21 Marzo 2005 Geriatria Prof. Saviano Gerontologia: studio della vecchiaia e del perché si invecchia. Geriatria: studio dei problemi legati al vecchio e le sue malattie. Tab.1 e 2: popolazione e variazione in migliaia di persone; tale tabella mostra come dal 1981 al 2001 c’è stato un incremento importante delle persone molto vecchie, ossia di oltre 80 anni. Questa crescita ha delle implicazioni in quanto il medico si trova nella condizione di curare i vecchi ottantenni come i giovani ventenni. Tutto quello che riguarda la sperimentazione farmacologia, non esiste per i vecchi, ma si trasferiscono le conoscenze sui vecchi. I vecchi consumano il 36% dei farmaci ed occupano il 40% dei posti letto ospedalieri; su 100 ricoveri 40 sono per persone vecchie. Gli ospedali non sono attrezzati per curare una persona anziana, la quale raramente è affetta da una patologia acuta, che guarisce in modo completo e rapido, come invece richiede un ricovero ospedaliero. Se si osservano poi le proiezioni del grafico dal 2001 al 2021, si osserva un ulteriore incremento della classe degli ultra ottantenni, mentre i giovani tendono a calare, ma aumentano gli immigrati (per evidente bisogno di gente giovane). Tab.3 popolazione italiana-cambiamenti; periodo 1950-2020 In questa tabella si può osservare come la linea degli ultra ottantenni tende ad aumentare mentre la linea dei giovani diminuisce. Tab.4 The demographic Transitin: in questa tabella si può dedurre il motivo dell’invecchiamento della popolazione, dovuto all’inversione nel tempo del tasso di nascita/tasso di morte, con vantaggio del numero della popolazione totale che tende ad aumentare. Quest’aumento dovrebbe continuare fino al 2050, poi si dovrebbe assestare con la globalizzazione del benessere. L’eccesso di natalità è un problema, così come lo è la lunga vita media. Con l’invecchiamento si verificano dei processi fisiologici: Diminuzione dell’altezza (si diventa cifotici e per effetto dell’osteoporosi le vertebre diventano più basse. Sebbene siano dati molto importanti solo il 30% degli ospedali del nord Italia 1 riporta in cartella il peso e l’altezza del paziente. Basterebbe misurare gli anziani e se la loro altezza è diminuita di 5-6 cm, si è già fatta diagnosi di osteoporosi, evitando tanti inutili esami). Aumento diametro vita. Aumento lunghezza naso. Aumento profondità toracica. Aumento diametro bi-iliaco. Diminuzione forza muscolare mano (marker di invecchiamento). Aumento lunghezza orecchio. Oggi sì da molta importanza alla circonferenza alla vita che se è superiore 102 nell’uomo ed 88 nelle donne, si dice che c’è molto grasso viscerale che è responsabile di disturbi metabolici come l’insulino resistenza, l’ipertensione. Calando l’altezza, nell’anziano aumenta la pancia e questo spiega l’aumento del diametro vita. Calando la forza muscolare, ne conseguono problemi legati alla postura, equilibrio, velocità di cammino. Sarcopenia: riduzione massa muscolare per unità di volume, per sostituzione del tessuto muscolare con tessuto adiposo; questo tessuto adiposo non si deposita sopra al tessuto muscolare, ma all’interno del muscolo, perché si ha una riduzione delle fibre muscolari. Proprio questa adiposità viscerale sembra esser la responsabile dell’insulino resistenza nell’anziano. Si definisce anziano la persona con età superiore ai 65 anni. Tab.7: modelli di malattie Malattie della vecchiaia: Demenza Strok Giov. vecchiaia 2 Modello di malattie del giovane e del vecchio: Leucemia Giov. vecchio Aumentando la speranza di vita, sono diminuite le malattie infettive, con aumento di quelle croniche. Gli anziani con più di 65 anni, a Modena, sono il 21% della popolazione, mentre quelli con più di 80 anni sono il 4% circa. Di questo 4% la metà non è autosufficienti (non è una malattia, ma una condizione). Ogni persona ha uno “stato funzionale”, ossia una capacità di rapportarsi col mondo, con la società; questo stato funzionale è sia fisico, sia psicologico ed è costituito da componenti che devono esser tutte prese in esame dal dottore. Tali componenti sono: Stato economico Stato evolutivo Qualità di vita Problemi medici Stato cognitivo Stato affettivo Supporto sociale La qualità di vita significa “sano”, ma vuol anche dire saper convivere con la malattia ed avere un buon rapporto con le attività che si svolgono durante la giornata; non avere degli influssi negativi. La qualità di vita si misura con dei test, che dovrebbero comparire sulle cartelle cliniche. 3 La genetica incide sulla durata della nostra vita solo per il 25%, mentre l’ambiente per il 75% ed un 5% è lasciato agli eventi stocastici (eventi casuali come l’incidente stradale). Ci sono tre settori della persona che si autocompensano, ossia l’aspetto psicologico, biologico e socio-ambientale; quando diminuisce una parte occorre un intervento delle altre per ripristinare l’equilibrio. Empatia: parlare con il malato, quello anziano è difficile. Tab.8 prestazioni: all’inizio ci sono grandi prestazioni, aumentate dallo sport, ma andando avanti con gli anni ed il subentrare di eventuali malattie croniche, questa si riduce passando in quella fascia definita di fragilità, disabilita pre-clinica su cui la medicina geriatria dovrebbe intervenire come prevenzione prima di arrivare alla fase di disabilità, ossia l’incapacità di affrontare gli atti di vita quotidiana. Malattia acuta: ho una menomazione che passa curandola. Malattia cronica: ho una disabilita data dal non aver risolto la menomazione. Per malattia si intende ogni malattia da compromissione, alterazione di funzione e tali limitazioni di funzione sfociano in una disabilita. L’organizzazione mondiale della sanità ha istituito due scale per la valutazione dell’autonomia funzionale negli anziani: IADL (autonomia nelle attività strumentali della vita quotidiana) e ADL (autonomia della vita quotidiana. Un esempio di domande utilizzate dalla scala IADL è: abilità ad usare il telefono. Il 50% degli anziani hanno problemi alimentari e molto spesso non sono legati a problemi di deglutizione, ma perché nessuno glielo acquista o prepara. Il pasto è un momento di integrazione e mangiare da soli per gli anziani è una delle cause di rifiuto del cibo. SDO: scheda di dimissione ospedaliera; all’interno di questa scheda dovrebbero comparire anche queste schede valutative. Quando si fa l’anamnesi ad un paziente anziano si possono ricavare gli elementi per parlare di fragilità clinica (bastano tre elementi): Riduzione del peso maggiore di 4 Kg. Esauribilità-astenia. Riduzione della forza Rallentamento dell’andatura 4 Riduzione capacità/attività fisica. L’assistenza sanitaria è costituita da tre componenti: 1. Cure primarie. 2. Cure intermedie. 3. Ospedale 3 2 1 Il 90% delle prestazioni sanitarie si svolge tra le cure primarie (medicina del territorio) e le cure intermedie (ambulatori, strutture per anziani); questi tre settori della sanità, dovrebbero essere integrate tra loro attraverso la cartella informatizzata, al fine di garantire la continuità assistenziale. L’ospedale in Italia assorbe circa il 45% delle spese sanitarie. Esame obbiettivo in ambulatorio: attraverso alcune ricerche si è visto che la cosa che più è vista dal medico in ambulatorio è la misurazione della pressione arteriosa, seguita dalla visita al torace. Solo all’ultimo posto viene valutata la sensibilità vibratoria che tuttavia è alterata nel 50% degli anziani. L’anziano ha bisogno di un approccio differente dal giovane!! Meccanismi di recupero delle funzioni: Alta y a b c gg mesi anni Bassa andamento dell’ictus y:capacità di recupero x:tempo di recupero a:riparo psichico b:riorganizz.delle funz. rimaste c:nuovo recupero x 5 Invecchiamento dello stato funzionale e malattie: dal grafico si possono dedurre i differenti tipi di invecchiamento. In caso di malattia acuta c’è un calo dello stato funzionale che può esser trattato, ma nell’anziano non c’è mai un recupero completo con risultato finale di un nuovo stato funzionale, ma ad un livello più basso di quello iniziale. L’altro caso è quello dell’invecchiamento con malattie croniche, quello dell’invecchiamento usuale ossia molte persone vivono a lungo, ma con molti deficit. Infine c’è quello dell’invecchiamento con successo. La malattia più frequente nell’anziano e causa del 15% circa dei ricoveri ospedalieri è lo scompenso cardiaco; dai 75 anni in poi c’è un elevato tasso di ricovero per scompenso cardiaco. La donna vive in Italia circa 6,5 anni in più rispetto all’uomo. Criteri per la diagnosi dello scompenso cardiaco: Criteri maggiori 1. Dispnea parossistica notturna 2. Turgore giugulare 3. Rantoli polmonari 4. Cardiomegalia 5. Terzo tono (galoppo) 6. Pressione venosa maggiore di 16 cm2 H2o (c’è aumento del precarico) 7. Tempo di circolo maggiore, uguale a 25 sec. 8. Reflusso epato-giugulare Criteri minori 1. Edema malleolare 2. Tosse notturna 3. Dispnea da sforzo 4. Epatomegalia 5. Versamento pleurico 6. CV minore 1/3 del massimo 7. Tachicardia maggiore 120 battiti per minuto Durante l’inspirazione il sangue torna al cuore, perché aumenta la pressione negativa e se la vena giugulare non si sgonfia significa che c’è uno scompenso cardiaco. Una vena giugulare turgida da sdraiati è normale. 6 Se il paziente è freddo significa che c’è una vasocostrizione per aumento del tono simpatico come compenso dello scompenso cardiaco. Classiche sono le domande: con quanti cuscini dorme? Quante volte si alza di note per urinare? Per sapere quanta urina ha fatto durante la notte si pesa il paziente di sera prima di andare a letto e di mattino, se c’è un calo del peso, maggiore di 1 Kg significa che c’è una ritenzione idrica importante. Da sdraiato il cuore si riposa, libera i liquidi e quindi il paziente urina tanto. I motivi per i quali l’anziano non riposa durante la notte possono essere diversi, tra cui l’insonnia, l’urgenza ad urinare e tanti altri. Come si indaga lo scompenso cardiaco: Peso corporeo. Pressione arteriosa. Frequenza cardiaca clino/orto radiale e precordio. Quante volte si alza per fare pipi. Turgore giugulare. Saturazione o2 %. Autosufficienza. Qualità del sonno. Farmaci. Le vene del braccio sono piene anche con il braccio alzato? Numero di cuscini con cui si dorme. Classificazione NYHA: Classe 1: cardiopatia che non causa limitazione nell’attività fisica, quella ordinari non causa affaticamento, dispnea, palpitazione o angina. Classe 2: cardiopatia che causa lievi limitazioni nell’attività fisica, quella ordinaria causa affaticamento, dispnea palpitazioni o angina; asintomatica a riposo. Classe 3: cardiopatia che causa marcate limitazioni nell’attività fisica, il minimo sforzo anche inferiore a quello ordinario, causa affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina. Asintomatica a riposo. Classe 4: sintomi a riposo. 7 Durante la diastole, il cuore, per proprietà elastica, si dilata con l’arrivo del sangue dall’atrio (soprattutto nel giovane); nell’anziano il tessuto miocardio sia atriale sia ventricolare diventa più fibrotico ed il riempimento diastolico diventa un problema. In questo caso il cuore può non riempirsi completamente e si può avere uno scompenso cardiaco di tipo diastolico con frazione di eiezione normale. In caso di ipotiroidismo, anche subclinico fa emergere la patologia di cuore. Nell’anziano le arterie vanno incontro a calcificazioni che riducono l’elasticità; normalmente l’aorta nella sistole immagazzina energia che libera nella diastole, facendo diventare il flusso da intermittente in continuo. A livello pressorio si verifica un aumento della pressione sistolica con aumento della pressione differenziale: infatti, l’80% degli anziani hanno un’ipertensione sistolica isolata, con pressione minima normale (non è un’ipertensione essenziale, ma un’ipertensione idraulica). Particolare caso è l’insufficienza cardiaca di tipo restrittivo, ad esempio nel caso di un deposito di sostanza amiloide che ha un particolare tropismo per il cuore o nel caso della pericardite costrittiva post tubercolare. Di solito il paziente con scompenso cardiaco è ricoverato 2-3 volte l’anno perché fa tanti episodi di edema polmonare, che si può prevenire facendo pesare il paziente in modo costante, modificando di conseguenza la terapia. Fig. tabella per monitorare lo scompenso cardiaco nell’anziano: Peso corporeo mattina e sera Pressione arteriosa sia in clino sia in ortostatismo Quante volte si è alzato per urinare Le vene del braccio si gonfiano? Terapia dello scompenso cardiaco Essendo lo scompenso cardiaco una malattia cronica, si basa sull’utilizzo di alcuni accorgimenti, ossia: 1) Non utilizzare mai antinfiammatori, i FANS, perché interferiscono con i diuretici e gli antipertensivi. 2) In caso di anemia si dovrà instaurare un’adeguata terapia marziale (si guarda l’emoglobina ed il volume globulare; spesso è di origine 8 carenziale, legato all’inadeguata alimentazione ed alla riduzione dell’assorbimento intestinale dei nutrienti). 3) Diuretici 4) È bene valutare il funzionamento della tiroide con il TSH e sopperire gli eventuali deficit con farmaci adeguati. L’anziano molto spesso ha un metabolismo proteico alterato, perciò la sua alimentazione dovrà esser valutata attentamente; frequentemente, infatti, quando lo scompenso cardiaco diventa cronico, comporta una sarcopenia indotta (non è dovuta all’invecchiamento) per riduzione dell’apporto di ossigeno. Il muscolo cardiaco a differenza della muscolatura scheletrica è per fuso con una vascolarizzazione di tipo terminale, inoltre il circolo coronario si riempie in diastole e quindi ha una pressione di per fusione bassa. La muscolatura scheletrica ha invece una pressione di per fusione medio-alta. 9