Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale KETOPROFENE PER USO TOPICO E RISCHIO DI REAZIONI DI FOTOSENSIBILIZZAZIONE In data 05/02/2015 l’AIFA ha pubblicato una Nota Informativa Importante intesa a richiamare nuovamente l’attenzione sulle raccomandazioni da seguire se si usano medicinali a base di ketoprofene per uso cutaneo: - evitare l’esposizione diretta e prolungata alla luce solare (anche quando il cielo è velato), compreso il solarium durante il trattamento e nelle due settimane successive all’interruzione; - proteggere dal sole, tramite indumenti, le parti trattate; - lavarsi accuratamente e in maniera prolungata le mani dopo ogni uso; - sospendere immediatamente il trattamento non appena si manifestano reazioni cutanee, comprese quelle che si sviluppano a seguito dell’uso concomitante di prodotti contenenti octocrilene. Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), nel 2010 ha condotto una revisione scientifica dei dati di sicurezza e di efficacia dei medicinali contenenti ketoprofene per uso topico, a seguito di segnalazioni di reazioni avverse di fotosensibilizzazione. Il profilo beneficio/rischio di questi farmaci rimane favorevole, ma esiste un rischio di reazioni di fotoallergia, pertanto è necessaria l'implementazione di alcune misure di minimizzazione del rischio: prescrizione medica obbligatoria per tutti i medicinali contenenti ketoprofene per uso topico e modifiche al RCP, foglio illustrativo ed etichetta con apposito pittogramma 1. I casi di fotosensibilità da ketoprofene per uso topico si verificano in seguito alla fotodegradazione del ketoprofene stesso alla luce solare, anche in caso di cielo coperto. Vi è anche il rischio di co-sensibilizzazione con octocrilene. L’octocrilene è un filtro solare chimico appartenente alla famiglia dei cinnamati presente in vari prodotti cosmetici e per la cura personale quali shampoo, dopo-barba, gel doccia e bagno, creme per la pelle, rossetti, creme anti-età, detergenti per trucco, spray per capelli per ritardare la fotodegradazione. 1. AIFA, Nota Informativa Importante Febbraio 2015. www.agenziafarmaco.gov.it Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Stefano D’Anna Marzo 2015 – n.1_3 MINIMIZZARE IL RISCHIO CARDIACO NOTO DEI PRODOTTI MEDICINALI A BASE DI IDROSSIZINA Modifica L’Agenzia Europea del Farmaco RCP (European Medicine Agency, EMA) ha recentemente completato la rivalutazione dei medicinali contenenti l’antistaminico idrossizina in seguito al sospetto di un rischio di possibili effetti di questi medicinali sul ritmo cardiaco. È stato valutato che l’idrossizina è associata a un rischio basso ma definito di prolungamento dell’intervallo QT e di torsione di punta (alterazioni dell’attività elettrica cardiaca che può portare a un ritmo cardiaco anomalo e all’arresto cardiaco). Sulla base dei dati valutati, non esiste un rischio diverso a seconda delle indicazioni e il comitato raccomanda che si possa continuare a usare l’idrossizina solo se vengono intraprese misure di minimizzazione del rischio relative ai problemi di ritmo cardiaco. Queste misure includono l’utilizzo del medicinale alla minore dose efficace per il più breve tempo possibile. L’utilizzo negli anziani non è raccomandato. La dose massima giornaliera non deve superare i 100 mg negli adulti (50 mg negli anziani se l’uso non può essere evitato) e i 2 mg/kg di peso corporeo nei bambini di peso superiore ai 40 kg. Si deve evitare l’utilizzo nei pazienti che presentano già fattori di rischio per disturbi del ritmo cardiaco o che stanno assumendo altri medicinali che aumentano il rischio di prolungamento del QT. È inoltre necessario prestare attenzione ai pazienti che assumono medicinali che rallentano il ritmo cardiaco o riducono il livello di potassio nel sangue, poiché anche queste condizioni aumentano il rischio di problemi del ritmo cardiaco. L’EMA ha confermato quanto noto relativamente al prolungamento dell’intervallo QT e alla torsione di punta con l’idrossizina e ha notato che tali eventi si verificano più probabilmente in pazienti che hanno fattori di rischio. Il rischio può quindi essere ridotto dalla limitazione dell’utilizzo dell’idrossizina nei soggetti a più elevato rischio di problemi del ritmo cardiaco e riducendo l’esposizione al farmaco 1. 1. EMA, PRAC recommends new measures to minimise known heart risks of hydroxyzine-ontaining medicines. http://www.ema.europa.eu Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale GRAVI REAZIONI DI IPERSENSIBILITA’ Ambroxol e Bromexina Espettoranti Modifica RCP Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC) ha concluso la rivalutazione dei medicinali contenenti ambroxol o bromexina. Questo a seguito di preoccupazioni per il rischio di reazioni allergiche con questi farmaci, che sono ampiamente usati come espettoranti (per aiutare a rimuovere il muco dalle vie respiratorie). Il PRAC ritiene che il rischio di reazioni allergiche sia basso, ma ha raccomandato che le informazioni di sicurezza di questi medicinali siano aggiornate con ulteriori informazioni sulle reazioni allergiche gravi, e che le reazioni cutanee gravi (SCARs) devono essere aggiunte come effetti indesiderati. Le SCARs includono reazioni quali eritema multiforme e sindrome di StevensJohnson 1. 1. EMA, PRAC considers risk of severe allergic reactions with ambroxol- and bromhexine-containing medicines to be small. http://www.ema.europa.eu DISORDINI DELLO SVILUPPO E/O MALFORMAZIONI CONGENITE Medicinali correlati al Valproato Antimaniacali, Antiepilettici Modifica RCP L’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Agenzia Europea dei Medicinali comunicano nuove importanti informazioni e rafforzano le avvertenze relative alla sicurezza dei medicinali correlati al valproato (sodio valproato, magnesio valproato, acido valproico, semisodio valproato e valpromide), a seguito del completamento di una revisione a livello europeo. Il valproato e le sostanze ad esso correlate sono state utilizzate in EU sin dagli anni 60 per il trattamento dell’epilessia e del disturbo bipolare. Alcuni farmaci contenenti valproato sono inoltre autorizzati in alcuni Stati Membri per la prevenzione dell’emicrania 2. I bambini esposti al valproato in utero sono ad alto rischio di gravi disordini dello sviluppo (che si verificano in circa il 30-40% dei casi) e/o di malformazioni congenite (in circa il 10% dei casi). Il valproato non deve essere prescritto alle bambine, alle adolescenti, alle donne in età fertile o in gravidanza, a meno che altri trattamenti abbiano Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Stefano D’Anna Marzo 2015 – n.1_3 dimostrato di essere inefficaci o non siano tollerati. Il trattamento con valproato deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nella gestione dell’epilessia o dei disturbi bipolari. È necessario valutare attentamente i benefici del trattamento con valproato rispetto ai possibili rischi, quando si prescrive il valproato per la prima volta, durante i controlli di routine del trattamento, quando le bambine raggiungono l’età della pubertà e quando le donne pianificano una gravidanza 1. È necessario inoltre garantire che tutte le pazienti siano informate e abbiano compreso i rischi associati all’uso del valproato in gravidanza, la necessità di adottare un metodo contraccettivo efficace, la necessità di un controllo regolare del trattamento e di una consulenza immediata in caso di pianificazione di una gravidanza o in caso di gravidanza. 1. AIFA, Nota Informativa Importante Dicembre 2014. www.agenziafarmaco.gov.it 2. EMA, PRAC recommends strengthening the restrictions on the use of valproate in women and girls. http://www.ema.europa.eu RISCHI DI IPOGAMMAGLOBULINEMIA E BRONCHIECTASIE Medicinali correlati ad Acido Micofenolico e Micofenolato Mofetile Immunosoppressivi Modifica RCP Micofenolato mofetile è un pro-farmaco che è completamente convertito nella forma farmacologica attiva ,l’acido micofenolico (MPA), che possiede un potente effetto citostatico su entrambi i linfociti B e T 1. E’ utilizzato in associazione con altri immunosoppressori per la profilassi del rigetto di trapianto renale, cardiaco o epatico. Una revisione, tenuta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC), dei casi segnalati e degli studi pubblicati ha mostrato che il micofenolato mofetile in combinazione con altri immunosoppressori, prevalentemente ciclosporina e prednisolone, può provocare ipogammaglobulinemia e bronchi ectasie 2. Dal momento che l’MPA è la forma farmacologica attiva del micofenolato mofetile, questi rischi riguardano tutti i prodotti che contengono MPA come principio attivo. L’AIFA raccomanda 1 la misurazione delle immunoglobuline sieriche per quei pazienti che sviluppano infezioni ricorrenti. In caso di Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale ipogammaglobulinemia prolungata clinicamente rilevante, deve essere presa in considerazione una azione clinica appropriata. In alcuni dei casi segnalati, il passaggio da micofenolato mofetile a un altro immunosoppressore ha comportato il ritorno a valori normali dei livelli di IgG sieriche. Per il rischio bronchiectasie si raccomanda di studiare tempestivamente i pazienti che sviluppino sintomi polmonari persistenti, quali tosse e dispnea. In alcuni dei casi confermati di bronchiectasie, il passaggio da micofenolato mofetile a un altro immunosoppressore ha comportato un miglioramento dei sintomi respiratori. 1. AIFA, Nota Informativa Importante, Dicembre 2014. www.agenziafarmaco.gov.it 2. EMA, Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC), 6 Febbraio 2014 NUOVA CONTROINDICAZIONE E RACCOMANDAZIONI PER MINIMIZZARE IL RISCHIO DI EVENTI CARDIOVASCOLARI E BRADICARDIA SEVERA Procoralan/Corlentor (ivabradina cloridrato) Antianginosi Modifica Corlentor e Procoralan sono RCP medicinali identici che contengono il principio attivo ivabradina. Corlentor/Procoralan è usato per trattare i sintomi di angina stabile a lungo termine in adulti con malattia coronarica, che hanno un ritmo cardiaco normale. Corlentor/Procoralan viene utilizzato anche nei pazienti con insufficienza cardiaca a lungo termine che hanno un ritmo cardiaco normale, ma la cui frequenza cardiaca è di almeno 75 battiti al minuto. La ditta titolare di AIC, in accordo con AIFA ed EMA, ha emesso nuove raccomandazioni sull’utilizzo di ivabradina al fine di minimizzare il rischio di eventi cardiovascolari e bradicardia severa. Di seguito le nuove raccomandazioni: - Il trattamento con il farmaco nei pazienti con angina cronica deve essere iniziato solo se la frequenza cardiaca a riposo è superiore o uguale a 70 bpm. - Ivabradina deve essere interrotta se i sintomi dell’angina non migliorano entro 3 mesi. - L'uso concomitante di ivabradina con verapamile o diltiazem è adesso controindicato. - Prima di iniziare il trattamento o quando si considera una titolazione della dose, la frequenza cardiaca deve essere monitorata frequentemente, includendo misurazioni ripetute della frequenza cardiaca , un ECG o un monitoraggio nelle 24 ore. Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Stefano D’Anna Marzo 2015 – n.1_3 - Il rischio di sviluppare fibrillazione atriale è più alto nei pazienti trattati con ivabradina. Si raccomanda un regolare monitoraggio clinico per l'insorgenza di fibrillazione atriale. Se durante il trattamento compare fibrillazione atriale, il bilancio tra i benefici e i rischi del proseguimento del trattamento con ivabradina deve essere attentamente riconsiderato 1. In aggiunta a tali raccomandazioni, verranno riportate ulteriori informazioni inerenti l’utilizzo di ivabradina esclusivamente per l’angina pectoris in quanto ivabradina non ha mostrato benefici sugli esiti cardiovascolari nei pazienti con angina sintomatica. Le raccomandazioni sopra descritte sono risultate dallo studio SIGNIFY. In conclusione, si ricorda ai medici quanto segue: - Nel trattamento sintomatico dei pazienti con angina, ivabradina è indicata negli adulti che sono intolleranti o che hanno una contro-indicazione all'uso di betabloccanti, o in associazione ai beta-bloccanti nei pazienti non adeguatamente controllati con una dose ottimale di betabloccante. - La dose iniziale di ivabradina non deve superare 5 mg due volte al giorno. - Se il paziente è ancora sintomatico dopo tre o quattro settimane di trattamento, la dose può essere aumentata a 7,5 mg due volte al giorno se la dose iniziale è ben tollerata e se la frequenza cardiaca a riposo rimane a 60 bpm. L'effetto dell'aumento della dose sulla frequenza cardiaca deve essere attentamente monitorato. - La dose di mantenimento di ivabradina non deve superare 7,5 mg due volte al giorno. - Se durante il trattamento, la frequenza cardiaca a riposo si riduce al di sotto dei 50 bpm oppure se il paziente riferisce sintomi collegati a bradicardia, la dose deve essere ridotta, considerando anche la dose più bassa di 2,5 mg due volte al giorno. Dopo la riduzione della dose, la frequenza cardiaca deve essere monitorata. Il trattamento deve essere interrotto se la frequenza cardiaca si mantiene sotto i 50 bpm oppure se persistono i sintomi di bradicardia nonostante la riduzione della dose. 1. AIFA, Nota Informativa Importante, Dicembre 2014. www.agenziafarmaco.gov.it