comunicato stampa
IL TEATRO ALLA MODA
Costumi di Scena. Grandi Stilisti
Villa Manin
20 luglio – 4 novembre 2012
Dopo il successo riscosso a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, a Brescia
presso i Musei Mazzucchelli, a Milano a Palazzo Morando e a Los Angeles - Beverly Hills,
la mostra Il Teatro alla Moda. Costumi di scena. Grandi Stilisti, approda a Villa Manin di
Passariano di Codroipo (Udine).
Dal 20 luglio al 4 novembre 2012 si potranno ammirare un centinaio di costumi originali,
realizzati per famosissime rappresentazioni teatrali e operistiche, insieme a bozzetti e
figurini.
L’itinerario espositivo, è stato appositamente concepito per la sede neopalladiana.
Profondamente diverso dalle precedenti edizioni, sono stati aggiunti costumi e opere mai
esposti prima e un’articolazione in sezioni di carattere monografico dedicate ai diversi
couturier nel tentativo di proporre un approfondimento tematico per ognuno di essi. Inoltre, a
conclusione del percorso di visita, è stata inserita una sezione con straordinari costumi e
gioielli di scena Omaggio a Maria Callas.
La mostra è promossa da Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli, Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia, Azienda Speciale Villa Manin con la fondamentale
collaborazione di Assicurazioni Generali, Fondazione Crup, Fondazione CRTrieste.
A cura di Pierangela Gemignani e Lara Alberti, la mostra Il Teatro alla Moda è l’occasione
per ammirare creazioni uniche come opere d’arte: abiti e costumi, interamente realizzati a
mano per il Teatro, l’Opera e la Danza da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali
Gianni Versace, Roberto Capucci, Missoni, Valentino, Enrico Coveri, Antonio Marras e
Romeo Gigli.
Attraverso un’accurata selezione delle loro creazioni, provenienti da prestigiose collezioni
teatrali (come il Teatro alla Scala di Milano e la National Opera di Washington DC; il Teatro
Regio di Parma e il Piccolo Teatro di Milano), oltre che dalle Maison coinvolte e dalle
collezioni di attori e cantanti, si ripercorre uno dei momenti più glamour del teatro
internazionale moderno e si valorizza l’indiscussa qualità artistica del Made in Italy.
Il titolo della mostra è un omaggio al testo “Il Teatro alla Moda” di Benedetto Marcello
trattazione nella forma di saporito commento umoristico del teatro lirico, apparso in prima
edizione nel 1720. Si dovrà attendere tuttavia il XX secolo per assistere all’intreccio tra
“mondi” diversi; oltrepassando la settorialità delle discipline a favore della condivisione delle
arti: dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, dal gesto teatrale al canto e alla
danza. Il teatro rappresenta uno dei luoghi privilegiati di questa rivoluzione linguistica e,
proprio sul palcoscenico, gli artisti hanno trovato spazio per esprimere la loro fantasia più
libera, al servizio di regie, scene e costumi innovativi.
Anche l’alta moda entra nel “luogo teatro” e vi accede già nell’Ottocento con Worth, Poiret e,
soprattutto, nel 1924 quando Coco Chanel, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev (18721929), disegna i costumi per Le Train Bleu, di Cocteau.
Dopo questo importante debutto, nel corso del XX secolo, l’affascinante liaison tra Moda e
Teatro si rafforza. Il Teatro diventa il luogo privilegiato in cui si incontrano musicisti,
interpreti, coreografi, artisti e stilisti. Così a partire dai primi anni Ottanta nei cartelloni delle
più prestigiose compagnie d’opera e balletto compaiono i nomi dei maggiori stilisti italiani.
Tra le straordinarie creazioni che si possono ammirare nel suggestivo percorso espositivo
spiccano i variopinti costumi di Missoni per Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala di
Milano (1983), le originali creazioni di Romeo Gigli per Il flauto Magico (1995) e i raffinati
costumi di Marras per Sogno di una notte di mezza estate (2008). Si susseguono poi abiti
meravigliosi appositamente disegnati per i più grandi interpreti del teatro, dell’opera e della
danza contemporanei come: Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé,
Anna Caterina Antonacci, Raina Kabaivanska, Luciana Serra.
LA MOSTRA
L’esposizione si propone come un affascinante viaggio nella produzione teatrale opera di
alcuni dei più noti stilisti d’Alta Moda e si articola in otto sezioni. L’ultima sala espositiva è
una mostra nella mostra e vuole essere un omaggio Maria Callas.
Prima sezione: Moda, Teatro e Grandi interpreti
Apre la sezione un costume per Montserrat Caballé disegnato da Versace nel 1987 per il
soprano catalano nel ruolo di Salome. Al fianco di Montserrat Caballé, nello stesso
spettacolo ma nel ruolo di Erodiade, incontriamo Helga Dernesch per la quale Versace crea
un abito sinuoso con strascico in crêpe de chine di seta nera plissettata e drappeggiata sul
busto, impreziosito da un fiocco di velluto che le cinge i fianchi.
Per Katia Ricciarelli, Donatella Girombelli disegna nel 1986 il costume di Anna Glavary in La
Vedova Allegra, un abito impreziosito da una cascata di strass sul davanti che disegnano un
motivo triangolare, assecondando il taglio stretto della gonna. In questa sezione non poteva
mancare Luciano Pavarotti, qui presentato nel ruolo di Edgardo di Ravenswood,
protagonista della Lucia di Lammermoor, andata in scena al Teatro alla Scala nel 1983 con
costume, disegnato da Ottavio Missoni. Chiude la sezione un sontuoso costume in taffetas
ricamato con pailettes e canuttiglie di cristallo dalle linee ottocentesche, disegnato da
Capucci per Raina Kabaivanska interprete nel 1991 a Trieste, in piazza Unità d’Italia, di
Anna Glavary, dalla Vedova Allegra di Franz Léhar.
Seconda sezione: Missoni. Dalle nebbie della Scozia alla luce dell’Africa
I Missoni si presentano nel 1983 al grande pubblico del Teatro alla Scala con 120 costumi
disegnati per Lucia di Lammermoor di Donizetti sotto la regia di Pier Luigi Pizzi. Le preziose
trame in lana disegnate da Ottavio e Rosita Missoni riescono a creare una suggestiva
fusione tra le linee e i materiali impiegati nei costumi con la musica e la storia dell’opera,
tratta da Walter Scott, ambientata tra le nebbie di Scozia. Le opere sono un chiaro omaggio
agli abiti “delphos” di Mariano Fortuny.
Per i Missoni Lucia di Lammermoor è l’unica esperienza di collaborazione con l’Opera e il
Teatro. Ciononostante in mostra si è voluto documentare un altro significativo contributo
della Maison Missoni al mondo dello spettacolo. Si tratta di Africa: l’happening creato per
l’inaugurazione di Italia ’90 allo stadio San Siro di Milano, dove le fogge dei costumi con
gorgiere, copricapo e vistosi orecchini, espliciti riferimenti alla cultura Masai, Mali e Atuna si
intrecciano a motivi di righe, zig-zag e simboli artistici più colti, ispirati a Klee e alla cultura
metafisica.
Terza sezione - Versace Teatro
Versace è lo stilista che con più continuità è stato legato al teatro. Disegnò abiti per opere,
balletti e rappresentazioni. Nel 1987 per il Teatro alla Scala di Milano, Versace disegna i
costumi per Salome di Richard Strauss, messa in scena da Bob Wilson e raggiunge uno dei
suoi vertici creativi, con un chiaro omaggio a Elsa Schiaparelli, nelle fogge anni Quaranta, e
a Roberto Capucci per le maniche a scatola. Sempre per il Teatro alla Scala nel 1984
disegna i costumi per il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Lo stilista, in questo caso, si
dimostra fedele alla tradizione ottocentesca nel recuperare le fogge di livree maschili e
ampie gonne a balze femminili. Chiudono la sezione alcuni costumi ideati da Gianni
Versace per la danza. Tra questi le tutine in lycra bianche e nere per Tout Satie, il balletto
per undici danzatori scaturito dalla fantasia di uno dei grandi coreografi contemporanei:
Roland Petit.
Quarta sezione – L’incanto di Marras
Le suggestioni, il mistero e la magia del teatro shakespeariano inducono Antonio Marras a
creare nel 2008 i costumi per il Sogno di una notte di mezza estate, allestito al Piccolo
Teatro di Milano con la regia di Luca Ronconi e le scene di Margherita Palli. I costumi di
Antonio Marras sollecitano il mondo visionario dell’Opera, alternano il tulle oscuro delle fate
e la garza bianca stropicciata dei quattro amanti, divise eleganti e, per gli elfi, un look stile
vittoriano-dark.
Quinta Sezione - Enrico Coveri tra jazz, charleston e art dèco
A partire dalla metà degli anni novanta, accanto a stilisti che mantengono una continuità
nell’impegno teatrale, si registrano apparizioni solitarie come quella di Enrico Coveri che
sale sul palcoscenico una sola volta nel 2000, quando gli viene chiesto di disegnare i
costumi per il balletto Il Grande Gatsby andato in scena al Teatro alla Scala di Milano, con
la coreografia di André Prokovsky. Gli abiti che ne sortiscono rievocano piuttosto il clima
degli anni Venti del Novecento, con riferimenti all’art déco, alla cultura del jazz e del
charleston.
Sesta sezione - Roberto Capucci e le primedonne del Belcanto
La teatralità delle creazioni di Capucci diventa segno imprescindibile della primadonna del
Belcanto a partire dalla seconda metà degli anni ’80: Raina Kabaivanska, Katia Ricciarelli,
Stefania Bonfadelli e Anna Caterina Antonacci indossano i suoi abiti in occasione di
importanti recital.
Spicca l’abito-tunica monospalla in georgette di seta nelle varie gradazioni dei toni geranio,
scelto come immagine simbolo della mostra e creato per un concerto a Tokyo di Anna
Caterina Antonacci nel 1991. La linea è ispirata alla clamide classica e ben si confaceva a
rappresentare la maestosa solennità della cantante. Ad enfatizzare l’effetto statuario di una
colonna, emerge la maestria artigianale di Capucci nel taglio regolare e preciso delle
diverse strisce di tessuto rigorosamente cucite a mano a imitazione delle scanalature della
colonna antica. Al centro della sala, l’abito a grandi petali in taffetas rosa di vari toni e verde
mandorla ispirato al tema naturale ideato per un recital di Anna Caterina Antonacci al Teatro
alla Scala di Milano nel 1997. Per Stefania Bonfadelli nel 2001 il Maestro Capucci crea un
abito in taffetas rosa shocking, arancione e viola per un recital di canto al Rossini Opera
Festival nel 2001 e, tre anni dopo, nel grande concerto di riapertura del Teatro La Fenice di
Venezia, trasmesso in mondovisione.
Ancora un richiamo alla natura e al tema delle farfalle si trova negli abiti scultura delle
Vestali della Norma di Vincenzo Bellini. Per realizzare ognuno di questi abiti servirono ben
undici metri di taffetas di seta avorio, impreziositi da un ricamo di paillettes e da un corpino
in cordoni argento di diverse dimensioni.
Settima sezione – Valentino e il sogno americano
Ispirati alla cultura degli anni Venti sono i costumi femminili creati da Valentino (Voghera, 11
maggio 1931) per l’opera contemporanea in due atti The Dream of Valentino, presentata nel
1994 in prima mondiale al Kennedy Center di Washington DC. Della produzione di Valentino
per quest’opera sopravvivono i quattro costumi in mostra conservati presso La National
Opera di Washington.
Ottava sezione – La magia di Romeo Gigli
Sorprendenti sono i costumi che Romeo Gigli disegna nel 1995 per Die Zauberflöte di
Mozart al Teatro Regio di Parma. La sezione conclusiva della mostra gioca sulla
suggestione cromatica delle creazioni di Gigli. La prima sala ospita tutti costumi nei toni
caldi del rosso e dell’arancio mentre la seconda ricrea un suggestivo notturno nei toni del
blu dominato dalla Regina della notte che con i suoi tentacoli argentei avvolge lo spettatore
a chiusura del percorso.
Omaggio a Maria Callas
La sezione dedicata ai costumi di scena di Maria Callas è una mostra nella mostra. Sono
qui esposti infatti 12 costumi di scena indossati dal soprano di origini greche, databili tra il
quinto e il sesto decennio del secolo scorso, accompagnati e impreziositi dai relativi gioielli
di scena. Il percorso si apre cronologicamente con due mantelli indossati nel 1949: uno in
raso rosso-oro per il Nabucco di Verdi andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli e l’altro
in lurex oro con fodera turchese per la Turandot di Puccini andata in scena al Teatro Colon
di Buenos Aires. Seguono poi alcuni costumi indossati dalla Callas nel ruolo di Violetta per
La Traviata al Teatro delle Belle Arti a Città del Messico e al Teatro Sao Carlo di Lisbona.
Fulcro della sezione sono i costumi di Lucia di Lammermoor tra i quali spicca un maestoso
costume con vestaglia e lungo strascico in raso e tulle avorio con ricami floreali e
guarnizioni di pizzo Chantilly. Chiudono la sezione quattro abiti da giorno nel tentativo di
delineare un ritratto anche quotidiano della cantante passata alla storia come la Divina.
Villa Manin
20 luglio – 4 novembre 2012
Piazza Manin, 10 - 33033 Codroipo Udine
T. 0432 82123
www.villamanin-eventi.it
ORARI DI APERTURA
martedì - venerdì 10.00 - 18.00
sabato - domenica e festivi 10.00 - 19.00
chiuso il lunedì.
BIGLIETTI
intero € 10; ridotto € 8,00; ridotto gruppi € 6,00
diritto di prevendita € 1,50.
Per maggiori informazioni: www.villamanin-eventi.it; [email protected]; T +39 0432 821211