Sincerita' Incontri Vocazioni Giovanili 20-21 Gennaio 2001 Seminario Vescovile Beato Giovanni XXIII Bergamo CANTO: Benedici il Signore Rit. Benedici il Signore, anima mia, quant'è in me benedica il suo nome; non dimenticherò tutti i suoi benefici, benedici il Signore, anima mia Lui perdona tutte le tue colpe e ti salva dalla morte. Ti corona di grazia e ti sazia di beni nella tua giovinezza. Il Signore agisce con giustizia, con amore verso i poveri. Rivelò a Mosè le sue vie, ad Israele le sue grandi opere Il Signore è buono e pietoso, lento all'ira e grande nell'amor. Non conserva in eterno il suo sdegno e la sua ira verso i nostri peccati. PREGHIAMO INSIEME: Signore, faccio tanta fatica a riconoscerti quando tu ti dai a me. Mi aspetto sempre che Tu assomigli al Dio che mi augurerei Tu fossi: Potente, Ambizioso, Invulnerabile, Temibile, Vendicatore! Sono turbato quando Tu ti riveli dolce e umile di cuore. Ti rimprovero di mascherarti quando Tu ti presenti a me sotto i tratti dell'amore. Ti sospetto di abbandono e Tu ti abbandoni interamente a me. Ti accuso di tacere quando Tu gridi verso di me. Io mi ritiro quando Tu ti sveli sulla croce perché rifiuto di salirvi dietro a te. Quando Tu ti spogli di tutti gli attributi con cui ti volevo mascherare, ti rimprovero di nasconderti. Tu resterai sempre per me un Dio nascosto finchè cercherò di darti il mio viso, mentre Tu mi porgi il tuo. (Louis Evely, Preghiere intime) la sincerità dell'intenzione ASCOLTIAMO LA PAROLA: (1 Sam. 24,1-23) Davide da quel luogo salì ad abitare nel deserto di Engàddi. Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». Saul scelse tremila uomini valenti in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide di fronte alle Rocce dei caprioli. Arrivò ai recinti dei greggi lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi entrò per un bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: Ecco Davide cerca la tua rovina? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore. Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun disegno iniquo né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si stenderà su di te. Come dice il proverbio antico: Dagli empi esce l'empietà e la mia mano non sarà contro di te. Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi insegui? Un cane morto, una pulce. Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia giustizia di fronte a te». Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò verso Davide: «Tu sei stato più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me, che il Signore mi aveva messo nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare per la sua strada in pace? Il Signore ti renda felicità per quanto hai fatto a me oggi. Or ecco sono persuaso che, certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno d'Israele. Ma tu giurami ora per il Signore che non sopprimerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome dalla casa di mio padre». Davide giurò a Saul. Saul tornò a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio. PER RIFLETTERE: Se tu vivi come se la maggior parte delle tue attività non riguardassero il Signore, non meravigliarti che la tua orazione resti cieca dinanzi alla sua azione. Se ti comporti come un suddito che eseguisce per forza una legge, non meravigliarti che non una goccia della sua misericordia venga ad inumidire le tue labbra, a raddolcire il tuo cuore. Se agisci come sotto lo sguardo di un padrone duro « che prende quello che non ha messo in deposito e miete quello che non ha seminato » (Lc. 19, 22) come potrai tenerti disponibile e gioioso sotto lo sguardo della sua sovrabbondante bontà? Se ti lamenti di lui in tutte le contrarietà della esistenza, come potrai compiacerti vicino a lui nell'ora dell'orazione? Se dubiti che sia abbastanza potente per salvarti dalla moltitudine dei tuoi peccati, come potrai, nella preghiera avere più di una conversazione cortese ed insignificante? Se non lo provi come una bruciatura dell'anima, che ti spinge ad amare meglio i tuoi fratelli, è chiaro che il contatto nell'intimità con lui sarà glaciale. Se consideri la sua parola ancor meno del tuo giornale quotidiano, ci si chiede che cosa potrà dirti quando tu pretenderai di ascoltarlo. (La preghiera come rischio, A.M.Besnard) PREGHIAMO INSIEME: (Tobia 14,6-9) Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia. Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerità, si raduneranno e verranno a Gerusalemme e per sempre abiteranno tranquilli il paese di Abramo, che sarà dato in loro possesso. Coloro che amano Dio nella verità gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l'ingiustizia spariranno da tutta la terra. Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l'obbligo di fare la giustizia e l'elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze. la sincerità della parola CANTO: Acqua, sole, verità Ho bevuto a una fontana d'acqua chiara che è venuta giù dal cielo, ho sognato nella notte di tuffarmi nella luce del sole, ho cercato dentro me la verità. Rit. Ed ho capito, mio Signore sei tu la vera acqua, sei Tu il mio sole sei Tu la verità. Tu ti siedi sul mio pozzo nel deserto, e mi chiedi un po' da bere, per il sole che risplende a mezzogiorno ti rispondo, ma Tu sai già dentro me la verità. Un cervo che cercava un sorso d'acqua nel giorno corse e ti trovò, anch'io vò cercando nell'arsura sotto il sole, e trovo dentro me la verità. ASCOLTIAMO LA PAROLA: (Gv. 4,3-30) Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». PER RIFLETTERE: Adesso lo capisci, sei stata salva quando hai trovato il coraggio di rivolgerti a quel viandante stanco e affamato che, come un mendicante, aveva elemosinato da te un sorso d'acqua fresca del pozzo, per implorarlo: " Signore, dammi di quest'acqua perché non abbia più sete!" (Gv 4,15). In quel momento hai deposto la maschera di sfrontatezza, sarcasmo, superiorità, falsità, per riconoscerti bisognosa, bisognosa di qualcos'altro. Era quello che Lui aspettava da te con ansia. Voleva precisamente portarti a chiedere, a dichiararti insoddisfatta, ad assumere l'atteggiamento del povero. Per tirarti fuori dalla palude della tua vita scombinata, della tua slealtà. Lui aveva bisogno che tu... avessi bisogno, che ti aggrappassi alla corda dei « chiedere ». E' quella, ormai te ne sei resa conto, la sua tattica preferita per condurre una creatura a prendere coscienza del suo bisogno reale, scavare un'esigenza, far scaturire un desiderio, rendere consapevole di ciò che non ha, mettere a nudo la sua miseria, far affiorare un'attesa, esplodere una richiesta. Se tu conoscessi il dono di Dio... Il dubbio è stato fatto scivolare sull'orlo del tuo (e nostro) pozzo. Pure a me Lui insinua, come ha atto con te, un salutare sospetto: " Se tu sapessi di che cosa hai veramente bisogno..." e anche: " Sapessi ciò di cui non hai bisogno" (nonostante la pubblicità e le mode congiurino per crearti bisogni fasulli) . Sapessi che cosa ti manca per essere uomo, per avere una faccia un po' più presentabile di cristiano. Purtroppo credi di aver bisogno di una moltitudine di cose inutili, di un cumulo di carabattole. Ne hai bisogno, non puoi farne a meno (e tutti sono disposti ad offrirtele) per nascondere le tue reali necessità, non prendere coscienza dell'importante, dell'essenziale. Ti aggrappi al superfluo, per negarti il necessario. Hai bisogno di me, ma insieme hai paura di ammetterlo. Hai bisogno di tenerezza, però assumi una maschera di durezza. Hai bisogno di ascoltare, e continui a parlare. Hai bisogno di libertà, eppure sei affezionato alle catene. Hai bisogno di antica saggezza, e ti nutri delle pagine del giornale o dell'ultimo best-seller. Hai bisogno di vangelo, e riempi la casa di libricini pietistici (e non di rado pietosi). Hai bisogno di convinzioni profonde, e pretendi galleggiare sull'entusiasmo epidermico. Hai bisogno di meditazione seria, e continui a gargarizzare slogan e formule. Hai bisogno di fantasia, e ti ostini a copiare da tutto e da tutti (e soprattutto da te stesso, dalle tue abitudini). Hai bisogno di conversione, e non fai altro che lamentarti degli altri. Hai bisogno di sincerità verso te stesso, e ti accanisci ad anestetizzare le tue ferite più profonde raccontandoti favole (che non hanno neppure il pregio della poesia). Hai bisogno di esempi, di maestri, di modelli veri, e corri dietro a tutti i cialtroni pittoreschi e chiassosi che spuntano sulle piazze. Hai bisogno di morire come il chicco di grano sepolto sotto la dura crosta della terra (Gv 12,24), e insegui il successo, la popolarità, i risultati immediati. Hai bisogno di mistero, ed esigi che tutto sia chiaro, logico, rassicurante, evidente, garantito. Hai bisogno di deciderti, comprometterti, tagliare, e rifiuti il rischio. Hai bisogno di lanciarti nell'avventura, e non abbandoni la confortevole sala d'attesa. Hai bisogno di speranza, e ti lasci abbagliare da illusioni dorate. Hai bisogno di moralità che non sia moralismo, di verità intere e non dimezzate, di preghiera solida e non di devozionalismo, di spiritualità robusta e non di sentimentalismo, di fede e non di miracolismo, di impegno e non di velleitarismo, di fedeltà e non di emozioni, di carità e non di chiacchiere inconcludenti, di capacità di sacrificio e non di vittimismo, di umiltà e non di discorsi sull'umiltà, di qualcosa che hai sotto gli occhi e non vedi... Hai bisogno di lasciarti amare. Hai bisogno di lasciarti fare. Hai bisogno di lasciarti donare...Devi diventare capace di ricevere... » Scusa questa lunga chiacchierata. Ma mi fa piacere sedermi sull'orlo del « tuo » pozzo, che è anche il « mio » pozzo, e può essere il pozzo di tutti, per sentir ripetere da te il racconto affascinante (più che la lezione) di quel mezzogiorno in cui il sole picchiava più forte del solito (ma era un altro sole), e la sete ti bruciava la gola (ma era un'altra sete), e Lui ti ha chiesto un sorso d'acqua fresca e tu ti sei ritrovata con una sorgente « dentro », per cui non avevi più bisogno di andare ad elemosinare all'esterno o rivolgerti agli innumerevoli pozzi di dubbio contenuto. Sì, chiedo a te, donna di Samaria, che ti sei fatta trovare a un appuntamento non programmato, e ti sei lasciata condurre dall'imprevedibile, e hai capito qual è la vera sete, che mi aiuti a scoprire, in sincerità, il diritto fondamentale che l'uomo può rivendicare: quello di aver bisogno. La povertà può essere la sua incredibile risorsa, la sua grande, inesauribile ricchezza (purché la sappia ammettere). Donna fortunata di Samaria, dammi una mano perché mi renda conto che ho bisogno... di aver bisogno. (Tutti i figli di Dio hanno le mani, A.Pronzato) PREGHIAMO INSIEME: Rispondiamo: Liberami, Gesù Dal desiderio di essere stimato, Dal desiderio di essere amato, Dal desiderio di essere ricercato, Dal desiderio di essere onorato, Dal desiderio di essere lodato, Dal desiderio di essere preferito, Dal desiderio di essere consultato, Dal desiderio di essere approvato, Dal timore di essere umiliato, Dal timore di essere disprezzato, Dal timore di essere rifiutato, Dal timore di essere calunniato, Dal timore di essere dimenticato, Dal timore di essere schernito, Dal timore di essere abbandonato, liberami, Gesù. Rispondiamo: Dammi la grazia di volerlo, Gesù Che altri siano di me più stimati, Che altri siano di me più amati, Che altri siano in tutto a me preferiti e io a tutti posposto, Che altri siano convocati e io messo da parte, Che altri crescano nell'opinione del mondo e io diminuisca, Che altri siano lodati e io dimenticato, Che altri siano amati e io abbandonato, Che altri siano esaltati e io umiliato, Che altri siano consolati e io con te solo soffra, Che altri siano di me più santi, purché io lo sia quanto vuoi tu, Rispondiamo: Concedimi, Gesù La conoscenza e l'amore del mio nulla, La perpetua memoria dei miei peccati, La persuasione della mia meschinità La pura intenzione di servire Dio, La perfetta sottomissione al volere di Dio, Il vero spirito di compunzione, La cieca obbedienza ai superiori, L'odio santo di ogni invidia e gelosia, La prontezza nel perdono delle offese, La prudenza di tacere negli affari altrui, La pace e la carità con tutti. CANTO: Sete di verità E' sera e non finisce mai la mia sete di verità; è l'alba e ricomincia sempre la mia sete di verità eterna come i nostri monti, come i primi fiori, la cerchi come quando frughi gli occhi di chi ami. Rit. In fondo a tutto sei tu, Signore, la mia fonte di verità, la mia fonte di verità. Mi son fermato spesso al sole lungo queste strade; a tutte le sorgenti umane ho bevuto arsura e mi chiedevo dentro al cuore: io, io chi sono? e ogni mio respiro cerca questa verità. Mi sono poi deciso a bere l'acqua del mio pozzo, una sorgente sempre fresca e non finisce mai; è un'acqua sempre nuova e non sai mai da dove viene, e ogni giorno è sempre nuova la mia verità. la sincerità dell'azione ASCOLTIAMO LA PAROLA: (Mt. 5,33-48) Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dá a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. PER RIFLETTERE: I raggi luminosi della verità: Madre cara, forse lei si meraviglierà che io le scriva questo piccolo atto di carità passato ormai da tanto tempo. L' ho raccontato perché sento che debbo cantare, a causa di esso, le misericordie del Signore. Ha degnato lasciarmene il ricordo con un profumo che m'induce a praticare la carità. Rammento qualche volta alcuni particolari che sono, per l'anima mia, una brezza di primavera. Eccone uno che mi si presenta alla memoria: una sera d'inverno stavo assolvendo, come al solito, il mio piccolo compito, faceva freddo, era buio... A un tratto intesi in lontananza il suono armonioso di uno strumento musicale e mi raffigurai un salone brillante di luci e di ori, vidi delle fanciulle eleganti le quali si trattavano graziosamente a vicenda con piglio di mondo; poi lo sguardo cadde sulla povera malata che sostenevo, invece di una musica udivo ogni tanto i suoi gemiti, invece degli ori vedevo i mattoni del nostro chiostro austero, rischiarato appena da una pallida luce. Non posso esprimere ciò che avvenne nell'anima mia: il Signore la illuminò con i raggi della verità i quali superarono talmente lo sfolgorìo tenebroso delle feste della terra, che non finivo di credere alla mia felicità. Ah, per goder mille anni di feste mondane, non avrei dato i dieci minuti del mio umile ufficio di carità. Se già nella sofferenza, in mezzo alla lotta, si può vivere un attimo di felicità che supera tutte le gioie della terra, pensando che il buon Dio ci ha sottratti al mondo, che sarà nel Cielo quando vedremo in letizia e riposo eterni la grazia incomparabile che il Signore ci ha fatta scegliendoci per « abitare nella sua casa », vero vestibolo del Cielo? (Teresa di Liseaux, Storia di un'anima) PREGHIAMO INSIEME: (Sal.15) Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Anche se giura a suo danno, non cambia; presta denaro senza fare usura, e non accetta doni contro l'innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. PER RIFLETTERE: Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto. Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque essa potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull' acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perchè ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce. 0 eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto per quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi trovai lontano come in una terra straniera, dove pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: « sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non i trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me». Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché ebbi abbracciato il « Mediatore fra Dio e gli uomini, l'Uomo Cristo Gesù » (1 Tm 2, 5), « che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli ». Egli mi chiamò e disse: « Io sono la via, la verità la vita » (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché « il Verbosi fece carne » (Gv 1, 14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini. Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l' ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace. (Confessioni, S.Agostino) Preghiamo ascoltando la canzone: Sero te amavi, J. Camisansca Sero te amavi, Lux antiqua et nova, Mecum eras, tecum non eram. Sero te amavi. Vocasti, clamasti Et rupisti surditatem meam. Tardi ti ho amato, bellezza antica e nuova Tu eri con me, ed io non ero con te Tardi ti ho amato Mi hai chiamato, hai gridato Hai infranto la mia sordità Splenduisti et fugasti mi hai abbagliato e hai guarito La mia cecità E ti desidero. Cecitatem meam. Et anhelo tibi. Sero te amavi, Lux antiqua et nova, Et ecce intus eras et ego foris. Fragrasti, Gustavi, Tetigisti me Misericors es. Splenduisti et vocasti, Ea me tenebant Longe a te. Et anhelo tibi. Sero te amavi. Versa et reversa Tardi ti ho amato, Bellezza antica e nuova Ed ecco tu stavi dentro di me ed io fuori. ho sentito la tua presenza, l'ho gustata, mi hai colpito con il tuo amore tu che sei misericordioso Mi hai folgorato e mi hai chiamato anche se le cose del mondo Mi tenevano lontano da te E ti desidero. Tardi ti ho amato (la tua misericordia) versa e riversa attorno e dentro me tutte le cose sono affanno, Tu solo sei pace. In tergum et in ventrem Et dura sunt omnia Et tu solus requies. GESTO E CONDIVISIONE CANTO DI BENEDIZIONE: Te al centro del mio cuore Ho bisogno d'incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c'è un punto fermo, è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te e poi non importa il "come", il "dove" e il "se". Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. PREGHIAMO INSIEME: Dio sia benedetto Benedetto il suo santo nome Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo Benedetto il nome di Gesù Benedetto il suo Sacratissimo cuore Benedetto il suo preziosissimo sangue Benedetto Gesù nel Santissimo sacramento dell'altare Benedetto lo Spirito Santo paraclito Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione Benedetta la sua gloriosa assunzione Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre Benedetti San Giuseppe suo castissimo sposo Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi. CANTO FINALE: Rit. Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita. E noi abbiamo creduto che il Figlio di Dio sei Tu. Io sono il pane di vita; chi viene a me non ha più fame, e chi viene a me non ha più sete. Così ha detto Gesù! Non cercate il cibo che perisce; ma il cibo che dura per la vita, quello stesso che il Figlio vi darà: così ha detto Gesù! Io sono dal cielo disceso non per fare la mia volontà ma per fare la volontà del Padre: così ha detto Gesù! PER RICORDARE...