REGIONE ECCLESIASTICA UMBRIA COMMISSIONE REGIONALE

REGIONE ECCLESIASTICA UMBRIA
COMMISSIONE REGIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA E DELLA
VITA
Giornata di formazione per operatori di pastorale familiare
Assisi 11 dicembre 2011
“Uomo-donna: identità e differenza per la reciprocità dell’Amore”
Schema della relazione dei coniugi Maria e Raimondo Scotto
Se ci guardiamo intorno, se guardiamo con attenzione nella nostra vita, nelle nostre famiglie, ci
accorgiamo subito che uno degli ostacoli più rilevanti nella nostra comunicazione quotidiana è
dovuta alla diversità tra uomini e donne.
1. Uomini o donne si nasce o si diventa? Come prima cosa dobbiamo porci una domanda: uomini o
donne si nasce o si diventa? Ovvero siamo diversi perché siamo stati educati a ruoli differenti
oppure la nostra diversità nasce da basi biologiche, dalla nostra stessa natura?
In realtà le nostre differenze sessuali hanno profonde radici nella nostra natura, ma non si può
negare che esse siano anche influenzate dall’ambiente in cui siamo immersi. L’umano è una sintesi
sempre in evoluzione tra fattori biologici e culturali ed è quindi spesso difficile stabilire con
precisione quanto di queste differenze sia legato agli uni o agli altri fattori.
La Bibbia dice una parola molto importante sull’argomento: la mascolinità e la femminilità
affondano le loro radici in Dio stesso. Scrive lo scrittore sacro, parlando della creazione dell’essere
umano: “E Dio creò l’uomo quale sua immagine; quale immagine di Dio lo creò; maschio e
femmina li creò”.1 E’come se Dio avesse avuto bisogno di un uomo e una donna per esprimere
sufficientemente la ricchezza della sua immagine. Certamente anche i singoli esseri umani sono ad
immagine di Dio, ma nella coppia questa immagine si può rivelare in tutta la sua pienezza. Cosa
significa questo? Scrive Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio (n.11): “Dio è amore e vive in
se stesso un mistero di comunione personale d’amore. Creandola a sua immagine, Dio iscrive
nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità
dell’amore e della comunione.”
2. Le differenze psicologiche e comportamentali Vogliamo ora accennare a qualche differenza di
tipo psicologico e comportamentale tra l’uomo e la donna, tra quelle statisticamente più diffuse.
L’intelligenza. L’emotività. L’affettività. La sessualità. La comunicazione. La dimensione etica.
L’abitazione.
3. Complementarietà e reciprocità. L’uomo scopre se stesso, la sua identità, di fronte alla donna e
viceversa;2 scopre ciò che è, ma anche ciò che non potrà mai essere. In questo senso la differenza
sessuale da una parte fa sperimentare la propria contingenza, dall’altra fa comprendere che la
persona comincia ad essere se stessa solo di fronte ad un altro e grazie ad un altro. Scriveva
Giovanni Paolo II: “Femminilità e mascolinità sono tra loro complementari non solo dal punto di
vista fisico e psichico, ma “ontologico”. E’ soltanto grazie alla dualità del “maschile” e del
“femminile” che l’”umano” si realizza appieno”. 3
Uomo e donna sono chiamati a porsi l’uno di fronte all’altro come due esseri completi in sé, che si
donano le loro reciproche ricchezze, arricchendo così di nuove sfumature la loro personalità.
4. Due esseri geniali. A.Il genio femminile. Giovanni Paolo II, nell’enciclica Mulieris dignitatem,
parla per la prima volta di “genio femminile”, sottolineando in maniera particolare che la
caratteristica della femminilità è nella sua capacità di accoglienza. Egli dice che la donna “è colei
che riceve l’amore, per amare a sua volta”4, e perciò immagine della persona che si lascia amare
da Dio, accogliendo con piena disponibilità il suo amore per riversarlo sugli altri. E’ per questa
1
2
3
4
Gen 1,27
Cf. Giovanni Paolo II, discorso all’udienza generale del 21/11/79
Lettera alle donne, n.7
Mulieris dignitatem, 29
ragione che lei presenta una speciale predisposizione alla carità.5 Scrive A. Carotenuto: “Senza
nulla togliere alla sensibilità maschile, è doveroso ammettere che nel cuore delle donne l’amore
occupa un posto molto speciale. Per la felicità delle persone amate, una donna è davvero pronta a
tutto, persino al sacrificio di sé”.6 B. Il genio maschile. Accanto al “genio femminile”, noi
pensiamo che esista anche un “genio maschile”.
L’uomo, rispetto alla donna, sembra sottolineare maggiormente le condizioni necessarie per
fortificare il carattere, per irrobustire la volontà. In un’importante intervista sulla presenza di un
“genio maschile”, il prof. Antony Esolen, 7 dice, tra l’altro, che gli uomini “generalmente
posseggono (…) la chiara distinzione tra ciò che può o non può essere asserito di una determinata
cosa”. E’ questa capacità di discernimento, libero da troppi coinvolgimenti emotivi, che lo aiuta ad
essere “padre” in una umanità che, più che in altri momenti della storia, è alla ricerca di chiari punti
di riferimento e di regole che, come binari, conducono il treno alla mèta
5. Per un’armonia delle differenze. La reciprocità tra l’uomo e la donna presuppone, come
abbiamo visto, l’incontro di due persone che si scambiano la ricchezza delle loro specifiche
differenze, integrandole nella loro esistenza. Solo attraverso questa integrazione la persona si
realizza pienamente e scopre ancora meglio il valore della sua specifica sessualità. Allora sarà più
facile vivere quel comandamento di Gesù, che ci sembra particolarmente importante per la vita
matrimoniale: “Amatevi come io ho amato voi”. Poiché poi “dov’è carità e amore, lì c’è Dio”, sarà
la Trinità stessa a prendere dimora in mezzo ai due sposi, portando alla massima realizzazione il
sacramento del matrimonio.
6. Una prospettiva sociale. La reciprocità è valida non solo nel rapporto coniugale, ma in ogni tipo
di relazione tra uomini e donne. La differenza sessuale è una differenza primordiale, la differenza
per eccellenza. Messa in crisi questa, facilmente vanno in crisi tutte le altre differenze. Se non esiste
accoglienza tra l’uomo e la donna, si farà molta fatica a sviluppare un’accoglienza verso chiunque
possa essere diverso per idee, religione, razza, cultura, ecc. Ci sembra che il teologo Hemmerle
sintetizzi molto bene queste due prospettive nell’edificazione della società: quella maschile
maggiormente orientata alla costruzione del mondo, quella femminile alla sua umanizzazione.8
Conclusione Il futuro ci piace immaginarlo senza alcuna prevaricazione dell’uno sull’altro, ma
“insieme”, per raccogliere così il “grano” di una vera collaborazione.
Punti per il dialogo:
 Nella società di oggi mentre la donna sta ritrovando o riscoprendo il suo ruolo, l’uomo fa più
fatica a riscoprire il suo.
 Uomini o donne si nasce o si diventa? Il fondamento biblico della differenza sessuale e della
parità tra i sessi.
 Alcune differenze psicologiche e comportamentali. Intelligenza, emotività, affettività, sessualità,
comunicazione, dimensione etica, abitazione.
 Complementarietà e reciprocità. Un percorso: uguaglianza, complementarietà, reciprocità.
 Accanto al genio femminile, di cui parla Giovanni Paolo II, esiste anche un genio maschile?
 Come armonizzare le differenze?
 Una prospettiva sociale.
 La differenza sessuale è la differenza primordiale. La riscoperta del valore della mascolinità e
della femminilità nel tessuto sociale.
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7
8
Mulieris dignitatem, 8
A. Carotenuto. Il gioco delle passioni. Dinamiche dei rapporti amorosi. Tascabili Bompiani, Milano 2002, pag. 135
Providence (Rhode Island), 25.5.2007 (zenit.org)
Cf. K. Hemmerle. Matrimonio e famiglia in un’antropologia trinitaria, in “Nuova Umanità”, 31 (1984), cap. 6