Synthèse finale atelier - 4 Coòperation et

Des Alpes au Sahel!
Création d’un réseau transfrontalier des écoles, parcs, villes, Ong et associations du Piémont et Rhône-Alpes
pour une éducation scolaire qui intègre l’attention à l’Education à l’Environnement et au Développement Durable
avec la dimension de la Solidarité International (EEDDSI), en particulier avec l’Afrique Sub-saharienne.
Gruppo di lavoro 4
Educazione e Cooperazione: come gli attori dell’EA-SS-SI possono inserirsi
nella Cooperazione decentrata Nord-Sud
Sulla cooperazione decentrata esistono visioni e definizioni diverse in Europa. In essa è però presente
una forte componente di apprendimento e costruzione di relazioni: si impara a cooperare, con un
lavoro di mediazione, che è insieme cognitivo, politico e orientato all’azione. L’immagine è
accattivante, ma le difficoltà nella pratica non mancano.
Come possono essere implicate le scuole nei partenariati di cooperazione decentrata e nella
relazione da costruire tra Nord e Sud del mondo?
In particolare perché e come integrare il settore dell’educazione ambientale in questo tipo di
partenariati?
Facilitatore : Giorgio Garelli, Regione Piemonte
Relatore per la restituzione a fine lavori: Marc Noailly, Région Rhône-Alpes
Responsabile del rapporto scritto post-atelier : Andrea Bessone Consortium des Ong Piémontaises
Traduzioni: Emanuele Fantini, Consortium des Ong Piémontaises
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Initiative organisée avec la contribution financière de l’Union européenne
Projet n. DCI-NSAED/2008/153-577
Relazione in plénaria della discussione del gruppo di lavoro 4
Educazione e cooperazione: come gli attori dell'EE-DD-SI
possono trovare il loro posto nella cooperazione decentrata?
Relatore per la restituzione a fine lavori :
Marc Noailly, Région Rhône-Alpes
Il gruppo ha riunito collettività (eletti e funzionari), ONGs, insegnanti, attori dell'ambiente naturale (in
particolarmente la rete dei parchi del Piemonte). In Piemonte come in Rhône Alpes, si è potuto
constatare che c'erano già delle iniziative varie: iniziative dei Comuni, scambi tra scuole, progetti di
azione culturale (Rodano, Po, ecc.), partenariati e lavori di ricerca coi parchi naturali, soprattutto in
Piemonte.
La preoccupazione comune è di fare più, di suscitare altre iniziative, di fare meglio, proponendo
strumenti metodologici, identificando dei percorsi pedagogici, ecc.
La testimonianza del video degli insegnanti di Bignona in Senegal, presentato da Pays de la Savoie
solidaire, ha messo in evidenza l'idea di una reale partnership, che induce il principio di una coconcezione e di una co-costruzione degli strumenti da produrre nell’ambito del progetto (kit
pedagogico).
Si può avere un approccio ideale e considerare che l'educazione è la base del progresso e dunque
che il programma di educazione allo sviluppo, alla solidarietà ed allo sviluppo sostenibile è presente
nei programmi di cooperazione al fine di implicare le popolazioni ed assicurare la trasmissione di una
coscienza mondiale. In questo senso, la scuola è allora vettore di opinione?
Si può avere anche un approccio più pragmatico e si può partire dalla realtà vissuta: ci sono delle
iniziative, ci sono delle potenzialità. Allora la domanda è: come fare a coniugarli coi programmi di
cooperazione decentrata?
C'è un anello mancante. Occorre che le cooperazioni siano meglio conosciute; occorre che le
iniziative delle scuole, dei centri di EDD, siano riconosciute dalle cooperazioni decentrate. C'è dunque
un’informazione necessaria che deve essere fatta dalle 2 Regioni su ciò che fanno, perché la
cooperazione decentrata è ancora molto recente, poco o non compresa (pochi sanno di cosa si
tratta!). Occorre un elemento di congiuntura (tra istituzioni e iniziative alla base) che in Rhône Alpes é
assicurato da Resacoop.
La cooperazione decentrata ha un ruolo essenziale da giocare per mettere intorno al tavolo gli attori,
suscitando le possibilità di scambi e di lavoro in comune. La cooperazione decentrata, iscrivendosi
nella durata ed assicurando un finanziamento pluriennale, permette una costruzione progressiva e più
solida dei partenariati.
Il programma di per sé è già una risposta per lo scambio delle conoscenze. La creazione della rete è
una possibilità reale di accogliere le iniziative.
Tutto è possibile ma niente è automatico … nella cooperazione decentrata ciascuno trova il suo posto,
il suo ruolo ( ma non tutto il posto!) : collettività territoriali, associazioni, scuole, parchi…
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Projet n. DCI-NSAED/2008/153-577
Per memoria, lo schema apre sotto la possibilità d’integrare la cooperazione attraverso 4 percorsi …
Ma l'equilibrio necessita dei quattro pilastri.
L'iniziativa è spesso caratterizzata dall’ "io …", la sfida è di passare dall’ "io …", troppo frequente, ad
un "noi …." col nord ed il sud!
Un’idea di cooperazione decentrata:
Ente locale
Ente locale
Quadro istituzionale
Convenzioni, riconoscimenti, sovvenzioni…
Partner, operatori,
attori locali
Partner, operatori,
attori locali
Partenariato
Attori di educazione all’ambiente, sviluppo sostenibile
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Projet n. DCI-NSAED/2008/153-577
Rapporto dettagliato
Responsabile rapporto scritto post-atelier:
Andrea Bessone, Consorzio delle Ong Piemontesi
Lista dei partecipanti e delle rispettive esperienze di cooperazione
Camacho Noëlle, Collège de Salaise sur Sanne. Il Collegio ha sviluppato da cinque anni un rapporto
di collaborazione con la città di Ndoum (Senegal), in merito alla realizzazione di un CDI e a scambi
pedagogici interdisciplinari (attraverso internet e altri media)
Guiot Franca, ITER (Centro culturale per l’educazione alla cittadinanza) ITER è responsabile del
progetto « Torino citta amica dei bambini e delle bambine del mondo » sull’educazione alla pace,
all’intercultura, alla solidarietà e agli scambi scolastci.
Garelli Giorgio, Regione Piemonte. La nostra collettività locale realizza da più di dieci anni un’intensa
attività di cooperazione allo sviluppo, in particolare attraverso il finanziamento del programma per la
sicurezza alimentare e la lotta contro la povertà in Africa Subsahariana.
Micconi Andrea, Consorzio delle ONG Piemontesi (COP). Composto da 21 ong attive nel settore della
cooperazione allo sviluppo, il COP è attivo nell’accompagnamento e nell’assistenza tecnica agli attori
piemontesi che realizzano attività di cooperazione decentrata, in particolare nel contesto del
programma finanziato dalla Regione Piemonte in Africa Sub-Sahariana
Bessone Andrea, Consorzio delle ONG Piemontesi (COP).
Tecco Nadia, Università di Torino, che ha condotto ricerche sulla cooperazione decentrata, in
particolare sulla tematica « parchi e territori » in Senegal e Burkina Faso.
Del Mastro Giacomo, Parco della Collina Torinese, Da diversi anni il Parco partecipa alla creazione di
una rete di parchi piemontesi che cooperano con entità omologhe del Burkina Faso e del Senegal. GLi
interventi principali consistono nell’accompagnamento dei partner del Sud per migliorare la gestione
delle risorse « parco » e per promuovere la sicurezza alimentare.
Castello Enrico, Parco della Collina Torinese.
Rey Sylvain, Collège de Lyon. Ha realizzato diversi progetti culturali sulle tematiche legate all’acqua,
coniguando la realtà fluviale del Po e del Reno, con l’obiettivo di promuovere una riflessione sulle
relazioni tra l’uomo e il fiume. Per il momento il Collegio non è attivo in Africa.
Sivade Marie Amélie, Collège de Lyon.
Noailly Mark, Region Rhône Alpes. Si tratta di una collettività locale attiva nella cooperazione,
intenzionata a mobilitare gli attori della società civile e le istituzioni locali nel campo della cooperazione
decentrata.
Beranger …, Città di Chambéry. E’ attiva nell’accompagnamento dellla città di Ouahigouya, in Burkina
Faso,. Tra le altre cose, hanno controbuito alla creazione dello stato civile presso il comune di
Ouahigouya.
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Sow Moussa, Consiglio Regionale di Saint Louis (Sénégal). Questa regione ha sviluppato delle
relazioni di partenariato particolarmente forti nel contesto della cooperazione decentrata, in particolare
con attori francesi e italiani.
Kafando Pierre, Reserve de Biosphère transfrontalière W (Burkina Faso). In qualità di responsabile dei
Parchi Nazionali, si è occupato della gestione di diversi progetti di cooperazione decentrata con la
Regione Piemonte, in particolare nell’ambito della conservazione dell’ambiente e nella lotta alla
povertà.
Alpe Dante, Parco Orsiera Rocciavré. Questa entità fa parte della rete di parchi piemontesi attivi in
Burkina Faso, in particolare a livello del Parco nazionale Kaboré Tambì.
Scarfato Silvana, Provincia di Torino. Questa collettività locale è attiva nella cooperazione decentrata
attraverso la collaborazione con diversi paesi, in particolare Senegal (Consiglio regionale di Louga),
Congo (Istituto professionale di Kinshasa), brasile (diverse città brasiliane) e Libano (Federazione dei
comuni libanesi)
Ailloud Meredith, Initiatives de Développement Stratégique. Questa struttura si occupa in particolare
della creazione di moduli pedagogici per il licei francesi in materia di sviluppo sostenibile e le pratiche
di consumo critico. Per quanto riguarda la cooperazione decentrata, sono attivi nel settore della
gestione dei rifiuti, in Burkina Faso, occupandosi in particolare degli aspetti legati all’educazione
ambientale e allo sviluppo sostenibile.
Le Goarant Norig, ADOS (Ardèche, Rhône, Ousossognì, Sénégal). SI tratta di un operatore
specializzato nella cooperazione decentrata. Il loro partneriato principale si svolge tra Rhone/Ardeche
e la regione di Matam, Senegal. Gli scambi Nord/Sud tra scuole, sui temi dello sviluppo sostenibile e
dell’ambiente, sono in principali ambiti di intervento di ADOS.
Peyronnard Christiane, Pays de Savoie Solidaires. Questa struttura si occupa di un progetto di
scambio pedagogico tra insegnanti della Savoia e di Bignona (Casamance, Senegal). Al centro della
collaborazione vi è l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile.
Contenuti affrontati
Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione di un video, realizzato nell’ambito di un progetto
promosso dalla struttura « Pays de Savoie Solidaire » à Bignona, in Casamance (Senegal), che
prevede scambi tra insegnanti e studenti di Bignona e della Savoia. Diversi sono gli scambi
sull’educazione ambientale. Hanno sviluppato anche strumenti pedagogici. Spunti offerti dal video :
il filmato ha suggerito alcuni elementi interessanti in merito alla relazione tra educazione e
cooperazione decentrata. E’ stato sottolineato il trasferimento di conoscenze tra popoli. I bambini,
che rappresentano il futuro del pianeta, hanno così la possibilità di seguire un percorso educativo
più ricco. Gli scambi permettono infatti di scoprire diverse cose degli altri partner. Queste iniziative
rafforzano l’intercultura, gli scambi pedagogici a livello di programmi e modalità di
insegnamento. Le realtà e il funzionamento dei due sistemi differenti : in questo senso, lo scambio e
può aiutare gli uni e gli altri a fare tesoro delle esperienze altrui. I bambini sono infatti presentati
anche come vettore d’opinione, che permette un lavoro progressivo per sgretolare alcuni falsi luoghi
comuni. La relazione tra educazione e cooperazione offre un potenziale per promuovere una vera
e propria cultura di « cittadini del mondo ».
I rapporti tra scuole e cooperazione sono stati ulteriormente approfonditi. La cooperazione
decentrata (qui intesa come relazione tra due collettività locali) è stata spesso importante, sia dal
punto di vista istituzionale che dal punto di vista della comunicazione, dal momento che questa dura
nel tempo e permette di avvicinare le scuole e le organizzazioni della società civile, sia in
Europa che in Africa. Tuttavia, alcuni attori (in particolare nel contesto francese) hanno notato un
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sostegno ancora troppo debole da parte delle istituzioni statali. Altri hanno sottolineato che,
grazie ai progetti di cooperazione in materia di educazione, è stato possibile realizzare un percorso
significativo dal punto di vista pedagogico. La cooperazione tra le due Regioni (a livello
istituzionale) dura da tempo, e ciò ha permesso di identificare e stabilire questa relazione.
La cooperazione decentrata è comunque percepita soprattutto come relazione tra due territori,
tra due comunità. Alcuni hanno sottolineato che si tratta di un percorso abbastanza recente, che
necessita di tempo per consolidarsi. Questa relazione richiede una presenza istituzionale, che
garantisce un riconoscimento ufficiale; ciò permette di allargare il raggio d’azione a tutta la comunità,
che è compresa e rappresentata dall’istituzione pubblica. Il valore aggiunto della cooperazione
decentrata consiste anche nel mobilitare le competenze tecniche disponibili a livello locale. Nel
contesto della cooperazione decentrata, l’educazione permette di veicolare i messaggi: a tal fine, il
ruolo delle ong è importante.
Altri hanno sottolineato che la relazione tra due territori deve considerare anche le caratteristiche che
questi hanno in comune. La città di Chambery, ad esempio, ha avviato una collaborazione con
Ouahigouya a partire dalla conoscenza reciproca degli aspetti culturali. A partire da questa base
istituzionale, è stato successivamente possibile l’allargamento ad altri ambiti, compreso quello
educativo.
I partner della Regione di Saint Louis hanno rivendicato con vigore il ruolo delle istituzioni come
pilastro fondamentale della cooperazione decentrata (percepita come cooperazione tra istituzioni, a
cui le associazioni della società civile vengono associate in un secondo momento). L’educazione è
considerata come ambito da sviluppare a partire da una forte relazione tra istituzioni.
Qualcuno ha osservato che la cooperazione decentrata di per sé stessa, è un buon esempio di
educazione. La cooperazione decentrata è infatti un’occasione di apprendimento per l’insieme degli
attori che vi sono coinvolti. L’educazione non si riduce infatti alla scuola. E la cooperazione tra
scuole non è un’occasione di apprendimento soltanto per gli studenti, ma anche per gli insegnanti e
l’intera comunità.
Alcuni partecipanti francesi hanno sottolineato una certa difficoltà ad identificare l’insieme degli
attori, dal momento che la rete dei partecipanti all’ambito della cooperazione decentrata è
eccessivamente complessa e difficile da coordinare. Quali sono i reali interlocutori? L’impressione
degli attori di base (che hanno numerose idee e progetti in corso) è che il legame con le autorità non è
sufficientemente strutturato. Ognuno lavora nel suo angolo, senza una capitalizzazione adeguata
delle esperienze realizzate fino ad ora.
La necessità di ottenere dei finanziamenti e di un maggior coordinamento, richiedono l’intervento delle
Regioni, soprattutto se si considera il numero, sempre più significativo, di attori della società civile e di
scuole che si attivano in questo settore. I partecipanti piemontesi hanno presentato un sistema che
sembra efficace nel garantire un maggior coordinamento: un nocciolo duro di attori, costante
nel tempo, crea un quadro di concertazione che gioca il ruolo di catalizzatore di ulteriori
partecipanti ed iniziative. Ciò permette agli attori che hanno minori possibilità di contatto con attori
africani di avvicinarsi alla cooperazione decentrata, di disporre di informazioni affidabili, di attrarre più
facilmente i finanziamenti disponibili, di coordinarsi con gli atri soggetti…e di abbandonare (in casi
estremi) il quadro comune se le risorse o l’impegno diminuiscono, senza che ciò causi troppi problemi
presso i partner del Sud (dal momento che il nocciolo duro di attori continua a funzionare).
Ciò può inoltre contribuire al problema della debole comunicazione tra le istituzioni e chi lavora
sul territorio a livello di base, come sottolineato da diversi partecipanti. Da un lato, chi opera a
livello di base ha chiesto alle autorità maggiori sforzi per comprendere i bisogni e le difficoltà
delle scuole. Dall’altro è parso necessario che le scuole acquisiscano familiarità con le
procedure della cooperazione decentrata, per inserirsi nel contesto di queste dinamiche e per
rinforzarne l’efficacia.
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