Argomento N. 5 - I Numeri Indici Semplici e Complessi Obiettivi delle lezioni Confrontare grandezze economiche Costruire numeri indici semplici e complessi Misurare variazione dei prezzi al consumo nel tempo Indice degli argomenti I numeri indici semplici I numeri indici complessi Sul Libro: Nel testo adottato (S. Iacus – Statistica) tale argomento non è presente. Si consiglia, pertanto, di consultare, per la parte metodologica, oltre alla presente dispensa, il testo: Borra S., Di Ciaccio A. (2008), Statistica. Metodologie per le scienze economiche e sociali, McGraw-Hill, Milano, capitolo 5. Per la parte sui numeri indici dei prezzi al consumo calcolati dall’Istat, invece, si rimanda alla nota metodologica scaricabile, oltre che dal nostro sito, da quello dell’Istat stesso. Premessa Molto spesso si è interessati a confrontare (nel tempo, nello spazio, ecc…) grandezze economiche, sociali e demografiche, al fine di far emergere le tendenze di fondo dei fenomeni. In tali situazioni, appare utile considerare, invece dei dati di base, dei particolari rapporti statistici chiamati numeri indici che permettono un più immediata comparazione tra gli aggregati. Il numero indice, generalmente costruito prendendo una determinata “situazione” (che può essere un determinato anno, un territorio, ecc…) come base, permette di valutare immediatamente le variazioni (o, detto in termini più generali, le “differenze”) tra detta base e il “momento” (o il territorio) che stiamo analizzando, consentendo un rapido confronto tra i differenti aggregati. Noi ci occuperemo, in particolar modo, di numeri indici che misurino variazioni di prezzi nel tempo, in modo da valutare la dinamica temporale di tali aggregati. Oltre alla parte metodologica, poi, andremo ad osservare in che modo l’Istat misura le variazioni nel tempo dei prezzi dei beni e servizi consumati dalla collettività (calcolando, in sostanza, quello che nel linguaggio comune viene chiamato “tasso di inflazione”). 1. I numeri indici semplici La costruzione di serie di numeri indici (dei prezzi o delle quantità) nasce dall’esigenza di confrontare nel tempo, nello spazio o, più in generale, in “situazioni” differenti la variazione dell’intensità di un fenomeno di tipo sociale, economico, demografico. In generale sarà possibile parlare di: Numeri Indici Semplici: qualora l’obiettivo sia fissato sulla variazione del prezzo (o della quantità) di un singolo bene (o servizio) in due “situazioni” differenti; Numeri Indici Complessi: qualora l’obiettivo sia quello di descrivere in modo sintetico la variazione di un gruppo di n beni e/o servizi simultaneamente, in due “situazioni” differenti. Iniziamo a parlare dei numeri indici semplici (come già rilevato in precedenza, ci riferiremo, per comodità, a variazioni dei prezzi nel tempo, potendo, generalmente, allargare i concetti esposti anche al caso delle variazioni nelle quantità e in “situazioni” differenti da quella temporale): indicando con p0 il prezzo di un bene (o di un servizio) nel tempo preso come base, e con pt il prezzo dello stesso bene (o servizio) al tempo “t”, un generico numero indice che esprima la variazione del prezzo tra l’anno i e l’anno preso come base sarà sintetizzato dalla formula: 0 It pt po Tale indice sarà maggiore o minore di 1 a seconda che il prezzo nell’anno t sia maggiore o minore rispetto a quello dell’anno preso come base; solitamente, per rendere le informazioni più leggibili, tali numeri indici vengono moltiplicati per 100. I numeri indici così costruiti descrivono la variazione relativa tra l’anno t e l’anno scelto come base; essi, inoltre, si configurano come “puri numeri”, nel senso che sono svincolati dall’unità di misura nella quale è espresso il fenomeno originario. Inoltre, per definizione, sono sempre positivi. I numeri indici possono essere calcolati a base fissa o a base mobile: nel primo caso, il confronto sarà tra i differenti anni ed un anno scelto come base (che rimane sempre la stessa); nel secondo caso, invece, la base cambia al variare dell’indice “t”. La scelta della base (fissa o mobile) dipende dall’obiettivo che si pone chi costruisce il numero indice: infatti, nel caso di base fissa sarà possibile confrontare tra loro tutte le diverse situazioni presentate; nel caso di base mobile, invece, potrà essere rilevata solamente la variazione relativa tra la situazione “t” e l’anno immediatamente precedente. Naturalmente, e sotto opportune condizioni, sarà possibile cambiare la base, e passare da una base fissa ad un’altra base fissa, oppure da una base fissa ad una base mobile (o viceversa). Nell’esempio seguente sono riportati gli stipendi medi di un gruppo di impiegati in un certo arco temporale, per il quale si vogliono calcolare i numeri indici a base fissa, scegliendo come base l’anno 0 (il primo disponibile). Il generico numero indice all’anno i sarà calcolato rapportando il valore dello stipendio all’anno i a quello dell’anno scelto come base (il primo); tale risultato andrà moltiplicato per cento (per rendere più leggibili i dati). ESEMPIO 1 – Costruzione di numeri indici a base fissa Si supponga di aver rilevato su un gruppo di individui lo stipendio annuo, e di averne calcolato la media aritmetica, la quale, negli anni considerati, è risultata la seguente (dati espressi in euro): 10.000; 11.500; 12.000; 12.800; 14.000; 16.500. Costruire la serie di numeri indici a base fissa, scegliendo come anno base il primo anno considerato (anno 0). Anno Stipendio 0 10.000 1 11.500 2 12.000 3 12.800 4 14.000 5 16.500 Numero Indice 10.000 100 10.000 11.500 100 10.000 12.000 100 10.000 12.800 100 10.000 14.000 100 10.000 16.500 100 10.000 1,00 100 100 1,15 100 115 1,20 100 120 1,28 100 128 1,40 100 140 1,65 100 165 E così, ad esempio, il numero indice in base 0 all’anno 3 sarà: 0 I3 12.800 100 1,28 100 128 10.000 La costruzione di numeri indici a base mobile (esempio 2) non comporta nessuna complicazione, se non per il fatto che bisognerà usare come base il valore preso all’anno precedente; e così, lo stesso numero indice a base mobile dell’anno 3 sarà: 2 I3 12.800 100 1,066 100 106,6 10.000 ESEMPIO 2 – Costruzione di numeri indici a base mobile Sugli stessi dati dell’esempio precedente, costruire dei numeri indici semplici a base mobile. Anno Stipendio Numero Indice 0 10.000 1 11.500 2 12.000 3 12.800 4 14.000 5 16.500 11.500 100 10.000 12.000 100 11.500 12.800 100 12.000 14.000 100 12.800 16.500 100 14.000 1,15 100 115,0 1,043 100 104,3 1,066 100 106,6 1,093 100 109,3 1,179 100 117,9 Come è possibile notare, i numeri indici calcolati negli Esempi 1 e 2 rispondono ad esigenze molto differenti: quelli a base fissa permettono di confrontare ognuno degli anni con una situazione scelta come base (e dunque, indirettamente, anche tra loro, visto che il “denominatore” è sempre lo stesso); quelli a base mobile vengono costruiti quando l’obiettivo è quello di confrontare ogni valore con quello immediatamente precedente. 2 I numeri indici complessi Quando si va ad affrontare il problema della costruzione di numeri indici complessi, bisogna affrontare preliminarmente alcuni problemi insiti in tale operazione. Innanzitutto, bisognerà considerare quali aggregati (ossia, quali beni e/o servizi) inserire all’interno del numero indice che vogliamo costruire; le grandezze da scegliere attendono, ovviamente, allo specifico obiettivo che ci siamo prefissati, e, dunque, al particolare fenomeno economico che vogliamo andare a rilevare. In ogni caso, qualora volessimo costruire, ad esempio, un numero indice dei prezzi, difficilmente saremo in grado di prendere in considerazione tutti i beni e i servizi scambiati sul mercato, e che, teoricamente, sarebbe opportuno analizzare; solitamente, si sceglie un campione ragionato di tali beni e servizi che sia rappresentativo di tutti quelli scambiati, nell’ipotesi che le variazioni relative degli altri si adeguino a quelle dei primi. Altro problema da prendere in considerazione è la “base”; a prescindere dal fatto che questa sia fissa o mobile (scelta che spesso, come già rilevato, sarà dettata dalle esigenze conoscitive del ricercatore), si cercherà di scegliere come situazione base una situazione nella quale gli aggregati considerati hanno presentato dei valori “normali”, nel senso di non aver subito variazioni anomale dettate da motivazioni contingenti. Bisognerà, infine, scegliere un opportuno sistema di “pesi”, dal momento che ogni bene e servizio considerato nella costruzione del numero indice dovrà avere una sua “importanza”, la quale si rifletterà in un maggiore o minore impatto sulla variazione complessiva dell’indice che abbiamo costruito. Vedremo in seguito, inoltre, che tale sistema di ponderazione identifica il tipo di indice utilizzato. Per capire in che modo procedere alla costruzione di numeri indici complessi, facciamo, come al solito, un esempio: supponiamo di aver rilevato il prezzo di due beni in due momenti temporali differenti (per comodità, 0 ed 1): il bene A passa, nel periodo considerato, da un prezzo pari a 1,5€ ad uno di 2€; il bene B passa da 5€ a 6€. Se ragionassimo nello stesso modo in cui abbiamo ragionato per i numeri indici semplici, potremmo calcolare la variazione di prezzo come somma dei prezzi all’anno 1, rapportata alla somma dei prezzi dell’anno 0, come sintetizzato di seguito: 0 I1 p A1 p B1 26 8 100 100 100 123,07 p A 0 p B0 1,5 5 6,5 concludendo, dunque, che c’è stato un aumento (medio) dei prezzi del 23% circa rispetto all’anno precedente. Cosa c’è di sbagliato in questo modo di ragionare? Che i beni (e i servizi) scambiati sul mercato non hanno tutti la stessa importanza: l’aumento del prezzo del pane (bene di prima necessità, che viene scambiato giornalmente in grandi quantità) costituisce un problema ben più grande dell’aumento del prezzo di un cappotto di cachemire (bene di lusso, scambiato in quantità ben minori sul mercato). Diventa, dunque, essenziale considerare anche le quantità scambiate dei beni (e dei servizi) inseriti nel nostro numero indice complesso, e, pertanto, la formula appena utilizzata dovrà essere parzialmente trasformata per tener conto di tale elemento: I 0 1 p A1 q A1 p B1 q B1 100 p A 0 q A 0 p B0 q B0 Tale formula, inoltre, può essere generalizzata al caso in cui dobbiamo valutare la variazione complessiva nel prezzo di un gruppo di n beni e servizi: n I 0 1 p q i1 p q i0 i 1 n i 1 i1 i0 100 Supponiamo che le quantità scambiate dei due beni precedenti siano, per il bene A, pari a 800 e 600, rispettivamente, nei due periodi considerati, e per il bene B pari, rispettivamente, a 150 e 140. Ne consegue che il numero indice calcolato con la formula appena presentata sarà pari a : I 0 1 p A1 q A1 p B1 q B1 (2 600) (6 140) 100 100 p A 0 q A 0 p B0 q B0 (1,5 800) (5 150) 1.200 840 2.040 100 100 104,6 1.200 750 1.950 risultato che ci farebbe concludere che la variazione complessiva dei prezzi da un anno all’altro è stata del 4,6%. Andiamo, tuttavia, ad osservare il risultato al quale siamo pervenuti: siamo sicuri che questo 4,6% sia dovuto (solo) ad un aumento dei prezzi? O è possibile che la “responsabilità” di tale risultato sia anche di altri elementi? A ben vedere, infatti, nella formula che stiamo utilizzando, non è detto che siano solamente i prezzi a variare…Il risultato ottenuto potrebbe essere dovuto anche ad una variazione delle quantità scambiate nei due anni considerati (come, difatti, accade, basta guardare i dati dell’esempio). Come fare per costruire dei numeri indici complessi, considerando anche un sistema di pesi (ossia le quantità scambiate) ma senza che questi vadano ad “alterare” il risultato del nostro numero indice? La soluzione è presto detta: i numeri indici complessi più utilizzati sono quelli sintetizzati da Laspeyres, Paasche e Fisher (quest’ultimo, tra l’altro, rappresenta una sintesi dei primi due). I primi due indici complessi individuati si differenziano per il sistema di pesi utilizzato: il primo (Laspeyres), utilizza come sistema di pesi le quantità dei beni (e/o dei servizi) scambiati all’anno base; il secondo (Paasche), propone, invece, di utilizzare come sistema di pesi le quantità scambiate all’anno più recente. Se consideriamo la variazione di un gruppo di beni e/o servizi tra l’anno 0 e l’anno 1, le due formule considerate saranno, pertanto: Numero indice dei prezzi di Laspeyres: n I 0 1 L p q i0 p q i0 i 1 n i 1 i1 i0 100 Numero indice dei prezzi di Paasche: n I 0 1 P p q i1 p q i1 i 1 n i1 i0 i 1 100 Come è possibile notare, in entrambi i casi le quantità scambiate sono le stesse sia a numeratore che a denominatore (sono entrambe al tempo zero, per quanto riguarda il numero indice di Laspeyres, ed entrambe al tempo uno per quanto riguarda il numero indice di Paasche); questo significa che ogni variazione riscontrata sarà dovuta esclusivamente a variazioni nei prezzi dei beni e/o dei servizi considerati, e non delle quantità. La formula proposta da Fisher, invece (detta anche formula ideale, dal momento che gode di alcune particolari proprietà, sulle quali, tuttavia, non ci soffermiamo) è data dalla media geometrica dei due valori precedenti: 0 I1F 0 I1L 0 I1P Applicando tali formule ai dati utilizzati, avremo: Laspeyres: n IL 0 1 p q i0 p q i0 i 1 n i 1 i1 i0 100 (2 800) (6 150) 100 (1,5 800) (5 150) 1.600 900 2.500 100 100 128,2 1.200 750 1.950 Paasche: n IP 0 1 p q i1 p q i1 i 1 n i 1 i1 i0 100 (2 600) (6 140) 100 (1,5 600) (5 140) 1.200 840 2.040 100 100 127,5 900 700 1.600 Fisher: 0 I1F 0 I1L 0 I1P 128,2 127,5 127,85 Come è possibile notare, il numero indice di Laspeyres è risultato un pochino più grande di quello di Paasche; questo non è un caso: come spiegheremo meglio nella lezione sincrona, i numeri indici calcolati con il criterio di Laspeyres, quando i prezzi aumentano (come nel nostro caso) tendono a fornire un risultato leggermente superiore a quelli calcolati con il metodo di Paasche. Per tale motivo si dice che i numeri indici di Laspeyres hanno una tendenziosità positiva. Glossario dei termini usati CARATTERE TRASFERIBILE: un carattere è detto trasferibile quando può essere ceduto, in tutto o in parte, da un’unità statistica ad un’altra. NUMERI INDICI SEMPLICI: servono per misurare la variazione del prezzo (o della quantità) di un sin-golo bene (o servizio) in due “situazioni” differenti. NUMERI INDICI COMPLESSI: è hanno l’obiettivo di descrivere in modo sintetico la variazione di un gruppo di n beni e/o servizi simultaneamente, in due “situazioni” differenti. NUMERI INDICI A BASE FISSA: quando il confronto viene effettuato tra i differenti anni ed un anno scelto come base, che rimane sempre la stessa. NUMERI INDICI A BASE MOBILE: quando il confronto viene effettuato tra i differenti anni, e la base cambia al variare dell’indice. NUMERO INDICE DEI PREZZI DI LASPEYRES: è un numero indice complesso, che si basa sull’utilizzo, come sistema di ponderazione, delle quantità scambiate all’anno scelto come base. NUMERO INDICE DEI PREZZI DI PAASCHE: è un numero indice complesso, che si basa sull’utilizzo, come sistema di ponderazione, delle quantità scambiate all’anno più recente. NUMERO INDICE DEI PREZZI DI FISHER: è dato dalla media geometrica dei numeri indici di Laspeyres e di Paa-sche.