Emanuele Ricci
La dimensione metafisica
dell’uomo
Esame di Stato 2002/2003
Classe VB
Mappa Concettuale
La dimensione Metafisica dell’uomo
di Emanuele Ricci
La dimensione metafisica dell'uomo
La
L'idea di affrontare un tema così impegnativo, ma allo stesso tempo così
metafisica
affascinante e originale come lo è appunto la "dimensione metafisica
dell'uomo", l'ho maturata nell'arco dell'intero anno scolastico. Le radici
del termine metafisica sono molto lontane nel tempo, ma con estrema
certezza possiamo affermare che metafisica (che in greco significa dopo
le cose fisiche) fu usato per la prima volta in riferimento ad Aristotele,
poiché nella prima edizione delle opere del filosofo i libri che trattavano
dell'essere erano collocati dopo i trattati sul mondo fisico. Ben presto la
metafisica divenne una branca della filosofia, che andando al di là dei
dati immediati offerti dall'esperienza intendeva spiegare l'essenza che si
colloca oltre le apparenze sensibili.
Tra storia Le materie da me esaminate per questo piccolo viaggio itinerante
e filosofia attraverso i motivi inspiegabili che regolano l'astrattezza della psiche
umana sono molteplici, ma i punti fermi della mia ricerca sono senza
dubbio la psicoanalisi freudiana e l'importante parallelo tra due
personaggi che con il loro modo di essere e le loro ideologie hanno
segnato indelebilmente il secolo appena trascorso: Adolf Hitler, che con
la sua politica antisemita fu causa dell'olocausto, e il Mahtma Ghandi,
che con la sua dottrina della "non violenza" condusse l'India alla
decolonizzazione dall'impero britannico.
Altro passaggio obbligatorio della mia ricerca non poteva che essere
L'esistenzialismo l'esistenzialismo, la filosofia dell'esistenza che a partire dagli anni 40,
quando ormai gli eventi epocali avevano marcato il XX secolo e avevano
raggiunto la loro massima tragicità, si diffonde come fenomeno culturale
europeo interessando anche il campo della letteratura e della psichiatria.
L'esistenzialismo è definito da un'accentuata sensibilità nei confronti
della finitudine umana e dai dati che la caratterizzano, da ciò che Jaspers
chiamerà "situazioni limite": la nascita, la lotta, la sofferenza, il passare
del tempo e la morte, sono tutti aspetti limitanti o tendenzialmente
negativi della condizione umana nel mondo.
La nausea La crisi del positivismo parallelamente anche alla delusione storica della
guerra, riportano l'intellettuale ad essere una figura cardine nell'ambito
sociale e la letteratura esistenzialista e in primo luogo l'opera letteraria di
Sartre, costituisce l'anello di congiunzione tra la brutale epoca storica del
momento e il disagio esistenziale dell'uomo. Esemplare rappresentante
del rapporto conflittuale tra intellettuale e società è il Roquentin della
"Nausée" di Sartre. Il personaggio sartriano è infatti un eroe portatore di
coscienza che in contrapposizione agli uomini comuni, condannati ad
essere inconsapevoli, è capace di cogliere il vero volto del reale,
scontando in se l'angoscia dell'assurdità dell'esistenza. Le radici profonde
della nausea vanno dunque ricercate nel "terreno metafisico" ed
esistenziale, ma il conflitto arriva anche a lambire la dimensione dei
rapporti sociali.
In chiave letteraria, le tematiche esistenziali sono state riprese anche da
L'annulla- Samuel Beckett, attraverso la sua visione del mondo ispirata ad un
mento
nichilismo totale. La realtà nelle sue opere appare destituita di ogni senso
della
e si risolve in un nulla incombente senza alternative possibili o speranze.
dimensioneE' una condizione metafisica assoluta, che non ha punti di riferimento
umana
storici e la dimensione umana stessa si annulla: l'uomo si riduce a larva, a
relitto pietoso o insignificante, che si protende ancora verso una speranza,
rimanendo però prigioniero nella sua degradazione.
Il rapporto problematico con la negatività dell'esistenza, il disagio,
Il disagio l'insofferenza e persino il suicidio, caratterizzano la vita di Cesare
esistenziale Pavese, da molti critici indicato come l'ultimo artista decadente del
nostro paese. La chiave di lettura di tutta l'opera pavesiana è la
concezione che la vita ci stacca fatalmente dall'infanzia e ci procura
l'esperienza della solitudine, di un superficiale contatto con gli uomini
che determina la consapevolezza del peso dell'esistenza. Questa
solitudine è sentita in Pavese come una tragica incapacità di vivere, come
un problema che va posto e risolto. Tutta la sua vita è contrassegnata da
questo impegno che non troverà però mai una completa risoluzione,
conducendolo al suicidio il 27 agosto del 1950. "La luna e i falò", ultima
fatica dello scrittore si presenta come un vero testamento spirituale dove
conferiscono tutti gli sforzi della sua ricerca narrativa e tutti gli aspetti
più celati della sua sofferenza come uomo incompiuto e solo.
La rottura Un'altra opera presa in esame, è "Cent'anni di solitudine", romanzo
capolavoro di Gabriel Garcìa Màrquez; qui la realtà contadina del Suddi un
equilibrio America è un mondo primitivo e mitico relegato fuori del tempo e dello
spazio, caratterizzato da un edenica semplicità e sospeso in un clima
magico e metafisico. Il contatto con la modernità e l'industrializzazione
porteranno però alla distruzione di quell'arcaica civiltà come in una sorta
di biblica apocalisse.
A fare da sfondo in questo viaggio è la "Pittura metafisica" di Giorgio De
La realtà Chirico, genio ed artista che ha concepito una nuova visione dell'arte.
celata
Non esiste una personalità più complessa e contraddittoria: pittore,
scultore, scrittore, precursore, inventore e ricercatore di tecniche
pittoriche. Non v'è artista che sia riuscito a creare volontariamente effetti
così sconvolgenti, non v'è pittore che sia stato così acuto nell'usare
l'ironia, o così grande mascheratore della verità.