ORIENTAMENTI EDUCATIVI SULL’AMORE UMANO
Congregazione per l’educazione cattolica - Roma, 12/12/1983
INDICE
PRESENTAZIONE
pag. 1
LINEAMENTI DI EDUCAZIONE SESSUALE
Introduzione
pag. 2
Significato della sessualità
pag. 2
Situazione attuale
pag. 3
Dichiarazioni del magistero
pag. 3
Compito della società civile
Responsabilità nell’educazione
all’uso degli strumenti della
comunicazione sociale
Compito della scuola in rapporto
all’educazione sessuale
Sussidi didattici appropriati
Gruppi giovanili
I. ALCUNI PRINCIPI FONDAMENTALI
III. CONDIZIONI E MODALITÀ
Concezione cristiana della sessualità
pag. 5
DELL’EDUCAZIONE SESSUALE
Natura, finalità e mezzi dell’educazione sessuale Preparazione degli educatori
6
Qualità dei metodi educativi
Esigenze del soggetto e intervento educativo
II. RESPONSABILITÀ NELL’ATTUAZIONE
Qualità degli interventi educativi
DELL’EDUCAZIONE SESSUALE
Educazione al pudore e all’amicizia
Funzione della famiglia
pag. 8
La comunità ecclesiale
pag. 9 IV. ALCUNI PROBLEMI PARTICOLARI
Catechesi ed educazione sessuale
pag. 9
Catechesi prematrimoniale
pag.10 CONCLUSIONE
Orientamenti per gli adulti
pag.10
pag.11
pag.11
pag.11
pag.11
pag.12
pag.3
pag.13
pag.13
pag.14
pag.14
pag.14
pag.15
pag.17
PRESENTAZIONE
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Viene ora presentato alla stampa, dopo l’invio ai vescovi, il documento della Congregazione per
l’educazione cattolica, intitolato: Orientamenti educativi sull’amore umano. Lineamenti di
educazione sessuale. Il punto chiave del documento si può trovare in una citazione del concilio
Vaticano II: "Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo" (n. 29;
cf. GS 22). Da questa luce cristiana tutta la persona umana viene illuminata: nella sua realtà corporea
e spirituale, nei suoi affetti e nei suoi rapporti con altri, ne lle sue vocazioni e nelle sue azioni
quotidiane. Da questa luce cristiana è illuminata quella forza creativa della persona umana, che
chiamiamo amore. Il documento deve essere letto in questa luce, e solo in questa luce può essere
pienamente compreso. L’amore umano, illuminato dalla luce cristiana, elevato alla dignità di amore
soprannaturale, rimane tuttavia una realtà molto delicata, sia per la debolezza dell’uomo, sia per
l’influenza negativa di ambienti non certo rispettosi per la dignità dell’amore. Il documento si
presenta quindi come un messaggio educativo, rivolto al senso di responsabilità degli educatori. Gli
educatori, e i genitori per primi, sono invitati a riflettere sul valore dell’amore illuminato da Cristo e
sul valore di ogni sentimento e di ogni atto che abbia rapporto con questo amore. Gli educatori,
portatori convinti di questi valori, diventano i validi trasmettitori, con la parola e con l’esempio,
degli stessi valori alle giovani generazioni.
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La Chiesa non si scoraggia di fronte alle difficoltà create dalla mentalità e dai costumi moderni.
Essa si affida alla forza del Signore Gesù, che aveva paragonato la sua parola al seme sparso nei
solchi del mondo, per dare il frutto al tempo opportuno. Per questo, il documento è tutto scritto i n
chiave positiva e incoraggiante. La Chiesa ha fiducia nelle famiglie e negli educatori, che possono e
devono trasmettere i valori dell’amore. La Chiesa ha fiducia nei giovani, che sono aperti a questi
valori e possono, a loro volta, comprenderli e viverl i già durante l’adolescenza, poi nella giovinezza
matura, nel tempo di preparazione al matrimonio, ma anche nel cammino verso la libera decisione di
vivere nel celibato consacrato a servizio di Dio e della Chiesa. Non è per puro caso che il documento
reca la data del 1° novembre, festa di tutti i santi. Da essi, in primo luogo dalla figura materna della
Vergine santissima, da tutte le creature umane di ogni età e condizione, che hanno vissuto
perfettamente la loro vita alla luce del messaggio evangelico, di scende una forza di esempio che non
può lasciare indifferenti coloro che, oggi, vogliono vivere la loro vita alla luce del mistero di Cristo.
Roma, 1 dicembre 1983.
card. William W. Baum,
prefetto della Sacra Congregazione per l’educazione cattolica.
LINEAMENTI DI EDUCAZIONE SESSUALE
Introduzione
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1. Lo sviluppo armonico della personalità umana rivela progressivamente nell’uomo l’immagine di
figlio di Dio. "La vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana in vista del
suo fine ultimo". Trattando dell’educazione cristiana, il concilio Vaticano II ha segnalato la necessità
di offrire "una positiva e prudente educazione sessuale" ai fanciulli e ai giovani. La Congregazione
per l’educazione cattolica, nell’ambito della sua competenza , così come hanno già fatto alcune
conferenze episcopali per i loro territori, considera doveroso portare il suo contributo per
l’applicazione della dichiarazione conciliare.
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2. Questo documento, redatto con l’aiuto di esperti in problemi educativi e sottoposto ad una vasta
consultazione, si propone un obiettivo preciso: esaminare l’aspetto pedagogico dell’educazione
sessuale, indicando opportuni orientamenti per la formazione integrale del cristiano, secondo la
vocazione di ognuno. Anche se non scende ogni volta alla citazione esplicita, presuppone sempre i
principi dottrinali e le relative norme morali, secondo il magistero della Chiesa.
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3. La congregazione è consapevole delle differenze culturali e sociali esistenti nei diversi paesi.
Questi orientamenti, dunque, non mancheranno di essere adattati dai rispettivi episcopati alle
necessità pastorali proprie di ogni Chiesa locale.
Significato della sessualità
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4. La sessualità è una componente fondamentale della personalità, un suo modo di es sere, di
manifestarsi, di comunicare con gli altri, di sentire, di esprimere e di vivere l’amore umano. Perciò
essa è parte integrante dello sviluppo della personalità e del suo processo educativo: "Dal sesso,
infatti, la persona umana deriva le caratteristiche che, sul piano biologico, psicologico e spirituale, la
fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l’iter del suo sviluppo verso la maturità e il
suo inserimento nella società". La sessualità caratterizza l’uomo e la donna non solo sul piano f isico,
ma anche su quello psicologico e spirituale, improntando ogni loro espressione. Tale diversità,
connessa alla complementarietà dei due sessi, risponde compiutamente al disegno di Dio secondo la
vocazione a cui ciascuno è chiamato.
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5. La genitalità, orientata alla procreazione, è l’espressione massima, sul piano fisico, della
comunione d’amore dei coniugi.
Avulsa da questo contesto di reciproco dono -realtà che il cristiano vive sostenuto e arricchito in
modo particolare dalla grazia di Dio - essa perde il suo significato, cede all’egoismo del singolo ed è
un disordine morale.
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6. La sessualità, orientata, elevata e integrata dall’amore, acquista vera qualità umana. Nel quadro
dello sviluppo biologico e psichico, essa cresce armonicamente e si realizza in senso pieno solo con
la conquista della maturità affettiva, che si manifesta nell’amore disinteressato e nella totale
donazione di sé.
Situazione attuale
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7. Si possono osservare attualmente, anche tra i cristiani, notevoli divergenze nel considerare
l’educazione sessuale. Nel clima odierno di disorientamento morale si nasconde il pericolo, sia del
conformismo che reca non lievi danni, sia del pregiudizio che falsa l’intima natura dell’essere umano,
uscita integra dalle mani del Creatore.
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8. Per reagire a tale situazione, si auspica da più parti una opportuna educazione sessuale. Ma se la
convinzione della sua necessità in sede teorica è abbastanza diffusa, in pratica rimangono incertezze
e divergenze notevoli sia riguardo alle persone e istituzioni che dovrebbero assumersi la
responsabilità educativa, sia in rapporto al contenuto e alle metodologie.
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9. Gli educatori e i genitori sovente riconoscono di non essere sufficientemente preparati a
compiere un’adeguata educazione sessuale. La scuola non sempre è in grado di offrire quella visione
integrale dell’argomento, la quale resterebbe incompleta con la sola informazione scientifica.
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10. Particolari difficoltà si incontrano in quei paesi dove l’urgenza del problema non è ancora
avvertita, oppure, talvolta, si pensa che il problema possa risolversi da solo, senza una educazione
specifica.
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11. In genere bisogna riconoscere che si tratta di una impresa difficile per la complessità dei diversi
elementi (fisiologici, psicologici, pedagogici, socio-culturali, giuridici, morali e religiosi) che
intervengono nell’azione educativa.
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12. Alcuni organismi cattolici in diverse parti - con l’approvazione e l’incoraggiamento
dell’episcopato locale hanno cominciato a svolgere una positiv a opera di educazione sessuale; essa è
diretta non solo ad aiutare i fanciulli e gli adolescenti nel cammino verso la maturità psicologica e
spirituale, ma anche e soprattutto a prevenirli contro i pericoli dell’ignoranza e della degradazione
diffusi nell’ambiente.
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13. È anche lodevole lo sforzo di quanti con serietà scientifica si sono dedicati a studiare il
problema, muovendo dalle scienze umane e integrando i risultati di tali ricerche in un progetto
conforme alle esigenze della dignità umana come emerge nel Vangelo.
Dichiarazioni del magistero
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14. Le dichiarazioni del magistero sull’educazione sessuale segnano un progresso, il quale soddisfa,
da una parte, le giuste esigenze della storia e, dall’altra, la fedeltà alla tradizione. Il concilio
Vaticano II, nella Dichiarazione sull’educazione cristiana, presenta la prospettiva nella quale
l’educazione sessuale deve porsi, affermando il diritto della gioventù a ricevere un’educazione
adeguata alle personali esigenze. Il concilio precis a: "I fanciulli e i giovani, tenuto conto del
progresso della psicologia, della pedagogia e della didattica, debbono essere aiutati a sviluppare
armonicamente le loro capacità fisiche, morali e intellettuali, ad acquistare gradualmente un più
maturo senso di responsabilità nell’elevazione ordinata e incessantemente attiva della propria vita e
nella ricerca della vera libertà, superando con coraggio e perseveranza gli ostacoli. Debbono ricevere,
man mano che cresce la loro età, una positiva e prudente educaz ione sessuale".
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15. La costituzione pastorale Gaudium et spes, nel parlare della dignità del matrimonio e della
famiglia, presenta quest’ultima come il luogo preferenziale per la formazione dei giovani alla castità.
Ma questa, essendo un aspetto dell’educazione integrale, esige la cooperazione degli educatori con i
genitori nel compimento della loro missione. Tale educazione, dunque, deve essere offerta,
nell’ambito della famiglia, ai fanciulli e ai giovani in modo graduale, mirando sempre alla
formazione globale della persona.
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16. Nell’esortazione apostolica sulla missione della famiglia cristiana nel mondo attuale, Giovanni
Paolo II riserva un posto importante all’educazione sessuale, come un valore della persona.
“L’educazione all’amore come dono di sé, dice il S. Padre, costituisce anche la premessa
indispensabile per i genitori chiamati a offrire una chiara e delicata educazione sessuale. Di fronte a
una cultura che "banalizza" in larga parte la sessualità umana, perché la interpreta e la vive in modo
riduttivo e impoverito, collegandola unicamente al corpo e al piacere egoistico, il servizio educativo
dei genitori deve puntare fermamente su di una cultura sessuale che sia veramente e pienamente
personale: la sessualità infatti è una ricchezza d i tutta la persona - corpo, sentimento e - anima e
manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di sé nell’amore”.
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17. Il Papa subito dopo indica la scuola quale responsabile di questa educazione al servizio e in
armonia con i genitori. "L’educazione sessuale, diritto e dovere fondamentale dei genitori, deve
attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa sia nei centri educativi da essi scelti e
controllati. In questo senso la Chiesa ribadisce la legge della sussidiari età che la scuola è tenuta ad
osservare quando coopera all’educazione sessuale, collocandosi nello spirito stesso che anima i
genitori".
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18. Affinché il valore della sessualità raggiunga la sua piena realizzazione, “è del tutto
irrinunciabile l’educazione alla castità (...) che rende la persona capace di rispettare e promuovere il
"significato sponsale" del corpo”. Essa consiste nella padronanza di sé, nella capacità di orientare
l’istinto sessuale al servizio dell’amore e di integrarlo nello sviluppo della persona. Frutto della
grazia di Dio e della nostra collaborazione, la castità tende ad armonizzare le varie componenti della
persona, e a superare la debolezza della natura umana, segnata dal peccato, perché ognuno possa
seguire la vocazione cui Dio lo chiami. Nell’impegno di una illuminata educazione alla castità, "i
genitori cristiani riserveranno una particolare attenzione e cura, discernendo i segni della chiamata di
Dio, per l’educazione alla verginità come forma suprema di quel dono di sé che co stituisce il senso
della sessualità umana".
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19. Nell’insegnamento di Giovanni Paolo II, la considerazione positiva dei valori da scoprire e
apprezzare precede la norma che non si deve violare. Questa, tuttavia, interpreta e formula i valori
cui l’uomo deve tendere. "Per gli stretti legami - continua il Papa - che intercorrono tra la dimensione
sessuale della persona e i suoi valori etici, il compito educativo deve condurre i figli a conoscere e a
stimare le norme morali come necessaria e preziosa garan zia per una responsabile crescita personale
nella sessualità umana. Per questo la Chiesa si oppone fermamente a una certa forma di informazione
sessuale, avulsa dai principi morali, così spesso diffusa, la quale altro non sarebbe che
un’introduzione all’esperienza del piacere e uno stimolo che porta a perdere la serenità - ancora negli
anni dell’innocenza - aprendo la strada al vizio".
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20. Questo documento, pertanto, partendo dalla visione cristiana dell’uomo e riferendosi ai principi
enunciati recentemente dal magistero, desidera offrire agli educatori alcuni orientamenti
fondamentali sull’educazione sessuale e sulle condizioni e modalità da tener presenti sul piano
operativo.
I. ALCUNI PRINCIPI FONDAMENTALI
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21. Ogni educazione si ispira a una specifica concezione dell’uomo. L’educazione cristiana tende a
favorire la realizzazione dell’uomo attraverso lo sviluppo di tutto il suo essere, spirito incarnato, e
dei doni di natura e di grazia di cui è arricchito da Dio. L’educazione cristiana è radicata nella fede
che "tutto rischiara di una luce nuova e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale
dell’uomo".
Concezione cristiana della sessualità
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22. Nella visione cristiana dell’uomo, si riconosce al corpo una particolare funzione, perché esso
contribuisce a rivelare il senso della vita e della vocazione umana. La corporeità è, infatti, il modo
specifico di esistere e di operare proprio dello spirito umano. Questo significato è anzitutto di natura
antropologica: "il corpo rivela l’uomo", "esprime la persona" ed è perciò il primo messaggio di Dio
all’uomo stesso, quasi una specie di "primordiale sacramento, inteso quale segno che trasmette
efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto i n Dio dall’eternità".
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23. C’è un secondo significato di natura teologale: il corpo contribuisce a rivelare Dio e il suo
amore creatore, in quanto manifesta la creaturalità dell’uomo, la sua dipendenza da un dono
fondamentale, che è dono d’amore. "Questo è il corpo: testimone dell’amore come di un dono
fondamentale, quindi testimone dell’amore come sorgente da cui è nato questo stesso donare".
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24. Il corpo, in quanto sessuato, esprime la vocazione dell’uomo alla reciprocità, cioè all’amore e al
mutuo dono di sé. Il corpo, infine, richiama l’uomo e la donna alla loro costitutiva vocazione alla
fecondità, come a uno dei significati fondamentali del loro essere sessuato.
443
25. La distinzione sessuale, che appare come una determinazione dell’essere u mano, è diversità, ma
nella parità di natura e di dignità. La persona umana, per sua intima natura, esige una relazione di
alterità, implicante una reciprocità di amore. I sessi sono complementari: simili e dissimili nello
stesso tempo; non identici, uguali però nella dignità della persona; sono pari per intendersi, diversi
per completarsi reciprocamente.
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26. L’uomo e la donna costituiscono due modi di realizzare, da parte della creatura umana, una
determinata partecipazione dell’Essere divino: sono cr eati ad "immagine e somiglianza di Dio" e
attuano compiutamente tale vocazione non solo come persone singole, ma anche come coppia, quale
comunità di amore. Orientati all’unione e alla fecondità, l’uomo e la donna sposati partecipano
dell’amore creatore di Dio, vivendo la comunione con lui attraverso l’altro.
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27. La presenza del peccato, che oscura l’innocenza originaria, rende meno facile all’uomo la
percezione di questi messaggi: la loro decifrazione è diventata così un compito etico, oggetto di un
difficile impegno, affidato all’uomo: "L’uomo e la donna dopo il peccato originale perderanno la
grazia dell’innocenza originaria. La scoperta del significato sponsale del corpo cesserà di essere per
loro una semplice realtà della Rivelazione e della grazia . Tuttavia, tale significato resterà come
impegno dato all’uomo dall’ethos del dono, iscritto nel profondo del cuore umano, quasi lontana eco
dell’innocenza originaria". Di fronte a questa capacità del corpo di essere nello stesso tempo segno e
strumento di vocazione etica, si può scoprire un’analogia tra il corpo stesso e l’economia
sacramentale, che è la via concreta attraverso la quale giunge all’uomo la grazia e la salvezza.
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28. Poiché l’uomo "storico" è inclinato a ridurre la sessualità alla sola esperienza genitale, si
spiegano le reazioni tendenti a svalutare il sesso, come se per sua natura fosse indegno dell’uomo. I
presenti orientamenti intendono opporsi a tale svalutazione.
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29. "Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo" e l’esistenza
umana acquista il suo pieno significato nella vocazione alla vita divina. Solo seguendo il Cristo,
l’uomo risponde a questa vocazione e diventa così pienamen te uomo, crescendo fino a raggiungere
"lo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo".
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30. Alla luce del mistero di Cristo, la sessualità ci appare come una vocazione a realizzare l’amore
che lo Spirito santo infonde nel cuore dei redenti. Gesù Cristo ha sublimato tale vocazione col
sacramento del matrimonio.
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31. Gesù ha indicato, inoltre, con l’esempio e la parola, la vocazione alla verginità per il regno dei
cieli. La verginità è vocazione all’amore: rende il cuore più libero di amare Dio. Libero dai doveri
dell’amore coniugale, il cuore vergine può sentirsi, pertanto, più disponibile all’amore gratuito dei
fratelli. La verginità per il regno dei cieli, di conseguenza, meglio esprime la donazione del Cristo al
Padre per i fratelli e prefigura con maggiore esattezza la realtà della vita eterna, tutta sostanziata di
carità. La verginità, certo, implica la rinuncia alla forma di amore tipica del matrimonio, ma la
rinuncia è compiuta allo scopo di assumere più in p rofondità il dinamismo, insito nella sessualità, di
apertura oblativa agli altri e di potenziarlo e trasfigurarlo mediante la presenza dello Spirito, il quale
insegna ad amare il Padre e i fratelli come il Signore Gesù.
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32. In sintesi, la sessualità è chiamata ad esprimere valori diversi a cui corrispondono esigenze
morali specifiche. Orientata verso il dialogo interpersonale, contribuisce alla maturazione integrale
dell’uomo, aprendolo al dono di sé nell’amore. Legata, inoltre, nell’ordine della creaz ione, alla
fecondità e alla trasmissione della vita, è chiamata ad essere fedele anche in questa sua interna
finalità. Amore e fecondità sono comunque significati e valori della sessualità, che si includono e
richiamano a vicenda e non possono quindi esser e considerati né alternativi né opposti.
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33. La vita affettiva, propria di ciascun sesso, si esprime in modo caratteristico nei diversi stati di
vita: l’unione dei coniugi, il celibato consacrato scelto per il Regno, la condizione del cristiano che
non ha raggiunto il momento dell’impegno matrimoniale o perché rimane tuttora celibe, o perché ha
scelto di conservarsi tale. In tutti i casi questa vita affettiva deve essere accolta e integrata nella
persona umana.
Natura, finalità e mezzi dell’educazione sessuale
452
34. Obiettivo fondamentale di questa educazione è una conoscenza adeguata della natura e
dell’importanza della sessualità e dello sviluppo armonico e integrale della persona verso la sua
maturazione psicologica, in vista della piena maturità spirituale, alla quale tutti i credenti sono
chiamati. A questo scopo l’educatore cristiano ricorderà i principi di fede e i diversi metodi di
intervento, tenendo conto della valutazione positiva che la pedagogia attuale fa della sessualità.
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35. Nella prospettiva antropologica cristiana l’educazione affettivo -sessuale deve considerare la
totalità della persona ed esigere quindi l’integrazione degli elementi biologici, psico -affettivi, sociali
e spirituali. Questa integrazione è diventata più difficil e, perché anche il credente porta le
conseguenze del peccato di origine. Una vera "formazione" non si limita all’informazione
dell’intelligenza, ma deve prestare particolare attenzione all’educazione della volontà, dei sentimenti
e delle emozioni. Per tendere, infatti, verso la maturazione della vita affettivo -sessuale, è necessario
il dominio di sé, il quale presuppone virtù quali il pudore, la temperanza, il rispetto di sé e degli altri,
l’apertura al prossimo. Tutto ciò non è possibile se non in forza de lla salvezza che viene da Gesù
Cristo.
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36. Anche se diverse sono le modalità che la sessualità assume nelle singole persone, l’educazione
deve innanzitutto promuovere quella maturità che "comporta non solo l’accettazione del valore
sessuale integrato nell’insieme dei valori, ma anche la potenzialità oblativa, cioè la capacità di
donazione, di amore altruistico. Quando questa capacità si realizza in misura adeguata, la persona
diviene idonea a stabilire contatti spontanei, a dominarsi emozionalmente e a d impegnarsi
seriamente".
455
37. La pedagogia contemporanea di ispirazione cristiana vede nell’educando, considerato nella sua
totalità e complessità, il principale soggetto dell’educazione. Egli deve essere aiutato, soprattutto con
un rapporto di fiducia, a sviluppare le sue capacità di bene. Assai facilmente questo si dimentica,
quando viene dato eccessivo peso alla semplice informazione a danno delle altre dimensioni
dell’educazione sessuale. Nell’educazione, infatti, è della massima importanza la cono scenza di
nuove nozioni, vivificata però, dall’assimilazione dei valori corrispondenti e da una viva presa di
coscienza delle responsabilità personali collegate con l’età adulta.
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38. Date le ripercussioni della sessualità su tutta la persona, è necessario tener presenti molteplici
aspetti: le condizioni di salute, le influenze dell’ambiente familiare e sociale, le impressioni ricevute
e le reazioni del soggetto, l’educazione della volontà, il grado di sviluppo della vita spirituale
sorretta dall’aiuto della grazia.
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39. Quanto è stato esposto finora serve agli educatori come aiuto e guida alla formazione della
personalità dei giovani. Gli educatori devono stimolarli a una riflessione critica sulle impressioni
ricevute e, mentre propongono dei valori, devono dare testimonianza di una vita spirituale autentica,
sia personale che comunitaria.
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40. Visti gli stretti legami esistenti tra morale e sessualità, è necessario che la conoscenza delle
norme morali sia accompagnata da chiare motivazion i, così da far maturare una sincera adesione
personale.
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41. La pedagogia contemporanea ha piena consapevolezza del fatto che la vita umana è
contraddistinta da una evoluzione costante e che la formazione personale è un processo permanente.
Ciò è anche vero per la sessualità che si esprime con caratteristiche particolari nelle diverse fasi della
vita. Essa evidentemente comporta ricchezze e notevoli difficoltà ad ogni tappa della sua
maturazione.
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42. Gli educatori tengono presenti le tappe fondamen tali di tale evoluzione: l’istinto primitivo, che
all’inizio si manifesta allo stato rudimentale, viene a trovarsi in seguito in un clima di ambivalenza
tra il bene e il male. Poi, con l’aiuto dell’educazione, i sentimenti si stabilizzano e
contemporaneamente aumenta il senso della responsabilità. Gradualmente l’egoismo si elimina, un
certo ascetismo si stabilisce, l’altro è accettato e amato per se stesso; si integrano gli elementi della
sessualità: genitalità, erotismo, amore e carità. Anche se non sempre si raggiunge un risultato
completo, sono più numerosi di quanto si pensi coloro che si avvicinano alla meta a cui aspirano.
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43. Gli educatori cristiani sono persuasi che l’educazione sessuale si realizza in pieno nell’ambito
della fede. Incorporato per il battesimo nel Cristo risorto, il cristiano sa che anche il suo corpo è stato
vivificato e purificato dallo Spirito che Gesù gli comunica. La fede nel mistero del Cristo risuscitato,
che mediante il suo Spirito attua e prolunga nei fedeli il mistero p asquale, scopre al credente la
vocazione alla risurrezione della carne, già cominciata grazie allo Spirito che abita nel giusto quale
pegno e germe della risurrezione totale e definitiva.
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44. Il disordine provocato dal peccato, presente e operante nel l’individuo, come anche nella cultura
che caratterizza la società, esercita una forte pressione per fare concepire e vivere la sessualità in
opposizione alla legge di Cristo, secondo quella che s. Paolo chiamò la legge del peccato. A volte le
strutture economiche, le leggi statali, i mass-media, i sistemi di vita delle grandi metropoli, sono
fattori che incidono negativamente sull’uomo.
Di ciò l’educazione cristiana prende atto e indica gli orientamenti per opporsi responsabilmente a
tali suggestioni.
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45. Questo sforzo costante è sostenuto e anche reso possibile dalla grazia divina, mediante la parola
di Dio ricevuta con fede, la preghiera filiale e la partecipazione ai sacramenti. Al primo posto sta
l’eucaristia, comunione con il Cristo nell’atto stess o del suo sacrificio, dove effettivamente il giovane
credente trova il pane di vita come "viatico" per affrontare e superare gli ostacoli del suo
pellegrinaggio terreno. Il sacramento della riconciliazione, attraverso la grazia che gli è propria e con
l’aiuto della direzione spirituale, non solamente rafforza la capacità di resistenza al male ma dà
coraggio di risollevarsi dopo una caduta. Questi sacramenti sono offerti e celebrati nella comunità
ecclesiale. Colui che si inserisce vitalmente in tale comunit à, attinge dai sacramenti la forza per
realizzare, nel suo stato, una vita casta.
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46. La preghiera personale e comunitaria è il mezzo insostituibile a l fine di ottenere da Dio la forza
necessaria per tener fede agli impegni battesimali, per resistere agli impulsi della natura umana ferita
dal peccato e per equilibrare le emozioni provocate dalle influenze negative dell’ambiente. Lo Spirito
di preghiera aiuta a vivere coerentemente la pratica dei valori evangelici di lealtà e sincerità di cuore,
di povertà e umiltà, nello sforzo quotidiano di lavoro e di impegno per il prossimo. La vita interiore
porta alla gioia cristiana che vince, al di là di ogni mora lismo e aiuto psicologico, la lotta contro il
male. Dal contatto frequente e intimo con il Signore, tutti, e i giovani in particolare, attingeranno la
forza e l’entusiasmo per una vita pura e realizzeranno la loro vocazione umana e cristiana in un
sereno dominio di sé e in una donazione generosa agli altri. L’importanza di queste considerazioni
non può sfuggire a nessuno.
Oggi, infatti, molte persone, implicitamente o esplicitamente, tengono un atteggiamento
pessimistico circa la capacità della natura umana di assumere un impegno definitivo per tutta la vita,
specialmente nel matrimonio. L’educazione cristiana deve rafforzare la fiducia dei giovani, in modo
che la loro comprensione e preparazione circa un impegno per tutta la vita siano accompagnate dalla
certezza che Dio li aiuta con la sua grazia, affinché ognuno possa portare a compimento il disegno di
lui.
465
47. L’imitazione e l’unione con Cristo, vissute e trasmesse dai santi, sono le motivazioni più
profonde per la nostra speranza di realizzare l’ alto ideale di vita casta, non raggiungibile con le sole
forze umane. La vergine Maria è esempio eminente di vita cristiana. La Chiesa, per secolare
esperienza, è convinta che i fedeli, specialmente i giovani a lei devoti, hanno saputo realizzare questo
ideale.
II. RESPONSABILITÀ NELL’ATTUAZIONE DELL’EDUCAZIONE SESSUALE
Funzione della famiglia
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48. L’educazione spetta innanzitutto alla famiglia che "è una scuola di umanità più ricca". Essa,
dunque, è l’ambiente migliore per assolvere l’obbligo di assi curare una graduale educazione della
vita sessuale. La famiglia possiede una carica affettiva adatta a fare accettare senza traumi anche le
realtà più delicate e ad integrarle armonicamente in una personalità ricca ed equilibrata.
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49. L’affetto e la fiducia reciproca, che si vivono nella famiglia, sono necessari allo sviluppo
armonico del bambino, fin dalla sua nascita. Affinché i legami affettivi naturali che uniscono i
genitori ai figli siano positivi al massimo grado, i genitori, sulla base di un se reno equilibrio
sessuale, instaurino una relazione di fiducia e di dialogo con i figli, adeguata alla loro età e al loro
sviluppo.
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50. Per poter offrire ai figli orientamenti efficaci, necessari per risolvere i problemi del momento,
prima ancora di dare conoscenze teoriche gli adulti saranno di esempio con il loro comportamento. I
genitori cristiani devono avere coscienza che il loro esempio rappresenta l’apporto più valido
all’educazione dei figli. Questi, a loro volta, potranno raggiungere la certezz a che l’ideale cristiano è
una realtà vissuta nell’ambito stesso della propria famiglia.
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51. L’apertura e la collaborazione dei genitori con gli altri educatori, corresponsabili della
formazione, influiranno positivamente nella maturazione del giovane . La preparazione teorica e
l’esperienza dei genitori aiuteranno i figli a comprendere il valore e il ruolo specifico della realtà di
uomo e di donna.
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52. La piena realizzazione della vita coniugale e, di conseguenza, la santità e la stabilità della
famiglia, dipendono dalla formazione della coscienza e dai valori assimilati durante tutto l’arco
formativo dei genitori stessi. I valori morali vissuti dalla famiglia vengono trasmessi più facilmente
ai figli. Tra questi valori morali hanno grande rilievo il rispetto della vita fin dal grembo materno e,
in genere, il rispetto della persona umana, di ogni età e condizione. I giovani devono essere aiutati a
conoscere, apprezzare e rispettare questi valori fondamentali dell’esistenza. Data l’importanza di
questi valori per la vita cristiana, e anche nella prospettiva di una chiamata divina dei figli al
sacerdozio o alla vita consacrata, l’educazione sessuale acquista anche una dimensione ecclesiale.
La comunità ecclesiale
471
53. La Chiesa, madre dei fedeli da lei generati alla fede nel battesimo, ha una missione educativa
affidatale da Cristo, che si realizza specialmente attraverso l’annuncio, la piena comunione con Dio e
con i fratelli, la partecipazione cosciente e attiva alla liturgia eucaristica e all’at tività apostolica. La
comunità ecclesiale costituisce, fin dall’aprirsi alla vita, un ambiente adeguato all’assimilazione
dell’etica cristiana, nella quale i fedeli imparano a testimoniare la buona novella.
472
54. Le difficoltà che spesso l’educazione sessuale incontra nell’ambito della famiglia sollecitano un
maggiore impegno della comunità cristiana e, in particolare, dei sacerdoti, a collaborare
all’educazione dei battezzati. In questo campo sono chiamate a cooperare con la famiglia la scu ola
cattolica, la parrocchia e altre istituzioni ecclesiali.
473
55. Dal carattere ecclesiale della fede deriva la corresponsabilità della comunità cristiana
nell’aiutare i battezzati a vivere con coerenza e consapevolezza gli obblighi assunti col battesi mo. È
impegno dei vescovi dare norme e orientamenti adatti alle necessità delle singole Chiese.
Catechesi ed educazione sessuale
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56. La catechesi è chiamata ad essere terreno fecondo del rinnovamento di tutta la comunità
ecclesiale. Quindi, per condurre i fedeli alla maturità della fede, essa deve illustrare i valori positivi
della sessualità, integrandoli con quelli della verginità e del matrimonio, alla luce del mistero di
Cristo e della Chiesa. Questa catechesi dovrebbe porre in rilievo che la prim a vocazione del cristiano
è di amare, e che la vocazione all’amore è realizzata in due vie diverse: nel matrimonio, oppure nel
celibato vissuto per amore del Regno. "Il matrimonio e la verginità sono i due modi di esprimere e di
vivere l’unico mistero dell’alleanza di Dio con il suo popolo".
475
57. Perché le famiglie abbiano la certezza che la catechesi non si discosta affatto dal magistero
della Chiesa, i pastori si impegnano sia nella scelta e preparazione di personale responsabile, sia
nella determinazione del contenuto e dei metodi.
476
58. Da quanto detto al n. 48 resta sempre valido il fatto che, per quanto concerne gli aspetti più
intimi, biologici o affettivi, si dovrebbe privilegiare l’educazione individuale, preferibilmente
nell’ambito della famiglia.
477
59. Fermo restando che la catechesi realizzata in famiglia costituisce una forma privilegiata,
qualora i genitori non si sentano in grado di assolvere questo dovere, possono ricorrere ad altri che
godono della loro fiducia. Un’iniziazione saggi a, prudente e adatta all’età e all’ambiente può evitare
traumi ai fanciulli e rendere ad essi più facile la soluzione dei problemi sessuali. In ogni caso, non
bastano lezioni formali. Per integrarle occorre profittare delle molteplici occasioni offerte dal la vita
quotidiana.
Catechesi prematrimoniale
478
60. Un aspetto fondamentale della preparazione dei giovani al matrimonio consiste in un’esatta
visione dell’etica cristiana riguardante la sessualità. La catechesi offre il vantaggio di affrontare la
sessualità nella prospettiva immediata del matrimonio. Ma, per la sua piena riuscita, questa catechesi
deve essere convenientemente continuata così da diventare un vero e proprio catecumenato. Aspira
inoltre a sostenere e irrobustire la castità propria dei fid anzati, a prepararli alla vita coniugale,
vissuta cristianamente, e alla missione specifica che i coniugi hanno nel popolo di Dio.
479
61. I futuri sposi devono conoscere il significato profondo del matrimonio, inteso come unione
d’amore per la realizzazione della coppia e per la procreazione. La stabilità del matrimonio e
dell’amore coniugale esige, quale condizione indispensabile, la castità e il dominio di sé, la
formazione del carattere e lo spirito di sacrificio. In ordine a talune difficoltà della vi ta matrimoniale,
rese più acute nelle condizioni del nostro tempo, la castità giovanile, in quanto adeguata preparazione
alla castità matrimoniale, sarà di deciso aiuto per gli sposi. Essi inoltre saranno illuminati sulla legge
divina, dichiarata dal magistero, necessaria alla formazione della loro coscienza.
480
62. Istruiti sul valore e sulla grandezza del sacramento del matrimonio, che specifica per loro la
grazia e la vocazione del battesimo, gli sposi cristiani sapr anno vivere consapevolmente i valori e gli
impegni particolari della loro vita morale, come esigenza e frutto della grazia e dell’azione dello
Spirito, "corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro
stato". Inoltre, allo scopo di vivere la loro sessualità ed adempierne le responsabilità in accordo con
il disegno divino, è importante che gli sposi abbiano conoscenza dei metodi naturali di regolare la
loro fertilità. Come ha detto Giovanni Paolo II, "...bisogna fa r di tutto perché una simile conoscenza
sia resa accessibile a tutti i coniugi, e prima ancora alle persone giovani, mediante un’informazione
ed una educazione chiare, tempestive e serie, ad opera di coppie, di medici e di esperti". È da
rilevarsi che la contraccezione, oggi insistentemente propagandata, contrasta con questi ideali
cristiani e queste norme morali di cui la Chiesa è maestra. Tale fatto rende ancora più urgente la
necessità che l’insegnamento della Chiesa sui mezzi artificiali di contraccezio ne, e i motivi di tale
insegnamento, siano trasmessi ai giovani alla giusta età, per prepararli a una unione matrimoniale
responsabile, piena di amore e aperta alla vita.
Orientamenti per gli adulti
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63. Una solida preparazione catechistica degli adul ti, sull’amore umano, pone le basi per
l’educazione sessuale dei fanciulli. Così si assicura il possesso della maturità umana illuminata dalla
fede, che sarà decisiva nel dialogo che gli adulti sono chiamati ad instaurare con le nuove
generazioni. Oltre alle indicazioni concernenti i metodi da usarsi, tale catechesi favorirà un
opportuno scambio di idee sui problemi particolari, farà conoscere i sussidi didattici da utilizzare e
permetterà eventuali incontri con esperti, la cui collaborazione potrebbe esser e particolarmente utile
nei casi difficili.
Compito della società civile
482
64. La persona dovrebbe trovare nella società già espressi e vissuti i valori che esercitano un
influsso non secondario nel processo formativo. Sarà quindi compito della società civile, in quanto si
tratta del bene comune, vigilare affinché sia assicurato un sano ambiente fisico e morale nelle scuole
e siano promosse le condizioni che rispondano alle positive richieste dei genitori o ricevano la loro
libera adesione.
483
65. È compito dello stato tutelare i cittadini contro le ingiustizie e i disordini morali, quali l’abuso
dei minori e ogni forma di violenza sessuale, la degradazione dei costumi, la permissività e la
pornografia, la manipolazione delle informazioni demografiche.
Responsabilità nell’educazione
all’uso degli strumenti della comunicazione sociale
484
66. Nel mondo attuale gli strumenti della comunicazione sociale, con la loro invadenza e
suggestione, svolgono sui giovani e sui giovanissimi, anche e soprattutto nel campo dell’educazione
sessuale, una continua e condizionante opera di informazione e di ammaestramento assai più incisiva
di quella propria della famiglia. Giovanni Paolo II ha indicato la situazione nella quale vengono a
trovarsi i fanciulli di fronte agli strumenti della comunicazione sociale: “Affascinati e privi di difesa
di fronte al mondo e alle persone adulte, i fanciulli sono naturalmente pronti ad accogliere quel che
viene loro offerto, sia nel bene che nel male... Essi sono attratti dal "piccolo schermo", seguono ogni
gesto che vi è rappresentato e percepiscono, prima e meglio di ogni altra persona, le emozioni ed i
sentimenti che ne risultano”.
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67. C’è tuttavia da rilevare che per la stessa evoluzione tecnologica si rende meno facile e
tempestivo il necessario controllo. Di qui l’urgenza, anche ai fini di una retta educazione sessuale,
che "specialmente i recettori più giovani si abituino a un uso moderato e disciplinato di questi
strumenti. Cerchino inoltre di comprendere più a fondo le cose viste, udite, lette; ne discutano con i
loro educatori e con persone competenti e imparino a formularne un giudizio retto".
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68. In difesa dei diritti del fanciullo in questo campo Giovanni Paolo II stimola la coscienza di tutti
i cristiani responsabili, in particolare dei genitori e degli operatori degli strumenti della
comunicazione sociale, perché non nascondano, sotto un pretesto di neutralità e di rispetto dello
spontaneo sviluppo del fanciullo, ciò che in realtà è un comportamento di preoccupante disinteresse.
"Particolari doveri in questa materia incombono sull’autorità civile in vista del bene comune", il
quale esige che un regolamento giuridico degli strumenti della comunicazione sociale protegga la
moralità pubblica, in particolare il mondo gi ovanile, specie per quanto concerne le riviste, i film, i
programmi radio-televisivi, le esposizioni, gli spettacoli e la pubblicità.
Compito della scuola in rapporto all’educazione sessuale
487
69. Fermo restando quanto si è detto sul dovere primario della famiglia, il ruolo della scuola è
quello di assistere e completare l’opera dei genitori, fornendo ai fanciulli e ai giovani una
valutazione della "sessualità come valore e compito di tutta la persona creata, maschio e femmi na, a
immagine di Dio".
488
70. Il dialogo interpersonale, postulato dall’educazione sessuale, tende a suscitare nell’educando
una disposizione interiore atta a motivare e guidare il comportamento della persona. Ora, tale
atteggiamento è connesso strettamente ai valori ispirati alla concezione della vita. L’educazione
sessuale, non riducibile a semplice materia di insegnamento o a sole conoscenze teoriche, non
consiste in un programma da svolgere progressivamente; ma è un obiettivo specifico da raggiungere ,
quello della maturazione affettiva dell’alunno, della padronanza di sé e del retto comportamento nelle
relazioni sociali.
489
71. La scuola può contribuire alla realizzazione di questo obiettivo in diversi modi. Tutte le materie
possono offrire l’occasione di affrontare temi relativi alla sessualità; l’insegnante lo farà sempre in
chiave positiva e con grande delicatezza, valutandone concretamente l’opportunità e i modi.
L’educazione sessuale individuale conserva sempre valore prioritario e non può esser e affidata
indistintamente a qualsiasi membro della comunità scolastica. Infatti, come si specificherà in seguito,
oltre al retto giudizio, senso della responsabilità, competenza professionale, maturità affettiva e
pudore, quest’educazione richiede dall’educatore spiccata sensibilità per iniziare il fanciullo e
l’adolescente ai problemi dell’amore e della vita senza turbare il loro sviluppo psicologico.
490
72. Anche se l’educatore possiede le qualità necessarie per un’educazione sessuale in gruppo,
occorre considerare la situazione concreta del gruppo stesso. Ciò vale soprattutto nel caso di gruppi
misti per i quali si richiedono speciali precauzioni. In ogni caso, le autorità responsabili devono
valutare con i genitori l’opportunità di procedere in tal mo do. Data la complessità del problema, è
bene offrire all’educando l’occasione per colloqui personali, al fine di favorirlo nel chiedere quei
consigli o chiarimenti che, per un naturale senso di pudore, non riuscirebbe a manifestare in presenza
di altri. Solo una stretta collaborazione tra la scuola e la famiglia potrà garantire un proficuo scambio
di esperienze tra genitori e insegnanti per il bene degli alunni. Spetta ai vescovi, tenendo conto delle
legislazioni scolastiche e delle circostanze locali, dare indicazioni sull’educazione sessuale in gruppi,
soprattutto se misti.
491
73. Può talvolta succedere che fatti particolari della vita scolastica rendano necessario un intervento
tempestivo. In tal caso, le autorità scolastiche, coerenti con il principio di collaborazione, si
metteranno in contatto con i genitori interessati per concordare la soluzione opportuna.
492
74. Persone particolarmente adatte per competenza ed equilibrio, che godono della fiducia dei
genitori, potranno essere invitate ad avere colloqui privati con gli alunni per aiutarli a sviluppare la
loro maturazione affettiva e dare il giusto indirizzo alle loro relazioni.
Tali interventi di orientamento personale si impongono in particolare nei casi più difficili, a meno
che la gravità della situazione renda necessario il ricorso allo specialista in materia.
493
75. La formazione e lo sviluppo di una personalità armonica esigono un’atmosfera serena, frutto di
intesa, reciproca fiducia e collaborazione tra i responsabili. Ciò si ottiene con il vicendevole rispetto
della competenza specifica dei diversi operatori dell’educazione, delle loro responsabilità e della
scelta dei mezzi differenziati a loro disposizione.
Sussidi didattici appropriati
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76. Per offrire un’educazione sessuale corrett a, possono essere di aiuto sussidi didattici appropriati.
Per prepararli in modo adeguato occorre richiedere il contributo di specialisti in teologia morale e
pastorale, di catechisti, di pedagogisti e psicologi cattolici. Si ponga particolare attenzione a i sussidi
destinati all’uso immediato degli alunni. Alcuni testi scolastici sulla sessualità, per il loro carattere
naturalista, sono nocivi al bambino e all’adolescente. È anche più nocivo il materiale grafico e
audiovisivo, quando presenta crudamente realtà sessuali per le quali l’alunno non è preparato, e così
gli procura impressioni traumatiche o suscita in lui malsane curiosità che lo inducono al male. Gli
educatori pensino seriamente al grave danno che un atteggiamento irresponsabile in materia tanto
delicata può causare agli alunni.
Gruppi giovanili
495
77. Esiste nell’educazione un fattore non trascurabile che si affianca all’azione della famiglia e
della scuola, e spesso ha influenza anche maggiore nella formazione della persona: sono i gruppi
giovanili che si costituiscono nelle attività del tempo libero, le quali impegnano intensamente la vita
dell’adolescente e del giovane. Le scienze umane ritengono i "gruppi" come condizione positiva per
la formazione, perché non è possibile la maturazione della personalità senza efficaci rapporti
interpersonali.
III. CONDIZIONI E MODALITÀ DELL’EDUCAZIONE SESSUALE
496
78. La complessità e delicatezza del compito ri chiede accurata preparazione degli educatori, qualità
specifiche per l’azione e particolare attenzione a precisi obiettivi.
Preparazione degli educatori
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79. La personalità matura degli educatori, la loro preparazione e l’equilibrio psichico influisco no
fortemente sugli educandi.
Un’esatta e completa visione del significato e del valore della sessualità e una serena integrazione
di essa nella propria personalità sono indispensabili agli educatori per una costruttiva azione
educativa. La loro capacità non è tanto il frutto di conoscenze teoriche quanto il risultato della loro
maturità affettiva. Il che non dispensa dall’acquisto delle conoscenze scientifiche adatte al loro
compito educativo, particolarmente arduo ai nostri giorni. Gli incontri con le fam iglie potranno
essere di grande aiuto.
498
80. Le disposizioni che devono caratterizzare l’educatore sono il risultato di una formazione
generale, fondata su una concezione positiva e costruttiva della vita e sullo sforzo costante per
realizzarla. Una tale formazione oltrepassa la pur necessaria preparazione professionale e investe gli
aspetti più intimi della personalità, incluso quello spirituale e religioso. Quest’ultimo garantisce un
ricorso sia ai principi cristiani sia ai mezzi soprannaturali che devono sostenere gli interventi
educativi.
499
81. L’educatore, che svolge il suo compito fuori dell’ambiente fa miliare, necessita di una
preparazione psico-pedagogica adatta e seria, che gli consenta di cogliere situazioni particolari che
richiedono una sollecitudine speciale. Sarà così in grado anche di consigliare gli stessi genitori,
particolarmente quando il ragazzo o la ragazza hanno bisogno dello psicologo.
500
82. Oltre ai soggetti normali e ai casi patologici, c’è tutta una gamma di individui con problemi più
o meno acuti e persistenti, che rischiano di essere poco curati, pur essendo veramente bisognosi di
aiuto. In questi casi, più che di terapia a livello medico, si tratta di una costante opera di sostegno e
di guida da parte degli educatori.
Qualità dei metodi educativi
501
83. Occorre una visione chiara della situazione perché il metodo adoperato non solamente
condiziona grandemente il successo di questa educazione, ma anche la collaborazione tra i diversi
responsabili. In realtà le critiche sollevate si riferiscono ordinariamente più ai metodi usati da alcuni
educatori che al fatto del loro intervento.
Questi metodi devono avere precise qualità, sia relativamente al soggetto che agli stessi educatori e
alla finalità che tale educazione si propone.
Esigenze del soggetto e intervento educativo
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84. L’educazione affettivo-sessuale, essendo più condizionata di altre dal grado di sviluppo fisico e
psicologico dell’educando, deve essere sempre adattata all’individuo. In certi casi è necessario
prevenire il soggetto, preparandolo a situazioni particolarmente difficili, quando si p revede che dovrà
affrontarle, o preavvisandolo contro pericoli imminenti o permanenti.
503
85. Occorre però rispettare il carattere progressivo di questa educazione. Una corretta gradualità
degli interventi deve essere attenta ai momenti dello sviluppo fi sico e psicologico, che richiedono
una preparazione più accurata e un tempo di maturazione prolungato. Bisogna assicurarsi che
l’educando abbia assimilato i valori, le conoscenze e le motivazioni che gli sono stati proposti o i
cambiamenti e le evoluzioni che ha potuto osservare in se stesso e di cui l’educatore indica
opportunamente le cause, le relazioni e la finalità.
Qualità degli interventi educativi
504
86. Per recare un valido contributo allo sviluppo armonico ed equilibrato dei giovani, gli educat ori
devono regolare i loro interventi secondo il ruolo particolare che svolgono. Il soggetto non
percepisce né riceve allo stesso modo da parte dei diversi educatori le informazioni e motivazioni che
gli sono date, perché toccano in modo diverso la sua int imità. Obiettività e prudenza devono
caratterizzare tali interventi.
505
87. L’informazione progressiva richiede una spiegazione parziale, ma sempre rispondente a verità.
Le spiegazioni non devono essere deformate dalle reticenze o dalla mancanza di franc hezza. La
prudenza però richiede all’educatore non solo un opportuno adattamento dell’argomento alle attese
del soggetto, ma anche la scelta del linguaggio, del modo e del tempo in cui intervenire. Essa esige
che si tenga conto del pudore del fanciullo. L’ educatore ricordi inoltre l’influenza dei genitori: la
loro preoccupazione per questa dimensione dell’educazione, il carattere particolare dell’educazione
familiare, la loro concezione della vita, il grado di apertura agli altri ambienti educativi.
506
88. Si deve insistere innanzitutto sui valori umani e cristiani della sessualità per farli apprezzare e
per suscitare il desiderio di realizzarli nella vita personale e nelle relazioni con gli altri.
Senza misconoscere le difficoltà che lo sviluppo sessuale comporta, ma senza creare uno stato
ossessivo, l’educatore abbia fiducia nell’azione educativa: essa può contare sulla risonanza che i
valori veri trovano nei giovani, quando vengono presentati con convinzione e confermati dalla
testimonianza della vita.
507
89. Data l’importanza dell’educazione sessuale nella formazione integrale della persona, gli
educatori, tenuto conto degli aspetti svariati della sessualità e della loro incidenza sulla personalità
globale, si sforzino in particolare di non separare le conoscenze dai valori corrispondenti che danno
un senso e un orientamento alle informazioni biologiche, psicologiche e sociali. Quando dunque
presentano le norme morali, è necessario che mostrino in che cosa esse trovano la loro ragion
d’essere e i valori che comportano.
Educazione al pudore e all’amicizia
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90. Il pudore, componente fondamentale della personalità, si può considerare - sul piano etico come la vigile coscienza che difende la dignità dell’uomo e l’ amore autentico. Esso tende a reagire a
certi atteggiamenti e a frenare comportamenti che offuscano la dignità della persona. È un mezzo
necessario ed efficace per dominare gli istinti, far fiorire l’amore autentico, integrare la vita
affettivo-sessuale nel quadro armonioso della persona. Il pudore ha grande portata pedagogica e deve
quindi essere valorizzato.
Fanciulli e giovani impareranno così a rispettare il proprio corpo come dono di Dio, membro di
Cristo e tempio dello Spirito santo; impareranno a resistere al male che li circonda, ad avere uno
sguardo e un’immaginazione limpidi, a cercare ed esprimere nell’incontro affettivo con le persone un
amore veramente umano con tutte le sue componenti spirituali.
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91. A tale scopo si presentino loro modelli concreti e attraenti di virtù, si sviluppi il senso estetico,
ispirando il gusto del bello presente nella natura, nell’arte e nella vita morale; si educhino i giovani
ad assimilare un sistema di valori sensibili e spirituali in uno slancio disinteressato di fede e di
amore.
510
92. L’amicizia è il vertice della maturazione affettiva e si differenzia dal semplice cameratismo per
la sua dimensione interiore, per una comunicazione che permette e favorisce la vera comunione, per
la reciproca generosità e la stabilità. L’educazione all’amicizia può diventare un fattore di
straordinaria importanza per la costruzione della personalità nella sua dimensione individuale e
sociale.
511
93. I vincoli di amicizia, che uniscono i giovani di diverso sesso, contribuiscon o alla comprensione
e alla stima reciproca, quando essi si mantengono nei limiti di normali espressioni affettive. Se
invece diventano o tendono a diventare manifestazioni di tipo genitale, essi perdono l’autentico
significato di amicizia matura, pregiudicano gli aspetti relazionali in atto e le prospettive future
riguardo a un eventuale matrimonio, rendono meno attenti a una possibile chiamata alla vita
consacrata.
IV. ALCUNI PROBLEMI PARTICOLARI
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L’educatore potrà trovarsi, nello svolgere la sua miss ione, davanti ad alcuni problemi particolari sui
quali si ritiene opportuno soffermare l’attenzione.
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94. L’educazione sessuale deve condurre i giovani a prendere coscienza delle diverse espressioni e
dei dinamismi della sessualità, dei valori umani ch e devono essere rispettati. Il vero amore è capacità
di aprirsi al prossimo in un aiuto generoso, è dedizione all’altro per il suo bene; sa rispettare la
personalità e la libertà dell’altro; non è egoista, non ricerca se stesso nell’altro, è oblativo, non
possessivo. L’istinto sessuale, invece, se abbandonato a se stesso si riduce a genitalità e tende a
impadronirsi dell’altro, cercando immediatamente una soddisfazione personale.
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95. I rapporti intimi devono svolgersi soltanto nel quadro del matrimonio , perché solo allora si
verifica la connessione inscindibile, voluta da Dio, tra il significato unitivo e il significato
procreativo di tali rapporti, ordinati a mantenere, confermare ed esprimere una definitiva comunione
di vita - "una sola carne" - mediante la realizzazione di un amore "umano", "totale", "fedele",
"fecondo", cioè l’amore coniugale. Perciò le relazioni sessuali fuori del contesto matrimoniale
costituiscono un disordine grave, perché sono espressione riservata a una realtà che ancora non
esiste; sono un linguaggio che non trova riscontro obiettivo nella vita delle due persone, non ancora
costituite in comunità definitiva con il necessario riconoscimento e garanzia della società civile e, per
i coniugi cattolici, anche religiosa.
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96. Si vanno sempre più diffondendo tra gli adolescenti e i giovani certe manifestazioni di tipo
sessuale che di per sé dispongono al rapporto completo senza però giungere alla sua realizzazione.
Queste manifestazioni della genitalità sono un disordine morale, pe rché avvengono al di fuori di un
contesto matrimoniale.
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97. L’educazione sessuale aiuterà gli adolescenti a scoprire i valori profondi dell’ amore e a capire
il danno che tali manifestazioni recano alla loro maturazione affettiva, in quanto conducono ad un
incontro non personale, ma istintivo, spesso indebolito da riserve e calcoli egoistici, dunque
sprovvisto del carattere di una vera relazion e personale e tanto meno definitiva.
Un’autentica educazione condurrà i giovani verso la maturità e la padronanza di sé, frutti di una
scelta cosciente e di uno sforzo personale.
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98. È scopo di un’autentica educazione sessuale favorire un progresso co ntinuo nella padronanza
degli impulsi, per aprirsi a suo tempo a un amore vero e oblativo. Un problema particolarmente
complesso e delicato, che può presentarsi, è quello della masturbazione e delle sue ripercussioni sulla
crescita integrale della persona. La masturbazione, secondo la dottrina cattolica, "costituisce un grave
disordine morale", principalmente perché fa uso della facoltà sessuale in un modo che contraddice
essenzialmente la sua finalità, non essendo a servizio dell’amore e della vita secondo il disegno di
Dio.
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99. Un educatore e consigliere perspicace deve sforzarsi di individuare le cause della deviazione
per aiutare l’adolescente a superare l’immaturità sottesa a questa abitudine. Dal punto di vista
educativo, occorre tener presente che la masturbazione e altre forme di autoerotismo sono sintomi di
problemi assai più profondi, i quali provocano una tensione sessuale che il soggetto cerca di superare
ricorrendo a tale comportamento. Questo fatto richiede che l’azione pedagogica sia orien tata più sulle
cause che sulla repressione diretta del fenomeno. Pur tenendo conto della gravità oggettiva della
masturbazione si abbia la cautela necessaria nella valutazione della responsabilità soggettiva.
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100. Per aiutare l’adolescente a sentirsi accolto in una comunione di carità e strappato dal chiuso
del proprio io, l’educatore "dovrà sdrammatizzare il fatto masturbatorio e non diminuire la sua stima
e benevolenza verso il soggetto"; dovrà aiutarlo a integrarsi socialmente, ad aprirsi e interess arsi agli
altri, per potersi liberare da questa forma di autoerotismo, avviandosi verso l’amore oblativo, proprio
di un’affettività matura; nello stesso tempo, lo incoraggerà a fare ricorso ai mezzi raccomandati
dall’ascesi cristiana, come la preghiera e i sacramenti, e ad impegnarsi nelle opere di giustizia e di
carità.
520
101. L’omosessualità, che impedisce alla persona il raggiungimento della sua maturità sessuale, sia
dal punto di vista individuale che interpersonale, è un problema che deve essere ass unto dal soggetto
e dall’educatore, quando il caso si presenti, in tutta oggettività. "Nell’azione pastorale questi
omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro
difficoltà personali e il loro disadattamento sociale. La loro colpevolezza sarà giudicata con
prudenza; ma non può essere usato nessun metodo pastorale, che, ritenendo questi atti conformi alla
condizione di quelle persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l’ordine morale
oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale ed indispensabile".
521
102. Sarà compito della famiglia e dell’educatore cercare innanzitutto di individuare i fattori che
spingono verso l’omosessualità: vedere se si tratti di fat tori fisiologici o psicologici, se essa sia il
risultato di una falsa educazione o della mancanza di una evoluzione sessuale normale, se provenga
da abitudine contratta o da cattivi esempi o da altri fattori. Più in particolare, nel ricercare le cause di
questo disordine, la famiglia e l’educatore dovranno tenere conto degli elementi di giudizio proposti
dal magistero e si serviranno del contributo che varie discipline possono offrire. Si dovranno, infatti,
valutare elementi di ordine diverso: mancanza di a ffetto, immaturità, impulsi ossessivi, seduzioni,
isolamento sociale, depravazione dei costumi, licenziosità di spettacoli e pubblicazioni. Tuttavia, in
profondità, soggiace l’innata debolezza dell’uomo, conseguenza del peccato originale; essa può
sfociare nella perdita del senso di Dio e dell’uomo ed avere ripercussioni nella sfera della sessualità.
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103. Cercate e comprese le cause, la famiglia e l’educatore offriranno un aiuto efficace nel processo
di crescita integrale: accogliendo con comprensione; creando un clima di fiducia; incoraggiando la
liberazione dell’individuo e il suo progresso nel dominio di sé; promuovendo un autentico sforzo
morale verso la conversione all’amore di Dio e del prossimo; suggerendo, se necessaria, l’assistenza
medico-psicologica da parte di persona attenta e rispettosa dell’insegnamento della Chiesa.
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104. Una società permissiva, che non offre valori validi su cui fondare la vita, favorisce evasioni
alienanti a cui sono soggetti, in modo particolare, i giovani. La loro carica di idealità si scontra con
la durezza della vita, originando una tensione che può provocare, a causa della debolezza della
volontà, una evasione demolitrice nella droga. È questo un problema che si aggrava sempre più e che
assume toni drammatici per l’educatore. Alcune sostanze psicotropiche aumentano la sensibilità per il
piacere sessuale e in genere diminuiscono la capacità di autocontrollo e quindi di difesa. L’abuso
prolungato della droga porta alla distruzione fisica e psichica. Droga, malintes a autonomia e
disordine sessuale si trovano spesso insieme. La situazione psicologica e il contesto umano di
isolamento, abbandono, ribellione in cui vivono i drogati, creano condizioni tali che portano
facilmente ad abusi sessuali.
524
105. L’intervento rieducativo, che esige una profonda trasformazione interna ed esterna
dell’individuo, è faticoso e lungo, perché deve aiutare a ricostruire la personalità e le sue relazioni
con il mondo degli uomini e dei valori. Più efficace è l’azione preventiva. Essa p rocura di evitare le
carenze affettive profonde. L’amore e la cura educano al valore, alla dignità e al rispetto della vita,
del corpo, del sesso, della salute. La comunità civile e cristiana deve saper accogliere
tempestivamente i giovani sbandati, soli, insicuri, aiutandoli ad inserirsi nello studio e nel lavoro, ad
occupare il tempo libero, offrendo loro luoghi sani di incontro, di gioia, di impegni attivi, fornendo
loro occasioni per nuove relazioni affettive e di solidarietà. In particolare lo sport al servizio
dell’uomo possiede un grande valore educativo non solo come disciplina corporale, ma anche come
occasione di sana distensione, nella quale il soggetto si esercita a rinunciare al suo egoismo e a
confrontarsi con gli altri. Solo una libertà autent ica, educata, aiutata, promossa, difende dalla ricerca
delle libertà illusorie della droga e del sesso.
CONCLUSIONE
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106. Da queste riflessioni si può concludere che nell’attuale situazione socio -culturale è urgente
dare ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani una positiva e graduale educazione affettivo -sessuale,
attenendosi alle disposizioni conciliari. Il silenzio non è una norma valida di condotta in questa
materia, soprattutto quando si pensi ai nume rosi "persuasori occulti" che usano un linguaggio
insinuante. Il loro influsso oggi è innegabile; tocca quindi ai genitori vigilare non solo per riparare ai
danni causati da interventi inopportuni e nocivi, ma soprattutto per prevenire opportunamente i pro pri
figli offrendo loro un’educazione positiva e convincente.
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107. La difesa dei diritti fondamentali del fanciullo e dell’adolescente, per lo sviluppo armonico e
completo della personalità conforme alla dignità di figlio di Dio, spetta in primo luogo ai genitori. La
maturazione personale richiede, infatti, una continuità nel processo educativo tutelato dall’amore e
dalla fiducia, propri dell’ambiente familiare.
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108. Nel compimento della sua missione la Chiesa ha il dovere e il diritto di curare l ’educazione
morale dei battezzati. L’intervento della scuola in tutta l’educazione, e particolarmente in questa
materia tanto delicata, deve essere compiuto in accordo con la famiglia. Ciò suppone negli educatori
e in coloro che intervengono per impegno esplicito o implicito, un retto criterio circa le finalità del
loro intervento e la preparazione per poter trattare questo argomento con delicatezza e in un clima di
serena fiducia.
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109. Affinché siano efficaci, l’informazione e l’educazione affettivo -sessuale devono attuarsi con
tempestiva prudenza, con espressioni adeguate e preferibilmente in forma individuale. L’esito di
questa educazione dipenderà in gran parte dalla visione umana e cristiana nella quale l’educatore
presenterà i valori della vita e dell’amore.
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110. L’educatore cristiano, sia padre o madre di famiglia, insegnante, sacerdote o chiunque abbia
responsabilità al riguardo, può, oggi soprattutto, essere tentato di demandare ad altri il compito che
esige tanta delicatezza, criterio, pazienza, coraggio e che richiede altrettanta generosità di impegno
nell’educando. È quindi necessario, prima di concludere, riaffermare che quest’aspetto dell’azione
educativa è anzitutto, per un cristiano, opera di fede e di fiducioso ricorso alla grazia: o gni aspetto
dell’educazione sessuale, infatti, si ispira alla fede e attinge da essa e dalla grazia la forza
indispensabile. La lettera di s. Paolo ai Galati inserisce il dominio di sé e la temperanza nell’ambito
di quanto lo Spirito, e lui solo, può compi ere nel credente. È Dio che dà luce, è Dio che comunica
l’energia sufficiente.
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111. La Congregazione per l’educazione cattolica si rivolge alle conferenze episcopali, affinché
promuovano l’unione dei genitori, delle comunità cristiane e degli educator i per un’azione
convergente in un settore così importante per l’avvenire dei giovani e per il bene della società. Invita
ad assumere questo impegno educativo nella fiducia reciproca e nel più grande rispetto dei diritti e
delle competenze specifiche in vista di una completa formazione cristiana.
Roma, 1 novembre 1983, festa di tutti i santi.
William card. Baum, prefetto.
Antonio M. Javierre, arcivescovo tit. di Meta, segretario.