1 - Sincerita

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Sincerita'
Incontri Vocazioni Giovanili
20-21 Gennaio 2001
Seminario Vescovile
Beato Giovanni XXIII
Bergamo
CANTO: Benedici il Signore
Rit.
Benedici il Signore, anima mia,
quant'è in me benedica il suo nome;
non dimenticherò
tutti i suoi benefici,
benedici il Signore, anima mia
Lui perdona tutte le tue colpe
e ti salva dalla morte.
Ti corona di grazia e ti sazia di beni
nella tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia,
con amore verso i poveri.
Rivelò a Mosè le sue vie, ad Israele
le sue grandi opere
Il Signore è buono e pietoso,
lento all'ira e grande nell'amor.
Non conserva in eterno il suo sdegno
e la sua ira verso i nostri peccati.
PREGHIAMO INSIEME:
Signore, faccio tanta fatica a riconoscerti quando tu ti dai a me.
Mi aspetto sempre che Tu assomigli al Dio che mi augurerei Tu fossi:
Potente, Ambizioso, Invulnerabile, Temibile, Vendicatore!
Sono turbato quando Tu ti riveli dolce e umile di cuore.
Ti rimprovero di mascherarti quando Tu ti presenti a me sotto i tratti dell'amore.
Ti sospetto di abbandono e Tu ti abbandoni interamente a me.
Ti accuso di tacere quando Tu gridi verso di me.
Io mi ritiro quando Tu ti sveli sulla croce perché rifiuto di salirvi dietro a te.
Quando Tu ti spogli di tutti gli attributi con cui ti volevo mascherare, ti rimprovero di nasconderti.
Tu resterai sempre per me un Dio nascosto finchè cercherò di darti il mio viso, mentre Tu mi porgi il tuo.
(Louis Evely, Preghiere intime)
la sincerità dell'intenzione
ASCOLTIAMO LA PAROLA: (1 Sam. 24,1-23)
Davide da quel luogo salì ad abitare nel deserto di Engàddi. Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli
riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». Saul scelse tremila uomini valenti in tutto Israele e partì
alla ricerca di Davide di fronte alle Rocce dei caprioli. Arrivò ai recinti dei greggi lungo la strada, ove c'era una
caverna. Saul vi entrò per un bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla
caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il
tuo nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene
accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del
mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al
consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide
dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla
caverna e tornò sulla via. Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio
signore»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide continuò
rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: Ecco Davide cerca la tua rovina? Ecco, in questo
giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna. Mi fu
suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché
egli è il consacrato del Signore. Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho
staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che
non c'è in me alcun disegno iniquo né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia
vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché
la mia mano non si stenderà su di te. Come dice il proverbio antico: Dagli empi esce l'empietà e la mia mano
non sarà contro di te. Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi insegui? Un cane morto, una pulce. Il Signore sia
arbitro e giudice tra me e te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia giustizia di fronte a te». Quando Davide
ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide figlio mio?».
Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò verso Davide: «Tu sei stato più giusto di me, perché mi hai reso il
bene, mentre io ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me, che il Signore mi aveva
messo nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare per la
sua strada in pace? Il Signore ti renda felicità per quanto hai fatto a me oggi. Or ecco sono persuaso che,
certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno d'Israele. Ma tu giurami ora per il Signore che non
sopprimerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome dalla casa di mio padre». Davide
giurò a Saul. Saul tornò a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio.
PER RIFLETTERE:
Se tu vivi come se la maggior parte delle tue attività non riguardassero il Signore, non meravigliarti che
la tua orazione resti cieca dinanzi alla sua azione. Se ti comporti come un suddito che eseguisce per
forza una legge, non meravigliarti che non una goccia della sua misericordia venga ad inumidire le tue
labbra, a raddolcire il tuo cuore. Se agisci come sotto lo sguardo di un padrone duro « che prende
quello che non ha messo in deposito e miete quello che non ha seminato » (Lc. 19, 22) come potrai
tenerti disponibile e gioioso sotto lo sguardo della sua sovrabbondante bontà? Se ti lamenti di lui in
tutte le contrarietà della esistenza, come potrai compiacerti vicino a lui nell'ora dell'orazione? Se dubiti
che sia abbastanza potente per salvarti dalla moltitudine dei tuoi peccati, come potrai, nella preghiera
avere più di una conversazione cortese ed insignificante? Se non lo provi come una bruciatura dell'anima,
che ti spinge ad amare meglio i tuoi fratelli, è chiaro che il contatto nell'intimità con lui sarà glaciale.
Se consideri la sua parola ancor meno del tuo giornale quotidiano, ci si chiede che cosa potrà dirti
quando tu pretenderai di ascoltarlo.
(La
preghiera
come
rischio, A.M.Besnard)
PREGHIAMO INSIEME: (Tobia 14,6-9)
Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno
fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia. Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si
ricorderanno di Dio con sincerità, si raduneranno e verranno a Gerusalemme e per sempre abiteranno tranquilli il paese di Abramo, che
sarà dato in loro possesso. Coloro che amano Dio nella verità gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l'ingiustizia
spariranno da tutta la terra. Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l'obbligo
di fare la giustizia e l'elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze.
la sincerità della parola
CANTO: Acqua, sole, verità
Ho bevuto a una fontana d'acqua chiara
che è venuta giù dal cielo,
ho sognato nella notte di tuffarmi
nella luce del sole,
ho cercato dentro me la verità.
Rit.
Ed ho capito, mio Signore
sei tu la vera acqua,
sei Tu il mio sole
sei Tu la verità.
Tu ti siedi sul mio pozzo nel deserto,
e mi chiedi un po' da bere,
per il sole che risplende a mezzogiorno
ti rispondo, ma Tu sai già dentro me la verità.
Un cervo che cercava un sorso d'acqua
nel giorno corse e ti trovò,
anch'io vò cercando nell'arsura
sotto il sole, e trovo dentro me la verità.
ASCOLTIAMO LA PAROLA: (Gv. 4,3-30)
Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna
di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a
far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che
sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le
rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti
chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e
il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre
Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù:
«Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più
sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore,
gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere
acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse
Gesù: «Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in
questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno
adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice:
«Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi
adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il
Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli
rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa».
Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
PER RIFLETTERE:
Adesso lo capisci, sei stata salva quando hai trovato il coraggio di rivolgerti a quel viandante stanco e affamato che,
come un mendicante, aveva elemosinato da te un sorso d'acqua fresca del pozzo, per implorarlo: " Signore, dammi di
quest'acqua perché non abbia più sete!" (Gv 4,15). In quel momento hai deposto la maschera di sfrontatezza, sarcasmo,
superiorità, falsità, per riconoscerti bisognosa, bisognosa di qualcos'altro. Era quello che Lui aspettava da te con ansia.
Voleva precisamente portarti a chiedere, a dichiararti insoddisfatta, ad assumere l'atteggiamento del povero. Per tirarti
fuori dalla palude della tua vita scombinata, della tua slealtà. Lui aveva bisogno che tu... avessi bisogno, che ti
aggrappassi alla corda dei « chiedere ». E' quella, ormai te ne sei resa conto, la sua tattica preferita per condurre una
creatura a prendere coscienza del suo bisogno reale, scavare un'esigenza, far scaturire un desiderio, rendere consapevole
di ciò che non ha, mettere a nudo la sua miseria, far affiorare un'attesa, esplodere una richiesta. Se tu conoscessi il dono
di Dio...
Il dubbio è stato fatto scivolare sull'orlo del tuo (e nostro) pozzo. Pure a me Lui insinua, come ha atto con te, un salutare
sospetto: " Se tu sapessi di che cosa hai veramente bisogno..." e anche: " Sapessi ciò di cui non hai bisogno" (nonostante
la pubblicità e le mode congiurino per crearti bisogni fasulli) . Sapessi che cosa ti manca per essere uomo, per avere una
faccia un po' più presentabile di cristiano. Purtroppo credi di aver bisogno di una moltitudine di cose inutili, di un
cumulo di carabattole. Ne hai bisogno, non puoi farne a meno (e tutti sono disposti ad offrirtele) per nascondere le tue
reali necessità, non prendere coscienza dell'importante, dell'essenziale. Ti aggrappi al superfluo, per negarti il
necessario. Hai bisogno di me, ma insieme hai paura di ammetterlo. Hai bisogno di tenerezza, però assumi una
maschera di durezza. Hai bisogno di ascoltare, e continui a parlare. Hai bisogno di libertà, eppure sei affezionato alle
catene. Hai bisogno di antica saggezza, e ti nutri delle pagine del giornale o dell'ultimo best-seller. Hai bisogno di
vangelo, e riempi la casa di libricini pietistici (e non di rado pietosi). Hai bisogno di convinzioni profonde, e pretendi
galleggiare sull'entusiasmo epidermico. Hai bisogno di meditazione seria, e continui a gargarizzare slogan e formule.
Hai bisogno di fantasia, e ti ostini a copiare da tutto e da tutti (e soprattutto da te stesso, dalle tue abitudini). Hai
bisogno di conversione, e non fai altro che lamentarti degli altri. Hai bisogno di sincerità verso te stesso, e ti accanisci
ad anestetizzare le tue ferite più profonde raccontandoti favole (che non hanno neppure il pregio della poesia).
Hai bisogno di esempi, di maestri, di modelli veri, e corri dietro a tutti i cialtroni pittoreschi e chiassosi che spuntano
sulle piazze. Hai bisogno di morire come il chicco di grano sepolto sotto la dura crosta della terra (Gv 12,24), e insegui
il successo, la popolarità, i risultati immediati. Hai bisogno di mistero, ed esigi che tutto sia chiaro, logico,
rassicurante, evidente, garantito. Hai bisogno di deciderti, comprometterti, tagliare, e rifiuti il rischio. Hai bisogno di
lanciarti nell'avventura, e non abbandoni la confortevole sala d'attesa. Hai bisogno di speranza, e ti lasci abbagliare
da illusioni dorate. Hai bisogno di moralità che non sia moralismo, di verità intere e non dimezzate, di preghiera
solida e non di devozionalismo, di spiritualità robusta e non di sentimentalismo, di fede e non di miracolismo, di
impegno e non di velleitarismo, di fedeltà e non di emozioni, di carità e non di chiacchiere inconcludenti, di capacità
di sacrificio e non di vittimismo, di umiltà e non di discorsi sull'umiltà, di qualcosa che hai sotto gli occhi e non
vedi... Hai bisogno di lasciarti amare. Hai bisogno di lasciarti fare. Hai bisogno di lasciarti donare...Devi diventare
capace di ricevere... »
Scusa questa lunga chiacchierata. Ma mi fa piacere sedermi sull'orlo del « tuo » pozzo, che è anche il « mio » pozzo, e
può essere il pozzo di tutti, per sentir ripetere da te il racconto affascinante (più che la lezione) di quel mezzogiorno in
cui il sole picchiava più forte del solito (ma era un altro sole), e la sete ti bruciava la gola (ma era un'altra sete), e Lui
ti ha chiesto un sorso d'acqua fresca e tu ti sei ritrovata con una sorgente « dentro », per cui non avevi più bisogno di
andare ad elemosinare all'esterno o rivolgerti agli innumerevoli pozzi di dubbio contenuto. Sì, chiedo a te, donna di
Samaria, che ti sei fatta trovare a un appuntamento non programmato, e ti sei lasciata condurre dall'imprevedibile, e
hai capito qual è la vera sete, che mi aiuti a scoprire, in sincerità, il diritto fondamentale che l'uomo può rivendicare:
quello di aver bisogno. La povertà può essere la sua incredibile risorsa, la sua grande, inesauribile ricchezza (purché la
sappia ammettere). Donna fortunata di Samaria, dammi una mano perché mi renda conto che ho bisogno... di aver
bisogno.
(Tutti i figli di Dio hanno le mani, A.Pronzato)
PREGHIAMO INSIEME:
Rispondiamo: Liberami,
Gesù
Dal desiderio di essere stimato,
Dal desiderio di essere amato,
Dal desiderio di essere ricercato,
Dal desiderio di essere onorato,
Dal desiderio di essere lodato,
Dal desiderio di essere preferito,
Dal desiderio di essere consultato,
Dal desiderio di essere approvato,
Dal timore di essere umiliato,
Dal timore di essere disprezzato,
Dal timore di essere rifiutato,
Dal timore di essere calunniato,
Dal timore di essere dimenticato,
Dal timore di essere schernito,
Dal timore di essere abbandonato, liberami, Gesù.
Rispondiamo: Dammi
la grazia di volerlo, Gesù
Che altri siano di me più stimati,
Che altri siano di me più amati,
Che altri siano in tutto a me preferiti e io a tutti posposto,
Che altri siano convocati e io messo da parte,
Che altri crescano nell'opinione del mondo e io diminuisca,
Che altri siano lodati e io dimenticato,
Che altri siano amati e io abbandonato,
Che altri siano esaltati e io umiliato,
Che altri siano consolati e io con te solo soffra,
Che altri siano di me più santi, purché io lo sia quanto vuoi tu,
Rispondiamo: Concedimi,
Gesù
La conoscenza e l'amore del mio nulla,
La perpetua memoria dei miei peccati,
La persuasione della mia meschinità
La pura intenzione di servire Dio,
La perfetta sottomissione al volere di Dio,
Il vero spirito di compunzione,
La cieca obbedienza ai superiori,
L'odio santo di ogni invidia e gelosia,
La prontezza nel perdono delle offese,
La prudenza di tacere negli affari altrui,
La pace e la carità con tutti.
CANTO: Sete di verità
E' sera e non finisce mai la mia sete di verità;
è l'alba e ricomincia sempre
la mia sete di verità
eterna come i nostri monti, come i primi fiori,
la cerchi come quando frughi
gli occhi di chi ami.
Rit.
In fondo a tutto sei tu, Signore,
la mia fonte di verità,
la mia fonte di verità.
Mi son fermato spesso al sole
lungo queste strade;
a tutte le sorgenti umane ho bevuto arsura
e mi chiedevo dentro al cuore:
io, io chi sono?
e ogni mio respiro cerca questa verità.
Mi sono poi deciso a bere l'acqua del mio pozzo,
una sorgente sempre fresca e non finisce mai;
è un'acqua sempre nuova
e non sai mai da dove viene,
e ogni giorno è sempre nuova la mia verità.
la sincerità dell'azione
ASCOLTIAMO LA PAROLA: (Mt. 5,33-48)
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma
io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i
suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché
non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più
viene dal maligno. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non
opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare
in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne
con lui due. Dá a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu
detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i
buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne
avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di
straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro
celeste.
PER RIFLETTERE:
I raggi luminosi della verità: Madre cara, forse lei si meraviglierà che io le scriva questo piccolo atto di
carità passato ormai da tanto tempo. L' ho raccontato perché sento che debbo cantare, a causa di
esso, le misericordie del Signore. Ha degnato lasciarmene il ricordo con un profumo che m'induce a
praticare la carità. Rammento qualche volta alcuni particolari che sono, per l'anima mia, una brezza
di primavera. Eccone uno che mi si presenta alla memoria: una sera d'inverno stavo assolvendo,
come al solito, il mio piccolo compito, faceva freddo, era buio... A un tratto intesi in lontananza il
suono armonioso di uno strumento musicale e mi raffigurai un salone brillante di luci e di ori, vidi delle
fanciulle eleganti le quali si trattavano graziosamente a vicenda con piglio di mondo; poi lo sguardo
cadde sulla povera malata che sostenevo, invece di una musica udivo ogni tanto i suoi gemiti, invece
degli ori vedevo i mattoni del nostro chiostro austero, rischiarato appena da una pallida luce. Non
posso esprimere ciò che avvenne nell'anima mia: il Signore la illuminò con i raggi della verità i quali
superarono talmente lo sfolgorìo tenebroso delle feste della terra, che non finivo di credere alla mia
felicità. Ah, per goder mille anni di feste mondane, non avrei dato i dieci minuti del mio umile ufficio di
carità. Se già nella sofferenza, in mezzo alla lotta, si può vivere un attimo di felicità che supera tutte le
gioie della terra, pensando che il buon Dio ci ha sottratti al mondo, che sarà nel Cielo quando
vedremo in letizia e riposo eterni la grazia incomparabile che il Signore ci ha fatta scegliendoci per «
abitare nella sua casa », vero vestibolo del Cielo?
(Teresa di Liseaux, Storia di un'anima)
PREGHIAMO INSIEME: (Sal.15)
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia;
presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l'innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
PER RIFLETTERE:
Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto.
Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque essa potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e
sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se
dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da
tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull' acqua, né come il cielo
che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perchè ero stato creato
da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce. 0 eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e
notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto per quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai
abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi trovai lontano come in
una terra straniera, dove pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: « sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non i trasformerai
me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me». Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere
di te, e non la trovavo, finché ebbi abbracciato il « Mediatore fra Dio e gli uomini, l'Uomo Cristo Gesù » (1 Tm 2, 5), « che è sopra ogni
cosa, Dio benedetto nei secoli ». Egli mi chiamò e disse: « Io sono la via, la verità la vita » (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero
capace di prendere, al mio essere, poiché « il Verbosi fece carne » (Gv 1, 14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni
cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini.
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E
io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se
non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e
hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l' ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e
sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.
(Confessioni, S.Agostino)
Preghiamo ascoltando la canzone: Sero te amavi, J. Camisansca
Sero te amavi,
Lux antiqua et nova,
Mecum eras, tecum non eram.
Sero te amavi.
Vocasti, clamasti
Et rupisti surditatem meam.
Tardi ti ho amato,
bellezza antica e nuova
Tu eri con me, ed io non ero
con te
Tardi ti ho amato
Mi hai chiamato, hai gridato
Hai infranto la mia sordità
Splenduisti et fugasti
mi hai abbagliato e hai
guarito
La mia cecità
E ti desidero.
Cecitatem meam.
Et anhelo tibi.
Sero te amavi,
Lux antiqua et nova,
Et ecce intus eras et ego foris.
Fragrasti,
Gustavi,
Tetigisti me
Misericors es.
Splenduisti et vocasti,
Ea me tenebant
Longe a te.
Et anhelo tibi.
Sero te amavi.
Versa et reversa
Tardi ti ho amato,
Bellezza antica e nuova
Ed ecco tu stavi dentro di
me ed io fuori.
ho sentito la tua presenza,
l'ho gustata,
mi hai colpito con il tuo
amore
tu che sei misericordioso
Mi hai folgorato e mi hai
chiamato
anche se le cose del mondo
Mi tenevano lontano da te
E ti desidero.
Tardi ti ho amato
(la tua misericordia)
versa e riversa
attorno e dentro me
tutte le cose sono
affanno,
Tu solo sei pace.
In tergum et in ventrem
Et dura sunt omnia
Et tu solus requies.
GESTO E CONDIVISIONE
CANTO DI BENEDIZIONE: Te al centro del mio cuore
Ho bisogno d'incontrarti nel mio cuore,
di trovare Te, di stare insieme a Te:
unico riferimento del mio andare,
unica ragione Tu, unico sostegno Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace,
ma c'è un punto fermo, è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare Tu, la stella sicura Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota attorno a Te,
in funzione di Te
e poi non importa il "come",
il "dove" e il "se".
Che Tu splenda sempre
al centro del mio cuore
il significato allora sarai Tu,
quello che farò sarà soltanto amore.
Unico sostegno Tu, la stella polare Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
PREGHIAMO INSIEME:
Dio sia benedetto
Benedetto il suo santo nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il suo Sacratissimo cuore
Benedetto il suo preziosissimo sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetti San Giuseppe suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
CANTO FINALE:
Rit.
Signore da chi andremo?
Tu solo hai parole di vita.
E noi abbiamo creduto
che il Figlio di Dio sei Tu.
Io sono il pane di vita;
chi viene a me non ha più fame,
e chi viene a me non ha più sete.
Così ha detto Gesù!
Non cercate il cibo che perisce;
ma il cibo che dura per la vita,
quello stesso che il Figlio vi darà:
così ha detto Gesù!
Io sono dal cielo disceso
non per fare la mia volontà
ma per fare la volontà del Padre:
così ha detto Gesù!
PER RICORDARE...
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