Sete di Parola Quinta Settimana del Tempo Ordinario dal 9 al 15 febbraio 2014 VANGELO del giorno COMMENTO PREGHIERA IMPEGNO Domenica, 9 febbraio 2014 Liturgia della Parola Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». …È MEDITATA Ecco il messaggio di Gesù per i discepoli: "Voi siete la luce del mondo". Siamo luce del mondo non per nostra forza ma perché siamo illuminati da Gesù. Ogni discepolo è luce con tutta la sua povertà e debolezza. Egli è colui che deve essere in grado di trasmettere una luce autentica che permetta al mondo di orientarsi e dirigersi. Se la nostra vita è stata illuminata, ciò non è solo in vista di noi e del nostro cammino, ma in vista del cammino di tutti: illuminati dalla luce che è Gesù dobbiamo a nostra volta diventare luce per gli altri. Il senso della missione è questo: non si tratta di proselitismo, non è lo stile di Gesù; si tratta di lasciare vedere agli altri quella luce che noi stessi abbiamo intravisto perché anche gli altri ne possano godere come noi. Tutto questo si fa con le parole, ma accompagnandole con un'esistenza che tragga il suo orientamento dalla luce di Gesù, soprattutto con la testimonianza della vita. Siamo chiamati ad essere persone di luce. Ringraziamo delle tante persone che sono state luce per noi, chiediamo di poter essere anche noi luce per tanti altri, perché vivano pienamente la loro esistenza e credano all'amore infinito di Dio. ----------------------------------------------Gesù non dice «voi siete il miele del mondo», un generico buonismo che rende tutto accettabile, ma il sale, qualcosa che è una forza, un istinto di vita che penetra le scelte, si oppone al degrado delle cose, e rilancia ciò che merita futuro. E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio …È PREGATA O Dio, che nella follia della croce manifesti quanto è distante la tua sapienza dalla logica del mondo, donaci il vero spirito del Vangelo, perché ardenti nella fede e instancabili nella carità diventiamo luce e sale della terra. …MI IMPEGNA Il mondo ha bisogno di questa testimonianza e soprattutto ha bisogno di uomini e donne che in maniera silenziosa, quasi nascosta rendono la vita più bella e questo mondo migliore. Tra tante beghe che nascono dai limiti e dal peccato è necessario che qualcuno, con fatica e con amore, porti il peso della responsabilità di condurre la storia verso la civiltà dell'amore Lunedì, 10 febbraio 2014 Santa Scolastica, vergine - Scolastica ci è nota dai “Dialoghi” di san Gregorio Magno. Vergine Saggia, antepose la carità e la pura contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello S. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”. Liturgia della Parola 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. …È MEDITATA Il mantello del Signore. Chi lo sfiora guarisce, dice Marco. La folla fa ressa attorno a Gesù per poterlo vedere, ascoltare, per guarire. Alcuni lo scambiano per un santone guaritore, uno dei molti che calcano le strade degli uomini, di tanto in tanto. Ma a lui va bene anche così: richiama le persone all'essenziale, non spettacolarizza ma fa della guarigione il segno della venuta del Regno in mezzo a noi. Anch'io sono stato sfiorato dal mantello del Signore. Più volte. Anche tu, amico. Durante una Messa che ci ha aperto il cuore, di fronte ad una parola del Vangelo che ci ha scossi, durante un tramonto al mare e in montagna in cui abbiamo misurato il limite delle nostre pretese, davanti ad gesto di amore puro che ci ha commosso nell'intimo. Continua a passare, il Signore, e ci sfiora col suo mantello, ci guarisce nel profondo, ci rende uomini e donne nuovi. E anche noi possiamo diventare mantello del Signore che sfiora gli ammalati e gli scoraggiati, con le nostre parole, con la nostra pazienza, col nostro bene. Non ci è dato di incontrare il Signore Gesù se non attraverso dei segni, sempre eloquenti, spesso intensi e anche noi siamo chiamati a diventare sacramento dell' attenzione di Dio, oggi. ------------------------------------------------- Il nostro impegno non consiste esclusivamente in azioni o in programmi di promozione e assistenza; quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto un’attenzione rivolta all’altro «considerandolo come un’unica cosa con se stesso». Questa attenzione d’amore è l’inizio di una vera preoccupazione per la sua persona e a partire da essa desidero cercare effettivamente il suo bene. PAPA FRANCESCO …È PREGATA Signore Gesù aiutami a riconoscere le mie infedeltà e, toccato dal tuo amore, insegnami a guardare con i tuoi occhi per abbracciare le malattie che affliggono l’umanità. Amen. …MI IMPEGNA Il Signore, oggi, si affida a noi, alle nostre poche parole, alle nostre fragili mani per raggiungere le persone che vivono nella solitudine e nel dolore. Siamo mantello del Signore per l'uomo affaticato e stanco. Mi sforzerò di uscire dal mio egoismo che mi impedisce di andare verso il fratello. Martedì, 11 febbraio 2014 Beata Maria Vergine di Lourdes Solo da quattro anni Pio IX aveva additato alla Chiesa il segno luminoso della potenza salvatrice accordata dal Padre al Redentore: Maria, sua Madre, ripiena di Spirito Santo, totalmente preservata dal peccato, è Immacolata. L’11 febbraio 1858, Maria si manifestò come « l’Immacolata » a Bernardetta Soubirous nella grotta di Massabielle negli alti Pirenei, per ben 18 volte fino al 16 luglio. Il perenne «miracolo» di Lourdes è l’Eucaristia. Al di là del « fenomeno » religioso rimangono gli effetti del messaggio fondamentale del Vangelo, richiamato con forza da Maria: la «conversione», e del grande gesto di Cristo: dare il proprio corpo e il proprio sangue» per la salvezza degli uomini. L’accettazione gioiosa della sofferenza insieme con Cristo da parte degli ammalati, la dedizione ammirevole di tanti giovani ai poveri e ai sofferenti, il «clima» ininterrotto di intensa preghiera, a Lourdes, non sono comprensibili se non alla luce della Messa che nella «cittadella di Maria» è al primo posto, sempre. E Cristo nell’Eucaristia passa benedicente fra i malati, annunciatore e realizzatore di una salvezza più profonda. GIORNATA MONDIALE DEL MALATO Liturgia della Parola LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA Dal vangelo secondo Luca In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». …È MEDITATA MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO… In occasione della Giornata Mondiale del Malato, mi rivolgo in modo particolare alle persone ammalate e a coloro che prestano loro assistenza e cura. La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. E’ così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso. Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità. Siamo posti in tal modo dinanzi al mistero dell’amore di Dio per noi, che ci infonde speranza e coraggio: speranza, perché nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui. 2. Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ridimensionate, perché non hanno più l’ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo da negative possono diventare positive. Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo seguirlo. Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli. La fede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici. La prova della fede autentica in Cristo è il dono di sé, il diffondersi dell’amore per il prossimo, specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato. 3. In forza del Battesimo e della Confermazione siamo chiamati a conformarci a Cristo, Buon Samaritano di tutti i sofferenti. «In questo abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli». Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all’avvento del Regno di Dio. 4. Per crescere nella tenerezza, nella carità rispettosa e delicata, noi abbiamo un modello cristiano a cui dirigere con sicurezza lo sguardo. È la Madre di Gesù e Madre nostra, attenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficoltà dei suoi figli. Maria, spinta dalla divina misericordia che in lei si fa carne, dimentica se stessa e si incammina in fretta dalla Galilea alla Giudea per incontrare e aiutare la cugina Elisabetta; intercede presso il suo Figlio alle nozze di Cana, quando vede che viene a mancare il vino della festa; porta nel suo cuore, lungo il pellegrinaggio della vita, le parole del vecchio Simeone che le preannunciano una spada che trafiggerà la sua anima, e con fortezza rimane ai piedi della Croce di Gesù. Lei sa come si fa questa strada e per questo è la Madre di tutti i malati e i sofferenti. Possiamo ricorrere fiduciosi a lei con filiale devozione, sicuri che ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà. È la Madre del Crocifisso Risorto: rimane accanto alle nostre croci e ci accompagna nel cammino verso la risurrezione e la vita piena. 5. San Giovanni, il discepolo che stava con Maria ai piedi della Croce, ci fa risalire alle sorgenti della fede e della carità, al cuore di Dio che «è amore», e ci ricorda che non possiamo amare Dio se non amiamo i fratelli. Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come Gesù. La Croce «è la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci…La Croce di Cristo invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto». …È PREGATA O Dio, Padre misericordioso, soccorri la nostra debolezza, e per intercessione di Maria, Madre immacolata del tuo Figlio, fà che risorgiamo dal peccato alla vita nuova.. …MI IMPEGNA Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore - Benedetto XVI Mercoledì, 12 febbraio 2014 LITURGIA DELLA PAROLA 1Re 10,1-10 - Sal 36 - Mc 7,14-23 LA PAROLA DEL SIGNORE …È ASCOLTATA In quel tempo Gesù Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».[ ] Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». …È MEDITATA Niente di ciò che è al di fuori di noi può garantirci la purezza interiore. Possiamo abbellirci con gli abiti migliori, nutrirci dei cibi più succulenti o fingere nei nostri comportamenti, ma il nostro animo, quello che veramente ci qualifica ed è chiaro agli occhi di Dio, rimane nella sua realtà. Gesù proclama queste verità affermando ancora una volta, rivolgendosi alle folle, ma parlando degli scribi e dei farisei, che: «Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo». Il Signore spiega ulteriormente agli Apostoli il significato della sua affermazione: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». La conclusione immediata e più evidente è che Gesù dichiarava mondi tutti gli alimenti, ma c'è qualcosa di più importante da dedurre da suo discorso: è la pratica applicazione del comandamento che ci sollecita a non dire o testimoniare il falso, a vivere in noi la verità di Dio per essere suoi testimoni veri e credibili nella carità. C'è una condanna a tutto ciò che inquina il nostro animo, che ci induce alla falsità e all'errore, che tende a trarre in inganno noi stessi, il nostro prossimo e a stravolgere ciò che Dio stesso ci ha fatto conoscere nella rivelazione e noi sperimentiamo nel vivere di ogni giorno. «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». Gli inquinamenti da parole sono più pericolosi e più nocivi di quelli atmosferici; sarebbe urgente per noi indire una campagna ecologica di purificazione del linguaggio. Noi cristiani che ci ispiriamo a Cristo, la Verità incarnata, dovremmo essere di fulgido esempio, pur sapendo che l'affermazione della verità e il vivere nella purezza del cuore comporta sempre un alto prezzo da pagare: Cristo e i suoi martiri hanno pagato con la vita, noi...? ----------------------------------------------- È necessario vigilare sempre. Anzi il cristiano è proprio l’uomo o la donna che sa vigilare sul suo cuore. Un cuore nel quale ci sono tante cose che vanno e vengono... Sembra un mercato rionale dove trovi di tutto. Proprio per questo è necessaria un’opera costante di discernimento; per capire ciò che è veramente del Signore. Papa Francesco …È PREGATA Dona un linguaggio mite,che non conosca i frèmiti dell'orgoglio e dell'ira. Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male. Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode. …MI IMPEGNA Al mattino dedico un certo tempo alla cura dell’aspetto esteriore! Posso sicuramente farlo anche per curare l’aspetto interiore preoccupandomi meno di apparire e cercando di fare pulizia nel mio cuore per curare la mia anima. Oggi, guardo dentro il mio cuore: vi sono forse rancori, rivendicazioni: sono questi che mi contaminano! Giovedì, 13 febbraio 2014 LITURGIA DELLA PAROLA 1Re 11,4-13 - Sal 105 - Mc 7,24-30 LA PAROLA DEL SIGNORE ...È ASCOLTATA In quel tempo Gesù, Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. ...È MEDITATA Episodio imbarazzante e certamente autentico, visto che è citato anche da Matteo. L'atteggiamento di Gesù, specie in Matteo è davvero imbarazzante: Gesù non si cura del dolore di questa donna pagana, facendo pensare ad una forte connotazione razzista del suo agire. Non è così: Gesù sfida questa madre che cerca il miracolo, non la fede, che si rivolge al santone di turno, non al Rabbì di Nazareth. Il Signore tace di fronte ad una preghiera interessata rivolta da persona che si disinteressano di Dio salvo prenderlo per il bavero quando qualcosa non funziona... Eppure, alla fine, il Signore si commuove, apre il proprio cuore alla risposta di questa donna disposta a mettersi in discussione, disposta ad ammettere di essere interessata più alla salute della figlia che alla predicazione del Nazareno. Splendido Signore che ci tratti da adulti, che ti lasci commuovere, che non hai paura di aiutarci a crescere! Forse la nostra preghiera resta inascoltata perché un po' magica, poco cristiana... Chiediamo al Signore di avere pietà di noi e di insegnarci a pregare. Scoprendo la vastità del cuore di Dio, come direbbe san Paolo, diventeremo capaci fare ogni cosa grazie alla forza interiore che ci proviene dal Signore. --------------------------------------------- Ho provato ad avere fede in te, a fidarmi della tua forza. Ho giocato il tutto e per tutto con te. E ho provato a venirti dietro, a seguirti. E tu mi hai guarito! Mi hai dato una nuova vita interiore. Mi hai mostrato nuovi modi di vivere il contatto con gli altri. Mi hai sollevato dalle amarezze, dalle stanchezze e dalle immobilità che bloccavano la mia vita. E mi hai detto: "Non avere paura. Continua solo ad avere fede ...È PREGATA Concedimi, Signore mio Dio, un'intelligenza che ti ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una una perseveranza che ti attenda con fiducia, una possegga. conosca, una volontà che vita che ti piaccia, fiducia che, alla fine, ti S. Tommaso d’Aquino ...MI IMPEGNA Lasciamo a Dio giudicare il cuore delle persone, di coloro che, ancora oggi, consideriamo "lontani" solo perché non hanno fatto la nostra esperienza di fede. Non esistono "stranieri" agli occhi di Dio ma ogni uomo che cerca in sé risposta e consolazione può incrociare misteriosamente lo sguardo del Signore. Lasciamo a Dio il giudizio e siamo disponibili verso ogni uomo che oggi incontreremo! Venerdì, 14 febbraio 2014 SANTI CIRILLO, monaco E METODIO, vescovo Patroni d’Europa - Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II il 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d'Europa. LITURGIA DELLA PAROLA At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9 LA PAROLA DEL SIGNORE ...È ASCOLTATA Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio». ...È MEDITATA Anche se oggi fioccheranno i baci e le carezze, gli innamorati si rassegnino: san Valentino cede volentieri il passo a questi due giganti della fede, fratelli di sangue ed evangelizzatori dell'Est europeo: Cirillo e Metodio; se è bello pensare che un vescovo italiano perso nelle pieghe della storia sia diventato patrono degli innamorati pare - per quel suo gesto tutto paterno di pagare la dote alle ragazze povere da maritare prima di primavera, è ancora più bello pensare che l'Europa si tenga unita grazie alla predicazione del vangelo. Popoli diversi, con storie diverse, si sono trovati uniti intorno allo stesso vangelo, pur con sensibilità diverse; e a questa unità da ritrovare fa riferimento la festa di oggi, per dire a voce chiara che l'Europa non può essere solo un progetto economico, per quanto efficace, ma un sogno costruito attorno all'uomo secondo i valori del vangelo che hanno permeato le scelte di quasi duemila anni di civiltà. Affidiamo a questi santi, che hanno evangelizzato popoli lontani dal vangelo, con grande attenzione alla cultura e al rispetto delle culture la costruzione della nostra Europa: possiamo riscoprire le radici comuni che hanno reso grande la nostra civiltà. ---------------------------------------------- Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento missionario, c’è una forma di predicazione che compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli sconosciuti. È la predicazione informale che si può realizzare durante una conversazione ed è anche quella che attua un missionario quando visita una casa. Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada. Papa Francesco Evangelii Gaudium ...È PREGATA Risuoni nella Chiesa da oriente ad occidente l'ecumenica lode di Cirillo e Metodio. Maestri di Sapienza e padri nella fede splendono come fiaccole sul cammino dei popoli. Con la potenza inerme della croce di Cristo raccolsero le genti nella luce del Regno. Nella preghiera unanime delle lingue diverse si rinnovò il prodigio della Chiesa nascente. O Dio trino e unico, a te l'incenso e il canto, l'onore e la vittoria, a te l'eterna gloria. Amen. ...MI IMPEGNA Proverò a non dimenticare il ruolo che mi ha dato Gesù e a farmi da portavoce della Sua Gioia nei luoghi dove ogni giorno vivo e lavoro. << È l’annuncio che si condivide con un atteggiamento umile e testimoniale di chi sa sempre imparare, con la consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo che ci supera sempre. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta>>. Sabato, 15 febbraio 2014 LITURGIA DELLA PAROLA 1Re 12,26-32; 13,33-34 - Sal 105 - Mc 8,1-10 LA PAROLA DEL SIGNORE ...È ASCOLTATA In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. ...È MEDITATA Siamo ancora in territorio pagano e una grande folla si raduna intorno a Gesù. E' commovente l'attenzione con cui queste persone, pur non appartenendo alla religione ebraica, ascoltano le parole di Gesù. Egli stesso, certamente commosso per l'attenzione che pongono nell'ascoltarlo, prende l'iniziativa perché non tornino a casa senza mangiare. Ancora una volta si scontra con la "ragionevole" grettezza dei discepoli, i quali continuano a rispondergli che non è possibile sfamare tanta gente. Essi credono più alla loro saggezza che alle parole di Gesù. Eppure aveva detto loro: "tutto è possibile a chi crede". E seppure non ricordavano queste parole, come spesso capita anche a noi di dimenticare il Vangelo, avrebbero però dovuto pensare al miracolo della moltiplicazione compiuto precedentemente. Ancora una volta è Gesù che prende l'iniziativa. Ed è lui che prende nelle sue mani quei pani (appena sette) e li moltiplica per tutti. E' la seconda volta (la prima è stata in Galilea) che Marco riporta la moltiplicazione dei pani. Questa volta avviene in territorio pagano, quasi a voler dire che il pane va moltiplicato in ogni tempo ed in ogni terra. ----------------------------------------------- Ha compassione della folla, il Signore. Ha compassione di noi uomini, sa bene che la vita è un cammino impegnativo, sa bene che, lontani da lui, possiamo mancare per strada, perdere il sentiero, smarrire la direzione giusta. E allora ci offre un pane per il cammino, un nutrimento per tornare alle nostre case, al luogo del ristoro, alla meta ultima ...È PREGATA O Signore aiutami a riconoscerti in ogni avvenimento della vita e donami un cuore sensibile alle necessità del mondo. O Signore risorto, riempi il mio cuore di piccole opere di carità, quelle che si concretizzano in un sorriso, in un atto di pazienza e di accettazione, in un dono di benevolenza e di compassione, in un atteggiamento di perdono cordiale, in un aiuto materiale secondo le mie possibilità. Madre Teresa ...MI IMPEGNA Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita. Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori. Posso, però ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro; però, quando serve sarò vicino a te. Non posso cancellare la tua sofferenza; posso, però, piangere con te. Non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere. Jorge Luis Borges PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 29 gennaio 2014 Cari fratelli e sorelle, buongiorno, in questa terza catechesi sui Sacramenti, ci soffermiamo sulla Confermazione o Cresima, che va intesa in continuità con il Battesimo, al quale è legata in modo inseparabile. Questi due Sacramenti, insieme con l’Eucaristia, formano un unico evento salvifico, che si chiama — l’“iniziazione cristiana” —, nel quale veniamo inseriti in Gesù Cristo morto e risorto e diventiamo nuove creature e membra della Chiesa. Ecco perché in origine questi tre Sacramenti si celebravano in un unico momento, al termine del cammino catecumenale, normalmente nella Veglia Pasquale. Così veniva suggellato il percorso di formazione e di graduale inserimento nella comunità cristiana che poteva durare anche alcuni anni. Si faceva passo a passo per arrivare al Battesimo, poi alla Cresima e all'Eucaristia. Comunemente si parla di sacramento della “Cresima”, parola che significa “unzione”. E, in effetti, attraverso l’olio detto “sacro Crisma” veniamo conformati, nella potenza dello Spirito, a Gesù Cristo, il quale è l’unico vero “unto”, il “Messia”, il Santo di Dio. Il termine “Confermazione” ci ricorda poi che questo Sacramento apporta una crescita della grazia battesimale: ci unisce più saldamente a Cristo; porta a compimento il nostro legame con la Chiesa; ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere la fede, per confessare il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua croce (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1303). Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi, ricevano questo Sacramento. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati e questo è buono, ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la Cresima. In questo modo resteranno a metà cammino e non riceveranno lo Spirito Santo, che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti. Pensiamo un po', ognuno di noi: davvero abbiamo la preoccupazione che i nostri bambini, i nostri ragazzi ricevano la Cresima? E' importante questo, è importante! E se voi, a casa vostra, avete bambini, ragazzi, che ancora non l'hanno ricevuta e hanno l’età per riceverla, fate tutto il possibile perché essi portino a termine l’iniziazione cristiana e ricevano la forza dello Spirito Santo. E' importante! Naturalmente è importante offrire ai cresimandi una buona preparazione, che deve mirare a condurli verso un’adesione personale alla fede in Cristo e a risvegliare in loro il senso dell’appartenenza alla Chiesa. La Confermazione, come ogni Sacramento, non è opera degli uomini, ma di Dio, il quale si prende cura della nostra vita in modo da plasmarci ad immagine del suo Figlio, per renderci capaci di amare come Lui. Egli lo fa infondendo in noi il suo Spirito Santo, la cui azione pervade tutta la persona e tutta la vita, come traspare dai sette doni che la Tradizione, alla luce della Sacra Scrittura, ha sempre evidenziato. Questi sette doni: io non voglio domandare a voi se vi ricordate i sette doni. Forse li saprete tutti... Ma li dico io a nome vostro. Quali sono questi doni? La Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, la Fortezza, la Scienza, la Pietà e il Timore di Dio. E questi doni ci sono dati proprio con lo Spirito Santo nel sacramento della Confermazione. A questi doni intendo poi dedicare le catechesi che seguiranno quelle sui Sacramenti. Quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore e lo lasciamo agire, Cristo stesso si rende presente in noi e prende forma nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace. Pensate quanto è importante questo: per mezzo dello Spirito Santo, Cristo stesso viene a fare tutto questo in mezzo a noi e per noi. Per questo è importante che i bambini e i ragazzi ricevano il Sacramento della Cresima. Cari fratelli e sorelle, ricordiamoci che abbiamo ricevuto la Confermazione! Tutti noi! Ricordiamolo prima di tutto per ringraziare il Signore di questo dono, e poi per chiedergli che ci aiuti a vivere da veri cristiani, a camminare sempre con gioia secondo lo Spirito Santo che ci è stato donato. Vieni, o Spirito Santo, dentro di me, nel mio cuore e nella mia intelligenza. Accordami la tua intelligenza, perché io possa conoscere il Padre nel meditare la parola del Vangelo. Accordami il tuo amore, perché anche quest'oggi, esortato dalla tua parola, ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato. Accordami la tua sapienza, perché io sappia rivivere e giudicare, alla luce della tua parola, quello che oggi ho vissuto. Accordami la perseveranza, perché io con pazienza penetri il messaggio di Dio nel Vangelo. San Tommaso d'Aquino