Sete di Parola
Quinta Settimana del Tempo Ordinario
dal 9 al 15 febbraio 2014
VANGELO del giorno
COMMENTO
PREGHIERA
IMPEGNO
Domenica, 9 febbraio 2014
Liturgia della Parola
Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Voi siete il sale della terra; ma se
il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che
ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non
può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una
lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti
quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è
nei cieli».
…È MEDITATA
Ecco il messaggio di Gesù per i
discepoli: "Voi siete la luce del
mondo". Siamo luce del mondo non
per nostra forza ma perché siamo
illuminati da Gesù. Ogni discepolo
è luce con tutta la sua povertà e
debolezza. Egli è colui che deve
essere in grado di trasmettere una
luce autentica che permetta al
mondo di orientarsi e dirigersi. Se
la nostra vita è stata illuminata, ciò
non è solo in vista di noi e del
nostro cammino, ma in vista del
cammino di tutti: illuminati dalla
luce che è Gesù dobbiamo a nostra
volta diventare luce per gli altri. Il
senso della missione è questo: non
si tratta di proselitismo, non è lo
stile di Gesù; si tratta di lasciare
vedere agli altri quella luce che noi
stessi abbiamo intravisto perché
anche gli altri ne possano godere
come noi. Tutto questo si fa con le
parole, ma accompagnandole con
un'esistenza che tragga il suo
orientamento dalla luce di Gesù,
soprattutto con la testimonianza
della vita. Siamo chiamati ad
essere
persone
di
luce.
Ringraziamo delle tante persone
che sono state luce per noi,
chiediamo di poter essere anche
noi luce per tanti altri, perché
vivano
pienamente
la
loro
esistenza e credano all'amore
infinito di Dio.
----------------------------------------------Gesù non dice «voi siete il miele del
mondo», un generico buonismo che
rende tutto accettabile, ma il sale,
qualcosa che è una forza, un istinto di
vita che penetra le scelte, si oppone al
degrado delle cose, e rilancia ciò che
merita futuro. E non dice: voi dovete
essere, sforzatevi di diventare, ma voi
siete già luce. La luce non è un dovere
ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio
…È PREGATA
O Dio, che nella follia della croce manifesti quanto è distante la tua sapienza
dalla logica del mondo, donaci il vero spirito del Vangelo, perché ardenti nella
fede e instancabili nella carità diventiamo luce e sale della terra.
…MI IMPEGNA
Il mondo ha bisogno di questa testimonianza e soprattutto ha bisogno di
uomini e donne che in maniera silenziosa, quasi nascosta rendono la vita più
bella e questo mondo migliore. Tra tante beghe che nascono dai limiti e dal
peccato è necessario che qualcuno, con fatica e con amore, porti il peso della
responsabilità di condurre la storia verso la civiltà dell'amore
Lunedì, 10 febbraio 2014
Santa Scolastica, vergine - Scolastica ci è nota dai “Dialoghi” di
san Gregorio Magno. Vergine Saggia, antepose la carità e la pura
contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come
manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello S. Benedetto, quando
con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”.
Liturgia della Parola
1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra,
giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo
riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle
barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in
villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano
di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano
venivano salvati.
…È MEDITATA
Il mantello del Signore. Chi lo sfiora
guarisce, dice Marco. La folla fa
ressa attorno a Gesù per poterlo
vedere, ascoltare, per guarire.
Alcuni lo scambiano per un santone
guaritore, uno dei molti che calcano
le strade degli uomini, di tanto in
tanto. Ma a lui va bene anche così:
richiama le persone all'essenziale,
non spettacolarizza ma fa della
guarigione il segno della venuta del
Regno in mezzo a noi. Anch'io
sono stato sfiorato dal mantello del
Signore. Più volte. Anche tu, amico.
Durante una Messa che ci ha
aperto il cuore, di fronte ad una
parola del Vangelo che ci ha
scossi, durante un tramonto al
mare e in montagna in cui
abbiamo misurato il limite delle
nostre pretese, davanti ad gesto di
amore puro che ci ha commosso
nell'intimo. Continua a passare, il
Signore, e ci sfiora col suo
mantello, ci guarisce nel profondo,
ci rende uomini e donne nuovi. E
anche noi possiamo diventare
mantello del Signore che sfiora gli
ammalati e gli scoraggiati, con le
nostre parole, con la nostra
pazienza, col nostro bene.
Non ci è dato di incontrare il
Signore Gesù se non attraverso dei
segni, sempre eloquenti, spesso
intensi e anche noi siamo chiamati
a diventare sacramento dell'
attenzione di Dio, oggi.
-------------------------------------------------
Il nostro impegno non consiste
esclusivamente in azioni o in
programmi
di
promozione
e
assistenza; quello che lo Spirito mette
in moto non è un eccesso di attivismo,
ma
prima
di
tutto
un’attenzione rivolta
all’altro
«considerandolo come un’unica cosa
con se stesso». Questa attenzione
d’amore è l’inizio di una vera
preoccupazione per la sua persona e a
partire da essa desidero cercare
effettivamente il suo bene.
PAPA FRANCESCO
…È PREGATA
Signore Gesù aiutami a riconoscere le mie infedeltà e, toccato dal tuo amore,
insegnami a guardare con i tuoi occhi per abbracciare le malattie che
affliggono l’umanità. Amen.
…MI IMPEGNA
Il Signore, oggi, si affida a noi, alle nostre poche parole, alle nostre fragili mani
per raggiungere le persone che vivono nella solitudine e nel dolore. Siamo
mantello del Signore per l'uomo affaticato e stanco. Mi sforzerò di uscire dal
mio egoismo che mi impedisce di andare verso il fratello.
Martedì, 11 febbraio 2014
Beata Maria Vergine di Lourdes
Solo da quattro anni Pio IX aveva additato alla Chiesa il segno luminoso della potenza salvatrice
accordata dal Padre al Redentore: Maria, sua Madre, ripiena di Spirito Santo, totalmente
preservata dal peccato, è Immacolata. L’11 febbraio 1858, Maria si manifestò come «
l’Immacolata » a Bernardetta Soubirous nella grotta di Massabielle negli alti Pirenei, per ben 18
volte fino al 16 luglio. Il perenne «miracolo» di Lourdes è l’Eucaristia. Al di là del « fenomeno »
religioso rimangono gli effetti del messaggio fondamentale del Vangelo, richiamato con forza da
Maria: la «conversione», e del grande gesto di Cristo: dare il proprio corpo e il proprio sangue»
per la salvezza degli uomini. L’accettazione gioiosa della sofferenza insieme con Cristo da parte
degli ammalati, la dedizione ammirevole di tanti giovani ai poveri e ai sofferenti, il «clima»
ininterrotto di intensa preghiera, a Lourdes, non sono comprensibili se non alla luce della Messa
che nella «cittadella di Maria» è al primo posto, sempre. E Cristo nell’Eucaristia passa
benedicente fra i malati, annunciatore e realizzatore di una salvezza più profonda.
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Liturgia della Parola
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo
che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto
è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E
beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora
Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
…È MEDITATA
MESSAGGIO DI PAPA
FRANCESCO…
In
occasione
della
Giornata
Mondiale del Malato, mi rivolgo in
modo particolare alle persone
ammalate e a coloro che prestano
loro assistenza e cura. La Chiesa
riconosce in voi, cari ammalati, una
speciale
presenza
di
Cristo
sofferente. E’ così: accanto, anzi,
dentro la nostra sofferenza c’è
quella di Gesù, che ne porta
insieme a noi il peso e ne rivela il
senso. Quando il Figlio di Dio è
salito sulla croce ha distrutto la
solitudine della sofferenza e ne ha
illuminato l’oscurità. Siamo posti in
tal modo dinanzi al mistero
dell’amore di Dio per noi, che ci
infonde speranza e coraggio:
speranza, perché nel disegno
d’amore di Dio anche la notte del
dolore si apre alla luce pasquale; e
coraggio, per affrontare ogni
avversità in sua compagnia, uniti a
Lui.
2. Il Figlio di Dio fatto uomo non ha
tolto dall’esperienza umana la
malattia e la sofferenza, ma,
assumendole in sé,
le ha
trasformate
e
ridimensionate.
Ridimensionate, perché non hanno
più l’ultima parola, che invece è la
vita nuova in pienezza; trasformate,
perché in unione a Cristo da
negative
possono
diventare
positive. Gesù è la via, e con il suo
Spirito possiamo seguirlo. Come il
Padre ha donato il Figlio per
amore, e il Figlio ha donato se
stesso per lo stesso amore, anche
noi possiamo amare gli altri come
Dio ha amato noi, dando la vita per
i fratelli. La fede nel Dio buono
diventa bontà, la fede nel Cristo
Crocifisso diventa forza di amare
fino alla fine e anche i nemici. La
prova della fede autentica in Cristo
è il dono di sé, il diffondersi
dell’amore
per
il
prossimo,
specialmente per chi non lo merita,
per chi soffre, per chi è emarginato.
3. In forza del Battesimo e della
Confermazione siamo chiamati a
conformarci
a
Cristo,
Buon
Samaritano di tutti i sofferenti. «In
questo
abbiamo
conosciuto
l’amore; nel fatto che egli ha dato la
sua vita per noi; quindi anche noi
dobbiamo dare la vita per i fratelli».
Quando
ci
accostiamo
con
tenerezza a coloro che sono
bisognosi di cure, portiamo la
speranza e il sorriso di Dio nelle
contraddizioni del mondo. Quando
la dedizione generosa verso gli altri
diventa lo stile delle nostre azioni,
facciamo spazio al Cuore di Cristo
e ne siamo riscaldati, offrendo così
il nostro contributo all’avvento del
Regno di Dio.
4. Per crescere nella tenerezza,
nella carità rispettosa e delicata,
noi abbiamo un modello cristiano a
cui dirigere con sicurezza lo
sguardo. È la Madre di Gesù e
Madre nostra, attenta alla voce di
Dio e ai bisogni e difficoltà dei suoi
figli. Maria, spinta dalla divina
misericordia che in lei si fa carne,
dimentica
se
stessa
e
si
incammina in fretta dalla Galilea
alla Giudea per incontrare e aiutare
la cugina Elisabetta; intercede
presso il suo Figlio alle nozze di
Cana, quando vede che viene a
mancare il vino della festa; porta
nel
suo
cuore,
lungo
il
pellegrinaggio della vita, le parole
del vecchio Simeone che le
preannunciano una spada che
trafiggerà la sua anima, e con
fortezza rimane ai piedi della Croce
di Gesù. Lei sa come si fa questa
strada e per questo è la Madre di
tutti i malati e i sofferenti. Possiamo
ricorrere fiduciosi a lei con filiale
devozione, sicuri che ci assisterà,
ci sosterrà e non ci abbandonerà. È
la Madre del Crocifisso Risorto:
rimane accanto alle nostre croci e
ci accompagna nel cammino verso
la risurrezione e la vita piena.
5. San Giovanni, il discepolo che
stava con Maria ai piedi della
Croce, ci fa risalire alle sorgenti
della fede e della carità, al cuore di
Dio che «è amore», e ci ricorda che
non possiamo amare Dio se non
amiamo i fratelli. Chi sta sotto la
Croce con Maria, impara ad amare
come Gesù. La Croce «è la
certezza dell’amore fedele di Dio
per noi. Un amore così grande che
entra nel nostro peccato e lo
perdona,
entra
nella
nostra
sofferenza e ci dona la forza per
portarla, entra anche nella morte
per vincerla e salvarci…La Croce di
Cristo invita anche a lasciarci
contagiare da questo amore, ci
insegna a guardare sempre l’altro
con
misericordia
e
amore,
soprattutto chi soffre, chi ha
bisogno di aiuto».
…È PREGATA
O Dio, Padre misericordioso, soccorri la nostra debolezza, e per intercessione di
Maria, Madre immacolata del tuo Figlio, fà che risorgiamo dal peccato alla vita
nuova..
…MI IMPEGNA
Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo,
ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso
mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore - Benedetto XVI
Mercoledì, 12 febbraio 2014
LITURGIA DELLA PAROLA
1Re 10,1-10 - Sal 36 - Mc 7,14-23
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo Gesù Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e
comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa
renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».[ ]
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano
sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere?
Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo
impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così
rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che
rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i
propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive
vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
…È MEDITATA
Niente di ciò che è al di fuori di noi
può garantirci la purezza interiore.
Possiamo abbellirci con gli abiti
migliori, nutrirci dei cibi più
succulenti o fingere nei nostri
comportamenti, ma il nostro animo,
quello che veramente ci qualifica
ed è chiaro agli occhi di Dio, rimane
nella sua realtà. Gesù proclama
queste verità affermando ancora
una volta, rivolgendosi alle folle, ma
parlando degli scribi e dei farisei,
che: «Non c'è nulla fuori dell'uomo
che, entrando in lui, possa
contaminarlo; sono invece le cose
che
escono
dall'uomo
a
contaminarlo». Il Signore spiega
ulteriormente
agli Apostoli il
significato della sua affermazione:
«Così neanche voi siete capaci di
comprendere? Non capite che tutto
ciò che entra nell'uomo dal di fuori
non può renderlo impuro, perché
non gli entra nel cuore ma nel
ventre e va nella fogna?». La
conclusione immediata e più
evidente è che Gesù dichiarava
mondi tutti gli alimenti, ma c'è
qualcosa di più importante da
dedurre da suo discorso: è la
pratica
applicazione
del
comandamento che ci sollecita a
non dire o testimoniare il falso, a
vivere in noi la verità di Dio per
essere suoi testimoni veri e credibili
nella carità. C'è una condanna a
tutto ciò che inquina il nostro
animo, che ci induce alla falsità e
all'errore, che tende a trarre in
inganno noi stessi, il nostro
prossimo e a stravolgere ciò che
Dio stesso ci ha fatto conoscere
nella
rivelazione
e
noi
sperimentiamo nel vivere di ogni
giorno. «Sia invece il vostro parlare
sì, sì; no, no; il di più viene dal
maligno». Gli inquinamenti da
parole sono più pericolosi e più
nocivi di quelli atmosferici; sarebbe
urgente per noi indire una
campagna
ecologica
di
purificazione del linguaggio. Noi
cristiani che ci ispiriamo a Cristo, la
Verità incarnata, dovremmo essere
di fulgido esempio, pur sapendo
che l'affermazione della verità e il
vivere nella purezza del cuore
comporta sempre un alto prezzo da
pagare: Cristo e i suoi martiri hanno
pagato con la vita, noi...?
-----------------------------------------------
È necessario vigilare sempre. Anzi
il cristiano è proprio l’uomo o la
donna che sa vigilare sul suo
cuore. Un cuore nel quale ci sono
tante cose che vanno e vengono...
Sembra un mercato rionale dove
trovi di tutto. Proprio per questo è
necessaria un’opera costante di
discernimento; per capire ciò che è
veramente del Signore.
Papa Francesco
…È PREGATA
Dona un linguaggio mite,che non conosca i frèmiti dell'orgoglio e dell'ira.
Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male.
Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode.
…MI IMPEGNA
Al mattino dedico un certo tempo alla cura dell’aspetto esteriore! Posso
sicuramente farlo anche per curare l’aspetto interiore preoccupandomi meno di
apparire e cercando di fare pulizia nel mio cuore per curare la mia anima. Oggi,
guardo dentro il mio cuore: vi sono forse rancori, rivendicazioni: sono questi
che mi contaminano!
Giovedì, 13 febbraio 2014
LITURGIA DELLA PAROLA
1Re 11,4-13 - Sal 105 - Mc 7,24-30
LA PAROLA DEL SIGNORE
...È ASCOLTATA
In quel tempo Gesù, Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una
casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una
donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di
lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine
siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le
rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il
pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i
cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per
questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua,
trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
...È MEDITATA
Episodio
imbarazzante
e
certamente autentico, visto che è
citato
anche
da
Matteo.
L'atteggiamento di Gesù, specie in
Matteo è davvero imbarazzante:
Gesù non si cura del dolore di
questa donna pagana, facendo
pensare ad una forte connotazione
razzista del suo agire. Non è così:
Gesù sfida questa madre che cerca
il miracolo, non la fede, che si
rivolge al santone di turno, non al
Rabbì di Nazareth. Il Signore tace
di fronte ad una preghiera
interessata rivolta da persona che
si disinteressano di Dio salvo
prenderlo per il bavero quando
qualcosa non funziona... Eppure,
alla fine, il Signore si commuove,
apre il proprio cuore alla risposta di
questa donna disposta a mettersi in
discussione,
disposta
ad
ammettere di essere interessata
più alla salute della figlia che alla
predicazione
del
Nazareno.
Splendido Signore che ci tratti da
adulti, che ti lasci commuovere, che
non hai paura di aiutarci a
crescere! Forse la nostra preghiera
resta inascoltata perché un po'
magica, poco cristiana... Chiediamo
al Signore di avere pietà di noi e di
insegnarci a pregare. Scoprendo la
vastità del cuore di Dio, come
direbbe san Paolo, diventeremo
capaci fare ogni cosa grazie alla
forza interiore che ci proviene dal
Signore.
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Ho provato ad avere fede in te, a
fidarmi della tua forza. Ho giocato
il tutto e per tutto con te. E ho
provato a venirti dietro, a
seguirti. E tu mi hai guarito! Mi
hai dato una nuova vita
interiore. Mi hai mostrato nuovi
modi di vivere il contatto con gli
altri. Mi hai sollevato dalle
amarezze, dalle stanchezze e dalle
immobilità che bloccavano la mia
vita. E mi hai detto: "Non avere
paura. Continua solo ad avere fede
...È PREGATA
Concedimi, Signore mio Dio, un'intelligenza che ti
ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una
una perseveranza che ti attenda con fiducia, una
possegga.
conosca, una volontà che
vita che ti piaccia,
fiducia che, alla fine, ti
S. Tommaso d’Aquino
...MI IMPEGNA
Lasciamo a Dio giudicare il cuore delle persone, di coloro che, ancora oggi,
consideriamo "lontani" solo perché non hanno fatto la nostra esperienza di fede.
Non esistono "stranieri" agli occhi di Dio ma ogni uomo che cerca in sé risposta
e consolazione può incrociare misteriosamente lo sguardo del Signore.
Lasciamo a Dio il giudizio e siamo disponibili verso ogni uomo che oggi
incontreremo!
Venerdì, 14 febbraio 2014
SANTI CIRILLO, monaco E METODIO, vescovo
Patroni d’Europa - Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella
fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del
sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia.
Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura
e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori
della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione
apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa
Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio
liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II il 31 dicembre
1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d'Europa.
LITURGIA DELLA PAROLA
At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9
LA PAROLA DEL SIGNORE
...È ASCOLTATA
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due
davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La
messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della
messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi
a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite:
«Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà
su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e
bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.
Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi
accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si
trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio».
...È MEDITATA
Anche se oggi fioccheranno i baci e
le carezze, gli innamorati si
rassegnino: san Valentino cede
volentieri il passo a questi due
giganti della fede, fratelli di sangue
ed evangelizzatori dell'Est europeo:
Cirillo e Metodio; se è bello
pensare che un vescovo italiano
perso nelle pieghe della storia sia
diventato patrono degli innamorati pare - per quel suo gesto tutto
paterno di pagare la dote alle
ragazze povere da maritare prima
di primavera, è ancora più bello
pensare che l'Europa si tenga unita
grazie
alla
predicazione
del
vangelo. Popoli diversi, con storie
diverse, si sono trovati uniti intorno
allo stesso vangelo, pur con
sensibilità diverse; e a questa unità
da ritrovare fa riferimento la festa di
oggi, per dire a voce chiara che
l'Europa non può essere solo un
progetto economico, per quanto
efficace, ma un sogno costruito
attorno all'uomo secondo i valori
del vangelo che hanno permeato le
scelte di quasi duemila anni di
civiltà. Affidiamo a questi santi, che
hanno evangelizzato popoli lontani
dal vangelo, con grande attenzione
alla cultura e al rispetto delle
culture la costruzione della nostra
Europa: possiamo riscoprire le
radici comuni che hanno reso
grande la nostra civiltà.
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Ora che la Chiesa desidera vivere
un
profondo
rinnovamento
missionario, c’è una forma di
predicazione che compete a tutti
noi come impegno quotidiano. Si
tratta di portare il Vangelo alle
persone con cui ciascuno ha a che
fare, tanto ai più vicini quanto agli
sconosciuti. È la predicazione
informale che si può realizzare
durante una conversazione ed è
anche quella che attua un
missionario quando visita una
casa. Essere discepolo significa
avere la disposizione permanente
di portare agli altri l’amore di
Gesù
e
questo
avviene
spontaneamente in qualsiasi
luogo, nella via, nella piazza, al
lavoro, in una strada.
Papa Francesco Evangelii Gaudium
...È PREGATA
Risuoni nella Chiesa da oriente ad occidente l'ecumenica lode di Cirillo e
Metodio. Maestri di Sapienza e padri nella fede splendono come fiaccole sul
cammino dei popoli. Con la potenza inerme della croce di Cristo
raccolsero le genti nella luce del Regno. Nella preghiera unanime delle lingue
diverse si rinnovò il prodigio della Chiesa nascente. O Dio trino e unico, a te
l'incenso e il canto, l'onore e la vittoria, a te l'eterna gloria. Amen.
...MI IMPEGNA
Proverò a non dimenticare il ruolo che mi ha dato Gesù e a farmi da portavoce
della Sua Gioia nei luoghi dove ogni giorno vivo e lavoro. << È l’annuncio che
si condivide con un atteggiamento umile e testimoniale di chi sa sempre
imparare, con la consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo
che ci supera sempre. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte
attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo
stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta>>.
Sabato, 15 febbraio 2014
LITURGIA DELLA PAROLA
1Re 12,26-32; 13,33-34 - Sal 105 - Mc 8,1-10
LA PAROLA DEL SIGNORE
...È ASCOLTATA
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare,
Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla;
ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando
digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono
venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di
pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero:
«Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li
spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono
alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e
fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi
avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla
barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
...È MEDITATA
Siamo ancora in territorio pagano e
una grande folla si raduna intorno a
Gesù. E' commovente l'attenzione
con cui queste persone, pur non
appartenendo
alla
religione
ebraica, ascoltano le parole di
Gesù. Egli stesso, certamente
commosso per l'attenzione che
pongono nell'ascoltarlo, prende
l'iniziativa perché non tornino a
casa senza mangiare. Ancora una
volta si scontra con la "ragionevole"
grettezza dei discepoli, i quali
continuano a rispondergli che non è
possibile sfamare tanta gente. Essi
credono più alla loro saggezza che
alle parole di Gesù. Eppure aveva
detto loro: "tutto è possibile a chi
crede". E seppure non ricordavano
queste parole, come spesso capita
anche a noi di dimenticare il
Vangelo, avrebbero però dovuto
pensare
al
miracolo
della
moltiplicazione
compiuto
precedentemente. Ancora una volta
è Gesù che prende l'iniziativa. Ed è
lui che prende nelle sue mani quei
pani (appena sette) e li moltiplica
per tutti. E' la seconda volta (la
prima è stata in Galilea) che Marco
riporta la moltiplicazione dei pani.
Questa volta avviene in territorio
pagano, quasi a voler dire che il
pane va moltiplicato in ogni tempo
ed in ogni terra.
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Ha compassione della folla, il
Signore. Ha compassione di noi
uomini, sa bene che la vita è un
cammino impegnativo, sa bene
che, lontani da lui, possiamo
mancare per strada, perdere il
sentiero, smarrire la direzione
giusta. E allora ci offre un pane
per il cammino, un nutrimento per
tornare alle nostre case, al luogo
del ristoro, alla meta ultima
...È PREGATA
O Signore aiutami a riconoscerti in ogni avvenimento della vita e donami un
cuore sensibile alle necessità del mondo. O Signore risorto, riempi il mio
cuore di piccole opere di carità, quelle che si concretizzano in un sorriso, in un
atto di pazienza e di accettazione, in un dono di benevolenza e
di compassione, in un atteggiamento di perdono cordiale, in un aiuto materiale
secondo le mie possibilità.
Madre Teresa
...MI IMPEGNA
Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita. Non ho risposte per i
tuoi dubbi o timori.
Posso, però ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro; però, quando serve sarò
vicino a te.
Non posso cancellare la tua sofferenza; posso, però, piangere con te.
Non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere.
Jorge Luis Borges
PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 29 gennaio 2014
Cari fratelli e sorelle, buongiorno,
in questa terza catechesi sui Sacramenti, ci soffermiamo sulla Confermazione o
Cresima, che va intesa in continuità con il Battesimo, al quale è legata in modo
inseparabile. Questi due Sacramenti, insieme
con l’Eucaristia, formano un unico evento
salvifico, che si chiama — l’“iniziazione
cristiana” —, nel quale veniamo inseriti in
Gesù Cristo morto e risorto e diventiamo
nuove creature e membra della Chiesa. Ecco
perché in origine questi tre Sacramenti si
celebravano in un unico momento, al
termine del cammino catecumenale, normalmente nella Veglia Pasquale. Così
veniva suggellato il percorso di formazione e di graduale inserimento nella
comunità cristiana che poteva durare anche alcuni anni. Si faceva passo a
passo per arrivare al Battesimo, poi alla Cresima e all'Eucaristia.
Comunemente si parla di sacramento della “Cresima”, parola che significa
“unzione”. E, in effetti, attraverso l’olio detto “sacro Crisma” veniamo
conformati, nella potenza dello Spirito, a Gesù Cristo, il quale è l’unico vero
“unto”, il “Messia”, il Santo di Dio. Il termine “Confermazione” ci ricorda poi
che questo Sacramento apporta una crescita della grazia battesimale: ci unisce
più saldamente a Cristo; porta a compimento il nostro legame con la Chiesa; ci
accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere la
fede, per confessare il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua
croce (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1303).
Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi,
ricevano questo Sacramento. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati e
questo è buono, ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la Cresima. In
questo modo resteranno a metà cammino e non riceveranno lo Spirito Santo,
che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare
avanti. Pensiamo un po', ognuno di noi: davvero abbiamo la preoccupazione
che i nostri bambini, i nostri ragazzi ricevano la Cresima? E' importante questo,
è importante! E se voi, a casa vostra, avete bambini, ragazzi, che ancora non
l'hanno ricevuta e hanno l’età per riceverla, fate tutto il possibile perché essi
portino a termine l’iniziazione cristiana e ricevano la forza dello Spirito Santo.
E' importante!
Naturalmente è importante offrire ai cresimandi una buona preparazione, che
deve mirare a condurli verso un’adesione personale alla fede in Cristo e a
risvegliare in loro il senso dell’appartenenza alla Chiesa.
La Confermazione, come ogni Sacramento, non è opera degli uomini, ma di
Dio, il quale si prende cura della nostra vita in modo da plasmarci ad immagine
del suo Figlio, per renderci capaci di amare come Lui. Egli lo fa infondendo in
noi il suo Spirito Santo, la cui azione pervade tutta la persona e tutta la vita,
come traspare dai sette doni che la Tradizione, alla luce della Sacra Scrittura,
ha sempre evidenziato. Questi sette doni: io non voglio domandare a voi se vi
ricordate i sette doni. Forse li saprete tutti... Ma li dico io a nome vostro. Quali
sono questi doni? La Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, la Fortezza, la Scienza,
la Pietà e il Timore di Dio. E questi doni ci sono dati proprio con lo Spirito Santo
nel sacramento della Confermazione. A questi doni intendo poi dedicare le
catechesi che seguiranno quelle sui Sacramenti.
Quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore e lo lasciamo agire, Cristo
stesso si rende presente in noi e prende forma
nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo
stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere
speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi
vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare
comunione, a seminare pace. Pensate quanto è
importante questo: per mezzo dello Spirito Santo,
Cristo stesso viene a fare tutto questo in mezzo a
noi e per noi. Per questo è importante che i
bambini e i ragazzi ricevano il Sacramento della
Cresima.
Cari fratelli e sorelle, ricordiamoci che abbiamo
ricevuto
la
Confermazione!
Tutti
noi!
Ricordiamolo prima di tutto per ringraziare il Signore di questo dono, e poi per
chiedergli che ci aiuti a vivere da veri cristiani, a camminare sempre con gioia
secondo lo Spirito Santo che ci è stato donato.
Vieni, o Spirito Santo,
dentro di me, nel mio cuore
e nella mia intelligenza.
Accordami la tua intelligenza,
perché io possa conoscere il Padre
nel meditare la parola del Vangelo.
Accordami il tuo amore,
perché anche quest'oggi,
esortato dalla tua parola,
ti cerchi nei fatti e nelle persone
che ho incontrato.
Accordami la tua sapienza,
perché io sappia rivivere
e giudicare, alla luce della tua parola,
quello che oggi ho vissuto.
Accordami la perseveranza,
perché io con pazienza penetri
il messaggio di Dio nel Vangelo.
San Tommaso d'Aquino