Un’esclusiva di Terremoto, il rischio Ricerche e Tavole a cura TAVOLA 1 Classificazione sismica attualmente vigente Rischio di 1a categoria (ROSSO) Rischio di 2a categoria (ARANCIONE) Rischio di 3a categoria (GIALLO) Rischio non classificato (GRIGIO) Eccezion fatta per una piccola fetta della provincia di Torino, il Piemonte è attualmente considerato un territorio a bassissimo rischio sismico. Proposta di riclassificazione sismica del 1998 Rischio di 1a categoria (BLU) Rischio di 2a categoria (AZZURRO) Rischio di 3a categoria (GIALLO) Rischio non classificato (GRIGIO) L’istituto nazionale di Geofisica ha invece proposto una nuova riclassificazione sismica in base ai dati rilevati negli ultimi anni. Il Piemonte in questo caso presenta più zone a rischio di Terza categoria. Una di queste lambisce il territorio del Comune di Torino. TAVOLA 2 Proposta di riclassificazione sismica del 1998 Nel dettaglio dell’istituto nazionale di Geofisica sul Piemonte, possiamo vedere come la proposta di riclassificazione arrivi ad interessare molto da vicino la provincia di Torino e quasi il Comune di Torino (contrassegnato dal pallino rosso). Secondo questa carta non ancora adottata come nel caso di San Giuliano, sarebbero oltre un centinaio i comuni a rischio sismico in Piemonte. Attualmente, con le carte sismiche in uso, sono solo 41 i comuni a rischio e tutti nella provincia di Torino. TAVOLA 3 Massime intensità macrosismiche osservate nei comuni italiani Scala Mercalli <= 6° grado (AZZURRO) 7° grado (GIALLO) 8° grado (ARANCIONE) 9° grado (ROSSO) 10° grado e superiore (VIOLA) Massime intensità macrosismiche osservate nei comuni del Piemonte Scala Mercalli <= 6° grado (AZZURRO) 7° grado (GIALLO) 8° grado (ARANCIONE) 9° grado (ROSSO) 10° grado e superiore (VIOLA) In questa tabella il Comune di Torino risulta essere azzurro con un’intensità massima registrata inferiore al 6° grado della scala Mercalli, nonostante le zone limitrofe siano molto più a rischio. TAVOLA 4 Risultati dell'analisi di rischio sismico per tutta la nazione riferita al patrimonio abitativo Elaborazioni basate sui dati ISTAT 1991 Gli elaborati di rischio sono stati ottenuti a partire da una rappresentazione probabilistica dei tassi anni di occorrenza in intensità MCS calcolati con relazioni di attenuazione differenziate regionalmente e mediando su due diversi criteri di stima dei tassi di sismicità in ciascuna zona sorgente. I risultati di pericolosità derivano dal catalogo dei terremoti, modello di zone sismogenetiche e relazioni di attenuazione elaborati dal GNDT (1996). I calcoli di rischio fanno uso dei dati del censimento ISTAT 1991 e derivano dall'applicazione della metodologia messa a punto dagli esperti del Servizio Sismico Nazionale, dopo che sono stati eseguiti controlli con i risultati prodotti con la metodologia seguita dagli esperti GNDT, e dopo che è stato riscontrato un confortante accordo soprattutto per le classi di rischio più elevate. La metodologia in questione fa uso della base dati raccolta a seguito del terremoto del 1980 per quanto riguarda la rappresentazione della vulnerabilità (matrici di probabilità di danno), e da una Danno totale annuo atteso del patrimonio interpretazione dei dati ISTAT in termini di classi di abitativo per comune (metri quadri equivalenti). vulnerabilità calibrata su un campione rappresentativo di comuni dell'Italia centro 0-200 metri quadrati (BIANCO) meridionale. Appare degno di nota che il valore annuo totale del 200-500 metri quadrati (AZZURRO) danno atteso per l'intero territorio nazionale è 500-1000 metri quadrati (VERDE) dell'ordine di 3500 miliardi di lire, assumendo un 1000-5000 metri quadrati (GIALLO) costo indicativo di ricostruzione di 1 milione/mq. 5000-20000 metri quadrati (ARANCIONE) Tale cifra è congruente con i valori effettivamente 20000-200000 metri quadrati (ROSSO) sborsati dalla comunità nazionale nell'arco degli ultimi decenni. Questa è l’unica tavola preoccupante davvero per Deve infine essere sottolineato che le stime ottenute la zona del comune di Torino che è l’unico sono affette da notevoli incertezze (tipicamente fino comune “arancione” del Piemonte. Si tratta però ad un fattore 3) derivanti, tra l'altro, dalla complessità di una tavola puramente statistica che nel danno del problema, dalla limitata disponibilità di dati sulla al patrimonio abitativo va a comprendere i danni vulnerabilità, e dalle estrapolazioni effettuate. “possibili” ma non necessariamente collegati ad Ne deriva che l'attendibilità delle carte presentate va apprezzata a livello dell'ordine di grandezza. attività sismiche.