Griffon no Minos - Stella del Cielo Nobile Hades Judge Griffon no Minos - Stella del Cielo Nobile Età: 23 Altezza: 184 cm Peso: 72 Kg Data di nascita: 25 Marzo Gruppo Sanguigno: A Luogo di nascita: Oslo, Norvegia spectre di Hades, comandante dei 108 spectre Stella: Cielo Nobile “ La sgusciante e sinistra ombra che manipola le vite, il burattinaio delle Prigioni!” Uno dei tre Grandi dell'Inferno. Pur essendo compagni, con i suoi pari livello Rhadamanthys e Aiacos ha rapporti basati sul controllo reciproco. Di carattere calmo e freddo, prevede l'evolversi di una battaglia e quindi colpisce in una sola mossa. Rimasto l'unico in vita dei tre Grandi, va a caccia dei Bronze Saint diretti all'Elisio, ma viene fermato nel suo intento da Hyoga. Continua a combattere nonostante abbia subito l'Aurora Execution, ma finisce per mettere un piede nell'Ultra-dimensione, e vi viene risucchiato, annientandosi. TECNICHE: COSMIC MARIONATION Colpo micidiale che intrappola il nemico in una selva di fili le cui estremità sono legate alle dita di Minos che si diletta a giocare con la propria vittima riducendola alla stregua di una marionetta il sui destino è appeso ad un filo posto nelle mani del suo Burattinaio. CARATTERE: Minos è molto forte fisicamente ma le sue vere doti sembrano risiedere nella sua profonda spiritualità e nei suoi poteri psichici, come dimostrato dalle tecniche che utilizza. Determinato e deciso, meno impulsivo ma più freddo di Radamanthys, forse perché più sicuro delle sue potenzialità, risulta essere un combattente completo e quasi invincibile, dotato di una particolare tecnica che racchiude nelle sue peculiarità una difesa impenetrabile e un attacco che non lascia scampo: il Cosmic Marionethion. Davvero impressionante questo colpo segreto perché getta il nemico nella più completa impotenza, costringendolo a vivere momenti atroci nelle mani di un burattinaio freddo e spietato. Infatti, con una forma sottile di sadico cinismo, il Grifone dimostra di essere molto abile nel manipolare il nemico, fino addirittura a spezzargli le ossa costringendo le membra in posizioni innaturali, perché legate a sottili fili invisibili che rispondono fedelmente al movimento delle dita del Giudice. Proprio come uno spietato burattinaio, gioca con la vittima costringendola a sottostare alla sua volontà e a compiere movimenti guidati e costretti come fosse la sua personale marionetta. Per poter padroneggiare questo colpo, bisogna avere una buona dose di sadismo nel proprio spirito e una tendenza generale a governare, una spiccata tendenza a godere nel sopprimere la libertà altrui, una smania smisurata di potere sul prossimo. Quindi si può dire che una spessa pellicola di prepotenza e arroganza lubrifica la sua natura crudele. Tra i tre giudici è sicuramente il più avvenente, con i suoi lunghi capelli chiari e gli occhi delicati, ma è anche quello che meno sopporterebbe lusinghe e moine, parole dolci, esaltanti la sua delicata bellezza. IL SUO POTERE E LA SUA STORIA: Minos è uno dei tre Giganti del mondo dei morti. Egli è il giudice della corte di Lord Hades: a lui e ai suoi sottoposti è affidato il compito di giudicare i morti e di trovare per loro un'allocazione negli Inferi. Appare per la prima volta alla Giudecca per ascoltare la musica di Orfeo insieme ad Aiacos e Rhadamanthys, ma il suo posto sarebbe il tribunale della prima prigione, dove lo sostituisce Rune di Barlon. Lo spectre del Grifone è quello che compare per meno tempo in assoluto nel Chapter Inferno. Il suo combattimento, a cavallo della breccia del Muro del Pianto, contro Hyoga, è veramente una lotta lampo che non ha ne perdenti ne vincitori; mentre il suo precedente scontro con Kanon viene interrotto in tempi ancora più brevi da Ikki che interviene e sostiene con la sua presenza il compagno d'armi. Nonostante ciò traspare chiaramente la sua superiorità rispetto ai suoi pari Giganti. La sua superiorità rispetto agli altri due Giganti è dimostrata al sesto cerchio degl’ Inferi dove affronta Kanon, Saint d’ oro tra i più forti del suo rango, e probabilmente lo avrebbe ucciso o sconfitto se non fosse intervenuto Ikki a recidere i fili che legavano Gemini all’ oblio. Conclusasi la parentesi al sesto cerchio, ricompare quasi alla fine del Chapter Inferno al Muro del Pianto, dove per pochi attimi fronteggia i Bronze Saint prima che l’ esplosione dorata causata dal sacrificio dei 12 Gold ponga fine al duello impietosamente, travolgendolo nella deflagrazione, anche se Minos sopravvive, dimostrando nuovamente la sua incredibile potenza. Unico tra i Giudici a giungere sino al terzo capitolo della saga di Hades, ricompare nelle battute iniziali del Chapter Elysium alla breccia spazio dimensionale dietro al Muro del Pianto per battersi contro Hyoga. Minos riesce persino a resistere all'Aurora Execution e ad imprigionare nella sua stretta mortale il cavaliere del Cigno ma paradossalmente, muore proprio nel tentativo di inseguire il bronze, perché il suo corpo e la sua surplice non possono resistere alla pressione della superdimensione all’ Eliseo. DELUCIDAZIONI DA TAIZEN: Anche Kanon si è trovato in difficoltà davanti al Cosmic Marionation, colpo mortale. Sopravvive anche se coinvolto nell'esplosione del cosmo dei 12 Gold Saint riuniti. Con la sua grande forza mentale, va fiero di riuscire a sconfiggere l'avversario senza colpirlo fisicamente. Inoltre, data la grande forza distruttiva del suo pugno, con un solo colpo polverizza il muro di ghiaccio eretto da Hyoga. LA SURPLICE DEL GRIFONE: PUGNO: 4 CALCIO: 2 ARMI SPECIALI: 5 SPIRITO: 5 GITTATA: 3 Il Surplice di Minos rappresenta un Grifone, uccello fantastico della mitologia greca dalla testa e zampe anteriori di aquila e dal corpo di leone. MITOLOGIA GRIFONE: Si raccontava che la sua apertura alare fosse così ampia da bloccare la luce del sole a mezzogiorno e che le sue zampe avessero artigli affilati come spade e dalla forza del re della foresta. Questo mitico animale era sempre alla ricerca di pietre preziose, scavando fino al cuore della terra. Non appena i piccoli nascevano, il Grifone andava alla ricerca di cibo per la prole che si nutriva solo di carne [nelle illustrazioni medievali in particolare il Grifone veniva spesso rappresentato nell'atto di portare un bove come cibo per i piccoli, il bove rappresentava gli uomini immersi nel peccato le cui anime spregevoli diventano cibo per i piccoli di Grifone]. Secondo le leggende, però, i Grifoni hanno anche un lato buono: chi riusciva ad impossessarsi degli artigli di un Grifone non poteva essere avvelenato perché bastava intingere l'oggetto nel cibo o nelle bevande sospette e osservare il colore dell'artiglio. Se il colore mutava, il cibo era stato corrotto. Nel Medioevo i Grifoni erano demoni orgogliosi che erano stati scagliati all'inferno dal cielo a causa dei loro misfatti, rappresentavano il diavolo in attesa di potar le anime dei morti nei deserti infernali. Abitavano le zone fredde ed aride dove combattevano contro i monoculi (uomini da un occhio solo) per il possesso degli splendidi Smeraldi. Erano visti sia con l'aspetto classico che come semplici leoni alati dalla forza mostruosa: erano in grado di sollevare in volo un cavallo intero! Particolare era il culto di reliquie di Grifone custodite in chiese e musei. Nel trattato di Evans, sulla simbologia degli animali nell'architettura ecclesiastica (1896), si fa riferimento agli artigli di Grifoni conservati nelle chiese di Hildesheim, Weimar, Cologne e nei musei di Dresden, Vienna e altre città Europee. In realtà è stato poi verificato che questi fantomatici artigli non erano altro che corna di bufalo. Molto particolare è la storia dell'artiglio conservato nell'abbazia sull'Indo, fondata da Lewis the Debonair nel nono secolo. Questa abbazia è conosciuta come monastero di Cornelio perché contiene le reliquie del papa canonizzato Cornelio, tra le quali spiccava l'artiglio del Santo o coppa, che era conosciuto come artiglio di Grifone. Si narrava che questo simulacro fosse stato consegnato al Santo da un Grifone riconoscente per esser stato guarito dall'epilessia. Addirittura l'artiglio veniva usato per sanare i malati semplicemente versando da esso dell'acqua santa sugli infermi. Sono molte le leggende legate al Grifone e tutte ugualmente affascinanti! MINOSSE: Minos, ovvero Minosse, era figlio di Zeus e di Europa. Egli divenne re di Creta dopo aver vinto, grazie all'intervento di Poseidon, una lunga disputa con i fratelli Radamanto e Sarpedone. Minosse fu poi punito dallo stesso Dio del Mare per avergli negato un sacrifico di un toro per ringraziare il Suo intervento. Poseidon spinse Pasifae, moglie di Minosse, a provare una passione insana per il toro stesso e dall'unione con l'animale nacque il Minotauro. Minosse commissionò a Dedalo, noto architetto, la costruzione di un Labirinto nei sotterranei di Cnosso, dove rinchiuse il mostro. Il re di Creta estese la sua influenza a molte isole, soggiogando molti Greci. Aveva legami intimi con il padre Zeus che lo riceveva ogni nove anni sul monte Ida e gli ispirava il codice legislativo per il suo regno (la civilizzazione preellenica dell'isola di Creta è chiamata minoica dal suo nome). Si riteneva che avesse combattuto contro Megara e Atene sconfiggendole. In particolare attaccò Atene perché proprio in quella città era stato ucciso suo figlio, Androgeo, per mano del re ateniese Egeo (altre versioni dicono che il ragazzo fosse rimasto vittima del toro di Maratona, durante i giochi). Minosse non riuscì a conquistare Atene, ma per le sue preghiere gli ateniesi furono colpiti da una terribile pestilenza. Egeo fu costretto quindi ad accettare di pagare ogni anno (altri autori parlano di nove anni) a Creta un tributo di sette ragazzi e sette ragazze, inviati in pasto al Minotauro. Soltanto pagando questo tributo la città sarebbe stata immune alla pestilenza, secondo quanto sancito dall'Oracolo di Delfi. Minosse fece rinchiudere nel labirinto anche Dedalo e suo figlio Icaro, implicati nell'uccisione del Minotauro (si dice che fosse suo il filo che mostrò all'eroe di Atene Teseo la strada per scovare il mostro ed uscire sano e salvo dall'intrico di corridoi). Dedalo riuscì a fuggire costruendo per se e per il figlio delle ali (Icaro morì però nell'impresa di abbandonare il labirinto) e Minosse cominciò a rincorrere in lungo e in largo l'architetto, per potersi vendicare dello smacco subito. Proprio durante la ricerca spasmodica di Dedalo Minosse morì, ucciso da un ingegnoso tranello ideato da Cocalo, presso il quale si era rifugiato l'architetto greco. Dopo la sua morte, Minosse divenne il giudice dei Morti, insieme al fratello Radamanto e ad Eaco. Questo privilegio gli fu accordato perché Zeus gli aveva ispirato il codice legislativo. Minosse compare anche nella Divina Commedia, come demone che decide il cerchio in cui devono cadere le anime dei morti che giungono fino al suo cospetto (Canto V). Storicità di Minasse: Così lo storico Tucidide descrive Minosse nelle sue "Storie". « …Minosse infatti fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e colonizzarne le terre dopo aver scacciato da esse i Cari ed avervi stabilito i suoi figli come signori. Eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi… » (Tucidide, Storie I, IV) « …Pirati erano soprattutto gli isolani, che erano Cari e Fenici..... ma al crearsi della flotta di Minosse, la navigazione tra un popolo e l'altro si sviluppò (i pirati furono da Minosse scacciati dalle isole, tutte le volte che lui ne colonizzava gran parte)… » (Tucidide, Storie I, VIII) Minosse nell'Ade: Già Omero lo aveva posto come giudice delle anime nell'Ade, ma Dante trasse la figura di Minosse da Virgilio: « …:Queste dimore infernali non sono state assegnate senza giudizio e giudice: Minosse inquisitore scuote l'urna dei fati, convoca l'assemblea dei morti silenziosi, li interroga, ne apprende i delitti e la vita… » (Virgilio Eneide, VI,539-543 Trad. C.Vivaldi) Figura poi ripresa da Claudiano: « …:L'Erebo mitiga spontaneamente la sua desolazione e concede che l'eterna notte si diradi né l'urna di Minosse volge le incerte sorti… » (Claudio Claudiano De rapitu Proserpinae, II,330-332) Minosse si trova all'entrata del Cerchio II perché le anime del Limbo (Cerchio I) non hanno peccati da confessare e non vengono giudicate. Nella mitologia dantesca, a Minosse è dato il compito di ascoltare i peccati delle anime, le quali nulla nascondono al demone. Uditi i peccati Minosse comunica loro la destinazione all'interno dell'inferno, arrotolando la coda di serpente di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione. « …: Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda secondo ch'avvinghia. Dico che quando l'anima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata vede qual loco d'inferno è da essa; cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giù sia messa.… » (Dante Alighieri Divina Commedia,Inferno, V,4-12) OnLine Reader: ibWiki copyright © CJVJ Invision Power Board (http://www.invisionboard.com) © Invision Power Services (http://www.invisionpower.com)