La storia del Natale - recita bambini 2009

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Parrocchia di S.Croce
I bambini e le bambine della Prima Comunione
Presentano
Macerata, 22 dicembre 2009
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NATIVITÀ: PRIMA PARTE
Prologo (Gv, 1,1-18)
(1° lettore)
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui
niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce
degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come
testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo
di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo
riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno
accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo
nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da
Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua
gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che
viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me".
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge
fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù
Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.
L’angelo Gabriele appare a Zaccaria
(2° lettore):
(Angelo):
l’angelo Gabriele, travestito da levita, si incammina verso il tempio in preghiera
quando incontra un sacerdote che lo indirizza verso Zaccaria.
La notte è calma, Signore. Il tempo si sta compiendo perché si dia
inizio alla Tua grande opera e alla Tua rivelazione di salvezza. Ti prego,
illuminami sulle giuste parole da dire a Zaccaria.
(in preghiera)
(Sacerdote): (incamminandosi)
chi sei, tu , buon uomo? Riconosco che sei un levita ma non ti
conosco! Cosa sei venuto a fare nel tempio? Qui si viene solo per pregare. L’ora
è tarda si avvicina il momento dell’ufficio al tempio.
(Angelo):
ho in cuore una preghiera personale che non posso rimandare…
(Sacerdote):
fai come vuoi ma il sacerdote che è nel tempio si sta preparando per il rito, parlaci
prima che inizi.
(Angelo): ti ringrazio
(il sacerdote esce)
mio signore, ascolterò il tuo consiglio.
(Zaccaria): Mi è stato detto che vuoi affidarmi una preghiera da offrire al Signore; io sono solo
l’ultimo dei servi del Signore, ma se per te è gradito presenterò la tua
invocazione durante il mio ufficio.
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(Angelo):
sei in uomo buono, mio signore. Io voglio pregare il mio Signore affinché mi aiuti a
portare a termine ciò che devo fare in questo tempo di grandi eventi e
cambiamenti.
(Zaccaria):
parli di grandi eventi e certo avrai ragione! Anche io ho tanto pregato per un evento che
credevo grande, almeno per me e la mia sposa Elisabetta, ma forse il Signore ha
stabilito che io non abbia mai figli. Tuttavia cercherò di fare degnamente
l’offerta dell’incenso e ti ricorderò nella mia preghiera.
(si incammina) Ti auguro ogni bene. Addio.
(2° lettore):
L’angelo Gabriele si fa il segno della croce e si dilegua. Intanto Zaccaria inizia nel
tempio le sue preghiere.
(Zaccaria):
eccomi davanti a te, Signore, mi chiamo Zaccaria e avrei tante preghiere da rivolgerti,
ma una in particolare mi sta a cuore, la preghiera dello sconosciuto che ho
incontrato fuori dal tempio: mi ha detto che sono tempi di grandi prodigi. Fa che
la sua missione si compia secondo i tuoi modi e tempi.
(1° lettore):
l’angelo Gabriele si presenta nel tempio, si toglie la tunica che lo mascherava e si
rivela come angelo.
(Angelo):
Zaccaria!
(Zaccaria): tu non puoi entrare!!! E poi… come fai a conoscere il mio nome?
(Angelo): non temere, Zaccaria, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tua moglie Elisabetta ti
darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai molte gioie e molti si rallegreranno
della sua nascita poiché egli sarà grande davanti al Signore.
(Zaccaria):
(Angelo):
come posso crederti? Io e mia moglie siamo avanzati negli anni. Vattene straniero non
prenderti gioco della nostra infelicità.
io sono Gabriele e sono stato mandato da Dio per parlarti e portarti questa notizia ma
siccome non mi hai creduto resterai muto fino al giorno in cui queste cose si
avverranno.
L’annunciazione
(2° lettore): siamo a Nazareth, una cittadina della Galilea, nell’antica Palestina. È qui che viveva
una ragazza di nome Maria, promessa sposa di un uomo della casa di Davide di
nome Giuseppe. Maria aveva un carattere molto dolce, era allegra e aveva
sempre un sorriso per tutti.
(1° lettore): Un giorno, mentre lei era sola in casa e stava lavorando, accadde un fatto molto strano:
qualcuno venne a trovarla, qualcuno che lei non aveva mai conosciuto prima…
(Angelo): ti saluto, o piena di
(Angelo): il Signore è con te.
grazia,
(Maria ha paura ed indietreggia)
(Angelo): non
aver paura, Maria!
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(Angelo): Hai trovato grazia presso Dio. Egli ti ha scelta come madre di Suo figlio. Il suo nome
sarà “Gesù” e il suo regno non avrà fine.
(Maria): ma, ma… ma come è possibile? Non conosco uomo.
(Angelo):
(Angelo):
nulla è impossibile a Dio!
Vedi: anche Elisabetta, tua cugina, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è
il sesto mese per lei, quando tutti la dicevano sterile.
(2° lettore):
(Maria):
certo, Maria in un primo momento era rimasta senza parole, era così giovane! Ci aveva
pensato un attimo…e poi con tutto il cuore disse:
eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.
(2° lettore): e l’angelo
(escono dalla scena)
(1° lettore):
la lasciò.
era proprio un angelo del cielo, sceso sulla terra per annunciare a Maria la nascita di un
bambino, atteso da tutti come il Salvatore del mondo.
Maria con il padre
(Maria): (corre verso il padre) Padre!!!
(Gioachino, padre di maria):
(Maria):
dimmi figliola, cosa succede?
sono piena di gioia e voglio accompagnarti da mia cugina Elisabetta perché anche io
voglio renderla partecipe di una bellissima notizia.
(Gioachino):
sono felice. Partiremo domani. Così non dovrai attendere troppo.
(Maria): grazie padre.
(Gioachino):
buona notte! Riposati perché il viaggio che faremo domani sarà molto faticoso.
CANTO: venne l’angelo di Dio
Venne l’angelo di Dio
Nella casa di Maria.
Tra le donne già si sa
La prescelta lei sarà.
Un giorno il Signore
Mandò sulla terra
Da una fanciulla
Il suo messaggero.
Tu sei benedetta
Da sempre, o Maria,
e un figlio tu avrai,
le disse contento
Venne l’angelo di Dio
Nella casa di Maria.
Tra le donne già si sa
La prescelta lei sarà.
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E lei stupita
Non riesce a capire,
ma l’angelo disse:
Maria non temere,
Iddio ti ha guardata,
il Signore ti ha scelta e tu di un bambino
la madre sarai.
Venne l’angelo di Dio
Nella casa di Maria.
Tra le donne già si sa
La prescelta lei sarà.
E disse Maria:
son pronta Signore,
sarò io per sempre
la tua ancella.
Avvenga, o Dio,
tutto quello che hai detto,
si compia in me il tuo volere.
Maria e Elisabetta
(Maria): (mentre è in cammino pensa tra se)
l’angelo mi ha detto che Elisabetta avrà un figlio, sarà
bello parlare con lei e condividere questo momento di gioia.
(2° lettore):
(Maria):
Maria arriva davanti alla casa di sua cugina e vede Zaccaria che la saluta gesticolando.
oh Zaccaria! Mi avevano detto che non potevi parlare ma non ci credevo. Pregherò il
Signore perché ti restituisca il dono della parola.
(Zaccaria): ( fa segno di no con la testa)
(Maria):
come vuoi tu, avrai le tue ragioni. Elisabetta è in casa?
(Zaccaria): ( fa segno di si con la testa)
(Maria): (mentre si sta avvicinando ad Elisabetta grida con felicità)
(Elisabetta):
Elisabetta!!!
Ciao Maria! Che bello rivederti! (toccandosi la pancia) Anche il mio bambino ha gioito
nel sentire la tua voce!
(si abbracciano)
(Elisabetta):
Oh, Maria! Dio ti ha benedetta più di tutte le altre donne! Beata te che hai avuto
fiducia nel Signore e hai creduto che Egli può compiere ciò che ti ha
annunciato!
(1° lettore): da questo saluto Maria comprende che Elisabetta già conosce il suo meraviglioso
segreto. Con gioia canta a gran voce la sua lode a Dio.
(Maria):
“L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
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perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
(rientrano in scena uno ad uno)
: ha spiegato la potenza del suo braccio,
: ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
: ha rovesciato i potenti dai troni,
: ha innalzato gli umili;
: ha ricolmato di beni gli affamati,
: ha rimandato i ricchi a mani vuote.
: ha soccorso Israele, suo servo,
: ricordandosi della sua misericordia,
: come aveva promesso ai nostri padri,
: ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre.”
Giuseppe e Maria
(1° narratore):
(2° narratore):
Maria andò da Giuseppe e gli raccontò tutto quello che era successo.
Giuseppe la guardava stupefatto, non riusciva a credere che Maria aspettasse un
bambino di altro. Tutte le parole di Maria si mescolavano nella sua testa…un
angelo, il figlio di Dio…lo Spirito Santo…, mentre correva via piangendo.
(1° narratore): quella
notte Giuseppe decise di rompere il fidanzamento con Maria e si addormentò
con gli occhi pieni di lacrime. In sogno gli apparve un angelo del Signore e gli
disse:
(Angelo):
Giuseppe, non temere di prendere con te Maria perché il figlio che lei partorirà è
veramente il Figlio di Dio e tu lo chiamerai Gesù.
(Giuseppe): Io riconosco la volontà di Dio e mi rendo disponibile affinché si possa
realizzare.
(2°narratore): Così Giuseppe, il falegname, sposò la dolce Maria, che stava per diventare la
mamma del piccolo Gesù.
Intanto il tempo trascorreva tranquillo e poco prima che nascesse Gesù
l’Imperatore ordinò il censimento di tutti gli abitanti.
(Soldato Romano): Udite, udite! Secondo l’ordine dell’Imperatore Cesare Augusto. Tutti gli abitanti
della Palestina dovranno segnarsi su un registro della loro città di origine.
Quindi partite immediatamente e compite quello che l’Imperatore vi ha ordinato.
(Giuseppe): Maria, dobbiamo partire per Betlemme, il viaggio sarà faticoso e rischioso.
Viaggeremo sotto il sole cuocente aiutati solo da un povero asinello. Ma Dio ci
proteggerà ed io ti sarò vicino.
Canto : Andare a Betlemme
L’asinello lemme lemme
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Lungo la via di Betlemme,
con Giuseppe e con Maria
per la lunghissima via.
Andare a Betlemme
Andare a Betlemme
Quant’è lungo questo viaggio!
Andare a Betlemme
Andare a Betlemme
Una stella luminosa
Brilla lassù premurosa,
resta ferma ad aspettare
e presto il buio scompare.
A Betlemme lentamente
Sono giunti, ecco, finalmente!
Nella piccola città
Il Signore nascerà.
Andare a Betlemme
Andare a Betlemme
Quant’è lungo questo viaggio!
Andare a Betlemme
Andare a Betlemme
NATIVITÀ: SECONDA PARTE
In viaggio verso Betlemme
(2° narratore):
(Maria):
Come Giuseppe temeva, il tragitto fu molto faticoso: ore e ore di cammino nel
deserto in groppa ad un asinello, insieme ad una carovana, con il rischio di
essere addirittura aggrediti dai predoni. Cammina cammina, Maria e Giuseppe
giunsero alla piccola città di Betlemme.
Era ormai l’ora del tramonto, lentamente si fece buio e cominciò a far freddo.
Brr! Sono molto stanca. Abbiamo camminato tanto e sento il bisogno di trovare un posto
caldo per dormire.
(Giuseppe): Fermiamoci qui per un po’! Hai bisogno di riposare, non vorrei che la fatica del
viaggio facesse male al piccolo. Pensa Maria, … certe volte ho paura e mi dico:
“Chi sono mai io per essere il padre del Figlio di Dio?”
(Maria):
se Dio ha scelto noi l’ha fatto perché ci conosce o perché è disposto ad aiutarci nei
momenti di debolezza. È un’emozione bellissima Giuseppe! Io stessa scoppio di
felicità al pensiero di quello che mi sta accadendo.
(Giuseppe): Bisogna trovare subito un albergo per passare la notte. Bussiamo a questa locanda,
speriamo che ci sia posto.
(2° narratore):
Ma la locanda era al completo e dopo aver parlato tra loro Giuseppe, anche se
scoraggiato, rincuora Maria dicendole che ce l’avrebbero fatta, ma si rende
conto che era necessario trovare un posto al più presto e bussano ad un’altra
locanda. (Toc-toc).
(Locandiere): Chi bussa a quest’ora? Chi cercate?
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(Giuseppe): Siamo due forestieri che hanno bisogno di una stanza per dormire.
(Locandiere): Siete arrivati tardi, stranieri, ho già dato tutte le mie stanze e ho addirittura affittato
la mia camera da letto.
Canto: Non c’è posto
No, no,no, non c’è posto
Non c’è posto andate via!
Negli alberghi non c’è posto
Per Giuseppe e per Maria
Le locande sono piene
Nella notte di Betlemme,
tante stelle come gemme
fanno luce da lassù.
Non c’è posto è tutto pieno
Negli alberghi in ogni via,
tanto grande è la fatica
Per Giuseppe e per Maria
Tanto sonno. Tanta fame
E stanchezza per il viaggio,
ma Giuseppe fa coraggio
alla sposa sua, Maria
Ogni oste dice “no”
Alla mamma di Gesù.
Sono troppi i forestieri
Ed il posto non c’è più
(1° narratore): Giuseppe e Maria, dopo essere arrivati a Betlemme, credevano di aver terminato il
loro viaggio e bussarono più volte invano. In quella notte speciale non c’era più
posto libero per dormire a causa del censimento. Non sapendo cosa fare si
guardarono intorno e un passante va loro incontro.
(Un passante):
È un po’ che vi osservo! Penso che avete bisogno di una camera. Vedo che siete
stranieri e avete bisogno di riposare. Un mio parente ha un albergo qui vicino,
provate a chiedere a lui.
(2° narratore):
Giuseppe e Maria si recarono all’albergo indicato dal passante e bussarono. (Toctoc).
(Albergatrice): Chi è?
(Giuseppe): Siamo due pellegrini, veniamo da Nazareth per il censimento e chiediamo se avete un
riparo questa notte per mia moglie e per me.
(Albergatrice): In verità…aspetta un attimo…no! Mi sono sbagliata! Mia sorella Marta ha occupato
anche la soffitta. Martaaaaa!!! Dove potremmo alloggiare queste due persone?
Lei è anche incinta.
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(Marta): Qui non c’è posto, mi dispiace; anche io sono una mamma e so che significa portare il
bambino nella pancia! Anche se da noi non c’è posto qui vicino, in campagna ci
sono alcune grotte e capanne che servono da rifugio per gli animali. Lì almeno
vi potete riparare dal freddo senza restare in mezzo alla strada! E poi dovete
pensare al piccolo che potrebbe nascere tra poco.
(1° narratore): Usciti
(1° pastore, Luca):
(pastorella Sara):
dalla città incontrarono tre pastori e Giuseppe li saluta e chiede loro aiuto.
Salute a voi! Io mi chiamo Luca, lei è Sara, mia moglie e lui è il mio amico
Simone. La tua sposa mi sembra molto stanza. Tieni o donna, bevi questo poco
latte che mi è rimasto. È l’unica cosa che ho.
No Luca, io ho ancora del formaggio che non ho venduto in paese. A Betlemme
c’era tanta gente venuta per il … per il… ora ricordo: per il censimento, ma
questa forma di formaggio l’ho lasciata per i nostri figli che sono a casa.
Dividiamola a metà, sicuramente basterà per tutti.
(2° pastore, Simone):
Prendi anche questo pezzo di pane, io questa notte posso stare anche senza.
Ora andate, è notte inoltrata, le pecore ci attendono e voi avete bisogno di
riposare.
(1° narratore):
Maria e Giuseppe ripresero il cammino e arrivarono presso una capanna. Giuseppe
sistemò un po’ di paglia per fare il letto e invitò Maria a riposare.
L’angelo e i pastori
(1°angelo)
: Noi siamo due angeli mandati da Dio per proteggere Maria e Giuseppe in questo
momento. Vedi? Ora riposano nella capanna dopo il lungo vagare per la città di
Betlemme.
(2° angelo) :
Nelle campagne vicine i pastori riparano i loro greggi di pecore nei recinti. Poi seduti
attorno al fuoco si preparano per la notte raccontandosi le fatiche della giornata
di lavoro.
(improvvisamente nel cielo appare una strana stella)
(1° pastore): Guardate quella grande luce nel cielo!
(2° pastore):
Ma è una stella cometa!
(Pastorella Sara):
Le stelle comete portano sempre qualcosa, chissà cosa succederà!
(2° pastore):
Alcuni amici pastori mi hanno raccontato di averla vista anche loro.
(Narratore):
Mentre i pastori, presi dalla paura, non smettevano di ammirare quella stella così
luminosa, preoccupati per quello che sarebbe successo, apparve loro un Angelo
del Signore che li avvolse di una luce sfolgorante.
(1° angelo):
Non temete, sono l’Angelo del Signore. Vi porto una grande gioia: è nato nella città di
Davide il Salvatore!
(1° pastore):
chi è il Salvatore?
(2° angelo):
È il Cristo Signore, venuto sulla terra per la salvezza di tutti gli uomini.
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(Pastorella Sara): Ma dove troveremo questo bambino, non sappiamo dove cercarlo?
(1° angelo):
Seguite la stella, essa indicherà a tutta la gente la strada sicura. Questo per voi sarà il
segno. Troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia.
E (Angeli): Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.
Canto: l’angelo e i pastori
Che la luce è mai questa?
Chi è che ci desta?
Siamo pastori
Senza tesori…
No non temete
Se mi vedete
Son di passaggio
Vi porto un messaggio
Ora ascoltate l’annuncio mio
Stanotte è nato il figlio di Dio.
In quella grotta lo troverete,
fate presto, da lui accorrete.
Presto, accorriamo,
cosa portiamo?
Siamo pastori
Senza tesori.
Portate un cuore pieno d’amore
Per il bambino
Il Re divino.
Ora ascoltate l’annuncio mio
Stanotte è nato il figlio di Dio
In quella grotta lo troverete,
fate presto, da Lui accorrete.
Notte beata,
tutta stellata…
ecco la luce,
dove conduce?
È la cometa,
porta alla meta:
proprio laggiù,
è nato Gesù.
Ora ascoltate l’annuncio mio
Stanotte è nato il figlio di Dio
In quella grotta lo troverete,
fate presto, da Lui accorrete.
NATIVITÀ: TERZA PARTE
I pastori visitano Gesù
(Pastorella): (rivolta agli altri pastori)
Andiamo fino a Betlemme, vediamo tutti questo avvenimento
che il Signore ci ha fatto conoscere!
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(Pastorella): (rivolto agli altri pastori) Prendiamo i nostri greggi e partiamo, faremo al bambino una
grande festa.
(Pastore): Ma dove andiamo da soli, andiamo a chiamare le nostre donne e i nostri figli.
Pastore):
Cosa dobbiamo portare con noi?
(Pastorella): Non hai sentito l’angelo. È un bambino nato in una mangiatoia, sicuramente avrà
fame e sete.
(Pastore): Allora postiamo il latte fresco delle nostre pecore e gli agnellini più piccoli in dono.
(Pastorella): Io porterò anche una bella coperta fatta con la lana delle mie pecore.
(Pastore): Io chiederò a mia moglie di portare delle uova fresche delle nostre galline.
(Pastorella): (rivolta agli altri pastori) Io non posso venire, non ho nulla da portare e mi vergogno!
(Pastore): Non ti preoccupare, mi hai aiutato nel lavoro di questi giorni e quindi ti regalo una delle
mie pecorelle. Porterai quella.
(Pastorella): Ti ringrazio, voglio tanto anche io conoscere il Salvatore.
(2° narratrice): Tutti sono pronti a partire, ma non ritrovano la direzione giusta. Ecco nel cielo
riapparire la Stella Cometa che li accompagnerà fino alla capanna di Gesù
bambino. Gente da tutte le parti tenendo in mano i doni per Gesù, s’incammina
cantando con gioia ad incontrare Gesù.
Canto: Alla grotta di Gesù
Oh, che meraviglia
chiama tutta la famiglia…
al pastore hanno annunciato
che Gesù bambino è nato.
Prepariamoci a partir, non possiamo più dormir:
affrettiamoci perché oggi è nato il Re dei re.
Presto andiamo fin laggiù, alla grotta di Gesù.
Affrettiamoci, perché oggi è nato il re dei re.
Ma che cosa gli portiam?
Cosa abbiamo da donar?
Poche cose, lui lo sa,
ma ugualmente ci amerà.
L’agnellino prendi tu,
regaliamolo a Gesù,
siamo poveri, lo sa,
ma ugualmente ci amerà.
Forse il pane gradirà ed il latte poi berrà:
doni poveri, però con il cuore donerò.
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Nei miei occhi lui vedrà
la promessa di bontà:
doni poveri, però
con il cuore donerò.
Oh, che meraviglia
parte tutta la famiglia…
Qualche cosa han preparato
Per Gesù che è appena nato.
Pastori alla Capanna
(Maria)
(Giuseppe)
(1°Narratore): Ecco arrivano i pastori alla capanna dove trovano Giuseppe Maria con in braccio
Gesù Bambino.
(Pastorella): Oh che bella famiglia!
(Pastore):
Oh che bel bambino! Abbiamo fatto bene a lasciare tutto per venire a trovare Gesù
Bambino.
(1° Narratore):
Per i pastori l’aver trovato Gesù è un motivo di stupore e di gioia, racconteranno a
tutti ciò che hanno visto, diventando così testimoni della sua venuta tra noi.
Maria, da parte Sua, osservava tutti questi avvenimenti e li meditava nel suo
cuore.
(Pastorella): Che notte meravigliosa! Nel cielo, migliaia di stelle sembrano tanti piccoli brillantini.
( Pastore): E la cometa continua a fare una grande luce tutt’intorno.
Arrivano i Re Magi
(Pastorella):
Ma…vedi anche tu quello che vedo io? Laggiù da quella parte? Ma…non sembrano
anche a te…?
(Pastorella): Ma si,
dai, sono proprio loro! Stanno arrivando i re Magi! Chi sa da dove vengono?
Canto: Sapienti d’Oriente
Sapienti d’Oriente, gente importante
sempre in viaggio con Fede e coraggio
dietro la stella che li guiderà.
La stella che seguiamo
del cielo brilla già:
nelle Scritture è segno
di un re che nascerà.
Un re che attendiamo
e tutti noi salverà.
Il bimbo che cerchiamo
è nato qui in città
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ed anche il Re Erode
conoscerlo vuol già.
però del Re Erode
non ci si può fidar.
Dei doni che portiamo
il senso è questo qua:
l’oro nello scrigno
vuol dir regalità,
mirra che è un uomo,
l’incenso divinità.
La gioia che proviamo
sia dell’Umanità
il nostro lungo viaggio
convincervi potrà
che chi con Fede cerca
qualcosa poi troverà.
(1° narratore): I Re Magi sono tre sapienti: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre, che secondo il
Vangelo vengono dal lontano Oriente. Essi rappresentano tutti i popoli della
terra che cercano Dio e compiono un cammino interiore per trovare Gesù ed
adorarlo.
(2° Narratrice): I Magi guardano e studiano le stelle e il cielo. Un fenomeno luminoso attira la loro
attenzione e li spinge a partire e a raggiungere Betlemme. La luce di Dio
continua a guidare i Magi e così attraverso il linguaggio del creato e della
Scrittura, sono condotti fino a Gesù. Adesso anche per loro si tratta di
riconoscere in quel bambino il Figlio di Dio e prendere la loro decisione di
Fede. Gli offrono i doni più preziosi.
(1° Re Magio): Gesù ti offro l’ORO, perché tu sei il Re dell’universo.
(2° Re Magio): Gesù ti offro l’INCENSO, perché Tu sei Dio.
(3° Re Magio): Gesù io ti porto la MIRRA, è una resina usata per preparare oli profumati. Questo
dono annuncia il tuo sacrificio, la Passione e la Morte.
Dialogo tra bambini
: Sai dirmi perché Gesù è voluto nascere in mezzo a noi?
- Gesù è voluto nascere in mezzo a noi, per insegnarci che si può amare tutti, anche quando
qualcuno ci fa del male. Gesù ha testimoniato con la sua vita che è possibile volerci bene e sperare
in un mondo migliore.
- secondo te, se Gesù rinascesse oggi, dove nascerebbe?
- Penso che rinascerebbe in mezzo alle persona che hanno bisogno di aiuto, come ad esempio a
quei bambini che muoiono di fame e non hanno niente con cui coprirsi, ma anche in mezzo alle
famiglie dove non si vive l’Unità.
- ma allora possiamo seguirlo anche noi, abbiamo capito che il modello della nostra vita è Lui:
Gesù
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TUTTI rispondono: Signore Gesù, sei Tu la nostra Luce, vieni ad abitare nelle nostre case, con
immensa gioia noi Ti accogliamo.
Canto finale: E’ la notte di Natale
E’ la notte di Natale, la notte santa
nasce un bimbo Re, tutto il cielo canta
un canto nuovo, un canto di Natale
per dire all’uomo qualcosa di speciale:
che non sarà più solo da ora in poi,
guarda quanta luce e canta con noi.
Gloria nell’alto dei cieli
pace, in terra pace.
Gloria nell’alto dei cieli
pace agli uomini di buona volontà.
E’ la notte di natale più luminosa,
il leone, sai, con l’agnello si riposa.
E’ un Regno nuovo, il Regno dell’Amore,
non conta più qual è il tuo colore.
Saremo tutti uguali da ora in poi,
batti le mani e canta con noi.
Gloria nell’alto dei cieli
Pace, in terra pace.
Gloria nell’alto dei cieli
Pace agli uomini di buona volontà.
E’ la notte di natale, la notte ,
una stella già porta a noi la luce vera,
per cambiare il mondo oggi splende,
per ogni uomo è un dono così grande!
Saremo meno tristi da ora in poi.
Apri le tue braccia e canta con noi.
Gloria nell’alto dei cieli
Pace, in terra Pace.
Gloria nell’alto dei cieli
Pace agli uomini di buona volontà.
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Le catechiste:
Insieme ai sacerdoti della Parrocchia
Augurano a tutti voi
Che Gesù che nasce sia sempre il vostro compagno
lungo il viaggio della vita.
Buon Natale!
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PERCHÈ SONO NATO, DICE DIO
Sono nato nudo, dice Dio,
perchè tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero, dice Dio,
perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla, dice Dio,
perchè tu capisca che sono alla portata di tutti.
Sono nato debole, dice Dio,
perchè tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore, dice Dio,
perchè tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte, dice Dio,
perchè tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio,
perchè tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo, dice Dio,
perchè tu possa essere "dio".
Sono nato perseguitato, dice Dio,
perchè tu sappia accettare le difficoltà per amor mio.
Sono nato nella semplicità, dice Dio,
perchè tu smetta di essere complicato.
Sono nato come un bimbo, dice Dio,
perché tu impari ad essere semplice come i fanciulli.
Sono nato per la tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
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