AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno III – numero 53 – 1 febbraio 2005
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01. CELLULE RESE RICONOSCIBILI GRAZIE AI FARMACI
02. FARMACI CONTRO LA LEUCEMIA CRONICA RESISTENTE A GLEEVEC
03. PROSTATA, LA DIAGNOSI CON TEST DEL PSA NON E’ ACCURATA SU OBESI
04. NON ESISTE PERSONALITA' PREDISPOSTA A CANCRO
News
05. VERONESI, STAMINALI DEL CANCRO NE SPIEGANO LA DIFFUSIONE
06. SENO, I SEI PROGRESSI NEGLI ULTIMI 30 ANNI
07. CINQUE STUDI FINANZIATI DALL’AIRC PUBBLICATI IN UN SOLO MESE
08. OVAIO, CHIRURGIA SALVAVITA DIVENTA PIÙ DOLCE
09. MANDELLI, IN ITALIA IMPOSSIBILI SPERIMENTAZIONI 'LIBERE'
10. VICENZA PRIMA IN EUROPA CON NUOVA CURA PER FEGATO E PANCREAS
11. DAL SALICE PIANGENTE 'OGM' NUOVE TERAPIE ANTI-CANCRO
Concorsi e Bandi
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom
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01. CELLULE RESE RICONOSCIBILI GRAZIE AI FARMACI
Modificare, con particolari farmaci, il Dna delle cellule neoplastiche, per renderle maggiormente
riconoscibili dal sistema immunitario del paziente, permettendo così all'organismo di difendersi meglio dal
tumore. La terapia è stata messa a punto da un gruppo di ricerca coordinato dal dottor Michele Maio,
direttore dell'Immunoterapia Oncologica del policlinico di Siena Santa Maria alle Scotte, in collaborazione
con il CRO di Aviano e l'ospedale San Raffaele di Milano e grazie anche ai finanziamenti dell'AIRC, della
Fondazione Buzzi e della Fondazione Compagnia San Paolo di Torino. “E’ un passo importante - spiega
Maio - verso l'applicazione futura di una nuova categoria di farmaci, trasferendo così dal laboratorio alla
clinica nuove possibilità terapeutiche. L'innovazione in oncologia è possibile solo grazie alla ricerca”. Lo
studio, già pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Cancer Research, è strutturato in quattro
punti fondamentali. “In una prima fase - illustra Maio - abbiamo clonato il tumore da un paziente con
metastasi da melanoma. Dopo aver realizzato colture cellulari a partire da singole cellule tumorali
abbiamo evidenziato in queste colture una eterogeneità di espressione di particolari molecole (antigeni
tumorali) che sono in grado di evocare una risposta immunitaria e che sono il bersaglio terapeutico di
alcuni vaccini anti-tumorali attualmente in sperimentazione clinica”. E' stato dimostrato quindi che
all'interno del tumore esistono differenti tipi cellulari che possono ridurre l' efficacia terapeutica di alcuni
vaccini anti-cancro. “In una seconda fase perciò abbiamo identificato il meccanismo molecolare, a livello di
Dna, responsabile di questa eterogeneità”. Sono stati quindi utilizzati dei farmaci ad hoc, detti agenti
ipometilanti il DNA, che hanno la proprietà di modificare queste specifiche caratteristiche biologiche del
tumore rendendo 'governabili' da parte del sistema immunitario tutte le cellule tumorali presenti
all'interno di una lesione neoplastica. “In questa terza fase - aggiunge Maio - abbiamo dimostrato che è
possibile trasformare l’eterogeneità del tumore, rendendo le cellule tumorali tutte uguali per la presenza
degli antigeni tumorali che sono il bersaglio della vaccinoterapia”. A questo punto, dopo aver modificato
con i farmaci le caratteristiche biologiche delle cellule tumorali, è stato dimostrato che esse diventano
egualmente suscettibili al controllo da parte del sistema immunitario del paziente che, riconoscendole, può
aggredire più efficacemente il tumore, migliorando quindi l'efficacia terapeutica dei vaccini.
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02. FARMACI CONTRO LA LEUCEMIA CRONICA RESISTENTE A GLEEVEC
Un nuovo composto promette di curare tutti i casi resistenti al Gleevec, il primo rivoluzionario farmaco che
ha permesso il trattamento di questo tumore. Si chiama 'ON012380' e i ricercatori che lo hanno prodotto
alla Temple University School of Medicine sono intenzionati a chiedere alla Food and Drug Administration
(FDA) l'autorizzazione per le sperimentazioni cliniche. Secondo quanto riferito sulla rivista dell'Accademia
Americana delle Scienze 'PNAS', la molecola è attiva contro tutti i casi di resistenza al Gleevec e riaccende
le speranze di curare il 100% dei pazienti con leucemia mieloide cronica (LMC). Come è noto il bersaglio
del Gleevec è il prodotto del gene malato sul cromosoma Philadelphia, la proteina 'BCR-ABL'. Il Gleevec
intrappola BCR-ABL e blocca il cancro. Tuttavia nella maggior parte di pazienti sottoposti a trattamento
con Gleevec per alcuni anni la BCR-ABL si modifica e il Gleevec non la riconosce più o non è più in grado
di intrappolarla. Le modifiche di BCR-ABL dipendono da mutazioni che avvengono a livello del gene e
possono essere di vario tipo. Da quando hanno cominciato a registrare casi di pazienti che non
rispondevano più al Gleevec, gli oncologi hanno puntato a trovare nuovi farmaci mirati tenendo conto
delle mutazioni trovate a carico del gene BCR-ABL. Da questi esperimenti sono nati principi farmacologici
in grado di trattare almeno qualche caso di Gleevec-resistenza. Ma l'equipe di Reddy ha voluto tentare
una impresa più ampia cercando un nuovo farmaco che risolvesse da solo il 100% dei casi di Gleevecresistenza. Con questo intento Reddy ha studiato a fondo la BCR-ABL individuando la sua parte più
preziosa, quella essenziale per innescare il cancro e quindi immutabile. Intrappolare BCR-ABL con una
molecola che legasse in modo specifico la porzione proteica immutabile, aveva previsto Reddy, sarebbe
stato l'unico modo di bloccare tutti i casi di cancro. Così gli scienziati sono arrivati a ON012380, che ha
dato finora ottimi risultati in vitro e su animali. La risposta del paziente a ON012380 non dovrebbe mutare
come successo per il Gleevec perché il farmaco sperimentale attacca la BCR-ABL nel suo punto più debole,
in una porzione che deve rimanere uguale a se stessa sempre per permettere a BCR-ABL di funzionare.
Quindi la ON012380 potrebbe essere somministrata insieme al Gleevec, ha dichiarato Reddy, in un’azione
sinergica tra i due farmaci.”E quando i pazienti diventano resistenti al Gleevec - ha concluso - il nostro
farmaco continuerà da solo ad uccidere tutte le cellule tumorali”.
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03. PROSTATA, LA DIAGNOSI CON TEST DEL PSA NON E’ ACCURATA SU OBESI
Il sovrappeso potrebbe nascondere la presenza del cancro alla prostata in un uomo che si sottoponga al
test diagnostico di routine, quello dell'antigene prostatico 'PSA'. Il test potrebbe essere infatti meno
accurato se ci sono dei chili di troppo, ha spiegato Jacques Baillargeon, dell'Università del Texas a San
Antonio sulla rivista Cancer, poiché i livelli di antigene sono più bassi della media in tutti gli individui in
sovrappeso. Lo studio statunitense, condotto su 2799 uomini sani ma in sovrappeso, ha dimostrato che le
concentrazioni di PSA in questi individui sono sempre più basse di quelle in uomini in peso forma. Quindi,
dicono gli esperti, ci si aspetta che negli obesi il livello di PSA possa essere più basso anche in presenza
del tumore, dando un falso negativo come risultato del test. Secondo i ricercatori dunque si devono
riscrivere le tabelle dei valori di PSA cui i medici fanno riferimento per interpretare i risultati del test e
stabilire soglie di allarme più basse per individui con chili di troppo.
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04. NON ESISTE PERSONALITA' PREDISPOSTA A CANCRO
Sfatata una diffusa credenza medico-psicologica: non esisterebbe affatto - secondo un nuovo studio
europeo - un prototipo di personalità in grado di per sé di rendere una persona più suscettibile allo
sviluppo dei tumori. Dati alla mano, dopo aver analizzato ben 30mila gemelli svedesi per oltre 25 anni, gli
scienziati non hanno individuato alcun tratto delle personalità capace di influenzare una marcata
propensione al cancro. Pubblicato sulla rivista specializzata Usa 'Cancer', il rapporto dell'Istituto di
epidemiologia dei tumori di Copenaghen precisa: “Non abbiamo individuato alcuna associazione tra
caratteristiche personali quali il livello di nevrosi e i rischi di manifestare tumori”. Allo steso modo, per la
ricerca, un atteggiamento ottimista e positivo nella vita non avrebbe effetti su di una minore
predisposizione al cancro. Le personalità più nevrotiche e agitate non avrebbero evidenziato nemmeno
una più alta propensione a comportamenti a rischio quali il vizio del fumo. La genetica insomma sembra
giocare la parte più importante.
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05. VERONESI, STAMINALI DEL CANCRO NE SPIEGANO LA DIFFUSIONE
Nel tumore potrebbero esistere cellule staminali neoplastiche che hanno la capacità di far attecchire altre
cellule tumorali e facilitare così l’insorgenza di metastasi. La loro presenza spiegherebbe perché solo
alcuni tumori del seno invadono i linfonodi o si ripresentano dopo le cure chemioterapiche; e questo
proprio grazie a un gruppo di cellule “bambine” del cancro. E' l'ipotesi di ricerca sulla quale sta lavorando
l'oncologo Umberto Veronesi che l'ha illustrata al convegno internazionale di St. Gallen in Svizzera,
dedicato ai tumori del seno. “Nel sistema tumorale - ha spiegato Veronesi - si ripete ciò che avviene
nell'organismo normale: c'è un piccolo numero di cellule che comanda e produce le altre. Ovviamente
queste cellule che chiamiamo staminali-tumorali non hanno nulla a che vedere con le staminali che danno
vita a tutti i tipi di cellule dei tessuti”. Veronesi ha citato alcune recenti ricerche del Michigan Medical
School di Ann Arbor negli Stati Uniti nelle quali gli studiosi hanno innestato cellule tumorali umane del
seno in topi immunodepressi. Solo una piccola percentuale di impianti cresceva e gli studiosi hanno
identificato un tipo di cellule sensibili (Cd44-Cd24) senza le quali il tumore non attecchiva e non si
diffondeva. “Pensiamo che siano cellule staminali-tumorali - ha spiegato Veronesi - che producono altre
cellule e che possono essere più resistenti ai farmaci. Dobbiamo dunque essere in grado di identificarle
con marcatori molecolari - ha aggiunto l'oncologo che ha ricevuto il premio St. Gallen - e sapere se sono
presenti nel tumore. Oggi sappiamo che alcune donne con tumore hanno cellule neoplastiche nel midollo
osseo, ma hanno una bassa possibilità di produrre metastasi; così molte cellule disseminate non
appartengono al piccolo gruppo di staminali cancerose ma se lo sono producono metastasi”. Potrebbe
essere questa la spiegazione di alcuni interrogativi che emergono da alcuni studi presentati dal professor
Veronesi: su 435 donne operate con chirurgia conservativa e seguite per sette anni, le metastasi
linfonodali attese erano 53 mentre quelle osservate solo 4. L'ipotesi è proprio questa: che il tumore
primario contiene cellule staminali cancerose e se queste raggiungono i linfonodi si diffonde la neoplasia
altrimenti no. “La loro presenza - ha concluso Veronesi - potrebbe infine spiegare perché cure
chemioterapiche possono avere ottimi risultati di efficacia ma non produrre la completa eradicazione della
malattia”.
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06. SENO, I SEI PROGRESSI NEGLI ULTIMI 30 ANNI
In Italia sono trentamila (in Europa 200 mila) le donne che vengono colpite ogni anno da un tumore al
seno, ma le possibilità di diagnosi precoce e di cure sempre più mirate sono cresciute progressivamente
negli ultimi trent'anni, tanto che con un tumore alla mammella si vive di più e si muore di meno. A
scandire le tappe concettuali dei principali progressi compiuti in questo periodo e che hanno dato vita a
trattamenti innovativi che hanno cambiato il comportamento clinico nei confronti di migliaia di donne, è
stato l'oncologo Umberto Veronesi al quale è stata affidata la lezione di apertura del convegno
internazione di St. Gallen dedicato al tumore al seno. Il primo cambiamento ha avuto come obiettivo la
riduzione delle terapie; un processo lungo e difficile che ha incontrato molti ostacoli, perché si è passati
dal concetto del massimo trattamento tollerabile alla cura efficace-minimale. In altre parole, per la
chirurgia si è passati da interventi demolitivi (asportazione di tutto il seno) ad una chirurgia conservativa.
“Quando proposi di intraprendere uno studio che paragonasse i due metodi - ricorda Veronesi - fui
considerato un eretico, ma dopo trent'anni la dimostrazione dell'efficacia della chirurgia minima è
arrivata”. Una seconda conquista è stato il superamento della dissezione e dell’asportazione dei linfonodi
ascellari. Con la tecnica del cosiddetto linfonodo sentinella è stato possibile risparmiare interventi inutili.
L'efficacia del metodo è molto alta grazie anche alla sua semplicità di esecuzione e al basso costo e i falsi
negativi sono molto pochi. Altro progresso è stato raggiunto nel campo della radioterapia: anche qui è
prevalso il principio dell'efficacia del trattamento mirato. L'irradiazione di tutta la mammella è divenuta
inutile mentre è prevalsa la tecnica della radioterapia intraoperatoria mirata. Subito dopo l'intervento
chirurgico di asportazione del tumore, nella stessa sala operatoria, grazie ad apparecchi mobili e flessibili,
si può praticare una sola dose massiccia di radioterapia in appena dieci minuti; si evitano così sedute di
diverse settimane. Più di mille casi seguiti con questa tecnica all'Istituto Europeo di Oncologia, ha
ricordato l'oncologo milanese, possono dare nuove prospettive di cura. “Purtroppo - ha sottolineato - i
centri di radioterapia sono ancora pochi e molte donne che vivono in piccoli paesi pur di non spostarsi
continuamente chiedono interventi chirurgici demolitivi che potrebbero essere evitati”. La quarta tappa
riguarda i farmaci: erano aspecifici e bloccavano la proliferazione del tumore; oggi sono sempre più diretti
verso obiettivi molecolari. L'esempio tipico di questo cambiamento sono gli anticorpi monoclonali,
pallottole biologiche dirette contro recettori specifici del tumore. Il quinto progresso riguarda sempre i
medicinali: da molecole che sparavano nel mucchio contro tutti i tipi di cellule si arriverà a colpire le
cellule staminali dei tumori, una minoranza di cellule che ha la capacità di dar vita alla diffusione a
distanza della malattia. Sesto passo avanti è la valutazione biologica e biomolecolare dei tumori. Le nuove
classificazioni tengono conto non più di descrizioni anatomiche ma di nuovi determinanti che ci fanno
meglio comprendere il complesso meccanismo tumorale. “Siamo al centro di una rivoluzione concettuale
nella comprensione dei tumori - ha concluso Veronesi - che influenzerà profondamente la diagnosi e la
terapia del prossimo futuro e che aiuterà milioni di donne”.
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07. CINQUE STUDI FINANZIATI DALL’AIRC PUBBLICATI IN UN SOLO MESE
“E' un momento magico, la ricerca scientifica vola e continuano ad essere pubblicati studi con risultati
vicinissimi a nuove cure”: è Maria Ines Colnaghi, direttore scientifico dell'AIRC, a parlare con entusiasmo
delle ultime 5 ricerche scientifiche finanziate dall'AIRC e arrivate nell'ultimo mese su tre riviste scientifiche
internazionali. Colnaghi ha sottolineato che i risvolti pratici di queste ricerche porteranno in tempi brevi a
una maggiore capacità diagnostica e a una nuova generazione di farmaci per la cura dei tumori. Due di
questi lavori, provenienti dai gruppi guidati dal professor Pelicci dell'Istituto Europeo di Oncologia di
Milano e dai prof. Altucci e Weisz della Seconda Università di Napoli, porteranno allo sviluppo di una nuova
classe di farmaci capace di innescare un meccanismo di autodistruzione nelle cellule leucemiche, senza
provocare danni alle cellule sane. Sarà quindi possibile migliorare la possibilità di cura di due diverse
forme di leucemia con scarso margine di guaribilità. Un esempio concreto, quindi, di farmaci intelligenti
già vicinissimi al letto del paziente. Un terzo lavoro, che fa capo al gruppo del prof. Colombatti del Centro
di Riferimento Oncologico di Aviano, riporta la scoperta di un nuovo meccanismo alla base della
formazione delle metastasi, aprendo straordinarie opportunità terapeutiche. Gli ultimi due articoli, che
escono da IFOM - l'Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano - e portano la firma dei prof. Di Fiore e
Scita, descrivono una nuova famiglia di proteine che potrebbe rivelarsi fondamentale per il controllo della
crescita e della motilità delle cellule tumorali.
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08. OVAIO, CHIRURGIA SALVAVITA DIVENTA PIÙ DOLCE
Sta diventando sempre più dolce e meno invasiva la chirurgia salvavita per combattere uno dei principali
tumori-killer delle donne, quello dell'ovaio. Gli interventi radicali nei confronti del tumore, i soli in grado di
aumentare la sopravvivenza, diventano sempre meno invasivi e sempre di più si punta a conservare la
fertilità. E' quanto è emerso a Roma, nel congresso della Società Italiana di Oncologia Ginecologica
(SIOG). “Il tumore dell'ovaio è attualmente la terza causa di morte per tumore nelle donne”, ha detto il
presidente della SIOG, Pierluigi Benedetti Panici, dell'Università di Roma La Sapienza. Basti pensare che in
Italia questa forma di tumore colpisce ogni anno 4.500 donne (soprattutto fra 55 e 65 anni) e ne uccide
3.000. Un problema tanto più grave considerando che “la prevenzione è limitata” e che la maggior parte
di questi tumori, circa il 70%, viene diagnosticata quando sono ormai ad uno stadio avanzato, ha aggiunto
Benedetti Panici. Chirurgia e chemioterapia sono oggi le armi più efficaci, ma si stanno facendo sempre
più strada nuove tecniche sempre meno invasive e tecniche per la conservazione della fertilità, hanno
detto Francesco Raspagliesi, dell'Istituto Tumori di Milano e prossimo presidente SIOG, e Massimo
Franchi, dell'Università di Verona. CHIRURGIA SALVAVITA: l'ha definita così, dati alla mano, uno studio in
via di pubblicazione sul Journal of the National Cancer Institute, e un altro studio su 6.800 pazienti ha
calcolato che ogni aumento del 10% di asportazione ottimale del tumore si associa a un aumento della
sopravvivenza del 5,5%. INTERVENTI MENO INVASIVI: la laparoscopia offre i vantaggi di ridurre i tempi
del ricovero (4 giorni, contro i due mesi del passato) e il dolore post-operatorio, e permette inoltre di
asportare anche solo un campione di tessuto, di analizzarlo e quindi di pianificare al meglio l'intervento
radicale (una scelta che in passato doveva essere fatta immediatamente, durante l'intervento). TECNICHE
SALVA-FERTILITÀ: la principale è il congelamento del tessuto ovarico. Consiste nel prelevare il tessuto
delle ovaie prima che la donna cominci la chemioterapia (che comprometterebbe la fertilità), conservarlo a
temperature bassissime e nel reimpiantarlo a conclusione della terapia. Ai centri già attivi in Italia in
questo campo, come Palermo, Milano e Bologna, si aggiunge adesso quello dell'Università di Roma La
Sapienza. “Il centro della Sapienza è già in grado di partire”, ha detto Benedetti Panici. E' una tecnica
promettente ma ancora pionieristica, che finora nel mondo ha permesso di ottenere una sola gravidanza.
DALLA RICERCA CURE SU MISURA: è la nuova tendenza, ufficializzata oggi con la nascita del Gruppo di
Oncologia Ginecologica (GOG) in collaborazione con SIOG e Istituto Superiore di Sanità. Obiettivo del
Gruppo è promuovere la ricerca clinica e fornire sostegno sia economico sia in termini di competenze. Nel
frattempo è già partito lo studio, condotto da SIOG e ISS, che si propone di valutare, attraverso test su
campioni di tessuto tumorale raccolti da una rete di centri (a Milano, Roma, Palermo, Napoli e Verona), la
risposta del tumore ai farmaci.
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09. MANDELLI, IN ITALIA IMPOSSIBILI SPERIMENTAZIONI 'LIBERE'
Impossibili in Italia ricerche cliniche indipendenti sui farmaci. Gli studi, infatti, sono quasi tutti
sponsorizzati dall'industria e il ricercatore interessato ad approfondire aspetti 'alternativi' della molecola,
diversi dagli obiettivi dell'azienda, non trova i fondi necessari per portare avanti il suo lavoro. A
denunciarlo è Franco Mandelli, coordinatore del Dipartimento di Biotecnologie cellulari ed ematologia
dell'Università La Sapienza di Roma, intervenuto giovedì scorso alla presentazione dell'indagine CensisForum per la ricerca Biomedica su 'I medici e l'innovazione farmacologia'. “La sperimentazione
indipendente sui farmaci, quella 'inventata' dal medico - spiega Mandelli - non ha spazio. Non ci sono
fondi per questo tipo di attività e il camice bianco che ha un'intuizione per l'utilizzo differente di un
farmaco deve solo sperare di trovare nell'azienda produttrice un interesse verso la ricerca proposta”. Per
Mandelli è necessaria “una maggiore attenzione per questo tipo di studi”. È “difficile - ha detto l'ematologo
- sperimentare bene un nuovo farmaco, scoprirne tutte le potenzialità: non bastano le indicazioni dei
laboratori dell'industria. Ci vuole anche la testa dei medici, una classe di professionisti preparati ma anche
sostenuti”. Un'attenzione che, secondo il farmacologo Mario Del Tacca dell'Università di Pisa, oggi le
istituzioni italiane hanno. “La ricerca indipendente - ha ricordato Del Tacca - è al centro di un recente
decreto dell'Agenzia italiana del farmaco, sui 'protocolli per la ricerca spontanea' . Un provvedimento che
ha l'obiettivo di finanziare e sostenere proprio questo tipo di ricerca”.
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10. VICENZA PRIMA IN EUROPA CON NUOVA CURA PER FEGATO E PANCREAS
Debutta per la prima volta in Europa all'ospedale San Bortolo di Vicenza una nuova cura contro i tumori al
fegato e al pancreas in fase avanzata o metastatica: una tecnica fino ad oggi disponibile solo negli Usa e
battezzata 'Synchrony-Cyber Knife', che perfeziona l'attività del robot radiochirurgo Cyber Knife (usato
finora contro le neoplasie cerebrali e spinali), garantendo al bisturi cibernetico movimenti molto più precisi
perché sincronizzati al respiro del paziente. Si tratta di un grande passo avanti nella lotta a due malattie
'killer' - hanno sottolineato a Vicenza i medici del San Bortolo annunciando l'avvio del protocollo di
sperimentazione, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan - Nel nostro Paese,
infatti, le due neoplasie fanno registrare 20 nuovi casi l'anno ogni 100 mila abitanti. In particolare, il
cancro al fegato è operabile solo nel 30% dei casi, con percentuali di sopravvivenza a cinque anni
dall'intervento comprese tra il 15% e il 49%, mentre per i pazienti con cancro al pancreas l'aspettativa di
vita è ancora inferiore, limitata a 12 mesi nei casi non operabili. Solo in Veneto il 5% dei 24 mila tumori
diagnosticati ogni anno riguarda il fegato e il 3% il pancreas. E su un totale di 13 mila morti l'anno per
cancro, il 7% è legato al tumore del fegato e il 5% a quello del pancreas.
Un paio d'anni fa l'ospedale San Bortolo è stato il primo in Europa ad avere Cyber Knife - ricorda una nota
dell'azienda vicentina - e ora è il primo ad adottare il protocollo Synchrony-Cyber Knife. Coordinatore del
progetto di sperimentazione è il dottor Giovanni Ambrosino, primario della Divisione di Chirurgia I a
indirizzo epato-biliopancreatico. Il dispositivo Synchrony permette il trattamento accurato di tumori
localizzati in organi che si muovono a causa della respirazione. In sostanza, il bisturi Cyber Knife viene
messo in condizione di operare sincronizzando il suo movimento con il respiro del paziente. In questo
modo riesce ad asportare i noduli neoplastici evitando gli interventi chirurgici tradizionali o i loro
perfezionamenti. La metodica consente di colpire i tessuti malati senza danneggiare quelli sani, elimina
dolore, farmaci e chemioterapia e non prevede né degenza né convalescenza.
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11. DAL SALICE PIANGENTE 'OGM' NUOVE TERAPIE ANTI-CANCRO
Dal salice piangente geneticamente modificato potrebbero arrivare nuove terapie contro il cancro. Dalla
pianta Ogm si potrà infatti ricavare una sostanza capace di trasportare in modo veloce e mirato vari
farmaci anti-tumore. Ne sono convinti i biogenetisti dell'Hebrew University di Gerusalemme, che nel
bollettino dell'ateneo hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche. Il principio attivo candidato a
'veicolare' le cure anti-cancro è il taxolo. Ma “la nostra ricerca - spiega Jerome de Badalint, coordinatore
del progetto - tende a moltiplicare l'effetto mirato del taxolo associato ad altri farmaci oncosoppressori. La
molecola di taxolo, infatti, si presta a essere fortemente micronizzata. E con un processo innovativo siamo
riusciti ad aumentare le sue capacità di trasporto di altri medicamenti, a beneficio dell'efficacia delle
terapie anti-cancro”
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Concorsi e bandi
PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA GESTIONE
DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE
Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia di età non
superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese.
I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno.
Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema di
miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia neuroendocrina.
I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in
Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca, Prof.
G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda.
Scadenza 30 giugno 2005
Scarica il Bando
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MANAGEMENT IN ONCOLOGIA
Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in Oncologia
dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come insegnamento “Il
Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in Italia - è rendere più completa la
formazione degli specializzandi integrandola con elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove
terapie biologiche fortemente impegnative anche sul versante economico.
Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected]
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AGENDA: I PROSSIMI APPUNTAMENTI AIOM
II CONGRESSO NAZIONALE: LE NUOVE FRONTIERE DELL’ONCOLOGIA
Strategie per una migliore qualità di vita
Valderice (TP), 11-12 Febbraio – Contro Congressi “Villa Betania”
Informazioni e programma http://www.diocesi.trapani.it
IL CARCINOMA DELLA PROSTATA
Genova, 18-19 Febbraio 2005 – Salone Congresso Ente Ospedaliero Ospedale Galliera – Via Volta, 8
Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – Tel. 02.43359611 – [email protected]
Info: Alessandra Vagge (E.O. Ospedali Galliera) – Tel. 010.5634863 – [email protected]
FOCUS SUL CARCINOMA MAMMARIO
Dalle evidenze negli stadi avanzati e precoci, alla personalizzazione del trattamento
Messina, 19 febbraio 2005 - Teatro Vittorio Emanuele - Via Garibaldi, 114
Coordinazione Scientifica: Prof. Vincenzo Adamo
Segreteria Organizzativa: Lisciotto Congressi - Tel. 090.2982262 – Fax. 090.2929890
E-mail: [email protected]
Per scaricare il programma e la scheda di iscrizione clicca qui
3RD INTERNATIONAL CONFERENCE
FUTURE TRENDS IN THE TREATMENT OF BRAIN TUMORS
Padova, 11-12 Marzo 2005 - Aula Morgagni , Policlinico Via Giustiniani, 2
Chairperson: Alba A. Brandes, GICNO - Gruppo Italiano Cooperativo Neuro-oncologia
Segreteria organizzativa: Studio E. R. Congressi: 051.4210559 [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
X CONFERENZA AIOM: IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA
Genova, 17-19 aprile 2005 - Cotone Centro Congressi
Presidenti:Riccardo Rosso, Marco Venturini
Segreteria Scientifica: Aiom – Tel. 02.70630279 - [email protected]
Segreteria Organizzativa: E.R. Congressi – Tel. 051.4210559 [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
8° Corso Nazionale di Formazione al Management e alla Comunicazione per il Team oncologico
ASSOCIAZIONE PER IL MANAGEMENT E LA QUALITÀ NELLE ORGANIZZAZIONI PER LA SALUTE
ROMA – Hotel Villa Torlonia (28/29/30 aprile - 26/27/28 maggio - 30 giugno/1/2/luglio)
Direttore del corso Dr. Salvatore Palazzo (Cosenza) e Prof. Ercole De Masi (Roma)
Info: Gamma Congressi srl – Via della Farnesina, 136 – Roma - fax 06.3290694, e-mail:
[email protected]
Per Scaricare il programma clicca qui
9° Congresso Nazionale Società Italiana di Psico-Oncologia
VERSO L'ECCELLENZA DELLE CURE NEI CENTRI ONCOLOGICI
Rende (Cs) 16/18 Giugno 2005
Info: www.oncologia-cosenza.org
Segreteria organizzativa: Gamma Congressi - 00194 Roma - Via della Farnesina, 136
Tel. 06.36300769 - Fax 06.3290694 - [email protected]
Per scaricare il primo annuncio clicca qui
MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO IN INFERMIERISTICA IN ONCOLOGIA E CURE
PALLIATIVE - A.A. 2004/05
Università degli Studi di Udine Facoltà di Medicina e Chirurgia Laurea in Infermieristica
Consorzio Universitario del Friuli
Direttore del Master: Alfonso Colombatti
Iscrizioni e informazioni: Tel. 0432/556680 – Fax 0432/556700 e-mail: [email protected]
Direzione Didattica: Tel. 0432/590928 – Fax 0432/590918 e-mail: [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA
http://www.aiom.it/news/news.asp
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Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo Buffoli
Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura Milesi (U.O.
Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
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Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute