva togliere a Genova e Venezia il monopolio del commercio
con l'oriente). La monarchia aragonese infatti s'impadronì della Sicilia (inizi
'300, dopo 20 anni di guerra contro gli angioini francesi: guerra del Vespro),
Sardegna (metà '300) e regno di Napoli (metà '400), ma trascurò la politica
interna, per cui, a unificazione avvenuta, l'egemonia passerà alla Castiglia.
2. L'evento decisivo per la formazione della monarchia nazionale spagnola fu il
matrimonio tra Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia (1469). Questa
monarchia riuscì a reprimere l'anarchia feudale, ottenere l'appoggio della
borghesia, evitando di convocare le Cortes (Stati Generali, dove la nobiltà
poteva esercitare ampi poteri), riconquistare nel 1492 l'ultimo territorio rimasto
in mano araba (regno di Granata). Si avvalse anche dello strumento
dell'Inquisizione (1478) per punire il nemico della fede cristiana e il ribelle
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politico. Tuttavia le persecuzioni contro gli arabi (ottimi agricoltori) e gli ebrei
(attivi commercianti) finì per danneggiare l'economia spagnola. Spagna e
Portogallo aprirono la strada alle conquiste coloniali oltreoceano.
3. Nel XVI sec. la Spagna ha enormi possedimenti coloniali; in Europa, sotto gli
Asburgo, ha i Paesi Bassi e l'Italia meridionale. Verso la metà del XVI sec. le
province settentrionali dei Paesi Bassi insorgono e formano uno Stato
autonomo: l'Olanda.
RIFLESSIONI A MARGINE
1. Nella formazione delle monarchie europee si assiste a questo fenomeno: i paesi
dove la monarchia ha potuto contare sull'appoggio della borghesia contro i
feudatari, hanno visto nascere gli Stati nazionali, ovvero le monarchie
assolutistiche. I paesi invece che non hanno potuto beneficiare di questo
connubio tra monarchia e borghesia, sono rimasti divisi in vari domini feudali
regionali, separati tra loro in tutto: economia, politica, lingua...
2. In Italia la borghesia era forte, perché formatasi prima che altrove (sin dal
tempo dei Comuni intorno al Mille), eppure non è mai stata così forte da
ridimensionare il potere feudale della chiesa e dei nobili (solo nella seconda
metà del XIX sec. vi riuscirà). La borghesia comunale seppe opporsi alle
pretese dei sovrani imperiali, ma lo fece con l'aiuto della chiesa, la quale
ovviamente ottenne in cambio di conservare il proprio Stato autonomo
nell'Italia centrale, dividendo così il nord dal sud della penisola.
La convinzione di non poter unificare la penisola indusse le borghesie dei
singoli Comuni Signorie Principati a non cercare alleanze al loro interno (tra
gruppi borghesi regionali), ma anzi a combattersi come se fossero mortalmente
nemici, sicché le lotte tra Comuni Signorie Principati non hanno fatto che
indebolire la borghesia, rafforzando quello della chiesa, che restava il maggior
feudatario
della
penisola.
Le borghesie dei vari Principati autonomi andarono in fallimento anche perché,
invece di investire i loro capitali nelle imprese della penisola, li concedevano ai
grandi sovrani stranieri, per finanziare le loro guerre, sperando di specularci
sugli interessi, ma quando un determinato sovrano perdeva la guerra e non era
in grado di restituire il prestito, la banca falliva.
3. In Germania la sconfitta degli imperatori nei confronti della chiesa romana
indebolì enormemente il loro prestigio e favorì la frantumazione dell'impero in
tanti enormi feudi gestiti dall'aristocrazia terriera, che non vedeva nella
borghesia alcun vero concorrente. Anzi in Germania era l'aristocrazia
(particolarmente militarizzata) a esprimere l'idea del "buon governo", mentre la
borghesia veniva vista come una classe senza scrupoli, da tenere sotto
controllo. E questo nonostante che la riforma protestante fosse stata compiuta
qui prima che altrove.
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4. In Spagna si forma la monarchia non perché la borghesia fosse forte, ma
perché, nella lotta di liberazione anti-saracena, i due maggiori regni feudali
(Castiglia e Aragona) ebbero l'intelligenza di unificarsi (1469), nella
consapevolezza che, restando divisi, avrebbero dovuto compiere sforzi immani
per
aver
la
meglio
sui
musulmani.
La politica di questi due regni fu dettata da esigenze di dominio assoluto
dell'intera penisola (un dominio politico, economico e persino ideologico), per
cui vollero compiere una crociata interna come non se ne vedevano dai tempi
del feudalesimo, quando però erano dirette all'esterno, verso il Vicino oriente o
nei
paesi
Baltici.
Solo che, cacciando o sottomettendo tutti gli islamici (e gli ebrei), la Spagna si
privò dell'apporto economico della loro borghesia: proprio quelli infatti erano i
gruppi etnici con maggiori capacità commerciali. Si trovò cioè ad avere una
monarchia centralizzata e un territorio unificato non su basi borghesi ma su
basi feudali, in netto contrasto rispetto ad altri paesi europei (Olanda, Francia,
Inghilterra). In una condizione del genere la monarchia nazionale feudale
aveva assolutamente bisogno di operare delle rivendicazioni di territori altrui,
per cui lo scontro col Portogallo sarebbe stato fatale se non fosse stata
conquistata
l'America.
Infatti il feudalesimo spagnolo non era più come quello vissuto in epoca altomedievale, in cui ci si accontentava dei prodotti dell'autoconsumo. La nobiltà
cattolica voleva vivere nel lusso, avendo già visto l'alto tenore di vita della
propria borghesia islamica ed ebraica. Ma la grande guerra di liberazione
nazionale (se così si può chiamare dopo 700 anni di dominazione islamica),
che la vide impegnata per due secoli, aveva portato i feudatari spagnoli ad aver
bisogno di ingenti risorse per sopravvivere e per pagare i propri debiti. E
queste risorse, dopo averle sottratte ai nemici interni, dovevano essere sottratte
anche ai nemici esterni, per renderle davvero sufficienti: di qui le forti rivalità
coi
portoghesi
e
successivamente
coi
francesi.
Da notare comunque che la Spagna diventò una nazione dopo che nei tre secoli
precedenti aveva conosciuto una serie incredibile di scontri dinastici, di
conflitti sociali, di guerre civili. Una delle battaglie più importanti fu quella di
Las Navas de Tolosa (1212) grazie alla quale il regno di Castiglia, vittorioso
degli islamici, divenne il più importante tra i regni cattolici, in grado di
assorbire i regni di Asturia, Leon e Navarra, finché poi riuscì a imporsi su
quello d'Aragona nel XIV secolo.
5. Gli unici tre paesi in cui la borghesia era abbastanza forte per realizzare con la
monarchia un'intesa antifeudale erano Francia, Inghilterra e Olanda. La
Francia, liberandosi degli inglesi nella battaglia di Bouvines (1214), permise
alla corona capetingia di triplicare il proprio feudo, che s'era già notevolmente
ingrandito
in
varie
maniere,
legali
e
illegali.
Quando Ugo Capeto, nel 987, era stato incoronato "re di Francia", il suo feudo
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(limitato all'area parigina) era più piccolo della Borgogna o dell'Aquitania o
dell'Angiò o della Normandia. Tuttavia grazie all'appoggio della borghesia
aveva potuto progressivamente ampliarsi, permettendosi anche il lusso di
organizzare due crociate (la settima e l'ottava), fallite entrambe miseramente.
6. L'Inghilterra era stata occupata nel 1066 dai Normanni provenienti dalla
Danimarca (battaglia di Hastings). I Normanni avevano già conquistato la
Normandia e quando entrarono in Inghilterra imposero il loro sistema feudale,
analogo a quello imposto in Italia meridionale. Essi pretendevano anche il
giuramento diretto di fedeltà al sovrano, creando così una sorta di struttura
feudale che andava oltre il semplice rapporto vassallatico tra feudatario e
suddito, nel senso che il sovrano era in grado di controllare tutto lo Stato.
Il re inglese nel 1154 fu Enrico II Plantageneto, discendente dei sovrani
normanni e vassallo del re di Francia (era duca di Normandia, Angiò, Maine e
Aquitania). Questa doppia titolazione politica porterà alla guerra dei Cento
Anni tra Francia e Inghilterra. Enrico II fece eliminare anche l'arcivescovo di
Canterbury, Thomas Beckett, che rivendicava antichi privilegi della chiesa
anglicana.
Tutti i territori inglesi in Francia (ad eccezione dell'Aquitania) furono persi
nella battaglia di Bouvines (1214), che fu così disastrosa che, per continuare a
governare, i sovrani inglesi furono costretti a concedere non solo la Magna
Charta Libertatum (1215), con cui dovettero riconoscere ampi privilegi a
chiesa, nobiltà feudale e mercanti di Londra, ma anche un parlamento per
nobili ed ecclesiastici.
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