1 Consulenza filosofica Master Interuniversitario di II livello Università di Pisa, Università di Cagliari , Università di Napoli Federico II sede amministrativa e sede didattica Università di Napoli Federico II 1. Obiettivi e finalità del corso Il Master interuniversitario di secondo livello in Consulenza filosofica , istituito per la prima volta dalle Università di Pisa, di Cagliari e di Napoli Federico II per l’A.A. 2005/06, è stato uno dei primi tentativi da parte dell'Università italiana di intervenire in una materia che già rappresentava per i laureati in filosofia un importante sbocco lavorativo. Finora, in Italia, di consulenza filosofica si sono occupati quasi esclusivamente soggetti privati riuniti in associazioni. In mancanza di una offerta formativa a livello universitario, tali associazioni hanno organizzato autonomamente i percorsi formativi per i consulenti. L'assenza dell'Università dalla progettazione di tale attività formativa è però grave, in quanto rischia di affidare la formazione dei consulenti filosofici esclusivamente a coloro che, pur essendo meritevolmente esperti, non sono in grado di attendere al compito a cui l'Università è istituzionalmente preposta, quello, cioè, di affiancare alla esperienza della formazione la ricerca filosofica metodicamente organizzata. Fra gli anni Ottanta e Novanta del XX Secolo si è sviluppato con peculiari nuove caratteristiche un ampio e complesso dibattito filosofico intorno alla questione della fondazione dell'etica. Tale dibattito ha investito criticamente il modo in cui la modernità aveva pensato il nesso individualità/universalità e ha avuto, pertanto, una rilevanza significativa sia nell'ambito della riflessione antropologico-filosofica che in quello della riflessione sulla identità personale e delle culture. Le certezze di una strategia del discorso “deontologico” essenziale nella modernità, la quale aveva giustificato la propria validità con una “mossa” teorica che per diversi aspetti può essere considerata analoga a quella attraverso la quale la scienza fisico-matematica della natura si era costituita in quanto tale, sono state profondamente minate. Come la scienza per definire le leggi della natura aveva trasformato lo spazio e il tempo empirico e concreto nel quale accadono i fenomeni in spazio e tempo assoluto, anche per definire i principi che rendono necessario il fare e il non fare , così Kant, è necessario prescindere da ogni antropologia e da ogni condizione empirica dell'agire. Se tale modalità di fondazione della normatività etica ha avuto il merito di permettere il costituirsi di un ambito di validità non inficiato né da singolarismi né da particolarismi etici, ha avuto però il difetto di collocare la sfera del valore lontano dagli interessi e dai desideri dei singoli attori morali e delle particolari comunità. Come articolare di nuovo filosoficamente il punto di vista degli individui e delle particolari comunità senza cadere in un relativismo teoricamente incapace di affrontare i problemi più importanti e difficili che la filosofia è chiamata a risolvere proprio quando si occupa di questioni che riguardano in maniera profonda gli interessi dei singoli individui e delle singole comunità? Nella prospettiva teorica messa a disposizione da filosofie che non hanno identificato la cura di sé con l'egoismo idiosincratico e anticomunitario, ci si è impegnati a ripensare forme di universalismo etico rispettose delle identità degli individui e delle comunità, forme di universalismo situato che si costituiscano propriamente a partire dalla prospettiva dei singoli individui e delle particolari comunità. Nel contesto di tale discussione si è fatto riferimento soprattutto ad Aristotele e allo Stoicismo, al Kant della Critica del Giudizio e alla teoria vichiana del sapere poetico . Come agire quando si devono compiere scelte per le quali non si posseggono parametri e criteri univocamente fondati e condivisi? Quale cura dobbiamo dedicare a noi stessi e agli altri, alla natura e agli altri esseri viventi sulla terra perché la nostra vita possa svilupparsi e trascorrere nel suo complesso bene e felicemente? A quale terapia dobbiamo sottoporre i nostri desideri, le nostre emozioni e passioni affinché le nostre scelte possano condurci a raggiungere scopi che autenticamente favoriranno il rigoglio della nostra vita? Come affrontare le difficoltà e i dolori che necessariamente sono connessi alla vita umana, anche a quella che può essere giudicata la più felice? Quale uso fare delle tecniche che le conoscenze scientifiche ci mettono a disposizione per far in modo che tale uso renda la nostra vita umanamente più rigogliosa e fiorente? E' questa discussione filosofica - e anche tradizionalmente accademica - alla quale nell'ultimo decennio si è aggiunta una attenta considerazione della problematica bioetica, a costituire il terreno sul quale si è sviluppato l'interesse per una forma di riflessione che, superando il carattere solamente teorico, riesca ad acquisire anche una rilevanza pratica. La filosofia è nata in Grecia dall'esigenza di trovare risposte ad una questione oltre che teorica anche squisitamente pratica riguardante i caratteri della eudaimonia . Tale questione, da ognuno profondamente sentita in prima persona, viene di nuovo considerata una legittima base di partenza per una ricerca filosofica che rivolge l'interesse alla definizione del modo in cui la vita umana possa essere considerata nel suo complesso una vita fiorente e rigogliosa. Il sapere umano che per Socrate era necessario ad affrontare la questione che l'antico filosofo considerava la più importante e difficile , 2 quella relativa ai caratteri della eudaimonia , deve essere oggi ridefinito facendo dialogare oltre che la filosofia, l'antropologia filosofica e l'etica, anche discipline quali: le neuroscienze e la psicanalisi, la filosofia politica e le scienze cognitive, l'estetica e la filosofia della religione, l'antropologia culturale e fisica, la genetica, la fisiologia delle sensazioni, la bioingegneria e la filosofia della mente. Il compito di ridisegnare il comporsi delle capacità e funzioni umane essenziali in una complessa e aperta raffigurazione, ridefinita al livello delle condizioni attuali del pensare e delle possibilità nuove e rivoluzionarie che la scienza ci mette a disposizione, è ritenuto l'ineludibile presupposto della filosofia pratica. Il master, che le Università di Napoli Frederico II, l’Università di Pisa e l’Università di Cagliari intendono attivare congiuntamente con sede amministrativa e didattica a Napoli, vuole formare consulenti filosofici in grado di operare sia nell’ambito della consulenza privata che in quello della consulenza pubblica: ospedali, banche, sedi diplomatiche, enti pubblici, tribunali, comunità educative e di ricupero. 2. Progetto generale dell’organizzazione didattica del corso e dei tirocini con le relative assegnazioni di crediti. Il master richiede complessivamente 1500 ore di lavoro da parte degli studenti così ripartite: Lezioni frontali e seminari 750 h (30 moduli didattici) 30 CFU Laboratori 200 h 8CFU Tirocini 400 h (10 settimane) 16CFU Tesi 150 h 6CFU Discipline, crediti e ore di lezione frontale e/o seminariale 1 credito = 25 ore di lavoro (5 ore di lezione frontale e 20 di lavoro individuale) 30 crediti = 750 ore di lavoro (150 ore di lezione frontale + 600 ore di lavoro individuale) Moduli e seminari (30 CFU) Elementi di Neuroscienze - Elementi di genetica - Neuroscienze e psicopatologia - Basi cerebrali della vita emotiva - L'immaginario tecnologico e l'inquietudine del postumano Mente e corpo - Elementi di Psicanalisi - Immagine naturale e immagine artificiale del sè: “singolarità”, “comune” e “moltitudine” nella rete - Ontologie sociali - Fenomenologia dell'esperienza religiosa - Bios umano e etica- Razionalità pratica - La questione della vita buona e felice e la filosofia - Raccontare se stessi e costruzione dell'identità – Il piacere e la felicità - Etica della comunicazione- L'amicizia - Etica e cura di sé - Desiderio e deliberazione - La metafora medica nell'etica antica- Le forme del giudizio- Oriente e occidente - Identità e interculturalismo - Antropologia culturale - Fra biologia e storia della cultura: teorie della complessità - Etica delle relazioni internazionali - Etica degli affari Risorse umane - Etica ed economia - Teoria e pratica della consulenza filosofica Laboratori (8CFU) Sono previsti 8 laboratori (200 ore) per 40 allievi, oppure 6 laboratori (150 ore) per 30 allievi - 6 CFU). esercitazione sulla capacità di giudicare; consulenza individuale; consulenza su questioni di genere; consulenza alle imprese; consulenza in ambito biomedico; consulenza di bioetica; consulenza sulle risorse umane; consulenza su questioni interculturali Tirocinio A partire dal mese di ottobre saranno organizzati presso enti pubblici e privati tirocini della durata di dieci settimane. 1 credito = 25 ore di tirocinio - 16 crediti = 400 ore di tirocinio Tesi 6 CFU = 150 ore di lavoro individuale (per 30 allievi 200 ore di lavoro individuale-8 CFU) Il lavoro di tesi dovrà riguardare una riflessione teorica relativa all’esperienza di tirocinio. 2. Organi del Corso Coordinatore (Università di Napoli Federico II) prof.ssa Renata Viti Cavaliere tre Responsabili di sede: Vanna Gessa Kurotschka (Cagliari), Tiziano Raffaelli (Pisa) Giuseppe Cacciatore (Napoli) 3 3. Modalità di svolgimento delle attività formative, delle verifiche periodiche, della prova finale e della prova di accesso. Il Master è articolato in lezioni frontali, seminari e attività di tirocinio. Le lezioni frontali e seminariali si terranno nell’arco di tre mesi (2 moduli didattici o seminari ogni fine settimana) nei mesi di febbraio, marzo, aprile, maggio. I laboratori si svolgeranno nell’arco di 4 settimane. I tirocini, seguiti da uno dei responsabili della didattica del master, si svolgeranno nell’arco di 10 settimane a Napoli, Pisa e Cagliari. La frequenza alle attività didattiche è obbligatoria per l’80%. Al termine di ciascun blocco didattico – lezioni, seminari, laboratori e tirocini – gli allievi saranno sottoposti a una verifica. A conclusione del corso si prevede una prova finale che dovrà consistere nella discussione di un elaborato (da 30.000 a 40.000 battute) riguardante una riflessione teorica sull’esperienza di tirocinio. All’esito positivo di tutte le prove e di tutte le verifiche previste le Università di Napoli Federico II, di Pisa e di Cagliari rilasciano congiuntamente il titolo di Master in “Consulenza filosofica” 4. Titoli per l’ammissione al corso Laurea quadriennale del vecchio ordinamento in Filosofia o una laurea specialistica delle Classi: 18 S (Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica), 96S (Storia della filosofia), 17S (Filosofia e storia della scienza). Per la selezione degli ammessi al master verranno considerate titoli valutabili, con criteri che verranno specificati nel bando di ammissione, le attività di studio e le esperienze pratiche pregresse negli ambiti di interesse del master stesso. La selezione verrà effettuata da una commissione proposta dal Coordinatore e dai responsabili di sede. Sono previste, in caso di 40 iscrizioni, 3 borse di studio dell’importo di Euro 2.000. 5. Numero massimo di posti disponibili e numero minimo di iscritti necessari per l’attivazione del corso, nonché modalità di ammissione Numero massimo: 40; umero minimo: 30 6. Modalità di frequenza e impegno nell’orario previsto Il corso è articolato in blocchi di lezioni e seminari che si terranno, secondo un programma che verrà elaborato e reso noto due mesi prima dell’inizio delle lezioni. La frequenza alle attività didattiche è obbligatoria per l’80%. L’impegno previsto è di: 1500 ore di lavoro = 60 CFU 750 ore: lezioni frontali, seminari e lavoro individuale = 30 CFU 400 ore tirocinio = 16 CFU 200 h laboratori = 8 CFU o 150h in caso di 30 iscritti 100ore - tesi finale = 6 CFU o 200h in caso di 30 iscritti 7. Importo del contributo Quota d’iscrizione 4000 Euro 8. Struttura responsabile del funzionamento del corso: Università di Napoli Federico II. Dipartimento di Filosofia “A. Aliotta” 9. Sede del corso: Sede amministrativa e didattica: Università di Napoli Federico II