François Viète (1540 -1603) - Dipartimento di Matematica

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François Viète (Vieta) (1540 -1603)
A questo matematico francese, a volte
citato come Francesco Vieta, dobbiamo
una
completa
rielaborazione
del
linguaggio algebrico.
Tra le innovazioni più significative
contenute nel suo scritto “In artem
analyticem isagogé” del 1591, sono
fondamentali:
- la legge di omogeneità, secondo la
quale non sono confrontabili grandezze
geometriche che hanno un numero
diverso di dimensioni;
- il sistema notazionale, che segna il
passaggio
definitivo
dall’Algebra
sincopata all’Algebra simbolica. Per
la prima volta si considerano equazioni
algebriche con coefficienti costituiti da lettere e non da numeri e si
formulano in tutta generalità le regole che ne determinano la
soluzione. Viète indicava le quantità note con le consonanti, e le
incognite con le vocali. Questo particolare simbolismo verrà ripreso e
modificato da Descartes.
L’opera del Viète è scritta in modo assai rigoroso dal punto di vista
matematico, ma in uno stile piuttosto oscuro e per questo motivo fu
compresa da pochi e non ebbe tra i suoi contemporanei la fortuna
che avrebbe meritato di avere.
Curiosità Viète è ricordato come il primo decrittatore della storia:
sotto re Enrico IV di Borbone decifrò le lettere in codice inviate dagli
spagnoli ai cattolici francesi.
La risoluzione approssimata delle equazioni algebriche
La classificazione dell’algebra secondo Nesselmann
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