Il sacramento dell’amore
Cammino di fede verso il matrimonio
Quarto incontro
Titolo: Un amore fecondo 1 (concreto).
Tema specifico: la fecondità è caratteristica essenziale dell’amore umano; ciò
vuol dire che per sua natura l’amore si espande, fa crescere e pone in essere
qualcosa di nuovo, altro da sé. Tra gli sposi, poi, questa caratteristica assume
delle connotazione proprie ed una ricchezza sovrabbondante, rispetto ad altre
esperienze. Si potrebbe dire, a mo’ di battuta sintetica, che tre sono le
dimensioni della fecondità coniugale: la prima, è la crescita degli sposi, sia come
fattore personale che di comunione di coppia; la seconda, riguarda l’accoglienza
generosa e responsabile dei figli, naturali o affidati (affido e adozione); la terza,
invece, considera più la dimensione pubblica del matrimonio e della famiglia,
chiedendo agli sposi di far crescere la Chiesa e la società civile, secondo le
caratteristiche loro proprie.
Per la vastità degli argomenti, questa caratteristica dell’amore coniugale viene
trattata in tre incontri distinti: la voce del Magistero della Chiesa per gli sposi
cristiani; l’esperienza di coppie nell’accogliere questa voce e nel declinarla nelle
varie dimensioni del matrimonio, della famiglia; un aiuto concreto per una
fecondità generosa e responsabile: i ritmi naturali della fertilità umana e alcune
metodiche di regolazione naturale, eticamente buone e possibili da vivere
ordinariamente.
Obiettivo principale: nel primo incontro sulla fecondità nella coppia, ci si pone
l’obiettivo principale di fare spazio all’ascolto della Chiesa. Come madre e
maestra, esperta in umanità e depositaria della rivelazione divina in Gesù Cristo,
essa ha il dovere di illuminare e accompagnare l’amore umano, soprattutto nei
frangenti più delicati delle vicende personali. Così, l’unione coniugale si pone
come uno dei campi di maggiore attenzione del magistero, secondo ogni livello
e grado. Lo scopo di questa parola autorevole non è quello di sostituirsi alle
decisioni della coppia, né tanto meno imporsi come padroni delle intimità
coniugale/familiare; solo, secondo il mandato del Divino Maestro, la Chiesa ha il
dovere di essere strumento efficace di salvezza, nella verità e nella misericordia.
Anche quando si toccano argomenti “scomodi” o “altamente sensibili”, il
Magistero non può non annunciare la verità su Dio e sull’uomo, a tutte le genti e
in ogni tempo.
Fra l’altro, troppo spesso questo tesoro di insegnamento rimane chiuso o
pregiudizialmente rifiutato proprio da coloro che ne sarebbero i diretti
interessati. Sarà, quindi, doveroso far conoscere le indicazioni e i cammini di
bene che la Chiesa propone per la santità degli sposi cristiani.
Schema dell’incontro:
-
Accoglienza e saluto.
Invito alla preghiera.
Introduzione al tema odierno.
Ascolto della Parola di Dio.
Commento della Parola di Dio.
Spunti dal Magistero della Chiesa.
Breve dialogo di riposta.
Mandato per il prossimo incontro.
Preghiera finale e saluto conclusivo.
Accoglienza: in questi tre incontri, di cui il presente è il primo, diviene ancor
più necessario creare un clima cordiale e familiare. A questo scopo, siano
proprio le coppie accompagnatrici, più che il sacerdote, a curare non solo i
contenuti del momento formativo, ma soprattutto le dinamiche di relazione.
Invito alla preghiera: la preghiera di quest'incontro potrebbe essere presa da
alcune orazioni di Giovanni Paolo II sul tema della vita, aggiungendo anche
qualche brevissima citazione di un documento (es. Evangelium Vitae).
Ascolto della Parola di Dio e commento: il brano evangelico delle "Nozze di
Cana" (Gv 2,1-11) potrebbe essere un ottimo spunto da cui partire con questo
primo incontro sull'ampio e complesso tema della fecondità. Senza la presenza di
Cristo nel proprio matrimonio, anche gli sposi più forti e coraggiosi rischiano di
rimanere senza risorse di slancio, speranza e gioia. Attraverso le giare del
perdono, dentro cioè i luoghi abituali visitati dal perdono di Cristo scambiato
vicendevolmente, i coniugi possono veramente rinnovarsi con la ricchezza
sovrabbondante dell'amore di Dio. San Giovanni ricorda questo miracolo come il
primo dei "Segni" del Regno e lo colloca con pregnanza simbolica nel "Sesto
giorno", con l'intenzione di mostrare come con l'avvento del Redentore l'umanità
sia stata definitivamente "rifatta". Non più, quindi, un unione sponsale come
Adamo ed Eva, ma come Cristo si unisce ora indissolubilmente alla sua Chiesa.
La presenza di Maria è una fondamentale chiave di volta, affinché la situazione
assuma un'accelerazione nel bene: Maria dev'essere presentata come Madre,
Amica e Sorella nelle famiglie cristiane. Tutta la Chiesa, poi, secondo la generosa
obbedienza ed operatività dei servi nel Vangelo, deve mettersi a disposizione per
accompagnare "al matrimonio" e sostenere "nel matrimonio" ogni singola
coppia, come fondamento della famiglia, piccola chiesa domestica.
Alcuni brani del Magistero della Chiesa: dai documenti Gaudium et Spes;
Humanae Vitae; Familiaris Consortio; Direttorio di pastorale Familiare; Lettera
alle Famiglie; Evangelium Vitae; Deus Caritas est; ecc.
Dalla Costituzione Conciliare Gaudium et Spes (1965)
Il matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati per loro natura alla
procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il preziosissimo dono
del matrimonio e contribuiscono pure al bene dei genitori...
I coniugi sappiano di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e quasi suoi
interpreti nell'ufficio di trasmettere la vita umana e di educarla: ciò deve essere
considerato come missione loro propria...
Dall’Enciclica Humanae Vitae (1968)
Perciò l'amore coniugale richiede negli sposi una coscienza della loro missione
di «paternità responsabile», sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che
va anch'essa esattamente compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi
aspetti legittimi e tra loro collegati.
In rapporto ai processi biologici, paternità responsabile significa conoscenza e
rispetto delle loro funzioni: l'intelligenza scopre, nel potere di dare la vita, leggi
biologiche che fanno parte della persona umana.
In rapporto alle tendenze dell'istinto e delle passioni, la paternità responsabile
significa il necessario dominio che la ragione e la volontà devono esercitare su
di esse.
In rapporto alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la
paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e
generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per
gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente o
anche a tempo indeterminato una nuova nascita.
Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo
rapporto all'ordine morale oggettivo stabilito da Dio, e di cui la retta coscienza
è fedele interprete. L'esercizio responsabile della paternità implica dunque che
i coniugi riconoscano pienamente i propri doveri verso Dio, verso se stessi,
verso la famiglia e verso la società, in una giusta gerarchia dei valori.
Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procedere a
proprio arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo
le vie oneste da seguire, ma devono conformare il loro agire all'intenzione
creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e
manifestata dall'insegnamento costante della Chiesa.
Breve dialogo di risposta: attraverso qualche semplice dinamica di
sollecitazione alla parola, si provocano i fidanzati sui contenuti appena ascoltati,
soprattutto quelli presi dal Magistero della Chiesa. Ad esempio, se li hanno
compresi bene; se ne condividono il linguaggio; se ci sono degli aspetti con i quali
si sentono un po' dissonanti o che comunque trovano problematici; ecc.
Mandato per il prossimo incontro: vengono lasciati due compiti distinti e
ugualmente importanti. Il primo, rileggere qualche passo del Magistero della
Chiesa e provare a concretizzarlo, metterlo in questione e a confronto con la
propria visione nella coppia. Il secondo, lasciando un foglio adatto, chiedere di
proiettarsi nel futuro dei primi anni di matrimonio e spiegare come si immagina
la vita di coppia e familiare. Per far questo più agevolmente, il foglio lasciato
riporta le stanza di un appartamento: attraverso i significati simbolici delle
stanze, si possono esprimere in maniera figurata i propri pensieri. Questo
secondo mandato prepara l'incontro successivo, caratterizzato soprattutto dalla
testimonianza degli sposi.
Preghiera finale e saluto conclusivo: questa preghiera potrebbe essere
costruita insieme, facendo rispondere spontaneamente alla domanda: "Io
ringrazio per la vita, perché?". Poi, ad ogni affermazione, si può rispondere
coralmente con un ritornello parlato o cantato.