Filosofia 11 novembre 2014 I sofisti Si occupano dell’uomo (antropologia), dopo che ci si era soffermati sulla natura e quindi più sulla fisica. Non vanno alla ricerca dell’archè (come la fisica e la metafisica ovvero come ha fatto la filosofia presocratica). Filosofia etica (morale): come ci si deve comportare. Filosofia politica: come gestire lo stato. Relativismo: non esiste una verità assoluta ma tante parziali o relative. Protagora è uno dei grandi sofisti, “l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono, in quanto sono e di quelle che non sono, in quanto non sono”. Tutto si riferisce all’uomo che può essere inteso in 3 significati diversi: 1. Singolo individuo: soggettivismo, la verità è soggettiva, tutto è relativo all’interpreazione del soggetto; le verità sono tutte giuste. 2. Come popolo, come cultura, come religione. Ogni popolo stabilisce quali sono le sue usanze e quelle sono legittime. Manca il paradigma, il punto di riferimento che mai c’è stato e mai ci sarà. E’ l’idea di tolleranza dei sofisti: rispettare le idee altrui. Tolleranza può avere anche un duplice significato: sopportare e rispettare. La vera tolleranza è il dialogo, il confronto, accetto la diversità come ricchezza. 3. L’umanità: l’uomo come essere umano. Oltre l’uomo secondo i sofisti non c’è nulla a cui debba sottomettersi, non c’è un Dio. L’essere umano è autonomo, indipendente da obblighi, costrizioni. Anche in questo la sofistica era rivoluzionaria visto che la civiltà greca credeva molto negli dei; questo modo di pensare viene definito antitradizionalismo e anticonformismo(conformismo: ci si comporta come si comportano tutti). La tradizione è qualcosa di assoluto mentre i sofisti sono relativisti. Bisogna usare il logos per criticare (i giovani dicono male degli anziani e viceversa; non si deve cadere nel passatismo: l’esaltazione del passato). Noi dobbiamo dire ciò che pensiamo noi e non quello che pensano tutti.