La Storia del Circolo didattico di Gallico (dall’anno Scolastico 2012/13 Istituto Comprensivo “O. Lazzarino”) è stata redatta da una commissione, presieduta dal Prof. Antonio Rosario Princi , attuale Dirigente dell’Istituto Comprensivo “O. Lazzarino” e coordinata dall’Ins. Aurora Tripodi. I componenti della commissione: 1) Ins. Maria Chilà per oltre un trentennio vicaria del circolo didattico; 2) Carmela Suraci ; 3) Caterina Riggio; 4) Teresa Pensabene; ed altre docenti. STORIA DELLA SCUOLA CIRCOLO DIDATTICO DI GALLICO R C UNO SGUARDO INDIETRO Pietre basilari di azioni, ideali, modelli, solidificate nel tempo per la struttura di oggi. Il Circolo di Gallico R C fu istituito nell’anno scolastico 1927/28 e operò a gestione autonoma fino all’anno1937/38. Sino all’anno scolastico 1935/36 le scuole della Città furono sotto la giurisdizione del Regio Provveditore agli Studi di Cosenza Nell’anno scolastico1936/37 fu istituito il Regio Provveditorato di Reggio Calabria Le scuole di Gallico, dall’anno scolastico1938/39 all’anno 1957/58. fecero parte del Circolo Didattico di S.Caterina Nell’anno 1958/59 fu ricostituita l’autonomia della Direzione Didattica. Il Circolo con estensione ai Plessi, in seguito alla formazione dei Circoli periferici,era facente parte del CIRCOLO CARDUCCI di Reggio Calabria anno 1955 con la Direzione del Dott. Alfredo Larizza. Nell’anno 1958/59 , la Direzione fu assunta dal Dott. Castelli e, successivamente, dal Direttore Sgrò. SCUOLE DEL CIRCOLO Fino all’anno scolastico2011-12, le scuole facenti capo alla Direzione Didattica, erano territorialmente divise in: Scuola Primaria di Gallico Marina, sita in via Quarnaro, Scuola Infanzia di Gallico Marina, sita nel rione Comi Scuola Infanzia Gallico Passo Caracciolo, sita nello stesso edificio; Scuola Primaria Gallico Passo Caracciolo, sede della Dirigenza e degli uffici di segreteria, sita in piazza Posta; Scuola Primaria “Don Fortugno”, sita in Gallico Superiore, via Vespia; Scuola dell’Infanzia di Gallico Superiore, sita in via S.Domenica; Scuola Primaria di Villa S.Giuseppe, via Dei Monti; Scuola Infanzia di Villa S.Giuseppe, sita nello stesso edificio. La scuola di Santa Domenica nasce come scuola elementare con tre classi e funzionò dall’anno scolastico 59/60 sino all’a.s. 1992/93. Negli anni 70 e 80, con l’incremento della popolazione del luogo, furono istituite le restanti due classi per completare il ciclo elementare e le medesime, furono ubicate presso un locale privato. Nel corso degli anni, lo spopolamento del luogo, portò alla chiusura della Scuola Elementare e, a partire dall’a.s. 1993/94, fu istituita la Scuola Materna. 1 Dall’a.s. 71/72 all’a.s. 92/93 presso l’Istituto “Villa Betania” funzionò la Scuola Speciale “Villa Betania”, frequentata da alunne diversamente abili. Lo spopolamento di altre frazioni del territorio causò, in seguito, la chiusura della scuola, centro educativo-didattico annesso al Centro di Riabilitazione fisico-psichico che consentiva ai bambini disagiati di assolvere all’obbligo scolastico, impedendo il fenomeno della Dispersione . Per la stessa motivazione, anche la Scuola Elementare Pluriclasse di Pettogallico, sita nella frazione omonima, che funzionò dall’a.s. 1952/53 all’a.s. 1990/91, cessò la sua attività. La Scuola dell’estrema periferia del Circolo, nel frattempo, chiudeva battenti e si potenziavano le Scuole dei centri periferici. La Scuola Elementare Pluriclasse di Pietrabianca, ubicata nella frazione omonima funzionò dall’a.s. 1949/50 all’a.s. 1980/81; La Scuola Elementare Pluriclasse Tratti Olivarelli, collocata nella frazione omonima, funzionò dall’a.s. 1949/50 all’a.s. 1980/81; Nella periferia di Santa Domenica, dall’anno 1982 all’anno 1997, funzionò ininterrottamente un Corso annuale di Alfabetizzazione che consentì l’istruzione agli adulti: approcci di conoscenze per l’acquisizione di nozioni basilari del leggere, dello scrivere e del far di conto. La Scuola avviava “Una serie di indagini sulla collocazione affettiva e personale degli alunni”, educava alla formazione di teste pensanti con capacità critiche e risolutive davanti alle situazioni personali, familiari, sociali del territorio. Il Corso di Alfabetizzazione fu frequentato dagli adulti lavoratori con lo scopo primario di conseguire il Diploma di Licenza Elementare, indispensabile per accedere ad alcuni Lavori o si conseguiva l’Ammissione a un livello successivo di istruzione che consentiva di continuare gli studi e di recuperare anni di studi interrotti. La medesima funzione educativa ebbero le Scuole Popolari di: Gallico Marina dal 19947/48 al 1981/82 Gallico Sup. dal 1947/48 all’1981/82 Santa Domenica dal 1949/50 al 1981/82 Villa S.Giuseppe dal 1947/48 al 1978/79 Le stesse venivano istituite alternativamente dall’anno scolastico 1948/49 all’anno 1980/81 nelle frazioni di: Pietrastorta, Pettogallico e Tratti Olivarelli. Le scuole erano gestite, in gran parte, da Associazioni e Sindacati e furono finanziate dallo Stato. GLI EDIFICI GALLICO PASSO CARACCIOLO Piazza Posta Funzionamento dell’edificio: anno scolastico 1959 2 GALLICO MARINA Rione Comi Funzionamento dell’edificio:anno scolastico 1926 GALLICO MARINA Via Quarnaro Funzionamento dell’edificio:anno scolastico 2001/2002 GALLICO SUPERIORE Via Vespia Funzionamento dell’edificio:anno scolastico 1954 Nel 1975 un terremoto distrusse un’ala della struttura, da allora non ricostruita. 3 VILLA S.GIUSEPPE VIA DEI MONTI Funzionamento dell’edificio:anno scolastico 1969 Le Scuole Materne Statali funzionarono, per moltissimi anni, in edifici privati, con garanzie di sicurezza alquanto precarie. La costruzione della Scuola elementare di via Quarnaro e la mancanza di alunni a Santa Domenica consentirono a tutte le scuole materne statali l’allocazione in edifici scolastici idonei. L’edificio della Scuola dell’infanzia di Gallico Passo Caracciolo, negli anni scolastici “1970/”80, prestigiosa e all’avanguardia per le innovazioni didattiche e metodologiche in ambienti idonei, dovrà essere a tutt’oggi ricostruito per essere rispondente ai requisiti di Sicurezza. La Scuola è temporaneamente allocata nella struttura della Scuola dell’infanzia di via Comi. La Didattica nella sua evoluzione,alla luce dei diversi Pensieri Pedagogici. Nell’anno 1923, ogni classe aveva il Maestro tuttologo che operava secondo le direttive della Riforma Gentile, che assestò la Scuola nel dopoguerra. Con una serie di normative ha elevato l’obbligo scolastico a quattordici anni, tuttavia i bambini avrebbero frequentato solo per cinque anni una scuola unitaria. L’Educazione diventa anche autoeducazione ed è sviluppo della libertà e della razionalità dell’uomo: il maestro guida il bambino con l’istruzione ad acquisire la propria autonomia per la formulazione del pensiero ed è importante che ciò che apprende diventi vita e, nel contempo, si sviluppi la comunicazione che educa, apre ai rapporti con sé e con gli altri. La Pedagogia delle sorelle Carolina e Rosa Agazzi poneva il bambino attore del processo formativo secondo il metodo intuitivo, bandendo la precarietà dei metodi fino allora proposti: la Scuola deve formare persone, teste pensanti, consapevoli delle conquiste e capaci di porsi dinanzi alla realtà con senso critico. Pestalozzi, con la metodologia dei Premi e dei Castighi, ha tracciato indirizzi educativi centrati su attività individuali e libere. 4 La Scuola, all’inizio della sua costituzione come agenzia educativa, nel territorio era propellente di processi attivi che coinvolgevano ogni bambino che veniva fuori da suoi comportamenti, in un periodo storico-sociale-territoriale, alquanto precario. Illumina la Scuola Dewey con la sua metodologia rivoluzionaria che fa interagire il bambino con tutto quello che lo circonda. L’Educazione apre la strada a nuove esperienze per il potenziamento di tutte le opportunità volte allo sviluppo dell’attività educativa che mira all’espansione e all’arricchimento della persona. I diversi pensieri pedagogici consentono l’evoluzione delle attività educative e lo sviluppo dell’uomo e del cittadino in contesti territoriali, molto spesso colmi di ostacoli, difficili da rimuovere, dove istruzione ed educazione potevano anche essere due facce di una medaglia. La realtà del bambino, anche nella terra di estrema Calabria, è uguale a quella di qualsiasi bambino del mondo, anche del territorio più evoluto, ma nei tempi trascorsi, la SCUOLA SI DIVERSIFICAVA da territorio a territorio, si viveva anche un declassamento nella Scuola di periferia, persino nella stesso Meridione! A volte, si percepiva, amaramente, lontana l’idea nella Scuola che ogni bambino è in potenza un uomo e, come tale, va educato, ha il diritto di vivere pienamente e liberamente la sua vita. Che il bambino debba vivere la sua vita significa che ha dei diritti inalienabili, di cui, spesso gli adulti sembravano, o per necessità non averne alcuna considerazione. Capitava, in quegli anni, che i genitori educassero i loro piccoli in funzione alle loro aspettative e li “formassero”in vista di un progetto materno o paterno che non teneva conto delle inclinazioni naturali o delle capacità dei piccoli. Malgrado,qualche volta, ciò accada anche oggi, nonostante le indicazioni del Codice Civile italiano che, all’articolo 147, afferma molto chiaramente che i genitori hanno “l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”. I primi interessi pedagogici risalgono all’antica Grecia, con Socrate e con il suo discepolo Platone. Qualche secolo più tardi, i Vangeli raccontano che Gesù dovette proibire ai suoi discepoli di scacciare i bambini che “infastidivano”, tramandandoci un’espressione: ”Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio”. Fatto eccezione per qualche sporadico tentativo, questa educazione si è protratta, spesso indisturbata, fino all’età moderna, quando filosofi, come Rousseau hanno dato una svolta decisiva alla metodologia educativa, ponendo al centro dell’attenzione il bambino, verso il quale, la società non deve avere nessuna inquinante influenza, per poterlo rendere un buon elemento per la società futura. Sulla stessa linea si è posto anche il tedesco Kant. Seguirono lo statunitense Emerson e il francese Durkheim, infine Carolina e Rosa Agazzi. Ma la novità sostanziale fu apportata dalla prima donna medico italiana, Maria Montessori, che creò un metodo educativo che porta il suo nome con la diffusione della Scuola Attiva a misura di ogni bambino. L’attenzione è al bambino più che al fine a cui lo si vuole condurre: tutto viene visto in funzione del bambino e non dell’educazione che gli si vuole erroneamente somministrare indipendentemente dalle sue esigenze. Il bambino non è un semplice ricettore di nozioni o regole, ma una persona che deve essere accompagnata nella scoperta della realtà e delle sue regole oggettive. Ed ecco che nella nostra scuola, nell’anno 1930 circa, il maestro non insegna al bambino la sua verità, né cerca di travasare in lui il suo sapere; il suo delicato compito è quello di dirigere le attività del discente, quelle attività che gli permettono di sviluppare il suo spirito in modo libero, di sprigionare le sue immense energie e potenzialità che la società e la Scuola tradizionale, un tempo, invece comprimevano implacabilmente. Tutto nell’Educazione viene visto in un’ottica di crescita e, il bambino libero avanza alla conquista delle conoscenze. 5 Don Milani, con la didattica del Recupero in ogni ambiente, educa il bambino nel rispetto della sua persona, “dal momento che la scuola è l’unica differenza che c’è tra l’uomo e gli animali” I grandi Pedagogisti hanno dato una svolta significativa alla Scuola del nostro territorio e, non soltanto nel Meridione. Bisogna che essa sia davvero per tutti e non si presti al razzismo discriminatorio delle famiglie ricche o colte contro quelle povere e, tenga presente che ha un problema solo, i ragazzi che perde. Alla fine degli anni “50 l’organizzazione scolastica, i sistemi di classificazione, i programmi ai fini della Scuola dell’obbligo erano sotto accusa perché gli insegnanti gestivano la scuola con le loro grandezze o con le loro debolezze e inettitudini. Una legge del 24 Dicembre 1957 non ammetteva bocciature, nelle scuole elementari e medie, se non in casi del tutto eccezionali, ma nonostante, risultò che gli insegnanti bocciavano il venti per cento dei bambini, venivano decimate classi numerosissime. Ogni bocciatura, magari ripetuta per anni, metteva il ragazzo in condizioni di abbandonare la scuola. Il bambino bravo si ritrovava nella classe quinta con un gruppo limitato di compagni, perduti nel percorso e, magari, costoro non varcarono più la soglia della scuola. Nel Circolo,erano attivati corsi di Scuole Popolari, Scuole Serali, Doposcuola gestiti da Enti parastatali e Comunali per combattere il fenomeno dell’Analfabetismo molto diffuso, in un territorio dove ”il pane era più importante della parola” Il pensiero pedagogico di Lombardo-Radice diede largo impulso alla diffusione dell’istruzione popolare nel Mezzogiorno e alla lotta contro l’analfabetismo e, seguendo l’indirizzo gentiliano, promosse il ripristino dell’insegnamento religioso. La nostra Scuola riconosce, alla luce dei grandi pensieri pedagogici, l’universalità dell’educazione oltre i limiti della famiglia e della scuola e si apre al territorio con uscite, escursioni, incontri per scambi di conoscenze, tradizioni e cultura. La didattica è esperienza attiva oltre ogni confine dell’aula, del territorio, dell’ambiente di vita dell’alunno che interagisce con il nuovo che scopre e lo inoltra sempre ad altre scoperte (metodo scientifico di Popper). Nella classe, la maestra è come una mamma: si affeziona ai suoi alunni, ma se un bambino lascia la scuola, ella non ha cosa fare e si affeziona subito all’altro che ha preso il suo posto. L’insegnante segue gli alunni, li tiene vicini, li istrada per il mondo, li promuove uomini. Insegna loro più a capire i problemi che a scrivere libri e, da questa consapevolezza umana, scaturisce un attaccamento al maestro che dura tutta la vita e gli insegnamenti diventano stili di vita che impregnano ogni comportamento. I genitori erano invitati a prendere parte attivamente alla soluzione educativa di ogni problema, non a subirla. Essi con somma fiducia e immensa stima verso la Scuola, nella figura dell’Insegnante, demandavano il tutto alla scelta dell’iniziativa del Maestro: “Comu riciti vui, Maestro” si affidavano, si consegnavano al suo fare sapiente e paterno. Tutte le teorie pedagogiche illuminano e danno vita al percorso educativo-didattico, accostano l’uomo all’uomo nel progredire, ma l’esperienza scolastica insegna che tutti i bambini sono diversi. Diversi sono i contesti storici educativi, diverso è ogni momento dello stesso ragazzo, diversi sono i territori, diversi sono gli ambienti, diverse sono le famiglie, diversi sono gli stessi ragazzi momento dopo momento nelle relazioni con cui interagiscono. Il Maestro è l’artefice di ogni iniziativa educativa al di là di ogni schema o suggerimento, egli dà vita al momento educativo in quel contesto! Il maestro pronto a dare ripetizioni all’alunno oltre la scuola e, in molti casi, purtroppo amari, venivano giudicate le differenze alla fine dell’anno. Un percorso educativo significativo raccontato dalla nostra Scuola, nella sua evoluzione che ha interrogato e rivoluzionato la realtà di ogni bambino, in un ambiente di estremo Sud, dove non c’erano le aule debitamente attrezzate e i servizi igienici, molto spesso erano inesistenti. 6 Scuola alla Rousseau, come Emilio nell’aula con il vetro rotto e alla Tolstoj, a contatto con la Natura, il Grande Libro aperto per la lettura e la scoperta di ogni conoscenza sotto la guida vigile e attenta del Maestro: in ogni ambiente si educa e si istruisce! Il Maestro è Educatore in ogni attimo di richiesta, di esigenza interpellante, non è sottoposto ai rigori dell’orario, tantomeno assillato dal pensiero del Recupero delle ore in più prestate oltre il tempo stabilito. Il Maestro sempre Magister vivendi, dalla scrupolosa perizia e competenza, amorevole vicinanza all’alunno e pertinente preparazione nella sua funzione pedagogica e didattica. Nella sua originalità dell’uso dei Linguaggi e degli strumenti cui è affidata l’educazione e la formazione di ogni alunno. Dall’amore grande, capace di capire i sussulti dell’animo volti alla conquista straordinaria dell’esperienza della vita, non controlla l’ora, va sempre oltre ogni limite, fin quando l’attività educativa lo richiede. Egli sa bene che ogni momento di ogni bambino è una nuova vita, nella quale è in gioco il suo ruolo importante di Educatore: non esistono impegni prioritari a questo, supremo per eccellenza. Il maestro è tale in ogni momento, in ogni situazione, in ogni tempo e investe ogni aspetto della sua vita per costituire rapporti con se stesso, con gli alunni, con gli altri, con le cose, con gli eventi. L’esperienza della nostra Scuola porta a dire che il maestro non cessa mai la sua opera educatrice ed educante. La Scuola non sono solo le aule con gli alunni, ma ogni ambiente, ovunque ci si trovi, la Società in cui vive, cui è responsabile della formazione. Essa ha l’imprimatur della Scuola. La Scuola, per i Maestri è oltre ogni tempo, finanche oltre gli impegni personali! Il maestro avanza nel suo percorso formativo e, con strumenti semplici, costruiti alla meglio e con affinata perfezione, utilizza materiali reperibili nell’ambiente, costruisce con gli alunni sussidi per la manipolazione, per dimostrare la conoscenza e razionalizzare la realtà ed educa utilizzando ogni linguaggio. Ad ogni bivio sceglie ciò che fa vivere e fiorire la vita. Una vita che rompe gli argini dell’ignoranza e della mentalità territoriale, sostenuta da sofferenze economiche e sociali e dilaga per costruire forze del futuro e aprire le porte a un nuovo mondo di evoluzione e di progresso. Ecco la Scuola che spalanca le sue porte ad ogni bambino e, china su ciascuno, ascolta il suo bisogno, immettendolo in percorsi personali. Programma percorsi diversi, strade nuove, cambi di rotta, inversioni e conversioni, sì da condurre al successo e alla maturazione ogni bambino. Impegno di una grande scuola che non deve lasciare indietro nessuno e articola Piani Educativi, secondo I Nuovi Programmi Ministeriali con scansioni disciplinari. Il maestro prepara il terreno perché il seme gettato nel solco implacabilmente romperà la crosta terrestre e sarà spiga, vita in abbondanza. E’ in questo vivaio che tutto l’essere è in fiore, ogni radice, in questa selva trova il suo nutrimento. Come ogni goccia d’acqua dà vita, così ogni sguardo, ogni osservazione, ogni parola nella Scuola, è denso di significato, ha vita dentro per far crescere e far diventare ogni bambino consapevole di ciò che è, spinto a saper guardare avanti, oltre la porta spalancata. Quando l’istruzione diventa obbligatoria fino all’età di anni dieci, per tutto il percorso della scuola elementare con gratuità dei libri di testo, la scuola accoglie alunni, formando classi numerosissime: oltre 35 (trentacinque) iscritti. Il libro, testo unico fino alla classe seconda, primo ciclo, guida all’acquisizione delle tecniche della Scrittura e della Lettura e alla conoscenza dei numeri fino a venti. Nelle classi del secondo ciclo: terza, quarta e quinta i testi erano due: di Lettura che proponeva una raccolta di brani con contenuti riferiti alla ciclicità delle stagioni, alle Ricorrenze dell’anno e agli insegnamenti evangelici e una scansione di poesie dell’Antologia dei poeti: Fanciulli, Pezzani, Carducci, Pascoli, Negri, Zietta Liù…e il testo Sussidiario che proponeva 7 percorsi di Aritmetica, Geometria, Grammatica, Storia, Geografia, Scienze con esercizi da eseguire sul quaderno per l’acquisizione della conoscenza del contenuto proposto e il consolidamento di essa. I testi, solitamente adottati, perché rispondenti alle esigenze formative degli alunni e alla loro realtà territoriale, ricorrenti erano: SCIA D’ARGENTO – ALI D’ARGENTO casa editrice. I brani che proponevano erano molto brevi, enunciavano la conoscenza e, il Maestro sviluppava, con la lezione, l’articolazione dell’argomento che veniva presentato e doveva essere ripetuto con estremo ordine e precisione. Il bambino attivo nel processo educativo, attento e spontaneamente coinvolto alla lezione, veniva giudicato con voti, a partire da zero fino a dieci, oppure con un breve giudizio: Scarso o Lodevole; nella peggiore delle forme, il compito veniva tutto barrato con la scritta: Rifai. L’alunno veniva valutato anche nella BELLA SCRITTURA e nella CONDOTTA. Il maestro incaricava il bambino capoclasse, solitamente il più capace, a TENERE IL SILENZIO in classe. Durante il tempo della correzione dei compiti, quando l’insegnante era impegnato in percorsi individualizzati con altri alunni o in sua momentanea assenza, lo scolaro capoclasse, alla lavagna, formava due colonne con una linea diritta tracciata con il gesso bianco e, quando la linea non veniva tracciata nella perpendicolarità dovuta, risate soffocate da braccine incrociate sui banchi attiravano l’attenzione del maestro, che lanciava sguardi intimidatori dagli occhialini abbassati sulla punta del naso. Lo scolaro, incaricato alla lavagna, quasi per vendicarsi, iniziava a scrivere i nomi dei compagni nella colonna dei BUONI e dei CATTIVI. Successivamente, scattava l’ora della valutazione del comportamento con Premi e Castighi alla Pestalozzi. I bambini con difficoltà di apprendimento o di comportamento erano iscritti e frequentavano le classi differenziali con percorsi educativo-didattici diversi, rispondenti alle problematiche di ciascuno nella stessa classe. Nel corso dell’anno, tutti gli scolari venivano sottoposti ad una visita medica e, molto spesso, erano allontanati dalla scuola per carenza di igiene. Erano obbligatorie le vaccinazioni: antipolio, antidifterite, antitetano, antivaiolo. Le modalità delle vaccinazioni avevano una realizzazione e un decorso particolare: la vaccinazione antivaiolo consisteva in un’incisione, a croce, nella parte alta del braccio dove veniva iniettato il vaccino. La ferita, curata per giorni, lasciava la cicatrice permanente, come timbro dell’avvenuta vaccinazione. Il tempo scolastico era di quattro ore al giorno e le attività iniziavano nel mese di Ottobre per concludersi entro la prima decade di Giugno La valutazione consisteva nella visita del Direttore in classe periodicamente, e inevitabilmente, per la fine dell’anno con l’interrogazione degli alunni e il controllo delle produzioni degli scolari IN BELLA COPIA. Quadernoni grossi con la foderina nera venivano usati, in classe, per ricopiare il compito svolto in brutta copia e corretto dal maestro. Pile di zibaldoni neri, con il passare del tempo, colorati erano in bellavista sulle mensole degli stipetti, in ogni classe o venivano rigorosamente custoditi negli armadietti se l’aula ne era dotata. Negli stipetti venivano custoditi anche le Pagelle, i Certificati di vaccinazione di ogni alunno e il Registro dell’insegnante che veniva visionato, firmato e datato dal Direttore durante le visite alla classe. Alla fine dell’anno, veniva espressa, nello stesso, la qualifica all’insegnante con un giudizio: SCARSO – BUONO - DISTINTO – OTTIMO. Anche l’insegnante era sottoposto a valutazione annuale dal Direttore o, per casi particolari, dall’Ispettore che aveva facoltà di trasferimento dell’insegnante o di revoca di nomina. 8 IDENTITA’ DEL CIRCOLO Il prestigioso Circolo Didattico di Gallico, nei suoi circa 60 anni di vita, ha costituito e costituisce ancora oggi il riferimento di formazione socio-culturale del territorio della vallata di Gallico: da Villa San Giuseppe alla marina e, nei tempi non molto remoti, anno1960 si estendeva da Pettogallico ad Archi (Pietra della Zita), comprendendo Pietra Bianca, Sambatello, San Giovanni e piccole frazioni con la gestione di Direttori che hanno sempre aperto la SCUOLA alle innovazioni delle RIFORME sin dagli albori delle novità organizzativo-pedagogico-didattiche con le SPERIMENTAZIONI. I Decreti Delegati, emessi nell’anno1974, propongono l’istituzione e il riordinamento di Organi Collegiali nella Scuola, Sperimentazione, Ricerca Educativa, Aggiornamento culturale e professionale. Ed ecco che la Scuola imposta in modo nuovo la professionalità dei Docenti, definisce il loro ruolo e crea nuovi organismi di gestione a livello nazionale che hanno il compito di tutelare i Diritti dei cittadini nella SCUOLA. Grande rivoluzione: tutto cambia e il Circolo di GALLICO è al passo coi tempi! Il TEMPO PIENO, con il Direttore Didattico Tisano, ha consentito il prolungamento dell’orario scolastico e l’attivazione di Laboratori dove l’alunno, protagonista del suo Fare esternava il suo talento e iniziava un percorso di apertura al processo educativo che lo coinvolgeva in maniera molto libera nel prolungato tempo scuola, adattando le proposte alle sue normali capacità di apprendimento. L’obiettivo era di rendere l’apprendimento più rapido e l’insegnamento più divertente, in modo che i bambini, padroni delle conoscenze, si appassionassero nell’impegno per progredire e consolidare il loro bagaglio culturale e rendere più accattivante e coinvolgente ogni opportunità formativa. Il Circolo ha vissuto pienamente gli anni sotto il faro dello scrupolo della Pedagogia, che con la sua funzione di guida e orientamento ha fatto capovolgere il sistema educativo-didattico, ponendo l’alunno al centro del fare e costruendo il ponte tra Apprendimento e Insegnamento. Negli anni “70 con il DIRETTORE Vincenzo Borgia, il Circolo è stato breccia di scambi culturali con i nomi grandi della PEDAGOGIA E DELLA LETTERATURA come TINELLIMENCARELLI-FRABBONI-ALTIERI BIAGI-STRATI che elevavano la nostra realtà educativa ed educante alle evoluzioni pedagogiche, portandola a confronto con le Istituzioni Educative all’avanguardia di livello nazionale, dove venivano sperimentati i percorsi evolutivi delle più prestigiose Scuole di pensiero. La Scuola di Gallico teneva il passo e riecheggiava luminosa nelle Testate della Stampa Nazionale e Locale. Partecipava puntualmente, ogni anno,alle Fiere del LIBRO nelle città del NORD. L’APPUNTAMENTO per dibattiti socio-pedagigico-letterari riservavano il posto alla Scuola della vallata di Gallico!...e Gallico esordiva con le sue esperienze e arricchiva la sua grande Biblioteca provinciale, incrementando nel territorio il piacere della lettura. I percorsi di lettura, adeguatamente strutturati, facevano prima accostare ai testi il lettore e proponevano agli utenti la loro vasta gamma di Collane di letteratura per bambini, di romanzi ed enciclopedie, di libri per ragazzi, riviste e periodici per la scuola, libri per la lingua francese e inglese, per la ricerca scientifica, per gli studi di Pedagogia, Psicologia, Didattica. Per la Didattica, in Biblioteca, svolgevano il servizio tre Insegnanti che effettuavano prestiti di testi, di riviste, di periodici di videocassette e proponevano percorsi didattici e giochi in Biblioteca per educare al piacere di Leggere tramite tanti modi per giocare con le parole, per inventare e comporre, per smontare e rimontare testi. L’obiettivo era entrare in una Didattica Nuova che offrisse stimoli, il più possibile, agli alunni per renderli padroni delle regole della Lingua, arricchire il loro bagaglio lessicale, ma soprattutto appassionarli alla scrittura e alla lettura. 9 I percorsi prevedevano, a volte, anche l’incontro con gli Autori. In un primo tempo la Biblioteca era un centro solo di lettura centrale, poi sono state allestite le biblioteche periferiche nei diversi plessi scolastici, con una rete interattiva per scambi e prestiti di testi. In tempi successivi è stato attivato un servizio più moderno e rapido con l’allestimento di un centro Multimediale e sperimentale che consentiva agli utenti la rapida consultazione di cataloghi nazionali, regionali tramite Internet, che ha trovato, nel Circolo, la massima diffusione con la Direzione del Dott. Mario Santoro. E’ stato allestito un Centro multimediale con dodici postazioni individuali, sono stati attivati Corsi di formazione per il personale tutto del Circolo in rete, dopo con i Circoli viciniori, e il Circolo manteneva la sua prestigiosa polarità perché dotato del Centro Informatico. La Programmazione Educativo-Didattica si arricchiva e, agli albori delle Innovazioni Tecnologiche, proponeva all’utenza Progetti di alfabetizzazione informatica e ambiziosi Percorsi didattici di MULTIMEDIALITA’per gli alunni del secondo ciclo, i cui prodotti sono stati presentati in Rassegne Nazionali con qualificati riconoscimenti nelle vetrine dei MEDIA-EXPO . Il progetto Multimadialità, ancora oggi ha la sua massima realizzazione, coinvolgendo tutti gli alunni disponibili del Circolo ora Istituto Comprensivo, con estensione alla Scuola dell’Infanzia, nella dimensione della sfera di apprendimento dovuta. Negli anni “96, i centri multimediali cominciarono a essere allestiti nei Plessi e il Circolo cominciò a vivere le svolte organizzativo-didattiche che portano la SCUOLA alle frontiere europee con le alternanze della Riforma MORATTI: è questo il periodo della Direzione della Dott.Felicia Liuzza che ha instaurato una rete di interscambi e collaborazioni con Circoli viciniori e Scuole POLO PER LA FORMAZIONE DEI docenti, la Valutazione, l’Autoanalisi di istituto con il Progetto FARO Palermo MIUR. Scuola a Tempo Pieno, Sperimentazione organizzazione modulare, adozione INNOVAZIONI della RIFORMA MORATTI hanno fatto del Circolo un cavallo di battaglia delle Istituzioni Educative del Territorio, che lo hanno sempre contraddistinto e continuano a contraddistinguerlo con la ferma e audace gestione, dal 207 al 2010 dal Dirigente Dott.Anna Nucera che ha consentito, con i Progetti Europei PON –POR, di realizzare percorsi educativo-didattici di integrazione, di recupero, di sviluppo conoscenze a gruppi di scolari dovutamente selezionati, con Personale docente esperto interno al Circolo ed esterno altamente qualificato. Il progetto POR ha consentito , nell’anno 2009, alle classi quarte e quinte del Circolo un viaggio di istruzione a , Progetto pluriennale, con premiazione di percorsi didattici per l’Insegnante e per gli alunni, a livello nazionale, nella città di Firenze. Dall’anno scolastico 2010-2011, il Circolo è gestito dal Dirigente Dott. Antonio Rosario Princi, che ha adottato Progetti Regionali, POR e PON, Progetti di Formazione Il Circolo, nell’anno, registra un incremento di iscrizioni alunni in ogni Plesso scolastico, anche nelle sezioni di Scuola dell’Infanzia. Sono in corso progettazioni organizzative e orarie per l’impiego, al meglio, delle risorse professionali. A conclusione dell’anno scolastico, Insegnanti del Circolo hanno effettuato una raccolta di esperienze personali educativo-didattiche con pubblicazione di un libro dal titolo MAESTRE. IL Circolo, all’inizio dell’anno scolastico 2011/2012, ha avviato le attività educativodidattiche con un’organizzazione oraria “settimana corta”, con un rientro pomeridiano per la Scuola Primaria di VILLA san Giuseppe, con servizio Mensa e Trasporto alunni. Tutte le classi del Circolo realizzeranno attività LABORATORIALI con diversi rientri settimanali per Progetti “Area a rischio”e “Area a forte flusso immigratorio”, Progetti POR- PON, Progetto Legalità, Progetto Motoria, Progetti in rete, pluriennali e di innovazione. La metodologia sofisticatissima, ultima tecnologica- Multimediale sta capovolgendo la DIDATTICA con l’uso, nei diversi Plessi di lavagne multimediali, interattive LIM. 10 Strumento all’avanguardia per condurre ogni bambino a scoprire ed esplorare nel Mondo dal suo compostissimo posto nella scuola, anche la meno dotata, nel medesimo istante in cui nasce la curiosità della Scoperta o dell’immediato Confronto. Nel cortile, dell’edificio della Scuola Primaria di via Quarnaro, è stata allestita una Mostra archeologica di reperti marini, a cura del Museo MAGNA Grecia di Reggio Calabria, a completamento del Progetto “FESTA DEL MARE” che la Scuola ha realizzato in rete con l’Associazione culturale del territorio ”Poseidonia”. La mostra sarà aperta al territorio tutto l’anno, con percorsi di visite guidate a cura di Specialisti, incaricati dal Museo di R C. Il Circolo registra un ulteriore incremento di iscrizioni alunni nei Plessi e raggiunge per l’anno scolastico 2012-13, il massimo numero d’iscrizioni mai verificatosi circa 150 alunni “LA SCUOLA E’ SCUOLA NELLA MISURA IN CUI CI SI IMPEGNA, CHI NON LA AMA, DISDEGNI DI CONOSCERLA” “L’ARTE DELL’EDUCARE NON CONSISTE NEL RAPPRESENTARE COSE NUOVE, BENSI’, NEL RAPPRESENTARE CON NOVITA’ “EDUCARE SIGNIFICA: TOCCARE UN ANIMO PER SEMPRE” “AD MAIORA SEMPER!” Gallico Ottobre 2011 Dall’anno scolastico 2012-13 il circolo didattico viene accorpato all’Istituto Comprensivo di Gallico“O. Lazzarino” sotto la Dirigenza dello stesso Dirigente Antonio Rosario Princi e nello spazio di qualche anno dai 1080 alunni che rappresentavano il numero di alunni tra Circolo didattico 780 alunni e IC Gallico 300 alunni circa, raggiunge un forte incremento di iscrizioni fino a raggiungere il numero di 1250 alunni. Ancora oggi anno scolastico 2014/15 l’istituto è gestito dal Ds Princi e lasceremo ai posteri la valutazioni degli anni a venire. 11